Cuba: così è se vi piace, ma vi piacerà

Premetto che non siamo amanti dei viaggi organizzati con accompagnatore perché i nostri ritmi e le nostre curiosità mal si sposano con quelle imposte dai Tour Operator. Nel resoconto che seguirà abbiamo voluto accennare brevemente ai luoghi ed i siti visitati, ci sono tante guide che li descrivono sicuramente meglio di noi, dedicando più...
Scritto da: lguar
cuba: così è se vi piace, ma vi piacerà
Partenza il: 27/07/2007
Ritorno il: 10/08/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
Premetto che non siamo amanti dei viaggi organizzati con accompagnatore perché i nostri ritmi e le nostre curiosità mal si sposano con quelle imposte dai Tour Operator. Nel resoconto che seguirà abbiamo voluto accennare brevemente ai luoghi ed i siti visitati, ci sono tante guide che li descrivono sicuramente meglio di noi, dedicando più spazio ad alcune situazioni, a volte curiose ma non sempre simpatiche, che ci sono capitate. Abbiamo acquistato un pacchetto offerto da “Mappamondo Tour” così congegnato: volo Bologna – Fiumicino – Avana con 3 notti (BB) ad Avana, 4 notti (BB) a Varadero e una settimana in libertà. La scelta si è rivelata azzeccata (abitiamo a pochi km da Bologna) infatti la prima settimana è servita di acclimatazione, sia con il clima sia con gli “usi e costumi” locali.

27 luglio Partenza da Bologna verso le 10 (volo Blu Panorama) e dopo 12 ore di volo siamo sbarcati a Avana. L’assistente di viaggio a terra ci ha dato qualche ragguaglio e chiamato il taxi che ci ha accompagnato aI hotel “Raquel” in piena Habana Veja. L’hotel è ottimo sotto tutti i punti di visto: splendida struttura in stile liberty, ottima posizione a meno di un minuto di passeggiata dalla Plaza Veja e circa un quarto d’ora dal Capitolio e dalla Cattedrale. Poggiamo i bagagli in camera e subito fuori per la cena, visto lo scarso lunch sul volo, e una sgranchita alle gambe che sono state piuttosto provate dalla lunga traversata.

