Com’era bella la mia Cuba

Chi ha un po’ di pazienza, può andare a cercare su questo forum, i racconti sui miei viaggi passati fatti a Cuba. L’ultimo esattamente due anni fa. Era il Maggio del 2003. A due anni di distanza mi ripresento sull’isola a visitare i vecchi amici fatti nei viaggi precedenti e a ricalcare le scene dei bei momenti passati sull’isola. Prima...
Scritto da: Fabio Rossi 3
com’era bella la mia cuba
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Chi ha un po’ di pazienza, può andare a cercare su questo forum, i racconti sui miei viaggi passati fatti a Cuba. L’ultimo esattamente due anni fa. Era il Maggio del 2003.

A due anni di distanza mi ripresento sull’isola a visitare i vecchi amici fatti nei viaggi precedenti e a ricalcare le scene dei bei momenti passati sull’isola.

Prima tappa, dopo un lungo e non troppo comodo viaggio con la compagnia IBERIA, da Venezia, l’Avana.

Compagna di viaggio, mia moglie.

Ci attende la solita coda infinita al controllo passaporti. Sbrigate le formalità, mi reco dalla solita affittacamere di fiducia che sta a lato del Capitolio, nell’Avana vecchia, che per i soliti 15 “dollari”, mi aspettava, nel suo appartamento al sesto piano. Arriviamo in taxi, stanchi dal viaggio, e la prima sorpresa è l’ascensore rotto. 5 Piani, dico 5, da fare con i bagagli, pesantissimi a quella ora e con quel caldo, con la stanchezza del fuso e alle 23 della sera. Non è il massimo, ma alla fine ci attende il condizionatore d’aria, che ci dà nuova vita.

Prima di partire per l’oriente di Cuba ci concediamo due giorni all’Avana, giusto per rinfrescarci della magica atmosfera del Malecon. Durante il giorno il traffico sempre più caotico, mischiato alla calura, alla totale assenza di leggi anti inquinamento, rende l’atmosfera irrespirabile. Dove non ci sono i gas di scarico, ci sono montagne di rifiuti che continuano, quanto meno, a rompere la citata magica atmosfera.

Dove sono finiti i turisti? Ne abbiamo visti veramente pochi!! Il periodo non è dei più frequentati, ma due anni fa la situazione era radicalmente diversa.

Scende la sera, l’oscurità avanza, avanza, avanza . . . Mi chiedo quando si decidono ad accendere i lampioni? In breve scopro la storia dei black – out. Ora sono programmati. Intere aree senza luce. Scoprirò mio malgrado che la situazione e forse peggiore in tutto il resto del paese (ovviamente tranne nei villaggi turistici).

Lasciamo l’Avana sperando di trovare una migliore sorte in Oriente, la parte che più mi affascina. Puntiamo diretti a Florida, un paese vicino Camaguey, dove alcuni amici ci aspettano.

Arriviamo con Viazul, la classe di lusso degli autobus cubani, a notte inoltrata, dopo un viaggio ancora quasi da incubo. E’ noto che in un paese caldo, il fresco è desiderato, ma dentro quell’autobus si viaggiava attorno ai 15-16 Gradi (ho l’orologio con il termometro), contro i circa 27 esterni!! Gli asciugamani e il giubbotto di Jeans, non ha evitato alla mia consorte il raffreddore. La cosa che invece ha infastidito me è stata la puzza di escrementi umani che veniva dal bagno interno. L’autobus era affollato per la maggior parte di cubani (cosa prima sconosciuta visto che anche loro pagano in “dollari” (che le cose a Cuba stiano cambiando, e si stia facendo avanti una sempre maggior differenza di classi data dal diverso reddito????).

Per i cubani poterla fare dentro l’autobus deve essere il massimo. Da notare che l’autobus fermava almeno una volta all’ora, in una stazione di sosta, e che quindi la possibilità di farla, c’era!! Il povero bagno interno, non dimensionato per un simile carico fecale, quindi, emanava, anche a porta chiusa, degli odori non proprio piacevoli.

Torniamo a Florida. Essendo notte fonda, ci fondiamo, dopo diverse ore di viaggio in quelle condizioni, nell’unico albergo della città. Una volta sistemati nell’ “accogliente” stanzetta, ci catapultiamo sotto la doccia, e, meraviglia delle meraviglie . . . . Manca l’acqua!! Vado a chiedere subito spiegazioni, nonostante l’ora, e mi dicono, come se fosse una cosa scontata, che l’acqua c’è per sole due ore al giorno, specificandoci bene gli orari.

