Cipro nord e sud

Nel giugno 2006 abbiamo deciso di andare a Cipro, perché nessuna di noi tre c’era mai stata. Non è stato facile trovare il volo, perché i charter cominciano in luglio e i voli di linea erano già tutti pieni. Abbiamo noleggiato un’auto in aeroporto, che ci è costata circa 300 € per 8 giorni. Il viaggio è stato piacevole e facile:...
Scritto da: dentedibudda
cipro nord e sud
Partenza il: 24/06/2006
Ritorno il: 02/07/2006
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Nel giugno 2006 abbiamo deciso di andare a Cipro, perché nessuna di noi tre c’era mai stata.

Non è stato facile trovare il volo, perché i charter cominciano in luglio e i voli di linea erano già tutti pieni. Abbiamo noleggiato un’auto in aeroporto, che ci è costata circa 300 € per 8 giorni.

Il viaggio è stato piacevole e facile: c’è poco traffico, le distanze sono minime, in giugno si trova da dormire a prezzi decenti, la gente è cordialissima e tutti parlano inglese, la cucina è simile a quella greca.

Una delle cose che più caratterizzano Cipro è il fatto di essere divisa in due dalla cosiddetta Linea di Attila. In particolare la capitale Nicosia è tagliata esattamente a metà.

Molti non visitano la parte nord, sotto l’occupazione turca dal 1974, perché pensano di avere problemi.

In realtà ci siamo accorte che è estremamente facile passare il confine: basta la carta d’identità, al posto di confine turco si compila un foglietto ed è fatta. Il problema è piuttosto passare con l’auto: la compagnia di noleggio ci ha detto che se andavamo con l’auto nella parte nord non eravamo coperti dall’assicurazione e che lo facevamo a nostro rischio e pericolo.

Dopo un po’ di titubanza abbiamo deciso di passare lo stesso; abbiamo acquistato l’assicurazione turca obbligatoria (c’è un baracchino alla dogana) che costa 15 sterline cipriote (circa 25 €).

Per fortuna non c’è successo niente e comunque la parte nord dell’isola è molto bella, anche perché meno turistica della parte sud.

24/06/06 – Bologna/Francoforte/Larnaca/Episkopi Appena sbarcate a Larnaca, nel primo pomeriggio, ci siamo dirette verso la Penisola di Akrotiri, evitando Limassol che è a detta di tutti sommersa dal cemento.

Nella penisola non c’è niente di particolarmente interessante e il Monastero di San Nicola dei Gatti ci ha abbastanza deluso.

Verso sera abbiamo visitato il massiccio Castello di Kolossi.

Abbiamo dormito ad Episkopi all’Antony’s Garden House, una casa tradizionale molto carina segnalata dalla Lonely Planet. Una doppia costa 30 € con la colazione.

A cena abbiamo subito provato i famosi mezès.

25/06/06 – Episcopi/Kurioun/Petra tou Romiou/Geroskipo/Pafos/Kathikas Abbiamo dedicato la mattina alla visita di Kurioun, antica città greco-romana affacciata sul mare, che conserva dei bei mosaici e il grande teatro, utilizzato per spettacoli in estate. Percorrendo la B6, che costeggia il mare ed è molto panoramica, siamo arrivate a Petra tou Romiou, una bella spiaggia di ciottoli, con il mare blu e alcuni faraglioni da cui si narra sia nata Venere.

Dopo aver preso il sole e fatto il bagno nell’acqua trasparente, siamo ripartite per Pafos.

Breve sosta a Geroskipo, per visitare l’antica chiesa bizantina di Ayia Paraskevi.

A Pafos abbiamo visitato le case di Dioniso, Teseo e Ayon, che conservano dei bellissimi pavimenti a mosaico. Dopo un breve giro nel castello, che domina il porto, ci siamo sedute a bere qualcosa in uno dei tanti bar e ristoranti che costeggiano il molo.

