Venti giorni in Cina zaino in spalla

Venti giorni in Cina zaino in spalla (BEIJING, SHANGHAI, XIAN, SICHUAN E YUNNAN) Prima di iniziare a raccontare il nostro viaggio vorrei fare una breve postilla in merito a tutta la trafila da fare per ottenere da viaggiatori indipendenti il visto cinese. In occasione delle Olimpiadi e degli incidenti occorsi in Tibet ad Aprile, il governo...
Scritto da: goku
venti giorni in cina zaino in spalla
Partenza il: 22/08/2008
Ritorno il: 10/09/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Venti giorni in Cina zaino in spalla (BEIJING, SHANGHAI, XIAN, SICHUAN E YUNNAN) Prima di iniziare a raccontare il nostro viaggio vorrei fare una breve postilla in merito a tutta la trafila da fare per ottenere da viaggiatori indipendenti il visto cinese.

In occasione delle Olimpiadi e degli incidenti occorsi in Tibet ad Aprile, il governo cinese ha “stretto le maglie”… Innanzitutto rilasciava solo visti a un ingresso (niente ingressi multipli quindi e di conseguenza rinuncia forzata ad Hong Kong e Macao), in secondo luogo per ottenerli era necessario presentare un piano voli (non basta l’e-ticket), la prenotazione degli hotel per tutta la durata del soggiorno (con la traduzione in cinese), due fototessera, la compilazione di un modulo di richiesta visto e pagare 30€ a persona. Capirete bene che per il nostro modo di intendere il viaggio (in totale libertà e senza vincoli spazio-temporali, se non quelli della data di partenza e arrivo), la prospettiva di dover programmare venti notti in Cina senza poter scegliere giorno per giorno cosa fare, ci ha lievemente fatto innervosire…

Avendo acquistato il volo sul Web e possedendo solo l’e-ticket abbiamo dovuto richiedere a Expedia un piano dei voli accurato, invece per quanto riguarda gli hotel, abbiamo aggirato il problema prenotando solo le prime tre notti a Shanghai, le tre centrali a Chengdu e le ultime quattro a Beijing su di un famoso sito internazionale di ostelli dove si paga subito solo il 10% della cifra e il restante 90% il giorno dell’arrivo in ostello. Con la prenotazione via web degli ostelli in mano, abbiamo contattato gli ostelli stessi chiedendo una specie di lettera-invito scritta in cinese. Per fortuna ci hanno risposto e con queste prenotazioni in cinese, allegate al piano voli, a due foto tessera e al modulo debitamente compilato, ci siamo presentati al Consolato cinese di Milano.

E’ filato tutto liscio e il 10 di luglio avevamo i nostri passaporti vistati, però è stata una tortura: e se dopo tutto questo sbattimento non ci avessero concesso il visto? Chi ci rimborsava il biglietto aereo? E gli alberghi? Mah!!! Comunque tutto bene quel che finisce bene…Partiamo come volevamo: con pochi vincoli e con la possibilità di variare il nostro itinerario a nostro piacimento.

Per comodità indicherò i prezzi in euro tenendo conto che la mia conversione è basata sul CAMBIO 1€ per 10yuan, anche se in realtà il cambio ha fluttuato fra i 10.20 e i 9.70 yuan per euro.

Ed ora veniamo al vero e proprio resoconto: GIOVEDI 21 AGOSTO Partiamo alle undici del mattino da Milano Malpensa con un volo Finnair (compagnia di bandiera finlandese veramente puntuale, comoda ed efficiente) e dopo uno scalo di tre ore ad Helsinki atterriamo alle sette del mattino successivo (l’una per noi -6 h di fuso) a Shanghai.

VEN 22 AGOSTO SHANGHAI Ritirati i bagagli, ci dirigiamo verso la stazione di partenza del Maglev, il famosissimo treno a lievitazione magnetica che collega l’aeroporto alla città. Facciamo i biglietti (4€ a testa con lo sconto di 1€, essendo arrivati col volo il giorno stesso) e saliamo su quest’avveniristico mezzo che compie il tragitto di circa 30 km in sette minuti raggiungendo la “fantascientifica” velocità di 431km/h, un’esperienza da provare!!! La stazione di arrivo si trova a Pudong (Longyang Rd.), ancora parecchio distante dal centro, quindi le opzioni sono due: proseguire con la metropolitana (si trova all’interno della stazione stessa) o prendere un taxi.

Vinti dalla stanchezza, optiamo per la seconda possibilità e in taxi (15€) raggiungiamo Nanjing Road, la principale strada di Shanghai, dove avevamo prenotato l’hotel. Durante il tragitto il tassista ci avvisa anche dell’imminente arrivo di un tifone…Iniziamo bene!!!! Dopo il check-in in albergo, ci riposiamo per due ore dopodiché intorno alle undici iniziamo a esplorare la città, in particolare la zona di East Nanjing Rd.

Questa strada pedonale è la più famosa arteria commerciale di tutta la Cina, un continuo susseguirsi di ristoranti, banche e super-mega centri commerciali. Di giorno è già molto caratteristica ma la notte diventa impressionante con mille luci e insegne colorate che rendono il solo percorrerla un’esperienza irrinunciabile per chi visita Shanghai.

Lungo questa via si viene ripetutamente fermati da strani personaggi che offrono le mercanzie più varie (prevalentemente merce “tarocca”). Noi ancora stanchi dal fuso, ci lasciamo abbindolare da un tizio che inizia a farci fare il giro di un sacco di scantinati (debitamente nascosti) all’interno dei quali si trova qualsiasi tipo di merce contraffatta…Io personalmente ho l’esigenza di trovare uno zaino da 80/85 lt, visto che il mio si era distrutto in un precedente viaggio (Argentina-Brasile), quindi accetto la “guida” e trovo un fantastico zaino da 85lt pagandolo “ben” 30€ quando in Italia non me la sarei cavata con meno di 100€.

Molliamo il “nostro amico”, che ci da appuntamento a domani per un altro “shopping tour” (noi sicuramente non mancheremo all’appuntamento…Sto scherzando ovviamente!!)e iniziamo a cercare un posto dove mangiare.

Seguendo i consigli della Guide Routard pranziamo da Babela’s Kitchen, un locale all’interno di un centro commerciale in fondo a Nanjing Rd., il cibo è buono e la spesa non ci sembra eccessiva (4.5€ a testa), anche se nei giorni successivi ci renderemo conto che con quella cifra in Cina si può mangiare per 2/3 volte…

Con la pancia piena, proseguiamo lungo Nanjing Rd. E raggiungiamo il Bund, il famoso lungo-fiume di Shanghai. La vista sul nuovo quartiere di Pudong è eccezionale (anche se la sera è ancora più bella), passeggiamo per mezz’oretta lungo “the Bund”e intanto raggiungiamo la sede del CITS (l’Ente turistico ufficiale cinese) dove acquistiamo un volo per lunedì 25 alla volta di Xi’an (85€ a testa), dopodiché in taxi (1.1€) arriviamo nel vecchio quartiere cinese di Shanghai.

Molto diverso dalla città “nuova”, è un quartiere molto caratteristico con case fatiscenti, vicoletti e vecchi esercizi commerciali.

Dopo un breve giro per la città vecchia raggiungiamo i Giardini del Mandarino Yu (ingresso 3€ a pp.). Sarà che sono i nostri primi giardini alla “cinese”, ma il posto ci piace un sacco: ruscelli, rocce, porte circolari, bambù che oscillano al vento e bellissimi padiglioni, fanno di questo giardino una rappresentazione del mondo in miniatura…Lasciamo dopo due ore i giardini, ma ci fermiamo subito fuori alla più tradizionale Casa da Tè di Shanghai: la Hu xin ting, un bell’esempio di architettura cinese, dove ovviamente assaggiamo due ottimi tè, accompagnati da dolcetti cinesi, noccioline cinesi (non c’entrano niente con le nostre) e …Uova di quaglia!!!!bè l’esperienza è stata “indimenticabile” sia per il buonissimo tè, ma soprattutto per il cibo e per il conto finale (17€!!…In Cina con questi soldi ci avremmo mangiato per i successivi sette giorni!!!!). Lasciamo il complesso del Bazar che circonda i giardini ed in taxi (1€) torniamo in hotel.

Giusto il tempo di una rinfrescata e ritorniamo “in strada”, questa volta verso l’immensa Piazza del Popolo, dove cerchiamo un posto dove cenare: sono le 20.30 e per gli standard cinesi è già tardi…Ci ritroviamo quindi, quasi per caso all’interno di un centro commerciale (ce ne sono a centinaia…) e ci fermiamo a mangiare un piatto di Noodles piccanti in brodo e i classici jiaozi (meglio conosciuti in Italia come ravioli) da Megabyte un complesso di ristorantini, dove per pagare, bisogna farsi caricare una scheda magnetica, che poi viene “scaricata” di volta in volta a seconda di ciò che si acquista (il cibo è a vista)…In Cina è già complicato capire cosa si mangia e ordinarlo, questo metodo (di per se semplice) ci complica ancora di più la vita, ma alla fine va tutto liscio e con la pancia piena dopo un ultimo giro per Nanjing Road raggiungiamo l’albergo.

ALLOGGIO: East Asia hotel, East Nanjing Road 680 (30€ la doppia con bagno, tv e aria condizionata.) PASTI: PRANZO: Babela’s Kitchen, East Nanjing Rd. , 4.5€ a testa CENA: Megabyte (centro commerciale Raflles City, Piazza Renmin), 0.8€ a testa SABATO 23 AGOSTO SHANGHAI Ci svegliamo con la pioggia (starà arrivando il tifone?) e dopo una veloce colazione, raggiungiamo a piedi il Fenshine Market in West Nanjing Rd.

Passiamo un’oretta a “difenderci” dai continui e pressanti “attacchi” dei commercianti cinesi, che per l’occasione si scoprono poliglotti (parlano correttamente almeno cinque lingue), girando fra le centinaia di stand in mezzo a prodotti di ogni tipo e marca. Ci limitiamo a pochi acquisti, per non caricare lo zaino già dal primo giorno, quindi approfittando del miglioramento del tempo, torniamo a girare la città.

Dopo un veloce pranzo a base di ravioli in Nanjing Rd. (2.5€ a pp.), raggiungiamo in metro (0.3€) il mercato degli occhiali (occhiali di ogni tipo e marca, ma soprattutto da vista…) sito vicinissimo alla Stazione Centrale, quindi in risciò (1€) ci facciamo portare al tempio del Buddha di Giada (ingresso 2€, 1 per l’entrata più 1 per vedere il Buddha). Situato in un quartiere piuttosto anonimo, è il più celebre tempio buddhista della città. Abitato ancora da un centinaio di monaci, merita una visita per il complesso in se, ma soprattutto per il bellissimo Buddha di giada.

Lasciamo il tempio ed in taxi torniamo in centro (1.7€). Visitiamo la Piazza del Popolo, un’immensa spianata, con nord l’Opera di Shanghai ed il Museo d’arte, al centro l’immenso Parco del Popolo e il Museo di Shanghai e tutt’attorno decine di grattacieli che rendono l’insieme a suo modo molto affascinante.

Da qui prendiamo il metrò e ci dirigiamo alla volta della “Manhattan” di Shanghai: il quartiere futuristico di Pudong! In particolare raggiungiamo la Torre Jinmao l’ex-grattacielo più alto della Cina e quarto al Mondo con i suoi 420.5mt, superata proprio quest’anno dal vicinissimo World Financial Center (da me soprannominato l’apribottiglie…) che raggiunge i 492mt (2° al Mondo solo al Taipei 101, alto ben 509mt!!!). Saliamo all’87°piano per berci un drink al Cloud 9 Bar, da dove godiamo di una vista “pazzesca”. Fra una chiacchiera e un sorso di birra (per il “privilegio” spendiamo 17€ in due…) ci gustiamo il tramonto sulla città (in parte offuscato da una fastidiosa nebbiolina), quindi scendiamo gli ottantasette piani dell’edificio ed in taxi, raggiungiamo la Pearl Tower, un altro immenso grattacielo (in realtà è la torre della TV), dalla forma stranissima, impossibile da non notare… Questa volta non saliamo ma ci godiamo solo la vista dal basso, del resto i 17€ lasciati al bar della Torre Jinmao, da buoni genovesi, ci “spingono” verso questa scelta… Passeggiamo per il lungofiume in mezzo a centinaia di cinesi, godendoci il panorama del Bund e dei grattacieli di Pudong, quindi percorriamo il tunnel sottomarino (anzi sotto-fiumano) a bordo di una specie di navicella, che fra rumori computerizzati e luci psichedeliche ci conduce fino all’altra sponda (il Bund per l’appunto…).

C’infiliamo nel primo ristorante che troviamo in Sichuan Zonglu e ordinando a vista (i piatti non erano nemmeno descritti…) ceniamo alla cinese fra gli sguardi divertiti ed un po’ basiti degli altri ospiti che “ammirano” il nostro modo di usare le bacchette (1.6€ a pp.). Usciamo dal locale sazi e soddisfatti, quindi ci dirigiamo nuovamente verso le vie più “occidentali”e approfittiamo del trenino elettrico che percorre la East Nanjing Rd.(0.2€ a pp.) per raggiungere l’inizio della via dove ci gustiamo un gelato.

osservando il via vai della gente quindi intorno alle 23 torniamo in hotel.

