Cuba, eres en el alma

Il viaggio a Cuba con mia mamma è cominciato il 17 marzo 2007 con un volo, lunghissimo, della Livingstone alle 10.30. Il ritardo era di un’oretta circa, ovvero nella norma, unica scocciatura lo scalo ad Holguin dove si perdono circa due ore tra una cosa e l’altra. Volo confortevole, buono il cibo, personale gentile e bei film. Giusto per non...
Scritto da: courgette
cuba, eres en el alma
Partenza il: 17/03/2007
Ritorno il: 25/03/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Il viaggio a Cuba con mia mamma è cominciato il 17 marzo 2007 con un volo, lunghissimo, della Livingstone alle 10.30. Il ritardo era di un’oretta circa, ovvero nella norma, unica scocciatura lo scalo ad Holguin dove si perdono circa due ore tra una cosa e l’altra. Volo confortevole, buono il cibo, personale gentile e bei film. Giusto per non smentire la mia sfortuna fantozziana però, mi sono rovesciata un bicchiere intero d’acqua dentro la scarpa mentre dormivo, e in più avevo la presa delle cuffie un po’ difettosa, quindi mi son guardata “Il diavolo veste Prada” con un una gamba sul bracciolo per tenere in tensione il cavetto delle cuffie..Comunque è passata bene. Arrivate all’aeroporto dell’Avana ci aspettavano altre due ore buone di pulmann per Varadero; era tarda sera e la temperatura era tutt’altro che estiva, con un vento freddo. Il villaggio dove siamo state era il Playa Alameda con Eden Viaggi; enorme e bellissimo, curato nei dettagli con tantissimo verde e belle strutture. Bravi nell’intrattenimento serale, gentile il personale, ci siamo trovate davvero bene. La camera poi era grandissima e molto confortevole. Ogni mattina le cameriere lasciavano sopra il letto delle composizioni fatte con gli asciugamani e fiori freschi raccolti nel parco.

Il primo giorno, domenica, l’abbiamo passato in spiaggia, il tempo era buono e il mare aveva dei colori davvero bellissimi, dal turchese al verde. In acqua si stava benissimo. Capisco però chi dice che il mare a Varadero non è bello, perché purtroppo il secondo giorno c’è stata una perturbazione e da quel momento in poi il mare è sempre stato mosso e non aveva più gli stessi colori, fortuna che l’abbiamo visto bellissimo almeno una volta! Le prime due sere faceva davvero freddino e per cena uscivo bardata di tutto punto, addirittura con maglione e giacchina; certo si vedevano comunque super spacchi e scollature, ma penso che fosse più un fatto di autoconvincimento, perché faceva davvero freddo. Un piccolo aiuto contro il freddo ce lo dava l’all inclusive dell’albergo, grazie al quale ho sperimentato un po’ tutte le varianti in cui viene impiegata quella che loro chiamano “la medicina” ovvero il rhum. Niente a che vedere con i cocktail super alcolici che si trovano da noi, lì sono molto più leggeri come ci diceva la nostra guida, però per chi non è abituato come noi due, l’effetto di riscaldamento corporeo è assicurato. La cucina del villaggio era buona; in molti mi avevano detto che era un pò ripetitiva e in effetti è vero, però c’erano sempre tantissime cose da scegliere e soprattutto non mancavano mai gelato, pasta e fettine di carne, pesce e gamberoni cucinati al momento alla griglia. E poi assolutamente imperdibili le cene nei tre ristoranti à la carte (Don Alfredo, Romantico e Mediterraneo) dove si mangia benissimo e non ti fanno mancare nulla.

Lunedì il tempo era variabile quindi nel pomeriggio abbiamo visitato Varadero, che non ha un vero e proprio centro ma è comunque carina, con tanti piccoli mercatini di artigianato locale. Da vedere la “Casa di Al”; casa tipica, con una vista mozzafiato sul mare, adibita a ristorante; si dice (la guida non era molto convinta..) che qui abbia abitato Al Capone. E poi finalmente, martedì, l’Havana, con un’escursione super intensa prenotata in albergo (circa 45-50€ senza il pranzo) . Abbiamo scelto l’opzione senza pranzo così da poter avere un po’ di tempo libero; città bella e ricca di contraddizioni come tutta Cuba, caotica eppure immobile, ferma nel tempo; ricchi alberghi che si mescolano ad edifici fatiscenti e tanti tanti colori, suoni e profumi. Nella mattina abbiamo fatto il giro della città vieja, partendo dal palazzo del presidente abbiamo visto il Floridita, Parque Central, Capitolio Nacional, hotel ambus mundi dove c’è una raccolta di foto di Hemingway e una terrazza da cui si ammira la città, Plaza de San Francesco, Plaza de Armas, Plaza de la Catedral, la Bodeguita del Medio; abbiamo anche visto i festeggiamenti di due sposi, cerimonia pagata dallo stato, così come tutto il resto, dall’istruzione a la sanità, eccetera. Sono solo due le proprietà che può avere un cubano (che ha soldi da spendere) ovvero macchina e casa; tutto il resto è di proprietà dello stato. Come ci diceva la nostra guida, a ciascun cubano, sin da quando è piccolissimo, viene assegnata una scheda con la quale i cubani hanno diritto a razioni quotidiane di cibo, pollo, riso, latte ed altri alimenti. Scuola, divise, libri, interventi in ospedale, medicinali e molto altro è tutto pagato dallo stato. (Ecco spiegato il perché del loro entusiasmo quando ci siamo presentate con borse intere piene di saponette, penne, spazzolini, occhiali, magliette, trucchi; soprattutto durante il tour delle tre città.) Approfittando dell’ora libera che avevamo a disposizione abbiamo fatto un giro nella parte un po’ in periferia; i colori e la musica non mancano mai, però alcune zone sono davvero decadenti. Abbiamo pensato di fermarci a mangiare qualcosa ma alla fine abbiamo optato per una bibita in velocità dopo aver visto che il nostro tavolo era praticamente un parcheggio di mosche…Morale: meglio sempre farsi suggerire qualche posto dalla guida..

