Finalmente Cuba 3

La nostra prima volta in questa magnifica isola
Scritto da: peradani
finalmente cuba 3
Partenza il: 24/11/2013
Ritorno il: 08/12/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Il viaggio in breve: 2 notti a l’Avana, 1 a Playa Giròn, 3 a Trinidad (con visita a Cienfuegos in giornata), 4 a Cayo Guillermo, 2 a Varadero, 2 a l’Avana. Costo totale, compresi aereo, viaggi, pasti, visti, assicurazioni, divertimenti, escursioni e souvenir: circa 1.800 € a testa.

Dopo tanti mesi di preparativi finalmente il 24 novembre si parte! Volo Air France da Verona con scalo a Parigi, in perfetto orario e piuttosto comodo (cibo e bevande sempre presenti, schermo su ogni sedile, tanti film e giochi tra cui scegliere… 10 ore passano in fretta!), Euro 827 a persona.

Partiamo alle 10.50 e alle 18.00 ora locale siamo all’Avana… in realtà sarebbe mezzanotte, comunque ci sembra stranissimo essere arrivati così lontani nell’arco della stessa giornata… siamo partiti dal Trentino con la neve, e ci troviamo catapultati dove ci sono le palme e 24° alle 18…fantastico! Usciamo dall’aeroporto – dopo un’ora e mezza di fila al controllo passaporti e visti – e troviamo il tassista ad aspettarci. L’ha mandato il proprietario della prima casa particular dove alloggeremo, e per 25 CUC ci porta a destinazione in una ventina di minuti.

La casa particular, Casa Cristo Colonial, è bellissima! Parliamo un po’ con i proprietari, Jevier e Belkis, che ci danno qualche informazione utile e poi usciamo ad esplorare i dintorni. Cinque minuti a piedi e siamo al Capitolio, attorniati dalle coloratissime automobili americane anni 50. Passeggiamo un po’ per il Paseo del Prado e le nostre facce bianche e smarrite attirano subito decine di cubani, che cercano di offrirci mille servizi: taxi, cena, tour… Noi siamo un po’ frastornati, non abbiamo molta fame, vorremmo fare uno spuntino veloce, alla fine cediamo ad un ragazzo simpatico che ci porta in un locale dove per 7 CUC a testa prendiamo 2 Mojito e un panino da dividere: solo nei giorni successivi capiremo che abbiamo pagato decisamente troppo, ma pazienza, siamo in vacanza! Nel frattempo si sono fatte le 22.30, che in Italia sarebbero le 4.30 del mattino, ecco perché siamo così rimbambiti…meglio andare a letto!

25.11.13

Ci svegliamo verso le 5.30, rimaniamo un po’ a letto (dato che avevamo detto di prepararci la colazione per le 8.00!) e alle 7.30 usciamo in sala da pranzo. Non ce la facciamo più ad aspettare, siamo curiosi di scoprire l’Avana! Le due signore che aiutano i proprietari nelle faccende (abbiamo scoperto che in molte case particular ci sono dei camerieri) fortunatamente sono già al lavoro e ci servono la colazione in pochi minuti: pane, marmellate, frutta, macedonia, prosciutto, formaggio, succo di papaia appena fatto, the, latte, caffè e, se volessimo, anche uova e molto altro, squisito.

