Colombia: terra di balene e fiumi colorati

Viaggio fai da te utilizzando voli interni e autobus, raggiungendo mete come Bahia Solano e Cano Cristales
Scritto da: Anna Codino
colombia: terra di balene e fiumi colorati
Partenza il: 11/08/2016
Ritorno il: 28/08/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Colombia: terra di balene e fiumi colorati

Periodo: 11 Agosto – 28 Agosto 2016

Costo totale del viaggio: 2620 € a persona

Itinerario: Bogotà, Armenia, Salento, Valle de Cocora, Filandia, Medellin, Bahia Solano, La Macarena, Cano Cristales, Zipaquira, Villa de Leyva, Bogotà.

Se si viaggia per la curiosità di conoscere posti inconsueti può capitare di incappare per caso in una foto e da lì programmare la meta delle tue vacanze estive. A noi è successo dopo essere stati meravigliosamente attratti ed incuriositi dai colori del fiume di Cano Cristales e da li è partito tutto! Localizzato il posto, cercato informazioni, comprato la guida e dopo serate e serate trascorse a programmare il nostro itinerario, finalmente l’11 Agosto siamo sul volo che da Nizza, ci porterà a Bogotà (volo Lufthansa acquistato circa due mesi prima 872 € a testa, partenza alle 10.50, arrivo alle 18.30 dopo breve scalo a Francoforte. Orario Bogotà : – 7 ore). A Nizza, non trovando nessun parcheggio all’aeroporto sotto i 500 €, optiamo per lasciare la macchina al parcheggio coperto Gare Thiers, proprio accanto alla stazione principale (128 € per 18 giorni, non certo economico, ma le alternative erano peggio). Da lì l’autobus 99 ( biglietto, che si fa direttamente sull’autobus, 6 € a testa) in 15 minuti ci porta direttamente al Terminal 2.

Arrivati a Bogotá, dopo una lunghissima coda per i timbri sul passaporto, riusciamo finalmente a uscire e cerchiamo gli sportelli bancomat per prelevare moneta locale. In aeroporto ci sono anche uffici di cambio, ma dalle nostre informazioni, molto meno convenienti rispetto agli sportelli ATM che si trovano subito dopo l’uscita a destra. Incuranti delle diverse persone che ci fermano per chiederci se abbiamo bisogno di un taxi, sconsigliati da tutti i racconti e dalla guida, ci dirigiamo verso la fila, lunga ma molto veloce, per i taxi autorizzati. Il tassista ci chiede 24000 pesos ( poco più di 7 €; cambio al momento del nostro viaggio 1 €= 3218 cop) per circa mezz’ora di strada, prezzo che ci pare più che onesto, visto che l’albergo ce ne chiedeva 44000 per venirci a prendere. Per pernottare le nostre due notti a Bogotà, abbiamo escluso la gettonata zona Candelaria ( a quanto ci è stato riferito poco sicura di sera) e scelto il Quartiere Chapinero. L’hostel La Nina è piuttosto spartano, ma sufficientemente pulito, soprattutto le stanze, un po’ meno l’area delle colazioni. C’è la possibilità di dormire sia in dormitorio che, come abbiamo scelto noi, in camera doppia con il bagno, costo106000 cop a notte.

Venerdì 12 Agosto: Bogotà

In mattinata ci raggiunge al nostro ostello, Margarita (margarita.restrepo@aviatur.com) dell’agenzia Aviatur, l’agenzia alla quale ci siamo rivolti via internet per organizzare parte del nostro viaggio. Con lei, tramite numerose mail e whatsapp, abbiamo potuto studiare il nostro itinerario, variato più volte. Lei è sempre stata disponibile a rispondere a tutte le nostre richieste, a consigliarci ad esempio le zone delle città dove andare a dormire perché più tranquille di altre, cosa vedere e cosa per mancanza di tempo, poter saltare, etc. Inoltre ci ha sempre accompagnato, durante tutto il viaggio, con messaggi e telefonate per sapere se andava tutto bene. È stato per noi molto utile sapere di potere contattare una persona del luogo, sia per qualsiasi curiosità che per eventuali problemi che, fortunatamente, non abbiamo avuto. Dopo varie alternative abbiamo deciso di acquistare con la sua agenzia il volo per Armenia, il pacchetto per Bahia Solano (volo da Medellin, trasferimento dall’aeroporto, albergo con colazioni, pranzi e cene, due camminate , due uscite per avvistamento balene, volo di rientro per Medellin e altro volo per Bogotà) e il pacchetto per Cano Cristales (volo di andata e ritorno da Bogotà, due notti, colazioni pranzi e cene per tutto il soggiorno e tre uscite con le guide). Prezzo totale del pacchetto 1220 € a testa. Entrati in possesso di tutti i biglietti aerei, formulate le ultime domande e attivato una SIM locale da lei gentilmente acquistata per nostro conto, ci facciamo accompagnare verso il centro della cittá e ci salutiamo tra mille raccomandazioni di Margherita sul fare attenzione ai furti anche di giorno. Trascorriamo gran parte della giornata nella Candelaria, il centro storico della città, dove antichi palazzi e innumerevoli chiese si mescolano a grattacieli moderni e palazzi in costruzione. Qua è la colorati graffiti animano la città (esiste un graffiti tour gratuito della durata di due ore circa, con partenze al mattino e al pomeriggio). Pranzo con tamales e ajaco, nell’affollato e caratteristico locale La Puerta Falsa. Molto bello il Museo Botero (gratuito) con opere non solo dello stravagante artista, ma anche di Picasso, Mirò, Chagal, Monet e altri. Passeggiamo su e giù per le strade fermandoci a osservare numerosi artisti di strada, cercando le statue verdi realizzate con materiale riciclato da un artista locale, la Plaza de Bolivar, la Chiesa di Santa Chiara, la chiesa di San Francesco e la carinissima Piazoleta del Chorro de Quevedo. Consigliamo vivamente di recarsi in questa zona, a nostro parere più caratteristica del centro vero e proprio, dove casette colorate si affacciano su vicoli variopinti di graffiti e la gente si gode l’atmosfera seduta sulla piazza contornata di localini. Data la stanchezza che sopravviene decidiamo di soprassedere sul Museo dell’Oro, di limitarci a guardare il Cerro de Monserrate dal basso e di tornare all’ostello per riprenderci per la cena. Il quartiere Chapinero è una zona molto tranquilla e piena di locali. La nostra scelta cade su una Steakhouse dove ceniamo con Tbone e succulenta bistecca con contorni e birre per circa 34 € in due. Dopo cena ci raggiunge il nostro amico Marco che tornando dal Venezuela, trascorrerà due giorni con noi nella zona cafetera. Clima di Bogotà piuttosto fresco, anche data l’altitudine, per tutto il giorno si alterna un pallido sole con un cielo coperto e alla sera ci allieta una leggera pioggerellina.

