Cuba: testa o croce

Alla scoperta di una delle isole più affascinanti e intriganti del mondo
Scritto da: elisa.aste
Partenza il: 14/03/2015
Ritorno il: 28/03/2015
Viaggiatori: 8
Spesa: 3000 €
“O saremo liberi o saremo Martiri”… Cuba, ancor oggi che della rivoluzione conosciamo la storia, è testimonianza diretta delle contraddizioni di un paese in cambiamento. E’ la patria del  “ non vietato”  ma “limitato”:  lo stereotipo rum, salsa e  rivoluzione è da cliché,  come quello  italiano:  mafia, pizza, pasta e mandolino. 

Il giovane cubano tatuato con il “Che” che cerca di venderti prodotti locali sotto banco o barattare qualunque cosa in cambio del tuo zaino Easpack , a quale compromesso scende rispetto all’ideale che il suo stesso tatuaggio riecheggia?

La donna che da Cuba prima fugge o meglio emigra, l’accezione di fuga non piace ai cubani, perdendo di fatto  la sua propria nazionalità (benché dal 2013 non sia più così), rientrerebbe nel suo paese solo se la situazione attuale, ovvero quella disposta dalla rivoluzione, NON dovesse  cambiare.

Storia, amore, contraddizione… coniugati tra loro in un’incomprensibile alchimia.

Un orgoglio, quello cubano, che va al di là di qualsiasi embargo:  permeato di superbia e ingenuità.

“Cuba non cambierà mai, neanche quando arriveranno gli americani” e noi, con il nostro egoismo occidentale, di amanti di terre incontaminate se pur molto povere, basta che lontane, glielo auguriamo.

Il turismo a Cuba è gestito da agenzie nazionali quali “Havanatur”.

La nostra guida, infatti, ci ricorda  fin da subito che lavora per lo Stato, forse allo scopo di scoraggiare l’invadenza di eccessive  domande sul regime, ma non perdendo occasione di renderci partecipi del suo punto di vista sulla vita cubana.

Cuba può solo essere scoperta “On the road”: non aspettatevi nulla di avventuroso e romanticamente fuori dal tempo. I pulmini sono tutti di nuova generazione, le strutture  alberghiere moderne, anche se piuttosto trascurate.

Noi ci affidiamo alle “case particular”: abitazioni locali adibite a locande per il pernottamento, nonché per i pasti. Abbiamo cambiato i nostri euro in peso convertibili. Cuba ha infatti due monete: il peso convertibile ed il peso cubano o nacional, per la popolazione.

Per prima ci apre le sue porte la signora Rosa: la sua casa è semplice ma piena di colori, così come tutte le case della città di Trinidad, nominata dall’UNESCU patrimonio dell’umanità dal 1988.

E’ la città meglio conservata dell’isola, ricordo del periodo coloniale e schiavista della produzione di canna da zucchero, Trinidad è una delle principali mete del turismo occidentale.

Scendiamo verso sud per visitare la torre Manaca-Iznaga, proseguendo verso Bayamo e Camaguey. E’ un incantevole esempio di architettura coloniale: i conducenti di risciò, spericolati, ci conducono fra i suoi vicoli e le sue piazzette. Immancabile la visita alla casa della Trova, spirito della musica cubana. Ci aspettano altri 250 kilometri alla volta di Bartolomé Maso ( Provincia di Granma) , ai piedi della Sierra Mastra ed ottimo punto di partenza per le escursioni al Pico Turquino, vetta più alta del paese, e alla Comandancia di Castro. L’organizzazione non è delle migliori; infatti dovremo aspettare alcune ore sulla cima del Narajo, la strada più ripida di Cuba, con il 45 % di pendenza nei pressi della vetta, prima che la nostra guida ci raggiunga. Davanti a noi si presenta un uomo sulla sessantina: vigore da giovane cubano e piglio da uomo esperto. Ai tempi della rivoluzione José era solo un bambino, ma il ricordo storico che ne riporta è vivido. L’imperialismo nordamericano, disorientato, non riuscì mai a valutare la reale portata del tumulto e le straordinarie capacità organizzative della rivoluzione che si evincono da questo trekking; fra le 16 basi, ancora in ottime condizioni, camuffate fra la boscaglia, Fidel Castro visse per un anno, organizzando la guerriglia contro il governo Batista. Da ricordare, non solo le gesta dei combattenti, ma anche l’intrepido coraggio dei cittadini locali, per lo più contadini, che appoggiarono la rivoluzione: nascondendo armi o trasportando messaggi.

