HASTA LUEGO CUBA dalle due Topes de Collantes

Da un po’ di tempo con la mia amica volevamo fare un viaggio a Cuba, sia per la curiosità di vedere con i nostri occhi la situazione sociale della Isla Grande prima che Fidel “se la natura dice il vero” ci lascerà, sia perché attratte dalle bellezze delle sue spiagge e dell’entroterra forse meno noto. Prenotiamo con un paio di mesi di...
Scritto da: sonianoni
hasta luego cuba dalle due topes de collantes
Partenza il: 14/03/2007
Ritorno il: 02/04/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Da un po’ di tempo con la mia amica volevamo fare un viaggio a Cuba, sia per la curiosità di vedere con i nostri occhi la situazione sociale della Isla Grande prima che Fidel “se la natura dice il vero” ci lascerà, sia perché attratte dalle bellezze delle sue spiagge e dell’entroterra forse meno noto.

Prenotiamo con un paio di mesi di anticipo il volo con l’AirFrance (pagato 670 euro) e ci mettiamo a studiare un itinerario per i nostri 19 giorni sull’isola, già da subito ci rendiamo contro che ci sono tante “troppe” cose da vedere e che nonostante le quasi 3 settimane di ferie dovremmo tralasciare di visitare qualche meta.

Il 14 Marzo da Firenze io, Sonja e la compagna inseparabile del viaggio, la “Mitica” Lonely Planet versione Inglese perché più aggiornata partiamo destinazione l’Havana. Da 0° a 30°! Arrivate all’Havana ci sistemiamo nella casa particular Chez Nous di Gustavo a l’Havana Vieja , calle Teniente Rey (Brasil) 115, 30 CUC a notte + 5 la colazione per 2, proprio a due passi dalla Piazza omonima, la casa è molto bella, ben tenuta e ci sentiamo di consigliare anche la zona. Passiamo due giorni nella capitale ci giriamo in lungo e in largo, Havana Vieja, Havana Centro, museo della Revolucion ecc., una tappa obbligata serale è un Mojito alla Bodeguita del Medio, il locale è carino ma il mojito risulterà essere uno dei peggiori bevuti a Cuba. Il 16 marzo decidiamo che è meglio noleggiare una macchina, così siamo più libere di girare per l’isola, optiamo per andare verso il Vedado, lì sono raggruppati molti noleggi. Lungo il Malecon (lungo mare dell’Havana) veniamo “abbordate” da un ragazzo che con fare molto friendly ci suggerisce di noleggiare la macchina alla Micar, perché più conveniente, poi senza neanche quasi accorgercene ci troviamo sedute in un bar lungo il Malecon dove c’è un suo amico che lavora “guarda la coincidenza” per la Micar in quel bar! In 5 minuti sembra averci già trovato la macchina, anche se lì non ci sono, ma lui ha già chiamato la compagnia e la sta facendo arrivare sul posto, però non possiamo pagare con la carta di credito vuole i soldi in contanti… La cosa ovviamente ci puzza e non poco di truffa quindi molto sbrigativamente ci alziamo e ci dirigiamo verso l’Havanautos, li riusciamo a noleggiare (per 55 CUC al giorno tutto compreso) l’unica macchina al momento disponibile…Sembra uno “scassone” anche se ha le fattezze di una Toyota Yaris berlina…Le sembianze non ci saranno smentite nel corso del viaggio. Ecco adesso siamo in macchina destinazione Cienfuegos…Si ma il problema è: come si fa ad uscire dall’Havana e immettersi sull’Autopista? Ok ci armiamo di coraggio e iniziamo a chiedere indicazioni a qualche cubano sulla direzione da prendere…Ovviamente sbagliamo strada…Mentre cerchiamo inutilmente di trovare al buio da ogni sorta di indicazione stradale di imboccare sta maledetta Autopista veniamo affiancate da un furgoncino blu (taxi collettivo scopriremo), la mia amica alla guida pronuncia la parola Autopista e lui subito, probabilmente è in grado di leggere il labiale, ci dice di seguirlo perché anche lui va nella stessa direzione, siamo un po’ sbalordite per questo fortunato approccio ma seguendo “l’amico” cubano entriamo nell’Autopista…E il peggio è fatto adesso tutto scorre liscio come l’olio fino all’uscita per Cienfuegos. Appena lasciata l’Autopista veniamo fermati da un Amarillos (organizzatori ufficiali di passaggi a Cuba) che ci chiede se possiamo portare con noi due ragazzi, visto che andiamo a Cienfuegos, accettiamo e ci rendiamo conto che ci saranno molto utili le loro indicazioni per arrivare alla città senza sbagliare strada.