Sabato 13 Agosto: Armenia – Salento

Sveglia alle 4 del mattino per raggiungere l’aeroporto ed imbarcarci alle 6.35 su un volo Avianca che, in circa un’ora. ci porterà ad Armenia. Con un taxi ( 25000 cop) raggiungiamo la stazione degli autobus e con un piccolo autobus (4200 cop) in circa un’ora siamo a Salento. A piedi raggiungiamo l’Hostal Tralala ( doppia con bagno in stanza 80000 cop a notte) dove ci fermeremo tre notti. L’ostello è carino e pulito, il personale gentile. Occorre tuttavia tenere conto che in alcuni orari, come in tutta Salento, non c’è acqua in alcuni momenti della giornata ( 8-11; 14-17; 22-4), ma se ci si organizza non è un grosso problema. Salento è un vivace paesino con una piazza centrale contornata di bancarelle, presenti solo nei fine settimana, che vendono cibo e oggetti artigianali ( cibo buono, oggetti non particolarmente originali). Tipiche sono le jeep Willys parcheggiate sulla piazza, in attesa di portare i turisti nei dintorni della zona. Partono, in genere, quando sono piene. L’atmosfera che si respira è piacevolmente vacanziera. Questo paesino, certamente molto turistico, ha tuttavia il suo fascino ed è una buona base per esplorare la zona. Compriamo un succo di lulo fatto al momento, ammirando la stranissima frutta che pare esistere solo in Colombia, tanto che questi succhi spesso accompagnano i pasti degli abitanti. Decidiamo di raggiungere la Finca El Ocaso a piedi, con una piacevole passeggiata di poco più di un’ora, tra una miriade di fiori dalle forme più stravaganti. Diverse fattorie nella zona propongono tour per spiegare le modalità di coltivazione e raccolta del caffè. La finca scelta da noi, organizza un tour della durata di un’ora e mezza che costa 10000 cop. Il tour in inglese, davvero interessante, si conclude con la degustazione di caffè preparato al momento. Scoraggiati dalla salita, che ci aspetterebbe tornando a piedi e dai morsi della fame, saltiamo su una jeep e ci facciamo riportare in paese per 3000 cop a persona. Pranziamo in una delle bancarelle sulla piazza, ordinando patacones con carne e formaggio ( banane fritte e trasformate in sfoglie sottilissime) e azzardando l’assaggio del coraggioso piatto locale bandeja paisa ( salsiccia, fagioli, riso, arepa, pancetta, avocado). Per smaltire il tutto percorriamo la via centrale che nel frattempo, complice probabilmente il fine settimana, si è animata di numerosi turisti e tramite la lunga scalinata raggiungiamo il belvedere che domina la città. Cena sulla piazza con trucha ( trota), specialitá del posto, che vale davvero la pena assaggiare.

Domenica 14 Agosto: Valle de Cocora

Giornata dedicata al trekking nella Valle de Cocora, la zona dove ci sono le altissime palme da cera. Sveglia presto per prendere la Jeep alle 7.30 che in mezz’ora ci porta al punto di partenza. Le Jeep partono dalla piazza alle 6.10 , 7.30, 9.30 e 11.30 e costano 3600 cop a persona. Per rendervi conto di cosa sia la zona avete due possibilità:

