Viva Cuba

PREMESSA La destinazione cubana non è mai stata una mia priorità, è nata un giorno tra amici sulla spiaggia. Forse per questo non ho percepito la tensione che anticipa la partenza, dovuta alle aspettative e alla voglia di vedere un paese a lungo sognato. Cuba è un isola contraddittoria dove è più difficile che in altri posti sentirsi...
Scritto da: gregori72
viva cuba
Partenza il: 14/01/2007
Ritorno il: 28/01/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
PREMESSA La destinazione cubana non è mai stata una mia priorità, è nata un giorno tra amici sulla spiaggia. Forse per questo non ho percepito la tensione che anticipa la partenza, dovuta alle aspettative e alla voglia di vedere un paese a lungo sognato.

Cuba è un isola contraddittoria dove è più difficile che in altri posti sentirsi veramente come parte integrante del luogo; la doppia moneta, le tante persone che ti avvicinano solo per ricevere qualcosa in cambio e molti altri particolari la rendono una meta più ostica di altre per i viaggiatori zaino in spalla che amano perdersi nelle sfumature del paese che visitano. Non per questo però è una meta da scartare, per chi riesce a scrutare al di là del muro Cuba è un luogo che sa ancora regalare emozioni…Che lentamente ti entra dentro…

Il titolo del mio racconto “Viva Cuba” nasce, dopo giorni passati a pensare, in modo del tutto naturale e semplice riguardando una delle foto del viaggio.

Viva Cuba, come citava una delle tante scritte inneggianti alla rivoluzione che si trovavano sparse per l’isola.

Viva Cuba perché, con tutti i suoi pregi e difetti, l’isola e i suoi abitanti rimangono comunque unici. 14 Gennaio 2007 Arrivo L’aeroporto dell’Avana è simile ad altri già visti, l’unica cosa che salta al naso appena scesi è il dolciastro odore di sigaro che giunge a darci il benvenuto. Il buio della sera confonde i contorni, e l’aria che ci arriva addosso e ci entra nelle narici è quella inconfondibile del Centro America. Appena imboccata la strada però, nonostante siano solo le 7 di sera, poca gente affolla i lunghi viali illuminati da sporadiche luci e adornati solamente da qualche cartellone pubblicitario inneggiante la rivoluzione.

Corriamo sul nostro taxi (una vecchia Lada) verso la città e subito ci rendiamo conto di quanto siano asfissianti i gas di scarico delle rade auto in circolazione. Avvicinandoci al centro le strade si affollano sempre più di persone a piedi con il pollice alto in cerca di un passaggio, arrivando persino a gettarsi in mezzo alla strada incuranti del pericolo.

Impieghiamo circa 20 minuti per arrivare a destinazione; il quartiere del Vedado ci appare sicuramente più buio e fatiscente di quello che ci saremmo aspettati. Anche la casa ci lascia un po’ perplessi, ma in fondo dobbiamo rimanerci poco più di 24 ore e nei nostri viaggi ci sono capitati posti ben peggiori.

Stanchi dopo il lungo viaggio andiamo a dormire, mentre la nostra prima immersione nelle strade cubane riecheggia con i suoi rumori che filtrano dalla finestra.

15 Gennaio 2007 L’Avana La notte scorre tranquilla, interrotta solamente di tanto in tanto dal rumore del vecchio frigo arrugginito che abbiamo in camera.

La colazione preparataci da Violeta, la padrona di casa, è ricca e abbondante; lei sedendosi con noi e incominciando a parlarci dà subito prova del carattere a dir poco socievole dei cubani. Come molti di loro parla velocemente mangiandosi qualche parola e la cosa rende un po’ più difficoltosa la comprensione. Ci mette in guardia soprattutto da chi tenta di venderci qualcosa per strada o cerca di cambiare denaro e le ultime raccomandazioni le riceviamo da suo genero che però più che cubano, dall’aspetto sembra tedesco! Alle 9.30 siamo già in strada e percorrendo la Calle 26 con il primo sole del mattino che ci sbatte sulla faccia, andiamo dritti verso il terminal della Viazul.

Purtroppo nonostante tutte le raccomandazioni lette a casa e quelle di Violeta riusciamo, nel mattino cubano, a farci fregare, colpiti dritti al cuore prima che fossimo riusciti ad attivare la mente.

