Colombiano

Ho concluso il diario del viaggio alle Mauritius dandovi appuntamento da lì a sei mesi... Nemmeno due settimane dopo siamo di nuovo per strada... Se me l'avessero detto qualche giorno fa non ci avrei creduto neppure io... Ma l'istinto del viaggiatore, come un falco su una preda, alla prima occasione non perde il colpo ed ha il sopravvento su...
Scritto da: brawler
colombiano
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
Ho concluso il diario del viaggio alle Mauritius dandovi appuntamento da lì a sei mesi…

Nemmeno due settimane dopo siamo di nuovo per strada… Se me l’avessero detto qualche giorno fa non ci avrei creduto neppure io… Ma l’istinto del viaggiatore, come un falco su una preda, alla prima occasione non perde il colpo ed ha il sopravvento su tutto e su tutti! Stavolta la destinazione è Cartagena, a nord della Colombia… 25. 01. 2008 Somma Lombarda (ITALIA) Quando si viaggia gli imprevisti ci sono sempre…

Ed eccoci in un alberghetto non lontano da Malpensa quando invece saremmo dovuti essere in volo già da due ore…

Ci hanno spostato il volo per Cartagena di più di otto ore! Per rimediare un pò i danni ci hanno fatto alloggiare in un hotel vicino l’aeroporto. Questo ritardo ci farà arrivare a destinazione all’una di notte invece che alle 15! Che peccato! Perderemo un venerdì intero… Ma a questo punto mi interessa solo partire, mantenere la calma e non avvelenarci, come hanno fatto in tanti, per evitare di iniziare questa vacanza col piede sbagliato! Sì, ho detto vacanza! 26. 01. 2008 Cartagena (COLOMBIA) Il jet lag mi ha fregato di nuovo… Nonostante siamo andati a dormire alle quattro di mattina, due ore dopo ero già fresco ed arzillo svegliato da alcune urla che provenivano dalla spiaggia del mio hotel.

Mi affaccio e vedo un gruppone di ragazze che, interamente nude, facevano il bagno nell’oceano e urlavano! Bienvenido a Colombia! Il volo di ieri è stato molto stancante, un pò per la lunga attesa, aspettando che risolvessero il guasto tecnico del nostro velivolo e un pò perchè dodici ore di volo son parecchie! Atterrati alle due di notte a Cartagena ci trasferiamo direttamente nel nostro lussuoso hotel: Hilton, mentre continuano a metterci in guardia su questa nazione e mentre i “giovanotti italiani”, (così ribattezziamo i 50enni, nostri connazionali, “turisti-sessuali”) si sfregavano le mani e pulivano la bava pensando a ciò che li aspettava! Subito dopo esserci sistemati facciamo un salto alla famosa “Dolce Vita” (di cui tutti parlavano), discoteca frequentata solo dai “giovanotti” e prostitute.. Altissimo livello! Appena arriviamo lì, dalla porta esce una Venere accompagnata dal “nonno” europeo… Lei alta, capelli lunghissimi biondi, viso angelico, vestitino molto “ino”, tacchi a spillo, gambe perfette e abbronzate… Ma dove siamo? Affianco a noi c’è un ridicolo uomo italiano che seduto, come un playboy, su una panchina vicino ad una bellissima ragazza del posto, in uno spagnolo arrancato le chiede: (parole testuali) “Ma dos horas nella mia stanza… Cuanto?” Decidiamo di andarci a riposare senza neppure entrare mentre altri due connazionali e coetanei contrattavano con Julio il quantitativo di droga da comprare…

