Sono un ragazzo fortunato perché mi hanno regalato… Cuba

Tour dell'isola (in 12 giorni) fra arte, cultura, mare e paesaggi mozzafiato
Scritto da: timsah
sono un ragazzo fortunato perché mi hanno regalato... cuba
Partenza il: 14/03/2016
Ritorno il: 26/03/2016
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
“Sono un ragazzo fortunato perché mi hanno regalato un sogno”. E’ con questa frase di una nota canzone di Jovanotti che vorrei iniziare il mio racconto di viaggio perché per i miei 50 anni, mia moglie, sapendo che desideravo fare “il mare d’inverno” ma non quello di Loredana Bertè, bensì andare in un posto caldo quando in Italia è ancora freddo, ha organizzato un tour di 12 giorni a Cuba, regalandomi appunto un sogno.

14.03.2016 – Roma/L’Avana

Partiamo così, il 14 marzo da Roma Fiumicino io, lei e la nostra amica Nathalie, con volo diretto Blue Panorama fino all’Avana (€ 700 a persona prenotato ad ottobre). Ho letto recensioni pessime su questa compagnia aerea ma noi viaggiamo benissimo sia all’andata sia al ritorno. Gli orari sono rispettati, l’equipaggio è cordiale, il catering è buono ed i posti a sedere non sono, poi, così scomodi. L’unico neo è che nei monitor collocati nei poggiatesta, si possono vedere solo film in lingua inglese oltre ad ascoltare musica o a giocare a qualche videogame. Il tempo scorre tra una chiacchiera e l’altra, molta lettura e qualche pennichella.

Arriviamo all’Avana, dopo circa 12 ore di volo, che sono le 16 ora locale e, espletate le formalità alla dogana, neanche troppo lunghe, troviamo ad aspettarci il taxi (30 cuc) mandato per noi da Brian, il gestore di Villa Capitolio, la casa particular dove abbiamo prenotato per 3 notti. Prima cambiamo un po’ di euro in cuc, la moneta locale, alla Cadeca, il cambia – valori gestito dal governo che effettua lo stesso tasso in tutta l’isola, appena fuori dall’aeroporto.

Villa Capitolio, una casa coloniale situata nel cuore del Vedado, è molto bella, ha un patio arredato con un delizioso salottino e sedie a dondolo, mentre le camere sono pulite e confortevoli (35 cuc a notte per la camera + 5 cuc per la prima colazione e 10 cuc per la cena a persona). Una doccia rinfrescante e con mia moglie siamo pronti per uscire; a piedi, in meno di cinque minuti, raggiungiamo il Malecon, il famoso lungomare, per una prima perlustrazione.

L’ impatto però, non è dei migliori: le case sono malandate e le strade sporche, galline razzolano qua e là, bimbi a piedi nudi giocano a rincorrersi, anziani dai visi rugosi e vecchiette con i bigodini di cartone in testa (sono i rotolini interni della carta igienica) prendono un po’ di fresco su sedie a dondolo ante guerra, mentre passano macchine scassate e carretti trainati da cavalli: sembra proprio di essere tornati indietro di 60 anni! Ma piano piano ci accorgiamo che l’aria che si respira è rilassante, nessuno ci guarda di sottecchi, anzi la gente che incontriamo ci sorride e la cosa ci tranquillizza. Nei giorni successivi ci abitueremo a questo “strano spettacolo” tanto da non farci più caso.

Rientrati dalla passeggiata, per cena andiamo a Casa Amador, l’altra casa particular gestita sempre da Brian, che si trova a qualche metro di distanza da Villa Capitolio. La cucina è buonissima. Adesso ci aspetta solo il letto.

15.03.2016 – L’Avana

Dopo una ricca prima colazione, alle 9.30 arriva puntuale il taxi prenotato da Brian, che dovrà condurci a Plaza de Armas, dalla quale abbiamo intenzione di iniziare il nostro tour dell’Avana. Durante il tragitto ci accordiamo con il taxista affinché alle 14 ci venga a riprendere per portarci alla fortezza del Morro e quindi, nuovamente alla casa particular: il tutto per 15 cuc.