Nel pomeriggio abbiamo visitato la città nuova, Plaza de la Revolucion e un bel tour panoramico con il pulmino, passando per il lungomare, El Malecon e la famosa via La Rampa.

La Habana è una città che sicuramente vale la pena di visitare, fiera e dignitosa, solare e variopinta, ricca di storia.

Al ritorno nel nostro villaggio (non si può non sentirsi fortunati in mezzo a tanta ricchezza dopo aver visto da vicino la miseria; una sensazione che ci accompagnerà per tutto il viaggio) ci aspettava la cena prenotata nel ristorante italiano Da Alfredo…Una meraviglia, sia la struttura che il cibo. Cameriere assolutamente adorabili. E poi solito appuntamento al teatro del villaggio, dove ogni sera facevano uno spettacolo diverso. Onore al merito, gli spettacoli erano davvero divertenti, soprattutto grazie alla simpatia degli animatori e alla bravura del corpo di ballo e dei tanti musicisti.

Il giorno seguente, mercoledì, sarebbe stato il giorno dedicato al “nulla” ovvero a vita da spiaggia in tutto relax; però il tempo è stato un po’ inclemente quindi ho deciso di partire di buon’ora alla volta di Varadero, sia per il tempo sia per prendere qualche regalo visto che all’Habana non avevo visto nulla. Maledetta la volta che ho deciso di partire così presto…Ho fatto un pezzo di strada a piedi per poi prendere l’autobus ma a mezza (per modo di dire) strada mi sono accorta che la prima corsa dell’autobus passava mooolto più tardi. Per questione di orgoglio ho comunque deciso di andare avanti, finché finalmente non sono riuscita a salire, dopo un’ora e mezza, sull’autobus, con i piedi disastrati dall’infradito e dalla lunga passeggiata ai bordi della strada, tra fogliame ed erbacce…In effetti non è stata una grande idea. In più c’è da considerare che a Cuba, i mezzi statali hanno il dovere di caricare i cubani che sono a bordo strada e chiedono un passaggio; quindi tra autobus locali (sono sempre stracolmi letteralmente di persone) e tra mezzi statali ogni volta che passavano mi davano una strombazzata pensando che dovessi salire..; ovviamente questi mezzi sono solo ed esclusivamente per i cubani; e anche in questo si respira purtroppo la differenza che divide il cubano dal turista..

Comunque, quando ormai l’obiettivo “shopping estremo” era vicino, mi sono resa conto che le bancarelle che avevo visto due giorni prima non c’erano più…Tutto cambiato! Probabilmente si alternano..Quindi ho dovuto adattarmi a quello che ho trovato. In più, mi ero portata sul groppone una borsa piena di magliette e saponette da dare ad una signora che me li aveva chiesti, ma non sono riuscita a trovarla e ho riportato tutto di nuovo in albergo…Il ritorno fortunatamente è stato molto più veloce, con l’autobus a due piani.

Giovedì abbiamo fatto l’escursione delle tre città (circa 70/80 euro): Cienfuegos,Trinidad e Santa Clara.

Come previsto è stata una sfacchinata, anche considerando l’alta temperatura di quel giorno. Il centro di Cinefuegos è molto carino, con questi palazzi dai colori tenui e gli alberi tutti in fiore, una parentesi di (apparente) benessere per poi passare a Trinidad dove davvero ci si accorge del livello di miseria che c’è.

E’ qui che mi sono portata i due zainetti con dentro magliette, saponette, dentifricio, occhiali, caramelle, un po’ di tutto. Ti si stringe il cuore a vedere come ti siano riconoscenti per così poco. A dire il vero mi sono anche spazientita perché quando vedono che hai qualcosa da regalare ti sommergono letteralmente..Però come non capirli del resto. La guida si è scocciata quando ha visto che davo delle penne ad un signore, perchè diceva che poi loro le rivendevano ad altri; ma penso che lo dicesse per una sorta di orgoglio nazionale per così dire..Sinceramente penso che in ogni caso ne avessero molto più bisogno di me, quindi non c’ho pensato due volte a svuotare gli zaini.

