A Cuba prima che sia troppo tardi

Un tour da Vinales a Santiago, prima che l'apertura alla democrazia modifichi irreversibilmente il paese
Scritto da: puremorning1999
a cuba prima che sia troppo tardi
Partenza il: 31/07/2016
Ritorno il: 22/09/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Alcune indicazioni generali prima di passare al racconto delle singole giornate:

1. In termini di sicurezza, Cuba ci è sembrato uno stato assolutamente sicuro. Abbiamo comunque evitato i quartieri periferici di Santiago e dell’Avana e non siamo andati in giro di notte. 2. Il periodo da noi scelto è stato tutto sommato buono. Abbiamo avuto quasi sempre il sole ed i tre momenti di pioggia sono stati molto rapidi, anche se intensi. Ha fatto caldo ed è stato anche umido, ma sempre nei limiti del tollerabile, niente di paragonabile, ad esempio, alla Cina nello stesso periodo.

3. Prezzi: chi visita Cuba sa bene che c’è una doppia economia, con due prezzi e due monete. In generale, non si tratta di una destinazione costosa, ma alcuni servizi per turisti (ad es.: taxi, escursioni) non sono proprio economici. Qui di seguito alcuni esempi di prezzi:

– acqua 1,5 l.: 0,70/0,80 CUC (in negozio cubano non per turisti);

– tessera Wi-fi 1 ora: 2 CUC (utilizzabile solo in apposite aree);

– cena in casa particular: 10/15 CUC;

– prezzo medio casa particular: 25/30 CUC;

– prezzo colazione in casa particular: 5 CUC.

Cambio medio: 1€=1,075 CUC.

4. Per i trasporti ci siamo serviti di aereo, taxi e autobus Viazul. Il nostro volo (andata: Milano-Francoforte-Toronto-L’Avana con Lufthansa/Air Canada Rouge; ritorno: stessi scali con Air Canada Rouge/Air Canada/Lufthansa; € 1050 a testa) è stato buono nella tratta Lufthansa (Milano-Toronto), mentre la tratta finale con Air Canada Rouge ha lasciato molto a desiderare quanto a gentilezza degli assistenti e qualità dei servizi a bordo. E’ di fatto una linea aerea low cost non dichiarata con costi da linea tradizionale: non è stato bello scoprirlo durante il viaggio, che tra l’altro aveva una durata di oltre 3 ore. Al ritorno abbiamo volato ancora Air Canada Rouge ed Air Canada; l’esperienza con quest’ultima è stata buona e paragonabile a quella con Lufthansa. A Cuba abbiamo preso molti taxi, anche tra una città e l’altra, con prezzi non proprio bassi e poco negoziabili. Un paio di volte abbiamo utilizzato la Viazul, prenotata dall’Italia con largo anticipo, con la quale abbiamo avuto due esperienze del tutto differenti tra di loro.

5. I cubani al volante sono bravissimi: guidano davvero bene e comunque molto meglio degli italiani. Il traffico è sempre scarso, sia nelle città che in autostrada; l’unico problema è che a volte sulle strade interprovinciali e addirittura anche in città, le auto vanno molto lentamente a causa dei numerosi carretti a cavallo, che per molti cubani sono un mezzo ordinario di trasporto.

6. Comunicazioni: se non volete utilizzare il roaming, comprate una tessera Wi-fi locale, tenendo però presente che Il Wi-fi è quasi inesistente ed è possibile utilizzarlo con scheda locale solo in apposte aree, come ad esempio alcune piazze cittadine. Lo capirete voi stessi quando vedrete decine di locali smanettare simultaneamente sui propri smartphones. Noi non abbiamo acquistato una SIM locale perché ci è stata gentilmente data in prestito da un locale, ma è certo che le comunicazioni via cellulare non sono economiche – il prezzo dovrebbe essere di circa 0,50 CUC a minuto.

7. Alberghi: abbiamo soggiornato quasi sempre nelle casas particulares e la nostra esperienza è stata generalmente ottima. Abbiamo prenotato dall’Italia le casas con un paio di mesi di anticipo (opzione consigliata considerata l’enorme quantità di turisti sull’isola) e confermato un paio di giorni prima di arrivare. Non abbiamo mai avuto alcun tipo di problema.

8. Il cibo è stato ottimo, sia nelle casas particulares che nei pochi ristoranti che abbiamo visitato: aragoste e gamberi i piatti principe.

9. Quanto alle guide, abbiamo utilizzato la Lonely Planet del 2015 (buona), una Rough Guide del 2010 ed una pessima Fodor del 2016.