Verso il tramonto, con una luce stupenda, abbiamo visitato le Tombe dei re, costruite nel periodo tolemaico per ospitare notabili e ricconi. Alcune ricordano lontanamente la Valle dei Re in Egitto (ma molto lontanamente).

Decidiamo di salire in collina, per dormire al Loxandra Inn di Kathikas, un’altra bella casa tradizionale ristrutturata e affittata ai turisti. Lo studio da 3-4 posti costa 30 €. In paese ci sono un paio di taverne dove si mangia bene e si trova da chiacchierare con turisti e proprietari.

26/06/06 – Kathikas/Penisola di Akamas/Bagni di Afrodite/Pomos Scendiamo verso il mare e ci fermiamo ad Agios Georgios. La chiesa ortodossa non ha niente di particolare, ma è in una bellissima posizione.

La penisola di Akamas è molto selvaggia, soprattutto se la si paragona a Limassol, Pafos e Agia Napa. Le strade sono sterrate ma in buone condizioni; il panorama è caratterizzato da basse collinette coperte di macchia mediterranea, mare di un blu eccezionale, lunghe spiagge non attrezzate e sentieri per gli amanti del trekking e della mountain bike.

Seguendo le indicazioni un po’ approssimative dei cartelli stradali, ci siamo inerpicate con la macchina fino al parcheggio da cui parte il sentiero per la Gola di Avgas. A piedi occorre circa una mezz’oretta per arrivare alle gole, che comunque non sono niente di particolare.

Procedendo verso nord si incontra la grandissima Baia di Lara: in realtà di tratta di una doppia baia con relative spiagge. Su entrambe nidificano le tartarughe, i nidi sono protetti da reti.

Dal ristorante a Lara Sud si gode di una vista spettacolare. Le spiagge non sono attrezzate, quindi bisogna essere muniti di ombrellone per poter sopportare il sole del pomeriggio.

Non avendo l’ombrellone abbiamo continuato il nostro giro fino a Bagni di Afrodite.

Questo luogo, in pratica una piccola sorgente all’interno di una grotta, protetta da un enorme fico, è una mezza trappola per turisti. Secondo la leggenda qui veniva a lavarsi Afrodite, dopo aver avuto rapporti intimi con dei e umani.

A parte questo conviene visitare la grotta solo se ci si trova per caso a passare di lì.

Ci fermiamo un’oretta nel tardo pomeriggio nella spiaggia di sassolini davanti all’Hotel Afrodite.

Passando per Polis ci dirigiamo verso Pomos.

Affittiamo un appartamento (30 € per 3-4 posti letto) dalla proprietaria della grande taverna a nord del paesino e ceniamo sempre da lei con dei buoni mezès di pesce.

27/06/06 – Pomos/Kato Pyrgos/Stavros/Valle dei cedri/Kykkos/Kalopanayotis/Motoulla/Pedoula Aggiriamo l’enclave turca e raggiungiamo Kato Pyrgos, località turistica frequentata dai ciprioti.

Decidiamo di addentrarci con l’auto negli sterrati tra le montagne della Tylliria. Giriamo per un paio d’ore senza incontrare anima viva. A Stavros, vicino alla casa della forestale, in una grande recinto si trova un gruppo di mufloni, animali simbolo dell’isola.

Percorriamo la Valle dei Cedri: i cedri una volta ricoprivano tutta l’isola, poi sono stati utilizzati come legname da costruzione e oggi ne rimangono pochissimi esemplari.

Arriviamo nel pomeriggio al Monastero di Kykkos, uno dei più belli e famosi di Cipro.

All’interno è possibile visitare il museo, che ha una bella collezione di arredi sacri e icone.

Inoltrandoci nei Troodos visitiamo tre piccoli monasteri: Agios Ioannis Lambadistis a Kalopanayotis, che conserva dei begli affreschi; la Panagia di Motoulla; la Panagia di San Michele a Pedoula.

