Corsica itinerante

Giro dell'isola in auto e in tenda, da Bastia a Bonifacio, per ammirare le bellezze dell'Ovest
Scritto da: moniasvario
corsica itinerante
Partenza il: 25/07/2016
Ritorno il: 31/07/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €

GIORNO 1: CASA- CALVI (CORSICA)

In partenza da casa alle 2 della mattina, percorriamo senza problemi la strada che ci divide dal porto di Livorno, dove giungiamo alle 6,30. Abbiamo il traghetto della Corsica Ferries alle ore 8 ed è suggerito essere al porto con un’ora di anticipo.

La traversata scorre lenta; attracchiamo alle 12,45 a Bastia uscendo poi dalla città verso il Col de Teghime, davvero panoramico sia dal lato Bastia che da quello che si affaccia su St. Florent. Ci fermiamo poco sotto al colle per un pranzo al sacco e scendiamo verso Saint Florent, percorrendo il Deserto des Agriates lungo al D81; in stile ‘chiesetta di Kill Bill’ la Cantoniera che si incontra vicino all’abitato di Baccialu, affiancata da un albero dal tronco ricurvo, è davvero particolare. Successivo stop a Ile Rousse, posteggiamo a pagamento accanto al porto e ci incamminiamo alla torre e poi al faro, passeggiata che merita davvero per la vista panoramica sul piccolo golfo sottostante. Stanchissimi giungiamo nel tardo pomeriggio all’Hotel ‘Il tramonto’ prenotato su Booking da casa, ci concediamo il tempo di una pennichella di un’oretta poi, dopo una doccia ristoratrice, siamo pronti per uscire a cena nell’abitato di Calvi. Il bel paesino offre diverse opportunità; i menu si assomigliano un po’ tutti quindi scegliamo (più o meno a caso) il ristorante ‘A Cicale’. Dopo cena saliamo alla bellissima cittadella illuminata da lampioni arancioni finchè calcoliamo che siamo in piedi dall’una di mattina, stiamo facendo la 24 ore no-stop, decidiamo quindi che forse è il caso di rientrare in hotel.

GIORNO 2: CALVI- PORTO

La sveglia suona alle 7,20 ma riusciamo a uscire dall’albergo solo alle 9,15; ci rechiamo di nuovo nel paese di Calvi, per vedere la Cittadella alla luce del sole, trovando fortunatamente un posteggio sottostante le mura e ancor più fortunatamente all’ombra! Ci aspetta un’altra giornata di caldo torrido! La passeggiata è davvero bellissima, scendiamo al porto, compriamo una baguette in boulangerie e un caffè al bar. E’ quasi mezzogiorno, impostiamo quindi il GPS in direzione di Porto-Ota e si va! Sarebbe stato bello percorrere la D81B costiera fino a Galeria, ma il tempo a disposizione non ce lo permette. Affrontiamo invece delle zone montuose ricche di sali-scendi fino a giungere al Col de la Palmarella da cui si gode una vista pazzesca sulla Riserva Naturale della Scandola, con le sue tipiche conformazioni rocciose di color rosso. Procediamo in auto, è quasi l’una e, superato il Col de la Croix, ci fermiamo in uno spiazzo per decidere il da farsi. L’idea sarebbe di scendere a Porto Ota (destinazione finale di oggi), prenotare un posto nel campeggio, montare la tenda e poi risalire al Col de la Croix dove inizia il trekking che porta a Girolata. Ma dato che il navigatore ci indica come tempo necessario raggiungere Porto 40 minuti + ulteriori 40 minuti per tornare + il tempo per montare la tenda… ad andar tutto liscio riusciremmo a incamminarci intorno alle 16 e, calcolando poi 3 ore di percorso a piedi a/r, valutiamo che l’ora diventerebbe troppo tarda. Decidiamo quindi di fare subito la passeggiata, nonostante ci imbattiamo nell’ora più calda del giorno e nella possibilità di non trovare posto in campeggio arrivando in serata.

