In cammino da León a Santiago: 340 km di incontri magici e paesaggi meravigliosi

C’è chi lo fa per dimenticare qualcuno, chi per ritrovare se stesso, chi per motivi religiosi. Ma c’è anche chi lo fa per pura curiosità, per vivere un'esperienza all’insegna dell’avventura, come me
Scritto da: elitodesco
in cammino da león a santiago: 340 km di incontri magici e paesaggi meravigliosi
Partenza il: 15/08/2018
Ritorno il: 29/08/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
C’è chi lo fa per dimenticare qualcuno, chi per ritrovare se stesso, chi per motivi religiosi. Ma c’è anche chi lo fa per pura curiosità, per vivere un’esperienza all’insegna dell’avventura, come me. Erano anni che leggevo guide, riviste e blog sul Cammino di Santiago, volevo farlo, ma non mi decidevo mai a partire. Quest’anno, invece, alcune coincidenze mi hanno portato a proporre al mio ragazzo questo “viaggio” insolito e così, il 15 agosto, siamo partiti per il nostro Cammino da León a Santiago de Compostela. In questo articolo vi darò alcune indicazioni e “istruzioni” per organizzare al meglio il vostro pellegrinaggio e cercherò di trasmettervi alcune emozioni che ho provato nei 340 km percorsi con le mie gambe.

Dunque, innanzitutto, è bene che vi dia alcune informazioni generali sul famoso Cammino di Santiago. Va infatti precisato che esistono più percorsi che giungono a Santiago, i più battuti sono il Cammino Francese, quello Portoghese, Primitivo e del Nord, ognuno con le proprie caratteristiche e durata.

Io ho percorso il Cammino Francese, quello che parte dalla città di Saint-Jean Pied de Port, sui Pirenei, in Francia e in circa 800 km giunge a Santiago de Compostela, attraversando le regioni di Navarra, La Rioja,Castiglia y León e la Galizia. Occorrono circa 30-35 giorni per percorrere tutto il Cammino. Come vi ho anticipato io sono partita dalla graziosa città di León, che dista circa 330 km da Santiago, e ho camminato in tutto 13 giorni. Scegliere di partire da León è una buona soluzione per chi non ha un mese a disposizione, ma vuole comunque riuscire a cogliere il vero spirito del Cammino, che purtroppo viene un po’ a mancare quando si percorrono gli ultimi 100 km.

DA SAPERE PRIMA DELLA PARTENZA

GLI ALBERGUE

Quando andiamo in vacanza siamo abituati a prenotare gli alberghi che ci ospiteranno durante il nostro soggiorno, ma non se fate il Cammino da veri pellegrini. Lungo tutto il percorso infatti troverete numerosi ostelli accoglienti, gli albergue, che vi permetteranno di trascorrere la notte pagando dai 5 ai 12 euro (in alcuni casi viene invece richiesto un “donativo”, ovvero un’offerta a discrezione del pellegrino). Nella maggior parte di questi albergue non si può prenotare un letto in anticipo, è dunque necessario presentarsi di persona e chiedere se c’è posto. Io e il mio ragazzo abbiamo sempre trovato posto nel primo ostello in cui ci recavamo a fine giornata. A volte, quando mancavano pochi km all’arrivo, facevo una chiamata per controllare che ci fosse ancora posto e mi sono sempre state fornite informazioni con molta gentilezza. Alcuni ostelli sono invece inseriti su booking o altri siti simili e quindi si possono prenotare: questo servizio è stato comodo verso la fine del cammino quando la gente era molta e si rischiava di non trovare subito un posto per dormire a fine giornata. Anche chi non prenotava riusciva comunque a trovare posto negli albergue, quindi non preoccupatevi minimamente della sistemazione e godetevi in tutta tranquillità il vostro cammino. Abbiamo scelto gli ostelli basandoci sulle indicazioni della nostra guida, che consiglio di acquistare perché è davvero ottima (Guida al Cammino di S. de C. di Alfonso Curatolo e Miriam Giovananza), oppure semplicemente arrivando in un posto e infilandoci nel primo albegue perché stanchi di camminare. Solitamente le stanze contengono dai 4 letti in su, sono pulite, accoglienti, con bagno in comune e alle 22/22:30 c’è il coprifuoco. Le strutture dispongono anche di lavatrici e asciugatrici o lavabi per bucato a mano. A volte viene offerta una cena comunitaria, in cui ogni pellegrino si dà da fare per preparare da mangiare o apparecchiare la tavola e infine si cena tutti insieme.