Dimenticavo che tra i tanti sfigati conosciuti finora ce n’era uno che si salvava: Ivan, un uomo sardo che, amante del Sudamerica, stava per cominciare una vera impresa, dalla Colombia al Canada (saltando gli U.S.A.) in sei mesi, seguendo la Panamericana! [N.D.R.] Spero di non offendere nessuno, ma mi faceva proprio male vedere quelle ragazzine sfruttate da uomini, con la fede al dito, che magari in Italia, con moglie e figli, avrebbero fatto i moralisti… In mattinata, con Ivan, passeggiamo un pò lungo la spiaggia e cominciamo ad avere una prima idea di questo luogo che ci ospita! La spiaggia non è un granchè, è vulcanica, quindi: nera, piena di gente locale e con dei palazzoni immensi lungo tutta la costa che ti dà l’idea di stare in Brasile! I beach boys colombiani sono appiccicosi e petulanti, mi dispiace che ci offrano solo droga e prostitute, ma d’altronde è ciò che il 99% degli “europei medi” cerca qui! Con un taxi ci rechiamo in centro. Cartagena è un misto di Panama Vieja e l’Avana, Alterna vicoli molto caratteristici con balconi coloniali, colorati a piazzette stile Cuba! Ogni tanto mi veniva in mente la magia che si respirava in quella mitica città! Abbiamo visitato un pò il centro, ci siamo infilati nelle loro calles, confusi tra loro, chiacchierato e scherzato con loro! Abbiamo pranzato in un supermarket, nella loro mensa, su un piccolo balcone che affacciava sulla Plaza des Rolojes, gustando la loro quotidianità! A Plaza Santo Domingo abbiamo incontrato Iris, una ragazza che Nick aveva conosciuto in internet prima di venire qui! E’ stato bellissimo gironzolare con una ragazza del posto che ti raccontava e spiegava le bellezze della sua città! Abbiamo bevuto qualcosa in un piccolo bar solo per colombiani, ci davano attenzioni, erano incuriositi da noi… Bellissimo! [Iris Pomares Belem da Cartagena, Colombia]: Ho conosciuto due nuovi amici, due persone che vengono dall’altra parte del mondo, diversa cultura, differenti tradizioni… [Nick]: Abbiamo fatto una bella ripresa a dei ragazzi che giocavano a scacchi ed è stato emozionante quando la promoter dell’evento ci ha lasciato un messaggio video che recitava così più o meno: “Guardate e comprenderete che la Colombia è capace anche di belle manifestazioni!” 27. 01. 2008 Cartagena (COLOMBIA) [Nick]: Maylediz vive in un quartiere popolare in un piccolo appartamento nel Barrio Nelson Mandela… Siamo stati gentilissimi con lei, le abbiamo offerto una giornata da “turista” con tanto di piscina all’Hilton e pranzetto in un ristorantino qui vicino. [Maylediz Vega Puello da Cartagena, Colombia]: Mi è piaciuto molto. Mark e Nick son due persone davvero simpatiche, spero che un giorno ritornerete qui a Cartagena. Oggi è stata la prima volta, per me, che ho messo piede in questo Hotel a nuotare nella piscina, mai fatto prima. Spero che continuerete a viaggiare e conoscere tanti posti. Mi son divertita molto anche quando abbiamo giocato a palla nella piscina, mai fatto prima. Questo è il messaggio lasciatoci dalla cara Maylediz, potrebbe sembrare piuttosto banale e privo di significato ma per me è molto profondo invece. Queste sono persone che non hanno nulla e trascorrere una giornata come quella che, gratuitamente e con il cuore le abbiamo regalato noi, è un qualcosa di grande! Maylediz non era stata mai all’Hilton, lo ammirava solo da lontano magari passando da queste parti ed oggi è stata, o meglio, s’è sentita una sua cliente! Non dimenticherò mai il suo sorriso. Per un giorno è stata anche lei una turista! Ieri sera siamo usciti con Iris e una sua amica avvocatessa: Sugey. Una piacevole serata nel Casco Viejo passeggiando e chiacchierando. Che bello bere qualcosa seduti nella Plaza des Relojes, tra soli colombiani e con la musica salsa a palla in sottofondo! Passeggiare per quei vicoletti tanto ammirati e fotografati la mattina ma che di sera avevano un sapore diverso; spesso però venivamo avvicinati da loschi vagabondi che ci stressavano perchè volevano qualche spicciolo. La Colombia è tristemente nota per la sua pericolosità, in passato turisti sono stati ammazzati durante semplici borseggi…

Ammetto che la sera fa un pò paura…

Al ritorno, verso le tre del mattino, decidiamo di fare un salto alla “Dolce Vita” per curiosità. Mai visto un posto così! Solo prostitute (giovanissime) e “giovanotti europei”! Solo loro. Manco a Cuba ho visto scene del genere… 28. 01. 2008 Cartagena (COLOMBIA) Giornata trascorsa in giro per il centro storico… Sarà perchè mi sento più sicuro o solo perchè la cittadina è più viva e vedi la sua vera quotidianità ma adoro di più gironzolare durante il giorno! Oggi, dopo aver incontrato e chiacchierato con Cathy, siamo andati da “KW”, un laboratorio di tattoo, mi son fissato perchè vorrei fare un tatuaggio… Da un lato però non son tanto convinto delle condizioni igieniche del posto… Comunque ho tempo fino a giovedì per decidere… Una cosa caratteristica di Cartagena è che, per strada, ci son tante persone che “vendono telefonate”, con le casacche colorate addosso e la mitica scritta: “Llamada”, si aggirano per i vicoletti della città con vari cellulari in mano…

Serata in centro di nuovo. Stavolta c’è un nuovo personaggio con noi: Beppe, 72enne veronese, per gli amici “Don Josè”. Un pò troppo avaro però l’ammiro tanto perchè nonostante l’età ha tanta voglia di divertirsi, di visitare e di vivere! 29. 01. 2008 Isla Barù (COLOMBIA) Ivan chiacchiera con il basco di Bilbao: Igor e chiede informazioni sugli ostelli e sul carnevale di Barranquilla.