Il 16 e 17 Marzo li passiamo a Cienfuegos nella casa particular della Dr.Ssa Ana Maria a Punta Gorda (25 CUC a notte), il paese è molto carino, le case di questa lembo di terra hanno la caratteristica di affacciarsi sul mare da entrambi i lati, la vista è a dir poco suggestiva. La colazione in riva al mare è indimenticabile… Nei 25 pesos convertibili della casa particular sono compresi il bagno privado (per bagno privado a Cuba si intende due pareti tirate su nella stanza…Così praticamente hai un bagno privado ma che condivide il soffitto, nonché l’aria, con quello della camera) e sciami di zanzare grossi come capi di ragazzi = notte insonne. La sera usciamo a fare un giro per la città e dopo pochi minuti ci si attacca ai polpacci un ragazzo che ci vuole portare prima a mangiare alla paladar (ristoranti in case private) di un suo amico, noi non siamo molto convinte così continuiamo il nostro giro e lui sempre dietro che ci dice che vuole stare con noi tutta la sera…Così seguendo anche il consiglio della Lonely decidiamo di gustarci un buon Mojito e una bella vista del tramonto sulla città dalla terrazza dell’albergo La Union e lasciamo il nostro amico fuori dall’albergo temendo anche di ritrovarcelo quando usciamo. Purtroppo (ironicamente) il nostro amico non ci sta più aspettando all’uscita, facciamo altri due passi e poi decidiamo di prendere un taxi-carretto per tornare a Punta Gorda, ci avviciniamo al ragazzo sul carretto per contrattare il prezzo…E lui dopo averci squadrato per circa un minuto (io e la mia amica nel frattempo ci guardavamo stupite) ci dice che per un 1 CUC ci porta…Forse avremmo dovuto chiedergli noi di darci 1 CUC visto che ha passato l’intero tragitto voltato indietro a guardarci, rischiando la slogatura della terza e quarta vertebra cervicale…Siamo grate al cavallo che per fortuna sapeva la strada a memoria!!! Seconda nottata in compagnia delle zanzare cienfuegane e di un bel acquazzone che ci sveglia nel mezzo della notte (entrava acqua in camera, visto che le finestre con vetro sono una vera rarità a Cuba)!!! La mattina seguente è comunque una bella giornata e decidiamo di andare alla spiaggia di Rancho Luna a 18 Km dalla città, sulla spiaggia ci sono ombrelloni di palma di cui tutti possono usufruire, la spiaggia è carina e poco affollata, anche se la nostra idilliaca prima giornata di mare a Cuba viene un po’ offuscata dalla presenza di “Giovanni” giovane ragazzo cubano che lavora nel turismo e particolarmente amante del Ron fin dalle prime ore del mattino…E di fatti nel pomeriggio da il meglio di se. La seconda serata, dopo un’abbondante cena in casa a base di tacchino ai frutti tropicali, la passiamo bevendo un Mojito (…Dacci oggi il nostro mojito quotidiano…) alla casa fantasma a Punta Gorda, Palacio del Valle. Il 18 marzo ci aspetta un bel tragitto da fare, Cienfuegos-Trinidad passando da Santa Clara prima per vedere il monumento del Che (Hasta la victoria siempre!) e il Tren blindado. Lungo la strada veniamo anche fermate dalla polizia locale…Per eccesso di velocità (è vero c’era il limite di 40 e noi siamo passate a 60), però vale la pena spendere due parole sulla segnaletica stradale cubana e sui punti di controllo della polizia, allora le strade sono disseminate di punti di controllo della polizia più o meno prima e dopo le città…Quindi in generale devi avere occhio e cercare di notare i cartelli (quando ci sono!!) di limite a 40…Perché dopo 10 metri ci trovi il poliziotto che ti ferma… Diciamo che non hai molto tempo di rallentare!!! Quindi quando vedi il 40 inchioda!!!!…Il poliziotto ci si avvicina con fare minaccioso e ci vuole fare una multa di 30 pesos…Riusciamo a contrattare…Gli regaliamo una penna e riusciamo a cavarcela senza multa! Dopo aver assaggiato il piacere della corruzione si prosegue giù fino a Trinidad passando dalle montagne di Topes de Collantes, qualcuno ce lo sconsiglia per le condizioni della strada… , es muy peligroso! ci dicono i cubani ma per noi anche questo è avventura e quindi partiamo. La strada si dimostra meglio del previsto… e il paesaggio bellissimo! ovviamente la completa assenza di indicazioni stradali ci costringe ad ogni bivio a chiedere informazioni, durante il tragitto mi fermo a fare una foto agli immancabili aironi Guardabuoi e veniamo contattate da Ricardo, che si spaccia per una guida ecologica della montagna e ci chiede un passaggio fino a Trinidad, ovviamente accettiamo. Il viaggio con lui sarà uno spasso, ci canta diverse canzoni modificando quelle che parlano male di Bush mettendo Berlusconi…, ci offre un caffè e delle banane per pranzo, ci raccoglie orchidee, ci da lezioni di spagnolo, elogia Fidel, ci vende 2 Kg di caffè e ci illustra le molte meraviglie di Topes…Ah che bello lo spirito cubano… Ci mettiamo “solo” 4 ore ad arrivare a Trinidad. Nel frattempo senza neanche accorgercene siamo diventate anche noi un taxi-colletivo, prima di arrivare a destinazione diamo altri passaggi ma solo a conoscenti di Ricardo, alla fine per un tragitto siamo in 6 in macchina!!!.