ALLOGGIO: East Asia hotel, East Nanjing Road 680 (30€ la doppia con bagno, tv e aria condizionata.) PASTI: PRANZO: locale in Nanjing Rd. , 2.5€ a testa CENA: locale in Sichuan Zonglu, 1.6€ a testa DOMENICA 24 AGOSTO SHANGHAI e SUZHOU Dopo una veloce colazione, raggiungiamo in metropolitana, la Stazione ferroviaria di Shanghai, dove alle 8.58 parte il treno per Suzhou.

Piccola postilla sulle stazioni cinesi: innanzitutto non si può entrare in stazione senza biglietto, in ogni caso l’ingresso è consentito solo da 1-2 ore prima della partenza (a seconda del treno). L’accesso alla stazione è disciplinato da barriere fisse con alla fine un controllo ai raggi-X dei bagagli, questo metodo crea una calca incredibile e per chi ha problemi di claustrofobia l’esperienza può essere veramente scioccante!! Una volta entrati nella “vera e propria” stazione bisogna intuire dai tabelloni (scritti esclusivamente in cinese, per fortuna che i numeri arabi sono uguali ai nostri!!), qual è la sala d’aspetto del treno che si deve prendere.

Trovata la sala, si attende sino a quando gli addetti cinesi non aprono la porta d’accesso al binario e qui è di nuovo una battaglia!!! gomitate, spintoni, gente che urla, taglia la fila, insomma vige la “legge della giungla”…Un’esperienza “indimenticabile”…

Tornando a noi, dopo essere entrati in stazione ed aver “trovato”la sala d’aspetto (unici occidentali “non accompagnati” fra una marea di cinesi), saliamo sul bellissimo e pulitissimo treno che in trentacinque minuti ci conduce a Suzhou.

Questa città di due milioni d’abitanti, posta a 90km da Shanghai è conosciuta in tutta la Cina per i suoi splendidi giardini e noi appena usciti dalla stazione, ci dirigiamo subito in taxi (1€) al nostro primo giardino, quello “dell’Amministratore Umile”.

L’ingresso è piuttosto caro (7€), ma è giustificato dalla bellezza del luogo, un susseguirsi di paesaggi molto poetici, con decine di laghetti ricoperti di fiori (ninfee, fior di loto, ecc) e superbi padiglioni in stile Ming e Qing.

E’ il giardino più grosso della città, ma non “basta” per accogliere le centinaia di turisti cinesi, che al seguito di decine di guide turistiche armate di megafoni gracchianti, rovinano l’atmosfera ovattata del luogo. Cerchiamo in tutti i modi di isolarci da questa marea umana, ma i nostri tentativi risultano vani…Stremati dal caos, dopo circa due ore lasciamo a malincuore il giardino (per vederlo bene sarebbero servite almeno quattro ore!!!).

Abbiamo bisogno di un attimo di pace, allora decidiamo di scorazzare per le vie più tranquille della città, in particolare facciamo una passeggiata lungo il canale di Pingijiang Lu, che attraversa la città da nord a sud per circa 3 km. Di turisti neanche l’ombra (a parte qualcuno in barca sul canale), la via pedonale che costeggia il canale è un’oasi di pace, ombreggiata dagli alberi e da basse casette dai muri bianchi. Ci fermiamo spesso lungo la via ad ammirare le barchette a remi che scendono il canale o i bambini giocare, insomma una bella passeggiata al di fuori dei circuiti turistici tradizionali.

Ci fermiamo a mangiare da Niang Dumpling (in Daru Xiang Jie), un fast-food alla cinese, dove mangiamo una zuppa e i soliti jiaozi, non per scelta, ma solamente perché sono le uniche cose che vediamo e che quindi riusciamo ad indicare ai camerieri (l’inglese è una chimera…). Lasciamo con la pancia piena ed abbastanza soddisfatti il locale (1.4€ a pp.), e a piedi ci dirigiamo verso la principale via pedonale di Suzhou: Guanquian Jie. E’ la classica via dello “struscio” cinese, con decine di negozi d’abbigliamento, banche, ristoranti turistici e le solite masse di cinesi che girano a zonzo…Insomma abbastanza trascurabile…Lasciamo il centro ed in Tuk tuk raggiungiamo il nostro secondo giardino quello “del maestro delle reti” (ingresso 3€ a pp.). E’ uno dei più piccoli, ma dei meglio conservati della città, la quint’essenza del giardino alla cinese, il suo archetipo. Per fortuna i turisti cinesi sono pochi, quindi possiamo goderci in santa pace, i laghetti, i padiglioni e i bellissimi alberi che si trovano all’interno del giardino. Ci prendiamo anche un’ora di relax nella sala da te (piuttosto cara), quindi lasciamo il sito ed in taxi (1€) raggiungiamo il Tempio del Nord (ingresso 2.5€ a pp.). E’ il primo tempio buddhista della città, caratterizzato da una bellissima pagoda alta 76mt, dalla cima della quale si gode di una bellissima vista sull’intera città. Il complesso in se non è male, da non trascurare se si visita Suzhou…

Raggiungiamo la stazione dei treni in risciò e con la guida in mano, cerchiamo due posti su di un treno per tornare a Shanghai, ma i nostri tentativi risultano vani…Il primo treno libero è alle 20.30, allora raggiungiamo la vicina stazione dei bus e sempre con il solito metodo (semplicemente faccio vedere alla bigliettaia la traduzione cinese di Shanghai indicando con le mani il n°2), riusciamo a trovare posto (3.3€ a pp.) su di uno “scassatissimo” pullman degli anni ’70 che parte alle 16.30 e dopo circa 1h e 20min. Raggiunge Shanghai. Arriviamo al terminal dei bus (vicino alla stazione ferroviaria) ed in taxi (1.2€) raggiungiamo la Piazza del Popolo. Facciamo un giro nei dintorni, passiamo in hotel a darci una veloce rinfrescata, quindi ri-usciamo per andare a cenare.

Percorriamo tutta Nanjing Rd. E ci fermiamo da Ajisen, una catena di ristoranti (con menu anche in inglese) che offre cucina cinese, ma anche giapponese e coreana.

La cena ci soddisfa, il conto finale tutto sommato (per essere comunque in un locale turistico..) non è altissimo (3.5€ a pp.), quindi facciamo un po’ di “vasche” in Nanjing Rd. Fermandoci a prendere anche un “beverone”, tanto di moda fra i giovani cinesi… E verso le 23 torniamo a dormire in hotel.

ALLOGGIO: East Asia hotel, East Nanjing Road 680 (30€ la doppia con bagno, tv e aria condizionata.) PASTI: PRANZO: Suzhou: Niang Dumpling , Daru Xiang Jie, 1.4€ a pp.

CENA: Ajisen, East Nanjing Rd., 3.5€ a pp.

LUNEDI’ 25 AGOSTO SHANGHAIXI’AN Dopo aver tuonato e piovuto per tutta la notte, ci svegliamo intorno alle sette in un silenzio quasi irreale. Ci vestiamo e uscendo dalla porta della camera, vediamo le prime pozzanghere d’acqua che bagnano la moquette del corridoio, arrivati all’ascensore, ci accorgiamo che è fuori uso, scendiamo allora le scale. I pochi cinesi che c’incontrano ci dicono (anzi per la precisione ci fanno capire…) di non uscire…Perché mai??? Arrivati all’uscita dell’hotel, affacciandoci su Nanjing Rd., lo capiamo: questa notte è arrivato “finalmente” il Tifone!!!la via è completamente sommersa dall’acqua, saranno almeno 30/40 cm, continua a piovere ma in maniera molto più soft…Il nostro primo pensiero è come raggiungere questo pomeriggio l’aeroporto, ci saranno problemi? Chiedo al personale dell’albergo, ma come al solito l’inglese è un optional!!! Decidiamo di “posticipare” il problema (non c’è alternativa…), usciamo quindi per andare a fare colazione (rigorosamente in infradito e pantaloncini corti…), quindi rinunciamo all’idea di visitare la Concessione Francese (piove troppo!!) e rimaniamo in zone “al coperto”. Prima andiamo al Mercato, sito all’interno della fermata del metro “Science and Technology Museum” (linea 2), dove facciamo alcuni acquisti (I-Pod, due magliette, ecc), quindi torniamo al Fenshine Market dove acquisto una borsa che avevo adocchiato da un paio di giorni.

Torniamo in albergo per fare il check-out, lasciamo gli zaini in una saletta ed andiamo a mangiare. Torniamo da Aijisen, dove mi “lancio” su di un piatto (maiale saltato con peperoncini) valutato dal menù super-piccante (in una scala da zero a tre peperoncini, era valutato tre…), i camerieri provano a farmi tornare sui miei passi, ma non demordo…Com’era il piatto? Buono, piccante, ma sopportabilissimo da chiunque sia abituato un minimo al cibo piccante (per la cronaca: sono un cultore del peperoncino…).

Usciamo dal locale e notiamo con disappunto che il tempo non accenna a migliorare, ma noi dobbiamo assolutamente raggiungere l’aeroporto…Ci facciamo coraggio, mi carico i due zaini in spalla a “mo’” di sherpa, mentre Cristina riparata dall’ombrello porta i due zainetti piccoli, prendiamo la metropolitana sino a Long Yang Rd. E da qui nuovamente in Maglev alla fine raggiungiamo l’aeroporto.

In questo caso, al contrario del giorno del nostro arrivo, abbiamo deciso di utilizzare solo mezzi pubblici per fare il tratto centro città-aeroporto. E’ la soluzione migliore, a parte un po’ di “sbattimento” per gli zaini, si risparmia tempo: 40min in totale invece di 1 ½ h e soprattutto si risparmiano soldi. All’andata in due abbiamo speso 23€ al ritorno sempre in due 8.8€.

Arrivati in aeroporto, cerchiamo il check-in del nostro volo (avevamo l’e-ticket scritto completamente in cinese…) e scopriamo che voleremo con la Shanghai Airlines, speriamo bene… Il volo parte puntuale alle 15.50 e scorre tranquillo (aereo nuovo, personale gentile e servizio impeccabile). Atterriamo alle diciotto a Xi’an, recuperiamo gli zaini e cerchiamo una soluzione per raggiungere il centro. Scartiamo a priori il taxi e scegliamo di prendere il bus (2.7€ a pp.) che in circa un’ora ci porta in centro.

Arrivati in città, cerchiamo di fermare un taxi per raggiungere l’ostello: mai impresa fu più difficile: i pochi taxi che si fermano, appena leggono l’indirizzo, si dileguano, lasciandoci al buio in una città sconosciuta… Nel frattempo intorno a noi si riunisce un capannello di persone che cerca di aiutarci, dandoci ovviamente indicazioni solo in cinese. A un certo punto due ragazzi si offrono di portarci in scooter, ma l’impresa ci sembra impossibile: abbiamo due zaini giganteschi, più altri due zainetti, loro non si arrendono e ci invitano a salire.

La scena è ridicolissima, saliamo sui due scooter elettrici, con gli “zainoni” che occupano la parte anteriore del mezzo, il traffico è impressionante e noi facciamo delle gimcane per evitarlo… Dopo dieci folli minuti di acrobazie, arriviamo “incredibilmente” sani e salvi davanti all’ostello. Ringraziamo i due ragazzi e gli lasciamo l’equivalente di 1.5€. Entriamo in ostello per fare il check-in, il clima che si respira è molto familiare e il personale parla perfettamente in inglese (altro che l’hotel di Shanghai… Benedetti ostelli!). La camera è carina, ma tutta la struttura è molto accogliente. Decidiamo di fermarci a cenare qua, quindi anticipando un po’ i tempi dopo un “giro” sul web (gratuito…) ce ne andiamo a letto, domani ci aspetta l’Esercito di terracotta! ALLOGGIO: Shuyuan Youth Hostel, Shuyuan Qignian Lushe (a 30mt dalla Porta Sud, all’interno delle mura), (16€ la doppia con bagno in camera, tv e air – con.) PASTI: PRANZO: Shanghay, Ajisen, East Nanjing Rd, 3.1€ a pp.

CENA: Xian, Ristorante dell’ostello, 4€ a pp.

MARTEDI’ 26 AGOSTO XI’AN Partiamo di buon’ora dall’ostello e in autobus (il n°603, 0.1€) raggiungiamo la stazione dei pullman di Xi’an (di fronte alla stazione ferroviaria) dove saliamo sul bus n°306 (0.9€ a pp.) che in circa un’ora ci porta all’ingresso del sito dei guerrieri di terracotta.

Paghiamo l’entrata (9€ a pp.) e ci dirigiamo subito al cinema del complesso, dove viene proiettata la storia della scoperta di questo straordinario sito.

I guerrieri sono suddivisi in tre fosse, noi iniziamo, come consiglia la Lonely planet, dalla n°3, piccolina, ma molto ben strutturata, quindi passiamo alla 2° più grande, ma meno interessante ed infine chiudiamo col botto esplorando la n°1. Immensa, sbalorditiva e indimenticabile! si sviluppa lungo 210mt per 62mt di larghezza e contiene circa 1000 guerrieri, è la classica immagine che si può vedere su qualsiasi catalogo, “l’unica” differenza è che questa volta la vediamo dal vivo! La calca è notevole, ma vista la grandezza del sito, si riesce a godere ugualmente l’atmosfera di quest’autentica meraviglia…Senza ombra di dubbio una tappa irrinunciabile per chiunque visiti la Cina.

Dopo quattro ore di vedute eccezionali, decine di foto, minuti e minuti di riprese con la videocamera, lasciamo il complesso dei guerrieri di terracotta ed in autobus ritorniamo in città.

