Sud Kivu

Sono Piergiorgio, un ragazzo di 27 anni. La mia avventura in Repubblica Democratica del Congo è durata 2 mesi (gennaio e febbraio 2006). Neanche a dirlo, ho passato due mesi straordinari. Mi trovo di nuovo nella regione dei Grandi Laghi, dopo l'esperienza di un mese in Rwanda nell'agosto 2005. Fatto sta che anche grazie a questa esperienza,...
Scritto da: pigio
sud kivu
Partenza il: 05/01/2006
Ritorno il: 23/02/2006
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
Sono Piergiorgio, un ragazzo di 27 anni.

La mia avventura in Repubblica Democratica del Congo è durata 2 mesi (gennaio e febbraio 2006). Neanche a dirlo, ho passato due mesi straordinari. Mi trovo di nuovo nella regione dei Grandi Laghi, dopo l’esperienza di un mese in Rwanda nell’agosto 2005. Fatto sta che anche grazie a questa esperienza, decido di tornare. Così il 23 dicembre 2005 parto alla volta di Kigali (Rwanda) in quanto è il posto più comodo per raggiungere le regioni dell’Est in RD Congo. E dato che sono già in Rwanda ci rimango per un paio di settimane, fino all’arrivo di Stefano e Marco i due ingegneri con cui entrerò ed inizierò la mia avventura congolese ed il progetto “Digital Divide” del Movimento Lotta Fame nel Mondo (www.Mlfm.It) in RD Congo. Per ritardi prevedibili in dogana, possiamo partire alla volta della RD Congo solo il 5 gennaio…Viaggio allucinante da Kigali a Cyangugu, con tutte le nostre valigie, su un pulmino per 15, in 19 persone con tutti i nostri bagagli…Risultato: non si respira, non ci si muove di un solo mm. Rimarrà nella storia delle grandi imprese…Arriviamo distrutti dopo 5 ore e mezza! Per fortuna che l’incontro con il fantasmagorico-eccezionale Padre Frisia ci faccia dimenticare il viaggio ai limiti dello sclero appena vissuto. Un meratese di 75 anni ancora capace di guidare una jeep su queste strade, è già da menzionare tra i grandi…Ma quando inizia a parlare e sparare frasi tipo: “Ah Padre Willy non c’è, è in camera sua perché ha un po’ di epatite” o “Ai tempi la gente moriva di fame e noi non avevamo più soldi…Per fortuna ho potuto usufruire dell’eredità della mia famiglia, che era molto ricca” o “Ah si, Padre Willy è diventato un esorcista e così tutta la gente viene a farsi togliere il demonio”…Ma la cosa più divertente è stata che, in 3 ore di sua compagnia, ha ricevuto più di 20, e non scherzo, telefonate su cellulare, di gente che gli chiedeva soldi…E lui aveva il disco pronto: “in questo momento non ho soldi, dovrete aspettare forse fino a settimana prossima ma non sono sicuro”…E fate conto che rispondeva solo alle persone conosciute…Infatti se tu hai un numero non in memoria scordati di poter parlare con Padre Frisia…Sei uno che cerca soldi…Io e Stefano abbiamo provato a chiamarlo per i 2 giorni precedenti senza mai ricevere risposta…Ecco spiegato l’arcano! L’indomani così con Padre Frisia e Pere Willy ci dirigiamo verso il confine di Rusizi ad un paio di km dalla casa di Cyangugu dei Padri Barnabiti. Pagati i visti (o finti visti), così passiamo nel nuovo stato (?) senza neanche scendere dalla jeep…Benvenuti in RD Congo! Il paese dove non esistono regole…A dire il vero ce ne accorgiamo senza neanche avere il tempo di ragionare… Una volta finita la pantomima della dogana, ci dirigiamo a Mbobero, dove c’è un’altra missione dei Padri Barnabiti, dove in Agosto, Stefano (con Gianfranco) ha avviato lo stesso progetto che dovrò seguire io. Così posso dare un’occhiata a quello che mi aspetta nei prossimi 50 giorni. Passiamo la notte a Mbobero e l’indomani mattina ci dirigiamo a Bukavu (il capoluogo della Regione del Sud-Kivu che però non oso neanche minimamente definire città) a comprare il materiale necessario per la costruzione del Laboratorio. Così finalmente possiamo dirigerci verso la meta finale! Tra una roba ed un’altra abbiamo fatto Kigali-Birava (230 km) in 3 giorni…Non male…Fate conto che per gli ultimi 20 km (Mbobero-Birava), se la strada non è