28 luglio Ci svegliamo presto dopo un riposo “spezzettato” vuoi per il jet lag vuoi per un allarme che ha suonato per circa un’ora. La sala per la colazione è a piano terra con ampie finestre aperte protette da bellissime inferriate ed è arredata elegantemente (una volta tanto le immagini sul catalogo non tradiscono le aspettative). Terminata l’ottima colazione ci indirizziamo verso la fabbrica di sigari Partagas adiacente al Capitolio. Primo contatto vero con il clima tropicale, l’afa è pressante, il problema non sono certamente i 32-33°C ma l’umidità dell’aria che fanno percepire un temperatura molto più alta inoltre gli scarichi delle “vecchie carrette” completano il tutto. Partiamo bene, la fabbrica è chiusa e riaprirà a metà agosto, chiediamo all’usciere dove si trova la fabbrica Corona, ci risponde che è chiusa anch’essa (col senno di poi, visto che i cubani raccontano spesso sempre mezze verità avremmo potuto verificare, pazienza). Usciamo e ci incamminiamo verso il Barrio Chino che è a pochi passi e subito una coppia ci saluta e attaccano bottone: chiede da dove veniamo, lui dice di lavorare in una fabbrica di sigari mentre lei è insegnate di salsa (pensiamo: ma a chi insegnerà visto che qui ballano salsa anche i sassi?). Si offrono di accompagnarci per le vie della “vera” Avana, fuori dai percorsi turistici. Per prima cosa ci fanno vedere un negozio di alimentari statale, forse per intenerirci, dove gli scaffali superano il numero dei prodotti che contengono poi la chiesa della Madonna del Cobre, in fine ci chiedono se ci va di andare alla festa della salsa. Passi pure che i cubani siano gente allegra e che amino il ballo ma ci pare strano una festa alle 11 del mattino del sabato (a meno che la festa siamo noi!). Ci indicano un locale con le insegne in cinese, ci invitano ad entrare dicendo che lì si serve il miglior mojito di tutta Avana e all’interno sono state girate delle scene del film Buena Vista Social Club. Entriamo, il locale è microscopico e siamo gli unici clienti, la banda per la festa (3 suonatori di numero) sta accordando gli strumenti e ci sentiamo sempre più i “suonati”. Primo giro di bevuta e i due iniziano col loro copione: hanno un figlia di 7 anni, il lavoro per lei adesso scarseggia, fanno fatica tirare avanti e gli alimentari scarseggiano. Lei ci regala la solita moneta con l’effige del Che. Con non curanza accennano che non vogliono venderci dei sigari, ma se noi acquistiamo tramite loro una scatola riceveranno come intermediazione un coupon che consentirà loro di avere molte provviste extra. Decliniamo la proposta ma ci rendiamo disponibili contribuire alla spesa della giornata. I musicisti suonano e passano a batter cassa. Secondo giro di mojito e la tipa esordisce dicendo che il mercato dove va a far spesa è molto distante e forse è chiuso, per evitarci fatica e disturbo ci propone di darle i CUC che convertirà in pesos cubani e poi farà la spesa nei mercati migliori, ci “invita” a cena per la serata successiva a casa sua. Piccolo appunto: abbiamo buttato giù due mojito in poco più di un quarto d’ora, ci sentiamo benissimo e siamo dissetati come avessimo bevuto due gazzose. Che qualcuno “distrattamente” abbia dimenticato di aggiungere il ron? Ora lui si lancia per il terzo giro ma lo stoppiamo dicendo che è ora di riprendere il nostro itinerario e passo alla cassa per saldare. Sorpresa, si fa per dire, 8 mojito ben 48 CUC. Iniziamo a battibeccare con la barista e vengo esortato dalla coppia a pagare perché quello è il prezzo corrente del cocktail e per di più la barista mi dice che non ho nemmeno chiesto quanto costava. A questo punto chiedo di far chiamare la polizia per dirimere la situazione e dietro la nostra insistenza la coppia cambia approccio, come pure la barista, chiedendoci di non farlo perché occorrerebbe troppo tempo (ndr: appena conosciuti ci hanno detto: “ad Avana ci sono 2 milioni si abitanti di cui 1 sono poliziotti!” ed i poliziotti in effetti abbondano) per di più potrebbero aver problemi. A ciascuno il suo. Insisto ancora un po’ e getto sul tavolo 20 CUC, prontamente presi dalla barista. Lasciamo il locale. Appena usciti la “bella coppia” ci chiede di seguirli per completare il giro e prontamente li mandiamo “a spendere”. Continua il giro per la città: Cattedrale, chiesa di san Francesco, Museo Coloniale e un mercato dell’artigianato. È pomeriggio inoltrato e facciamo una sosta su una panchina dei giardini di all’inizio del Malecon.

Ci avvicina un ragazzo ed attacca bottone. Pensiamo: “sarà parente dei due di stamane?”. Per la verità il suo approccio è diverso e sulle prime siamo un po’ “freddini” e pronti a liquidarlo. Continuiamo a parlare: del mio e suo lavoro, dei furbetti che cercano di spillare denaro ai turisti, di quelli che vendono collanine per arrotondare, del tenore di vita e dei problemi di tutti i giorni. Passa un poliziotto che ci interrompe e lo allontana. Abbiamo parlato per circa mezzora e non ha cercato di rifilarci alcunché, siamo dispiaciuti ci sarebbe piaciuto continuare la conversazione che si stava facendo interessante (lo incontreremo l’ultimo giorno nei pressi di un mercato e dopo un brevissima chiacchierata ed aver chiesto se aveva avuto problemi ci salutiamo).

Rientriamo in hotel e doccia ristoratrice, poi usciamo per cercare un ristorante distante dalle vie e piazze più battute dai turisti. Scegliamo un taverna vicina al Capitolio, la cena a base di pollo, riso, fagioli neri, paella di verdure, carne e pesce con birra e acqua minerale di costa circa 14 CUC (per due). Passeggiata conclusiva by night e rientro in hotel.