Usciamo quindi di casa con l’idea di vagare un po’ a caso, e veniamo di nuovo “assaliti” da ragazzi che ci propongono vari servizi e qui apro una parentesi sui cosiddetti “Jineteros”: sono quasi sempre ragazzi giovani, ma anche insospettabili signori distinti di mezza età e donne, spesso simpatici e molto furbi. A Cuba non c’è pericolo di essere rapinati o subire violenze, però qualche piccola truffa è sempre in agguato. Cercano ad esempio di consigliarti menu “costosi” nei ristoranti (menu da 15 CUC a persona per intenderci, per noi sono comunque economici, però loro ci guadagnano parecchio, si può mangiare benissimo anche con meno di 5 CUC nei posti giusti); oppure cercano di portarti a fantomatici “Festival” della salsa, della rumba ecc, (in realtà ti portano in locali gestiti da amici loro dove non c’è nessun festival e percepiscono una provvigione sulla tua consumazione)… cose abbastanza innocenti, insomma. E poi ci sono i sigari: vanno comprati nei negozi ufficiali, hanno lo stesso prezzo ovunque essendo un prodotto statale, quindi tanto vale comprarli in aeroporto prima della partenza (se volete farvi un’idea di quanto costano: www.casadelhabano.it). Vengono venduti sia sfusi che a confezione e non ci sono sconti particolari sulle confezioni. I jineteros vi si avvicinano e vi chiedono di dove siete e da quanto siete arrivati (dato importante per loro per capire quanto possono tirare la corda!), e dopo avervi detto che hanno vari parenti in Italia e altre cento balle, vi danno vari consigli (all’apparenza buoni e disinteressati!), tra cui quello di non comprare sigari per strada. Quando state per andarvene vi dicono che però, solo per quel giorno, c’è una magnifica opportunità: acquistare i sigari alla COOPERATIVA, sigari ufficiali che i dipendenti delle fabbriche possono vendere a prezzi scontati una volta al mese. Inutile dire che non c’è nessuna cooperativa, è un altro modo per cercare di vendere sigari falsi. Quindi, quando si viene avvicinati da uno di questi personaggi, meglio dire che non è la prima volta che si visita Cuba e che non si ha bisogno di nulla. A quel punto iniziano a chiedere di regalargli qualcosa, o di comprare latte per i bambini… meglio girare con penne e saponette nella borsa, così si ha qualcosa da dare!

Camminare senza doversi fermare ogni 5 minuti a respingere le offerte dei jineteros è inizialmente difficile, quindi optiamo per un turisticissimo giro de l’Avana in bus panoramico (una specie di City Sightseeing) per 5 CUC, molto carino e utile per farci un’idea della città! Poi andiamo a vedere il Museo de La Rivolucion e camminiamo fino al Malecon, fermandoci per il pranzo al ristorante Cabana, dove con 6 CUC a persona pranziamo con ottima cucina creola all’aperto allietati da un gruppo che suona (una costante a Cuba, bellissimo sentire musica ovunque!).

Cerchiamo poi i locali più famosi, passiamo davanti alla Bodeguita del Medio ma ci limitiamo a guardare da fuori, preferendo invece un daiquiri al mitico Floridita… che dire, vale decisamente i 6 CUC che costa, il più buono mai bevuto! Girovaghiamo per Calle Obispo e per l’Habana Vieja osservando piazze, vie, case e palazzi in stile coloniale che testimoniano un passato sfarzoso, ceniamo in un locale di cui non ricordo il nome e nemmeno quanto abbiamo pagato, andiamo a bere un ottimo rum a 2 CUC in un locale vicino alla casa (il Chanchullero, io l’ho trovato fantastico, arredamento assurdo, scritte sui muri, bella musica, allegria allo stato puro) e poi a letto.

26.11.13

Ci svegliamo anche oggi prima dell’alba, facciamo colazione, paghiamo (30 CUC a notte + 8 CUC a testa per le colazioni) e viene a prenderci un coco-taxi chiamato da Jevier che ci accompagna alla stazione degli autobus Viazul (8 CUC). Ci viene da ridere perché siamo pieni di bagagli, nonostante i buoni propostiti abbiamo 2 valigie, 2 zaini, una borsetta, una tracolla per la macchina fotografica… veramente pessimi viaggiatori! In qualche modo ci sistemiamo su questo buffo mezzo di trasporto e dopo un quarto d’ora arriviamo alla stazione. Prendiamo il biglietto già prenotato da casa (13 CUC), imbarchiamo la valigia (eh sì, come in aeroporto!) e partiamo alla volta di Playa Giròn con 10 minuti…d’anticipo! Ecco perché la guida raccomanda di arrivare in stazione almeno mezzora prima della partenza!