L’accoglienza degli amici e il bagno nella locale “piscina” ci rinfrancano delle disgrazie passate.

Dopo due giorni di permanenza partiamo alla volta di Baracoa, purtroppo sempre in Viazul, facendo solo una piccola sosta di cambio autobus a Santiago.

Arrivati a Baracoa, sempre con gli stessi problemi di viaggio, andiamo dal nostro affittacamere di fiducia: David, in calle Callixto Garcia 203.

La casa, un appartamento tutto per noi all’ultimo piano, costituito da ingresso, lavatoio, bagno, cucina, camera da letto, è addirittura migliorato. La vista dalla camera da letto che domina tutta Baracoa e la spiaggia, è stupenda, e si riesce a creare un gioco di correnti d’aria, che, nonostante la calura torrida del giorno, la sera ti fa dormire sotto le lenzuola. David ha creato anche un terrazzo, su un piano ancora ancora più in alto, dove la sera mi rilasso, leggendo un libro e sorseggiando un buon bicchiere di Ron, cullato dalla brezza serale.

La mattina, il caffè è sempre servito, tutto incluso nel prezzo (dieci “dollari” al giorno), e per pochi dollari in più si può fare la colazione completa (la frutta e i frullati si sprecano), o qualsiasi altro pasto (la moglie è una brava cuoca).

Unico neo, se siete sensibili ai rumori, soprattutto per i galli. Portatevi un paio di tappi per le orecchie (anche se andate da altri affittacamere è la stessa storia).

Purtroppo Baracoa, non è immune dai Black out, anzi, la città è divisa su due circuiti, e un giorno è attivo un circuito, e il giorno dopo l’altro. Il disagio più notevole non è la mancanza di luce elettrica (portatevi via una torcia e pile di scorta, visto quanto costano là!!), poiché quasi tutte le case degli affittacamere hanno dei neon ricaricabili (tipo camper), che aiutano a non rimanere al buio, ma dal fatto che sono chiusi, a giorni alterni, ristoranti, luoghi di divertimento, l’illuminazione della piazza principale, con tutto ciò che ne consegue.

Attenzione quindi al pesce e alle carni, che a giorni alterne vengono congelate e scongelate ripetutamente, il che non è il massimo dal punto di vista sanitario.

Abbiamo noleggiato una macchina, con autista, per andare a visitare Holguin e le spiagge della costa limitrofa. Il viaggio, è abbastanza lungo, circa quattro ore e mezza, con un autista cubano che conosce la strada e le buche, altrimenti sarebbe stato di circa sei ore e mezzo se a guidare eravate voi. Ricordatevi che le strade cubane, oltre a essere piene di buche, in quella zona, sono anche piene di, pecore, capre, biciclette che si sentono padrone della strada, cavalli, macchine agricole, greggi, mucche, e soprattutto bambini, di tutte le età, inclusi molto molto piccoli, che quindi a volte non si rendono conto del pericolo delle macchine e vi vengono festosamente incontro. Siate quindi molto prudenti e moderate molto la velocità, anche dove vi sembra di poter correre. Fate attenzione anche di notte, quando, la strada pare libera da ciò di cui sopra, ma in realtà non lo è.

A Holguin, città che stanno risistemando architettonicamente, la pressione della polizia nei confronti dei turisti, è notevole, e il loro atteggiamento non è paragonabile, anche nei nostri confronti, con quello della nostra polizia, che in confronto sembra un esercito di educande.

Quello che vi sto per raccontare, fino a qualche tempo fa non sarebbe mai successo, segno che qualcosa sta veramente cambiando.

Stavo tranquillamente mangiando con la mia signora in un ristorante per turisti (si paga solo in “dollari” e anche parecchi per gli stipendi locali, ma c’erano dentro anche parecchie famiglie di cubani) quando irrompono cinque militari di cui uno in borghese. Cominciano a chiedere i documenti a tutti i turisti presenti. Arrivati al mio turno, gli confesso di aver dimenticato il mio passaporto in pensione, che distava pochi passi dal ristorante, e di avere solo un fotocopia. Difatti normalmente non viaggio mai con il passaporto originale, poiché se lo perdi, o te lo rubano, hai finito la vacanza!!! Il personaggio, trattenendo il passaporto della mia consorte, mi dice di andare in pensione a prenderlo e portarglielo (pasto rovinato!!!!).