29 luglio Dopo la colazione prendiamo per il Museo della Rivoluzione percorrendo il Prado dove si sta svolgendo il mercatino alimentare. Frutta esotica, peperoncini, verdure, bottiglie per acqua minerale riempite di salse e carne preparata da esperti macellai vestiti con gli stessi indumenti di color verde indossati di chirurghi negli ospedali. Dulcis in fundo, e in fondo al Prado, gara canina con tanto di prove di agilità, corsa e portamento. Entriamo al Museo della Rivoluzione a all’annesso “Granma Memorial”. Il museo è interessante e racconta con fotografie e didascalie, spesso sapientemente filtrate, la storia di Cuba dalla sua scoperta ai nostri giorni.

L’afa ci sta facendo a pezzi perché il museo non è dotato, ovviamente, di condizionatore. Finalmente un po’ di refrigerio grazie a un breve temporale. Usciamo dal museo e decidiamo di visitare in taxi la zona nuova di Avana, il Quartiere di Miramar prendendo a nolo un Coco–Taxi per un’ora (15CUC) almeno godremo di un po’ d’aria. Il percorso di ritorno ci conduce alla piazza della rivoluzione dove c’è il celebre palazzo con l’effige del Che. Rientro in hotel, doccia e cena, passeggiata by night con mojito nella piazza della cattedrale. E questa volta il mojito è di quelli veri, il ron c’è e si sente! 30 luglio Dopo la colazione ci aspetta il trasferimento con comodo pulman turistico per Varadero che raggiungiamo in un paio di ore di viaggio. L’hotel del pacchetto è il “Cuatro Palmas” (catena Accor) in trattamento BB, ma decidiamo di passare alla formula All Inclusive dopo aver pagato ben 2CUC per una bottiglia di acqua minerale in un negozio di fronte. I negozi nei pressi degli hotel applicano ai turisti prezzi da usura e hanno allineato i prezzi. Sei il “pollo” da spennare e come tutti i “polli” non hai poi troppe chance. La struttura non è nuovissima, la camera è pulita e spaziosa e dotata di grande terrazzo con vista mare e piscina. Giusto il tempo di indossare i costumi da bagno poi e giù in spiaggia. È bellissimo, la sabbia bianca con ombrelloni fatti le foglie di palma, il mare è azzurro intenso l’acqua caldissima. Aspettiamo il tramonto passeggiando sulla spiaggia. Dopo cena passeggiata sul lungo mare: non c’è nulla ad esclusione di alcuni ristoranti/locali per altro quasi deserti, si salva solo il locale/bar “Calle 62” che è proprio di fronte all’hotel perché propone tutte le sere musica dal vivo e richiama turisti e cubani che ballano per strada e sui marciapiedi.

31 luglio e 1-2 agosto Trascorriamo queste giornate in assoluto relax, ci voleva proprio un po’ di tranquillità e riposo dopo le giornate faticose di Avana. Il clima è sempre afoso ma un bel bagno in mare aiuta a combattere la canicola. La colazione a buffet è ricchissima ma non troppo curata, idem il pranzo e la cena. L’ambiente è un tantino sfruttato e pulito appena quanto basta.

L’istmo di Varadero ospita i locali (turisti e residenti) nella parte iniziale poi inizia la zona dedicata agli hotel per stranieri che si sviluppa fino alla punta. Il “Quatro Palmas” si trova all’inizio e questo ci permette, passeggiando, di vedere come vivono la spiaggia i cubani. Ci si rende subito conto che per i cubani l’accessorio indispensabile per la spiaggia è il frigorifero, meglio se di grandi dimensioni, pieno di ghiaccio, ron, birra e lattine di bibita. Visto che la seconda settimana la passeremo in libertà passiamo allo sportello dell’autonoleggio CubaCar per prenotare l’auto, scegliamo una Atos che ci viene offerta a 55CUC/giorno più 10CUC/giorno per l’assicurazione e 25CUC per il drop-off all’Avana. L’impiegato preme per ottenere il pagamento tutto in contante e consegnare l’auto con il pieno già pagato adducendo che quella è la prassi, dopo un breve confronto accetta un pagamento misto, una parte in contanti e una parte con carta di credito. Tutti gli autonoleggio a Cuba sono gestiti dallo Stato, la sua insistenza per il pieno prepagato e il pagamento in contanti si spiega solo così: può farci un po’ la “cresta”! 3 agosto Infatti la mattina della partenza ci telefona alle 8:00 raccontando che la macchina è pronta ma nella notte c’è stato un ritocco delle tariffe 10CUC al giorno, dico che va bene e riattacco.