– trekking di 5 ore: è quello che abbiamo fatto noi. Si parte per un sentiero ben segnalato lasciandovi il bar sulla destra e passando un cancello blu. In circa un’ora e mezza si arriva alla casa dei colibrì (Acaime) dove dovrete pagare 5000 pesos e avrete incluso nel prezzo una bevanda (comprese le loro bevande tipiche come l’acqua de panela, una specie di tisana dolcissima e la Chica de Pina, un liquido fermentato lievemente alcolico dal sapore non troppo gradevole). Dopo aver ammirato i colibrì che vengono a dissetarsi negli abbeveratoi appositamente posizionati, potete ripartire ed in un’ora circa, percorrendo un ripido sentiero, arriverete al punto più alto (La Montana 2860 mt; per arrivarci dalla casa dei colibrì occorre tornare indietro sino al cartello che indica Acaime un km e andare a sinistra. Attenzione perché La Montana non è indicato). Il resto del percorso è tutto in discesa in una strada agevole e si ricongiunge al punto di partenza. Nell’ultimo tratto avrete di gran lunga la vista migliore sulle palme che si stagliano su prati verdissimi. Il trekking non è eccessivamente difficoltoso, anche se non è proprio una passeggiata. Occorrono un paio di scarpe da trekking o di buone scarpe da ginnastica e bisogna portare con sè acqua e cibo. Lungo il sentiero ci sono ponti sospesi e tratti su tronchi muniti di passamano ma niente di particolarmente difficile. Ci sono tratti fangosi per cui ci si sporca un po’ e nelle stagioni più piovose è consigliato indossare stivali noleggiati anche da alcuni alberghi. Questa scelta, oltre alle palme finali, permette di addentrarsi nella fitta vegetazione e ammirare piante e fiori particolari.

– la via dei pigri: se invece non amate particolarmente camminare potete ugualmente raggiungere il punto panoramico con una passeggiata di dieci minuti e pagando 3000 pesos. Se la vostra scelta è questa sorpassate il cancello dopo il bar e proseguite dritti.

Torniamo in paese con la Jeep appesi al predellino esterno. Il paese è affollatissimo e fa molto caldo. Probabilmente è meta di gite domenicali di molte famiglie del posto che amano mangiare alle bancarelle, enormi patacones e trote affogate in creme di latte, cucinate dentro cartocci. Assaggiamo un frutto strano, che si chiama Chontaduro, molto buono condito con sale, limone e miele. Cena alle bancarelle questa volta con carne asada.

Lunedì 15 Agosto: Filandia

Oggi decidiamo di trascorrere il nostro Ferragosto visitando questo paesino a circa un’ora di distanza. Per arrivarci bisogna prendere un autobus per Armenia, scendere dopo circa 15/ 20 minuti a Las Flores, attraversare la strada e prendere autobus per Filandia proprio di fronte al negozio di fiori. L’intera tratta costa 5500 cop a persona; si paga al conducente prima di scendere. Filandia è un paesino molto piccolo, ma che vale una visita. Non c’è molto da fare se non perdersi nei vicoletti fotografando le innumerevoli porte e finestre coloratissime e sorseggiare un caffè seduti in uno dei diversi locali che si affacciano sulla piazza dominata da una bella chiesa. Avendo tutto il pomeriggio a disposizione, decidiamo di raggiungere Armenia per visitare il giardino botanico con mariposario, segnalato dalla guida. Per arrivarci bisogna cambiare diversi mezzi, ma la gente del posto si prodigherà per aiutarvi e darvi le informazioni corrette. Gli autobus per Armenia partono dall’angolo della piazza dove c’è la farmacia. Occorre scendere al terminale degli autobus e da li prendere un mezzo per Calarca, chiedendo al l’autista dove scendere, per prendere un terzo mezzo per il mariposario (costo delle tratte 4200 + 1600 + 1600). L’ingresso costa 20000 cop e quello che non era spiegato bene dalla Lonely, è che non si può entrare da soli, ma occorre attendere la visita guidata in spagnolo che dura due ore e mezzo. La guida in inglese occorre invece pagarla a parte. Il giardino ha una ricca vegetazione ma pochi fiori, almeno nella stagione visitato da noi, e il mariposario, a meno che non siate molto appassionati di farfalle, non è niente di imperdibile. Facendo tutto il percorso al contrario e saltando da un autobus all’altro, quasi come esperti del posto, facciamo rientro a Salento. Stasera a cena proviamo la versione elaborata della trucha, creola e marinera, immerse in salse a base di latte ed entrambe davvero ottime.