Facciamo una breve sosta in ostello per rinfrescarci, quindi a piedi raggiungiamo il centro della città per visitare la Torre dell’Orologio e quella della Campana (ingresso cumulativo 2.5€ a pp.), entrambe carine, ma dopo aver visto nella mattinata i guerrieri di terracotta, ci lasciano piuttosto indifferenti… Decidiamo allora di girare a zonzo per il caratteristico quartiere mussulmano (o quartiere Hui, gli Hui sono i mussulmani cinesi). La via principale Beiyuanmen (pedonale) parte dalla Torre del Tamburo e sale verso nord brulicando di vita: negozi di spezie, macellai con la carne venduta a vista, negozi di abbigliamento (Cristina ovviamente compra un abito), banchetti di cibo e molto altro, insomma un tipico bazar medio – orientale trapiantato nel bel mezzo della Cina. Approfittiamo dei banchetti di cibo e ceniamo a base di pane arabo e con una ventina di mini-spiedini, di non sappiamo ancora cosa (carne, pesce, interiora?) boh!), spendiamo una cifra ridicola (0.7€ a pp.), ci saziamo a dovere e nel prezzo erano comprese anche una birra da 1lt (Tsingtao) e una bottiglia d’acqua, incredibile! Sempre nel quartiere visitiamo un’antica dimora di un mandarino dell’epoca Ming (Ancient Folk House, 1.5€ a pp.), quindi ci avviciniamo, ma non visitiamo, la famosa Grande Moschea di Xi’an.

Intorno alle venti facciamo ritorno in ostello, ma solo per una breve sosta, infatti, usciamo subito e con un altro autobus, il 609, raggiungiamo la Pagoda della Grande Oca, dove tutte le sere alle ventuno si tiene uno spettacolo di luci e fontane. Arriviamo che lo spettacolo è già iniziato, comunque ci divertiamo un sacco a vedere decine di cinesi lanciarsi in mezzo alle fontane e divertirsi come dei bambini!l’atmosfera è bella, genuina, nessuno si lamenta se viene casualmente bagnato, la gente (e ce n’era tanta) ha il sorriso sulle labbra, insomma si diverte (cosa che noi in Italia forse abbiamo dimenticato…), passiamo una bella serata in mezzo a centinaia di cinesi felici e sorridenti, peraltro molto incuriositi dalla nostra presenza, alcuni più che fotografare le fontane e le luci erano più impegnati a fotografare noi!!! Abbandoniamo la Pagoda e per lasciar defluire la folla ci fermiamo in zona a mangiare un dolcetto, quindi ad una certa ora in taxi raggiungiamo l’ostello.

ALLOGGIO: Shuyuan Youth Hostel, Shuyuan Qignian Lushe (a 30mt dalla Porta Sud, all’interno delle mura), (16€ la doppia con bagno in camera, tv e air-con.) PASTI: PRANZO: Banchetto all’interno del sito dei Guerrieri di Terracotta, 3€ a pp.

CENA: Banchetto nel quartiere mussulmano, 0.7€ a pp.

MERCOLEDI’ 27 AGOSTO XI’AN Dopo una corroborante colazione in ostello, raggiungiamo a piedi il cosiddetto quartiere degli artisti o di Shuyanmen (a est della Porta Sud).

Girovaghiamo senza meta fra vicoletti e case d’epoca, dove gli artisti del luogo (soprattutto calligrafi) vendono la loro mercanzia, arriviamo sino all’ingresso della Foresta di stele, ma decidiamo di non entrare, preferiamo passeggiare senza una meta in questo bel quartiere. Acquistiamo “ovviamente” una calligrafia, quindi dopo un veloce pranzo in ostello (2.9€ a pp.), torniamo nel Quartiere Hui, per un altro giro, questa volta di giorno, fra i caratteristici mercatini mussulmani.

Tornati in ostello, prepariamo gli zaini e in autobus raggiungiamo la stazione ferroviaria. Si ripetono le stesse scene della stazione di Shanghai… Questa volta, però abbiamo anche due zaini da 20 kg sulle spalle!!!!centinaia di persone che si accalcano per entrare in stazione, con dei “tappi” pericolosissimi creati dai controlli di sicurezza. Mi ritrovo schiacciato in mezzo a mille cinesi, il problema è che ci sono anche dei bambini piccoli e delle donne, ma questo non sembra interessare a nessuno, l’importante è entrare in stazione il prima possibile (il perché, peraltro, non si spiega…). Cerco di farmi largo, usando i loro stessi metodi, utilizzo lo zaino come uno “sfollagente”, spingo, sgomito, insomma mi adatto e vista la mia mole riesco a farmi strada (non sono un gigante ma nemmeno un mingherlino, soprattutto rispetto alla media cinese…), il problema è che mi ritrovo vicino anche dei bambini e una madre con un neonato!!! comunque alla fine di questa “battaglia” riusciamo ad entrare in stazione. Ovviamente non è finita, ora bisogna “tradurre” il tabellone, in pratica avendo solo il n° del treno, devo capire qual è la sala d’aspetto corrispondente e quindi raggiungerla…Cinque minuti e arriviamo alla sala, il problema è che quest’ultima è strapiena e la gente è già in fila per raggiungere il binario, quindi altra “battaglia”, solite spinte, spallate e alla fine raggiungiamo il binario, un’occhiata al n° del vagone e saliamo. E’ un treno lunghissimo, con le più svariate sistemazioni, dai sedili duri, alle cuccette soft, noi siamo in queste ultime (23€ a pp.). Gli scompartimenti sono da quattro e viaggiamo insieme a due cinquantenni cinesi, peraltro non c’era scelta visto che sul treno abbiamo visto solo altri due occidentali (due ragazzi americani). Partiamo alle 17.20 da Xi’an, il treno è tutto sommato decente (a parte i bagni, ma da noi non sono meglio e alcune “bestie” e mi scuso con le bestie, che fumano allegramente negli scompartimenti e nel corridoio). Per cena acquistiamo due pasti al vagone ristorante (riso, pollo con verdure, acqua, birra e un dolcetto, 1.5€ a pp.), quindi intorno alle ventidue spegniamo le luci e iniziamo a dormire…Sennonché incomincia “il concerto”: i due nostri cari compagni di viaggio cinesi, deliziano la nostra notte con delle russate da antologia, una cosa mai sentita!!!! intensa e soprattutto ininterrotta, uno dei due in particolare emetteva dei versi inumani, demoniaci, che oltre a rendere impossibile il sonno incutevano un timore atavico…Dopo un’ora di sopportazione, con nostri continui e ripetuti e peraltro vani tentativi d’interruzione (abbiamo provato di tutto, dal classico schiarirsi la voce, all’alzare a palla il volume dell’mp3 sin’anche ad aprire il finestrino del treno…), non siamo riusciti ad interrompere il concerto (da me peraltro registrato, non potevo farne a meno…).

A questo punto adotto la soluzione più ovvia, ma meno sicura: i tappi alle orecchie (e li sentivo ugualmente), Cristina invece stoicamente si sacrifica alla Patria e si “gode” per tutta la notte i rantolii dei due cinghiali…

Ci svegliamo…Anzi mi sveglio, perché Cristina non ha chiuso occhio, intorno alle sette: una rinfrescata in bagno, quindi passiamo le restanti ore di viaggio a cercare di far passare il tempo.

ALLOGGIO: notte in treno, biglietto Xi’an-Chengdu in cuccetta morbida 23€ a pp.

PASTI: PRANZO: in ostello, 2.9€ a pp.

CENA: in treno, 1.5€ a pp.

GIOVEDI’ 28 AGOSTO CHENGDU (SICHUAN) Alle 12.20, dopo 19h di viaggio, finalmente arriviamo a Chengdu. Raggiungiamo in taxi (1.4€) l’ostello facciamo il check-in e raggiungiamo la stanza. Alloggiamo alla Sim’s Cozy Garden guesthouse, un bellissimo ostello, con camere pulite e arredate alla “giapponese”, un buon ristorante con delle bellissime terrazze, un’efficiente agenzia di viaggi, una zona ludica, con ping pong, freccette, attrezzi da palestra, internet gratuito, ecc, insomma un bel posto, accogliente e con un bel clima familiare.

Cerchiamo di “dimenticare” la movimentata notte in treno rilassandoci in camera per un’oretta, quindi pranziamo al ristorante dell’ostello (2.6€ a pp.) e programmiamo le prossime giornate, decidendo come “gestire” le escursioni.

Prenotiamo intanto per la sera due biglietti per l’Opera del Sichuan, quindi ci informiamo sulla possibilità di raggiungere il Tibet, purtroppo però l’impresa è impossibile, poiché i primi permessi d’ingresso saranno rilasciati solo per il 9 settembre e noi quel giorno saremo già a Pechino, quindi cambiamo meta e prenotiamo due biglietti aerei per Lijiang (Yunnan).

Lasciamo l’ostello ed in taxi raggiungiamo il Tempio di Wenshu. Arriviamo tardi e le porte d’accesso sono chiuse, ma riusciamo ugualmente ad entrare da una porta secondaria da dove la gente usciva…Il tempio è carino, soprattutto per l’atmosfera rilassata che si respira al suo interno. Passiamo un’ora a zonzo per il sito, quindi sempre in taxi torniamo in ostello.

Alle 19.30 partiamo con un pulmino e raggiungiamo il teatro. Siamo nelle primissime file e ci godiamo appieno la bella ed interessante Opera del Sichuan. A noi in particolare piacciono lo spettacolo di “Ombre cinesi” e alcune rappresentazioni teatrali con bellissime maschere tipiche. Durante tutto lo spettacolo, che dura circa un’ora e mezza, viene servito gratuitamente del tè verde e pagando ci si può anche far massaggiare…L’esperienza è sicuramente valida anche se il prezzo non è dei più economici (15€ a pp. Con trasporto da e per l’ostello).

Torniamo alla base intorno alle ventidue e vista l’ora decidiamo di fermarci a mangiare qua.

Mangiamo bene e spendiamo poco: per capirci snocciolo due cifre: noodles con verdure (1.2€), pollo con arachidi e verdure (1.5€), ciotola di riso (0.4€), un litro di birra Tsingtao (0.5€), un litro d’acqua (0.2€) in totale in due abbiamo speso 3.8€ mangiando e bevendo a volontà, e questo non è un caso isolato, ma solo un esempio dei prezzi dei pasti in Cina…In Italia con 3.8€ non saremmo riusciti nemmeno a mangiare un panino in due!!!! Finita la cenetta, passiamo qualche minuto nel giardinetto a fare due chiacchiere con due ragazzi conosciuti in ostello (un americano e un turco) con i quali ci scambiamo consigli di viaggio per delle escursioni da fare nei prossimi giorni, quindi dopo una decina di minuti su internet andiamo a dormire.

ALLOGGIO: Sim’s Cozy Garden Guesthouse , Yihuan Lu Beisi Duan 211, doppia con bagno in camera air-con. E tv, 15.5€ a notte PASTI: PRANZO: in ostello, 2.6€ a pp.

CENA: in ostello, 1.9€ a pp.

VENERDI’ 29 AGOSTO CHENGDU – LESHAN Questa mattina ci alziamo con la sveglia “naturale” del gallo, cosa che avverrà anche le prossime mattine. Dopo una veloce colazione in ostello, raggiungiamo in autobus la stazione dei pullman di Chengdu. Con l’indispensabile Guide Routard, mi aggiro per la stazione cercando un pullman per Leshan, riusciamo miracolosamente a fare due biglietti (10€ a pp.) e con questi in mano cerchiamo il marciapiede da dove dovrebbe partire il pullman. Dopo alcuni tentativi infruttuosi, alla fine riusciamo a salire, ma dopo cinque minuti veniamo fatti scendere e veniamo piazzati su di un furgoncino insieme ad altri cinesi…Boh speriamo bene!!!! Partiamo alle 11.30 e alle 13 arriviamo sani e salvi all’ingresso del sito del Grande Buddha. Prima di entrare, decidiamo di mangiare qualcosa in uno dei ristoranti vicini all’ingresso, ne scegliamo uno a caso e la scelta non è delle più felici: pochi piatti e quasi tutti immangiabili, l’ambiente è sporco, il personale non mastica mezza parola d’inglese, insomma un delirio. Alla fine io riesco a mangiare, mentre Cristina si limita ad una ciotola di riso, spendiamo pochissimo (1.3€ a pp.), ma in questo caso la qualità del cibo era veramente pessima.

Ci avviamo quindi all’ingresso del sito e facciamo i biglietti anche per l’immenso parco che circonda il Grande Buddha (ingresso 5€ x il parco + 7€ per il Buddha).

Iniziamo proprio ad esplorare il parco e le sue grotte con decine e decine di Buddha in tutte le salse, quindi raggiungiamo finalmente la nostra vera meta, il Giant Buddha, una statua di 78mt scavata nella roccia di arenaria sulle sponde del fiume Min He.

Lo spettacolo è impressionante, ma l’altissima umidità e le migliaia di scalini da fare su e giù, ci guastano un po’ la “festa”…Comunque continuiamo nell’esplorazione del luogo ed arriviamo sino ad un villaggio di pescatori con un bellissimo ponte in pietra che sembra uscito da una cartolina. Non sappiamo assolutamente dove siamo (la cartina che ci hanno dato all’ingresso è già di per se scarna, in più le poche indicazioni sono esclusivamente in cinese), vorremmo solamente raggiungere il centro di Leshan per cercare un pullman per Chengdu. Prendiamo un risciò a pedali cercando di fargli capire la nostra destinazione (Leshan), ma a metà strada incrociamo un pulmino che senza che noi dicessimo niente, ci carica e ci porta ad una velocità folle sino ad una strada dove un pullman ci sta aspettando, ma a chi?? A noi?? (misteri della Cina!!!!).