infangata, ci si mette 90 minuti…Col fango ce ne abbiamo impiegati 180…Perdendo inoltre 5 anni di vita per la paura di finire prima nelle scarpate e poi nel lago Kivu…Con Suor Therese in preghiera cosatante… La mia avventura l’ho trascorsa prevalentemente a Birava. Che dire…È stato tutto molto bello. Devo ringraziare in particolar modo i padri barnabiti che mi hanno accolto con tanto affetto e mi hanno sempre fatto sentire a casa mia. Hanno sempre avuto un occhio di riguardo nei miei confronti. Son stato veramente bene, ma non è solo un modo di dire…E alla fine quando ci siamo salutati, ho capito che anche loro sono stati contenti della mia permanenza e la cosa mi ha fatto enorme piacere…Addirittura mi hanno proposto di diventare Missionario…Ma non se ne parla…Ihihihihi La casa in cui ho vissuto è molto accogliente, e si vede sicuramente che ci hanno vissuto anche europei. Io avevo la mia cameretta, con armadio, libreria e scrivania ed un piccolo bagno con doccia, lavabo e wc. L’acqua è sempre presente e la corrente è presente quasi tutto il giorno, e questi, credetemi sono grandi vantaggi in questa parte di Africa…La presenza del Lago Kivu è veramente importante per questa situazione… Birava è un paese piccolino, abitato da gente povera, che vive solo della pesca e dei prodotti della terra. È un microcosmo particolare, diverso da altre posti, anche all’interno della stessa Provincia del Sud-Kivu. In un mese e mezzo penso di aver conosciuto la maggior parte degli abitanti, un po’ per l’arrivo della tecnologia che ha portato molti a curiosare, un po’ per il fatto di essere muzungu ed un po’ per essere stato spesso in mezzo alla gente, solo per una passeggiata…Non vi sto neanche a dire le “Demande de aide” che ho ricevuto in questo periodo…La gente sfacciata, senza neanche salutare, mi si avvicinava e chiedeva soldi, caramelle, cappellino, cellulare, computer ed altre cose…Ma a tutti ho saputo rispondere a rima…Se avessi ascoltato tutte le persone che mi hanno chiesto solo 100 FC (20 cent di euro) avrei sborsato un migliaio di euro…La situazione da questo punto di vista è stata un po’ snervante, ma dopo i primi giorni di ambientamento, ho preso il tutto come un gioco e quindi la cosa mi passava liscia. Ma questo non è la Birava che voglio raccontare, anche perché occupa solo una parte millesimale nei miei ricordi. I paesaggi che circondano il paese sono stupendi e non hai tempo per poterli osservare tutti, mai. È una distesa di verde che si estende per tutta la penisola. Un contrasto tra la terra rossa/marrone ed il verde sempre acceso dei banani, dell’erba, delle culture varie, della manioca. Qui sicuramente non ci si può lamentare della pioggia e dell’acqua…Ha piovuto praticamente tutti i giorni, e questo è ottimo per la gente del posto perché possono coltivare senza problemi e far crescere tutto l’anno le proprie culture. Nonostante le piogge quotidiane, il sole non è affatto mancato. C’è stata una temperatura di 30 gradi, pressoché costante durante tutto il corso del mio soggiorno. Il Lago Kivu mi ha regalato tante emozioni visive e paesaggistiche, con i suoi isolotti abitati da poche persone. Molte emozioni me le hanno regalate i centinaia di bambini incontrati…Spesso in assenza di lavoro o corrente, mi sono recato al campo di calcio vicino alla parrocchia, dove potevo contare sulla presenza dei bambini e bambine spesso in attesa di giocare un pochino con me. Forse sono la parte più innocente ed allo stesso tempo bella dell’Africa…Forse l’incoscienza delle difficoltà della vita, fa sì che siano più felici e spensierati rispetto agli adulti… Come ho già detto i padri barnabiti sono stati molto gentile e disponibili e hanno fatto si che il mio soggiorno sia stato il migliore possibile. Il parroco Pere Cesaire, il più vecchio dei quattro, sempre pronto a ridere e scherzare, sempre tra i fedeli bisognosi di aiuto, un prete di vecchio stampo sempre attento a farmi stare bene, come se