Ci godiamo il viaggio (a parte il freddo dell’aria condizionata esagerata) guardando dal finestrino la vegetazione rigogliosa e il paesaggio che cambia dalla città, alla campagna, al mare, e in tre ore arriviamo nella località famosa per l’invasione fallita della Baia dei Porci. Appena scesi dal bus un simpatico signore insiste per accompagnarci alla casa particular prenotata (Casa Ivette y Ronel) con il BICI-TAXI! Cerchiamo di spiegargli che abbiamo troppo bagagli, che è meglio se ci facciamo accompagnare in macchina da uno dei suoi amici lì attorno, ma niente… e così questo poveretto suda sette camicie sotto il nostro peso più quello delle valigie legate in qualche modo al mezzo. Per fortuna la casa è vicina, gli chiediamo “Quant’è?” e lui dice “Fate voi…”, gli diamo 4 CUC e lui felicissimo ci aiuta a portare dentro i bagagli. Ivette ci accoglie assieme a due signore (personale di servizio o parenti, non abbiamo capito!) e ci offre un buon cocktail alla frutta di benvenuto. Fa molto caldo, c’è molta umidità, il cielo si sta annuvolando, quindi ci cambiamo in fretta e chiediamo ad Ivette di chiamarci un taxi per andare subito alla Caleta Buena, a 8 km da Playa Giron. Arriviamo e ci chiedono il passaporto, che ovviamente abbiamo lasciato nella casa nonostante sulla Routard fosse ben specificato che serviva… il gestore chiude un occhio, ci fa scrivere i nostri dati su un registro (a Cuba c’è molta burocrazia, i cubani ad esempio devono registrare ogni loro spostamento), paghiamo i 15 CUC che comprendono tutti i servizi sulla spiaggia e il pranzo a buffet e ci tuffiamo in acqua… il nostro primo bagno nel Mar dei Caraibi, evviva! Felici come due bambini ci godiamo un po’ di relax, pranziamo e dopo un paio d’ore il cielo è coperto di nuvoloni. Alle 17 come da accordi il tassista torna a prenderci (un po’ caro, ha voluto 15 CUC, da lì abbiamo imparato a chiedere il prezzo prima di salire! Però almeno era un’autentica auto d’epoca!). Facciamo un giretto a Playa Giron per qualche foto (ci sono dei cani sul tetto della casa accanto alla nostra, come ci sono arrivati??) e poi ceniamo in casa con del buon pesce e una marea di contorni, troppa roba! Facciamo la conoscenza di Ronel (Ivette invece è sparita e non l’abbiamo più vista, boh!?), un istruttore subacqueo che ha lavorato per un periodo in Italia e parla un po’ l’italiano, facciamo due chiacchiere e poi andiamo a letto, dato che ha iniziato a piovere, il paesino non sembra avere grosse attrattive per la movida notturna e la nostra stanza è dotata addirittura di televisione. Guardiamo qualche immagine della tv cubana, perlopiù propaganda e vecchi documentari, e ci addormentiamo. Il nostro sonno non dura molto però, primo perché nel buio mi infilo per sbaglio sotto il coprimaterasso credendo sia il lenzuolo e mi sento scomoda (strano eh?), secondo perché esplode un mega temporale con tuoni spaventosi.

27.11.13

Oggi si va a Trinidad, passando per Cienfuegos.

Quando ci svegliamo piove ancora, facciamo colazione, molto buona, e le due signore che cucinano e puliscono ci dicono che verrà a prenderci il bici-taxi del giorno prima per portarci a prendere l’autobus e che lo offre la casa… preghiamo che smetta di piovere! Paghiamo 64 CUC (1 notte + cena e colazione per due) e ci avventuriamo con i nostri mille bagagli sotto una pioggerellina leggera, le nostre preghiere sono state quasi ascoltate!