Noi in completa balia degli eventi saliamo, sperando che il pullman vada a Chengdu. Primo problema i posti: ci sono si due posti liberi, ma solo “virtualmente” in quanto uno è occupato da un neonato con la madre e il secondo da un cinese spaparanzato con i suoi bagagli. Per prima cosa chiedo “gentilmente” al cinese di spostare i bagagli per farmi sedere, quindi alla madre, altrettanto gentilmente (ovviamente solo a gesti…), di tenersi il pupo in braccio. Riesco nel mio intento, ma mentre io faccio un viaggio relativamente tranquillo, Cristina deve sopportare per tutto il viaggio (due ore) il pupo che piange, mangia e …Il resto lo ometto!!! Anzi aggiungo una nota di cronaca:i bambini in Cina hanno tutti una tutina aperta sia davanti che dietro per permettere di fare più “liberamente” i loro bisogni…Ora ci siamo capiti????? Secondo problema il pullman: fa letteralmente pietà!!! Sporco, mezzo distrutto, raggiunge a malapena i 60km/h, si ferma spesso, pieno all’inverosimile, con gente che urla, mangia (più che altro sporca…) e la radio a “stecca” con rock cinese…Insomma un viaggio da incubo, anche se a suo modo istruttivo…Sono, infatti, convinto che s’impari sulla situazione di un Paese, più in un viaggio così che con mille parole di una guida.

Sta di fatto che intorno alle diciotto vediamo avvicinarsi una città, sarà Chengdu? Speriamo…Si è Chengdu, solo che il pullman si ferma in un punto indefinito della città, e ora? Per fortuna mi ricordo il n° di un autobus che arriva nei pressi dell’ostello, lo troviamo, saliamo e dopo più di un’ora di tragitto arriviamo a destinazione…

La giornata ci ha “distrutto” quindi decidiamo di prendercela comoda e ci fermiamo a cenare in ostello (2.1€ a pp.). Il dopocena lo passiamo come sempre sulla terrazza bevendo una birra e facendo due chiacchiere dopodiché torniamo in camera per la notte.

ALLOGGIO: Sim’s Cozy Garden Guesthouse ,Yihuan Lu Beisi Duan 211, doppia con bagno in camera air con. E tv, 15.5€ a notte PASTI: PRANZO: in ostello, 1.3€ a pp.

CENA: in ostello, 2.1€ a pp.

SABATO 30 AGOSTO CHENGDULIJIANG Anticipiamo la sveglia del gallo e alle sette siamo già a fare colazione. Oggi è una delle giornate più importanti di tutto il viaggio: andiamo a trovare i panda… Alle otto in punto, orario d’apertura della riserva (Giant Panda Breeding Research Base, ingresso 3€ a pp.), ci facciamo trovare all’ingresso. Siamo i primissimi e ci godiamo in solitudine prima i panda adulti, quindi i piccini (alcuni appena nati…) ed infine i panda rossi. Che dire? Sono bellissimi e buffissimi, per fortuna che esiste un posto come questo dove sono protetti e tutelati, perché in natura avrebbero molti problemi, soprattutto dal punto di vista riproduttivo…L’unica cosa che non mi è piaciuta, oltre all’esercito di turisti cinesi che si catapulta nella riserva dopo le nove, è la possibilità di fare delle foto con i panda potendoli tenere in braccio. L’idea ha tentato anche me, ma oltre il prezzo “mostruoso” richiesto per fare la foto (40€ per abbracciare un panda adulto e 120€ per un piccolo), ritengo sbagliato ridurre questi bellissimi e fragilissimi animali ad attrazione da circo, quindi anche se a malincuore (chi non ha mai sognato di coccolare un panda?) ho rinunciato. I panda rossi sono carini, ma per me non sono Panda, assomigliano più a delle volpi o a dei marsupiali…Comunque la visita ci soddisfa e anche per il caos che ormai si era creato, intorno alle undici lasciamo la Riserva e torniamo in ostello.

Pranziamo nuovamente al ristorante di Sim (2.6€ a pp.), quindi ci rilassiamo ed aspettiamo l’ora della partenza per l’aeroporto, facendo qualche partita a ping pong nell’area ludica della guesthouse. Alle 16.30 partiamo con gli zaini dall’ostello e raggiungiamo l’aeroporto di Chengdu da dove partiamo alle 19.30 con un volo della China Eastern (un Boeing 737 nuovissimo). Dopo 1h e 10minuti atterriamo a Lijiang, dove ci aspettano i proprietari di un ostello che avevamo prenotato il giorno prima. Scopriamo nel frattempo che a circa 100 km da Lijiang, mentre eravamo in volo, si è verificata una forte scossa di terremoto che ha provocato parecchie vittime. Venendo in queste regioni lo avevamo messo in preventivo, comunque la notizia ci mette un po’ d’apprensione. Fa anche freddo: siamo passati dai 27° di Chengdu ai 13°dello Yunnan (peraltro siamo a più di duemila metri), ed è già buio quindi, non vediamo l’ora di riposarci. Arrivati in ostello, scopriamo di essere in una tipica casa naxi e di essere gli unici ospiti.

Ci facciamo portare la cena in camera (per il lusso spendiamo la bellezza di 2.4€ a testa), quindi ci mettiamo a dormire.

ALLOGGIO: Old Garden Resort, Lijiang, n°888 Xingwen Av, Qiyi Street, Old Town, doppia con bagno in camera, colazione, tv e riscaldamento 13.5€ PASTI: PRANZO: in ostello, 2.6€ a pp.

CENA: in ostello, 2.4€ a pp.

DOMENICA 31 AGOSTO LIJIANG e BAISHA (YUNNAN) Ci svegliamo con una brutta sorpresa: Cristina ha la febbre! Riusciamo a fare colazione insieme, ma per sicurezza, vista anche la giornata fredda e piovosa, subito dopo torna in camera e passa la mattinata a letto. Io esco e raggiungo il vicinissimo centro della città vecchia.

Lijiang è diversissima rispetto alle altre città cinesi viste fino ad oggi. Posta a 2400mt d’altitudine, dominata dalla silhouette della Montagna del Drago di Giada (5600mt), si divide in due zone ben distinte: la nuova Lijiang, che rispecchia fedelmente lo schema delle moderne città cinesi: trafficatissima, con edifici nuovi ma di cattivo gusto e la vecchia Lijiang, un labirinto di vicoletti, attraversati da decine di canali con ponticelli in pietra e piccoli mulini ad acqua. Noi alloggiamo all’interno di quest’ultima, in una tipica casa naxi a due piani con un cortile interno, riadattata ad ostello. I naxi sono l’etnia prevalente in questa città, sono una minoranza etnica antica e matriarcale ed in ostello ce ne accorgiamo subito, in quanto ci sono solo donne (giovani e anziane) con dei bambini. Per capirci, in tre giorni passati in ostello, abbiamo visto solo un rappresentante del sesso forte!!! In generale le persone sono molto gentili ed il clima all’interno della “casa” era veramente “familiare”, con le signore naxi che ci parlavano continuamente (in cinese!!??) preoccupandosi di aiutarci in ogni modo. Noi a nostra volta, partecipavamo attivamente alla loro vita di famiglia, insomma un’esperienza molto particolare…Tornando alla descrizione del viaggio, giro per circa due ore fra i vicoli della città vecchia senza alcuna meta e rimango veramente ammaliato dalla bellezza di questo posto. Mi consumo le mani a riprendere e a fotografare ogni angolo, canale, ponticello che incontro sulla mia strada. Le vie centrali, sono molto (forse troppo) turistiche, ma basta fare qualche metro in più e si scoprono degli scorci eccezionali, dove si può assistere a scene di vita comune molto interessanti. Prima di tornare in ostello da Cristina mi fermo a comprare qualcosa da mangiare, prendo uno yoghurt di yak (buonissimo) e alcuni Baba (pane non lievitato che può essere vuoto, ripieno di carne, verdura, formaggio o dolce). Sto con Cristina per qualche ora, quindi intorno alle quattordici affitto una bicicletta e con una misera cartina scritta in cinese più alcune indicazioni a voce sempre in cinese datemi da una ragazza dell’ostello cerco di raggiungere Baisha, un paesino posto a circa 15 km da Lijiang.

Il tempo è pessimo, pioviggina e fa freddo, ma non demordo e continuo a pedalare: attraverso tutta la città nuova (niente di che…), quindi raggiungo una zona più tranquilla, dove nonostante la pioggia inizio a godermi la pedalata. “Accalappiando” informazioni a destra e a manca riesco a prendere la direzione giusta, infatti, dopo circa quaranta minuti arrivo a Shuhe, un’attrazione turistica a pagamento, dove è ricostruito un tipico villaggio naxi. Mi fermo un attimo a rifiatare, chiedo altre informazioni e mi rimetto in “marcia”. La strada è in leggera salita, ma i paesaggi circostanti, (ora sono in aperta campagna), sono veramente spettacolari, peccato per la pioggia che continua a cadere incessante. Dopo circa mezz’ora arrivo a Baisha: il paese è piccolissimo, sembra quasi addormentato, in giro c’è pochissima gente (zero turisti). Mi fermo in un bar a prendere una cioccolata calda e un dolcetto ma soprattutto per stare alcuni minuti al caldo e soprattutto all’asciutto! A questo punto chiedo informazioni su come raggiungere la clinica del dott. Ho. La proprietaria del bar mi accompagna sino alla porta della casa e sorprese delle sorprese mi appare davanti il novantaseienne dott. Ho. Io sono piuttosto in imbarazzo, onestamente pensavo di dare un’occhiata e di andarmene, invece il dottore, con sua moglie ed il figlio mi accoglie a casa sua offrendomi un tè e facendomi vedere alcuni articoli di giornali di tutto il Mondo dove si citava il dott. Ho (alcuni anche in italiano). Per la cronaca il dottore è famoso, in quanto citato da Bruce Chatwin in un suo libro, come “il medico taoista del Monte di neve del Drago di Giada”. Dopo mezz’ora di convenevoli, scambi di bigliettini da visita e reciproci complimenti, il dottore mi chiede se può aiutarmi in qualche modo…Certo che può!!!!ho mia moglie in ostello con 39° di febbre!!!lui mi chiede qualche informazione aggiuntiva (tipo se prendeva già degli antibiotici), quindi inizia a preparami un intruglio di erbe e non so cos’altro da prendere tipo infuso per tre volte al giorno per una settimana. A questo punto chiedo quanto gli devo e lui mi risponde come non mi sarei aspettato: “Niente, è un piacere..” io insisto, ma lui non cambia idea, alla fine lo “obbligo” a prendere almeno 30yuan (3€) a “mo” di donazione.

Faccio alcune riprese allo studio (una catapecchia..), una foto ricordo abbracciati quindi lo saluto e in bicicletta sotto la pioggia riprendo la strada per Lijiang. So che può sembrare strano ma ricordo quest’esperienza come la più bella e gratificante di tutto il viaggio, per un giorno mi sono sentito come Tiziano Terzani quando andava in giro per l’Asia a ricercare nei posti più assurdi una cura per il suo male, insomma un momento che non dimenticherò tanto facilmente. Arrivo dopo un’altra ora in bicicletta a Lijiang col buio e bagnato come un pulcino. Consegno “la cura” del dott. Ho a Cristina e preparo il primo infuso. Il sapore non è eccezionale, ma alla fine dei conti è una medicina, naturale, ma pur sempre medicina! L’effetto (probabilmente placebo) è immediato e riusciamo anche ad uscire per andare a cena. Approfittando pietosamente della sua precaria condizione di salute, Cristina “mi scuce” il primo pasto “non cinese” della vacanza. Andiamo a mangiare una pizza al Prague cafè in pieno centro storico.

Naturalmente la pizza è mediocre e il prezzo “turistico”(spendiamo 3.3€ a pp.), ma per questa volta va bene così. Dopocena riesco a far vedere a Cristina un po’ della città vecchia, la sera è forse ancora più bella, con i tetti illuminati e decine e decine di lanterne rosse che illuminano i vicoletti, ma dopo un’ora la sua resistenza è al limite (fa anche freddo: 13°) quindi ritorniamo in ostello.

ALLOGGIO: Old Garden Resort, Lijiang, n°888 Xingwen Av, Qiyi Street, Old Town, doppia con bagno in camera, colazione, tv e riscaldamento 13.5€ PASTI: PRANZO: da asporto: uno yogurt di yak più alcuni baba 0.9€ a pp.

CENA: Prague cafè, Mishi Xiang 80, Old Town 3.3€ a pp.

LUNEDI’ 1 SETTEMBRE LIJIANG (YUNNAN) Questa mattina saremmo dovuti partire per Shangri-La o Dali, ma viste le precarie condizioni di salute di Cristina: la febbre non scende sotto i 38°, decidiamo di fermarci per un’altra notte a Lijiang.