Requisito fondamentale per poter essere accolti negli albergue è avere la CREDENZIALE DEL PELLEGRINO, un documento di viaggio che attesta che la persona sta percorrendo il Cammino di Santiago come pellegrinaggio. Si tratta di un foglio pieghevole in cui vengono indicate la data ed il luogo della partenza, la meta del pellegrinaggio, i vari timbri degli albergue dove si pernotta e il sello del luogo di arrivo e della data di avvenuto compimento del pellegrinaggio. Si può acquistare la credenziale anche una volta arrivati in Spagna, ma è molto semplice riceverla direttamente in Italia. Si può per esempio scaricare il modulo dal sito della Confraternita di Santiago (www.confraternitadisanjacopo.it/Credenziale/indexcredenziale.htm), compilarlo e inviarlo a questa mail segreteria@confraternitadisanjacopo.it. In un paio di giorni vi arriverà per posta la credenziale con allegato un bollettino per fare un’offerta alla confraternita.

PREPARARE LO ZAINO

Vado ora ad affrontare uno degli aspetti più importanti della preparazione al Cammino: l’equipaggiamento.

Che scarpe prendo? Quanti kg per il mio zaino? Quante maglie sono necessarie? Poncho o KWAY? Sacco lenzuolo o sacco a pelo?

Prima o poi vi imbatterete in queste domande e solo al vostro ritorno riuscirete a dare una risposta sicura, ma qualche consiglio vi potrà essere utile.

Partiamo dallo zaino. Io ho usato un Forclaz 40 litri da donna mentre il mio ragazzo aveva un Osprey da 38 litri, entrambi siamo stati molto soddisfatti della nostra scelta. Il mio zaino rientrava nelle misure consentite da Ryanair per considerare la valigia come “bagaglio a mano” .

I nostri zaini contenevano:

· 3 magliette

· 2 pantaloncini

· 1 pantalone lungo

· 1 felpa

· 1 poncho

· 1 asciugamano in microfibra

· 1 sacco lenzuolo (la scelta del sacco lenzuolo è stata ovviamente dettata dal fatto che fosse estate)

· 1 piccolo beauty

· Un paio di ciabatte per doccia e per la sera quando il piede vuole “respirare”

· Detersivo per bucato a mano e in lavatrice (in due contenitori da 100 ml) – a volte negli ostelli si trova il detersivo, ma non sempre

· 4 mollette per stendere

· Aghi per bucare le vesciche

· Crema PREP per idratare i piedi e prevenire la formazione di vesciche

· Tappi per le orecchie (essenziali se avete il sonno leggero, i “roncadores” si esibiscono ogni notte)

· Coltellino multiuso

· Occhiali da sole e cappellino

· Crema solare

· Polase

· Antinfiammatori e medicinali vari (consiglio una crema antinfiammatoria acquistabile in tutte le farmacie in Spagna, si chiama RADIO SALIL e allevia dolori muscolari e articolari).

Per quando riguarda le scarpe io ho optato per un paio di HOKA da trail. Prima di partire le ho usate spesso per testarle e non ho riscontrato alcun problema, dopo circa 80 km di cammino però ho iniziato a provare un forte dolore ai tendini d’Achille che mi impediva di proseguire con tranquillità. Sono stata costretta a comprare un paio di sandali da trekking che indossavo con le calze e da quel momento tutti i dolori sono passati… lasciando il posto però a una fastidiosissima vescica apparsa sotto il mignolo destro. Insomma, se fate il cammino preparatevi ad avere qualche dolore che verrà però ripagato da un’esperienza unica ed irripetibile.

Anche il mio ragazzo aveva delle scarpe tecniche e ha avuto lo stesso problema ai tendini d’Achille, lui però aveva anche un paio di scarpe da ginnastica e con quelle è riuscito a camminare senza problemi.