Dopo un pranzo al sacco ci avventuriamo intorno alle 14 per la nostra gita, un mix di passaggi in ombra (boscaglia) e alcuni sotto il sole cocente che non da’ tregua. Siamo buoni camminatori, ma la condizione climatica di caldo estremo ci debilita non poco… Giungendo alla bella Spiaggia di Tuara si presentano due sentieri:

*Variante tra mare e monti; che a spanne ci sembra più lunga e con una pendenza maggiore perché sale sul monte;

* Chemin de Facteurs, costiera, che dovrebbe regalarci un po’ di venticello dal mare…(speranza disattesa).

Troviamo questo percorso molto carino, immerso in un paesaggio marittimo degno di nota ma, giunti a Girolata tra l’altro senza più un goccio d’acqua nella bottiglia, troviamo il villaggio molto deludente: la piccola spiaggia non è balenabile in quanto pura meta di attracco di innumerevoli barche, motoscafi colmi e stracolmi di turisti che arrivano, fanno la loro consumazione ad uno dei chioschi e dopo mezz’ora risalgono sul battello… che tristezza. La spiaggia di sassi è sporca, ci sono pure due mucche sdraiate, un trattore e un ruscello dall’acqua ferma e putrida. Ci sediamo a un chiosco per riposarci e soprattutto idratarci con due granite; aggiungiamo anche 1,5 lt d’acqua, alla modica cifra complessiva di eur 10 (con tanto di ‘va bene così’ ostentato in italiano dal proprietario alla cassa mentre preparo la banconota da 10 convinta addirittura di ricevere del resto).

A sensazione (personalmente negativa) decidiamo di non accedere alla Rocca; sconsiglio vivamente la visita in battello a Girolata, la più costosa delle inutilità. Rigenerati riprendiamo il sentiero di ritorno per poi fermarci a una stupenda caletta poco prima della spiaggia di Tuara. L’acqua è cristallina, sta calando il sole e il clima ora è perfetto per un bagno; fuggo in ritirata alla velocità della luce quando sento che qualcosa mi mordicchia sulla gamba in mare aperto, maledetta fobia. Giungiamo alle 18,30 al Col de la Croix, affaticati e cotti a puntino non tanto per via del dislivello (minimo) del trekking, ma dal sole a picco sulla testa per quasi tutto il tragitto. Si consideri una gita di 4 ore a/r includendo le mille pause fotografia!

Scendendo in auto verso Porto la strada stretta corre sul versante della montagna e ci permette di osservare da lontano le famose Calanches de Piana illuminate dal sole calante del tramonto. Un cinghiale noncurante attraversa la strada a pochi metri dal muso della Seat. Arrivati a Porto ci accomodiamo in uno degli ultimi due spiazzi rimasti al ‘Camping Les Oliviers’, appena sopra il fiume; la mia idea di scendere a depositare nella corrente a raffreddare tutte le bottiglie d’acqua calda che abbiamo in auto è scartata dal calare improvviso del buio. Una volta montata la tenda ci concediamo il momento più sacro della giornata, una bella doccia poi, essendo già le 22,30 e chiudendo il cancello del camping alle 23, decidiamo di cenare al ristorante del campeggio, beccandoci un mezzo salasso alla vista del conto: eur 17 cada hamburger e patatine.. Vabbé. Non avevamo alternativa ed era una cosa preventivamente definita in fase di programmazione del viaggio scegliere dei campeggi dotati di ristorante, non sapendo mai a che ora saremmo arrivati. Siamo a nanna intorno alla mezzanotte.