Il 18 e il 19 marzo pernottiamo a Trinidad, la Dr.Ssa Ana Maria di Cienfuegos ci aveva dato l’indirizzo di una sua parente, purtroppo gli si è rotta la pompa dell’acqua (o almeno così capiamo) così non può affittarci la sua stanza, però non c’è da preoccuparsi hanno sempre un parente dove mandarti…Infatti finiamo nella casa di Douglas e Giselle in pieno centro a Trinidad (Calle Rubèn Martnèz Villana N.51 entre Simon Bolìvar y Piro Guinart), la casa è carina e le colazioni indimenticabili (25 CUC a notte + 3 CUC la colazione). La sera giriamo per la città alla scoperta della città antica, un museo a cielo aperto…Si peccato che sto cielo sia anche costellato di mamme cubane che con tanto di figlie a carico che ti fermano ogni due secondi per chiederti qualcosa o per indicarti la Paladar di famiglia …Erano meglio le mosquito di Cienfuegos. In Italia abbiamo fatto scorte di penne, saponette e magliette vecchie (consiglio…Sono molto apprezzate!) così iniziamo a lasciare qualcosa. La sera andiamo ad ascoltare un po’ di musica sulla scalinata della Casa della Musica, il locale e l’atmosfera è molto carina, veniamo anche coinvolte nostro mal grado in un paio di danze…E anche se abbiamo la stessa leggiadria nel ballo di due incudini…I cubani non demordono VOGLIONO BALLARE!!!! La mattina è dedicata al mare, Playa Ancon ci aspetta, ed è una sorpresa, la sabbia è finissima e bianchissima e il mare assume mille tonalità del blu, camminando lungo la spiaggia si arriva ad un piccolo bar dove è possibile usufruire di sdraio gratis e dell’ombra delle palme …Indispensabile. Passiamo una bellissima giornata, lì incontriamo anche alcuni ragazzi e ragazze italiani che erano sul nostro stesso aereo e che avevamo già rincontrato a Cienfuegos…Cuba non è poi così grande! Di ritorno dalla spiaggia faccio merenda con dei “vivaci” wafer che avevo lasciato aperti sul comodino e che ahimè ritrovo farciti di formiche… poi ci fa visita anche una mega cucaracha in bagno che con non chalance viene ributtata fuori dalla finestra… c’è più nessuno? La sera a Trinidad ceniamo nella casa particular, e mangiamo gli immancabili platani fritti…Buoni ma da digerire in comode rate mensili anche se per Sonja sono come droga!!! La sera siamo di nuovo alla casa della Musica…C’abbiamo preso gusto!!! e ci scappa anche il mojito quotidiano. Il 20 marzo prendiamo la nostra Cochita (da coche = macchina così abbiamo soprannominato la macchina) e ci dirigiamo a sud direzione Bayamo, ma prima non possiamo non passare dalla valle del Los Ingenios, circondate da piantagioni di canna da zucchero, arriviamo fino alla bellissima Torre di Iznaga-Manaca (ricorda un po’ la torre di Pisa ma solo perché pende un po’…Parecchio), per un 1 CUC facciamo le diverse e traballanti rampe di scale rigorosamente in legno (siamo così fisicamente allenate che l’acido lattico nelle gambe ci farà male per diversi giorni…) e ci godiamo la stupenda vista della valle anche se la Torre mette un po’ di soggezione forse perché abbiamo letto che serviva per controllare il lavoro degli schiavi nelle sottostanti piantagioni di canna da zucchero. Ci rimettiamo in macchina, la carrettera central ci aspetta, passiamo da Sancti Spiritus, Ciego de Avila, Camagüey dove pranziamo ma scappiamo molto velocemente perché inseguite da uno sciame di jineteros. Raggiungiamo Bayamo nel tardo pomeriggio, giusto il tempo di trovare una casa particular (Josè Luis Garcìa Bretones e Amarilis Remòn Santisteban Calle Josè A. Saco n. 275, 25 CUC), e usciamo a fare una passeggiata. La città è carinissima e proprio come diceva la mitica Lonely priva di Jiineteros (ragazze e ragazzi che ti offrono di tutto fermandoti per la strada…Anche delle gran sole). Ci rilassiamo fra le strade e il Boulevard, facciamo amicizia con un ragazzo del loco, che si offre di accompagnarci in giro per la città, ci indica una Paladar dove mangiamo benissimo (una specie di cordon bleu cubano, buonissimo quanto unto!), e dopo cena ci fa fare un tour completo…Insomma è vero che ci sono tanti jineteros…Ma ci sono anche tanti veri cubani …Con la loro sana ospitalità e voglia di conoscerti…Per fortuna!!!!! Purtroppo abbiamo previsto di passare un giorno solo a Bayamo…Ma sia i proprietari della casa che la città stessa ci sono rimasti nel cuore.