Alla luce di tutto ciò mi sento di consigliare di optare anche solo per un paio di scarpe da ginnastica semplici, da running. Questo ovviamente se percorrete il cammino da León, perché il terreno è in prevalenza pianeggiante. Ci sono solo un paio di tappe con un dislivello notevole, ma i sentieri non sono particolarmente insidiosi, quindi non sono essenziali scarpe o scarponcini tecnici.

LE TAPPE DA LEÓN A SANTIAGO

1 GIORNO: DA MADRID A LEÓN IN AUTOBUS

Per raggiungere León siamo partiti dall’aeroporto di Orio al Serio con il volo delle 6:30 diretto a Madrid e una volta giunti nella capitale spagnola ci siamo recati alla Estacion Sur per prendere l’autobus delle 12:00 che in circa 4 ore ci ha portati León.

Abbiamo acquistato i biglietti dell’autobus sul sito www.alsa.com al costo di 16 EURO.

Altre opzioni comode sono quelle di prendere l’autobus direttamente dall’aeroporto o, in alternativa, recarsi alla stazione ferroviaria Madrid-Charmatin e raggiungere León in treno.

Abbiamo pernottato alla Posada del Grifo, un piccolo albergo nel centro della città che offre anche un ottimo servizio di ristorazione. La nostra stanza era confortevole, pulita e abbiamo speso circa 50 Euro. Ovviamente non ci siamo lasciati sfuggir l’occasione di visitare León, una cittadina molto graziosa. Da non perdere assolutamente la cattedrale, capolavoro del gotico spagnolo.

GIORNO 2: DA LEÓN A VILLAR DE MAZARIFE (22 KM)

L’emozione è alle stelle per l’inizio del nostro Cammino. Ci rechiamo alla cattedrale e iniziamo a seguire le frecce gialle che ci accompagneranno da lì fino alla cattedrale di Santiago, per bene 340 km!

L’uscita da León non è bellissima perché si attraversa la periferia e si percorre una parte di tragitto al lato di una strada abbastanza trafficata. Si attraversano alcuni piccoli paesini in cui ci si può fermare per fare una sosta. Non abbiate fretta, godetevi il cammino, se avete voglia o necessità di fermarvi, fatelo. A maggior ragione quando le tappe sono brevi come questa.

A Villar de Mazarife pernottiamo all’Albergue La casa de Jésul pagando 7 Euro. Siamo fortunati e ci viene assegnata una stanza doppia! L’ostello è carino, non mancano i confort ed è pulito. C’è anche una piccola piscina per rinfrescarsi a fine tappa.

Ceniamo al Bar del paese (La Torre) e rimaniamo soddisfatti. Alle 23 si dorme!

GIORNO 3: DA VILLAR DE MAZARIFE AD ASTORGA (KM 31,5)

Oggi la tappa è decisamente lunga, ma bellissima dal punto di vista paesaggistico, si attraversa l’altopiano leonense in cui si cammina per km e km in the middle of nowhere. Pranziamo con un bocadillo a Hospital de Obrigo e ci fermiamo ogni 2 ore circa per un piccolo ristoro. Fa abbastanza caldo quindi la stanchezza si sente di più. I nostri occhi si illuminano quando dopo km sotto il sole cocente incontriamo un punto di ristoro in mezzo al nulla! Frutta fresca, limonate, biscotti e marmellate sono a disposizione di tutti e non c’è un prezzo stabilito, si può lasciare un donativo! A rendere questo posto ancora più speciale sono le amache e le panchine all’ombra, difficile da spiegare la bellezza di questa posto a parole, per questo vi lascio qualche foto.

Finalmente arriviamo ad Astorga e raggiungiamo l’ostello Siervas de Maria. La nostra stanza dispone di 12 letti, ci troviamo bene perché non mancano i confort. Ritroviamo in camera alcune persone conosciute lungo il cammino e ovviamente si ricomincia a chiacchierare.

Astorga è una città molto carina, quindi fate un giro nel centro! Ceniamo con il menù del pellegrino a 11 euro alla Cafeteria Imperial. Noi siamo “di bocca buona” e ogni giudizio è soggettivo, ma vi dico che io ho mangiato benissimo ogni giorno!

