Cinque Terre: aggiornamenti dell’ultima ora, di prima mano.
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Domenica gli Ultras della squadra di Spezia non sono andati allo stadio, sono andati a scavare il fango, assieme ai Vigili del Fuoco di Trento. Questa è una delle notizie che ci ha dato ora al telefono un amico, che sta lavorando come volontario a Brugnato. Dove si stanno rimettendo in sesto le cose essenziali: la scuola, il municipio, la chiesa. Stanno cercando anche di recuperare un pulmino per portare a scuola i bambini. Che in effetti sono già a scuola, coinvolti nel lavoro di ripristino. La tragedia ha provocato un rafforzamento dei rapporti collettivi: la gente reagisce, assieme. E’ un dato positivo essenziale. Non a caso le foto che vedete ce le hanno mandate, un minuto fa, apposta per mostrare questo lato positivo: gli amici di Brugnato avrebbero potuto mostrare fango e detriti, invece vogliono che vediate la scuola che si sta rimettendo a nuovo, con l’aiuto di volontari, insegnanti e dei bambini stessi. Da queste parti (Borghetto e Brugnato, appunto) la situazione resta difficilissima, ma almeno sono luoghi raggiungibili (ci passa l’autostrada). La Val di Vara viceversa ha avuto forse qualche danno in meno, ma in compenso è fuori mano, meno turistica, quindi rischia di più. Monterosso è irriconoscibile. Vernazza rischia di restare inaccessibile per mesi: è crollata tutta la strada. Prima tra la stazione e il paese vero e proprio c’era un dislivello di un paio di metri, si doveva percorrere una scala. Ora la scala non c’è più: c’è un terrapieno di detriti. La ferrovia c’è, ma ad un solo binario, a senso unico alternato. Riomaggiore, Menarola e Corniglia viceversa sono stati risparmiati. Qui tutti oggi guardano alle previsioni del tempo, che purtroppo non sono buone. L’evento è stato imprevedibile e di proporzioni incredibili: è caduto un mezzo metro d’acqua in 12 ore (più di quanto piove a Bari in un anno), ma resta il fatto che qualche errore è stato fatto. Ad esempio: ogni Paese ha il suo torrente (a Vernazza il Vernazzola), che normalmente è secco. Fatto sta che quasi tutti sono stati intubati e coperti, e la copertura è diventata in pratica la strada principale. Con questa alluvione i detriti hanno occluso le tubature, e l’acqua e il fango hanno adoperato per sfogarsi la strada stessa! Ma tutto il grandissimo progetto del Parco delle Cinque Terre, che fine ha fatto? Il lavoro di recupero dei terreni agricoli, le cooperative che ricostruivano i famosi muretti? Pare che sia tutto fermo, o peggio cancellato, col pretesto di una alluvione non metereologica, ma giudiziaria. Ma dov’è il Parco, proprio ora che ce ne sarebbe un assoluto bisogno!?
Patrizio