GIORNO 3: PORTO-APPIETTO

Puntiamo la sveglia alle 7,30 ma, come ogni mattina, sembra essere una battaglia persa, manco le bombe a mano aiuterebbero a farci alzare… Dopo una bella colazione fai-da-te in tenda con nutella, fette biscottate, latte e cereali smontiamo la tenda per partire alle 10 spingendoci sempre verso sud. Il primo tratto in realtà è in salita, verso l’abitato di Piana, passando attraverso le Calanches. La strada è strettissima e presa d’assalto dalle auto in salita e in discesa, c’è gente ovunque che cammina a lato strada, posteggi abusivi in ogni minimo spiazzo… tutto comprensibile perché il paesaggio qui è davvero magico. Valutiamo se percorrere il sentiero che parte dalla Tète du Chien verso Chateaufort, lodato dalla Lonely Planet, ma decidiamo di no, proseguiamo verso la prossima destinazione: la spiaggia di Arone. Una volta superato il bel paese di Piana scendiamo sulla destra e ci troviamo su una selletta dove tira un vento pazzesco che è una vera benedizione! Proseguiamo verso la spiaggia Arone poi in realtà cambiamo programma, decidendo di fare l’escursione verso la Torre del Capo Rosso. A fatica troviamo l’inizio del sentiero, ci posteggiamo accanto al chiosco ‘A guardiola’. A differenza di ieri non vi è nessun bosco quindi tutto il cammino è esposto al sole; il panorama che ci affianca a sinistra: calette isolate dall’acqua cristallina e a destra particolari conformazioni rocciose merita comunque la fatica. Giunti ai piedi di uno sperone di roccia sopra cui si staglia una torre rossa mi accorgo di aver letto male sulla Lonely Planet, ero convinta che la torre fosse su un promontorio costiero. Quindi, dopo 1,5 ora di cammino debilitante scopriamo che dovremmo salire in cima allo sperone per giungere alla torre, aggiungendo dunque almeno altri 30/40 minuti. Come sempre il cibo aiuta a ragionare meglio, quindi mangiamo qualche cracker in una rara zona d’ombra osservando nel mentre anche i movimenti delle nuvole/cumuli di umidità che s’arrampicano sulla montagna facendo letteralmente sparire la torre dalla vista nel giro di pochi secondi. Valutiamo se salirci: se in cima fossimo avvolti dalla nebbia e non riuscissimo a vedere assolutamente nulla? La risposta quindi è no!

Riprendiamo il sentiero per tornare alla macchina e la sommatoria della camminata di oggi più quella di ieri si fa sentire in termini di stanchezza. Giunti all’auto risaliamo verso Piana per poi scendere verso Ajaccio. Ci fermiamo per un pranzo al sacco in uno spiazzo d’ombra e via verso la nostra destinazione finale: Appietto, dove abbiamo l’albergo, passando fra paesaggi brulli di montagna e coste meravigliose. Do il cambio alla guida per un po’ a Federico ma mi si chiudono letteralmente gli occhi quindi cambiamo di nuovo, me la dormo fino quasi a destinazione. Il satellitare impostato verso il centro di Appietto (’ma sì, che ci vorrà… sarà un paesino piccolo’ le mie ultime parole famose…), ci fa salire per non so quanto in zone di montagna finendo anche in una strada a fondo chiuso finché chiediamo ad una ragazza se conosce l’hotel. Ci indica l’abbiamo superato da un bel po’ e che resta sulla strada provinciale. Dopo una doccia ed una pausa ristoratrice usciamo a cena tornando verso Sagone, su indicazioni di trip Advisor sceglieremmo i buoni prezzi del ristorante ‘Pedra Marina’ ma c’è una serata musicale e menu fisso prevalentemente di carne (abbastanza caro per l’occasione), quindi nulla di fatto. Optiamo quindi per il Ristorante ‘A Stonda’, rientriamo prima della mezzanotte per cadere in un sonno profondo.

GIORNO 4: APPIETTO- OLMETO

Stranamente iperattiva mi alzo alle 8 per sistemare il macello che mi ritrovo in valigia, scoprendo che all’appello mancano un paio di Birkenstock, con molta probabilità abbandonate nel posteggio prima dell’escursione… e via un altro paio di scarpe, ne perdo una per vacanza! Ci mettiamo in marcia, sfiorando appena la capitale Ajaccio, perché riusciamo a stare sulla D111 costiera verso le Isole Sanguinarie (tour de la Parata). Alla fine della strada ci sono diversi posteggi a pagamento: 0,60€/30 minuti, €1/1 ora e 2€/2 ore. Saliamo sul colle sovrastante il posteggio dal quale riteniamo possa esserci una bella vista su tutte le Isole. Ci troviamo praticamente in cima ad una scarpata presso cui decido di farci un autoscatto; appoggiando la macchina fotografica ad una pietra mi trovo a correre verso Federico, scivolo all’altezza del bordo, riesco a frenarmi, si alza un polverone di sabbia, risultato che a momenti volo giù. Dopo essermi sentita la ramanzina di Federico e riassestata da tutta una serie di graffi provocati dai rovi colpiti in corsa scendiamo alla promenade che costeggia il mare per poi salire alla torre, una vista davvero panoramica. Abbiamo in scadenza le 2 ore di posteggio e, ritenendoci soddisfatti della bella visita, torniamo all’auto.