10. Infine, un elemento caratteristico di Cuba al quale fareste bene ad abituarvi subito: le code, una costante per qualsiasi attività. In questo però i cubani sono eccezionali ed un esempio da imitare: rispettosi al massimo e molto attenti nel dare il giusto ordine alle persone in attesa.

1° giorno

Il viaggio si svolge in maniera regolare, anche se l’ultima tratta di 3 ore e 40 minuti con Air Canada Rouge è troppo lunga per meritare il trattamento low cost: sull’aereo cibo e bevande sono difatti a pagamento. In compenso il viaggio aereo riserva due highlights davvero meritevoli, vale a dire il passaggio a bassa quota sulla Groenlandia del sud, che riusciamo a vedere in tutta la sua magnificenza ed il passaggio in notturna sulla Florida, che, completamente illuminata, è uno spettacolo splendido.

Giunti in aeroporto, troviamo ad attenderci il tassista che abbiamo chiesto alla casa particular: ottima idea, visto che la coda all’unico ufficio di cambio aperto alle 23.30, è interminabile.

Arrivati alla casa particular (Casa Concordia, 421 Concordia, La Habana Centro 10200; 60 CUC la doppia con bagno e colazione; http://www.casaconcordia.net), davvero bella, ci offrono il nostro primo Cuba Libre ed andiamo subito a dormire.

2° giorno

La colazione, con frutta fresca, omelette, caffè e formaggio, ci consente di iniziare la giornata nel migliore dei modi. Alejandro, l’ottimo gestore della casa, ci fornisce una serie di informazioni davvero utili che ci facilitano un bel po’.

Iniziamo la visita della città, dopo aver cambiato gli euro in CUC alla Cadeca più vicina alla casa particular, con il Capitolio, purtroppo chiuso per restauri, il Parque Central ed il bel passeggio del Prado. Passiamo un paio d’ore nel Museo de la Revolución: dovrebbe essere rimodernato, visto che la modalità di esposizione è un po’ arcaica, ma l’anacronismo ben si addice ad un museo che celebra il trionfo del socialismo. Tutto sommato interessante (non perdetevi l’angolo dei cretini, dove campeggiano ritratti satirici di Batista, Reagan e Bush padre e figlio). Dopo una breve sosta al bar del museo, riprendiamo a passeggiare dirigendoci verso Habana vieja. Iniziamo dal quartiere della Cattedrale, proseguiamo per il quartiere di Plaza de Armas e concludiamo con la zona di Plaza Vieja, dopo una breve sosta presso il Bar Habana in Calle de Mercaderes. La zona antica di Habana è molto bella e molto ben tenuta. Sicuramente questo momento è ottimale perché non esistono più lo squallore e la povertà del passato e non c’è ancora l’americanizzazione che potrebbe verificarsi tra qualche anno. Nel tardo pomeriggio mentre andiamo verso il Malecón ci imbattiamo nella torre Bacardí: andiamo su in cima ed il panorama su L’Avana è molto bello. Raggiungiamo quindi il leggendario Malecón: c’è molto vento, ma il tempo regge abbastanza e la passeggiata è piacevole. Percorriamo a piedi buona parte del lungomare perché il ristorante consigliatoci dalla casa particular, El Litoral (Malecón 161 entre K y L.; ; CUC 44,50 per due), si trova proprio dietro l’Ambasciata USA. Dopo una buona cena, torniamo a piedi alla nostra casa particular.

3° giorno

Il progetto originale prevedeva una visita al Teatro Nacional, ma sbagliamo strada e finiamo quasi nel Vedado, per cui decidiamo di cambiare i piani e di vedere oggi questo quartiere. Iniziamo la visita con il Convento ed Iglesia del Carmen. Celebrate dalla Lonely Planet, in realtà non sono granché, per cui la visita è brevissima ed arriviamo all’Hotel Nacional con molto anticipo rispetto all’ora di inizio del tour guidato. Tour che, scopriamo una volta lì, sarebbe riservato ai soli ospiti dell’hotel, ma la nostra guida, una vivacissima professoressa universitaria di storia in pensione di 75 anni, non fa discriminazioni e ci include senza problemi.