Per vedere una nuova faccia di Cuba dobbiamo dirigerci verso Santiago, la seconda città più popolata dell’isola: di colonizzazione Iberica e prima capitale Cubana. I suoi colori, la sua vivacità culturale, la musica: tutti elementi che rendono questa città unica nel suo genere. Se l’ordine e l’equilibrio di questo paese , mi avevano fino a quel momento incuriosito, ecco emergere un aspetto alternativo: una città sovrappopolata, dove pochi lavorano per lo stato. L’accattonaggio è purtroppo un elemento caratteristico di queste situazioni, ma non solo; a Santiago De Cuba puoi trovare mercatini e ristoranti locali: Il dinamismo della vita notturna è quello che ti aspetti da un paese latino: balli, qualche intoppo , ma un ricordo bellissimo.

Prima di concederci qualche giorno di relax fra il mare turchese di Cayo coco e Cayo Guillermo, ci aspetta la visita al cimitero di santa Ifigenia: una suggestiva distesa di marmo bianco, dove si trovano i nomi dei personaggi più celebri della storia cubana: da Carlos Manuel Céspedes ai membri della famiglia Bacardi. L’ingresso è a pagamento e se sarete fortunati potrete assistere al cambio della guardia, davanti al mausoleo del leader del movimento di indipendenza Cubana e padre della libertà, Josè Martì.

Un’altra immersione nella storia cubana ci aspetta a Santa Clara: famosa per la battaglia che ne prende il nome guidata da Che Guevara e Camilo Cienfuegos, nella quale si determinò la fuga del dittatore Batista. La città è nota anche per il mausoleo del Che la cui effige, ben rappresentata. Sovrasta la frase simbolo della rivoluzione “ Hasta la victoria siempre”, divenuta slogan involontario a causa di una particolare interpretazione della corrispondenza epistolare fra Castro ed il Che. Infatti El comandante era solito terminare le sue lettere con un proclama alla vittoria “hasta la victoria“ (fino alla vittoria) Siempre Che (tuo Che). Una virgola dimenticata ha così caratterizzato uno slogan che vince ancor oggi la prova del tempo.

Per un po’ di shopping locale ci fermiamo a Pinar del Rio: famosa per la produzione di sigari e rum, proseguendo poi per la località di Vinales. Vinales non ti fa sentire la mancanza del mare; dal Mirador si gode di una splendida vista su tutta la valle, specialmente sui Mogotes: caratteristiche formazioni calcaree risalenti al Quaternario. Massicci rocciosi, dalla forma particolare e suggestiva. Da qui la visita alla grotta dell’indio, dove la guida si diverte a mostrarci le molte figure formate da stalattiti e stalagmiti.

Finalmente raggiungiamo L’Havana: città meravigliosa, ma disarmonica. L’Havana vecchia, divenuta patrimonio dell’UNESCO grazie alle pittoresche strade in stile coloniale, conserva il fascino delle intriganti storie della mafia negli anni ’20… Hamingway, il Floridita e l’impeto di quei tempi.

Immancabile un giro della città sulla “ grande mandorla”, auto degli anni ’40 , gioia di turisti e romantici.

Qui capiamo meglio il proposito dello Stato. Cuba vende servizi, impegnando molti dei suoi professionisti all’estero. La sanità è una delle migliori al mondo, ma non avendo facile reperibilità dei nuovi strumenti medici, lavora moltissimo sulla prevenzione.

Testa o croce è il titolo di questo articolo e la scelta l’avrete capita: è la scoperta di un paese dalle due facce, intrappolato fra passato e futuro e poco concentrato sul presente.



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