Arriva il nostro Viazul ed è pieno… spieghiamo all’autista che abbiamo già il biglietto prenotato da settimane e pagato (7 CUC) ma lui non si scompone…c’è un altro autobus tra 4 ore… 4 ore? Vorrebbe dire non vedere Cienfuegos e rimanere lì a far niente! E così ci troviamo a fare il viaggio in piedi, per fortuna dura “solo” un’ora e mezza…

Arrivati a Cienfuegos lasciamo le valigie al deposito bagagli (2 CUC a pezzo) e facciamo un giro di un paio d’ore a piedi, con la pioggia che va e viene. Il centro è molto carino, vediamo il Parque Jose Martì e la piazza, mangiamo un panino assieme a una coppia di Torino molto simpatica e passeggiamo verso il mare.

Alle 17.30 ci aspetta un altro viaggio con Viazul, stavolta verso Trinidad (6 CUC).

Arrivati alla stazione un signore in canotta ci fa segno di consegnargli la prenotazione… non ha nessuna divisa, non si capisce che ruolo abbia, comunque sparisce con il nostro foglio dentro uno stanzino e poi esce dicendoci che è tutto a posto… boh! Poi entriamo anche noi, ci sono 4 persone che non ci danno retta più di tanto, dopo un po’ ci dicono di andare nella sala d’aspetto, i biglietti li faranno dopo… In effetti in queste stazioni non ci abbiamo mai capito molto, ma poi in qualche modo ha sempre funzionato tutto bene! E così anche stavolta, dopo aver passato mezzora a guardare un impiegato che faceva una scritta su una porta a vetri e una poliziotta che abbandonava arma e manganello per avventarsi su una torta portata da una sua amica (torte che abbiamo visto tante altre volte in giro per Cuba, piene di panna e con colori fosforescenti, portate in giro sotto il sole e in mezzo al traffico, cosa che abbiamo trovata molto buffa!), il nostro bus è arrivato e ci ha portati a destinazione in orario.

Un ragazzo ci aspetta con la bandiera italiana e un cartello con i nostri nomi e con un bici-taxi (ok, abbiamo capito, il prossimo viaggio lo faremo con poca roba, faremo stare tutto in uno zaino come i viaggiatori veri!). Ci porta alla terza casa particular che avevamo prenotato, La Milagrosa.

Con la padrona di casa, Mila, ci eravamo scritti parecchie e-mail prima di partire, ed avevamo concordato anche la prima cena: aragosta! La casa è bella, piena di cose particolari e ninnoli strani, con scale a chiocciola strettissime che portano alle stanze e alla terrazza nella quale si mangia. Un daiquiri di benvenuto, ci sistemiamo e andiamo a cena, il marito Bury è un cuoco davvero bravo, Mila ci fa delle foto ricordo che poi ci invia tramite e-mail. Dopo l’abbuffata usciamo, curiosi di vedere qualche scorcio di questa cittadina che ci è piaciuta subito, già dal bici-taxi eravamo affascinati da questo borgo con casette piccole e colorate e la pavimentazione a ciottoli. Lungo le vie si respira un’atmosfera allegra, beviamo un cocktail vicino a Plaza Major e andiamo a dormire.

28.11.13

Anche oggi il tempo non è dei migliori, non piove ma ci sono molte nuvole, ma da domani sarà sempre bello ci assicurano, e infatti è così. Decidiamo quindi di andare alla Valle de Los Ingenios con un simpatico trenino, un’escursione consigliata dalla guida. Inaspettatamente (io ero un po’ scettica, e poi se non c’è il sole tendo a deprimermi) si rivela una delle tappe più belle della vacanza. Attraversiamo colline con vegetazione stupenda, sul treno sale anche un cubano che ci intrattiene suonando la chitarra e cantando le canzoni più famose (Guantanamera, la Bamba, ecc), un simpatico turista tedesco si lascia trasportare e inizia a ballare a modo suo mentre tutti battiamo le mani a tempo… ormai siamo entrati nello spirito cubano, ogni momento è buono per cantare e ballare!