Il tour all’inizio non sembra granché, ma quando iniziamo a visitare il parco dell’hotel e scopriamo che nel 1961 veniva usato per controllare l’esercito americano, ancorato proprio al largo, la cosa si fa molto interessante. Visitiamo anche le trincee e scopriamo una versione diversa dei giorni in cui il mondo è stato vicinissimo allo scoppio della Terza Guerra Mondiale. Alla fine la nostra guida, che crede in Fidel ed un po’ meno in Raul, parla anche della condizione economica e politica del suo paese: altro che tour dell’hotel! Dopo decidiamo di fare una breve sosta presso la Sinagoga, non lontana da lì e proseguiamo presso la Plaza Tribuna Anti Imperialista, che avevamo visto la sera prima con il buio. Facciamo una sosta presso il bar Los Afortunados (ordinario) e poi raggiungiamo a piedi dopo una lunga passeggiata, la Necropolis Cristobal Colón. Non male, ma decisamente inferiore alle aspettative che risultano leggendo le guide. Sempre a piedi arriviamo in Plaza de la Revolución, baluardo della rappresentazione della vittoria del socialismo, anche se dopo un po’ inizia a piovere e non si vede neppure un bar in zona. Ci incamminiamo quindi verso casa finché non troviamo il 4You, un locale dove passiamo quasi due ore in totale relax. Cena molto buona nella casa particular (16 CUC a testa).

4° giorno

Il taxi collettivo che avrebbe dovuto passare alle 9.30, arriva due ore dopo. In realtà eravamo stati informati del ritardo già la sera prima a cena ed avevamo accettato la situazione perché non sembravano esserci valide alternative. Il problema è che siamo diretti a Viñales, dove abbiamo prenotato dall’Italia una gita a cavallo nella valle con l’agenzia El Habano (c/o Casa Particular Villa El Habano, Km 29 Carretera Puerto Esperanza; Cell: +53 52655213; ; 5 CUC l’ora a persona; raccomandata) e c’è il rischio che, se tardassimo, non faremmo in tempo. Per fortuna il nostro conducente, a volte in effetti un po’ spericolato, ci porta a destinazione in poco più di 2 ore (20 CUC a testa) con un minibus comodo e con aria condizionata. Facciamo appena in tempo a lasciare i bagagli nella nostra casa particular (Casa Ottoniel y Rosy, Orlando Nodarse #3 e/ Joaquín Perez y Pasaje B; Tel.: (48)796428; eccezionale soprattutto per l’ospitalità dei padroni; CUC 25 per stanza con bagno a notte; CUC 5 a persona per colazione; CUC 10 a persona per la cena) ed a chiedere alcune informazioni su quello che intendiamo fare nei giorni successivi, che schizziamo subito verso El Habano, dove arriviamo per le 15. Saliamo quindi sui nostri cavalli, Chiquitico e Muñeco, ed iniziamo il giro della valle. Bellissima, non c’è che dire, complice anche un tempo molto bello, seppur caldissimo ed umido. Facciamo anche un giro nella Cueva del Silencio, una grotta nella quale scorre un fiume, visitabile solo con una guida ed un paio di torce. Dopo un pomeriggio splendido ma stancante, ceniamo benissimo presso la nostra casa particular.

5° giorno

Tramite la casa particular abbiamo prenotato un taxi collettivo diretto a Cayo Jutías (15 CUC a testa). Dopo aver preso due ragazze di Parigi, il tassista, al volante di una scassatissima ma molto divertente Lada, inizia a percorrere i 60 km che ci separano dalla meta, ma quasi verso la fine, viene fermato dalla polizia perché, per quello che capiamo, non ha rispettato le disposizioni relative all’acquisto del carburante ed ha probabilmente acquistato la benzina al mercato nero. Arriviamo a Cayo Jutías poco prima di mezzogiorno. Il paesaggio è molto bello e la gente relativamente poca, anche se fa molto caldo ed il mare, un po’ torbido per le correnti, non offre nessun refrigerio a causa dell’elevata temperatura dell’acqua. Decidiamo, dopo aver sentito il parere negativo di un gruppo di turisti, di non fare le due escursioni di snorkeling alla barriera corallina ed alla spiaggia delle stelle marine, per cui passiamo una giornata in spiaggia in totale relax. Tornati a Viñales ci aspetta però una notizia spiacevole: l’agenzia ci comunica che per il giorno successivo non ci sono posti disponibili per il bus Cubanacan diretto a Cayo Levisa (bus e ferry: 35 CUC a testa). Grazie all’aiuto di Ottoniel riusciamo ad ottenere un taxi che per 50 CUC ci porta all’imbarco del ferry e ci riporta poi a Viñales. Accettiamo subito, anche se non costa poco, perché sarebbe un peccato perdere questa opportunità: ci hanno spiegato che è molto più difficile trovare un passaggio per Cayo Levisa che per Cayo Jutías. Cena ancora a base di aragosta presso la casa particular, dove veniamo raggiunti da un gruppo di simpatici ragazzi di Parma. Dopo cena Rosy ci racconta che Cuba non è pronta ad accogliere un numero così grande di turisti ed aggiunge che Viñales solo nell’ultimo anno ha conosciuto uno sviluppo incredibile, grazie anche alle leggi molto più permissive. Che però a lei non piacciono troppo, considerato che quando lei ed Ottoniel hanno aperto la loro casa particular nel 2008, hanno dovuto sbrigare una serie impressionante di formalità burocratiche e sostenere una quantità di costi non indifferente.