Martedì 16 Agosto: Salento – Medellin

Salutiamo Salento con una piazza un po’ più tranquilla, dal momento che quasi tutte le bancarelle se ne sono andate in tarda serata. La stazione degli autobus si trova davanti al campo sportivo della scuola, di fronte al negozio di alimentari che vende i biglietti, con la scritta Flota Occidental (43000 cop; i mezzi partono alle 10-12-16, per altri orari occorre andare ad Armenia). Se, come è successo a noi, il posto è molto affollato e conviene prenotare i biglietti prima di partire (anche un giorno prima) chiedendo direttamente al negozio. Il tragitto alterna brevi tratti autostradali con altri molto tortuosi e il viaggio si rivela più lungo e faticoso del previsto, tanto da farci pensare che forse sarebbe stato meglio scegliere la tratta notturna. I mezzi sono piccoli ma inizialmente abbastanza comodi e hanno il wifi funzionante per tutto il tragitto. Tuttavia le ore sono molte e sopratutto alla fine, spenta l’aria condizionata, il caldo si fa sentire non poco. L’autista si ferma due volte, per sosta al bagno e per pranzare e dopo ben sette ore e mezzo arriviamo molto stanchi al Terminal del Sur di Medellin, senza sapere che la parte più difficile deve ancora iniziare! Prendere un taxi per andare all’ostello si rivelerà, infatti una specie di impresa eroica. Alla fermata dei taxi autorizzati, una specie di pazzo sventola uno straccio buttandosi in mezzo alla strada e fermando i taxi per la gente che aspetta, la quale non segue una fila ordinata come da tutte le parti ma sale un po’ qua un po’ la! Un po’ storditi riusciamo, tuttavia, ad abbordare un taxista, ma una volta saliti ci accorgiamo che non esiste tassametro. Alla nostra richiesta di spiegazioni ci dice che la tariffa è 12000 pesos, praticamente il doppio di quella indicata dalla guida. Riprendiamo le nostre valigie e scendiamo al volo, ma da qui comincia il nostro calvario! Il pazzo, forse un po’ offeso, non ci considera più e tocca a noi sventolare tutto ciò che abbiamo, lanciandoci in mezzo alla strada! La maggior parte dei taxi neanche si ferma e quelli che si fermano, una volta sentita la destinazione, scrollano la testa dicendo “io non ci vado” e ripartono. Dopo un’ora di questa frustrante attività, cominciamo a chiederci il perché e temiamo di aver scelto il bronx della città, dove neanche i locali si avventurano. In preda allo sconforto decidiamo di tentare la sorte spostandoci dalla parte opposta del terminal, dove i taxi prevalentemente scaricano i passeggeri in arrivo, ma anche questi conducenti scrollano la testa. All’ennesimo rifiuto mi attaccò saldamente alla portiera e al mio disperato “por favor senor” il tassista finalmente ci spiega il motivo: muy difficile trovare quella traversa! Ahhhh allora era per quello! Probabilmente impietosito dalle nostre facce stravolte dice che si….si può rischiare…e non appena a bordo colpo di genio! Abbiamo sul telefono le mappe offline di Google maps dei posti dove andremo e con infinita gioia del tassista, in men che non si dica voilà! Ostello trovato! Per le nostre due notti a Medellin abbiamo scelto il Black Sheep nel quartiere El Poblado ( 95000 a notte, la camera doppia con bagno). Le camere sono piuttosto tristi e anonime ma, negli spazi comuni, si respira una piacevole atmosfera. Inoltre il posto è in un quartiere tranquillo e in posizione comodissima sia per la fermata della metro ( fermata El Poblado 5 min) sia per cenare in uno dei ristoranti della zona rosa ( 15 min) . Inoltre vicino c’è un grande supermercato, dove si può fare la spesa. L’ostello ha una cucina comune e mette a disposizione caffè gratuito alla mattina. Riprese le forze con una bella doccia, ci accingiamo ad esplorare la zona muniti di cartina e spiegazione del personale. Usciti dall’ostello bisogna andare a sinistra e al primo semaforo a destra raggiungendo un lungo rettilineo dove ad alcuni posti,tipo fast food locali,si alternano , verso la fine della via, diversi ristoranti. Scegliamo il Macondo, dove assaggiamo la zuppa di trippa e carne alla griglia, il tutto servito con banane avocado e arepa per circa 30000 pesos a testa.

Mercoledì 17 Agosto: Medellín

Medellin è una grande città fornita di una modernissima ed efficiente metropolitana, ordinata e pulita e di fantastiche funivie ( metro cable) costruite negli ultimi anni per collegare i quartieri più periferici e più poveri con il centro della città. Consigliamo vivamente il giro fatto da noi sui metro cable, per poter avere una vista di questi quartieri dall’alto, ammirando i murales fatti sui tetti e le casette, povere ma ordinate, di mattoni e lamiera. Il primo giro dall’alto lo abbiamo fatto verso il Parque Arvi ( dalla fermata Acevado prendere linea K, gratuita, sino a Santo Domingo, e poi linea L sino a Parque Arvi). Se avete più giorni di noi, deve essere piacevole passare almeno una mezza giornata nel parco, nel quale si snodano diversi sentieri escursionistici in mezzo alla natura. Noi siamo, purtroppo, scesi, dopo un breve giretto nei dintorni, continuando il nostro giro dall’alto raggiungendo la fermata della metro S Antonio e poi, cambiando linea, San Javier e da li prendendo il metro cable, con lo stesso biglietto, giro sino a La Aurora e ritorno senza scendere. Una cosa che noi non abbiamo fatto, è andare alla ricerca della lunga scala mobile costruita nel quartiere 13 che ci hanno detto essere davvero particolare. Abbiamo poi raggiunto Piazoleta de Las Esculturas, con le belle sculture di Botero, pranzato con buone Empanadas allo storico locale Salon Versalles, gustato i succhi della meravigliosa frutta lungo la strada , raggiunto a piedi prima la Piazza Cisneros e poi il Parque de Los Pies Descalzos, dove la gente immerge i piedi nelle vasche delle fontane per trovare un po’ di refrigerio dal caldo. Da li con un taxi abbiamo raggiunto il Cerro Nutibara, dove su una piccola collina è stato ricostruito un tipico pueblo. Niente di imperdibile sopratutto se avete l’occasione di vedere i paesini dal vivo. Cena con ottima pizza da un siciliano ( Sicilia in bocca, zona rosa) trasferito lì da circa un anno. Locale piccolissimo ma sempre pieno!