Attenzione: se chiedete due bicchieri di vino (perché inclusi nel menù) vi porteranno direttamente una bottiglia (allo stesso prezzo). Come si fa a non amare gli spagnoli?

Ore 23 … coprifuoco!

GIORNO 4: DA ASTORGA A FONCEBALON (KM 27)

La nostra mattinata inizia presto, alle ore 6:30 siamo già in cammino. Raggiungiamo senza troppa fatica Rabanal de Camino (20 KM) e facciamo una sosta dove conosciamo Javier, un simpaticissimo ragazzo spagnolo che ritroveremo lungo tutto il percorso. Con lui proseguiamo fino a Foncebalon (6 km in salita sotto il sole), un piccolissimo paese che “sopravvive” grazie al Cammino.

Consultando la guida decidiamo di recarci all’Albergue Domus Dei che dispone di 18 posti letto e qui mi devo soffermare per raccontavi una delle serate più belle di tutto il viaggio. Questo ostello mi rimarrà nel cuore per il resto della mia vita, soprattutto grazie all’hospitalero (il gestore), Fernando, un simpaticissimo signore spagnolo, amante del Cammino e della buona compagnia. Prima di accompagnarci ai nostri letti, Fernando ci ha spiegato alcune regole per pernottare lì: alle ore 18 c’è un momento di condivisione tra i pellegrini in cui si sceglie un tema e ci si confronta al riguardo, alle 19 si prepara la cena, si mangia tutti insieme e si sistema, alle ore 22 coprifuoco, alle ore 6 la sveglia e infine si fa colazione prima di partire. Non è richiesta una quota fissa, ma sta a discrezione dei pellegrini lasciare un donativo. Noi decidiamo di accettare e, come vi dicevo prima, trascorriamo una serata indimenticabile.

Ascoltiamo le storie altrui e raccontiamo qualcosa di noi, prepariamo la cena tutti insieme. Ci sono studenti, ci sono ingegneri, medici e insegnanti, c’è una famiglia con due bambini, c’è chi si è licenziato perché insoddisfatto della propria vita, chi un lavoro lo vorrebbe, ma non lo trova. Ci sono italiani, spagnoli, polacchi, tedeschi.

Poco importa chi sei nella vita di tutti i giorni, ora per qualche strana coincidenza ti ritrovi in un paesino sperduto tra i monti di Leon a preparare un cena, condividi una stanza e un bagno con 17 sconosciuti e dentro di te sai che non avresti potuto intraprendere viaggio migliore. Fernando ci racconta alcuni aneddoti ed esperienze interessanti che ha vissuto da pellegrino e da Hospitalero. Io sono incantata di fronte a tutto ciò. Mi viene la pelle d’oca quando vengo a sapere che poche sere prima intorno a quella tavola si è seduto un pellegrino che presentandosi ha asserito di non essere solo in cammino, ma di essere accompagnato dal suo “cancro”, un tumore che probabilmente non gli avrebbe consentito di arrivare fino a Santiago.

Prima di andare a dormire Fernando ci dà un insegnamento che porterò nel cuore per sempre: il pellegrino ha due mochilas (zaini), quella che porta sulle spalle e quella interiore, anche lo zaino interiore la sera deve essere riordinato e se qualcosa non serve si può tranquillamente scartare, non occorre portate pesi inutili, nel Cammino, ma soprattutto nella vita.

GIORNO 5: DA FONCEBALON A PONFERRADA

Oggi tappa lunga. Circa 30 km. Lasciata Foncebadon alle 7 circa, ammiriamo l’alba mentre ci dirigiamo verso la Cruz de Hierro, luogo intriso di storia e mistero. Qui i pellegrini depositano la pietra che stanno trasportando dal primo giorno di cammino di una dimensione proporzionata ai peccati di cui si vogliono liberare.

Durante il tragitto ci fermiamo al Manjarin, l’ostello leggendario dei templari per farci apporre un timbro, a El Acebo per fare uno spuntino e poi pranziamo a Molinaseca, grazioso paesino bagnato da un fiume in cui ci si può rinfrescare nelle acque gelide. Stanchi raggiungiamo Ponferrada dove abbiamo prenotato un hotel già dall’Italia per poter riposare meglio.