fossi a casa mia; Pere Toussaint, il padre superiore della missione, sempre a dire cagate una dietro l’altra…Ogni tanto non lo ascoltavo perché diceva delle minchiate troppo grosse, diciamo che è uno che ha sempre qualcosa da dire, risponde a tutte le domande…A volte inventando…Quando si va in giro con lui, ti viene da ridere perché fa gli interrogatori a tutta la gente che passa a fianco! Un mito, veramente: è quello con cui mi son trovato meglio. L’economo Pere Philippe, un tipo abbastanza riservato, originario di Lubumbashi, colto e serio, è anche insegnante di filosofia. Ogni tanto, data la sua riservatezza non si capiva come comportarsi. Grande appassionato di calcio, italiano ed internazionale, fedele compagno durante tutte le dirette della Coppa d’Africa. Infine Pere Desiré (conosciuto anche come Vecchio), uomo all’antica, legato alle tradizioni ed un po’ campagnolo…Capace di bere acqua gelida dopo il the caldo, mangiare la salsiccia o le arachidi alle 6:30 di mattina, ma la cosa più divertente è la sua capacità di essere sempre in stato “sonnambulo”, dopo pranzo o cena, se si appoggia un minuto sul divano, già ronfa. L’abbiamo preso di mira tutti quanti con le nostre battute di spirito. A tavola beveva litri e litri di Jafa, una bevanda al tamarindo…Avete presente quei ghiaccioli granata che si vendevano tanti anni fa? Ecco…Quella è la jafa, un ghiacciolo granata sciolto e frizzato! Intorno alla casa, poi ci sono alcune persone, che lavorano per i padri. Bernard, il cuoco, molto bravo in cucina, ci ha deliziato con i suoi piatti. Sulla tavola sempre tante portate, riproposte anche la sera, quindi si è sempre mangiato a buffet. Pasta con la salsa, riso, pesce del lago sempre freschissimo, carne di mucca, capra e pollo, patate, fagioli e pannocchie: questi i piatti più frequenti nella dieta congolese. Acqua bollita e filtrata per bevanda, oltre a birra Primus e Turbo King (doppio malto), Fanta, Sprite e Coca-Cola a richiesta. Poi il sagrestano Déo, addetto alla lavanderia durante la settimana. Un aneddoto molto divertente da raccontare e meno da vivere…Pere Philippe un giorno gli da il Baygon Spray perché in lavanderia si sono visti scarafaggi. Lo scemo, senza problemi e senza leggere, ha spruzzato su tutti i panni lavati e stirati lo spray, è riuscito a consumare un flacone intero in una sola tornata…Non vi dico l’odore presente per tutta la casa!!! Naturalmente sono stati fatti rilavare tutti i capi infettati dal veleno! Poi gli addetti alla manutenzione della parrocchia ed i guardiani: Augustin, Desiré, Abel, Jean-Pierre, Déo, tutti molto curiosi come personaggi. Fuori dalla casa inoltre è presente una piccola fattoria con polli, capre, conigli affidati ad un ragazzo giovane dal nome impronunciabile. I padri, avendo vissuto in Italia, parlano molto bene l’italiano, con tutti gli altri si parla il francese…Swahili e mashi…Infatti dovete sapere che il Congo ha 4 lingue nazionali: swahili, lingala, kikongo, tshiluba e la lingua ufficiale è il francese. Ma a seconda della zona in cui vai, si ha anche un dialetto locale (mashi in questo caso)…Quindi un vero casino!!! In tutto lo stato si parlano 238 lingue diverse!!!!! Ho imparato qualche cosa in swahili (che già conoscevo un po’ perché parlato in Kenya) ed in mashi… Le giornate a Birava sono passate più o meno nello stesso modo. Sveglia alle 6, volente o nolente, perché in casa c’è un rumore insopportabile quando si accendono i lavandini alle prime ore dell’alba (penso sia il cosiddetto colpo d’ariete), e come se non bastasse, tutte le mattine alle 6, i fedeli, in attesa della messa delle 6:30, si ritrovano in chiesa (a 20 mt dalla mia stanza) ed iniziano ad intonare i canti…Quindi…Non vi dico quante parolacce mi sono uscite di bocca tutte le mattine alle 6 puntuali. Con la forza di volontà, son riuscito quasi sempre a restare a letto a riposare fino alle 7:30…Doccia veloce e colazione…Latte in polvere, zucchero e caffè