Giovedì 18 Agosto: Bahia Solano

Il nostro aereo (volo Satena) previsto per le 10.30, parte con circa due ore di ritardo, ci dicono per forte maltempo sia su Medellin durante la notte sia su Bahia Solano. Al check in ci fanno un po’ di problemi per i bagagli. Infatti, essendo l’aereo piccolo, la compagnia accetta 10 kg nel bagaglio da spedire più 5 di bagaglio a mano. In realtà sono tolleranti per qualche kg in più nel bagaglio grande, mentre non transigono sul bagaglio a mano. Alla fine ci risolvono il problema facendoci spedire anche il mio bagaglio a mano. Atterriamo in un minuscolo aeroporto, che altro non è che una striscia di asfalto in mezzo ad un prato. La consegna dei bagagli sembra una estrazione dei numeri del lotto! Leggono gli ultimi tre numeri finali del biglietto bagagli e se ti distrai un attimo stai lì sino a quando tutti gli altri bagagli sono stati consegnati. Ad attenderci una persona dell’albergo Playa de Oro che ci carica con altre persone su una macchina e subito dopo su una lancia. L’albergo rimane direttamente sulla bella Playa Huina immerso in un giardino. Sulla spiaggia ci sono altre sistemazioni più spartane e un villaggio di abitanti locali piuttosto schivi e dalla pelle scura. Gran parte della popolazione discende, infatti, direttamente dagli schiavi africani.

Nei giorni successivi curioseremo un po’ tra le loro case dalle quali esce per tutto il giorno musica ad alto volume, ma avremo l’impressione di essere di troppo quindi non insistiamo e lasciamo queste persone alla loro tranquillità. Nel pomeriggio facciamo la prima uscita per avvistare le balene. Dopo circa un quarto d’ora ecco la prima! La seguiamo mentre nuota a filo d’acqua e ascoltiamo il fantastico rumore del suo sbuffo sino a vederla scomparire sott’acqua. Rimaniamo in mare per circa due ore incontrando altri esemplari che ci regalano salti spettacolari fuori dall’acqua. L’emozione è grande nel vedere questi giganteschi animali nel loro habitat naturale. In questo periodo dell’anno le balene vengono in questa baia per riprodursi data l’elevata temperatura dell’acqua e non è raro incontrare le madri con i loro piccoli, anche se piccoli si fa per dire!

Venerdì 19 Agosto: Bahia Solano

Al mattino facciamo una lunga camminata sino a Playa de Los Deseos. Per raggiungerla occorre arrampicarsi su una collina muniti di stivali, affittati per 5000 cop nell’albergo, indispensabili dato il terreno molto fangoso. Questa zona, infatti, è tra le più piovose della Colombia anche se fortunatamente, nel nostro caso, ha piovuto soprattutto di notte e per tutti i tre giorni verso le nove una leggera pioggerellina ha lasciato il posto ad un timido sole. Rimaniamo fuori tutta la mattina tra scarpinate e bagni tra le onde. Nel pomeriggio la seconda uscita in mare. Questa volta fatichiamo un po’ di più per incontrare le balene che troviamo molto più al largo di ieri. Una in particolare, che non si era fatta notare prima, emerge vicino alla nostra barca con un salto che ci emoziona e ci prende di sorpresa. Siamo oggi su una imbarcazione più piccola ed il mare è un po’ mosso per cui la barca salta parecchio mettendo a dura prova la nostra schiena e all’arrivo siamo completamente zuppi. Ma sicuramente ne è valsa la pena.

Sabato 20 Agosto: Bahia Solano

Per un errore ripetiamo la stessa camminata di ieri (e quindi stivali, fango e arrampicate sino alla spiaggia!) mentre nel pomeriggio effettuiamo una breve passeggiata sino a Rio Juna poco lontano dall’albergo, un posto dove soprattutto i locali vengono a fare il bagno e a sguazzare sotto piccole cascate. Trascorriamo il resto della giornata sulla spiaggia e nell’albergo. Il nostro giudizio su Playa de Oro è nel complesso discreto. Abbiamo apprezzato l’informalitá del posto, dove si possono dimenticare le scarpe e girare tutto il tempo scalzi o in ciabatte. Le camere sono belle, con aria condizionata, e munite di una terrazza con un’amaca. Abbiamo trovato, tuttavia, il personale piuttosto scostante anche se gentile, tranne una ragazza, comparsa l’ultimo giorno, molto attenta agli ospiti e che, al contrario degli altri, parlava inglese. Il cibo è discreto anche se prevale il pesce fritto che dopo tre giorni diventa un po’ ripetitivo. A Bahia Solano non c’è alcun segnale telefonico e nell’albergo il wifi funziona solo a tratti.

Domenica 21 Agosto: Bogotà

Dopo aver pagato la tassa di uscita (7000 cop a persona) prendiamo un aereo sino e Medellin e poi un successivo sino a Bogotà. Visto che domani mattina ci dovremmo alzare molto presto abbiamo scelto un albergo poco distante dall’aeroporto e con navetta gratuita al A Bogotà on Holidays ( 81000 cop la stanza doppia con bagno, una buona sistemazione se si è solo di passaggio). Non vedendo ristoranti nei dintorni ci facciamo portare dal taxi al centro commerciale Gran Estacion, buon posto se si vuole fare shopping ( molte marche che si trovano anche da noi, anche se non abbiamo avuto tempo di confrontare i prezzi) mentre i ristoranti sono quelli delle catene colombiane ( El corral, Crepe & waffels) dove si spende mediamente di più rispetto ai ristoranti locali.