Il 21 marzo viaggio corto dobbiamo solo arrivare fino a Santiago de Cuba, arriviamo, lasciamo le valigie nella casa particular a due passi dal centro (calle Hartmann, ci manca l’indirizzo preciso… 25 CUC) e il coche in un garage (2 CUC a notte), il tempo non è un granché, infatti proprio in quei giorni c’è una perturbazione che sosta sul sud dell’isola e porta molta lluvia! Facciamo il solito giro per la città, ci fermiamo anche alla Coppellia, ci tocca il gusto Chocomenta (per chi non lo sapesse a Cuba non c’è molta scelta di gusti! c’è un gusto al giorno) e i cucchiai che ci danno sono ancora un po’ sporchi del precedente cliente…Ci facciamo una risata su…Lo schifo lo abbiamo lasciato a casa e speriamo nei nostri anticorpi!!! La città in generale però non ci affascina come la capitale, sarà il brutto tempo, sarà che la capitale è la capitale! comunque in piazzetta Dolores ci scappa anche il Mojito (ormai è un rito!!!). Decidiamo di fermarci solo un giorno a Santiago de Cuba.

Il 22 marzo ripartiamo destinazione Baracoa. Prima di lasciare Santiago facciamo un giro al castello El Morro, bella fortezza che domina la baia di Santiago, un tempo serviva a tener lontani i corsari, poi è servita da prigione adesso solo museo, ma mentre cammini tra le stanze senti ancora l’odore forte della polvere da sparo. Passiamo da Guantanamo ma al check-point cubano per la prigione veniamo fermate…Non si può procedere oltre. Baracoa è un piccolo e piacevole villaggio di pescatori dove si può respirare la vera aria di Cuba, questa cittadina è accessibile via terra solo dalla metà degli anni ‘60 grazie alla costruzione della strada chiamata La Farola, stretta strada di montagna molto scenografica che ovviamente facciamo sotto l’acqua!!! Rapida sistemazione nell’immancabile casa particular (Hostal “Las Flores” Calle Rodney Coutin 2, 20 CUC, non proprio consigliabile, al momento di lasciare la casa ci hanno regalato anche due santini! vabbè…) e via a spasso per questa tranquilla cittadina, che nonostante la pessima situazione meteorologica ci affascina. Lo spettacolo del massiccio quadrato dello Yunque (montagna misteriosa) che si affaccia dalle nuvole alle spalle della cittadina è bellissimo. Ci prendiamo un aperitivo (indovinate cosa????…Mojito) alla Casa della Trova … Dove un gruppo di musicisti cubani ci dedica diverse canzoni e passiamo lì quasi un’ora a parlare con loro in italo-spagnolo…Momento epico della vacanza…Davvero a Baracoa si respira la vera aria di Cuba!!!! A cena siamo nella miglior Paladar di Cuba come ci dice l’immancabile terza compagna di viaggio la Lonely…E noi non ci sentiamo di smentirla visto che i Gamberoni con salsa di cocco alla baracoesa che ordiniamo sono fantastici!!!! Peccato che la perturbazione non accenna ad andarsene…Così decidiamo che è il caso di risalire verso il nord…Se non se ne va lei ce ne andiamo noi… Il 23 Marzo lasciamo Baracoa con il rimpianto di molte cose da vedere e da fare. La mattina con un nubifragio in atto, carichiamo le valige in macchina e ci accorgiamo che si è trasformata in una piscina, bagagliaio e sedile destro davanti sono fradici…Ci sistemiamo un