Scendiamo ai piedi della torre Managa Iznaga, dalla quale venivano un tempo controllati gli schiavi che lavoravano nella piantagione di canna da zucchero sottostante, e facciamo un giro lì attorno comprando qualche souvenir da una ragazza molto simpatica e gentile che ci regala anche un portacenere. Quando torniamo indietro il treno non c’è più… non ci siamo informati più di tanto sull’orario in cui sarebbe ripartito, e senza accorgercene abbiamo perso di vista gli altri passeggeri, forse mentre bevevamo un ottimo mojito nel bar accanto alla torre… Prontamente un ragazzo viene in nostro “soccorso”, avvertendoci che il treno ha portato gli altri passeggeri più svegli di noi alla Hacienda Guachinango, se vogliamo con “soli” 8 CUC il suo amico ci accompagna in taxi… accettiamo, e scopriamo che la distanza è di circa 2 km! Pazienza, ormai abbiamo detto 8 CUC, e glieli diamo, anche se è un furto (però all’inizio aveva detto 10, quindi stiamo migliorando!).

La casa coloniale è proprio bella, molto ben conservata, e fuori ci sono cani, gatti, conigli, galli, cavalli e maiali, il panorama è fantastico. Scopriamo che i passeggeri furbi, che sono lì già da un bel po’, stanno finendo di pranzare, mentre per noi non c’è tempo, tra 20 minuti si riparte… vabbè, oggi dieta! Il cielo inizia a rasserenarsi mentre rientriamo a Trinidad con tanti bambini che ci salutano dai lati della ferrovia, una grande emozione.

Camminiamo senza meta tra le affascinanti vie della cittadina e ci innamoriamo del cocktail del posto, la Canchanchara: miele, limone, acqua, ghiaccio, una specie di grappa e un ingrediente segreto, provare per credere!

Cena da Mila e Bury a base di “pescado”, fumiamo un sigaro sulla terrazza della nostra stanza bevendo un po’ di rum (non siamo fumatori, ma devo dire che il sigaro ha un suo perché!) e usciamo. “Trinidad es diferente” ci ha detto Mila quando le abbiamo chiesto consiglio su dove andare, “seguite la musica e vedrete…”.

E capiamo presto cosa intende: ci sono locali molto carini, e c’è la Casa della Musica, all’aperto, ma la vera particolarità sono le feste che nascono all’interno delle case e delle scuole di ballo, si entra pagando 1 CUC e ci si accomoda. Ci siamo trovati persino imbucati ad un matrimonio!

29.11.13

Oggi dopo l’ennesima ricca colazione andiamo a Playa Ancon con un coco-taxi, 10 CUC andata e ritorno. Bellissima spiaggia bianca con palme e fiori, ci facciamo un bel bagno e mangiamo un panino al bar, poi relax fino alle 17, quando torniamo alla Milagrosa per farci una doccia. Mi è venuto un po’ di mal di pancia, quindi chiedo a Bury di prepararci solo pollo e riso in bianco anziché le mille cose dei giorni precedenti. Il pollo è buonissimo e il profumo attira due gatti che salgono sui tetti e arrivano alla terrazza. Gli do un po’ di pelle e loro apprezzano molto, quindi alla fine se la mangiano tutta… nei giorni successivi ci siamo fatti un sacco di risate immaginando che i padroni di casa abbiano pensato: “guarda questi, prima vogliono restare leggeri e poi non avanzano nel piatto nemmeno la pelle del pollo”!

Ultima serata in questo bellissimo posto, avrebbe meritato qualche giorno in più, peccato.

Parliamo con Mila e Bury della vita a Cuba e della situazione politica, anche se non parliamo lo spagnolo ci capiamo ed è un momento molto bello. Poi usciamo per sentire ancora un po’ di Salsa.