GIORNO 6: DA PONFERRADA A VILLAFRANCA DEL BIERZO (KM 23)

Data la tappa non eccessivamente lunga decidiamo di partire con molta calma dopo aver fatto una colazione abbondante in hotel. In questo tragitto si alternano strade asfaltate e sentieri, il terreno è in prevalenza pianeggiante. Il cammino è piacevole, si attraversano vari paesi di campagna e conosciamo una famiglia romana in cammino con due bambini e la nonna di 80 anni! Verso le 16 arriviamo a Villafranca del Bierzo e ci dirigiamo subito verso l’Albergue Municipal dove ci vengono assegnati gli ultimi due posti letto! L’ostello non è eccezionale, ma ci adattiamo senza alcun problema. La nostra stanza contiene una ventina di letti. Prima di cenare ci rechiamo al “rio” e qui ci rinfreschiamo le gambe nell’acqua fresca, con noi c’è anche Javier.

Ceniamo in ostello e passiamo una bella serata in compagnia di un gruppo di spagnoli molto allegri e simpatici! Da loro ci viene offerto un rum tipico della Galizia e della Sangria, così tra chiacchiere e risate finisce anche il sesto giorno di cammino.

GIORNO 7: DA VILLAFRANCA DEL BIERZO A LA FABA (25 KM)

Partiamo presto dopo aver fatto colazione in ostello senza sapere con precisione quale sarà la nostra meta della giornata. La maggior parte delle persona è diretta a O’Cebreiro che dista circa 29 km da Villafranca (con un dislivello notevole in salita), ma noi non escludiamo l’ipotesi di fermarci prima, a La Faba, dove si trova un albergue che molte persone ci hanno consigliato.

I primi 12 km non sono estremamente faticosi, ma ci preparano con i dolci saliscendi alla salita finale!

Nei pressi della località di Las Herrerias iniziamo a sentire dolori molto fastidiosi, in particolare al tendine d’Achille e per questo decidiamo di precedere fino a La Faba e terminare lì la nostra giornata.

Ci rechiamo all’Albergue per pellegrini gestito da una coppia di tedeschi e restiamo ammaliati dalla straordinaria bellezza di questo posto. Non c’è nulla di eccezionale, ma l’atmosfera di pace e serenità che ho provato qui non la dimenticherò mai. Si tratta di un albergue situato nel bel mezzo di una valle, in cui gli unici suoni che si percepiscono sono quelli del canto degli uccelli e delle acque della fontana posta in giardino. I proprietari sono due persone molto gentili e disponibili che si sono conosciuti proprio durante il cammino e hanno deciso, come Fernando, di continuare a far parte di questa grande famiglia. La signora ci ha accolti con un sorriso smagliante e ci ha offerto un bicchiere di acqua e menta. A corredare il tutto vi è una chiesetta posta proprio nel giardino che incrementa ancor di più l’atmosfera mistica di questo albergue. Con soli 5 euro ho passato una delle serate più belle delle mia vita.

Anche il paesino mi è rimasto impresso nella testa perché mi sono sentita “fuori dal mondo” e “fuori dal tempo”, è difficile da spiegare a parole, per questo vi consiglio vivamente di fare tappa qui.

Per cena ci siamo recati nell’unico ristornate, che fa parte di un altro albergue (EL RIFUGIO), e abbiamo mangiato e bevuto divinamente pagando 12 euro a testa ordinando il menù del pellegrino. Pochi posti nel mondo mi hanno scaldato il cuore come La Faba.

GIORNO 8: DA LA FABA A FILLOBAL (24 KM)

Ci alziamo verso le 6, facciamo colazione in ostello (i proprietari sono così gentili da offrire biscotti e bevande calde) e partiamo senza ben sapere quale sarà la nostra destinazione. La guida indica Tricastela, a circa 26 km da La Faba, ma per alcuni dolori decidiamo di fermarci a Fillobal, solo qualche km prima di Tricastela.

Con questa tappa lasciamo la Castilla y Leon ed entriamo nell’ultima regione del Cammino, la verde Galizia.