Dopo aver fatto colazione ci presentiamo per ritirare l’auto e chiedere lumi. L’impiegato ripete che durante la notte c’è stato un aumento e lui non c’entra. Gli rispondo che non c’è problema a patto che mi dimostri, documenti alla mano, quanto asserisce. Riprende col solito copione: il documento non lo ha ancora ricevuto, la notizia gli è stata trasmessa telefonicamente dal suo capo e non è colpa sua. Davanti alla nostra insistenza di visionare i listini nuovi e vecchi cede e ci dice che manterrà il vecchio prezzo sotto la sua responsabilità. Ci consegnerà l’auto alle 11. Spendiamo queste due ore a fare un po’ di acquisti e a fare una telefonata al nostro Assistente spiegando la situazione. Gentilmente ci dice di attenderlo senza ritirare l’auto e che parlerà lui con il noleggiatore. Verso le 11 mezzogiorno l’assistente arriva, si presenta a noi e va parlare a quattrocchi con il noleggiatore. Ritorna e ci dice che è tutto sistemato: possiamo ritirare l’auto alle condizioni pattuite e pagare tutto, nolo e garanzia, con la carta di credito. Salutiamo, ritiriamo l’auto e partiamo per Trinidad.

Dopo circa 4 ore raggiungiamo Trinidad alquanto provati perché le strade non sempre sono in buono stato e comunque abbiamo percorso quasi 350km. Cerchiamo una sistemazione per due notti, purtroppo la casa particular che ci ha consigliato un amico è piena e accettiamo senza pensarci quella a fianco (siamo veramente provati dal trasferimento e parecchio stanchi!). La sistemazione non è delle migliori, la camera ha il bagno ed il condizionatore ma nessuna finestra, ha due porte che danno sulla sala da pranzo e sul corridoio (come lo scambiatore del condizionatore) che è una fornace, in compenso è tutto pulitissimo (biancheria pulita tutti i giorni). Decidiamo di cenare nella casa. La padrona Elizabet è una cuoca eccellente, scelgo l’aragosta e la mia compagna il pollo. La cena è abbondante: 3 cosce di pollo e una bella aragosta in salsa, riso e frioles, verdura fresca in insalata con avocado, banana fritta (platano), banane, mango, papaya e dolce. Lo saranno altrettanto le colazioni e l’altra cena. I prezzi: 25CUC per la camera, 10 CUC/persona per la cena e 4 CUC/persona per la colazione. I piatti sono tutti squisiti ma degno di menzione speciale è il flan di cocco, una nuvola deliziosa! 4 agosto Visita alla città coloniale con tanto di visita ed acquisti al mercato artigianale che si svolge tra le calli e in una piazzetta. Il caldo è ancora più opprimente di Avana. Gli oggetti che si trovano al mercatino sono i soliti, nota particolare la biancheria ricamata a mano (lo deve essere per davvero visto che c’è una cooperativa di donne che ricama ai margini di una piazzetta). Mentre passeggiamo una signora mi ferma per vendermi alcune collanine fatte di semi di piante varie, non che gli oggetti mi facciano impazzire, ma guardando l’abbigliamento della donna si capisce che non se la passa proprio bene quindi acquisto 3 collanine senza nemmeno contrattare (1CUC). La donna non mi molla più e chiede qualcosa per il figlio: abbigliamento, penne biro, carta da scrivere, euro (per la collezione dice, boh!), scarpe e mi mostra le sue. Sono messe peggio dei suoi abiti. Decido di lasciarle le tennis di riserva (un amico mi ha detto che è matematico che qualcuno in spiaggia prenda in prestito le tue tennis dimenticando di restituirle) sono ovviamente usate, ma paragonate alle sue sembrano nuove. Le lascio le scarpe, un po’ di fogli di carta e una vecchia maglia. Problema, appena effettuata la consegna dietro lei spunta un’altra donna, forse l’amica che ripete il copione e insiste, mi segue e non molla, do un’occhiata ai suoi abiti e scarpe, sono quasi peggio di quelle dell’altra e decido di comprarle le collanine (identiche alle precedenti). Al termie della giornate avremo 10 collanine! Le regaleremo alle amiche appena rientriamo in Italia.