Questi piccoli monasteri, che assomigliano a fienili o a baite di montagna, sorsero tra il XIV e il XVI secolo, quando Cipro era dominata dai Lusignani. La persecuzione dei cattolici spinse i preti ortodossi a rifugiarsi sulle montagne e coltivare qui il loro culto. Nove tra queste piccole chiese e monasteri, coperte da affreschi didattici del vangelo e dei santi, sono sotto il patrimonio dell’UNESCO e sono una delle cose più interessanti di Cipro.

Affittiamo un appartamento molto carino dalla proprietaria del Platanos Restaurant per 30 € con colazione. Cena sempre al Platanos con i tipici dolmades e la moussaka.

28/06/06 – Pedoula/Prodromos/Trooditrissa/Platres/Omodos/Lagoudera/Monte Olympos/Kakopetria Prima di partire compriamo un paio di chili di ciliegie buonissime da una signora anziana. Ci troviamo infatti nella valle delle ciliegie e ce n’è dappertutto.

Passiamo velocemente per Prodromos, il più alto villaggio di Cipro e visitiamo il Monastero di Trooditrissa. Qui è conservata (ma non si può vedere e comunque non ne abbiamo bisogno) una cintura sacra che aiuta le fedeli a rimanere incinta.

Visitiamo Platres, che non ci piace molto, poi raggiungiamo Omodos.

Il paese, tutto in pietra con vicoli stretti e tortuosi, si trova in una zona di grande produzione vinicola. Il vino più conosciuto è la Commandaria, molto simile al nostro Vin Santo. Compriamo alcune bottiglie di vino, ammiriamo i numerosi negozi di merletti, fotografiamo le donne anziane tutte vestite di nero che lavorano forsennatamente all’uncinetto.

Passando per Agros e la valle delle rose raggiungiamo Lagoudera, dove visitiamo la bella Panagia tou Araka, circondata da una sorta di portico in legno.

Decidiamo di salire fino al Monte Olympos, ma la cima è deludente, ci sono solo stazioni meteo e postazioni militari.

A sera arriviamo a Kakopetria, probabilmente il paesino più bello (nella parte vecchia, si intende) che abbiamo visto a Cipro. Dormiamo al Linos Inn, una casa tipica ristrutturata che offre camere belle (44 € la tripla) con il letto a baldacchino.

29/06/06 – Kakopetria/Galata/Nicosia/Kalavasos A Kakopetria visitiamo il ben conservato Monastero di San Nicola del Tetto.

A Galata si trova invece la piccola Cappella di San Michele Arcangelo.

Lungo la strada per Nicosia riusciamo a scovare la Panagia Tou Asinou, anche questa molto interessante e protetta dall’UNESCO.

Arriviamo a Nicosia sud verso l’ora di pranzo. Fa molto caldo! Visitiamo la zona pedonale, le mura antiche, alcune chiese e moschee, l’imponente statua di Macarios e terminiamo il giro al punto panoramico, situato all’undicesimo piano dell’edificio Shakolas in Lidra Street. La cosa più sconvolgente di Nicosia è la zona di confine tra la parte cipriota e la parte occupata: case diroccate, barriere di filo spinato e taniche, soldati.

Sembra di essere davvero in una zona di guerra. Ma quando ci spostiamo per superare il confine al check point dell’Hotel Ledra, le cose sono semplicissime. I Ciprioti non ci guardano nemmeno in faccia, i Turchi ci fanno compilare un foglietto, mettono un timbro ed è fatta. Appena entrati nella parte turca basta seguire la linea blu tracciata su strade e marciapiedi. Si tratta di un percorso che attraversa i monumenti principali, con mappe e pannelli esplicativi nei punti più interessanti. La Nicosia occupata è meno moderna e, forse per questo, più affascinante della Nicosia cipriota. Alcuni monumenti sono stati ristrutturati con fondi europei, come le case del quartiere di Arabahnet o i due antichi caravanserragli. Tra le bellezze della città spicca la Moschea di Selimiye, che occupa la bella cattedrale gotica di Santa Sofia, fatta edificare dai Lusignani. Cipro nord è il luogo dove gli abitanti di Cipro sud vengono a comprare abbigliamento a basso prezzo, quindi nel centro storico vi sono numerosi negozi di jeans, magliette e scarpe. Questo è un’altro dei tanti paradossi che caratterizzano la città.