Entrambi abbiamo malissimo ai tendini d’Achille e quindi, appena giunti a O’Cebreiro, compriamo i sandali da trekking che non toglieremo fino a Santiago! Il tragitto è impegnativo e faticoso per i continui saliscendi e per questo ci fermiamo a Fillobal, in un albergue molto essenziale, ma dotato di tutti i confort necessari (10 Euro). Giusto di fronte all’ostello c’è un bar/ristorante in cui preparano del cibo delizioso! Alle 21:30 i nostri compagni di stanza spengono le luci per dormire!

GIORNO 9: DA FILLOBAL A SARRIA (28 KM)

Questa tappa è lunga e non va sottovalutata perché i saliscendi sono impegnativi.

Dopo Tricastela ci sono due opzioni: andando verso destra, in direzione San Xil, si percorre la rotta storica, la più diretta; se invece andate verso sinistra, in direzione Samos, allungherete il percorso di 6,5 km. Noi scegliamo la seconda opzione e ne rimaniamo soddisfatti perché la fatica viene ricompensata dai freschi sentieri immersi nei boschi di querce e castagni. A un certo punto scorgiamo il Monastero benedettino di Samos e rimaniamo colpiti dalla sua imponenza; è uno dei monasteri più antichi d’Europa.

Da Samos rimangono altri 15 km, ma con pazienza e facendo delle soste, arriviamo a destinazione. Mentre ci avviciniamo a Sarria prenoto un ostello su Booking, recensito con ottime valutazioni. Effettivamente l’Albergue è molto bello, pulito e con 5 euro in più si può avere una colazione super con dei pancakes squisiti. Al nostro arrivo ci viene offerta una buona birra fresca. Come ogni sera conosciamo persone nuove e la serata passa sempre alla grande (Costo per il pernottamento: 10 euro).

A cena ci rechiamo, su consiglio delle proprietarie dell’ostello, in un ristorante molto bello (e noi ovviamente siamo vestiti benissimo) e finalmente provo il famoso Caldo Gallego! Buono! I prezzi sono leggermente più alti perché è un ristorante rinomato,ma il cibo è decisamente da provare. Si trova al piano terra dell’HOTEL ROMA.

GIORNO 10: DA SARRIA A PORTOMARIN (22 KM)

Oggi la tappa è decisamente più leggera del solito e arriviamo a Portomarin alle 13 circa. Questa cittadina è molto carina e il nostro hotel (questa sera ci trattiamo bene) è ovviamente molto confortevole (Hotel Casona da Ponte). In centro ci sono vari ristoranti/bar che servono menù del pellegrino e platos combinados.

Prima di andare a cena incontriamo uno dei ragazzi spagnoli conosciuti a Villafranca del Bierzo con altri pellegrini e ci uniamo: tra un “giro” e l’altro beviamo qualche di bicchiere di birra/vino! Ormai Santiago di avvicina e io sono un po’ triste.

GIORNO 11: DA PORTOMARIN A PALAS DE REI (25 KM)

I primi 13 km in salita e i successivi saliscendi mettono alla prova, anche oggi, le nostre gambe e la nostra stanchezza! Rimaniamo colpiti dai freschi boschi di eucalipto dal profumo intenso e decidiamo di pranzare al sacco, riparati dal sole grazie ai numerosi alberi. Arriviamo nel pomeriggio a Palas de Rei e ci fermiamo all’Albergue privato San Marcos che consiglio vivamente per servizi, pulizia e comodità. Per cena decidiamo di cucinare una pasta per il nostro amico Javier J.

GIORNO 12: DA PALAS DE REI A ARZÙA (KM 26)

La tappa non è brevissima, i saliscendi non danno tregua e le vesciche, i dolori e la stanchezza si fanno sentire… ma ormai manca così poco a Santiago e non ci manca l’energia per proseguire con entusiasmo! Dopo circa 11 km di cammino arriviamo a Melide, è quasi ora di pranzo e ne approfittiamo per assaggiare il tipico pulpo a la gallega. Troverete molti ristorantini, affidatevi al vostro intuito, in linea di massima preparano tutti dell’ottimo cibo!