Facciamo colazione assieme in ostello, quindi esco da solo per “esplorare” la città. Il tempo è migliorato e non piove più, in compenso le temperature sono ancora piuttosto basse (sui 15°). Dalla piazza del mercato, mi inerpico su per i vicoletti brulicanti di vita e raggiungo il Padiglione che guarda al passato, una struttura costruita di recente che ha soprattutto il pregio di trovarsi su di una collina che domina l’intera città vecchia. Da qua inizio a vagare senza alcuna meta lungo i vicoli meno turistici di Lijiang e raggiungo infine l’antenna della tv da dove mi godo in pace (non c’è nessuno!) il panorama della città dall’alto. Il mio giro “alternativo”, mi porta in luoghi davvero splendidi, dove scopro una Lijiang diversa da quella “turistica” del centro. A posteriori posso affermare, senza tema di smentita, che Lijiang è la città più bella da noi visitata in questo viaggio: a misura d’uomo (in questi tre giorni abbiamo utilizzato solo le nostre gambe per spostarci), architettonicamente e paesaggisticamente un bijou e con una varietà di persone incredibili (oltre ai naxi, sono presenti anche altre minoranze etniche), l’unico problema è stato il tempo, quasi sempre coperto e con temperature basse, ma a settembre a 2400mt di quota forse era impensabile sperare in meglio…Intorno a mezzogiorno torno in ostello da Cristina e la “obbligo”ad uscire per andare a mangiare qualcosa. Pranziamo al Blue papaya, un ristorante iper-turistico, ricavato ai margini di un bellissimo canale, dove a parte la spettacolare location, ci troviamo abbastanza male: cibo dozzinale e prezzi gonfiati (spendiamo 4.8€ a pp.). Visto che Cristina sta meglio (saranno le erbe del dott. Ho???) e il tempo non fa le bizze, ne approfittiamo per girare la città. La ritrovata forma della mia dolce metà mi risulta evidente allorché inizia a fare shopping selvaggio, è sicuramente un segno che le cose stanno andando meglio…Riusciamo anche nell’intento di programmare le prossime giornate di viaggio: acquistiamo il biglietto del pullman per domani mattina per Shangri-La e il volo da Shangri-La a Beijing via Kunming per giovedì 4. Intorno alle diciassette facciamo ritorno in ostello, dove ci riposiamo per due orette dopodiché, torniamo in centro per la cena. Su consiglio delle nostre guide cartacee andiamo al Sakura Cafè, un ristorante posto sulla via dei “bar” di Lijiang: mai errore fu più fatale. Il locale in se è anche carino e gode di una bellissima vista, ma la musica al suo interno è assordante (in discoteca è più bassa!!). Mangiamo (io prendo il Bimpap, un piatto coreano che dovrebbe essere piccantissimo, dovrebbe…) alla velocità della luce e scappiamo immediatamente, sconsigliatissimo…Almeno la sera.

Facciamo ancora un giretto per le bellissime, ma forse un po’ troppo turistiche vie del centro, facendo anche degli acquisti, quindi intorno alle ventidue torniamo in ostello.

ALLOGGIO: Old Garden Resort, Lijiang, n°888 Xingwen Av, Qiyi Street, Old Town, doppia con bagno in camera, colazione, tv e riscaldamento 13.5€ PASTI: PRANZO: Blue Papaya, Guan Men Gate 50, Old Town, 4.8€ a pp..

CENA: Sakura Cafè, Xinhua Jie, all’angolo con la piazza del mercato, 4.3€ a pp.

MARTEDI’ 2 SETTEMBRE LIJIANGSHANGRI-LA (YUNNAN) Questa mattina non è suonata la sveglia!!! sono già le 9 e alle 10 parte il pullman per Shangri-La. Per fortuna avevamo preparato i bagagli la sera precedente, ma nella fretta Cristina dimentica un maglione in camera! Fortunatamente una ragazza dell’ostello controlla a fondo la camera e ce lo porta quando siamo già dentro al taxi…Ennesimo esempio della gentilezza di queste persone che ci hanno ospitato ed accudito per tre giorni, facendoci vivere una bellissima esperienza! Il pullman parte puntuale alle dieci. La strada sale da Lijiang su per le vallate, costeggiando burroni profondissimi, con un continuo attraversamento di mucche, cani e persone, che rendono la prima parte del viaggio una tortura dal punto di vista fisico e mentale, ma uno “spettacolo” dal punto di vista visivo. Dopo questa prima ora di viaggio, si sale lentamente sull’altopiano tibetano, si supera la famosissima Gola del salto della tigre, dove il fiume Yangzi che scende dalle montagne attraversa per l’appunto delle gole considerate come le più belle e spettacolari di tutta la Cina. Dopo tre ore e venti di viaggio arriviamo alla stazione degli autobus di Shangri-la e in taxi raggiungiamo l’ostello sito nella città vecchia.

Alloggiamo al Ge Sang Garden Inn, a cinquanta metri dalla Piazza principale (anche l’unica…) della vecchia Shangri-La. La camera è accogliente, arredata in stile tibetano, con caldissime coperte per ripararci dal freddo. Quest’ultime vengono subito sfruttate da Cristina che non si è ancora ripresa dalla febbre, io invece esco e vado un po’ in giro per il paese. Passo a comprare un antibiotico in farmacia (ometto di illustrare le scene pietose e allo stesso tempo ridicole, per cercar di far capire alla farmacista che cosa volevo..), quindi mi fermo a pranzare da Hellen’s pizza, una pizzeria, ma anche ristorante, che scoprirò in seguito essere gestita da un italiano. Mangio un ottimo pollo al curry con la solita birra e mi faccio preparare da asporto una pizza per Cristina. Porto il cibo e le medicine in ostello, quindi guardo un po’ di tv insieme a mia moglie.

Capitolo tv in Cina: ci sono mediamente più di quaranta canali, ma tutti in cinese!!non ho mai trovato un canale estero in lingua inglese! I programmi sono a mio modesto parere terrificanti, con film che non fanno altro che esaltare le gesta eroiche dei cinesi nella seconda guerra mondiale o che esaltano le imprese sportive degli atleti cinesi alle Olimpiadi. Un canale è addirittura esclusivamente gestito da militari, con giornalisti che conducono il telegiornale in divisa e notizie di esercitazioni militari e successi sportivi sempre di atleti militari. Insomma un pianto…Non che sentissi la mancanza della tv (che detto fra le righe anche in Italia è pessima…Se penso a Vespa, Fede & friends, invidio la tv cinese!!!) ma una tantum non mi sarebbe dispiaciuto sentire qualche notizia occidentale…Comunque, tornando al resoconto, passiamo due orette in ostello, quindi usciamo per visitare il centro storico della città.

La vecchia Shangri-La posta a 3200mt d’altitudine è praticamente un vecchio villaggio di campagna, dove Tibetani, Naxi e Cinesi vivono a stetto contatto. Le case, alcune fatiscenti (anche se è in corso un’opera di ristrutturazione piuttosto radicale) sono a loro modo molto caratteristiche ed interessanti.

La vita della città vecchia ruota intorno alla Piazza Sifang Jie, dove tutte le sere alle diciannove i turisti (pochi a dire il vero, e quasi tutti cinesi) e gli abitanti si uniscono per ballare, sulle note di un vecchio megafono gracchiante, formando un gigantesco cerchio. Noi ci ritroviamo per caso in mezzo alla piazza e ci godiamo questo bellissimo momento di aggregazione sociale. A ballare sono per lo più donne e uomini anziani di etnia naxi e tibetana, anche perché sono gli unici che conoscono i passi…Chi si lancia nelle danze senza conoscerli, come fanno soprattutto i cinesi, fa figure piuttosto “barbine”. Si tratta comunque di un bellissimo momento, noi evitiamo lanciarci nel cerchio e ci godiamo i balli dall’esterno. Io mi guardo attorno godendomi l’atmosfera festaiola e fra uno sguardo di qua e uno di là, vedo al mio fianco due vecchiettini tibetani, sniffare una polverina che fuoriesce da un corno di yak, li osservo con curiosità e loro che fanno? Mi offrono la polverina…Provo a sniffarla con moderazione, ma non sento niente, allora Cristina si fa avanti e tira una sniffata da paura, non l’avesse mai fatto!!!! Inizia ad ondeggiare e a ridere in preda all’effetto del composto e deve sedersi per non cadere. A questo punto provo anch’io a sniffare con più forza ed effettivamente l’effetto è notevole: a parte liberare le vie aeree (tipo vicks), arriva alla testa e anche in gola, il gusto è molto simile all’eucalipto e l’effetto finale oltre al riscaldamento è quello di uno stordimento generalizzato.

Ovviamente veniamo sbeffeggiati dai due novantenni tibetani, che ce ne offrono ancora…Gentilmente rifiutiamo, vorremmo tornare vivi in Italia…Salutiamo i “nostri amici pusher”e ci avviamo a mangiare. Cristina rimasta favorevolmente impressionata dalla pizza, mi obbliga (e come dire di no ad una povera malata?) a tornare da Hellen’s Pizza. Mangiamo bene, quindi passiamo il dopo cena al Tibet cafè dove ci scaldiamo con una cioccolata calda e un pezzo di torta. Un ultimo giro per i vicoli della città vecchia e intorno alle ventitre torniamo in ostello.

ALLOGGIO: Ge Sang Garden Inn, n°043 Bei Men Street, Old Town, doppia con bagno in camera, colazione, tv e riscaldamento 16€ PASTI: PRANZO: Hellen’s Pizza, 3.7€ a pp..

CENA: Hellen’s Pizza, 3.1€ a pp.

MERCOLEDI’ 3 SETTEMBRE SHANGRI-LA Per fortuna le condizioni di Cristina iniziano a migliorare, quindi ne approfittiamo per “lanciarci” nell’esplorazione dei “monumenti” di Shangri-La. Raggiungiamo subito il vicino Tempio Da Gui Shang, posto su di una collina a ridosso della città vecchia. Sul fianco della stessa, sotto il monastero, si trova una ruota della preghiera gigante, si dice che sia la più grande del Mondo. Il monastero in se è carino, ma niente di eccezionale…Sotto una fastidiosa pioggerellina, che con la temperatura, non proprio estiva (10°), ci accompagna durante la visita, raggiungiamo la fermata dell’autobus (il n°3) in Changzheng Lu. In circa venti minuti, dopo aver attraversato la nuova Shangri-La, arriviamo sotto il Monastero Songzanlin (ingresso 3€). Costruito su di una collina e circondato da casette tradizionali, è ritenuto il più grande e bel monastero di tutta la regione. Uno dei Buddha viventi (tulku) che l’ha diretto, ha seguito il Dalai Lama nel suo esilio di Dharamsala. Il Monastero parzialmente distrutto, come la maggior parte degli edifici religiosi in Tibet, durante la Rivoluzione Culturale di Mao oggi è in piena fase di ristrutturazione. Una lunga scala ci porta al collegio principale, da dove si gode una vista eccezionale su tutta la valle circostante con i bellissimi prati verdi, gli yak che pascolano indisturbati, le vette innevate e qua e la qualche stupa ad “incorniciare” il quadretto. L’intero complesso del Monastero è molto bello e tutto sommato ci sono pochi turisti a “disturbare” la pace del luogo. Visitiamo le cucine (in realtà le visito solo io in quanto l’ingresso alle donne è vietato!), la sala con centinaia di ruote delle preghiere, alcune sale minori con decine di Buddha e soprattutto la grande sala della preghiera del tempio centrale, dove fra le tradizionali bandiere delle preghiere, incensi e drappi colorati, assistiamo in completa solitudine alle preghiere dei monaci (sono circa 600 in tutto il monastero). Nel contesto di questa grande sala piuttosto buia, con solo alcune candele ad illuminare il luogo, il suono gutturale emesso dai monaci durante le preghiere ci fa venire i brividi!!! Una sensazione molto particolare che ricorderemo per molto tempo…Prima di lasciare il monastero, acquistiamo alcuni bastoncini d’incenso, dei fogli delle preghiere e alcune cartoline da un monaco, con il quale scambiamo anche due chiacchiere, insomma più che chiacchiere, scambiamo alcuni sorrisi e gesti, visto che ne io né Cristina capivamo una sola parola di quello che ci diceva…

Lasciamo il Monastero e sempre in autobus (0.10 €) torniamo a Shangri-La. Ci rechiamo a pranzare al Noah Cafè, il tipico locale per viaggiatori, dove mangiamo molto bene, riscaldati da una bellissima stufa in ghisa (spendiamo 3.1€ a pp.).

Accompagno Cristina in ostello (la sua resistenza è al limite) e ritorno “on the road”, faccio un giro per la città vecchia, quindi riprendo l’autobus per il Monastero Songzanlin e scendo alcune fermate prima del capolinea per godermi la vista dello stesso da una prospettiva migliore. Essendo più lontano riesco ad avere un immagine globale del sito con le montagne che lo circondano, faccio un sacco di foto e di riprese, quindi scendo a piedi a valle, in mezzo a decine di yak che pascolano liberamente in questa magnifica “steppa” e a persone che vedendomi “sperso” al di fuori dei classici itinerari turistici, mi guardano con un misto di curiosità e preoccupazione. Io invece sono molto tranquillo, non ho alcun timore e passeggio per una buona mezz’ora, fermandomi ogni tanto per catturare qualche immagine con la digitale. Torno in città e decido di vistare la città nuova. L’impressione che avevo avuto è confermata, la parte nuova è bruttina…Mi fermo a prendere un tè con burro di yak (prima di andarmene dovevo provarlo…), mi sono tolto lo sfizio, ma l’ho trovato abbastanza orripilante…Proseguo con la passeggiata e raggiungo il mercato tradizionale all’inizio di Changzheng Lu, sono ormai le sedici e non c’è più tanta gente, comunque mi diverto un sacco a passare fra i banchetti di cibo di tutti i tipi (la maggior parte a me ignoto) e a vedere le scene di vita reale fra la gente locale.