allungatissimo con qualche biscotto o fetta di torta preparate dal buon Bernard per cominciare bene la giornata…Alle 8 si parte con i corsi, quindi 200 mt di cammino e si arriva al laboratorio, nel frattempo c’è il tempo e lo spazio per incontrare tutti i bimbi vestiti di bianco e blu che si recano a scuola e vogliono essere accompagnati dall’uomo bianco…Quindi prendi e vai con i bimbi fino a scuola (c’è una primaria ed una secondaria, in totale 1000 alunni)…I corsi di informatica sono una realtà a sé, piena di insidie e difficoltà, qui, nel bel mezzo dell’Africa, in mezzo alla foresta, dove tutti vivono sui campi, portare le ultime tecnologie, è stata un’impresa veramente difficile…Non vi racconto le comiche e le incazzature perché la gente non capisce come prendere in mano il mouse (ooops scusate souris per i francesi) o perché gli chiedi di guardare il muro, dove si proiettano i file pps del corso, e imperterriti sono fissi sul proprio schermo…Un esempio…Per creare l’account di posta su yahoo, ci abbiamo impiegato dai 50 ai 70 minuti…Fate capire voi a questa gente perché bisogna scrivere la password e che cosa serve la password!!! Impresa ardua…Ho visto studenti, a cui è stato chiesto di scrivere userID e password sul proprio quaderno (così da non dimenticarli), scrivere come password questi caratteri •••••• perché così visualizzato sullo schermo (in quanto parola criptata)! A quel punto mi son messo a piangere. Nelle prime fasi del progetto ho seguito le lezioni ed aiutato nella pratica, ma dopo 2 settimane di ascolto, ho preso coraggio e ho insegnato anche io, in francese…È stata una bella esperienza perché per la prima volta ho insegnato e ho capito perché i miei genitori a volte tornano a casa incazzati ed esauriti, ma soprattutto perché dopo questa esperienza posso intraprendere una conversazione in francese. Non posso dire di saperlo parlare perfettamente, però posso dire di conoscerlo un pochino… Finiti i corsi della mattina, si va a pranzo e si finisce con la carica di un bel frutto tropicale: papaya, mango, avocado con zucchero, banana, passion fruit, prune de Japon, ma il mejo è il coeur de bouf ecc. Ecc. Il pomeriggio ancora in laboratorio per i corsi pomeridiani, fino al meritato riposo delle 17:30 ed il contatto con l’Europa ed i miei, attraverso messenger o skype…Una volta a casa, si attende la fine dei vespri e si mangia. Dopo mangiato, tutti assieme davanti alla televisione ad ascoltare il telegiornale congolese e poi a letto (alle 21 massimo). Molto spesso son rimasto a guardare qualche canale arabo o europeo per non andare a letto ad ore improponibili… Questa a grandi linea era la giornata tipo, ma spesso c’erano spazi per fare altro come passeggiare in paese, andare con i padri in città o nei villaggi limitrofi o sulle isole vicine…Purtroppo data la situazione attuale delle regioni Nord e Sud-Kivu, dove anche durante la mia permanenza si sono registrati scontri a fuoco, guerriglie e rappresaglie contro la Monuc (Missione ONU in Congo), non è stato possibile muoversi troppo e in zone calde…Perciò non ho potuto visitare il Kauzi-Biega, il Parco Nazionale dove è possibile vedere i gorilla di montagna. Vabbè sarà per la prossima volta! Speriamo in bene per il futuro del paese, poco tempo fa è stata proclamata la nuova costituzione ed è stata presentata la nuova bandiera…Tutto il paese è stanco di guerre, stanno provando a dire basta ed a rinascere sotto una nuova forma di Stato, la Democrazia, e non più la dittatura. Il 30 luglio 2006 ci sono state le prime elezioni democratiche, con una miriade di candidati…Si va al ballottagio, si voterà all’inizio del 2007. Il presidente attuale, Joseph Kabila, 35enne, figlio del vecchio presidente ucciso nel 2000, forse avrà la meglio, ma in questo caso sarà una vittoria del popolo e non dettata da leggi dittatoriali. Buona fortuna cara Repubblica Democratica del Congo!



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