6° giorno

Sveglia all’alba perché dobbiamo cambiare gli euro in banca senza fare coda: il tassista arriva alle 8.30 perché il ferry parte alle 10. Montati sulla sua Lada dalla quale fuoriesce musica latina a palla, arriviamo all’imbarco per Cayo Levisa appena in tempo per il ferry. Lì scopriamo che il prezzo di quest’ultimo è aumentato ed è un vero furto: 35 CUC a persona andata e ritorno! Potrebbe essere il posto più caro di tutta Cuba, ma una volta approdati, dobbiamo riconoscere che ne vale la pena: non c’è molta gente, la spiaggia è larga e sopratutto con una mezz’oretta di cammino si raggiunge Punta Arena, dove c’è una spiaggetta deserta dall’acqua cristallina con qualche stella marina qua e là! Se avete poco tempo e dovete scegliere tra Cayo Jutías e Cayo Levisa, non abbiate dubbi ed optate per quest’ultimo. Dopo un po’ di tempo a mollo, decidiamo di tornare alla reception perché probabilmente partirà un tour di snorkeling alle 14.30, ma ci hanno chiesto di verificare prima. Confermato il tour (18 CUC a testa per un’ora di snorkeling, oltre a circa 30 minuti di barca), decidiamo di approfittare del buffet compreso nei 35 CUC, ma è di una tristezza incredibile. Per fortuna che lo snorkeling si rivela una buona idea: c’è qualche pesce simpatico ed il fondale è soddisfacente. Torniamo sull’isoletta appena in tempo per prendere il ferry che ci riporta sulla terraferma e farci riprendere dal nostro tassista, che ci riporta a Viñales. Cena nella casa particular con il gruppo di ragazzi di Parma; per la prima volta da quando siamo a Cuba, chiediamo il pollo perché l’aragosta ci ha un po’ stufato.

7° giorno

Dopo colazione, salutiamo Rosy e Ottoniel, un po’ tristi perché sono stati dei padroni di casa davvero perfetti e prendiamo il colectivo che ci porterà a Cienfuegos per 35 CUC a testa in circa 5 ore. Arriviamo dunque in città verso le 13.30 ed andiamo alla locale agenzia della Cubanacan per prenotare il tour Cienfuegos – El Nicho – Trinidad, ma è tutto pieno (per la cronaca ci chiedono 55 CUC a testa, davvero tanto). Andiamo quindi nella nostra casa particular (Autentica Perla, 30 CUC doppia con bagno privato esterno più 5 CUC a testa per la colazione), che si rivela una delusione notevole: il bagno è privato ma fuori dalla stanza (nessun problema, ma non ce l’avevano detto); aspettiamo per 40 minuti che il ragazzo addetto alla casa ci riporti il passaporto; non sono disponibili né acqua né altri tipi di bevande; la stanza sembra quella di un motel e c’è solo una sedia e neppure un gancio per appendere i vestiti. Inoltre la cena non è disponibile in loco, ma bisogna andare in un’altra casa particular a circa 500 metri. Insomma, come stare in un motel di second’ordine. Comunichiamo al ragazzo che abbiamo intenzione di effettuare due tours nei giorni successivi e lui ci assicura che la sera ci avrebbe dato le informazioni richieste. Quindi finalmente usciamo ed andiamo in giro per la città, che è carina, ma non è niente di che e non si spiega come sia riuscita ad ottenere il titolo di città tutelata dall’Unesco. La cosa migliore è sicuramente il teatro Tomas Terry – consigliata una visita all’interno. Facciamo una sosta mojito presso il Palacio del Valle e ceniamo benissimo presso la Finca del Mar (Calle 35; 52 CUC in due). Il dessert lo prendiamo da Coppelia, una istituzione cubana: il gelato non è niente di che e molto caro, ma il locale vintage è meraviglioso. Suggerimento: guardatelo da fuori. Torniamo presso la casa particular, dove scopriamo che il ragazzo non ha organizzato niente, per cui parliamo per telefono con il proprietario, che però ci manda a letto senza una risposta sicura. La valutazione della casa, già bassa, scende notevolmente…