Prima di tornare in ostello passo anche da un supermercato: in ogni mia vacanza il supermercato è una tappa fissa, sia per rendermi conto dello stile di vita locale ma soprattutto per vedere se c’è qualcosa di “strano” da portare a casa. Anche questa volta trovo qualcosa d’interessante ed esco dal mercato con due borse piene…

Raggiungo Cristina in camera e la “sbrando” dal letto, ricoperta com’era da due “copertone” di yak dal peso di 5 kg l’una…Scendiamo in piazza a goderci nuovamente le danze tipiche. Il bello di quest’appuntamento è che al contrario di altri ai quali abbiamo assistito in giro per il Mondo, non è finto…Chi balla lo fa per il piacere di farlo e non per far scattare foto ai turisti (che peraltro a Shangri-La sono veramente pochissimi).

Gli abitanti della città affollano la piazza già mezz’ora prima delle sette e appena fuoriesce la prima nota dall’altoparlante, iniziano a danzare con una gioia ed un’allegria invidiabile…Sembra di essere veramente in un altro mondo…Non potendo visitare il Tibet “ufficiale”, consiglio vivamente di venire a Shangri-La dove pur risultando ufficialmente in Yunnan, in realtà sia orograficamente (ci troviamo già sull’altopiano tibetano) che culturalmente si è in Tibet. Il cibo, i monasteri, i panorami, la stessa lingua sono chiaramente di cultura tibetana e lo stesso stile di vita si differenzia dal resto della Cina. Insomma una buonissima alternativa se si dovessero incontrare dei problemi, come nel nostro caso, ad entrare nel Tibet ufficiale…Diciamo pure: un assaggio di Tibet! Assistiamo per un’oretta alle danze quindi torniamo a mangiare al Noah Cafè (3.5€ a pp.) ed infine ci dedichiamo ad un po’ di shopping, acquistando soprattutto artigianato locale (fra le altre cose un bellissimo scialle in lana fatto a mano).

Intorno alle ventidue torniamo in ostello domani sveglia anticipata si torna…In Cina!!!! ALLOGGIO: Ge Sang Garden Inn, n°043 Bei Men Street, Old Town, doppia con bagno in camera, colazione, tv e riscaldamento 16€ PASTI: PRANZO: Noah Cafè, Changhzengh Lu, 3.1€ a pp.

CENA: Noah Cafè, Changhzengh Lu, 3.5€ a pp.

GIOVEDI’ 4 SETTEMBRE SHANGRI-LAKUNMMINGBEIJING Ci svegliamo alle 6.30, facciamo una veloce colazione quindi carichiamo i bagagli in macchina e raggiungiamo il vicino aeroporto (il pick-up è gratuito).

Raggiungiamo l’aereo attraversando la pista, una striscia d’asfalto in mezzo, che si sviluppa in mezzo a vette innevate, coperte da nuvole bassissime che arrivano sin quasi alla pista (del resto siamo a 3300mt!!). Il volo della China Eastern (come al solito puntuale, comodo e sicuro) dura pochissimo e dopo quarantacinque minuti atterriamo a Kunming. Lasciamo i bagagli in un deposito custodito dell’aeroporto ed in taxi (2.5€) raggiungiamo il centro della città. Visitiamo il famoso Mercato dei fiori e degli uccelli, dove si trova di tutto a parte… Fiori e uccelli!!! Passeggiamo in Zhengyi Lu, dove “ammiriamo” l’orripilante nuova moschea, quindi raggiungiamo la Piazza Jinma Biji Fang e diamo un’occhiata dall’esterno alle due pagode (quella dell’est e quella dell’ovest) dopodiché cerchiamo un ristorante, dove pranzare.

Ci fermiamo in un self-service (Origus), dove al prezzo fisso di 4.3€, si può mangiare di tutto dalle zuppe ai ravioli, sino alla pizza, al sushi e ai dolci…Ci riempiamo per bene la pancia (la qualità è accettabile, non certamente eccelsa…), quindi “esploriamo” qualche grande magazzino e intorno alle tredici prendiamo un taxi e torniamo in aeroporto (1.5€).

Kunming vista poco e male non mi ha fatto una bella impressione: grande, caotica e con pochi “monumenti”, sarà una delle poche cose che non ricorderò con piacere una volta tornato in Italia.

Il volo per Beijing della China Eastern parte come al solito puntualissimo (la puntualità dei mezzi è una caratteristica che abbiamo riscontrato in tutto il nostro viaggio) e dopo 3,10 h atterriamo nella capitale cinese.

Dopo aver ritirato i bagagli, dal terminal uno raggiungiamo con lo shuttle gratuito il Terminal 3 (internazionale) dove cerchiamo il famoso Airport train (inaugurato per le Olimpiadi e segnalato come “incerto” dalle nostre guide cartacee). Per fortuna il collegamento è attivo, troviamo la stazione di partenza e in trentacinque minuti arriviamo alla stazione di Dongzhimen nel centro di Beijing. Da qui prendiamo un taxi (2€) sino all’ostello prenotato su internet.

Alloggiamo al Red Lantern House, un bellissimo ostello ricavato all’interno del Zheng Jue Hutong (i caratteristici quartieri antichi di Beijing, che purtroppo piano piano vanno sparendo dalle mappe della città, distrutti per far posto a orribili grattacieli…).

Stremati dalla faticosa giornata, decidiamo di fermarci a cenare nel bel giardino all’aperto dell’ostello (abituati alle basse temperature dello Yunnan, i 25° di Beijing ci riportano sulla Terra!!!), mangiamo un piatto di jiaozi e dei noodles piccanti accompagnati da un litro di birra e dell’acqua e spendiamo la stupefacente cifra di…1€ a testa!!! Approfittiamo di internet per navigare una mezz’oretta, quindi ci godiamo la nostra bella camera e ci addormentiamo esausti.

ALLOGGIO: Red Lantern house, Zheng Jue Hutong n° 5, doppia con bagno in camera, e aria condizionata 25€ PASTI: PRANZO: Origus, Kunming vicino a Jinma Biji Fang, 4.3€ CENA: in ostello, 1€ a pp.

VENERDI’ 5 SETTEMBRE BEIJING Il primo obiettivo di giornata è quello di cercare uno studio fotografico dove scaricare le centinaia di foto fatte sino ad oggi. Ne troviamo uno vicino all’ostello, “svuotiamo” la digitale e in autobus raggiungiamo Piazza Tienanmen il cuore di Beijing e della vita politica dell’intera Cina.

La Piazza è la più grande del Mondo, anche se a mio modesto parere non è assolutamente paragonabile alla bellissima Piazza Rossa di Mosca (la seconda per ampiezza). Anche in questo caso ci sono dei begli edifici, su tutti la Porta della Pace Celeste con la gigantografia di Mao, ma il resto non regge il confronto con la piazza moscovita.

Vediamo comunque il Mausoleo di Mao, che non visitiamo, il Palazzo dell’Assemblea del Popolo, il Museo Nazionale e il Monumento agli eroi del popolo.

Il complesso della Piazza è sicuramente affascinante, ma più per i significati (soprattutto politici) che ha assunto negli ultimi sessant’anni (dalla porta celeste Mao proclamò nel 1949 la Repubblica Popolare Cinese e sempre qua nel 1989 si sviluppò la famosa rivolta degli studenti soffocata nel sangue dai carri armati), che per la bellezza in se della Piazza.

Decidiamo di visitare l’adiacente Città Proibita un altro giorno, in quanto essendo già le undici del mattino, la quantità di turisti è insopportabile. Ci dirigiamo quindi in metropolitana (fermata di Yonganli) al Silk market, un edificio di quattro piani dove si vende tutto ciò che è possibile immaginare, ma soprattutto merce griffata (tarocca? originale?). Il grado di disturbo da parte dei venditori è indescrivibile, si viene addirittura trascinati a forza nei box…Bisogna attraversare con passo svelto i lunghi corridoi, il minimo rallentamento viene interpretato come un possibile desiderio di acquisto, non parliamo delle fermate per visionare un qualsiasi oggetto, si viene immediatamente sbattuti all’interno del box dove inizia una feroce contrattazione. Cerchiamo di limitare le fermate, ma quando succede, siamo praticamente costretti a comprare…Con contrattazioni che durano anche mezz’ora. Per l’acquisto di una famosa borsa griffata espressamente richiestami da mia sorella abbiamo passato più di un’ora a contrattare!! Per fare un esempio, in questo caso il prezzo di partenza era di 380€ (ma solo “per me” come continuava a ribadire “l’amica” cinese), sta di fatto che dopo un’estenuante trattativa abbiamo chiuso….A 30€!!!! E questo è solo un esempio, vi posso garantire che il loro prezzo iniziale non è alto, è semplicemente folle!!!si può scendere almeno di dieci volte. Alcuni dicono che i cinesi seguono la regola dell’otto: cioè sparano un prezzo otto volte maggiore rispetto a quello che ritengono giusto, secondo me a volte invece seguono la legge del dieci, undici, ecc…

Con due borse piene, lasciamo il mercato e ci fermiamo a mangiare in un vicino Mc Donald’s (che peraltro io aborro…), quindi in taxi raggiungiamo l’ingresso del Parco Behai (ingresso 2€ a pp.), dove affittiamo un pedalò e “navighiamo” in lungo e in largo per il bel lago che domina tutto il sito. Dopo un’ora di pedalate, iniziamo a passeggiare per questo bellissimo parco, ricco di alberi, ponticelli in pietra, lampioni in ferro e alcuni edifici storici. Ci godiamo il tramonto in riva al lago sorseggiando un tè, quindi in taxi torniamo in ostello.

Anche per questa sera decidiamo di fermarci a cenare qua, anche perché domattina partiremo molto presto per andare a visitare la Grande Muraglia.

ALLOGGIO: Red Lantern house, Zheng Jue Hutong n° 5, doppia con bagno in camera, e aria condizionata 25€ PASTI: PRANZO: Mc Donald’s, 2.5€ a pp.

CENA: in ostello, 2.3€ a pp.

SABATO 6 SETTEMBRE BEIJING Nei giorni precedenti avevamo prenotato l’escursione alla Muraglia con l’Agenzia dell’ostello. Il pacchetto comprendente trasporto da e per Mutianyu (scelta perché meno “turistica”), colazione, pranzo e biglietti d’ingresso c’è costato 32€ a testa.

Pur essendo fondamentalmente contrario a questi “pacchetti”, per una volta ho valutato più conveniente questa soluzione: Innanzitutto per una questione logistica: è possibile raggiungere la muraglia in autobus, ma fra tragitto (è a 100 km dal centro), cambi di mezzo e imprevisti, non ce la saremmo cavata in meno di 2.5 h, il che comportava il problema di partire da Beijing massimo alle 6 del mattino per essere ad un’ora decente all’ingresso del sito.

In secondo luogo per il lato economico: avremmo si risparmiato, ma al massimo 10€ a testa e facendo un veloce calcolo costi/benefici non ci sembrava il caso…

Ed infine, mi piaceva la formula: partenza dall’ostello presto (alle 7) per essere fra i primi ad entrare, completa libertà di girare la Muraglia, senza guide o soste shopping (così di moda in Cina leggendo altri resoconti…Noi non ne abbiamo mai fatta una e mai ce l’hanno proposta!!!), pranzo in un normalissimo ristorante cinese (e non nel classico ristorante per turisti…) e ritorno a Beijing intorno alle 15.30, così da permetterci di visitare altri siti in giornata.

Partiamo intorno alle 7.15 e alle 8.30 siamo all’ingresso del sito, a questo punto bisogna decidere se raggiungere la Muraglia facendo più di mille scalini a piedi (circa mezz’ora) o salire comodamente in seggiovia. Prevedendo una lunga scarpinata lungo la Muraglia preferiamo salire comodamente in seggiovia. In dieci minuti raggiungiamo la “vetta” e mettiamo piede sulla mitica Muraglia (un’altra Meraviglia del Mondo da mettere nella lista, adesso ce ne mancano solo due…). Il sito di Mutianyu, oltre ad avere il vantaggio di essere meno affollato dai tour dalle agenzie di viaggio pechinesi (soprattutto rispetto all’iper-inflazionato Badaling), ha la peculiarità di essere molto “selvaggio”. Circondato da foreste, colline e montagne, il “serpentone” della muraglia di sviluppa a perdita d’occhio. Camminiamo per circa due ore, superando dei tratti di Muraglia anche al 45% di dislivello, ci godiamo quasi in perfetta solitudine tutta l’andata (due ore prevalentemente in salita), mentre al ritorno (circa un’ora) incrociamo più persone. L’impressione di camminare su quest’autentica meraviglia è indescrivibile e vale qualsiasi sacrificio fatto per arrivare sino a qua.

Dopo circa quattro ore di scarpinata, scendiamo a valle, scegliendo di farlo con un toboga. L’esperienza è divertentissima, se non fosse che faccio l’errore fatale di partire dietro a mia moglie, che mi rallenta in maniera scandalosa…Arriviamo all’arrivo con, io che “bestemmio” e lei contentissima per aver provato quest’esperienza che temeva di fare…Raggiungiamo gli altri ragazzi dell’ostello (due olandesi e una cinese) con i quali avevamo fatto il viaggio di andata ed insieme andiamo a mangiare in un ristorantino a pochi metri dall’ingresso.

Dopo pranzo saliamo sul furgoncino e in circa un’ora siamo a Beijing.