Passato di nuovo il confine, riprendiamo l’auto e ci dirigiamo a Kalavasos, dove al locale negozio di alimentari troviamo una signora che ci affitta un appartamento per i soliti 30 €.

30/06/06 – Kalavasos/Famagosta/Penisola di Karpaz/Bogaz La mattina partiamo per Famagosta. Al confine stiamo per lasciare la macchina e prendere un taxi, con l’intenzione di visitare la città e tornare indietro in giornata. Poi però parliamo con un militare turco, ci spiega un po’ le cose e decidiamo di passare con la macchina. Se l’avessimo fatto ieri sera a Nicosia saremmo riuscite a visitare anche Kyrenia, ma oramai è andata così.

Puntiamo subito sulla penisola di Karpaz, che si allunga nel Mediterraneo. Assomiglia molto alla Penisola di Akamas, ma le spiagge sono più belle e il mare ha dei colori fantastici.

Tra una fermata e l’altra per fare foto e visitare il Monastero di Sant’Andrea Apostolo, arriviamo a Capo Zafer, punta estrema della penisola e dista solo 70 km dalla Turchia.

Ripercorrendo all’indietro la strada, tra campi e colline dove pascolano numerose pecore, capre e asini selvatici, ci fermiamo alla Basilica in rovina di Agios Philion (deviazione a Sihapi): qui si trovano all’aria aperta dei bei mosaici, che tra l’altro raffigurano un paio di sandali, riprodotti su tutte le cartoline dell’isola.

Decidiamo di non dormire in uno dei solitari bungalow lungo le spiagge e puntiamo su Bogaz.

Purtroppo troviamo una camera solo all’Hotel Bogaz, piuttosto cara (50 € con colazione), sgarrupata e dove ci divorano le zanzare. 1/07/06 – Bogaz/Famagosta/Konos Bay/Capo Greco/Agia Napa/Nissi Beach/Lefkara Visitiamo Famagosta, che conserva i resti della sua passata grandezza.

A sud della città si trova la spiaggia soprannominata Miami Beach. Al tempo dell’occupazione turca, vi si trovavano più di 20 grandi alberghi, in quanto questa era la zona più turistica di tutta Cipro. I Turchi recintarono tutta la zona degli hotel, che fa da cuscinetto lungo la Linea di Attila, e da più di 30 anni tutte le strutture alberghiere sono lasciate andare in rovina. La gente va al mare, si sdraia sotto gli ombrelloni e fa il bagno nelle acque cristalline del mare, avendo alle spalle una serie di edifici a 6-7 piani semi-crollati. Di tanto in tanto un pullman scarica un gruppo di turisti curiosi. Solo il divieto di fotografare (poco rispettato) e le postazioni turche ci ricordano che siamo a due passi da una zona militarizzata.

Passiamo il confine e rientriamo nella zona cipriota. Percorriamo la strada costiera e ci fermiamo nella bella ma sovraffollata Konos Bay. Attraversata Agia Napa, ci dirigiamo verso la conosciutissima Nissi Beach, dove ci risulta difficile trovare un angolino dove stendere l’asciugamano. Anche in acqua non c’è uno spazio libero, senza contare le moto ad acqua e i mosconi in fondo alla piccola baia. C’è pure il bangee jumping.

La sera prendiamo una camera all’Hotel Agorà di Lefkara (45 € la tripla con colazione), paesino lontano dalla costa affollata e famoso per i suoi pizzi.

2/07/06 – Lefkara/Larnaca Raggiungiamo il monastero di Stavrovouni, ma non è accessibile alle donne, come del resto segnala la Lonely Planet.

Nel primo pomeriggio partiamo per Francoforte e poi Bologna, lasciandoci alle spalle il sole di Cipro e il blu intenso del suo mare.

Per vedere alcune foto e per informazioni: http://www.Robertaonline.It/



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