Don Josè racconta a due venditori ambulanti la vita in Italia come si svolge.

Nick gironzola come un “perro” randagio sulla battigia.

Io, sdraiato all’ombra di questa palma, osservo il cielo e il volo degli uccelli.

Ma come ci siamo finiti qui? Organizziamo tutto in un chioschetto turistico lungo la tercera a Bocagrande. Con una lancia da 25 persone, dopo un viaggio trascorso cavalcando le onde di un mare quasi in tempesta, tra colpi di reni, botte alla schiena e stomaco in subbuglio, approdiamo all’isoletta di San Martin de Pajarel, famosa solo per il suo acquario che noi abbiamo evitato preferendo un pò di sano snorkelling.

Non c’era fauna particolarmente interessante, solo nuvole di pescetti curiosi, qualche barracuda che gironzolava a pelo d’acqua, nulla a paragone della barriera corallina egiziana! Lungo il tragitto veniamo quasi “assaltatati” a mò di pirati da una piroga con dei bambini che chiedevano soldi… Da quest’isola, con venti minuti di navigazione arriviamo a quella di Barù, sulla Playa Blanca. Essa non appartiene all’Arcipelago del Rosario come la prima. Mangiamo un pesce alla griglia… In posti del genere, con quell’atmosfera, tutto assume un sapore diverso e anche un misero pescetto diventa il pasto più buono del mondo! Ci siamo rilassati lungo quella striscia di battigia bianca, all’ombra di sparute palme piegate dal vento e con i pellicani che goffamente ti volavano sulla testa, col “perro” locale che, stanco morto, sdraiato sulla spiaggia, ogni tanto s’alzava per cambiare posto, inseguendo l’ombra…

Questa magica e rilassante poesia viene interrotta dalle grida del nostro “capitano” che, in fretta e in furia, cerca di radunarci per partire subito. Come temevamo, il vento s’è alzato, il mare ingrossato ed ora il ritorno sarà molto pericoloso! Ognuno si raccomanda al proprio Santo e l’avventura ricomincia! Stavolta l’oceano è proprio arrabbiato! La nostra barca sembra un guscio di noce che lotta in una bacinella agitata da un bambino… Ad ogni onda che si supera con fatica, i bambini urlano divertiti, le donne per il dolore dei colpi inferti alla schiena e gli uomini bestemmiano in varie lingue! Don Josè resiste ma si vede che soffre, è bianco in volto e anche quando lo prendiamo in giro a malapena riesce a rivolgerci un sorriso, ogni tanto gli strizzo l’occhio come per dirgli: “Dai che ce la facciamo!” Fortunatamente tutto fila liscio e dopo un bel pò rieccoci di nuovo sulla terra ferma. Ci fermiamo a bere qualcosa a Bocagrande e mentre ci riposiamo, osserviamo come trascorre lenta la vita qui in Colombia! Nel nostro hotel rivediamo due ragazzi italiano conosciuti qui e che raccontavano le loro gesta sessuali della notte precedente… In particolare uno di loro era ancora in compagnia dell'”accompagnatrice”, una bellissima ragazza che con quella supermini-gonna, nella hall dell’Hilton mi ricordava una scena di Pretty Woman! Son rimasto un pò di tempo a chiacchierare con lei mentre gli altri erano saliti in camera per cambiarsi… Era un’occasione troppo ghiotta per me e per la mia innata curiosità, coi dovuti modi ho esordito con un: “Dove lavori?” – “Al Dolce Vita” e arrossisce! Mi ha raccontato un pò di cose. Per un’ora di “amore” chiedeva dai 100 ai 200$, che i suoi clienti tipici erano italiani (che scoperta!) ma anche israeliani! Che preferiva gli uomini più bruttini perchè la facevano sentire bellissima ed infine ha attaccato con la sua storia: ventenne con due figli, (uno di cinque anni) il marito era scappato (qui capita sovente che se la danno a gambe levate) e che faceva questo lavoro per necessità anche se ormai s’era abituata a anche bene! 30. 01. 2008 Cartagena (COLOMBIA) Mattinata per le calles della città girovagando senza meta, meravigliandoci di tutto ciò che si incontra per strada…

[Aura Jacqueline Rodriguez Sarmiento da Cartagena, Colombia]: SUSURROS DEL ALMA Es la tierra, es el cielo? NO! Es mi vida la nublada tan fria como el hielo, que hasta el alma la tengo congelada.

