Costa Rica: verde, azzurro e simpatia

Siamo partiti il 1 gennaio 2005 con un volo Air Continental prenotato tramite call center (Bologna-Milano-Newark-San Josè) per una vacanza di tre settimane in Costa Rica. Guida di tutto il viaggio la Lonely planet. Abbiamo prenotato la prima notte all’ostello Backpackers di San Josè (10$ a testa in camera da sei). All’aeroporto abbiamo...
Scritto da: Renza Farina
costa rica: verde, azzurro e simpatia
Partenza il: 01/01/2005
Ritorno il: 23/01/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Siamo partiti il 1 gennaio 2005 con un volo Air Continental prenotato tramite call center (Bologna-Milano-Newark-San Josè) per una vacanza di tre settimane in Costa Rica. Guida di tutto il viaggio la Lonely planet.

Abbiamo prenotato la prima notte all’ostello Backpackers di San Josè (10$ a testa in camera da sei). All’aeroporto abbiamo cambiato pochi dollari per i colones anche se il tasso di cambio all’aeroporto è un furto rispetto a quello delle banche. In ogni caso si può pagare in dollari ovunque ed avere anche il resto in colones quindi non abbiamo avuto più necessità di andare in banca. Prima dell’uscita dell’aeroporto c’è un piccolo ufficio dove si può prenotare il taxi ufficiale. Ci hanno fatto il prezzo che l’ostello ci aveva suggerito e all’uscita il taxista ci è venuto a cercare e ci ha portato a destinazione. Il mattino dopo di buon ora altro taxi per la Alamo rent a car: avevamo prenotato la macchina tramite internet da casa. Dopo di chè ci siamo diretti alla Rain Forest Aerial Tram la cui entrata si trova sulla statal 32 poco dopo la fine del parco Braulio Carillo. Avevamo deciso di passare qui una notte (80$ a testa per pranzo, cena, colazione, bungalow, giri illimitati in funivia e guida per tutto il tempo con escursione notturna e mattutina). La funivia porta fin sopra la foresta e lo spettacolo è bellissimo. Il prezzo sembra molto alto ma è stata una bellissima esperienza. (e poi scoprirete che nulla è poi così a buon mercato in Costa Rica). Il giorno dopo siamo partiti per il Tortuguero. Non volevamo arrivarci tramite Puerto Limon e così abbiamo fatto Guapiles-Cariari. In questo paesino ci siamo fermati davanti alla piazza dove c’è un ufficietto e abbiamo preso i biglietti per il “barco” per il Tortuguero (20$ andata e ritorno). Ci hanno indicato la stradina che dovevamo fare in macchina per arrivare alla Pavona, cioè all’imbarco dove poi c’era anche la possibilità di lasciare la macchina al sicuro (15$ per due notti). Il tragitto è durato circa un’ora perché la strada era alquanto sconnessa e il barco partiva all’una. Il barco lo usano i locali per i loro spostamenti e i turisti fai da tè come noi, comunque il trasferimento fino al Tortuguero è durato un’ora e siamo passati in mezzo a canali e canaletti. Lo scenario era molto bello, abbiamo visto aironi, nutrie e iguana. All’arrivo abbiamo trovato alloggio alle cabinas Tortuguero (8$ a testa per una stanza pulita con bagno in comune e acqua calda). Qui abbiamo anche mangiato i camarones per 7$ e organizzato la gita del giorno dopo in canoa con una guida locale. Quindi sveglia alle 5.30 del mattino e giro di 3 ore (25$ in due più 12$ per entrare nel parco). Il giro è stato molto bello solo che ha piovuto abbastanza e di animali ne abbiamo visti pochi (garzette, scimmia urlatrice e la capuccino, rana rossa velenosa, iguana). Lo scenario comunque cambia tantissimo a seconda del sole e qui sembra piova molto spesso. Dopo la gita ha piovuto per 2 ore di fila allagando tutto, però noi imperterriti abbiamo voluto fare il nostro giro a piedi nel parco lo stesso (anche perché il biglietto