La mattina trascorre così, in giro tra le 4 piazze principali di Habana Vieja: Plaza de Armas, la più antica della città con il suo caratteristico mercatino di libri e il Museo de la Ciudad, di cui non riusciamo a visitare l’interno perché è chiuso per manutenzione; Plaza de San Francisco de Asis con l’omonima chiesa (ingresso 2 cuc a persona), la Fuente de los Leones, realizzata in marmo bianco e la statua di El Caballero de Paris, un viandante che si aggirava per le strade dell’Avana intrattenendo i passanti con le sue riflessioni filosofiche; saliamo anche sul campanile dal quale vediamo da un lato tutta la zona del porto e dall’altra i tetti dell’Avana fino al Capitolio; Plaza Vieja, affiancata da numerosi bar, ristoranti e caffè, con una splendida fontana recintata e case con finestre dai vetri colorati; in ultimo, Plaza de la Catedral con la chiesa di San Cristobal, restaurata di recente per la visita del Papa, con due campanili di altezza diversa e la facciata barocca; ogni tanto entriamo a sbirciare nei patii delle case, piccole bomboniere con balconi fioriti ed eleganti colonnati, ascoltiamo la musica proveniente dai locali, rigorosamente dal vivo, vediamo dall’esterno anche la famosa Bodeguida del Medio (in una traversa di fianco alla Cattedrale), il bar dove è nato il mojito, e saliamo fino all’ultimo piano dell’hotel Ambos Mundos, dove alloggiò Ernest Hemingway, di cui è conservata intatta la stanza, per ammirare il panorama dalla terrazza.

La città è un cantiere all’aperto; la stanno tirando a lucido perché tra qualche giorno arriverà in visita per la prima volta dalla fine dell’embargo, Barack Obama, il presidente degli Stati Uniti; ovunque sono in corso lavori di ristrutturazione e le strade vengono asfaltate. Riusciamo ugualmente a visitarne il centro e ad ammirarne la bellezza, senza essere troppo disturbati dai jineteros, i procacciatori d’affari/imbroglioni, che teniamo alla larga con un semplice “no, gracias”.

Ci fermiamo per uno spuntino al Nao Bar Paladar, un localino simpatico con tavoli all’esterno, vicino Plaza de Armas e da qui in taxi raggiungiamo il Castillo del Morro (ingresso 7 cuc a persona), un imponente forte dal quale è possibile vedere la baia dell’Avana affacciata sul golfo del Messico.

A piedi poi, raggiungiamo la Fortaleza de San Carlo de la Cabaña, di cui visitiamo solo l’esterno e successivamente, sempre in taxi, percorriamo il Malecon fino all’hotel Melià Cohiba, dove scendiamo per comperare una scheda telefonica al casotto posizionato proprio lì davanti. Camminiamo quindi, lungo il Paseo per arrivare a Villa Capitolio.

Per cena andiamo a El Cocinero, un ristorante che si trova in una fornace ormai dismessa, accanto al FAC, la Fabbrica di Arte Cubana.

Il locale è raffinato, l’ambiente è elegante, la cucina curata. All’ultimo piano c’è un bar trendy, dal quale è possibile accedere all’interno della ciminiera illuminato da led. Siamo troppo stanchi per fermarci a bere qualcosa per cui preferiamo tornare alla Villa: domani ci attende un’altra giornata impegnativa.

16.03.2016 – L’Avana

Oggi vogliamo prendere il bus turistico a due piani (Habana Bus Tour – 10 cuc a persona per l’intera giornata) e con una passeggiata di 10 minuti dalla Villa arriviamo alla fermata Cementerio Colon. La prima tappa è Plaza de la Revolution che ospita il Ministero del Interior, noto per il grande murales raffigurante Che Guevara, ed il palazzo delle telecomunicazioni con quello di Camilo Cienfuegos; poi visitiamo il memorial a Josè Martì, il monumento più alto della città, che sta proprio di fronte, con la statua in marmo dell’eroe cubano seduto ed assorto in una posa da pensatore; quindi, nuovamente con il bus, arriviamo fino alla fermata Parque Central per ammirare dall’esterno il Gran Teatro dell’Avana dalla magnifica architettura, l’hoteI Inglaterra, il Capitolio, ex sede del Parlamento cubano, con la grande cupola in pietra sormontata dalla statua in bronzo di Mercurio e il Museo de la Revolution, nell’ ex sede del Palazzo Presidenziale. Torniamo indietro camminando lungo il Paseo de Martì (Prado), un lungo viale caratterizzato da leoni in bronzo quando ci accorgiamo che nel parco stanno suonando musica dal vivo; Nathalie così, ne approfitta per lanciarsi in una movimentata salsa con un giovane cubano che l’ha invitata a ballare. Una sosta al bar Floridita per bere il famoso daiquiri (6 cuc )seduti accanto alla statua in bronzo di Hemingway e poi, nuovamente in bus fino all’hotel Melià Cohiba nei cui pressi, ieri, abbiamo visto un piccolo centro commerciale. Vogliamo infatti, comprare qualche bottiglia di rum da regalare una volta tornati a casa.