Nel rientro verso Ajaccio guidiamo lungo un rettilineo con posteggi a lato strada; un muretto sormontato da alberi e una vista mare pazzesca ci ispira nel fermarci a pranzo dopo di che, intorno alle 13, armati di ombrellone e teli scendiamo alla spiaggetta sottostante, nei pressi di Eden Rock. Un mare cristallino ci invita a un paio di bagni e ad un’oretta di relax. Sappiamo che la nostra resistenza in spiaggia non è delle più lunghe quindi ripartiamo alla volta di Propriano; uscendo dalla capitale seguendo la N196 percorriamo una strada scorrevole che si snoda fra bei paesini dell’entroterra; ci concediamo una pausa per un gelato all’ombra, per il rifornimento di benzina e di acqua fredda (ne consumiamo almeno 3 litri al giorno). Dopo aver attraversato Olmeto giungiamo al ‘Camping Vigna Maggiore’ intorno alle 17,30 e, sbrigata la procedura di check in, montiamo la tenda. Lascio Federico a riposare un po’ all’interno mentre io decido di scendere alla piscina del campeggio, molto ben attrezzata e con una vista panoramica sul golfo di Propriano, per prendere un po’ di sole e di relax. Dopo una doccia ristoratrice decidiamo di cenare nel ristorante del campeggio, io opto per una pizza e Federico per una carne gigante! Tutto ottimo. Dopo cena ci facciamo una passeggiata fuori dal campeggio per smaltire un po’ e poi via, la zip della tenda si chiude intorno alle 23.

GIORNO 5: OLMETO-BONIFACIO

Un grazie infinito all’uccello che, appollaiato sull’albero sopra di noi, ci sveglia la mattina presto con un incessante canto. Dopo una colazione ‘self’ e mentre Federico si occupa di smontare la tenda, scendo al supermercato a comprare del pane fresco. E’ un grande peccato non poter oggi costeggiare il Golfo lungo la D121 verso Belvedere-Campomoro ma il planning un po’ serrato ci spinge verso Bonifacio senza soste. Lungo saliscendi montuosi commetto l’errore di leggere la Lonely Planet e mi parte un senso di nausea acuta. La vista sulla costa che si estende a sud attorniata da un mare azzurrissimo presso il colle di Roccapina è spettacolare. Superato il centro di Bonifacio proseguiamo verso il Capo Pertusato, posteggiamo a lato strada e ci incamminiamo verso la punta dove domina il faro. Lungo la strada la vista di Bonifacio adagiata su una lingua di roccia è favolosa. Proseguiamo verso Semaphore dove ci imbattiamo in una base militare ed un faro inaccessibili al pubblico ma, sorpresa! Aggirando l’edificio giungiamo a degli speroni di roccia su cui si apre una vista pazzesca sulle Bocche di Bonifacio/Point de Saint Antoine, che include anche una famosa roccia dalla forma di nave in affondo. Troppo bello. Super contenti rientriamo all’auto per metterci alla ricerca del ‘CAMPING DES ILES’. Procediamo con la scelta della piazzola e l’operazione ci richiede sostanzialmente un bel po’ di tempo: tentiamo due o tre piazzole libere ma in alcuni casi non si piantano bene i picchetti (il terreno qui è spesso molto secco e duro), in altri non abbiamo da posteggiare l’auto nelle immediate vicinanze (particolare non irrilevante quando si monta/smonta giusto il tempo di una notte…). Decidiamo che la fame ed il caldo torrido ci stanno dando alla testa, manifesto segni di nervosismo quindi Federico sa che è ora di mettere tutto in standby e pranzare! Solo allora i neuroni si rimettono all’opera in modo proficuo; girovagando in auto per le strette strade del camping riusciamo a trovare la soluzione ideale per la notte, sotto un albero e anche a poca distanza dai bagni. Ottimo! Una volta allestita la tenda usciamo dal campeggio in auto lasciandola a bordo strada per percorrere a piedi il sentiero sopra le scogliere che va da Cap Pertusato a Bonifacio, super consigliato e super panoramico!