8° giorno

Dopo una colazione deludente, andiamo a contrattare un taxi per Caleta Buena. Il prezzo è fisso e sono 60 CUC a/r per l’intera macchina. Accettiamo l’offerta di Norberto ed arriviamo a metà mattinata alla Caleta. Si pagano 15 CUC a testa e si ha diritto ad un buffet (decente) ed un open bar. Consigliamo di arrivare presto se si vuole prendere possesso delle sdraio sotto le tettoie di paglia; diversamente, comunque c’è molta ombra. Caleta Buena è consigliata a chi ama lo snorkeling: sebbene non sia il posto più bello del mondo, i pesci ci sono – ed alcuni sono anche particolari – ed il fondale di coralli non è male. Inoltre, la baia è riparata dal mare aperto, per cui anche se il mare è mosso, il bagno si può fare comunque in tutta tranquillità. Noi siamo rimasti quasi sempre in acqua fino alle 16.30! Tornati nella casa particular in circa un’ora e un quarto, andiamo a cena presso il ristorante El Botellon (Calle 33, 5214, e/ Av. 52 & 54; CUC 30 in due; non male).

9° giorno

Al mattino Norberto, come da accordi, arriva puntuale alle 9 a prenderci e ci porta in un’ora e un quarto a El Nicho (prezzo totale fino a Trinidad 70 CUC), parco naturale dove è possibile fare il bagno (ingresso con guida obbligatoria 10 CUC a testa). Ci sono infatti delle cascate con delle pocetas di acqua fresca irresistibili. Nonostante la quantità esagerata di turisti, il parco è molto bello ed il bagno nelle pozze naturali davvero meraviglioso. Dopo un rapido pranzo arriviamo a Trinidad (Casa particular de Elio Ramon, 159 Lino Pérez e/ Frank País y Pedro Zerquerra; Tel.: 041-996552; Cell.: +5353376837; buona; CUC 30 la stanza doppia con bagno; CUC 5 a persona la colazione; CUC 10 o 15 a persona per la cena) in circa un’ora e mezzo e facciamo un rapido giro per la città, che ci sembra proprio splendida. Cena nella casa particular con un’aragosta davvero eccezionale, seguita da un giro serale in città, che però purtroppo non è illuminata molto bene.

10° giorno

Dopo un’eccellente colazione, torniamo in centro ed iniziamo la visita della città dal Museo de Historia Municipal, la cui attrazione principale è la torre dalla quale si può godere di un bel panorama su Trinidad. Dopo una sosta alla Viazul ed una in banca, torniamo a Plaza Mayor per visitare il Museo Romantico, che però, ci comunicano, sarà chiuso fino alla metà del 2017. A quel punto visitiamo le rovine della Ermita de la Popa, rinunciando alla vista della città dalla sommità della vicina collina, a causa del caldo. Sostiamo dunque al Don Pepe Cafe’ – consigliato per la grande varietà di bevande al caffè – e successivamente visitiamo la Galeria de Arte Benito Ortiz: le mostre sono quasi tutte interessanti ed il panorama che si gode su Plaza Mayor dal balcone, è davvero notevole. Usciamo quindi dal centro per visitare la Iglesia di Santa Ana, diroccata e suggestiva, nonché l’omonimo e deludente centro commerciale, per poi tornare ancora in centro ed in prima serata nella casa particular, dove ceniamo, ancora una volta in modo egregio.

11° giorno

La giornata di oggi è dedicata alla celebrata Playa Ancon, la spiaggia di Trinidad. Prendiamo dunque un taxi (16 CUC a/r) ed arriviamo poco dopo le 9.30 del mattino. Vogliamo difatti partecipare ad una delle escursioni di snorkeling organizzate dal Buceo situato di fronte all’Hotel Ancon, come suggeritoci dalla fantastica dipendente della Cubatur il giorno prima (10 CUC a testa per un’ora di snorkeling). Abbiamo scartato l’opzione catamarano, molto più costosa, perché di fatto il tempo dedicato allo snorkeling è solo di mezz’ora. Lo snorkeling è molto vicino alla costa ed è abbastanza carino per trascorrere un po’ di tempo. Passiamo il resto della mattina e del primo pomeriggio sotto l’ombrellone, come la maggior parte dei bagnanti: il mare, nonostante il bel colore tipicamente caraibico, non è trasparente ed è pieno di alghe e meduse, oltre ad essere abbastanza caldo. Torniamo in città verso le 17 sotto un diluvio terribile. Prendiamo poi una canchánchara al Don Pepe e concludiamo con una buona cena al Vista Gourmet (Callejón de Gallegos; 40 CUC in due; buono).