Lunedì 22 Agosto: La Macarena – Cano Cristales

Lasciamo in albergo i bagagli grandi (5000 cop a bagaglio al giorno) e partiamo per Cano Cristales con l’indispensabile per tre giorni. Appuntamento alle 5 del mattino in aeroporto con un referente dell’agenzia per raggiungere il paese di La Macarena con un volo charter di circa un’ora. Cano Cristales è un luogo super protetto che non si può visitare da soli ma occorre essere accompagnati da una guida delle agenzie del posto. La particolarità di questo fiume è che nei mesi da luglio a ottobre, un’alga colora le sue acque di rosso caratterizzandone l’unicità e la bellezza. Essendo, per questa zona, alta stagione e dal momento che le visite sono regolate da un numero chiuso, non è sempre scontato trovare posto nelle escursioni. A noi, ad esempio, è capitato di dover cambiare le date previste dal nostro itinerario iniziale per trovare posto. Occorre la vaccinazione per la febbre gialla, anche se nessuno ci ha controllato il certificato. A questo proposito è utile sapere che da Luglio 2016 una direttiva del Ministero della Salute sancisce che, se avete fatto la vaccinazione una volta nella vita non dovrete più fare nessun richiamo nemmeno dopo 10 anni come era una volta. All’arrivo veniamo accolti da due guide che staranno con noi per tutti i tre giorni e da Miguel, un accompagnatore che parla inglese e che si rivelerà per noi prezioso dal momento che non è facile da queste parti trovare qualcuno che parli una lingua diversa dallo spagnolo. Veniamo accompagnati a pagare la tassa di ingresso al parco ( 23000 cop a persona) e subito dopo, a vedere un video che mostra alcune caratteristiche del luogo ma soprattutto spiega le regole ferree da seguire durante le escursioni. Per la tutela dell’ambiente viene richiesto di non utilizzare protezione solare nè repellente per gli insetti, di non fumare nel parco e di non introdurre bottiglie di plastica ( se non avete con voi borracce potrete acquistarle in paese con prezzi intorno ai 2/3 €). Noi abbiamo pernottato due notti all’Hotel Punto Verde, o così ci hanno detto perché l’albergo non ha nessuna insegna. E’ un posto carino vicino alla piazza principale gestito da due anziani signori, con camere pulite e moderne e una piscina, utile quando si rientra nel pomeriggio ,perché la temperatura in questa zona è piuttosto alta. Ciò fa sopportare meglio anche il fatto che nella doccia scorre solo acqua fredda. Lasciate le nostre cose in albergo partiamo per la prima escursione muniti di pranzo al sacco ( riso e pollo fasciati in una enorme foglia di banano).

Dopo un quarto d’ora di lancia e una camminata non eccessivamente faticosa, il primo incontro con il fiume lascia tutti a bocca aperta. Uno spettacolo davvero emozionante che viene fotografato in ogni angolo possibile. Per tornare alla lancia facciamo un bel sentiero in mezzo ad una fittissima vegetazione davvero suggestiva. Un giro nel paese dove sembra che il tempo si sia fermato, ma il futuro sia presente più che mai. Infatti, tra negozietti che sanno di altri tempi, si scopre che nel parco esiste un wifi gratuito e sbirciando nelle aule delle scuole, notiamo grandi megaschermi al posto delle lavagne che i nostri bambini, nella maggior parte delle aule, se li sognano. Per il resto la vita sembra scorrere tranquilla, con gli innumerevoli cani più che socievoli che vagano per il paese, la musica che esce dai locali, i bambini che giocano nel parco e i militari, armati di tutto punto, che a noi paiono un po’ inquietanti, ma che ci dicono sono lì per garantire la sicurezza di locali e turisti. In effetti si ha la sensazione di essere in un posto molto sicuro. Nel parco c’è un imperdibile chioschetto che per 5000 cop, vi farà due bicchieri di succo fresco dandovi anche tutto il resto contenuto nel frullatore, praticamente un litro di liquido, vera manna quando si arriva accaldati dalle camminate. La cena viene consumata in una sorta di self-service, interno all’albergo, ed è a base di costine di carne e riso. Niente di eccellente, ma sufficiente se non si hanno troppe pretese gastronomiche.

Martedì 23 Agosto: Cano Cristales

Partenza alle sette, dopo una buona colazione, per una giornata dedicata interamente alle escursioni nel parco. Quello che si vede è quasi impossibile da descrivere, se non come qualcosa di estremamente particolare ed emozionante. Percorreremo in tutto 12 Km su sentieri che non comportano particolari difficoltà. La camminata può risultare, tuttavia, un po’ stancante a causa del caldo. Crediamo che questo sia davvero un posto unico al mondo e che la sua vista valga davvero il viaggio in Colombia. Durante la giornata ci si ferma più volte a fare bagni in piscine naturali e sotto belle cascate. È consigliato utilizzare vestiti che si asciugano facilmente, visto che in alcuni punti si entra in acqua sino al petto con zaino necessariamente sulla testa. Ma fa talmente caldo che il tutto viene preso come un piacere e non come un disagio. Alla sera veniamo coinvolti in una serata folcloristica con canti e balli locali…beh insomma sicuramente apprezziamo la buona volontà di fare accoglienza ai turisti,ma il nostro consiglio è di inventare un improvviso mal di pancia e di trovare un altro modo di trascorrere la serata!