Rientriamo sempre dal medesimo sentiero per poi spostarci di nuovo a piedi alla Spiaggia delle Bocche di Bonifacio, vista prima dall’alto, sono le 17 ma il sole è ancora alto e caldo! Non possiamo evitare un bagno in quest’acqua cristallina anche se piuttosto fredda. Restiamo a rilassarci in spiaggia per circa 1 ora per poi rientrare al campeggio, farci una doccia veloce ad abbigliarci un po’ per la serata. Molto di fretta andiamo in auto a Bonifacio perché vogliamo assistere al tramonto sulle falesie dalla Cittadella antica. Posteggiamo poco distanti dal centro in uno spiazzo sterrato a lato strada dove per fortuna sta uscendo un’auto che ci lascia il posto, camminiamo a passo lungo attraverso il porto e su per delle scale ripidissime verso la parte antica della città. Arrivati in cima col fiato corto assistiamo agli ultimi 5 minuti di un fantastico tramonto sulle falesie bianche di Bonifacio, uno spettacolo! Missione compiuta per un soffio! Ci addentriamo poi nella cittadella, piena di ristrorantini per cene tipiche e aperitivi, abbellite da stornelli quasi malinconici suonati dal vivo. Decidiamo però di cenare al porto, scegliendo uno fra i (tutti simili) ristoranti: ‘La Semillante’ che offre un menu fisso a 12,50€ (abbiamo un budget limitato). Apprezziamo una cena senza lode né infamia composta da: insalatona iniziale con tonno, fritto misto, patatine e verdure di contorno, dessert. L’unica regola per sfruttare il prezzo del menu fisso è sedersi all’interno del locale e non sul porto, poco importa. Alle 23 circa dopo una breve passeggiata sul porto decidiamo di rientrare al campeggio, domani ci aspetta una lunga tappa di puro rientro su Bastia.

GIORNO 6: BONIFACIO- BASTIA

Se ieri avevo da lamentarmi del brusco risveglio dovuto all’uccello sul ramo, quello di oggi è addirittura peggiore: non auguro a nessuno di avere come vicini di ‘casa’ bambini tedeschi iperattivi e urlanti alle 7 della mattina. Sistemata la tenda scendiamo a Bonifacio in auto per una bella passeggiata al porto coronata da una favolosa ‘Petite dejeuner completa’ che vale praticamente come un pranzo: spremuta, caffè, croissant, demi-baguette con burro e marmellata. Con molta calma ci mettiamo in auto intorno al mezzogiorno decidendo di fare una tappa ad una delle più famose spiagge dell’est: Baia de Rondinara oppure alla Plage de Santa Giulia ma, essendo sabato, la strada statale verso queste due località è bloccata dal traffico, proseguiamo oltre Porto Vecchio e vedremo più avanti. Il tentativo di raggiungere la Cala Rossa fallisce miseramente al cancello di un hotel, il che ci fa ipotizzare che possa trattarsi di una spiaggia privata. Notiamo come man mano si sale verso la nord la costa diventi sempre più ricca di golfi molto ampi; scegliamo di fermarci alla Spiaggia di San Ciprianu, stiamo circa 1 ora e mezza. La sosta a Solenzara è occasione per acquistare del pane e prosciutto al supermercato per un rapido snack. A bordo strada verso Bastia (fino a San Pellegrino) si notano in abbondanza delle aziende produttrici di vino con annessa degustazione. Essendo io alla guida temporeggio nel fermarmi al primo, passa il secondo perché non c’è posteggio, guardiamo il terzo.. finisce che non ci fermiamo a nessuno di questi, nonostante fosse mia precisa intenzione portare a casa del vino tipico corso.Oltre Bastia proseguiamo verso San Martino di Lota, dove abbiamo prenotato una stanza per la notte. All’Hotel ‘Chambres d’Haute Castagnetu’. Molto sopravvalutato il prezzo di eur 70/notte, così come la cena che decidiamo di fare lì.

Sia chiaro, la vista sul Golfo di Bastia è eccezionale dal nostro tavolo sotto un pergolato, ma dal menu previsto di 15€ mancavano, in ordine di importanza (o forse no..?) la crepe, il mirto e pure la birra… ma come? La nostra idea sarebbe di cenare poi scendere a Bastia (15 minuti di auto) per una passeggiata ma una cena lenta, il paesaggio che migliora con le luci della sera, una improvvisata partita di bocce a cui assistiamo ci rendono l’ora troppo tarda.