Dopo poco, tanto avevo quasi finito, glielo porto, e lui, con fare da prima donna e da maresciallo del KGB, mi invita a seguirlo al comando. La mia costernazione è evidente. Cerco di chiedere giustificazioni, gli domando i suoi documenti, visto che è in borghese, ma non c’è niente da fare. Arrivati al comando, con fare non proprio educato, ci mette a sedere. Dopo circa due ore di forzata attesa, ci chiama in una stanzetta arredata da un solo tavolino e tre sedie, una per lui e due per noi. Gli altri 4 miliari sono schierati in piedi con fare minaccioso alle sue spalle.

Comincia a scrivermi una “Carta d’advertencia”, ossia un avvertimento: se mi ritrova senza documenti un’altra volta, posso rischiare l’espulsione dal paese, l‘interdizione, il rimpatrio forzato, o il carcere. Così dice ciò che ho dovuto firmare.

Guardando bene il mio passaporto, al gendarme cubano, gli scappa un ghigno, e con fare minaccioso mi fa capire che il mio passaporto è scaduto e che sono nei guai. Non senza difficoltà, nonostante il mio discreto spagnolo, ma il difficile era riuscire a parlare, tento di spiegargli che non può essere scaduto, perché se lo fosse stato, non mi avrebbero fatto imbarcare sull’aereo (al ceck in lo controllano), non mi avrebbero fatto uscire dall’Europa (altro controllo) e soprattutto non mi avrebbero fatto entrare a Cuba (all’ingresso del paese ci mettono almeno dai 5 ai 10 minuti per guardare il passaporto).

Alla parola “scaduto” l’ufficiale si altera e grida ai militari che gli stavano attorno :”Avete sentito, mi ha detto BRUTO “ (che poi ho scoperto che vuol dire ignorante). Offendere un ufficiale a Cuba vuol dire andare in prigione senza passare dal via. Io e mia moglie, in realtà assieme agli altri militari, ci sforziamo di fargli capire che non gli ho detto BRUTO, ma che il passaporto non è SCADUTO. Passato l’equivoco, e i momenti di tensione, firmo la carta di cui sopra e chiudo la parentesi avventurosa. Vi assicuro che, raccontata così può fare anche ridere, ma al momento, avevo un po’ di sudori freddi. Come vedete, i militari sono veramente ignoranti, penso che gli scelgano stupidi, altrimenti non potrebbero obbedire e far obbedire alla serie di leggi stronze di cui è ricco il paese.

Le spiagge attorno a Holguin sono splendide, più di quella di Guardalavaca, Playa Peschero, è veramente un incanto, nonostante sia sovrastata da due alberghi, con camere da oltre 100 “dollari”, e stranamente, per la storia che vi accennavo prima, non solo piena di turisti stranieri, ma anche di cubani, che soggiornano in questi “incantevoli” alberghi.

Si, forse Cuba continuerà a vedere la mia faccia, ma non certo per il paese che è diventato molto più caro e con servizi sempre più scarsi, per la “Cuba fai da te”, ma per la gente che la abita, sempre straordinariamente amichevole accogliente e bisognosa di tutto.

Ho indicato sempre la parola Dollaro fra virgolette, perché ora la moneta che prima era adorata è fuori legge. L’ha sostituita il Pesos Convertibile, una moneta che vale 24 Pesos cubani, con la quale si comprano i beni considerati di lusso “cioè birra, Cola, Vestiti, mangiare sofisticato come gli spaghetti, la salsa di pomodoro già pronta, o l’acqua minerale. Un Pesos Convertibile valeva, al momento in cui ero a Cuba, 0,92 Euro. Un Dollaro Americano vale 0.8 Pesos Convertibili, essendo la moneta americana, cioè del nemico numero uno, considerata pericolosa. Così infatti Fidel ha giustificato il rincaro della moneta.

Notate che fuori da Cuba il Pesos Convertibile vale poco meno della carta igenica (essendo meno morbida per lo scopo preposto).

Alla prossima avventura!!



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