12° giorno

Dopo un’abile contrattazione, ottenuta comparando i prezzi offerti da diverse agenzie in città, riusciamo a prendere tramite Elio un taxi privato per Sancti Spiritu per 30 CUC. Arriviamo a Sancti Spiritu in poco più di un’ora e visitiamo la città in meno di quattro ore. Nonostante non sia bella come Trinidad, l’assenza quasi totale di turismo e l’atmosfera molto rilassata ed amichevole la rendono una sosta veramente piacevole. Ci viene il sospetto che forse anche le altre città cubane fossero così prima del boom turistico. Facciamo un paio di soste, prima nel simpatico Café Cubita, dove scambiamo due chiacchiere con una ragazza italo-cubana, tornata a Cuba da due anni con la famiglia e poi presso La Taverna, in posizione scenografica dietro il ponte Yayabo. Piacevole anche la sosta nel Museo Colonial, un tempo dimora di passaggio di una ricca famiglia, emigrata in USA nel 1959. Nel tardo pomeriggio riceviamo un sms da Norberto, l’autista di Trinidad che avrebbe dovuto portarci domani a Santa Clara, il quale ci comunica che la sua auto ha avuto un guasto grave e non può passare a prenderci. Per fortuna ci aiuta il proprietario della nostra casa particular (Hostal Paraiso, 11 Calle Maximo Gomez; Tel.: +53 41 334658; CUC 25 la doppia con bagno; 5 CUC la colazione; CUC 10 la cena; ottima per la qualità della stanza, per il servizio, per la colazione e la cena e per la posizione), che ci procura un taxi per il giorno dopo. Dopo un giro serale nella piazza principale, andiamo a dormire.

13° giorno

Il tour della giornata prevede una sosta a Santa Clara, per vedere Plaza de la Revolución ed il Monumento a la Toma del Tren Blindado, per poi raggiungere Cayo Santa Maria (CUC 120 per il taxi). I monumenti del Che a Santa Clara sono circondati da un’atmosfera quasi religiosa, per cui si finisce con il chiedersi quale sia tutto sommato la differenza tra il socialismo e le religioni, visto che la base di entrambi è il culto di qualcuno. Comunque i monumenti sono interessanti, soprattutto quello sito in Plaza de la Revolución, perché fornisce un’idea relativamente accurata, anche se agiografica, di una figura politica che ha avuto un influsso notevole sulla storia del secolo scorso. Arriviamo a Cayo Santa Maria verso le 13 (Iberostar Ensenachos, ; € 432 la doppia per 3 notti all-inclusive; stanze belle, personale disponibile, buffet nella media) ed abbiamo una sorpresa terrificante: qualche giorno fa la Hotelling, agenzia on-line abbastanza conosciuta con la quale avevamo prenotato (e pagato) il soggiorno, è fallita, senza comunicare niente ai clienti ed ha disdetto tutte le prenotazioni. Di conseguenza, anche la nostra prenotazione è stata cancellata e non lo sapevamo. Per fortuna pare che la carta di credito possa rimborsare le spese effettuate per servizi non resi in casi come questo ed inoltre c’è disponibilità all’Iberostar, per cui paghiamo le tre notti e prendiamo finalmente possesso della nostra stanza; tra l’altro ci viene concesso un upgrade gratuito per venirci incontro in questa situazione spiacevole. Una volta arrivati sulla spiaggia, restiamo letteralmente senza parole: il mare è fenomenale, finalmente trasparente, non c’è quasi nessuno e la sabbia è chiarissima. Insomma, ce n’è voluta, ma alla fine anche noi siamo riusciti a trovare a Cuba un po’ di mare perfetto. Cena a buffet un po’ insignificante (come il pranzo, del resto).

14° giorno

Per oggi abbiamo prenotato un tour con la Gaviota Tours presente all’interno dell’hotel (crediamo che sia l’unica nel Cayo ad organizzare iniziative del genere), che include 45 minuti di snorkeling oltre ad un’ora circa di un giro tra le mangrovie su una piccola lancia a motore per due persone guidata dai partecipanti stessi (39 CUC a testa). Lo snorkeling è senza dubbio il migliore che abbiamo sperimentato a Cuba, sia in termini di pesci che di fondali ed è davvero una bella esperienza. Abbiamo anche un incontro ravvicinato, anche se inconsapevole, con un pesce scorpione, per fortuna senza conseguenze! Anche il giro tra le mangrovie è divertente – alla fine ci portano vicino ad un vecchio peschereccio dismesso nella baia, il Don Pasquale. Nel pomeriggio visitiamo l’altra spiaggia, Playa Ensenachos, bellissima nonostante il tempo non sia eccezionale. Bello anche lo snorkeling, con qualche corallo ed un bel po’ di pesci proprio di fronte alla spiaggia. Cena al solito buffet dell’hotel ed a letto dopo aver visto alla TV qualche minuto delle celebrazioni per il 90° compleanno di Fidel Castro.