Diverse zone al di fuori della parte più turistica, anche molto centrali, versano in stato di semi-abbandono e sono lo specchio di un disagio diffuso nella città e in tutto il paese; la parte più vecchia della città è quella meglio preservata. Infine Santa Clara, famosa per la battaglia del 1958 in cui i rivoluzionari capeggiati da Che Guevara sconfissero l’esercito di Batista; qui c’è un museo con foto e materiale vario, interamente dedicato a Che Guevara, oltre a custodire la sua tomba.

Nella strada di ritorno verso Varadero la nostra guida c’ha fatto fare un giro alternativo, percorrendo una strada stile montagne russe, per visitare Topes De Collantes; c’era una vista meravigliosa dall’alto… una distesa infinita di vegetazione che circondava lo specchio d’acqua dei laghi…Dev’essere una zona davvero bella da visitare. La sera ci attendeva un’altra cena prenotata in uno dei ristoranti alla carte, il ristorante “Romantico”…L’ambiente era splendido, curato nei dettagli, personale come al solito gentilissimo, cibo buono, forse non molto abbondante.

Il giorno seguente, venerdì, ci attendeva l’ultima delle tre escursioni, la gita in catamarano (circa 70/80 euro). Il porticciolo era vicinissimo al nostro hotel, quindi essendo le prime ad arrivare ci siamo scelte il posto top nel catamarano. Mi aspettavo più che altro un baraccone, invece era bellissimo.

Le consumazioni era comprese, e in più verso le undici c’hanno dato un panino al prosciutto e un dolcetto…Trattamento di tutto rispetto (del resto l’escursione è abbastanza cara) e in più l’equipaggio era giovane e simpaticissimo, con musica cubana dall’inizio alla fine a tutto volume.

Sapevo che nell’escursione era compresa la visita ad una baia con i delfini, ma mi immaginavo qualcosa di tristissimo…In realtà è stato fan-ta-sti-co!! Dopo un piccolo momento di indecisione, vuoi per l’acqua fredda del mare, vuoi perché comunque non è che siano proprio dei pesciolini, mi sono buttata in acqua per fare il bagno con i delfini…Bhe una sensazione indescrivibile, spuntavano fuori all’improvviso dall’acqua, si facevano accarezzare…Mi sono fatta fare una foto che tengo tuttora sulla mia scrivania per guardarla ogni tanto, troppo bello! Altri delfini li abbiamo trovati anche in mare aperto, mentre seguivano il nostro catamarano. Poi abbiamo fatto una sosta per fare un po’ di snorkeling con l’attrezzatura che c’era a bordo. Il fondale era bello e si vedeva benissimo, peccato però che in quel momento il sole fosse sparito, quindi l’acqua aveva un colore verde scuro; ma la delusione è stata ben presto compensata dal paesaggio paradisiaco che ci si è presentato avvicinandoci a Cayo Blanco..Uno spettacolo!! Sabbia bianca (immagino che gli abbiano dato questo nome per qualche motivo…), mare dalle mille sfumature. Bastava spostarsi leggermente dalla parte più affollata per avere tutta la spiaggia per sé. Peccato solo avessimo poco tempo. Nell’escursione era compreso anche il pranzo, a base di riso, aragosta, gamberoni, patate fritte, dolce ed anche qui consumazione no-limits…Tutto buono, specialmente il pesce, ma la cosa più bella era mangiare con vista fronte mare, e che mare! Insomma, ero partita poco convinta di quest’escursione, in realtà si è rivelata uno dei punti forte di tutta la vacanza. Poi, al ritorno in albergo, doppia cena: prima al buffet per placare la fame delle 19, poi ore 21 appuntamento al ristorante “Mediterraneo”; a parte i tempi biblici che passavano tra una pietanza all’altra, e il cameriere che continuava ad insistere di avermi visto in un film spagnolo, la cucina era super…Tutto a base di pesce, tra cui una fantastica zuppa. E così è arrivato anche sabato, il nostro ultimo giorno; siamo riuscite comunque a passare la mattinata al mare, poi verso le due abbiamo cominciato il lunghissimo tour de force che c’avrebbe riportato a casa domenica sera, tra ritardi, qualche disagio (tutto il contrario che all’andata), ma soprattutto con la tristezza che accompagna ogni viaggio di ritorno..

Nel complesso: è stato un viaggio che meritava, per l’unicità di Cuba, gli splendidi paesaggi e il calore della sua gente, e anche per quello che ti lascia a livello umano.

Il villaggio lo consiglio vivamente, personalmente ci siamo trovate benissimo e poi sembrava davvero di essere in un parco, immerso nel verde. Le escursioni sono da fare, per non rischiare di fare tutte quelle ore di aereo e ritrovarsi a fare i tipi da spiaggia; c’è così tanta ricchezza di paesaggi che non si rischia mai di stancarsi.



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