30.11.13

Oggi dobbiamo raggiungere Cayo Guillermo, e non possiamo affidarci al nostro caro Viazul, che non ha una fermata lì. Potemmo prendere il bus per metà viaggio (fino a Ciego de Avila) e poi proseguire in taxi, però è un po’ scomodo e non crediamo di risparmiare molto rispetto al viaggio completo in taxi. I tassisti chiedono tutti 100 CUC, nei giorni precedenti abbiamo domandato in giro. Chiacchierando con uno di loro, tale Alfredo, diciamo che per noi è molto e che cerchiamo qualcuno con cui dividere la spesa… non c’è problema, dice, troverà lui qualcun altro e avviserà Mila per farci sapere. Fantastico! Pare che abbia trovato altre 2 persone, e così la cifra scende a 30 CUC a testa… peccato che al momento di partire ci dice che una delle ragazze sta male e non può partire. Ormai abituati ai tentativi di fregarci siamo diffidenti, così l’autista ci accompagna alla clinica dove appuriamo che è vero. E ora? Trattiamo un po’, e otteniamo di viaggiare in 2 per 80 CUC… non male dai!

Paghiamo Mila (175 CUC) e partiamo, viaggio molto tranquillo, comodo e piacevole, in 3 ore arriviamo al magnifico Melià Cayo Guillermo (260 Euro a testa per 4 notti all inclusive), un resort veramente stupendo con spiaggia ampia, pulita e con sabbia bianca e morbida e mare da cartolina, limpido e con tante sfumature di azzurro, blu e verde che cambiano durante la giornata e fanno venir voglia di fare centinaia di foto.

Passiamo 4 giorni da sogno, nell’ozio totale, mare, buon cibo, spettacoli serali di alto livello e partite a biliardo tra palme e amache. Unico punto “negativo”: i mosquitos! Iniziano ad attaccare alle 16 e provocano punture piuttosto fastidiose! Siamo gli unici italiani pare, la maggior parte della clientela è canadese, gli altri sono quasi tutti sudamericani o tedeschi. Il terzo giorno andiamo a Playa Pilar (spettacolare!!!!) dove facciamo anche snorkeling sulla barriera corallina che raggiungiamo con un piccolo catamarano.

Nel frattempo ci informiamo su come raggiungere la penultima tappa del nostro viaggio: Varadero. Il taxi costerebbe 250 CUC (è un viaggio di 6 ore in auto) e quindi iniziamo a pensare ad alternative: taxi fino a Santa Clara e poi autobus? Caro anche quello… Troviamo un Viazul che parte alle 4.50 da Ciego de Avila, rinunciamo con tristezza alla sosta a Santa Clara, contrattiamo con il tassista che ci ha portati a Playa Pilar e così alle 2.30 di notte del 4 dicembre partiamo per Ciego de Avila, 80 CUC (la stessa cifra pagata per fare il doppio della strada, venendo da Trinidad! Però avevamo letto sulla guida che in quella zona i taxi sono più cari, e poi per un transfer in piena notte li paghiamo volentieri!).

04.12.13

Alle 4.00 siamo a Ciego de Avila, facciamo il biglietto (19 CUC, anche qui non si capisce a chi chiedere ma in qualche modo ce la facciamo) e alle 10.45 arriviamo a Varadero. Un autobus Transtur fa la spola tra la stazione e i vari alberghi, per 3 CUC saliamo e ci facciamo lasciare al Blau Varadero (137 Euro a testa per 2 notti all inclusive), che avevamo scelto a causa delle ottime recensioni lette su vari siti. Da fuori è una costruzione piuttosto brutta, ma dentro invece è magnifico, con una hall imponente attorniata da centinaia di piante che scendono dal soffitto e ascensori panoramici in vetro. Anche qui, come nel resort di Cayo Gullermo, il personale è gentilissimo e professionale, ci sentiamo proprio coccolati! Appoggiamo i bagagli nella bella camera assegnataci, ci cambiamo, ci mescoliamo ai canadesi, onnipresenti anche qui, con i loro thermos enormi che si fanno riempire di mojito e cuba libre, e andiamo subito nella stupenda spiaggia. Fa più caldo qui, ci sono circa 33° di giorno, a differenza dei 27-28° degli altri posti visitati, quindi non resta che tuffarsi immediatamente nel mare limpido e azzurrissimo!