Visitiamo la cattedrale, il museo dell’architettura e la fantastica casa Brunel (Museo Romantico). È uno splendido edifico a fianco della cattedrale con ancora gli arredi e le suppellettili originali di una eleganza e sfarzo unici, amalgamati con armonia sublime; sembra di entrare in una casa un attimo dopo che padroni e domestici sono usciti per una passeggiata. La sera, dopo cena, decidiamo di andare alla Casa della Trova ad ascoltare musica e ballare. Il locale non è grande ed è ricavato nel cortile interno di una abitazione coloniale, è coperto da un pergolato con piante rampicanti e fiori. Troviamo un tavolo per due di fianco all’orchestra. L’atmosfera è bellissima e i complessi si susseguono, i ritmi sono sempre diversi, salsa, son, cià-cià-cià, la gente balla e canta. C’è un ragazzo col pizzetto che ha la musica nel DNA, suona il contrabbasso. Praticamente ha suonato con tutti i complessi. Fa qualche pezzo, balla con la ragazza, si siede al tavolo con gli amici per bere qualcosa poi si alza gironzola attorno all’orchestra prende lo strumento si mette in disparte e accompagna. Alle volte sono gli artisti dei complessi o i solisti a chiamarlo per accompagnare, fa un po’ il prezioso e mima che è stanco, ma in un attimo è sul palco più pimpante di prima! Credo che non dimenticheremo mai questa serata.

5 agosto Lasciamo la casa di buon ora diretti verso Playa Ancon per imbarcarci in catamarano e raggiungere Cayo Blanco, un isolotto con barriera corallina. La traversata dura un’ora circa. Facciamo snorkeling su una punta dell’isola, ci sono parecchi pesci e coralli (vivi) e una infinità di minuscole meduse (per fortuna innocue) ma la visibilità, forse per la corrente, non è delle migliori comunque i tre quarti d’ora a disposizione passano velocemente. Rientriamo al cayo per il pranzo che risulta veramente di scarsa qualità: risotto scotto con micro gamberetti e pezzi di pollo, completamente insipido. Poca frutta e verdura. Ci domandiamo: “Che fino hanno fatto le aragoste promesse al pagamento del biglietto (40CUC/persona) che ho visto caricare sul catamarano?” Di sicuro non sono andate perdute! Rientriamo all’imbarcadero verso le 17, saliamo in auto e ci dirigiamo verso Cienfuegos che dista circa un’ora. Sulla strada acquistiamo alcune bananine squisite. Arrivati a destinazione cerchiamo una sistemazione, l’hotel Union è completo e l’Azul in ristrutturazione. Un ragazzo si offre di accompagnarci, senza impegno, a vedere una casa particular a sua opinione bellissima ed in una zona tranquilla, lo seguiamo. È una villetta stile americano anni 50 rosa confetto sull’istmo che conduce a Punta Gorda, la camera è spaziosa con condizionatore, bagno e frigorifero. È pulitissima. I prezzi: 25CUC per la camera, 8-10 CUC/persona per la cena e 3 CUC/persona per la colazione. I proprietari Carlos ed Anamaria (indirizzo internet: lilyanet2006@yahoo.Es) sono simpaticissimi e disponibili. Decidiamo di cenare in casa. La scelta di cenare nelle case particular non è soltanto dettata dal fattore economico ma soprattutto dai sapori dei piatti. Durante il nostro viaggio nessun ristorante è mai stato all’altezza delle cene preparate nelle case.

6 agosto Cienfuegos è all’interno dell’omonima baia ed è una città industriale (i pennacchi neri delle ciminiere che tagliano il cielo azzurro lo testimoniano) e portuale. La città è molto pulita e il centro è quasi tutto ristrutturato e ricco di negozi (con gli scaffali pieni). Sul corso pedonale c’è addirittura la ludoteca Pinocho, strano ma vero, per i più piccoli. Il pomeriggio ci dirigiamo al celebre orto botanico, siamo accompagnati dall’agronoma che ci illustra le caratteristiche, anche curiose, di alcune piante. Il caldo pomeridiano rende faticosa la visita ma ne vale al pena.

