A Corfù con la famiglia

Vacanze settembrine sull'isola greca con due figli al seguito
Scritto da: mandrake_2
a corfù con la famiglia
Partenza il: 03/09/2016
Ritorno il: 13/09/2016
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
10 giorni ad inizio settembre con moglie e figli di 11 e 8 anni. Vacanza con alti e bassi. Complessivamente positiva ma tornando indietro sceglieremmo un’altra isola greca

Sabato 3

Arrivati alle 21:30 a Sidari (30km dall’aeroporto ma comunque quasi un’ora a causa della strada), abbiamo avuto solo il tempo di sistemarci al volo nell’appartamento e poi, dietro consiglio della proprietaria di casa, siamo andati a cena da Salt&Pepper all’ingresso della parte più viva di Sicari. Pane fatto da loro, gyros con pita, “spezzatino”, insalata greca, 2 petti di pollo con patatine 33€. Cameriere molto gentile e parla italiano.

Domenica 4

Mattina: colazione in un cafè a Sidari 15€ per una spremuta, un succo, due thè e due waffel. Bagno a Canal d’amour con pedalò 10€. Spiaggia molto piccola, alle 11:30 non c’era posto x stendere il telo, acqua pulita ma nella norma (niente verde smeraldo o celeste tipo Sardegna), grotta del canal d’amour molto carina raggiungibile a nuoto e/o con pedalò. Raggiungibili a nuoto anche un paio di grandi scogli sui quali salire x i tuffi. Pranzo panoramico da Gravia (vista veramente molto bella), sopra ad Arillas, con insalata greca, coppa gelato grande, un panino gigante tonno e pomodoro e una banana split 21€. Cameriere gentile e parla un po’ italiano. Pomeriggio bagno ad Arillas (ombrellone +2 lettini + Wi-Fi 8€). Mare pulito ma sempre nella norma. Nuotando con i bambini a 10-20 mt dalla riva con maschera e tubo abbiamo visto pesci (credo orate) di varie dimensioni. Sera cena magnifica al Mon Amour di Kavvadades. Un’insalata greca, un saganaki (formaggio fritto buonissimo, simile alla mozzarella in carrozza), 5 souvlaki, un gyros servito avvolto nella pita (tipo kebab) e un piatto con fresche fette di anguria e melone bianco, 29€.

Lunedì 5

Colazione fatta in casa con yogurt, plumcake e succhi acquistati il giorno prima al supermercato. Prima tappa Agios Spyridonas, spiaggia piccolina di sabbia bianca, acqua pulita ma ci siamo stati giusto il tempo di un bagno, poi siamo partiti in direzione est. Abbiamo percorso la strada panoramica che segue la costa, ammirando panorami veramente molto belli, soprattutto ad Agios Stefanos, cioè il punto più vicino all’Albania. Piccola curiosità, durante il tragitto prima abbiamo agganciato RTL 102.5 con lo stereo della macchina e poi la rete mobile albanese con il cellulare. Continuando a seguire la costa siamo scesi fino a Barbati. Qui abbiamo pranzato da Bahia Mare con 4 gelati (10€) e con 6€ abbiamo preso un ombrellone e 2 lettini (indispensabili vista la spiaggia di ciottoli). Il mare, finalmente, si è rivelato all’altezza delle aspettative. Acqua azzurra, limpidissima, fondale roccioso e colori bellissimi. Al ritorno, seguendo sempre la costa, ci siamo fermati a Kassiopi. Paesino molto carino, con vicoli e case caratteristiche. Abbiamo visitato i resti della fortezza bizantina passando per l’imponente ingresso e seguendo le mura, in più punti abbiamo goduto di una vista molto bella sul paesino e su alcuni tratti di costa che rimangono nascosti dalla strada. Per cena ci siamo fermati da Old School, nella piazzetta pricipale, prendendo un saganaki (ai ragazzi era piaciuto tantissimo quella della sera prima ma questo è risultato meno buono), un antipasto di cozze piccanti (molto buone), un piatto di polpette al sugo e un gyros di pollo con patatine per i ragazzi e una mussaka (niente di che) ed una spigola per noi. Il tutto per 47.5€. Tornando indietro cambieremmo ristorante.