Quindi riprendiamo di nuovo il bus, che percorre l’Avenida de los Presidentes, un grande viale con le statue di illustri capi di stato latinoamericani, e scendiamo alla fermata Cementerio Colon e da lì a piedi torniamo alla Villa.

Per cena andiamo al ristorante Habana Mia 7, di fronte all’hotel Melià Cohiba, dove assaporiamo un polipo con patate superlativo.

Per finire una passeggiata di circa mezz’ora sul Malecon prima di un bel sonno ristoratore.

17.03.2016 – L’Avana/Varadero

E’ arrivato il giorno di lasciare l’Avana e in taxi partiamo alla volta di Varadero (60 cuc la corsa). Ad accoglierci a Casa Lola (40 cuc a notte per la camera + 5 cuc per la prima colazione e 10 cuc per la cena a persona), dove abbiamo prenotato per 2 notti tramite il sito Casas de Cuba, ci sono Maritza e Omar, i padroni di casa, affabili e molto socievoli. La villetta si trova nel tratto iniziale di Varadero, quello più tranquillo e meno turistico, vicino al grande Mercato dell’Artigianato. Le stanze sono pulite e molto curate, arredate con mobili colorati.

La spiaggia si trova vicinissima, basta attraversare la strada, percorrere pochi passi ed ecco una distesa di sabbia che sembra borotalco. E’ possibile affittare sdraio per 2 cuc a persona (compreso nel prezzo c’è anche l’ombrellone). Il mare è caldo e favoloso.

Trascorriamo così, il resto della giornata crogiolandoci al sole tra un bagno e l’altro mentre nel tardo pomeriggio passeggiamo sull’Avenida Primera per un po’ di shopping.

Per cena poi, assaggiamo la cucina dei nostri padroni di casa e scambiamo qualche chiacchiera con due coppie di francesi, anche loro ospiti di Omar e Maritza, grazie a Nathalie, che fa da traduttrice perché di madre lingua.

18.03.2016 – Varadero

Oggi il tempo è incerto. Con il bus turistico (5 cuc a persona) facciamo un giro per Varadero fino alla zona hotelera, all’estrema punta della penisola, poi, una volta in spiaggia, ci tuffiamo e prendiamo un po’ di sole.

Stasera abbiamo prenotato un tavolo alla Vaca Rosada, un ristorante vicino Casa Lola, consigliato dalla Lonely Planet. Seduti su una bella terrazza, gustiamo dei camarones (gamberoni) squisiti, accompagnati da insalata mista e banane fritte. Per finire una passeggiatina e poi… buonanotte.

19.03.2016­ – Varadero/Santa Clara/Trinidad

Salutati Omar, Maritza e i nostri amici francesi, alle 10.00 partiamo alla volta di Santa Clara. Il taxi questa volta lo abbiamo prenotato tramite Kirenia di Casas de Cuba. Arriviamo dopo circa tre ore per visitare il complesso commemorativo del Comandante Ernesto Che Guevara.

Nel grande piazzale si innalza la statua bronzea del Che, eretta nel 1987 per il ventesimo anniversario del suo assassinio in Bolivia; sul retro si trova il mausoleo con 38 nicchie in pietra dedicate agli altri guerriglieri rimasti uccisi durante la fallita rivoluzione boliviana. Non è possibile fare fotografie all’interno né avvicinarsi più del dovuto alla “ fiamma eterna” accesa da Fidel Castro nel 1997 quando le spoglie del comandante vennero riesumate da una fossa comune in Bolivia e inumate in questo monumento. L’atmosfera è toccante anche per chi non sente una particolare affinità con il combattente argentino.