vale solo un giorno e noi lo avevamo già pagato). Il giro di 1 ora e mezzo circa è stato carino, il sentiero era veramente allagato e ci siamo dovuti togliere i nostri scarponi da trekking per farlo a piedi nudi (ci sarebbero voluti gli stivali alti di plastica). Il sentiero prevede anche un pezzetto di spiaggia. Abbiamo visto diverse scimmie. La passeggiata a piedi nudi è stata un po’ stancante quindi giretto “in centro” e poi cena. Volevamo stare un altro giorno ma visto il tempo brutto decidiamo di ripartire il mattino successivo. Sveglia alle 4.30 per fare la doccia e i bagagli, il barco partiva alle 6.00 così abbiamo potuto vedere l’alba (c’era il sereno) e il ritorno è stato veramente molto molto bello. Ripresa la macchina abbiamo proseguito per Cahuita. Abbiamo trovato alloggio allo Spencer Sea Side (18$ a stanza, bagno con acqua calda e un po’ di adattamento). L’esterno però era bellissimo perché si trova a 10 mt dal mare, ci sono palme con amache e il luogo è veramente molto rilassante. Naturalmente anche qua ha piovuto tutta notte però decidiamo lo stesso di andare al parco la cui entrata è ad offerta libera. Nel sentiero non c’è praticamente nessuno e dopo mezz’ora bisogna guadare un fiume: un po’ complicato perché c’era abbastanza corrente e l’acqua arrivava alle cosce. Si va avanti e il tempo migliora, il percorso invece no: fango a go go. Secondo guado, più piccolo, che superiamo su dei tronchi viscidi. Proseguiamo fino (finalmente) a delle belle spiagge con palme. Il percorso non è un anello ma porta alla seconda entrata del parco. Qui abbiamo aspettato l’autobus e siamo ritornati a Cahuita. Animali visti: scoiattolo, scimmie capuccino, scimmie urlatrici( soprattutto le abbiamo sentite), due orsetti lavatori, un bradipo, farfalle, paguri, tucani, serpentello giallo velenoso. Dopo un meritato riposo sulle amache, cena al ristorante El Palenque: giusta scelta. Dormitina sulle amache e poi a letto. Neanche a dirlo il giorno dopo piove di nuovo decidiamo di fare i bagagli e di andare a vedere Puerto Viejo de Talamanca. La strada per arrivarci è bruttina, il paese era avvolto dalla pioggia e dal tepore del mattino. Ci è sembrato diverso da Cahuita, più organizzato turisticamente, con molti più negozi e pub. Ritorniamo alla strada principale e decidiamo di cambiare zona. Andiamo al vulcano Arenal. Alle 15.00 arriviamo a La Fortuna e scopriamo che è veramente molto turistico e non mi piace per niente. Anche il paesaggio è cambiato, qui c’è molta campagna e le case sono più belle. E’ venerdì ed è impossibile trovare una cabinas per due notti così dopo varie ricerche ci fermiamo alla cabinas Wally (20$ a stanza che era molto pulita, bagno in camera con acqua calda, tv.). Dopodichè ci dirigiamo subito alle terme di Tabacito, Las fuentes 8$, frequentate prevalentemente dai Costaricani. Molto bello. Le altre terme per i turisti (Tabacon Hot Springs), che si trovano praticamente di fronte, costavano 29$. Abbiamo fatto il bagno nell’acqua termale praticamente in mezzo alla giungla e, guarda un po’ alla pioggia. Ce la siamo goduta un mondo però attenzione perché quando sono uscita dall’acqua (era buio) c’è stata una incursione di zanzare che mi ha devastato le gambe. Dopodichè una bella dormita! Il giorno dopo siamo andati al parco del vulcano (entrate ore 8.00). Il sentiero è carino però noi la lava incandescente non l’abbiamo vista e nemmeno la cima del vulcano. Dopo abbiamo fatto il giro della Laguna ma il tempo era pessimo e le strada anche peggio, quindi non mi è piaciuto proprio. Abbiamo fatto Arenal, Tilaran, Quebrada Grande, Nubes, Santa Elena. Le ultime due ore sono