Piensan que no tiengo sentimiento por el contrario lo siento todo pues, bien oculto va’ mi arrepentimiento al saber que a alguien incomodo.

Al ser tan cruel con los demas voy lastimando mi propia llaga y me acongojo mas y mas al ver que a alguien incomodo.

Que soy fuerte y de hierro y que no me afecta nada que soy igual a un muerto perro porque ya no siento nada.

Eso es lo que de mi piensan porque no estan en mi carne pero si un momento lo hiciera no vacilarian en admirarme.

Admirarme? Ja ! No seria admirar mas bien compadecer, eso si es, es por ello que no quiero recordar lo amarga que mi vida es.

Lo que plasmo en esta hoja es lo que dice el fondo de mi alma y en este momento se me antoja poner las cartas sobre la palma.

Sobre las palmas de mis manos las pongo para meditar.

Si son mejor que yo mis hermanos y en algo los puedo imitar.

Quisiera ser como un nino que a sus padres se abraza y esboza todo su carino como el fuego prende la brasa.

Muchas veces deseo hacerlo pero, doy mi paso atràs pues todos deben comprenderlo porque soy un humano mas.

[Nick]: Jacqueline, un’amica di Hemy, mentre ci lascia una dedica sul diario che altro non è che una commovente poesia scritta da lei, mi racconta un pò della sua vita: marito morto da sei anni dopo essere stato sequestrato e ucciso dalla guerrilla… Un incidente quasi mortale 16 anni prima… Che bella! Mi ha trasmesso qualcosa… Che bell’incontro! Grazie. 31. 01. 2008 Cartagena (COLOMBIA) Dalle parti del nostro hotel, dopo aver bevuto qualcosa con Shirly e una sua amica, incontriamo di nuovo una signora simpaticissima con cui avevamo chiacchierato ieri sera. Mentre scherzavamo con lei improvvisamente si ferma un taxi e scende la figlia: Monica, 23 anni, molto carina. Cogliamo la palla al balzo per invitarla a bere qualcosa ma la mamma ci invita a salire su. A casa loro. Ne approfittiamo perchè siamo pure curiosi di vedere una vera casa colombiana…

In tarda serata mentre Nick si trattiene con Shirly, io e Ivan ritorniamo in hotel e ci tratteniamo un pò nella hall… Che spettacoli! Scene meccaniche. Si fermava un taxi. Scendeva un orgoglioso “giovanotto italiano” (50-60enne), vestito da ragazzone, mano nella mano con una panterona nera bellissima, si fermavano alla reception, il “giovanotto” firmava la ricevuta di 30$ (per l'”ospite”) e poi, come due ragazzini innamorati, si avviavano verso l’ascensore mentre noi li osservavamo divertiti… 01. 02. 2008 Cartagena (COLOMBIA) [Nick]: Volge al termine questo viaggio, un pò diverso dagli ultimi fatti perchè non abbiamo girato come dei randagi come al solito…

Me ne vado dalla Colombia con un pò di tristezza… Non mi capita sempre di essere triste lasciano un posto…

Plaza de los relojes dove mangiavamo ammirando la loro vita che scorreva sotto al nostro balcone, le passeggiate lungo la Tercera Avenida, le tante telefonate fatte dalle “cabine telefoniche umane” alle tante ragazze, i giri per il Casco Antiguo, tutto rimarrà per sempre… Shirly, Iris, Katty, Maylediz… Amiche conosciute quasi per caso, viste di sfuggita ma con le quali abbiamo condiviso momenti che rimarranno per sempre stampati nei nostri cuori… Il bilancio è sempre positivissimo perchè viaggiare è crescere e non si finisce mai di farlo… p.S. Se venite qui non comprate cartoline… Non sapete a cosa andrete incontro… Domani si ritorna a casa via Panama…

02. 02. 2008 Cartagena (COLOMBIA) [Ivan Marras da Cagliari, Italia]: Se ascolto dimentico. Se vedo ricordo. Se faccio capisco. (Proverbio cinese) Con questo motto cinese cari Mark e Nick preferisco iniziare il mio trattato. Questo detto racchiude anche l’essenza del mio modo di viaggiare, la nobile funzione dell’ “andare”, come diceva Kerouac (“On the road”).