Nell’adiacente museo è illustrata la vita e la morte nonché sono esposti vari cimeli del Che e della Revolucion.

Ci dirigiamo poi, al Monumento a la Toma del Tren Blindato, un piccolo museo di vagoni merci, all’aperto, che sorge nel luogo in cui nel 1958 il Che e un gruppo di 18 rivoluzionari provocarono il deragliamento di un treno blindato, carico di armi e munizioni, usando una ruspa e qualche molotov.

Quindi, ripartiamo in direzione della Valle de Los Ingenios per vedere la Managa Iznaga, una torre alta 44 metri, costruita per sorvegliare gli schiavi che lavoravano nelle sottostanti piantagioni di zucchero. Vicino si trova la hacienda del famigerato Pedro Iznaga, noto per essere diventato uno degli uomini più ricchi di Cuba grazie alla tratta degli schiavi. Attualmente nella hacienda c’è un ristorante-bar.

Successivamente ci fermiamo al Mirador de la Loma del Puerto, per ammirare il panorama della Valle ed in ultimo, eccoci a Trinidad dove abbiamo prenotato Casa Damarys (25 cuc a notte per la camera + 5 cuc per la prima colazione e 15 cuc per la cena a base di pesce o 12 cuc per quella a base di carne a persona). Damarys, la proprietaria, è sposata con un italiano e parla perfettamente la nostra lingua. Appena arrivati l’impatto è scioccante perché la Casa si trova in una strada non molto lontana dal centro, al quale si arriva in pochi minuti a piedi, ma è tutta circondata da abitazioni per lo più malandate. Le stanze, carine, hanno grandi letti in legno e i bagni sono spartani. Si respira però, un’aria tranquilla e rilassante e c’è un terrazzino dove consumare i pasti, molto intimo. Usciamo in esplorazione fino a Plaza Mayor, nel cuore del casco historico, con la bella Iglesia Parroquial de la Santisima Trinidad e i palazzi destinati a museo (Museo Romantico, Museo de Arquitetura Trinitaria , Museo de Arqueologia Guamuhaya); nel centro, un grazioso giardino con panchine, vasi in ceramica e levrieri in bronzo. Ci addentriamo tra le strade acciottolate, delimitate dalle abitazioni in stile coloniale con colori sgargianti e inferriate tipiche, che hanno reso unica Trinidad nel mondo. Nel patio della Casa Tempio de Santeria Yemalla si festeggia la festa della dea del mare e su un altare ai piedi della statua, ci sono offerte di frutta e dolci mentre tutto intorno, i fedeli danzano sfrenatamente al ritmo di una musica psichedelica monotòna. Ci fermiamo alla Taberna La Canchanchara, un bar famoso per l’omonimo cocktail preparato con rum, miele, limone e acqua, che viene servito in un coccio di creta. Ormai è ora di cena per cui torniamo alla Casa dove ci aspetta una deliziosa aragosta in salsa di peperoni; ma la nostra giornata non si può concludere senza una puntatina alla Casa della Musica, un locale con uno spazio all’aperto che ruota intorno alla scalinata accanto alla Iglesia Parroquial. Io e mia moglie ci accomodiamo sui gradini mentre Nathalie balla la salsa suonata da un’orchestra dal vivo.

