Scoprendo la Danimarca

Tappe: Copenaghen, Humlebaek, Helsingor, Hornbaek, Tisvildeleje, Roskilde, Odense, Karteminde, Soro, Koge, Copenaghen. Copenaghen – 4 e 5 Agosto Prima di arrivare in un posto nuovo mi documento sempre un po’, leggendo libri scritti da autori nati in quel Paese, o che parla di proprio di quel posto. Leggo in Internet commenti di altri ragazzi...
Scritto da: SergioNitro
scoprendo la danimarca
Partenza il: 04/08/2007
Ritorno il: 10/08/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Tappe: Copenaghen, Humlebaek, Helsingor, Hornbaek, Tisvildeleje, Roskilde, Odense, Karteminde, Soro, Koge, Copenaghen. Copenaghen – 4 e 5 Agosto Prima di arrivare in un posto nuovo mi documento sempre un po’, leggendo libri scritti da autori nati in quel Paese, o che parla di proprio di quel posto. Leggo in Internet commenti di altri ragazzi come me che ci sono già stati, giusto per avere una più ampia visione di quello che mi aspetta. Poi prendo il volo e atterro, aspetto lo zaino sul “tapir rollant” sperando che non si sia perso da qualche parte come spesso succede e poi finalmente calpesto le strade e i marciapiedi di una città, di un Paese, che avevo immaginato e pensato per giorni fosse in un certo modo. Copenaghen mi ha lasciato subito in sospeso, come se qualcosa si dovesse rivelare di lì a poco, o forse semplicemente svoltando l’angolo là, sulla destra. Ma l’attesa è durata per tutti i due giorni in cui ci sono stato, lasciandomi con un po’ di amaro in bocca perché forse non sono stato in grado di scoprirlo.

Due giorni passati nella zona vicino alla stazione, al Selandia Hotel, dove c’erano dei ragazzi che fumavano l’erba e si facevano di eroina sulle scale all’ingresso delle case. Non ci hanno mai importunato o chiesto qualcosa, neppure di notte. Si facevano anche i fatti loro d’altronde. Certo ti lascia perplesso vedere un ragazzo con un ago nel braccio in pieno giorno nella via piena di hotel. La zona più bella di Copenaghen è certamente nei dintorni di Nyhavn, dove una serie di locali e ristornati si affacciano sul canale. Se si è fortunati come noi e il sole risplende in cielo, può essere piacevole fare un po’ il turista classico, sedersi su una barchetta con altri cinquanta turisti per fare un giro lungo i canali e farsi una prima idea della città, raggiungendo la statua della Sirenetta e alcune dimore danesi.

Copenaghen è cara, me ne accorgo subito dal prezzo di una pinta di birra, il metro di misura universale per confrontare il costo della vita nei differenti paesi: 7 €. Sedersi a mezzogiorno nella piazza Gammeltorv ordinando lo smorrebrod, uno degli unici tipici piatti danesi fatto con una fette di pane di segale su cui si appoggia il salmone e altre guarnizioni varie, può farti sborsare un bel 20 € e farti pensare che forse è meglio, per la prossima volta, farsi un panino al volo da qualche altra parte. Certo è che sei in vacanza, quindi alle volte puoi anche dire: ma chi se ne frega! Copenaghen è abbastanza raccolta, facile da girare a piedi, senza impazzire a capire i giri che fanno i pullman. Nella piazza principale Radhuspladsen, da dove parte lo Stroget, il centro pedonale “più lungo del mondo” (in pratica una via piena di negozi), siamo stati fortunati nell’assistere agli incontri di calcetto tra homeless organizzati e sponsorizzati da bibite gassate. Proprio vicino a questa piazza si trova il Tivoli, il parco giochi più vecchio d’Europa ed è piacevole trascorrere qualche ora, buttandosi su tutte le giostre possibili e immaginabili fino a quando magari non incominci a sentire lo stomaco che ti chiede pietà.

Una zona molto affascinante, ma che purtroppo non ho potuto documentare con foto, è Christiania. Una base militare abbandonata negli anni settanta e poi occupata da un sacco di danesi molto hippy, che ne hanno fatto una città nella città, senza pagare tasse varie e stare alle leggi che ci sono al di fuori delle mura. La polizia più volte ha tentato di sgombrare la zona, ma senza molto successo. All’interno è tutto così sorprendente perché non ti sembra vero che siano riusciti a resistere per quarant’anni alla polizia, ma così è. E così ammiri i loro bar diroccati, le loro case con i murales, i loro joint nelle mani, la loro comunità così tranquilla e rilassata e ti capita di ascoltare il loro “No photo please”, perché alla fine non siamo mica allo zoo.