Sappiamo che Varadero è solo turismo e grandi alberghi, ma la guida dice che c’è un centro con negozi e locali, sembra carino… decidiamo quindi il giorno dopo di noleggiare uno scooter (25 CUC) e farci un giretto. Ci divertiamo andando in motorino, ma il “centro” si rivela una delusione: una strada con qualche locale ai lati, nulla che ci attiri. Ci fermiamo un’oretta passeggiando sul marciapiede ed entrando in qualche locale, giusto per non rimanere col dubbio di esserci persi qualcosa, poi torniamo in hotel… due giorni sono più che sufficienti qui per noi!

06.12.13

Facciamo un altro giretto in scooter e poi lo riconsegniamo, facciamo l’ultima passeggiata tra spiaggia, piscina e i bei giardini del resort, approfittiamo dell’ultimo pranzo “todo incluìdo” con il sottofondo dell’ennesimo gruppo che suona (tutti molto bravi) e alle 15.30 prendiamo il Viazul per l’Avana (10 CUC). L’autista si ferma in posti improbabili per far salire o scendere amici suoi (questi bus sono riservati ai turisti, i cubani viaggiano con altri autobus che pagano in pesos cubani, ma a volte gli autisti fanno qualche favore!), ma ciononostante arriviamo con mezzora di anticipo…boh!?

Avevamo avvisato Reina e Paco, i padroni dell’ultima casa particular del nostro viaggio, che saremmo arrivati alle 19, invece siamo lì un bel po’ prima, quindi non li troviamo all’entrata ad aspettarci come concordato, e non c’è citofono. Entriamo grazie ad un vicino di casa che apre il portone, saliamo al quinto piano e bussiamo, ma non risponde nessuno. Provo allora a girare la maniglia e si apre…ops! “Ola”, dico, sembra non esserci nessuno ma si sentono delle voci… entro timidamente e vedo due uomini sulla terrazza: “Ola, ola, adelante!” mi dicono, mi fanno accomodare e mi versano del rum! “E’ il compleanno di Paco”, mi dice quello che poi scoprirò essere suo genero, “bevi, bevi!” Io ringrazio e intanto gli spiego che siamo la coppia che starà da loro per quella notte e la successiva (non si erano minimamente preoccupati di chi fossi!) e che il mio fidanzato è ancora fuori sul pianerottolo con le valigie. Vanno quindi a chiamarlo, portano dentro i bagagli, arriva anche la moglie Reina e per un’ora e mezza stiamo con loro a chiacchierare (e bere) su questa meravigliosa terrazza che domina il Malecon, un bel parco, il castello del Morro, il faro, sotto di noi un gruppo di ragazzi che gioca a baseball con mezzi improvvisati… beh dopo un po’ sembra quasi che sappiamo parlare spagnolo, ci capiamo bene e parliamo di argomenti importanti: capitalismo, socialismo, qualità di vita, famiglia….bellissimo!

Un po’ brilli usciamo, ormai l’Avana ci sembra una vecchia amica, ci muoviamo abbastanza bene. Cena da Los Nardos, bel ristorante di fronte al Capitolio, molto frequentato anche dai cubani (fila di almeno mezzora ogni sera per entrare), dove con 8 CUC a persona mangiamo proprio bene e tanto (io ho preso una paella che era la fine del mondo, però la porzione era per almeno 3 persone!), poi torniamo al Chanchullero che ci era piaciuto tanto prima di andare a letto.