20.03.2016 – Trinidad/Playa Ancon/Trinidad

Stamattina ci dedichiamo alla visita di Trinidad: iniziamo da Plaza Mayor, entrando nella Iglesia Parroquial per una visita veloce perché è in corso la Messa della Domenica delle Palme; poi visitiamo il Museo Nacional de la Lucha Contra Bandidos, nella sede dell’ex convento di San Francisco de Asis, riconoscibile dal campanile giallo pastello, su cui saliamo per ammirare il panorama; continuiamo in direzione del Barrio Los Tres Croces, un po’ trascurato ma non meno fotogenico degli altri e concludiamo con il Museo Historico Municipal, che si trova in un sontuoso palazzo dove sono conservati mobili e suppellettili d’epoca. Una sosta alla Casa de la Trova per un succo dissetante ascoltando musica dal vivo e poi, in taxi raggiungiamo Playa Ancon, un “nastro di sabbia bianca” dove trascorriamo il pomeriggio. Il mare è caldo, la spiaggia è tranquilla ma l’ingresso in acqua è reso difficile da piccole formazioni rocciose/coralline. Tornati a Casa Damarys, ci rilassiamo sul terrazzino in attesa della cena e rifocillati dalla buona cucina, siamo pronti per un mojito alla Casa de la Musica. Di sera Trinidad è ancora più affascinate che di giorno: le strade acciottolate si colorano del giallo ocra dei lampioni, ovunque c’è musica dal vivo e si balla, è tutto un brulicare di turisti e i locali sono deliziosi. Bellissima e coinvolgente!

21.03.2016 – Trinidad/Parco del Nicho/Cienfuegos

Il mattino promette pioggia ma noi intrepidi, partiamo alla volta del Parco del Nicho (9 cuc a persona per l’ingresso): il taxi (70 cuc la tratta Trinidad/Parco del Nicho/Cienfuegos), chiamato per noi da Damarys, ci viene a prendere puntuale alle 9.30 e durante il viaggio si alternano momenti di pioggia a momenti di un timido sole. Abbiamo in programma una passeggiata di circa 2 km accompagnati da una guida che ci spiegherà un po’ della flora e fauna locale e ci condurrà a delle cascatelle dove è possibile fare il bagno. La camminata è piacevole ma non riusciamo ad entrare in acqua perché fa troppo freddo. In tutto rimaniamo circa 2 ore nel Parco prima di riprendere la strada per Cienfuegos. Qui ci attende un’amara sorpresa: la casa particular che abbiamo prenotato, Hostal Gardenia Blanca (25 cuc a notte per la camera + 5 cuc per la prima colazione e 14 cuc per la cena a base di pesce a persona), è un tugurio con stanze squallide, senza finestre e mobili vecchi; l’unica cosa positiva è la sua centralità, trovandosi in una traversa del corso principale, il Boulevard. Una passeggia ci conduce alla Catedral de la Purisima Conception, alla fine del boulevard, proprio di fronte al Parque Josè Martì, caratterizzato da un Arco di Trionfo; nella stessa piazza tutt’intorno al Parque, si trovano da un lato il Teatro Tomàs Terry (2 cuc a persona), un piccolo gioiellino dall’aspetto sontuoso, con l’interno in legno ed il Colegio San Lorenzo, con la facciata colonnata; dall’altro lato ci sono il Palacio del Gobierno, sede dell’amministrazione provinciale ed il Museo Provincial, dove sono conservati pezzi di mobilio appartenuti alla buona società ottocentesca franco-cubana. Di fianco all’Arco di Trionfo c’è la Casa de la Cultura Benjamin Duarte, un edificio neoclassico con una cupola dalle mattonelle blu. Ripercorriamo a ritroso il boulevard fino ad incrociare il Paseo del Prado, la via urbana più lunga di Cuba, con palazzi neoclassici e colonnati in tinte pastello, che confluisce nel Malecon. Fa freddo e siamo un po’ stanchi; camminiamo ancora un po’ sul lungomare ma non riusciamo ad arrivare fino a punta Gorda, il quartiere più esclusivo di Cienfuegos. Tornati all’Hostal non vediamo l’ora di cenare (anche il pasto è deludente) e di andare a letto (meno male che domani si parte da questa orribile casa!).

22.03.2016 – Cienfuegos/Viñales

Alle 9.30 arriva il taxi che dovrà condurci alla prossima tappa del nostro tour (130 cuc per la tratta Cienfuegos/Viñales). Abbiamo in programma di fare la costa, anche se si allunga un po’, per fermarci vicino Playa Larga alla Cueva de los Peces, un cenote dove è possibile fare snorkeling ma lungo il tragitto cambiamo idea per via del brutto tempo così nel primo pomeriggio siamo già a Viñales. Casa Tatica 25 cuc a notte per la camera + 5 cuc per la prima colazione e 12 cuc a persona per la cena), dove abbiamo prenotato tramite Casas de Cuba, ha stanze spaziose e colorate, che profumano di pulito; i bagni sono nuovi e hanno una bella doccia; il patio dove fare la prima colazione e la cena, è molto grazioso; poi Gilberto e Dairenis, i padroni, sono sorridenti e cordiali. Si trova nella strada parallela a quella principale, circondata da abitazioni tipiche, tutte contraddistinte da una piccola veranda sul davanti con le colonne e le sedie a dondolo e ha un bel colore verde smeraldo.