Martedì 6

Giornata piovosa, quindi siamo andati a Corfù Town. Abbiamo improvvisato e abbiamo commesso un grosso errore. La città, soprattutto nella parte antica, è molto bella e richiama ancora molto del lungo periodo di dominio veneziano. Proprio per questo è caratterizzata da vicoli e vicoletti nei quali, però, si rimane imprigionati a causa del traffico generato dai pullman turistici e dal via vai locale. Ad ogni modo la fortezza veneziana e tutti i reperti risalenti all’assedio turco del 1500 vanno visti, così come la Chiesa ai suoi piedi. La città offre anche un museo bizantino, uno archeologico, un palazzo reale, una fabbrica di saponi ed altro, ma causa il mal tempo, il traffico e la nostra impreparazione, non siamo riusciti a visitarli. L’unica cosa che siamo riusciti a preparare sono stati i panini per il pranzo. Per cena, visto che i ragazzi erano in crisi di astinenza da pasta e visto che avevamo trovato al supermercato la Barilla e la passata di pomodoro Divella, abbiamo fatto tutto in casa.

Mercoledì 7

Partiti alla volta di Paleokastritsa, il navigatore ci ha fatto sbucare appena sotto la nostra meta, e mentre risalivamo seguendo la costa, ci siamo imbattuti in una caletta meravigliosa “arredata” con un punto ristoro “la Grotta” che metteva a disposizione sdraio, lettini e ombrelloni direttamente a picco sul mare. Il posto è molto bello: si scende tra le rocce grazie ad una grande scalinata e si arriva direttamente in acqua potendo fare il bagno in una caletta riparata sia dal vento che dalle onde. Veramente spettacolare. Finito il bagno ci siamo rimessi in macchina x raggiungere il monastero di Paleokastritsa che si trova in cima ad un’altura. Vedendo le difficoltà incontrate dalle altre auto e dai pullman nel salire/scendere dalla strada che portava in cima, abbiamo preferito lasciare l’auto nel grande parcheggio e farci 10 minuti di salita a piedi. Il monastero chiude alle 13 e riapre alle 15 quindi noi, essendo arrivati alle 13:20, abbiamo ingannato l’attesa con i panini e camminando fino alla collinetta accanto al monastero, dalla quale si gode di una vista mozzafiato a 180° sulla costa e le sue insenature. Il monastero, di per se, offre una piccola cappella risalente al periodo bizantino, un vecchio frantoio usato x l’olio ed un piccolo museo con esposti i resti di un mostro marino (in realtà una balena) ritrovato a fine 800 e vari paramenti sacri, dipinti e scritti antichi x i quali, però, sono disponibili solo didascalie in greco.

Una volta tornati alla macchina abbiamo preso maschere, tubo e pinne e ci siamo tuffati nelle splendide acque di una delle due spiagge alla base del monastero. Per tornare verso Sidari siamo passati per Lakones (da cui si può ammirare il tramonto sul mare dalla terrazza di uno dei mille bar a picco sulla costa) e poi per Makrades, paesino pittoresco composto da poche case ed una decina di negozi di prodotti tipici ma, soprattutto, caratterizzato dalla presenza di signore che dalla veranda di casa ti salutano per convincerti a fermarti x acquistare olio, vino ed altri prodotti fatti in casa. Noi abbiamo preso due bottiglie di olio di oliva scurissimo e che promette molto bene. A circa 2 km dal paese è possibile visitare Angelokastro, un’antica fortezza a picco sul mare. Per questioni di tempo noi non ci siamo andati. Durante il ritorno, il navigatore ci ha fatto passare per una stradina in mezzo ad un bosco di ulivi che, pero, si è rivelata un incubo in quanto era totalmente dissestata e in alcuni punti completamente franata, costringendoci a fare un vero e proprio rally con tutti i rischi che ne conseguono dato che l’assicurazione per le auto a noleggio non copre i danni causati alla parte sotto del veicolo (oltre ai danni ai vetri ed alle ruote). Ma il problema non è stato tanto il navigatore quanto il pessimo stato generale delle strade dell’isola. Infatti non ci siamo insospettiti subito perché all’inizio questa strada infernale sembrava semplicemente messa male come la maggior parte di quelle percorse fino a quel momento. Quando ci siamo trovati davanti a punti franati, era troppo tardi per tornare indietro oltre al fatto che non c’era spazio di manovra e non potevamo scendere in retromarcia visto che stavamo risalendo un costone. Ad ogni modo tutto è finito bene (anche se con una discreta dose di paura) e siamo riusciti a venirne fuori illesi sia noi che l’auto. A conclusione del tour, la cena a casa con l’altra metà del pacco di pasta Barilla.