po’ come possiamo e partiamo direzione Moron. I proprietari della casa particular di Baracoa ci mettono in guardia sulle condizioni pessime della strada che da Baracoa porta ad Holguin, ed, in effetti, chiamarla strada è un complimento…Trovarne un pezzo asfaltato è una rarità…In più piovendo le buche (che non sono buche sono pozzi artesiani!!!) sono coperte d’acqua e quindi rimane ancora più difficile capirne la profondità…Insomma per fare circa 30 Km ci mettiamo un’eternità. Per fortuna come pensavamo salendo verso nord dalla parte della costa atlantica ci lasciamo alle spalle il cattivo tempo. La tappa a Moron è strategica, è una piccola cittadina molto carina davanti a Cayo Coco…Ideale per gite giornaliere al Cayo. Arriviamo in tardo pomeriggio e troviamo subito (che culo!) una casa particular molto carina (Tamara Companioni Medina e Mario Pèrez Rodrìguez Calle Martì n.247, 25 CUC). Il 24 marzo ci avviamo sul pedraplén, un terrapieno di oltre 40 km, che porta al Cayo (ricordate che per andare sul Cayo serve il Passaporto e 2 CUC, all’entrata e all’uscita), la nostra meta è Playa Pilar in Cayo Guillermo, considerata una delle più belle di Cuba (anche per Hemingway), la sabbia è bianca e fina come il borotalco, e il mare è cristallino…Insomma una volta vista questa spiaggia…Sarà difficile trovarne di più belle!!!!! Ovviamente come in tutte le spiagge di Cuba puoi trovar quello che ti “mira il coche” e le sdraio (1 CUC per l’intera giornata). La spiaggia è dotata di un piccolo bar caratteristico dove puoi mangiare o bere, i prezzi sono abbordabili. Il pomeriggio lasciamo la spiaggia in cerca di un Bancomat, siamo senza benzina e senza soldi…Una combinazione letale per quest’isola!!!!! Ah se pensate di poter far comodamente benzina a Cuba e pagare con la carta come fate in Italia…Scordatevelo!!!! Alla fine riusciamo alle 19 a trovare all’aeroporto di Cayo Coco la possibilità di ritirare soldi con la carta…Evviva!!!! Uscendo dal Cayo diamo un passaggio ad una ragazza che deve tornare a casa a Moron dal suo sposo…Che guarda caso abita nella casa accanto alla nostra. Essendo già buio ci da una mano a trovare la strada per arrivarci…Visto che le indicazioni scarseggiano e che di notte orientarsi è ancora più difficile (senza occhiali poi…), in più devi stare attenta a non investir in ordine: animali vari, carretti, moto e ciclisti che si aggirano per le strade buie prive di ogni segnale luminoso (gli unici scusabili sono gli animali ovviamente!!). La cena è abbondante e buona nella casa…Anche se poi la notte la passerò allegramente in bagno…E più precisamente sul water a fare tanta “cacca bomba”…Abbiamo coniato questo temine durante questa vacanza che probabilmente prende vita dalle grandi mangiate per colazione di “fruta bomba” la papaya a cuba si chiama così…Perché il temine papaya è invece usato per indicare la vagina… (è meglio sapere certe cose prima di chiedere ad una fruttivendola cubana della papaya…Soprattutto se c’è il marito nei paraggi)!!! I miei anticorpi hanno ceduto…Noi crediamo ad una bottiglia d’acqua comprata nella casa e che probabilmente era stata riempita dal lavandino.