allucinanti per via della strada e in più a Santa Elena abbiamo trovato un forte vento e anche la pioggia. Era sabato e anche qui è stato faticoso trovare da dormire. Comunque alla fine è andata bene perché abbiamo alloggiato alla Cabinas Sinai (25$ in due per una bella stanza grande, molto pulita, con il bagno e acqua calda). Giro in centro e poi a letto. Io mi aspettavo un paese quasi deserto con solo i quaccheri invece è assolutamente turistico e di quaccheri nemmeno l’ombra. Sveglia all’alba, decidiamo di visitare il parco di Monteverde (12$ a testa!!!) Camminiamo per tre ore sotto una pioggia incessante. La foresta però è molto bella. Comperiamo del caffè in un negozietto vicino al centro informazioni perché ci dicono che i proventi vanno direttamente ai produttori e ci dirigiamo verso l’interamericana: altri 35 km sterrati. Intanto però il tempo migliora. Direzione Parco Palo Verde (altri 38 km di sterrato). Ne vale però la pena. Troviamo una laguna straripante di uccelli, iguana, caprioli, pappagalli. Finalmente una zona secca dove campeggiare (2$ a testa). Il giorno dopo torniamo alla laguna, facciamo un piccolo giro per la montagna e vediamo intere famiglie di scimmie. Siamo andati al mirador La Roca, molto bello. Palo verde ci è proprio piaciuto. Ci spostiamo ancora e andiamo a nord direzione Parco Santa Rosa dove campeggiamo (2$ a testa). Visitiamo l’edificio storico “La Casona” e giriamo nei dintorni per vedere se troviamo qualcuno che ci può dare un passaggio per playa Naranjo. Infatti ci si può andare solo in fuoristrada e la strada è veramente molto malmessa. Comununque noi i 13 km ce li siamo fatti a piedi partendo alle 7 del mattino e arrivando al mare alle 10. La spiaggia è praticamente deserta e molto ventosa. A mezzogiorno eravamo giù ustionati e siamo andati nella zona campeggio dove ci sono anche delle docce all’aperto. Poi siamo ripartiti e ad un’ora dalla fine una coppia di canadesi ci ha dato un passaggio. Meno male. Vista la bruttezza della strada comunque è forse meno stressante farla a piedi. Il giorno seguente ci spostiamo per la penisola di Nicoya. Troviamo un bel campeggio a playa Panamà (campeggio Guanacaste 4 $ a testa) vicino ad una spiaggia frequentata solo dai locali dove abbiamo trascorso una bella mattinata. Poi ci dirigiamo a Playa del Coco. A noi è piaciuta, abbiamo trascorso tre ore di relax totale nella piazzetta sul mare. Cena alla marisqueria La Guajira proprio sulla spiaggia. Il giorno dopo snorkelling alla playa Ocotal e poi campeggio a Playa Brasilito al Brasilito Lodge, posto che richiede un buon spirito di adattamento per quanto riguarda i servizi e in più successivamente abbiamo capito che era logisticamente più comodo il campeggio a playa Grande. Volevamo andare a Playa Conchal e alla fine delle ricerche abbiamo scoperto che dopo la costruzione di un grande albergo la strada non esiste più. Ora si passa anche con le macchine dalla battigia di playa Brasilito, si supera un dosso e si arriva alla playa Conchal. A noi sembrava incredibile e così l’abbiamo fatta a piedi, però poi abbiamo visto tantissime macchine attraversare la spiaggia. Comunque playa Conchal era molto carina e abbiamo fatto snorkelling. Poi ci siamo diretti a Playa Grande perché volevamo prenotare il giro per vedere le tartarughe di notte. Solo che bisogna mettersi in lista e per quella sera erano già pieni, così abbiamo prenotato per la sera dopo e siamo andati a fare un giro a playa Tamarindo che è piena di boutique e locali. Abbiamo visto il tramonto in un locale sul mare e poi via. Era più che sufficiente. Il giorno dopo siamo andati a Playa Grande e abbiamo