Oggi per la prima volta mi è sembrato di non arrivare mai alla meta, sarà stata la fastidiosa vescica sotto il mignolo o la stanchezza accumulata in questi 11 giorni, ma per un attimo, quando ormai mancava un km a Arzua, mi sono fermata e il mio corpo mi chiedeva di stendermi a terra. Non avevo più alcuna energia, avevo caldo e male, molto male ai piedi. Ho guardato il mio ragazzo e sono scoppiata a ridere. Gli ho detto che in realtà volevo piangere, ma a che sarebbe servito? Non so per quale motivo, ma zoppicando e ridendo per quella situazione surreale sono arrivata all’Albergue e ho pure fatto il bucato!

Abbiamo prenotato l’ostello (DE CAMINO) da booking durante il tragitto. Anche questa volta ci siamo trovati bene. Per cena siamo andati in un ristorante situato vicino all’ostello in cui servono il menù del pellegrino.

GIORNO 13: DA ARZUA A LAVACOLLA (KM 28)

L’ultimo grande sforzo prima di arrivare a Santiago. Da Lavacolla infatti ci rimarranno solo una decina di km per raggiungere la tanto desiderata cattedrale!

28 km non sono pochi e non mancano i saliscendi che ormai ci accompagnano nel cammino degli ultimi giorni. Prenotiamo l’ostello di Lavacolla (Albergue privado Lavacolla) tramite telefono. Questo è uno dei pochi albergue che accetta la prenotazione con una semplice chiamata. Se avete intenzione di fermarvi qui vi consiglio di chiamare perché a Lavacolla è l’unico ostello per pellegrini (ci sono altri hotel, ma con prezzi più cari). L’hospitalera è molto gentile, si occupa addirittura del bucato di tutti, stende i vestiti e li raccoglie anche. Siamo stati bene nonostante i 34 letti della camerata.

Ceniamo in uno dei ristoranti del paesino che ovviamente serve il menù del pellegrino.

GIORNO 14: DA LAVACOLLA A SANTIAGO (KM 10)

È il nostro ultimo giorno di cammino e alle 6, quando tutti si alzano, sentiamo la pioggia. Fino ad oggi abbiamo camminato con il sole splendente, direi che un giorno di cammino con il poncho non poteva mancare. Sembra una giornata autunnale, la pioggia e il vento rendono tristi e malinconici gli ultimi km di questo viaggio. Ripenso a tutto ciò che ho visto, alle persone che ho conosciuto e non sono sicura di voler arrivare alla meta. Mi mancherà tutto, lo so già.

Passo dopo passo ecco il cartello “Santiago de Compostela”. Allungo lo sguardo e ahimè, vedo anche la Cattedrale. Proseguiamo ed è tutto così strano: siamo in una città, ci sono macchine che sfrecciano sull’asfalto, aerei che volano nel cielo, gente senza zaini che fa shopping. Stiamo tornando alla vita reale.

Seguiamo il suono di una cornamusa, ormai ci siamo. Eccoci davanti alla Cattedrale, con noi centinaia di pellegrini che appoggiano lo zaino a terra, si sdraiano e contemplano la bellezza di quel momento. Siamo emozionati, felici, ma anche un po’ malinconici. Un po’ come mi sento in questo istante mentre cerco di raccontarvi con delle parole qualcosa di molto complesso.

Assistiamo alla messa del pellegrino e andiamo a ritirare la nostra Compostela, l’attestato che certifica il compiuto pellegrinaggio.

Ora abbiamo proprio tutto. Passiamo l’ultima notte a Santiago alla Pension Residencia F&F. Vi consiglio il ristorante El gato negro!

GIORNO 15: DA SANTIAGO DE COMPOSTELA A MADRID

Ci dirigiamo alla stazione ferroviaria alle 7:30 (treno prenotato online dal sito www.renfe.com a circa 50 euro) e prediamo il treno in direzione Madrid. In poche ore ripercorriamo in direzione opposta i km fatti a piedi n 13 giorni. Lascio immaginare a voi la sensazione, perché in questo caso non la voglio ricordare.

Da Madrid prendiamo il volo per Milano Orio e io penso già al mio prossimo cammino.

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