Giovedì 8

Giornata uggiosa, così siamo andati a visitare il palazzo reale di Achilleon, voluto dall’imperatrice Elisabetta d’Austria (ex principessa Sissi). Ingresso per 2 adulti e 2 bambini: 15€. Il palazzo è molto bello ed ospita oggetti appartenuti ai proprietari che si sono succeduti nel tempo (compreso William II di Prussia). Purtroppo, un po’ in linea con gli altri siti storici che abbiamo potuto vedere sia direttamente che indirettamente, l’assistenza per i turisti stranieri è scarsa. Audio guide non disponibili, guide cartacee assenti e didascalie in greco (tranne poche eccezioni in inglese). A parte questo, essendo totalmente dedicato al mito di Achille, il palazzo ospita varie opere dedicate all’eroe greco. Su tutti spicca un dipinto a parete che raffigura il trionfo su Ettore (impressionante il senso di movimento che trasmette e la veridicità dei cavalli che guidano il corteo vittorioso) e le statue che lo vedono morente e vittorioso (quest’ultima veramente imponente) presenti nel bellissimo giardino. Il paesino che si sviluppa intorno al palazzo è composto da un pugno di case dall’aspetto simile a quello dei paesini dell’Appennino abruzzese. Quindi nulla di squallidamente turistico. Per pranzo ci siamo fermati in una locanda dall’aspetto decadente e che proprio per questo senso di genuinità ci ha ispirato: “to pouli tsi kotas”. Le aspettative sono state ampiamente soddisfatte anche se è risultata leggermente più cara dei ristoranti che avevamo già provato. Il cibo è stato ottimo ed il proprietario, Spiros, dopo aver cucinato (mentre la gentilissima moglie serviva ai tavoli) ci ha intrattenuto suonando la sua chitarra (come indicato anche nel biglietto da visita) e raccontando la sua storia a partire dell’amicizia stretta con i soldati italiani durante l’occupazione del ’41 fino ad arrivare alle rappresentazioni teatrali che lo hanno visto e lo vedono ancora protagonista. Capace di passare con estrema disinvoltura dal greco al francese (merito anche della moglie transalpina), all’italiano, all’inglese e perfino al russo. Per 43€ abbiamo preso un saganaki (ha vinto ancora quello del Mon Amour), uno stifado con riso (carne di manzo tenerissima e con sughetto irresistibile), un souvlaki con patatine fritte e salsa tzatziki, una salsiccia sempre con patatine, una piatto di alici al pomodoro con fagiolini al sugo e per finire due porzioni di puro e cremoso yogurt greco con miele di noci. Dato che la giornata continuava ad essere brutta abbiamo preferito tornare direttamente a casa e cucinarci la cena.

Venerdì 9

Dato che nella parte nord-ovest, dove eravamo noi, continuava ad essere nuvoloso, abbiamo deciso di andare a visitare Ipsos, Pyrgi e Dassia dove il cielo era sgombro dalle nuvole. Delle tre località menziono solo Ipsos perché le altre due sono state praticamente impercettibili. Ipsos si è presentata come la versione più carina di Sidari. Un lungomare completamente aperto sulla spiaggia con una sequenza infinita di locali sul lato opposto. Unica pecca la spiaggia veramente piccola. Dato il tempo non eccezionale (al contrario di quello che sembrava) e la spiaggia microscopica, abbiamo proseguito verso sud passando alla larga dal traffico di Kerkira, con l’idea di raggiungere Lefkimmi. Con stupore e un pizzico di dispiacere abbiamo scoperto che la costa orientale è praticamente sprovvista di spiagge, fatta eccezione per piccole insenature dove gli alberghi o i chioschi su strada hanno attrezzato una o due file di lettini. Per questo motivo abbiamo proseguito verso sud, agevolati anche dal fatto che questa parte dell’isola è pianeggiante (al contrario della parte nord, montuosa e con coste frastagliate) e solcata da strade decenti sia per la larghezza che per le condizioni dell’asfalto. Quindi abbastanza velocemente abbiamo superato la parte mediana dell’isola passando per infinite distese di ulivi. All’ultimo abbiamo deciso di abbandonare Lefkimmi e di girare per la spiaggia di Santa Barbara, sul versante occidentale. Qui ci siamo imbattuti in una spiaggia di sabbia chiara e con 5€ abbiamo preso un ombrellone, due lettini e due bottigliette di acqua fresca. Spiaggia ed acqua pulite, ed in più c’era la particolarità che la spiaggia era fiancheggiata da rocce stratificate poggiate su una base di argilla che, in alcuni punti, un po’ per il contatto diretto col mare e un po’, credo, per l’umidità si scioglie in rivoli grigi usati da molti avventori come fanghi per il corpo. Inoltre dalla spiaggia è visibile verso sud l’isola di Paxos. Altra curiosità, la parte della spiaggia più protetta dalle rocce è frequentata da nudisti. Verso le 17 ci siamo rimessi in marcia verso casa passando per Pelekas, paesino su un’altura a picco sul mare sempre nella parte ovest, più o meno all’altezza di Kerkira, e dalla quale sono visibili entrambi i lati dell’isola. In cima all’altura che ospita questo paesino è presente un bellissimo hotel dalla cui terrazza è possibile ammirare il tramonto, magari facendo un aperitivo, ed anche il così detto “trono dell’imperatore” che consiste in un affaccio panoramico posizionato sulla vetta estrema. Una volta ammirato il tramonto, siamo risaliti in macchina e siamo tornati a casa. Anche questa volta cena preparata da noi