7 agosto La sera precedente abbiamo fatto quattro chiacchiere con Carlos che ci ha consigliato di visitare il parco “Mariposa” al cui interno ci sono splendide cascate dove è possibile fare il bagno e rinfrescarsi. Per rendere più facile e romantica la visita ci consiglia di andare al lago Habanilla, noleggiare una lancia, fiancheggiare il lago e raggiungere il Parco. Durante il viaggio carichiamo alcuni autostoppisti che fanno da navigatori. Tutto il paese fa l’autostop e “caricare” qualcuno può essere piacevole per scambiare due parole e molto utile per le indicazioni stradali. Unico consiglio nostro, ma è solo buon senso, è di non farlo con i bagagli a bordo, come si dice: “ l’occasione fa l’uomo…”.

Raggiungiamo il lago e l’imbarcadero, ci sono le lance, ma manca il carburante. Pazienza, risaliamo in auto e decidiamo di prendere la “carretera de montagna” come la chiama Carlos. Sono 18 km, che detto così non preoccupano, ma solo il primo tratto di strada si presenta asfaltato con buche, poi man mano si procede diminuisce l’asfalto e crescono le buche. Gli ultimi km sono di strada bianca piena zeppa di sassi e buche. Il tratto finale è parecchio ripido con molti e lunghi sali/scendi che rendono la guida piuttosto impegnativa per un’auto come la Atos. La fatica è ben ripagata dal paesaggio offerto dalla foresta tropicale. L’ingresso al parco costa 5 CUC/persona e il parcheggio (1CUC). Il parco è bellissimo, la foresta tropicale si mostra in tutto il suo splendore con meravigliosi e profumati fiori di mariposa. Raggiungiamo alcune cascate con salti diversi (non aspettatevi le Niagara o le Marmore). Il percorso è ben segnalato e si possono raggiungere le sorgenti del fiume. A metà pomeriggio ci rinfreschiamo indossando i costumi da bagno e raggiungendo la base di una cascata. 8 agosto Durante la permanenza ad Avana ci avevano detto che dal 4 al 13 agosto si svolge il carnevale e che, anche se non sfarzoso come quello di Santiago, non è da perdere. Decidiamo di avvicinarci ad Avana e raggiungere le playas del est per l’ultimo bagno di sole e in mare.

Raggiungiamo nel primo pomeriggio le playas e cerchiamo una sistemazione, ci dà una mano l’impiegata dell’ufficio Informazioni di Guanabo. È alta stagione dopo numerosi tentativi riesce a trovare una casa particuar. La casa non è un granché, ha il bagno in comune con l’altra camera, è un distante dal mare ma almeno è in una zona tranquilla. Lasciamo i bagagli e andiamo alla playa. La spiaggia è bella e frequentata in massima parte dai locali ma un tantino sporca, infatti durante la nostra passeggiata abbiamo visto spiaggiato alcuni “pesci”: pesce pollo con piume (2 esemplari), pescecondom (parecchi esemplari), pesci bottigliadiron (interi e a pezzi) e pesci lattina (a iosa). È un peccato perché la spiaggia con le dune, le palme e il mare azzurro è bellissima. L’indomani faremo una passeggiata sulla spiaggia in direzione Santa Maria. La spiaggia risulterà più pulita.