Tempo di farci una doccia e di cambiarci e usciamo subito. Prendiamo l’autobus e raggiungiamo Qianmen Daije una nuovissima via pedonale alle spalle di Piazza Tienanmen, dove passeggiamo…Nel nulla più totale…Le facciate dei palazzi sono tutte rifatte, c’è un sacco di gente che passeggia, ma i negozi non ci sono, o meglio ci sono le insegne ma dentro sono vuoti…Probabilmente i lavori per le Olimpiadi non sono ancora finiti!!!!lasciamo questa strana via e cerchiamo di raggiungere a piedi l’ingresso del Tempio del Cielo. La cartina in nostro possesso ci ha tratto in inganno, infatti camminiamo per più di quaranta minuti, fra vicoli fatiscenti, fabbriche, enormi viali, senza mai arrivare alla nostra meta. Finalmente intravedo le Mura del Parco, ancora dieci minuti e siamo all’ingresso. Facciamo il biglietto intero per tutti i siti (3.5€ a pp.) ed iniziamo con la visita del parco. Visitiamo nell’ordine: la Sala per le Buone ????, la bellissima Volta celeste Imperiale ed infine l’Altare del Cielo. Il complesso ci lascia una buonissima impressione, peccato per il sovraffollamento, ma sulla bellezza del posto niente da dire: eccezionale. Passiamo un’altra mezz’oretta a spasso nel parco assistendo a scene “irreali”: gente che cammina all’indietro, che gioca a badminton, che lancia pietre, ecc.

Usciamo dal parco ed in taxi (1.6€) ci facciamo portare in Wangfujing, la via più famosa di Beijing e forse di tutta la Cina. Ci travolge una fiumana di gente, intenta al più classico dei passeggi, fra decine di centri commerciali, negozi di ogni tipo e ristoranti.

Ci fermiamo a prendere un buonissimo yogurt artigianale (ahimè non era ancora uscita la notizia del latte cinese avvelenato…), quindi iniziamo il nostro “shopping tour”che ci terrà occupati per circa un’ora…

I negozi della via sono carini, ma se devo essere onesto a me è piaciuta molto di più Nanjing Rd. A Shanghai, più luci, vita e divertimento…Comunque ultimato il nostro giro per acquisti, decidiamo di andare a mangiare la famosissima anatra alla pechinese. Seguiamo i consigli delle nostre guide e scegliamo il Quanjude Roast Duck Restaurant, un locale iper-turistico, specializzato proprio nella preparazione di questo piatto.

Vediamo decine e decine di anatre laccate, “vivisezionate” da camerieri con mascherina che tagliano il povero volatile di fronte agli ospiti. Viene anche il mio turno e mi gusto il piatto accompagnato da dei pancakes all’interno dei quali inserisco la tenerissima carne. Da un locale così turistico non potevamo aspettarci che un prezzo turistico e così riusciamo a battere il record dei record per un pranzo in Cina (cc 10€ a pp.). Lasciamo il locale in un misto di soddisfazione (l’anatra era ottima) e di rabbia (siamo cascati nella classica trappola per turisti polli…) e raggiungiamo il mercato di Donghuamen, dove una ventina di simpatici stand tutte le sere vendono particolarissimo cibo d’asporto (spiedini di scorpioni, larve, grilli e cavallucci marini far le altre cose), noi restiamo sul classico e prendiamo uno spiedino di…Mele glassate.

Dopo quest’ennesima parentesi culinaria, decidiamo di tornare in ostello. Scegliamo il taxi, ma purtroppo i “simpatici” autisti pechinesi ci chiedono tutti delle cifre assurde (10, 15€), rifiutandosi di azionare il tassametro. Solitamente in Cina l’attivazione del tassametro è una cosa scontata, ma forse perché sono già le ventidue, i tassisti puntano sull’ignoranza di noi occidentali e tendono a fare i furbi. Sta di fatto che ripieghiamo su metropolitana e autobus (in totale spendiamo 0.3€ a testa). Intorno alle ventitré arriviamo in ostello e subito andiamo a dormire.

ALLOGGIO: Red Lantern house, Zheng Jue Hutong n° 5, doppia con bagno in camera, e aria condizionata 25€ PASTI: CENA:Quanjude Roast Duck Restaurant, all’inizio di Wangfujing sulla dx., 10€ a pp.

DOMENICA 7 SETTEMBRE BEIJING Il programma della mattinata prevedeva la visita di buon’ora della Città Proibita per evitare l’esercito dei turisti che si riversa all’interno del sito dopo le dieci, purtroppo però ci svegliamo con un acquazzone che ci obbliga a cercare un posto al chiuso.

Raggiungiamo allora con grande gioia di mia moglie il Silk Market, questa volta saliamo direttamente al terzo piano, dove ci sono alcuni negozi che vendono della bellissima seta e che confezionano abiti. Lei approfitta subito dell’occasione e con la scusa della necessità di un vestito per il matrimonio di suo cugino (la prossima settimana), riesce nell’intento di farsi confezionare un magnifico abito.

Lasciamo il negozio, nel quale dovremo tornare domani per le prove e per il successivo ritiro e facciamo altri giri nel delirio del Silk market.

Mangiamo, unici occidentali, nei sotterranei del mercato insieme ai venditori. Mancando totalmente le indicazioni in inglese ordiniamo come al solito a vista, mangiamo bene e tanto, spendendo pochissimo (1.8€ a pp.).

Usciamo all’aperto e vediamo che il tempo sta migliorando, allora ci dirigiamo velocemente verso l’ingresso della Città Proibita. Facciamo il biglietto (6€ a testa) e per l’occasione prendiamo anche un audio guida (4€). Dopo tutti i film visti con questo fantastico sito a fare da sfondo, finalmente la Città Proibita si svela ai miei occhi…E lo spettacolo è quello che mi aspettavo: la Porta di Mezzogiorno e la successiva Porta dell’Armonia Suprema sono il preambolo al superbo Palazzo dell’Armonia Suprema, che domina un piazzale in grado di contenere fino a centomila persone. Il miglioramento del tempo purtroppo ha portato anche l’afflusso di centinaia e centinaia di turisti (quasi tutti cinesi) che con le loro guide munite tutte di megafono tolgono ogni spazio all’immaginazione e alla fantasia che può creare questo luogo. Per fortuna il cielo questa volta sembra volermi dare una mano, tuoni fragorosi accompagnati da fulmini e saette illuminano il cielo di Beijing. Le prime gocce iniziano a scendere lentamente per poi aumentare d’intensità. Mentre noi ci ripariamo con tutta la calma possibile ed immaginabile sotto il tetto di un palazzo, la maggior parte dei turisti, è costretta dalle guide a continuare velocissimamente la visita (bisogna rispettare gli orari…), liberandoci quasi totalmente il sito.

Il tempo si mantiene piovigginoso, ma non c’impedisce di continuare la visita: ci godiamo tutto il resto del sito: notevoli il Palazzo della Purezza Celeste???, quello dell’Unione e gli appartamenti ed il Palazzo privato di Qianlong (ala est).

Invece di uscire dal lato nord, decidiamo di ripercorrere l’intera città per uscire da dove eravamo entrati (lato sud), godendoci i siti da una prospettiva diversa e con pochissima gente (sono quasi tutti usciti per la pioggia). Raggiunta l’uscita, riconsegniamo l’audio guida e saliamo sulla Porta della Pace Celeste (1.5€) più che altro per avere una vista di Piazza Tienanmen dall’alto. Dopo alcuni scatti e altrettante riprese scendiamo, raggiungiamo la fermata dell’autobus e facciamo ritorno in ostello.

Cristina sceglie di riposarsi dalle fatiche giornaliere, mentre io prendo una bicicletta e cartina in mano inizio a girare in mezzo agli Hutong. Raggiungo le sponde del Lago Houhai, attraverso un bellissimo ponticello in pietra che lo divide dal Lago Qianhai e da qui raggiungo le Torri del Tamburo e dell’Orologio (sono l’una di fianco all’altra). Intorno alle diciannove con il buio che ormai avvolge la città, giro la bici e rifaccio la strada a ritroso passando per un bellissimo, anche se un po’ troppo turistico, quartiere sul lungo-lago, e intorno alle 20 “miracolosamente” arrivo in ostello.

Per cena decidiamo di esplorare il quartiere di Xidan, dove nei giorni passati abbiamo visto, attraverandolo in autobus, parecchio “movimento”. Mangiamo all’ultimo piano di un centro commerciale, dove si trovano tutta una serie di ristorantini che servono unicamente cucina cinese. Essendo da ormai più di quindici giorni in Cina, capiamo al volo il metodo per ordinare (si carica una scheda con un tot di Yuan, che poi vengono scaricati dai vari ristoranti a seconda di ciò che si acquista). Cristina si lancia sui soliti jiaozi (peraltro preparati a mano sul momento), mentre io vado sulla carne e i noodles in brodo. Spendiamo 1.5€ a testa per mangiare e bere a dismisura (per capirci la porzione di Cristina – 0.8€ – era composta da ben 15 ravioli!!!).

Ci concediamo, sempre nel centro commerciale, un gelato, quindi dopo gli ultimi giri a caccia di qualche occasione d’acquisto, torniamo col solito autobus in ostello.

ALLOGGIO: Red Lantern house, Zheng Jue Hutong n° 5, doppia con bagno in camera, e aria condizionata 25€ PASTI: PRANZO: Self sevice del Silk Market (piano interrato), 1.8€ a pp.

CENA: Ristorante interno ad un centro Commerciale a Xidan, 1.5€ a pp.

LUNEDI’ 8 SETTEMBRE BEIJING La giornata inizia con un bel sole ed un cielo “stranamente azzurro” (del resto come potrebbe essere altrimenti visto che oggi è il mio compleanno??), ne approfittiamo subito e raggiungiamo in taxi (5€) il Palazzo d’Estate (ingresso 3€).

Questo parco, sito a 15 km a nord-ovest dal centro, è stato la residenza estiva dell’imperatore fin dal XVII secolo e si estende a dismisura su di una superficie di 290 ettari???sviluppandosi intorno ad un bellissimo lago (Kunming). E’ ancora presto, quindi all’interno troviamo poche persone e quasi tutte intente a fare ginnastica, ballare, cantare o praticare tai-chi; anche noi ci rilassiamo e ci godiamo le bellezze di questo sito almeno fino a quando non arrivano a disturbarci le “orde barbariche” dei turisti all-inclusive (sia cinesi che occidentali). Cerchiamo di visitare gli edifici più rappresentativi del Palazzo, ma ad un certo punto ci arrendiamo e prendiamo la fuga…Inutile visitare un luogo che dovrebbe farmi rilassare con centinaia di turisti “da pacchetto” che seguono un megafono gracchiante come degli zombi (magari lo fossero, almeno sarebbero più silenziosi…), insomma interrompiamo la visita a metà, usciamo dal parco ed in taxi raggiungiamo il Tempio dei Lama.

Questo tempio (ingresso 2.5€ a pp.) è l’unico che a Beijing mi abbia trasmesso un minimo di spiritualità (niente a che vedere comunque con il Songzanlin di Shangri-La), possiede alcune sale veramente interessanti, ma merita una visita soprattutto per il suo bellissimo Buddha alto ben 26 metri ricavato da un unico tronco di sandalo bianco (all’esterno c’è anche una targhetta del Guinness dei primati che certifica questo record, -sic-). Il complesso del Tempio è veramente notevole e merita senza ombra di dubbio una visita, soprattutto per chi è impossibilitato a vedere i templi buddhisti del Tibet. Lasciamo il tempio ed in metropolitana raggiungiamo nuovamente il Silk Market per la prova vestito di Cristina. Scopriamo che la consegna è prevista per domani pomeriggio, ma c’è un piccolissimo problema: noi domattina abbiamo il volo per l’Italia. Dopo mille discussioni, sgancio altri 10€ per “velocizzare” il confezionamento e ottengo la promessa che il vestito ci sarà consegnato in ostello a…Mezzanotte!!!non c’è alternativa, ci fidiamo e prima di abbandonare questa volta definitivamente il Silk market, torniamo a mangiare al self-service del piano interrato (1.9€ a pp.).

Torniamo all’ostello in autobus e sulla strada facciamo le ultime compere in alcuni negozi, quindi tornati in camera, iniziamo a preparare gli zaini. Mai impresa fu più ardua, partiti con circa dieci chilogrammi a testa, dobbiamo riuscire a farcene stare almeno venti…Utilizziamo anche delle borse comprate durante il viaggio e riempiamo gli zaini a tappo. Riusciamo nell’impresa di chiuderli, ma domani arrivare in aeroporto sarà un’impresa da sherpa tibetano…

Per festeggiare il mio compleanno decidiamo di andare a mangiare nella zona del lungolago in Dianmenxi Dajie. La zona è iperturistica, ma anche molto bella e viva, per una sera facciamo un’eccezione e ci uniamo al turismo di massa.

Ceniamo al Lotus Blue un ristorante a bordo lago, con una bella vista, dove si cena a lume di candela a base di piatti thailandesi. I prezzi ovviamente sono gonfiati, ma tutto sommato la serata si sviluppa piacevolmente e ci godiamo in tutta tranquillità “l’ultima cena” in Cina. Raggiungiamo l’ostello con una bella passeggiata, in parte lungo il lago ed in parte fra gli Hutong, un’ultima birra quindi torniamo in camera.

ALLOGGIO: Red Lantern house, Zheng Jue Hutong n° 5, doppia con bagno in camera, e aria condizionata 25€ PASTI: PRANZO: Self service del Silk Market (piano interrato), 1.9€ a pp.

CENA: Lotus blue, Qianhai Xiyan, 6€ a pp.