Bello conoscere ragazzi come voi che malgrado l’Hilton Hotel colgono la vera essenza del viaggiare, che amano perdersi nei rumori, nei suoni, nei silenzi che sempre porteranno dentro di sè, le voci di cui poi si innamorano…

Bello conoscere ragazzi come voi…

Viaggiare ci aiuta ad abbandonare le sciocchezze, ad immergerci nelle nuove realtà, ad imparare a vivere le passioni, a preferire un’insieme di emozioni…

Viaggiare insegna a vivere… Non solo ad esistere.

Viaggiando noi questo viviamo. E facciamo… Ho appena letto il messaggio lasciatoci dal grande Ivan. Emozionante sapere che la pensiamo allo stesso modo! Per cambiare argomento: pranzo con un ragazzo napoletano in vacanza qui. Mi ha raccontato che per vari giorni è stato un pò arrabbiato perchè non riusciva a capire perchè tutte quelle con cui faceva sesso, in quei momenti di piacere urlavano il nome del suo amico Enrico! Non riusciva a spiegarselo proprio e anzi gli dava enormemente fastidio… Finchè, finalmente, stamattina ha risolto l’arcano… In realtà nessuna era innamorata del suo amico, come pensava il napoletano, semplicemente, in spagnolo “Che bello” si dice “Que rico!” che suona quasi come il nome del suo amico “Enrico”! Stavo morendo dalle risate mentre lui me lo raccontava anche perchè per questo motivo ha litigato con quasi tutte loro…

Non contento di ciò, ha deciso di fare cabaret anche in aeroporto mentre facevamo la fila per il check in. Mentre sfogliava il suo passaporto noto che curiosamente mancavano varie pagine… Mi spiega subito che, avendo una ragazza molto gelosa, e viaggiando spesso per turismo sessuale, ogni tanto strappava le pagine (numerate) del passaporto per eliminare le tracce! “Anzi”, mi confessa, “ora lei sa che io sto in India per lavoro non in Colombia. Ma più o meno lì che mangiano? Così se me lo chiede so che risponderle!” Ed io che pensavo che forse ignorava che la “falsificazione” di un documento è un reato gravissimo,soprattutto un passaporto! Che controlli estenuanti in aeroporto. Tante e lunghe file, controlli ai documenti, alle valigie, ai bagagli a mano, a noi… Assurdo: c’era un check point per il body check, dieci metri più avanti ce n’era un altro… Uno di fronte all’altro… La droga è un grande problema qui… Si riparte. Stavolta, invece, non me ne vado con l’amaro in bocca. Sarà che sentendo i progetti di viaggio di Ivan pensavo a quanto sarebbe stato bello addentrarsi nella vera Colombia e scoprirla come farà lui oppure che in una settimana non abbiamo girato tanto come facciamo di solito…

Nel frattempo siamo in volo verso Panama. Faremo un piccolo scalo prima di cominciare la traversata atlantica. 03. 02. 2008 Panama City (PANAMA) [Nick]: Sdraiato sul mio sedile in business class…

Dopo lo scalo nella capitale panamense ci imbarchiamo ma c’è qualcosa che non va… Il nostro posto è già occupato. In gergo: “Double Seating” (hanno assegnato lo stesso posto a due persone), parliamo con la hostess e ci chiede di attendere che tutti prendano posto, dovremo arrangiarci un pò! Iniziamo bene! Nel frattempo Mark chiacchiera con un hostess molto carina… L’imbarco termina e ci assegnano due posti proprio dove c’è una colonia di vacanzieri che fanno casino… Continuiamo bene! Ci sistemiamo consapevoli che sarà un duro volo di rientro quando all’improvviso si avvicina l’hostess con cui parlava prima Mark e ci chiede se vogliamo accomodarci in business class per rimediare al disturbo creatoci… Undici ore in business! Wow! Come falchi ci fiondiamo sulle nostre nuove poltroncine che ben presto trasformiamo in un vero e proprio letto mentre lo steward ci porgeva un bicchiere di champagne… Che spettacolo: lettino, televisore personale, giochini vari, snack e drink in ogni momento e cena a base di pesce…

Il volo trascorre molto velocemente… Mi godo gli ultimi momenti in business… E pensare che ci siamo finiti in quanto militari, il pilota del nostro velivolo è un ex dei nostri… Allora non ci sono solo fregature a fare il nostro lavoro? All’inizio mi son sentito un pò fuori luogo, non ero abituato a tutto quel lusso e a tutte quelle attenzioni. Ho capito ancora di più cosa hanno provato Maylediz e la cugina quel giorno all’Hilton con noi e mi son sentito ancora più fiero di aver reso possibile, con Nick, ciò.

Gracias Colombia

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