Il 25 Marzo nonostante la febbre che mi porto dietro, il buon Bimixin fa effetto e ci dirigiamo verso Caibarién (Hostal Virginia, pensione con stanza a 25 CUC) altro paesino di pescatori in posizione strategica per andare al Cayo Santa Maria…Il paesino rasenta l’orrendo…Quindi un consiglio scegliete Remedios come punto di appoggio per andare al Cayo, che poi abbiamo visto essere molto carino.

Il 26 marzo sono di nuovo in forma e quindi ci dirigiamo verso la spiaggia del Cayo a Las Brujas, la spiaggia è molto bella e ci si può arrivare evitando di pagare (ben 3 CUC a persona) passando da dietro l’aeroporto per una stradina sterrata…E poi se si vuole approfittare delle sdraio e degli ombrelloni a questo punto gentilmente offerti dall’albergo ci si può arrivare a piedi camminando lungo la spiaggia.

Il 27 Marzo di nuovo in partenza… Direzione Pinar del Rio e più precisamente Viňales. Ovviamente prendiamo l’Autopista e torna l’incubo di come uscire da l’Havana per imboccare l’altra Autopista che ti porta a Pinar del Rio, ci perdiamo comodamente quelle 3 o 4 volte, chiedendo tutte le volte indicazioni a cubani…Che palesemente devono avere concezioni diverse di dove si trova Pinar del Rio…Visto che ci fanno girar in tondo per un’ora e mezza. Ma alla fine troviamo un ragazzo ad un semaforo che vuole esser lasciato proprio all’imbocco dell’Autopista per Pinar del Rio…Quindi lo carichiamo e finalmente ci siamo…Lasciamo l’amico cubano e continuiamo per la nostra strada. Lungo la strada un ragazzo in divisa ci si butta praticamente sotto la macchina in cerca di un passaggio, scopriremo esser un pilota di aerei da guerra (almeno così ci dice lui…Bah) così in macchina facciamo allegramente 4 chiacchiere con lui…Molto simpatico e carino…Chiede poi di esser lasciato nel bel mezzo del nulla sull’Autopista. Poco prima di arrivare a Pinar del Rio altro ragazzo che ci si butta sotto la macchina…(prima o poi pensiamo uno sotto ce lo mettiamo!!!) questa volta come testimonia la macchina degli anni ’50 ferma con il cofano aperto…Ha il “coche” rotto e ci chiede gentilmente se possiamo accompagnare le due ragazze che porta a Viňales per poter chiamare un carro attrezzi. Ormai a dare passaggi c’abbiamo preso gusto…Anche perché sono sempre state belle esperienze. Quindi con le due ragazze in macchina ci dirigiamo verso Viňales…Lungo la strada facciamo le immancabili due chiacchiere…Scopriamo che lavorano in una piantagione di tabacco…Ci offrono una visita alla piantagione e ai “secadores” sono fienili dove tengono le foglie del tabacco ad essiccare per poi successivamente confezionare i famosi sigari cubani. Ci fermiamo ovviamente alla piantagione dove alla fine lasciamo le ragazze…La visita sarà molto interessante… per Sonja ci scappa anche di comprare a buon prezzo 6 Cohiba. Prima di arrivare a Viňales ci sono circa 15 km di strada bruttina con buche grandi come i crateri lunari …Ma anche questa andava fatta!!! La vista della valle di toglie il fiato… Immancabilmente diamo un passaggio a due signore che devono tornare a casa…Ma per oggi decidiamo che basta con i passaggi… siamo diventate peggio di un taxi-collettivo…Ma siamo decisamente più economiche. Villa Emelina (Camilo Cienfuegos n. 37, 20 CUC) la casa particular che troviamo a Viňales …Cosa dire …La stanza è piccola e due persone ci girano a malapena… ma la proprietaria…La mitica Emelina è simpatica da buttar via…E quindi ci lasciamo trascinare dalla sua verve e decidiamo di restare da lei per ben 3 notti. Ovviamente decidiamo di cenare tutte le sere da lei e lei da buona “cocinera cubana” ci metterà all’ingrasso…Mai mangiato così tanto e così bene come dalla Emelina. Il dopo cena, con le panze strapiene, era sempre dedicato allo stare spaparanzate sulle immancabili sedie a dondolo di ferro sul porticato, ad osservare la vita tranquilla di Viñales.