Il nostro avventore prima ci affianca mettendosi a parlare con disinteresse, ci racconta di essere un professore e ci regala un giornale e 2 monete da 3Pcu con raffigurato il Che. Prosegue idolatrando gli italiani a confronto con francesi e tedeschi, e ultimo ma non ultimo ci dice che proprio oggi è diventato padre e sta andando all’ospedale a trovare sua moglie. A questo punto ci saluta dicendo che va di fretta, ma dopo qualche passo torna indietro chiedendoci aiuto e ci mostra una bomboletta di Ventolin (noto medicinale salvavita x asmatici). Ci dice che sua moglie soffre di asma e vorrebbe portarle un dono. Essendo Linda asmatica, sapendo cosa si prova ad essere colti da una crisi e non poter fare affidamento sul broncodilatatore ci siamo fatti impietosire e abbiamo preso insieme a lui la via della farmacia. Durante il tragitto continua parlarci del problema e a raccontarci di quanto siano costosi certi medicinali a Cuba. La farmacia però si trova in un’altro quartiere e dopo estenuanti trattative, dove lui si inginocchia supplicando, ci lasciamo spillare 20Cuc. Baci e abbracci di rito come ringraziamento, e a quel punto lui se ne va di corsa lasciandoci proprio nel medesimo istante con l’amaro in bocca e la sensazione di esserci fatti fregare! A pochi passi un vecchietto che pulisce la strada ci guarda, lì immobile appoggiato alla sua scopa, con gli occhi di chi dice: vi siete fatti ingannare brutti polli che non siete altro! Ci avviciniamo e chiediamo conferma del nostro dubbio e a questo punto inizia una predica dai toni accesi. Ci dice più volte di parlarci come un padre e maledice i giovani che non hanno voglia di fare niente se non andare in giro a truffare i turisti; lui sono 30 anni che pulisce le strade per 10Cuc al mese e questo governo non ha mai fatto mancare le medicine e gli ospedali a nessuno. Per finire si congeda dicendo che se lo rivede passare lo accetta con il suo machete! Dopo la parentesi a dir poco movimentata riprendiamo la 26 e arriviamo al terminal Viazul dove dobbiamo attendere quasi un’ora perché hanno appena disinfestato i locali. Riservati i biglietti e rifiutata l’offerta di un taxi che chiede 8Cuc per l’Avana Vieja, ripartiamo a piedi in direzione calle 23. Dopo 500 mt troviamo un taxi onesto che con tassametro copre lo stesso tragitto per 4Cuc! La 23 è una delle spine dorsali della città, nasce tra Nuovo Vedado e Miramar e attraversando il Vedado scende verso il Malecòn tra case e locali di ogni tipo. Costeggiamo Habana Centro che è forse il quartiere più fatiscente; come dice la Routard “sembra Beirut dopo i bombardamenti” e vi posso giurare che rende molto bene l’idea! Infine arriviamo ad Habana Vieja, dove alcuni palazzi sono in fase di ristrutturazione, qui i palazzi ristrutturati, in tutto il loro splendore coloniale, giocano alla “bella e la bestia” senza soluzione di continuità con quelli ancora da ristrutturare. La maggior parte della storia cittadina si trova in questo quartiere: cattedrale, monumenti, antichi palazzi del potere e piazze.

La prima impressione che si ha dell’Avana è quella di una vecchia signora in attesa e adagiata sul mare. In attesa non si sa bene se di qualcuno che le rifaccia il trucco, qualcuno che la protegga dal tempo che inesorabile la divora, o se in attesa di crollare su se stessa avvolta nella sua lenta vita e dalle sue case fatiscenti.

Certo le facciate delle case non rispecchiano l’abilità che i cubani mettono nel sopravvivere, la stessa abilità che permette a vecchie Pontiac, Chevrolet e Cadillac di circolare ancora per le strade invece di stare in qualche museo o nel garage di un collezionista.

Un bello schiaffo al consumismo non credete?! Gli attacchi da parte dei Jineteros (termine indicante tutti i cubani che tentano di trarre profitto da voi, spesso ingannandovi) non sono asfissianti come letto da qualche parte, tuttavia nell’arco della giornata ne respingeremo diversi tra cui uno arrivato ad affermare che a Cuba circolano 3 monete! (ovviamente lui sarebbe stato in grado di procurarci quella di cui non eravamo a conoscenza). Uno ci ha addirittura fermato dicendoci quando siamo arrivati e dove alloggiamo, cercando poi di indagare su cosa stavamo cercando! Quello che rende l’Avana e Cuba in generale diversa dal resto dell’America Latina è la quasi totale mancanza di negozi e supermercati o similari.

Dopo aver girovagato un po’, ci infiliamo in Calle Obispo. La via è una miscela di locali per turisti, venditori, baracchine per cubani e in uno di quelli più rustici consumiamo il nostro primo pasto cubano! Terminata la nostra lunga anche se superficiale visita alla Habana Vieja ci spostiamo sul Malecòn e passeggiamo verso Habana Centro e la 23. Mentre seduti contempliamo il mare, si avvicina un vecchio cantando e improvvisandoci un paio di canzoni. Conversando si lascia andare al suo passato rivoluzionario nelle file del Che, sarà vero? Credo proprio di no, ma visto che la storia è bella quando ci chiede 1Cuc per bere qualcosa non ci sentiamo di rifiutarglielo.

Visitiamo il museo della rivoluzione che è stato ricavato all’interno dell’ex palazzo presidenziale di Batista; c’è anche una parte esterna che comprende la Granma, qualche trattore corazzato usato dai ribelli e copia dei missili sovietici che hanno fatto tremare il mondo nell’ottobre del 1962.

Ritornando verso il Malecòn attraversiamo la piazza antistante il museo dove schiere di ragazzi si ritrovano per giocare dopo la scuola; qui a seconda della scuola cambia il tipo e il colore dell’uniforme.

Sotto un certo punto di vista la città sembra veramente militarizzata, c’è un poliziotto quasi ad ogni angolo di strada e questo ci dà sicuramente molta sicurezza in più. Il Malecòn nel frattempo si è animato: chi pesca, chi passeggia o chi semplicemente si gode la brezza del mare.

Il taxi che ci riporta a casa è meno onesto di quello precedente e dobbiamo trattare per 4Cuc, ma quando arriviamo il tassametro segna solamente 2Cuc! Gli faccio notare la cosa e lui sorridendo sottolinea che è rotto…Anche questa è Cuba! Violeta ci saluta dalla terrazza dove ci sediamo con lei e con suo marito che ci raggiunge poco dopo. Conversiamo un po’ raccontando della nostra giornata e di altre cose in generale; devo dire che loro dimostrano tutti e due meno dell’età che hanno.

Oggi abbiamo fatto moltissima strada e la giornata è stata dura, così chiediamo a Violeta di cucinarci la cena. Domani all’alba ci aspetta il trasferimento a Viñales, inoltre il jet-lag si fa sentire e così dopo aver cenato decidiamo di andare a dormire.

Per leggere l’intero racconto visita il mio blog: http://immaginapensierieparole.Blogspot.Com



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