Usciamo alla scoperta del paese ed arriviamo fino alla piazza principale dove c’è la piccola chiesa da poco restaurata. Sotto i portici, all’agenzia Cubanacan, prenotiamo la gita per Cayo Levisa (29 cuc a persona compreso un sandwich e una bibita) prima di fare un po’ di shopping in un mercatino all’aperto.

Dopo avere assaporato la ropa vieja, uno spezzatino di manzo molto speziato, che Dairenis ha preparato per noi, facciamo altri due passi per ascoltare un po’ di musica dal vivo.

23.03.2016 – Viñales/Cayo Jutias/Viñales

Stamattina ci attende un’escursione nella valle di Viñales a bordo di un “carro classico” (una Chevrolet del ’52, bianca e rossa, guidata dall’impareggiabile Joel – 90 cuc per l’intera giornata), che ieri Gilberto si è premurato di prenotare. Vediamo così, la cueva dell’Indio (5 cuc a persona per l’ingresso), una grotta molto suggestiva che si visita in parte a piedi ed in parte su una piccola imbarcazione; la cueva de San Miguel, nella quale però, non entriamo; una piantagione di tabacco, dove il campesino ci spiega tutta la filiera dalla semina al confezionamento dei sigari ed infine ammiriamo il panorama della Valle e dei tipici mogotes (monoliti calcarei ricoperti dalla vegetazione) dal belvedere dell’hotel Los Jazmines. Dopo essere passati dalla Casa per cambiarci, partiamo alla volta di Cayo Jutias, una spiaggia bianchissima dove le mangrovie crescono nel mare. Ad accompagnarci c’è sempre Joel con il suo carro classico. Il tempo lascia a desiderare ma noi non desistiamo e cerchiamo di prendere un po’ di sole e di fare il bagno anche se l’acqua è fredda.

Un’ultima tappa al Mural de la Prehistoria, un murales lungo 120 m, dipinto sulla roccia, che raffigura la teoria dell’evoluzione (un enorme serpente, dei dinosauri, figure umane e mostri marini), da vedere solo dall’esterno, prima di rientrare per cena.

Una passeggiata sul corso principale, una salsa movimentata per Nathalie con un ballerino cubano che fa uno show nel locale nel quale siamo entrati per bere qualcosa e anche questa giornata si avvia alla conclusione.

24.03.2016 – Viñales/Cayo Levisa/Viñales

Oggi sveglia alle 6.30 perché alle 8.20 si parte per Cayo Levisa. Il bus ci attende davanti alla sede di Cubanacan e dopo un’ora circa di viaggio, siamo a Palma Rubìa dove c’è l’imbarcadero. Altri quarantacinque minuti di traghetto ed eccoci su una spiaggia degna dei cartelloni pubblicitari: una sabbia bianchissima, un mare dai colori cangianti, un’acqua trasparente. Inizialmente il tempo non è dalla nostra parte e le nuvole hanno la meglio sul sole; fortunatamente nel pomeriggio si rasserena e riusciamo anche a fare il bagno. A pranzo, al bar dell’isola, mangiamo dei buoni panini e beviamo una Tukola (l’equivalente cubana della Coca-Cola). A causa di un contrattempo con il bus, rientriamo a Viñales attorno alle 19 dove, dopo una bella doccia, ci attende la cena: uno squisito maiale all’arancia cucinato da Dairenis che, fumante, ci invita a sedere a tavola.

E’ la nostra ultima sera a Cuba. A Viñales si festeggia il Carnevale (strano a dirsi perché è Giovedì Santo): usciamo dopo cena e ci mischiamo alla folla; ci sono tantissime bancarelle con roba da mangiare e giostrine d’altri tempi con le macchinine in legno e il tiro a segno; un carretto trainato da due capre a cui hanno colorato le corna, porta a spasso dei bambini divertiti. In chiesa invece, è da poco finita la funzione e davanti al Sepolcro distribuiscono pezzetti di pane benedetto e vino rosso: l’atmosfera è toccante e stride molto con la musica ad alto volume ed il chiasso proveniente dall’esterno.