07.12.13

Oggi, dopo una colazione fantastica sulla terrazza di Reina e Paco, la giornata è dedicata a rivedere l’Avana Vecchia e poi visitare una parte di Centro Avana e del Vedado. Ma cosa c’è di strano? Perché ci sembra così diversa oggi questa città? Non c’è musica in giro! Solitamente passando per calle Obispo si veniva attirati nei tanti locali da gruppi che suonavano, uno più bravo dell’altro… scopriamo che Cuba è in lutto nazionale per la morte di Mandela, accaduta due giorni prima, peccato.

Compriamo qualche souvenir e passeggiamo, col senno di poi avremmo potuto utilizzare questa giornata per fare un’escursione in giornata a Vinales, dato che il giorno dopo abbiamo l’aereo la sera e ci rimarrà ancora tempo per visitare l’Avana.

Compriamo una pizza da asporto in un posto che sarebbe solo per cubani, in effetti siamo gli unici turisti in fila, ma abbiamo voglia di assaggiarla. La pizza costa 10 pesos cubani (l’equivalente di circa 25 centesimi di Euro!). Chiediamo se accettano CUC e la ragazza che prende le ordinazioni ci dice di sì, anche se non troppo convinta, e ci chiede 2 CUC… “1 CUC”, le dico io, e lei accetta… la pizza è buonissima e l’abbiamo pagata circa 70 centesimi di Euro, un affare sia per noi che per loro!

Eh già, perché in questi ultimi giorni siamo rimasti un po’ a secco di denaro e cerchiamo di risparmiare su tutto, contavamo di prelevare con la carta di credito Visa, l’unica accettata, ma il mio fidanzato non si ricorda il pin… quindi, messi da parte i 150 CUC che ci serviranno per pagare la casa particular, il taxi per l’aeroporto e la tassa di uscita dal Paese, ci rimangono 30 CUC!

Passiamo il pomeriggio a fare foto, ci riposiamo un po’ al Parque Central, ci concediamo un drink in un bel bar (Dos Hermanos) e poi una lunga passeggiata lungo il Malecon.

Scopriamo che i giovanissimi cubani (dai 12 ai 16 anni per intenderci) si radunano tutti lì la sera (o forse solo il sabato), quindi camminiamo in mezzo a centinaia di teenager armati di radioline che cantano e ballano sul marciapiede e amoreggiano seduti sui muretti, con tanto di venditori ambulanti di pop-corn, dolciumi e bevande che li riforniscono. La loro allegria è contagiosa, ma dopo un po’ di chilometri ci sentiamo troppo vecchi e troppo bianchi per mescolarci a loro, quindi attraversiamo la strada e ci addentriamo nel Vedado. Cena a base di pollo e paella con 5 CUC a testa in un posto carino di cui non ricordo il nome e poi andiamo a bere una birra alla Torre, al 35° piano dell’edifico Focsa: una vista mozzafiato da 125 metri d’altezza, per me che non sono mai stata prima su un grattacielo all’inizio è difficile guardare giù, ma poi ci sediamo proprio appiccicati a una delle grandi vetrate e ci godiamo lo spettacolo!

08.12.13

Prepariamo le valigie con un senso di tristezza mista a gioia, questo Paese ci ha dato molto e ci lascerà tanti bei ricordi.

Usciamo per l’ultimo giro dei dintorni e, facendo di necessità virtù, pranziamo con 7,50 CUC in due in un posticino tranquillo a l’Habana Vieja che consigliamo vivamente, Torrelavega.

Usiamo gli ultimi spiccioli per comprare una copia di Granma e dei dolci per strada, torniamo alla casa particular per una doccia, anche oggi fa parecchio caldo e abbiamo camminato molto e Reina gentilmente ci concede l’uso del bagno, che aveva già pulito per i nuovi ospiti in arrivo.

Si sono fatte le 16.30, ci avviamo verso l’aeroporto con la promessa di tornare per vedere i tanti posti che abbiamo dovuto escludere dal nostro tour: Santa Clara, Vinales, Santiago, Baracoa, Cayo Largo e tanti altri!

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Cayo Guillermo

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L'Avana

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Cayo Guillermo



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