Sabato 10

Vero e proprio diluvio. Quindi siamo rimasti in casa fino a dopo pranzo quando, approfittando del miglioramento del tempo siamo andati per Sidari in cerca di souvenir. Pranzo e cena in casa all’italiana.

Domenica 11

Gita a Sivota e blu lagoon organizzata con la Ionian Cruise tramite un’agenzia di Sidari con il titolare molto simpatico e che parla molto bene l’italiano (abbiamo anche scherzato sulla bandiera del Napoli esposta in vetrina). La gita, alla fine, è stata molto carina. È venuta 20€ x gli adulti e 15€ x i bambini. Lasciando il porto di Kerkira (si parte da lì alle 9) si va in mare aperto mentre l’equipaggio descrive in inglese, francese, italiano, tedesco e greco tutto quello che si vede dal mare. Durante il tragitto siamo anche stati scortati da 4 delfini con tanto di salto per la gioia un po’ di tutti. C’è stata anche una piccola sosta alla blu cave che consiste in un grotta sul mare dove un tempo, si dice, trovavano riparo le navi dei pirati. Alle 12 siamo arrivati a Sivota. Sivota si è presentata come un piccolo villaggio con porticciolo, il tutto molto grazioso e ben curato. Anche la spiaggia raggiungibile a piedi era molto bella anche se piccola. I vari ristoranti e cocktail-bar affacciati sul porticciolo sono sembrati onesti nei prezzi. 2 bottiglie di acqua fresca, due tost, un club-sandwich (ci abbiamo mangiato in due) li abbiamo pagati 14€. La particolarità di Sivota, poi, sta nel fatto che è protetta da 3 isolotti raggiungibili facilmente con una canoa o con i pedalò e l’acqua è veramente splendida. Alla 14 siamo ripartiti per la spiaggia blu lagoon (nome preso dal film girato proprio lì), raggiunta dopo 5 minuti. Lì la barca di è fermata per due ore consentendo a tutti di tuffarsi in un acqua paragonabile a quella della Sardegna, mentre l’equipaggio preparava souvlaki per tutti (3 a testa con tzatziki ed insalata). Il bagno è stato stupendo anche se c’è da dire che vista dalla spiaggia la nostra sembrava un’imbarcazione di migranti in mezzo a yacht di lusso che con un mal celato fastidio ci hanno lasciato il posto aspettando più a largo. Ad ogni modo abbiamo nuotato in un mare di un blu eccezionale, in mezzo a branchi grandissimi di pesci. Quindi possiamo tranquillamente ritenerci soddisfatti dell’esperienza. Il rientro a kerkira è avvenuto verso le 18:30. Dopodiché cena a casa e tutti a dormire stanchi morti ma contentissimi.

Lunedì 12

L’ultimo giorno di vacanza abbiamo deciso di passarlo affittando 2 quad x fare contenti i ragazzi (50€ in tutto, fino alle 20). Tornando indietro avrei preferito noleggiare un piccolo gommone per un paio d’ore (anche se avremmo speso dai 70 ai 90€), però in questo modo avremmo potuto raggiungere calette inaccessibili via terra. Invece con i quad (50 di cilindrata) siamo rimasti in zona e siamo tornati al Canal d’amour e poi ci siamo spostati nel pomeriggio a Roda (a una decina di km da Sidari). Qui abbiamo trovato un paesino molto più carino del nostro, con una bella spiaggia spaziosa di sabbia chiara e con la “via dello shpping” molto meno caotica e, soprattutto, non squallida come quella di Sidari. Peccato. Avremmo voluto provare qualcuno dei ristoranti sulla spiaggia ma avevamo promesso ai ragazzi che x cena saremmo tornati a prendere il saganaki al Mon Amour e così è stato.

Tutto sommato è stata una bella vacanza anche se ci aspettavamo di trovare un mare migliore



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