25.03.2016 – Viñales/Las Terrazas/Aeroporto Avana

Mentre facciamo colazione, arriva il carro classico che dovrà accompagnarci all’aeroporto. Joel non sta bene e al suo posto ha mandato un amico, Byron, con un’altra Chevrolet, questa volta del ’54, tutta nera (90 cuc per la tratta Viñales/Las Terrazas/Aeroporto de l’Avana). Salutiamo Gilberto e Dairenis e partiamo: prima sosta a Las Terrazas (l’ingresso costa 3 cuc a persona). Si tratta di un villaggio ecologico dove vive una comunità di circa 1200 abitanti; ci sono un albergo (Hotel Moka), diversi laboratori artigianali, un ristorante vegetariano e coltivazioni biologiche. In realtà noi troviamo tutto chiuso per cui facciamo un giro intorno ad un laghetto artificiale per vedere da vicino dei fenicotteri arancioni dalle zampe lunghissime, arriviamo fino l’hotel Moka, di cui ammiriamo la hall ed il giardino, quindi, ci fermiamo a bere un caffè prodotto in zona.

Alle 14.30 in punto, come da programma, siamo (ahimè) in aeroporto. Non mi resta che salutare Cuba, ma porterò nel cuore per sempre, questa magnifica esperienza di viaggio in un paese in bilico tra presente, passato e futuro, attaccatissimo alla propria storia e alle tradizioni, popolato da persone solari, allegre e disponibili, con posti incontaminati e bellissimi.

P.S.

Se intendete organizzare un viaggio “fai da te” come il mio, per le prenotazioni delle cases particulares esistono diversi siti. Io ho scelto Casas de Cuba, la cui responsabile, Kirenia, vi risponderà in italiano: è precisa e puntuale e di lei ci si può fidare. Ad eccezione dell’Hostal Gardena Blanca (peraltro scelto da mia moglie perché gestito da un italiano), consiglio tutte le altre cases per location, pulizia, comodità e cordialità dei proprietari. Anche per i taxi con autista potete chiedere a Kirenia (per quello da noi prenotato, avevamo concordato la somma di 100 cuc al giorno) oppure ai proprietari delle case dove alloggerete. Per la polizza sanitaria ed il visto mi sono affidato al sito volicuba.org, spendendo in tutto € 50,00 a persona + € 10,00 per le spese di spedizione. Vi consiglio di consumare le prime colazioni e le cene nelle case particulares perché la cucina è ottima ed economica;

L’Avana è una città incantevole che merita un soggiorno di non meno di 3 giorni; Trinidad è bella da visitare di giorno e da vivere la notte; per cui dedicatele due giornate; a Cienfuegos conviene fermarsi solo 1 notte per spezzare il viaggio verso il nord, altrimenti troppo lungo; è bene andare al parco del Nicho se la temperatura esterna consente di fare il bagno nelle cascatelle (l’acqua in genere è fredda, intorno ai 19°), se no lasciate stare perché solo per la passeggiata non vale la pena, sebbene sia piacevole;

Da Viñales, cittadina tranquilla e affascinate nella sua semplicità, partono numerose escursioni nella Valle a cavallo, in bici, a piedi per ammirare le grotte e i mogotes nonché nelle piantagioni di tabacco: noi abbiamo preferito fare un giro in macchina per passare il pomeriggio a Cayo Jutias.

La spiaggia di Varadero è bellissima ma la cittadina è tipo Rimini, altamente turistica, per cui sono sufficienti 2 giorni di solo mare;

Se si ha tempo a disposizione dopo avere visitato Trinidad, è ideale fare un salto a Playa Ancon per un bagno rilassante;

Cayo Jutias e Cayo Levisa sono fantastiche;

a Las Terrazas non abbiamo avuto modo di vedere alcunché ma solo di bere un caffè.

Per il resto godetevi la vacanza e se avete bisogno di maggiori informazioni, scrivetemi pure.



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