Il 28 marzo decidiamo di fare un po’ di strada per arrivare fino alla spiaggia di Punta Gorda…Le due ore e mezza passate in macchina in mezzo al nulla sono ben spese…Di fronte allo spettacolo che la spiaggia ci offre. Purtroppo per accedere alla spiaggia si paga 5 CUC…Ma appena entrati scordi di avere speso quella cifra…Ti sembra di vivere dentro una cartolina…Non riesco a parole a spiegare la luce, il colore del mare…Insomma travolte da così tanta bellezza decidiamo anche di noleggiare l’attrezzatura da snorkeling…Il fondale è pieno di vita di pesci colorati…Ti sembra di riconoscere tutti gli amici di Nemo. Peccato che dopo aver avvistato un barracuda mi sono cagata sotto e decido di restare più vicino alla riva. Sulla spiaggia facciamo amicizia con una strana coppia formata da un italiano e uno spagnolo e un gruppo di tre “alemanne” che girano Cuba in autostop (che coraggio!!) che poi accompagneremo la sera a Pinar del Rio. Il 29 marzo decidiamo di fare l’ultimo giorno di sole e ci dirigiamo a Cayo Jutìas… Sulla strada ci fermiamo a vedere il murales della preistoria, bah, che dire, il CUC di ingresso sicuramente non ne vale visto che si vede benissimo anche dalla strada.Arriviamo al Cayo e anche lì si deve lasciare 5 CUC a testa per entrare. Cayo Jutìas è una piccola isola, il mare è stupendo, peccato che ci siano delle zanzare particolarmente assatanate. Decidiamo di spendere anche 10 CUC per un’escursione sulla barriera corallina e per andar a caccia (in senso metaforico) di stelle marine giganti… soldi spesi bene. Il pomeriggio lo passiamo a sonnecchiare in spiaggia nonostante quest’ultima si sia riempita nel frattempo di famiglie cubane, sbevucchianti e caciarone. La sera alla casa di Emelina ci aspetta il Mojito più buono mai bevuto a Cuba, è preparato dalla figlia che noi chiamiamo “Sta Minchia” ma solo perché il vero nome (che non abbiamo capito, tipo Jaminca) suona molto simile.

Il 30 marzo è ora di tornare all’Havana, con Sonja iniziamo a sentire che la nostra vacanza (anche se io la definirei più un viaggio) volge alla fine…Prima però dobbiamo per l’ultima volta affrontare il mefistofelico anello sud di l’Havana, detto in parole povere…Pore a noi dobbiamo di nuovo uscire dall’Autopista e cercare di portare la macchina dove l’abbiamo noleggiata!!!! Il primo tentativo ci porta alla fine dell’Autopista…Ma non nel senso metaforico…Siamo arrivate praticamente in un campo…La strada era proprio finita!!!! La seconda volta chiediamo informazioni e giriamo a vuoto quell’oretta che ti serve a renderti conto… che non potrai mai farcela ad uscire da sola da quel dedalo di strade prive di segnali stradali.