Helsingor, Hornbaek, Tisvildeleje – 6 Agosto Il terzo giorno di permanenza in Danimarca, abbiamo affittato una macchina e ci siamo spostati verso nord, lungo la costa, osservando sulla destra la lontana Svezia. Il tempo ci è stato favorevole, offrendoci sempre giornate di cielo azzurro. Siamo passati da Humlebaek, dove c’è il museo di arte moderna Luisiana, per arrivare Helsingor, dove ci siamo fatti un giro al Kronborg Slot, il castello dove è stato ambientato l’Amleto. E’ piacevole, entri, fai un giro e in un paio di ore sei già pronto per rimetterti in macchina e proseguire ed arrivare ad ammirare le prime spiagge di sabbia e mare freddo a Hornbaek. La nostra intenzione era però arrivare e dormire a Tisvildeleje, in una capanna di legno all’interno di un campeggio molto carino. Qui siamo riusciti ad assistere al tramonto ad un’ora che in Italia sarebbe dura vedere. Certo è che non abbiamo fatto dei calcoli per cui poi, alle dieci di sera, gli unici due ristorantini che potevano fare da mangiare avevano già chiuso le cucine e c’erano solo gli avanzi (tipo aperitivo a Milano) per la modica cifra di 25 €, escluso le bibite. A stento siamo riusciti a a farci fare, da un chioschetto, una pizza da asporto. Alle undici, la vita di questo Paese era già spenta, e non ti rimane nient’altro da fare che andare a dormire.

Roskilde, Odense – 7 Agosto Il giorno dopo siamo partiti alla volta di Roskilde, dove ci siamo concessi la visita al museo vichingo, ammirando i resti delle navi. E’ incredibile pensare che si poteva riuscire a partire dall’Irlanda e arrivare in Danimarca con il solo uso delle braccia e dei remi, attraversano i mari che potevano riservare delle spiacevoli sorprese. Eppure così era. Dato che poi Roskilde non offriva molto di più, siamo risaliti in macchina, guidato per un paio di ore, attraversato un ponte lunghissimo che collega le due isole della Danimarca per arrivare ad Odense. Non trovando dove poter dormire, ci siamo rivolti all’ufficio del turismo che ha la possibilità di poter dare le stanze delle case dei privati ad un prezzo più economico rispetto agli ostelli. Ricordiamoci che qui economico vuol dire 70 € la notte. Abbiamo così voluto provare l’esperienza di essere ospitati nella casa popolare di una signora di cinquant’anni nella zona popolare alla periferia di Odense, dormendo in una stanzetta al primo piano con uno stereo anni ottanta, i giochi di società sopra l’armadio che conteneva i vestiti della figlia in vacanza all’estero.

In ogni posto della Danimarca, almeno quello che siamo riusciti a vedere noi, il ritmo di vita è caratterizzato da una pacatezza incredibile. Così pure Odense, tranquilla nelle sue vie del centro, offre un paio di locali dove potersi bere una birra e niente di più. Karteminde – 8 Agosto Il giorno dopo scappiamo dalla sciura, che comunque è stata carina nel prepararci una colazione ricca con torta, biscotti, pane, marmellata, latte, caffè, succo di arancia. Arriviamo a Karteminde, che forse insieme a Tisvildeleje, è il posto più carino e piacevole che abbiamo visto. Minuta e raccolta, è un bel posto dove potersi rilassare in spiaggia, mangiare le aringhe, tortine di granchio direttamente dal baracchino sul molo. Abbiamo avuto anche la fortuna di dormire in una fattoria immersa nel verde e vicino al fiordo. L’unico inconveniente è la fila per acquistare un gelato. Sinceramente non ho mai visto una cosa del genere, nemmeno alle poste nel giorno delle scadenze di tutte le bollette possibile e immaginabili. Ma sembra che ai danesi non importa e con calma stanno in fila sul marciapiede per più di mezz’ora, solo per assaggiare un buon gelato con la cialda preparata direttamente sul posto. Soro e Koge – 9 Agosto Dopo Karteminde dobbiamo avvicinarci a Copenaghen, dove il giorno dopo avremmo avuto il volo per il Portogallo. Per questo passiamo da Nyborg, riattraversiamo il ponte e facciamo giusto una sosta a Soro per immergerci nella Soro Akademi, dove poter fare i nostri bisogni nel parco immenso a ridosso del fiordo. Poi riprendiamo la macchina e ci dirigiamo a Koge, dove passeremo la notte. E’ qui che ammiriamo le case più tipiche e vecchie della Danimarca. Ed è anche qui che ci sediamo in un ristorante, guardiamo i prezzi altissimi e diciamo al cameriere cinese che pensavamo fossero i tavoli del ristorante vicino, dove dopo due minuti ci sediamo per prendere un piatto “onesto” con gli sguardi del cinese che ci osservava da lontano pensando a quei due barboni italiani.

Se vuoi vedere anche le foto del viaggio vai sul mio sito: http://www.Sergionitro.It/Viaggi/Danimarca/danimarca.Html



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