15° giorno

Ultima giornata dedicata al mare. Iniziamo con uno snorkeling davvero singolare ad una nave inabissata di fronte a Playa Megano: spettacolo proprio interessante, soprattutto per gli splendidi pesci che si radunano vicino al rudere e per la comodità: si può raggiungere tranquillamente a piedi dalla spiaggia. Dopo pranzo, lo snorkeling si sposta vicino agli scogli ed anche qui non è male, sebbene la visibilità dopo un po’ non sia ottimale. Andiamo a cena dopo un ulteriore bagno di un paio d’ore. Concordiamo che i soldi investiti in questo resort sono stati spesi benissimo, non solo per i servizi ottenuti, ma sopratutto per le spiagge, che sono davvero meravigliose.

16° giorno

Usciamo alle 8 dal resort perché ci attende il taxi prenotato un paio di giorni prima per Santa Clara (80 CUC), dove ci attende il bus Viazul per Camagüey, già prenotato dall’Italia. L’organizzazione Viazul è pietosa, perché, una volta nel terminal, troviamo una fila unica con persone che devono acquistare il biglietto e persone che come noi ce l’hanno già e devono solo fare il check-in. Inoltre, non c’è nessuno al quale chiedere informazioni. Alla fine scopriamo che chi possiede già la prenotazione pagata può saltare la fila! Prendiamo il bus, che parte puntuale (i posti non sono numerati, anche se un numero di posto compare sul biglietto) ed abbiamo una sorpresa disgustosa: ogni tanto compaiono dei piccoli scarafaggi, che vanno in giro beati per il bus. Solo noi ne uccidiamo sei. Abbiamo preso vari bus, diurni e notturni, in Cina, Cile, Iran, Myanmar e non abbiamo quasi mai visto un livello di sudiciume come quello di questo autobus. Trascorriamo dunque sei ore di disagio per arrivare a Camagüey con una mezz’oretta di ritardo. Un taxi ci porta per 5 CUC alla nostra casa particular (CasAlta, Cisneros 160; 30 CUC la stanza; 10 colazione per due; 18 CUC cena per due; ottima e centralissima), che per fortuna è molto bella e con un proprietario estremamente disponibile. Dopo un breve giro in centro, che ci sembra molto interessante, ceniamo bene da Carmen, il primo ristorante statale che proviamo (Antonio Maceo; 40 CUC in totale).

17° giorno

Dopo l’ottima colazione della nostra casa, ci avventuriamo in città, iniziando dal Casino Campestre e poi avvicinandoci al centro. Camagüey è davvero una bella città con un’atmosfera gradevole, anche se sono sufficienti poche ore per visitarla. Ci colpisce la relativa assenza di turisti in una città che comunque è Patrimonio Unesco. Trascorriamo il pomeriggio in giro, con una pausa presso il bel Cafe’ Ciudad, in Plaza Agramonte, dove poi ci trasferiamo prima della cena nella nostra casa particular. Con il tassista che ieri ci ha recuperato alla stazione della Viazul raggiungiamo di nuovo la stazione degli autobus (5 CUC): alle 00.30 ci aspetta un Viazul, già prenotato e pagato dall’Italia, per Santiago.

18° giorno

Trascorriamo una tranquilla notte di viaggio in un autobus fortunatamente pulito ed arriviamo a Santiago addirittura in leggero anticipo sull’orario prestabilito (7.30). Abbiamo chiesto alla nostra casa particular un taxi (5 CUC), che ci accompagna subito a destinazione (Roy’s Terrace Inn, 30 CUC la stanza, 20 CUC due colazioni; 25 CUC due cene e bevande; ottima). Dopo colazione iniziamo il giro del centro città suggerito dalla Lonely Planet. Proprio sotto il Museo de la Lucha Clandestina incontriamo il nostro primo dissidente della vacanza. Si tratta di un uomo di 55 anni, medico laureato nell’ex Unione Sovietica, al quale il regime ha impedito di esercitare la professione dopo che costui ha espresso pubblicamente un giudizio critico nei confronti del governo. Ci racconta un po’ di cose del paese da un punto di vista del tutto nuovo: il tasso di impiego sarebbe effettivamente solo del 42%, la popolazione sarebbe divisa in quattro ceti (i lavoratori, chi lavora con il turismo ed il relativo indotto, i medici ed i politici) ed il salario minimo mensile sarebbe di 10 CUC. Continuiamo per il nostro cammino visitando quindi il Parque Cespedes con i principali monumenti (non perdetevi la vista sulla città dal Mirador della Cattedrale) e, dopo una breve sosta presso la Taverna Buccanero, visitiamo anche il Museo Bacardí. Proseguiamo quindi fino a Plaza Dolores, dove prendiamo un caffè nel bel Café Matamoros e poi Plaza de Marte, il Cuartel Moncada (il museo è molto meglio strutturato del Museo de la Revolución dell’Avana) fino a Plaza da la Revolución. Santiago ci sembra una città molto interessante, oltre che bella e tutto sommato meno calda di quanto non ci aspettassimo. Torniamo a piedi nella nostra casa particular, passando per Calle Saco, una via pedonale piena di vecchi cinema e negozi, dove ceniamo bene a base di pollo e passiamo un’oretta a conversare piacevolmente con il simpatico proprietario.