Mercoledì 24 Agosto: Zipaquira

In mattinata effettuiamo un’ultima breve uscita a Cano Piedra, nulla di eccezionale rispetto a ciò che abbiamo visto nei giorni scorsi. Non trovando posto sul volo charter del ritorno l’agenzia ci ha programmato il rientro con un volo Satena delle 11.30. Sui voli del ritorno occorre fare attenzione, perché nel nostro caso le guide hanno fatto un po’ di confusione e al momento della nostra partenza ci hanno detto che non eravamo più su quel volo. Abbiamo dovuto insistere e contattare Margarita via whatsapp, per farci confermare che invece era proprio quello il volo che dovevamo prendere! La tassa di uscita dal paese è 5000 cop. Ripiombati nel clima fresco di Bogotà ci facciamo portare da un taxi prima a recuperare i nostri bagagli (al A Bogotà on Holidays) e subito dopo, al terminal dei bus, dove saltiamo su un autobus per Zipaquira ( quasi due ore e costo del biglietto 4600 cop). Quando arriviamo piove tantissimo. Riusciamo a fermare un taxi e a farci portare al Hotel Camino de la Sal, posto nettamente sopra i nostri standard spartani, scelto perché a 10 minuti dalla Cattedrale di sale (108000 cop stanza con un bel bagno e colazione molto varia). Zipaquira è una località piacevole con due belle piazze vicine al nostro albergo circondate da locali, per lo più serali, ma dove riusciamo a trovare un immancabile pollo alla griglia che salva sempre la cena!

Giovedì 25 Agosto: Villa de Leyva

Mattinata dedicata alla visita della cattedrale di sale, inclusa nel nostro itinerario anche dopo aver letto pareri contrastanti su recensioni e racconti di viaggio. Ma è pur sempre quella che i colombiani considerano la prima meraviglia del paese, quindi ci incuriosisce comunque vederla. Il prezzo del biglietto (50000 cop a persona) è nettamente più caro di tutte le altre attrazioni a pagamento viste durante il viaggio. Nella cattedrale si entra solo con visita guidata, purtroppo in spagnolo, il che ci fa perdere molto dei significati relativi alle diverse simbologie che caratterizzano le stazioni della via crucis, ricostruite all’interno di questa miniera di sale. Qualche scorcio suggestivo, ma neanche troppo, nella navata centrale e niente di più. Nel complesso nulla di imperdibile, ma comunque uno sguardo su ciò su cui si concentra il gusto della gente di questo paese.

Nel pomeriggio trasferimento verso Villa de Leyva: taxi dall’albergo sino a La Paz (un incrocio dove ci sono numerosi mezzi pubblici, 5000 cop), autobus sino a Chiquinquira (15000 cop a testa) e altro autobus sino alla meta finale (7500 cop) che raggiungeremo dopo circa quattro ore dalla partenza. Mezzi piccoli ma abbastanza comodi. Trascorremmo qui le ultime due notti del nostro viaggio. Abbiamo scelto un ostello molto economico, Casa Viena, 60000 cop a notte, camera molto carina con una vista splendida sui prati circostanti. Il nostro giudizio sull’ostello sarebbe stato indubbiamente positivo, ma purtroppo, abbiamo avuto qualche problema con l’acqua della doccia che improvvisamente si blocca. Consigliabile, quindi, accertarsi con la proprietaria, prima di insaponarsi, che tutto sia a posto! La sistemazione dista 10 minuti a piedi dal centro, il che non è assolutamente un problema neanche per la sera. Quando si arriva al terminale dell’autobus è tuttavia consigliabile un taxi che, per poco più di un euro, vi eviterà, se come noi avete dei trolley, un percorso difficoltoso nelle strade acciottolate. Villa de Leyva è un gioiellino incastonato tra le montagne con una splendida enorme piazza, diventata altresì famosa per aver dato le scene ad una telenovela su Zorro. Cittadina turistica ma dove si riesce a respirare ancora l’aria dei paesi di una volta, soprattutto se ci si sposta dal centro e ci si perde nelle sue piccole vie curiosando qua e la. Molto vasta la scelta dei ristoranti, molti dei quali, ahimè per noi, sono italiani. Piacevole pre cena sorseggiando canelazo ( bevanda calda a base di aguardiente e cannella) utile in un clima fresco, soprattutto nelle ore serali. D’altra parte ci troviamo comunque sopra i 2000 m.

Venerdì 26 Agosto: Villa de Leyva

Trascorriamo la mattinata girovagando per il paese. Alcune attrazioni da visitare, così come alcuni ristoranti, sono aperte solo nei fine settimana quando la cittadina si anima di turisti, tra cui molti colombiani. Nel pomeriggio decidiamo di percorrere a piedi la strada verso Santa Sofia, incontrando prima la casa di terracotta, una particolare abitazione di forma bizzarra, nella quale non entriamo (ingresso a pagamento) e proseguendo i Pozos Azules ( ingresso 6000 cop a persona), tre laghetti di un bel colore azzurro che di per sè non sono niente di eccezionale, ma possono rappresentare una meta per una piacevole passeggiata. Se siete appassionati del genere la zona è ricca di fossili e di musei su questo tema. Inoltre a Ferragosto la cittadina è sede di un festival degli aquiloni che abbiamo, ahimè, mancato per poco. Se amate i dolci non fatevi mancare delle buone merende alla cioccolateria, all’angolo, di Piazza Major, e alla Pastelleria Francesa un po’ decentrata rispetto alla piazza, ma trovarla ne vale assolutamente la pena.