fatto una lunga e bella passeggiata fino al confine con playa Tamarindo. Alle 18 avevamo appuntamento all’ufficio informazioni del parco. Abbiamo aspettato fino circa alle 22 quando, con tutto il gruppo di turisti, ci hanno portato in spiaggia dove una tartaruga di 159 cm era già intenta a deporre le uova. Poi piano piano dal mare ne è arrivata un’altra e anche lei ha risalito la battigia e si è messa a scavare. E’ stato un momento molto emozionante. Che fatica che fanno povere tartarugone! Lo consiglio veramente. Il personale del parco poi è stato molto gentile e anche professionale. Il giorno dopo partenza con direzione Parco Manuel Antonio e tappa a Guaitil dove abbiamo comperato diversi vasi chorotega di tutte le dimensioni, riuscendo anche a contrattare. Abbiamo dormito a Quepos (è un paesino assurdo, turistico e rumorosissimo: macchine, musica e caldo per tutta la notte) alla cabinas Ramace ($45, di meno non abbiamo trovato. Successivamente abbiamo scoperto che c’era anche un ostello per 7$ in dormitorio e 25$ in stanza privata). Comunque la stanza era pulita, c’era il parcheggio per la macchina e un piccolo giardinetto dove per abbattere i costi della stanza abbiamo cucinato per due sere con il nostro fornelletto. Il giorno dopo alle 7 eravamo già all’entrata del parco Manuel Antonio. Abbiamo fatto tutti i sentieri, e anche tanti, tantissimi bagni. Nonostante fosse decisamente più affollato rispetto al Santa Rosa mi è piaciuto molto. Partenza per San Vito. Un’ora di strada sterrata circondati da piantagioni di palme da olio fino a Domenical, poi decidiamo di prendere la strada più lunga che passa da San Isidro de El General. Abbiamo sicuramente impiegato più tempo però da San Isidro a Paso Real c’è una bella strada panoramica. Ci siamo fermati a Currè dove ci sono alcuni indigeni che vendono i loro prodotti e poi abbiamo fatto altri 8 km di sterrato per andare alla riserva indigena Buroca. Un bel posto tranquillo. Abbiamo comperato una borraccia fatta con la noce di cocco, e alcune borse di cotone. A San Vito, che è un paese fondato da una colonia italiana, abbiamo cenato alla pizzeria Liliana dove abbiamo conosciuto diverse persone che abitano in Costa Rica da più di 30 anni. Il giorno dopo siamo andati ai Wilson Botanical Garden. Per il ritorno abbiamo percorso la strada Palmar Norte-Domenical che è nuovissima e senza buche. Il viaggio sta per finire e le ultime due notti le abbiamo spese a Sarchì al Paraiso Rio Verde gestito da una simpatica coppia: lui tedesco, lei del luogo. A noi hanno fatto un prezzo eccezionale di 30$ ma ne chiedevano normalmente 50. Hanno una serie di piccole casette con cucina, bagno e 2 stanze. Bella vista sulla vallata da un terrazzamento con piscina. E’ un po’ fuori mano, si trova in prossimità del paesino di S.Pedro, ma ne vale la pena. Da qui siamo stati al Volcan Poas (6$). Il sentiero è veramente semplice, il cratere non si vedeva perché c’era la nebbia e nel giro di mezz’ora il parco si è riempito di corriere turistiche. La visita non ha ripagato dei km e dei soldi spesi.

Noi non avevamo un fuoristrada e abbiamo girato senza particolari problemi, facendo però molta attenzione. Alcune strade sono completamente sterrate e brutte (Monteverde); altre sono peggiori perchè asfaltate ma pienissime di buche (laguna di Arenal); altre con buche “a sorpresa”; altre invece perfette. Le cose che mi porto più nel cuore, ora che sono tornata, sono la foresta pluviale con la sua incredibile vita e i suoi colori rigogliosi e i Ticos con la loro gentilezza e la loro assoluta mancanza di stress.



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