19° giorno

Dopo colazione facciamo un giro nel vicino Parque de Alameda e poi proseguiamo sulla Calle Saco. Torniamo alla casa particular ed alle 12 arriva puntuale il tassista che per 35 CUC ci porta al Castillo del Morro, al Cayo Granma ed all’aeroporto. Il Castillo è molto interessante ed i panorami sulla baia sono splendidi (nonostante il caldo feroce); anche Cayo Granma, che raggiungiamo con un piccolo catamarano della Marlin, invece che con il ferry governativo per motivi di affidabilità e di tempo, è un’isoletta carina dove si trascorre piacevolmente un’oretta. Arriviamo in aeroporto un po’ prima delle 2 ore richieste per i voli interni, per scoprire che il volo per L’Avana con la Cubana de Aviación (acquistato in Italia per € 144) è in ritardo, ma non sappiamo di quanto. Dopo un paio d’ore di attesa viene annunciato che il volo partirà alle 21 invece che alle 18. Per fortuna ci danno un buono di 5 CUC da spendere al bar dell’aeroporto. Arriviamo a L’Avana alle 22.30 ed un tassista ci porta per 20 CUC alla nostra casa particular, dove Alejandro ci accoglie con una cena spaziale!

20° giorno

Ci alziamo presto, nonostante siamo andati a dormire tardi, perché vorremmo finalmente visitare il Gran Teatro de La Habana. Una volta arrivati lì però, veniamo informati del fatto che è chiuso per qualche giorno per la preparazione di una mostra. Un po’ delusi, andiamo a visitare la sezione di arte cubana del Museo de Bellas Artes, interessante (è molto grande, per cui mettete in cantiere almeno un paio d’ore). Usciamo e, dopo una breve visita al Museo de la CDR, più piccolo ma più interessante del Museo de la Revolución, visitiamo la bellissima piazza della Chiesa di S. Francesco d’Assisi, salendo anche in cima alla torre e proseguiamo per la visita dei siti principali collocati a sud del centro. I quali non sono eccezionali di per sé, ma ci consentono di vedere una parte della città meno turistica che altrimenti ci sarebbe sfuggita. Vicino all’Hotel Inglaterra incontriamo casualmente i simpatici ragazzi parmigiani che avevamo conosciuto a Viñales e facciamo due chiacchiere. Ceniamo presto all’ottimo ristorante Castas y Tal (Avenida de Italia, 51; 37 CUC in due) e ci fermiamo un paio d’ore sul Malecón perché ci hanno comunicato che ci sarebbe stata una sfilata di carri di carnevale. Ma becchiamo solo un paio di scocciatori, qualche prostituta e un suonatore di bonghi… dei carri nemmeno l’ombra!

21° giorno

L’ultimo giorno a Cuba è dedicato all’esplorazione del complesso della Cabaña, che raggiungiamo in ferry per l’esorbitante prezzo di 4 CUC cadauno a/r. La bella fortezza è tenuta benissimo grazie al contributo dell’Unesco; ancora più belle le vedute sulla città, che comprendono l’intero panorama del Malecón fino all’Ambasciata USA. Al ritorno, passando per Calle Oficios, ci imbattiamo in una delle ultime cose che avremmo pensato di vedere a Cuba: una moschea. Un dottore pachistano ci spiega che è stata inaugurata lo scorso anno ed è utilizzata dalla piccola comunità islamica locale di cubani convertiti. Dopo una breve sosta al Cafe’ Habana, torniamo nella nostra casa particular per preparare le valigie per il giorno dopo e, dopo un’ultima ottima cena, ritorniamo sul Malecón per cercare di vedere i carri di carnevale. Purtroppo, però, neanche stavolta succede niente.

22° giorno

Sveglia alle 4 di mattina: alle 4:30 infatti viene a prenderci l’autista che per 30 CUC ci conduce all’aeroporto. Dopo oltre un’ora e un quarto di fila, riusciamo a fare il check-in e ci imbarchiamo per Toronto, proseguendo poi per Francoforte e terminando in perfetto orario il nostro viaggio a Milano Linate.



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