Sabato 27 Agosto: Bogotà

Mattinata trascorsa al mercato che si tiene il sabato, curiosando tra banchi di frutta e verdura e altri che cuociono salsiccia, interiora, carne varia e che sembrano offrano prelibatezze (assaggiata in effetti la salsiccia, non era male) attese dai locali e consumate a qualsiasi ora della mattina! Alle 13 prendiamo l’autobus della linea Libertadores per Bogotà (22000 cop a testa) dove arriviamo alle 17. Dal terminal dei bus in 10 minuti di taxi (14000 cop) si raggiunge l’aeroporto. Alle 21 il nostro volo con scalo a Francoforte ci riporta a Nizza alle 19 del giorno dopo.

Riportiamo di seguito alcune indicazioni che possono essere utili a chi si appresta a programmare un viaggio simile al nostro

Trasporti: economici e affidabili i voli interni fanno risparmiare molto tempo essendo la Colombia un paese molto vasto. Noi abbiamo utilizzato, senza nessun problema, anche gli autobus locali. Non bisogna assolutamente preoccuparsi se gli orari non sono esposti. Appena arrivate in un terminal e qualcuno capirà dove siete diretti vi troverete catapultati sull’autobus giusto! Eravamo pronti ad aspettare ore tra un cambio e l’altro, ma non abbiamo mai aspettato più di 10 minuti. Molte strade sono tortuose il che talvolta non rende il viaggio proprio comodo. Per muoversi all’interno delle città abbiamo utilizzato frequentemente gli economici taxi, presi alle fermate autorizzate o fatti chiamare dagli alberghi. Ci era stato, infatti detto, di fare attenzione a finti tassisti perché si sono verificati in questo modo furti e rapine. Esistono anche due applicazioni ( Easy Taxi e Tappsi) scaricabili sul cellulare.

Sicurezza: la Colombia è tristemente famosa per il suo passato violento. Tuttavia molte sono state negli ultimi anni le azioni del governo volte ad una maggiore sicurezza di tutti, turisti compresi. Non ci siamo mai sentiti in pericolo anche se, soprattutto a Bogotà e Medellin, si avverte che non guasta tenere alto il livello di attenzione e assumere le solite precauzioni valide in qualsiasi parte del mondo, tipo spostarsi con taxi di sera, tenere nascosti soldi, non esibire gioielli. In generale abbiamo trovato i colombiani gentili ed accoglienti, pronti ad aiutarti per un indicazione o altro.

Alimentazione: varia, molta a base di carne bianca o rossa cotta spesso alla griglia, accompagnata da patate e immancabili patacones. Nel complesso non si spende molto per mangiare, soprattutto utilizzando quelli che i ristoranti chiamano Comida rapida: praticamente il menù del giorno composto da una zuppa, un piatto principale, talvolta un piccolo dolce e un succo di frutta. Il prezzo si aggira tra gli 8000 e i 12000 cop. Buonissimi i succhi fatti al momento sia per strada che nei locali, bevuti più volte senza alcun problema gastrointestinale. Le birre più diffuse sono la Poker e la Club Colombia. I colombiani bevono molta birra ma anche bevande gasate e dolcissime dai sapori e colori improbabili. Diffusa anche una bevanda calda dolciastra chiamata agua di panela e la cioccolata calda che è una sorta di latte e cacao, niente a che fare con la nostra densa cioccolata e che talvolta viene servita con del formaggio. Per strada si trovano facilmente arepas ( a base di mais dal sapore non particolarmente stuzzicante) e obleas ( due cialde di wafer rotonde farcite con creme dolci e particolarmente amate dai colombiani).

Clima: nel periodo del nostro viaggio la meta più fredda è stata Bogotà con i suoi 2600 m di altitudine. Avevamo, tuttavia, con noi un piumino leggero che non abbiamo mai indossato, trovando sufficiente l’uso di una felpa. Clima fresco alla sera e al mattino a Villa de Leyva. Caldo a Medellin, Cano Cristales , Baya Solano. Siamo stati fortunati anche per quanto riguarda la pioggia; spesso pioveva molto forte di notte o quando eravamo in viaggio ma gran parte delle nostre giornate sono state soleggiate o con cielo coperto, ma senza pioggia.

Elettricità: per l’uso di apparecchiature elettriche occorre un adattatore con spina americana.

Sistemazioni: si trova un po’ di tutto, dalla stanza super economica all’albergo di lusso. Noi abbiamo scelto prevalentemente camere private con bagno in ostelli trovandole nel complesso sistemazioni più che accettabili ( almeno per i nostri standard) e sempre pulite. Per noi la spesa per una notte è rimasta in un range da 20 a 40 €. Abbiamo prenotato i nostri alloggi quasi tutti dall’Italia con Booking o direttamente con mail ai proprietari.

Soldi: abbiamo sempre utilizzato i bancomat per prelevare, che si incontrano praticamente ovunque, molto più convenienti dei banchi di cambio. Avevamo con noi anche un po’ di dollari che non abbiamo utilizzato.

Informazioni: per la preparazione del viaggio abbiamo utilizzato come sempre la Lonely Planet e molti racconti di viaggio trovati on line. Abbiamo trovato particolarmente utile la pagina Facebook InColombia.it che spesso posta informazioni utili e inusuali sui diversi luoghi.

Concludendo consigliamo vivamente questo paese come meta dei vostri viaggi. In quanto a noi ci torneremo sicuramente per visitare la costa settentrionale e l’Amazzonia a sud.



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