Ceniamo in casa e decidiamo di tentare di raggiungere Avana, che dista meno di una trentina di km, per vedere il carnevale. Per la verità nutriamo poche speranze visto che mancano completamente l’illuminazione e soprattutto i segnali stradali. Unico cartello stradale che incontriamo indica “tunnel km 16” e dopo circa 16-18 km di tunnel nemmeno l’ombra. Decidiamo di rientrare e ci riusciamo solo grazie alle indicazione di alcune persone. Prima di rientrare, sono circa le 23, facciamo un salto al paese di S. Maria per bere qualcosa, ci sono due chioschi, deserti, che stanno chiudendo. Ci spostiamo a Guanabo, stessa situazione, è tutto buio e quel paio di locali che vediamo stanno abbassando le serrande. Il messaggio è chiaro: si va a nanna! 9 agosto Facciamo i bagagli e ci spostiamo ad Avana. Cerchiamo un hotel in centro perché vogliamo assolutamente vedere il carnevale. Troviamo sistemazione all’hotel “Inglaterra” (120CUC in BB), la camera è sulla piazza, la vista è ottima come altrettanto il rumore e l’odore dei gas di scarico! Passeggiata per la città a fare gli ultimi acquisti. Dopo cena ci incamminiamo verso il Malecon per vedere carnevale. Delusione. Il Malecon è tutto transennato, i poliziotti, numerosissimi, incanalano gli spettatori sulla via parallela e solo tramite alcune strade trasversali è possibile raggiunge la zona dove c’è la sfilata. Bande e carri (veramente poveri come ci aspettavamo) sono tenuti separati tramite parapetti e polizia. Avanzano a compartimenti stagni (come le navi che attraversano le chiuse di un fiume). Il clima non ci sembra particolarmente festoso, le rappresentazioni e le musiche sono elargite col contagocce (una vera pizza). Dopo un mezzora decidiamo di ritirarci.

10 agosto Come preventivato trascorriamo la notte tra clacson e rumori vari e il puzzo dei gas di scarico. Prepariamo i bagagli, facciamo colazione (ottima) e ultima passeggiata per la città. Visitiamo il museo di arte moderna a pochi passi dall’hotel. Raccoglie numerose opere dal 1600 a oggi. A nostro parere l’ala più interessante è quella dedicata agli artisti contemporanei. Il museo è moderno, ben illuminato e dotato di aria condizionata (l’unico, credo, in tutta Cuba), trascorriamo un paio di ore veramente piacevoli. Usciti dal museo ultima breve passeggiata per Avana Veja. La vacanza volge al termine, carichiamo i bagagli in auto e via all’aeroporto.

NOTE Per la prima volta abbiamo scelto la guida “Ruogh Guides” del tutto simile per altro alla “Lonely planet”. Ci siamo trovati in sintonia con l’autore per quanto riguarda l’importanza e le descrizioni dei luoghi di interesse visitati. In un paio di occasioni abbiamo trovato hotel o musei o siti chiusi per ristrutturazione ma non è colpa di nessuno. Unico punto che non ci ha trovato d’accordo è la descrizione del carnevale. Alcuni consigli, se possono esser considerati tali:  chiedete sempre quanto costa la tal cosa, o il pasto, e contrattare sempre il prezzo;  diffidate delle coppie “lui&lei” che vi invitano alla festa della salsa se volete evitare di perdere tempo e qualche CUC (abbiamo poi replicato l’esperimento, fermandoci all’ingresso del locale, ottenendo sempre il medesimo risultato: nel locale è stato girato Buena Vista Social Club, si serve il miglior mojito dell’Avana, lui arrotola i sigari e lei è maestra di salsa, hanno una figlia di 6 – 8 anni);  la rete stradale: mancano quasi totalmente i segnali stradali e la segnaletica orizzontale quindi per evitare di girare a vuoto chiedete spesso se state percorrendo la strada giusta. Evitate gli spostamenti notturni soprattutto fuori città, non rischierete di urtare qualche animale o di danneggiare l’auto entrando in una grossa buca;  evitate i locali per turisti nel cuore di Avana Veja, sono sicuramente molto graziosi ma costosi per quello che offrono (l’ultima sera abbiamo cenato e pagato un conto relativamente salato, per ogni ½ litro di minerale hanno chiesto ben 2CUC! Più 10% di servizio):  trascorrete una serata presso una “casa della trova”, sarà un ricordo indimenticabile;  se volete trascorrere qualche giorno ad Avana scegliete hotel o case particular in zone defilate non su strade importanti, riposerete e respirerete un po’meglio (di Avana non si dimentica il cattivo odore degli scarico);  Tenete sempre qualche Euro in tasca, il cambiavalute del duty free oltre la dogana dell’aeroporto non effettua il cambio con la carta di credito e le tavole calde e bar accettano solo contante; Infine non dimenticate che in ciascuno di noi vive un “pollo” e chi vi sta di fronte cercherà di spennarlo. Non temete, comunque vada la fregatura il tutto si risolverà con pochi CUC o Euro e poi … una bella risata! Buon viaggio e buon divertimento.



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