Alla fine decidiamo di fermarci a chiedere informazioni in un punto di raccolta (dove i cubani sostano in attesa di passaggi, pullman o taxi-collettivi) e formuliamo la frase: “Qualcuno di voi deve andare al Vedado?” ecco che si fanno avanti diverse persone … Una sola sarà il vincitore…È un ragazzo che lavora in un hotel vicino a dove noi abbiamo noleggiato la macchina. Perché con lui in macchina che ci da le direzioni la strada ci sembra così facile???? Eravamo anche vicine…Ma porca puttana ..Secondo me i cubani lo fanno apposta a non mettere i cartelli stradali!!!! Siamo arrivate a destinazione è giunto il momento di lasciare la nostra compagna di viaggio, la “cochita”, riusciamo anche ad aver indietro 10 CUC di benzina che non ci avevano messo all’inizio. Ah ricordatevi di riportare la macchina col serbatoio vuoto! La benzina rimasta non viene rimborsata. Adesso ci aspettano le ultime due giornate all’Havana, siamo arrivate presto sono solo le 12, quindi lasciamo le valige da Gustavo (si è sempre lui…Il proprietario della stessa casa particular dell’inizio del viaggio) e ci dirigiamo verso il Vedado, con intenzione di visitare la fabbrica di tabacco Upman, visto che quella in centro era chiusa fino al lunedì dopo. Contrattiamo il prezzo con un taxi per arrivare alla fabbrica, ma arrivate davanti ci fermano e ci dicono che non possiamo entrare senza ticket, il quale si fa all’Hotel Habana Libre al centro!!!! Nooooo! Come ci siamo rimaste male! Visto che eravamo in zona visitiamo l’immenso cimitero (1 CUC l’ingresso e 1 se vuoi fare foto), ma il caldo è asfissiante e non ce lo fa gustare del tutto e prima di iniziare ad avere delle visioni mistiche da colpo di sole decidiamo di ritornare più verso il centro.

Arriviamo alla Plaza della Revolucion, dove è possibile ammirare l’intramontabile murales del Che, poi visitiamo l’Università, …E ci chiediamo…Ma come mai non è possibile fare l’Erasmus a Cuba eh? Come mai? Peccato. La sera è di nuovo l’Havana Vieja… cena a La Mina e mojito in Plaza Vieja.

Il 31 marzo lo dedichiamo allo shopping, c’è un mercatino all’Havana Vieja che è l’ideale per comprare qualche gadget economico da portare a casa. Il pomeriggio girovaghiamo senza una meta precisa…Sono i mille vicoli, le case fatiscenti, le macchine uscite dai film anni ’50 insomma è l’Havana a chiamarci e guidarci. Non poteva mancare un mojito in Plaza de la Catedral. La sera cena coi “controcazzi” al Medina, ristorante arabeggiante sempre all’Havana Vieja… Vogliamo mangiare vegetariano…Iniziamo a non poterne più di pollo ecc. Il 1 Aprile… nonché domenica delle palme cerchiamo qualcosa di rilassante da fare prima di andare all’aeroporto (alle 17.30 dobbiamo essere lì… il volo parte alle 20.30), decidiamo di passare gran parte della mattina al fresco ad ammirare il museo del Capitolio. Pranzo al volo…Ultimo mojito…Mentre passeggiamo per l’ultima volta tra i vicoli dell’Havana Vieja ad un tratto il volto di un vecchietto con il basco del Che ci sembra familiare…NOOOOOO non ci possiamo credere è proprio lui il vecchietto che appare sulla copertina della nostra Lonely Planet, ormai è diventato uno di famiglia per noi…Così Sonja si avvicina e si fa autografare la guida, io immortalo il tutto con la macchina fotografica quest’ultimo momento esilarante della nostra vacanza. Alle 16.30 prendiamo il taxi che ci porterà all’aeroporto… rimaniamo i 25 minuti del viaggio in rigoroso silenzio con lo sguardo fisso al finestrino, ci confesseremo poi mentre facciamo la fila per il check-in che c’era scappata qualche lacrima. Infatti, mi sono resa conto solo dopo esser salita in taxi e vedendo scorrere dal finestrino la città alle mie spalle…Che il viaggio era finito…Che l’avventura era terminata…E che il sole dell’Isla Grande non aveva cambiato solo il colore della nostra pelle…Ma aveva lasciato un segno indelebile nel nostro cuore…Ciao Cuba HASTA LUEGO! VOLVEREMOS!!!! Cristina & Sonja



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