Si apre anche un divertente siparietto di una coppia veneta (che parla solo italiano) che recrimina al cameriere/receptionist/tuttofare (che parla solo francese) di aver consegnato un doppione chiave della loro stanza alla famiglia tedesca che soggiorna accanto e che parla solo inglese. Non ho potuto resistere nell’intervenire in una animata discussione dove nessuno capiva nulla di quello che altri interlocutori stavano dicendo, ahahha!

GIORNO 6: BASTIA- ITALIA

La colazione è inclusa nel costo della camera e si svolge sulla stessa terrazza della cena di ieri sera; abbinata ad un clima mite ci fa partire questa giornata di rientro in Italia con minor tristezza. Una volta rientrati a casa stiamo pensando ad un ‘due giorni’ in un rifugio montano ma tutto dipende dalle previsioni meteo. Un check veloce a 3BMeteo non ci dà buone speranze quindi ci balena in testa l’idea di fermarci in Corsica un paio di giorni in più, ma tutto dipende da quanto potrebbe costare la modifica della data del traghetto. Scendiamo a Bastia, posteggiando la Seat in zona portuale; ci avviamo quindi per una passeggiata nel centro città, è domenica, molti negozi sono chiusi ma gira tantissima gente. La Cittadella e Terra Nova (parte vecchia di Bastia) meritano una visita. Rientrando verso il porto ci imbattiamo in un negozio di vini tipici, compriamo un paio di bottiglie dopo varie degustazioni ‘pericolose’, a quell’ora e sotto un sole di nuovo cocente. Ci dirigiamo dritti alla biglietteria della Corsica Ferries, dove l’addetto ci comunica che lo spostamento del traghetto a martedì comporta una penale di soli 30€, quindi valutiamo la fattibilità.

Il giro della Corsica per noi si è svolto secondo quanto ipotizzato, abbiamo visto tutto quello che avremmo voluto; potrebbe essere carino visitare le spiagge degli Agrumes (nord-ovest) ma ciò comporterebbe delle lunghe escursioni a piedi o il tour in jeep.

Valutiamo anche il lato economico: 2 notti in campeggio addizionali, benzina per spingerci ben oltre Bastia: un buon 250 € addizionali non valgono i pochi posti di interesse che ci mancherebbero da vedere. La scelta di lasciare oggi la Corsica è sofferta ma è la più giusta.

Mentre stiamo facendo tutte queste ipotesi nella hall degli imbarchi si avvicina un parroco di Modena che ci racconta di aver dovuto abbandonare il suo gruppo di Boy Scout a causa di un grave malessere, sta quindi rientrando a casa da solo. Ci spiace non avere un mezzo centimetro quadrato in auto per ospitarlo e dargli un passaggio una volta sbarcati a Livorno. Il traghetto parte in orario, un saluto e un doveroso un ringraziamento a una terra eccezionale, terra dai mille colori, profumi, sapori.

Au revoir Corsica!

SPUNTI

Per chi volesse dormire nei campeggi e pure in diversi hotels il pagamento accettato è quasi esclusivamente in contanti!

Il costo medio sostenuto per notte nei campeggi: dai 25 ai 30 €.

I menu fissi non sono modificabili.

Diversi operatori turistici (receptionist, camerieri…) non parlano l’inglese

Non ci sono autostrade a pagamento, anche le strade che salgono sui pendii sono ben tenute, a veloce percorrenza

Corsica ovest ricca di calette, molto selvaggia, mentre il lato est è più adatto per un turismo di spiaggia, famiglie, con ampi golfi

Non ci sono problemi di carenza di alloggi, ci sono alberghi ovunque e pur essendo luglio non abbiamo riscontrato problemi nel trovare posteggi, i campeggi non ci facevano nemmeno prenotare da casa.

A luglio 2016 il costo del carburante è: benzina dai 1,380€ ai 1,420. Diesel da 1,1170 a 1,250.

Avere sempre abbondanti riserve d’acqua!

Numerosi chioschi a lato strada per vendita di frutta, verdura, formaggi e vini tipici

Pizza margherita nei posti turistici dai 10€ in su

I formaggi sono annoverati fra i dessert nei menu.



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