MARTEDI’ 9 SETTEMBRE BEIJING Ci svegliamo alle sette, facciamo una veloce colazione e lasciamo, con gli zaini in spalla sotto un acquazzone intenso, l’ostello che ci ha ospitato per queste ultime cinque notti.

In taxi (2.3€) raggiungiamo la stazione della metropolitana di Dongzhimen, dove ci imbarchiamo sull’Airport train (2.5€) che in circa mezz’ora ci conduce al nuovissimo aeroporto internazionale (si dice che sia il più grande del Mondo…). Dopo il check-in nell’attesa d’imbarcarci, facciamo passare il tempo con un caffè ed un panino, quindi ci incamminiamo verso il gate d’imbarco e salutiamo a malincuore questo bellissimo Paese. Partiamo puntuali alle 11.35 con un volo della British (ottima impressione) ed arriviamo a Milano dopo ben diciassette ore di viaggio (alle 22.40 italiane).

INFORMAZIONI VARIE SPESE: Venti giorni di viaggio “all-inclusive” (voli, hotel, pasti, spostamenti interni) ci è costato 1385€.

Così ripartiti: VOLO A/R ITALIA-CINA 698€ NOTTI IN HOTEL/OSTELLI 190€ PASTI 130€ SPOSTAMENTI INTERNI 367€

CIBO: Cancellate totalmente l’idea che avete del cibo cinese che si basa sulle vostre esperienze culinarie nei ristoranti cinesi in Italia.

La “vera” cucina cinese, al contrario di quella “sino-italiana”, è varia e affascinante, un intreccio di gastronomie unico al mondo, da quella cantonese (l’unica conosciuta in Italia), a quella speziata del Sichuan, dalla Naxi alla Tibetana, insomma limitarsi alla cantonese, per fare un esempio è come se riducessimo la cucina italiana a quella di una regione, ma in Sicilia non si mangia come in Liguria e nel Lazio non si mangia come in Piemonte, se poi calcolate che la Cina è immensamente più grande dell’Italia potete ben comprendere quanto possa essere varia la cucina in questa nazione/continente.

I piatti che abbiamo apprezzato di più sono stati: gli jiaozi, i famosi “ravioli”, ripieni di carne, verdura o pesce, asciutti o serviti con la zuppa. Sono buonissimi e molto economici (15 ravioli 0.8€). I baozi (panini al vapore ripieni di carne o verdura), i tagliolini o noodles (asciutti o in brodo, conditi con verdure, carne o pesce). La carne nelle sue più diverse varianti: l’anatra laccata a Beijing, la carne di yak in Yunnan, il Gongbao (pollo piccante con arachidi e un chilo di peperoncini!!!) nel Sichuan, il maiale, ecc. Le zuppe di carne, funghi, verdure, ecc. Il riso viene utilizzato come noi usiamo il pane, per accompagnare i piatti. I dolci sono “strani”, vista la difficoltà a capire gli ingredienti, bisogna “lanciarsi” e sperare che vada bene. Noi alcune volte ci abbiamo provato e devo dire che qualcosa di accettabile lo abbiamo trovato.

BEVANDE Il tè è la bevanda nazionale, viene servito in ogni ristorante prim’ancora di iniziare il pasto. Principalmente è tè verde, ma si trovano anche altri mille altri tipi di questa bevanda. Tutti in Cina girano con un thermos ed ovunque (anche per strada) ci sono distributori gratuiti di acqua calda. Io ho apprezzato la birra: a buonissimo mercato (1lt circa 0.4€) e molto buona, in particolare la Tsingtao.

TEMPO In venti giorni di viaggio abbiamo trovato 12 giorni di sole, 5 nuvolosi (a volte con qualche goccia di pioggia) e 3 di pioggia.

Le temperature: molto alte a Shanghai e Xi’an anche 32°/33°, buone a Beijing e Chengdu 25°/27°, freddine a Lijiang, con minime a 10° e decisamente basse a Shangri-La, minima anche a 7°.

TURISMO Preparatevi ad un’invasione di turisti cinesi, sono tantissimi, rumorosissimi e ingestibili!!! Il turismo occidentale invece è molto limitato e presente principalmente a Beijing, Shanghai e Xi’an. Il 95% del turismo è organizzato, di viaggiatori indipendenti se ne vedono pochissimi ed è un peccato perché la Cina (a parte per la lingua) è un paese semplicissimo da visitare. Italiani, pochissimi: in venti giorni ne abbiamo incontrati solo quattro (due a Shanghai e due a Beijing).

TRASPORTI Per i tragitti a lunga percorrenza abbiamo privilegiato l’aereo: comodo, puntuale e a buon mercato. Gli aerei sono tendenzialmente nuovi e puliti e il personale è molto gentile.

Anche i treni sarebbero un’ottima alternativa, se non fosse che per le dimensioni della Cina, sono un po’ troppo lenti. Per fare un esempio, la tratta Xi’an-Chengdu in aereo viene percorsa in circa due ore, in treno ce ne abbiamo messe ben diciannove…Con un risparmio di soli 25€ a persona. Il risparmio non vale la comodità di risparmiare diciassette ore di viaggio…In generale comunque ci siamo trovati bene, anche se tutto dipende dal treno e dalla sistemazione che si sceglie. Ci sono treni stupendi e velocissimi (solitamente hanno il prefisso K), altri molto lenti e con sistemazioni al limite dell’accettabile (mai come in India comunque…). Anche nel caso dei pullman si passa da quello iper-tecnologico a quello “scabercio” con ovvie variazioni di prezzo. Noi lo abbiamo utilizzato poco e in generale la guida dei cinesi e le condizioni delle strade (a parte intorno alle città) non mi hanno convinto del tutto. Salendo verso Shangri-La, per esempio, abbiamo visto parecchi smottamenti, con piccole frane che invadevano parzialmente la carreggiata…E abbiamo pregato che non ne venisse giù una mentre passavamo, anche perché non esisteva il guard-rail…!!!!!! Per i trasporti locali, consiglio vivamente, sia a Beijing sia a Shanghai la metropolitana. Gli autobus pubblici sono senza dubbio “un’esperienza”, a buon mercato (costano ovunque 0.10€) e arrivano ovunque, però sono: innanzitutto sempre pienissimi (non ci siamo praticamente mai seduti), non è semplice (anzi direi che è proprio difficile) capire il percorso che fanno e le fermate sono distantissime l’una dall’altra (guai a sbagliare fermata!!!).

Infine i taxi: noi solitamente nei nostri viaggi li abbiamo sempre utilizzati pochissimo, ma in Cina abbiamo fatto un’eccezione. Sono tantissimi, costano pochissimo e nel 99% dei casi azionano il tassametro. Bisogna munirsi comunque d’indicazioni in cinese o, a volte, di molta fantasia, in quanto nessuno parla l’inglese. In alcuni casi i tassisti si fermano ma, una volta letta la destinazione, rifiutano il trasporto. Spesso lo fanno perché non capiscono la destinazione, altre volte perché non la ritengono “conveniente”. A Beijing c’è capitato anche di dover attendere più di venti minuti, in quanto decine e decine di taxi che ci passavano davanti, o erano pieni, o una volta riconosciutici come occidentali, tiravano dritti, o come ho scritto sopra, si fermavano, ma non conoscendo la destinazione ci rifiutavano. Il prezzo dei taxi varia comunque da città a città, il prezzo di partenza è: 1.1€ a Shanghai, 1€ a Beijing, 0.6€ a Xi’an, 0.5€ a Chengdu e 0.6€ nello Yunnan (Kunming, Lijiang e Shangri-La).

PREZZI TRASFERIMENTI INTERNI VOLO SHANGHAIXI’AN 85€ TRENO XI’ANCHENGDU 23€ BUS CHENGDULESHAN a/r 9€ VOLO CHENGDULIJIANG 42€ BUS LIJIANGSHANGRI-LA 5€ VOLO SHANGRI-LAKUNMINGBEIJING 173€ ALLOGGIO Abbiamo alloggiato quasi esclusivamente in ostelli e ci siamo trovati ovunque benissimo. Solo a Shanghai siamo stati in hotel ed è stato il posto peggiore dove abbiamo alloggiato… Di base prenotavamo via internet l’ostello delle notti successive, comunque di seguito la valutazione: SHANGHAI: EAST ASIA HOTEL, East Nanjing Road 680 (30€ la doppia con bagno, tv e aria condizionata). Ottima posizione in piena East Nanjing Rd., buon prezzo, ma per il resto un hotel anonimo, con personale poco collaborativo (non sapevano l’inglese), zero servizi e zero informazioni, insomma da 5.5 (media fra il 9 della posizione e il 4 per il resto) XIAN: SHUYUAN YOUTH HOSTEL, Shuyuan Qignian Lushe, (16€ la doppia con bagno in camera, tv e air – con.). Il contrario dell’hotel di Shanghai! La posizione non è eccezionale: sotto le mura a 30 metri dalla Porta Sud, ma ad un chilometro dal centro, il resto compensa questo piccolo handicap. Camere pulite e carine, ottima agenzia di viaggi, personale disponibile e anglofono, bel ristorantino con cibo ottimo. Voto 8 CHENGDU:SIM’S COZY GARDEN GUESTHOUSE, Yihuan Lu Beisi Duan 211, doppia con bagno in camera air – con e tv, 15.5€ a notte. Semplicemente eccezionale: staff disponibilissimo e molto efficiente, agenzia di viaggi, ristorante, sala ludica con ping pong, freccette ed internet gratuito, bellissima terrazza e giardino. Le camere arredate alla “giapponese” sono pulitissime e molto particolari. Unica pecca anche in questo caso la posizione un po’ lontana dal centro, ma vicinissima alla stazione ferroviaria. Voto 8.5 LIJIANG:OLD TOWN GARDEN, n°888 Xingwen Av, Qiyi Street, Old Town, doppia con bagno in camera, colazione, tv e riscaldamento 13.5€. Una sorpresa: ci siamo ritrovati a vivere in una tipica casa naxi con una famiglia naxi! Solo per l’accoglienza e la gentilezza meriterebbe dieci, ma evidentemente sono all’inizio dell’attività, in quanto sono un po’ carenti nelle informazioni (solo una ragazza parlava un po’ d’inglese), quindi il mio giudizio scende un po’…Voto 8 SHANGRI-LA:GE SANG GARDEN INN, n°043 Bei Men Street, Old Town, doppia con bagno in camera, colazione, tv e riscaldamento 16€.

All’interno della città vecchia, con spaziose e particolari camere in stile tibetano, quest’ostello merita un giudizio positivo. Pulito, con dei buoni servizi (internet gratuito) e uno staff molto disponibile. Voto 8 BEIJING:RED LANTERN HOUSE, Zheng Jue Hutong n° 5, doppia con bagno in camera, e aria condizionata 25€ . L’esperienza di vivere in un Hutong, unita all’ottimo servizio (agenzia di viaggi, internet gratuito, ristorante, ecc) rendono questa sistemazione un’ottima scelta, aggiungeteci anche le camere nuovissime e pulitissime, insomma un bel posto…Unica pecca forse la distanza eccessiva dal centro, ma la fermata degli autobus è a soli 50 metri. Voto 8 SICUREZZA La Cina ci ha dato l’impressione di essere un paese non sicuro, ma sicurissimo. Non abbiamo percepito mai alcun pericolo, anche per la presenza, anche fin troppo costante della polizia e dell’esercito nelle strade. COSTO DELLA VITA Veramente bassissimo!!!! Mediamente abbiamo speso 15/20€ per una camera doppia con bagno, tv e aria condizionata e circa 2€ a testa per un pranzo (minimo 0.70€ a Xi’an, max 10€ a Beijing). Vi scrivo alcuni prezzi per farvi comprendere meglio il costo della vita.

Maglietta ricordo 2€, ombrello 1€, telefonata di due minuti in Italia 1€, un litro di benzina verde 0.60€, un litro di birra dai 0.3€ ai 0.8€, dieci cartoline 0.5€, ½ litro d’acqua 0.2€, 15 ravioli al ristorante 0.8€, un pacchetto di sigarette 0.50€, un biglietto dell’autobus 0.1€, una corsa in taxi di dieci minuti da 0.6€ a un euro.

Infine un sintetico e personalissimo giudizio sulle cose e le città che abbiamo visitato: SHANGHAI voto 7 : la città simbolo del capitalismo cinese: sfavillante, futuristica e incasinata. Da non perdere: la vista di Pudong dal Bund (voto 8), un te ai giardini del Mandarino Yu, un viaggio a 431 km/h sul Maglev e una gita di un giorno a Suzhou (voto 7).

XI’AN voto 7: carina, ma una valutazione di questa città non può prescindere dalla presenza dell’Esercito di Terracotta (voto 8.5). Da non perdere: il Quartiere Mussulmano, la Mura ed ovviamente l’Esercito di Terracotta CHENGDU voto 5.5: anonima, trafficatissima. Da non perdere: la Riserva dei panda (voto 8), un’escursione a Leshan (voto 7), una serata all’Opera del Sichuan (voto 7).

LIJIANG voto 8.5: più che una città, un bijou, indimenticabile… Da non perdere: una passeggiata nei vicoletti della città vecchia (voto 8.5), una gita in bicicletta sino a Baisha per andare a trovare il dott. Ho (voto 8.5).

SHANGRI-LA voto 6 (mix fra il 7 alla città vecchia e il 5 a quella nuova). Da non perdere: le danze in piazza (voto 7.5), la visita del Monastero di Songzanlin (voto 8.5) BEIJING voto 7.5: immensa, stupefacente, fotogenica. Da non perdere: un’escursione di un giorno alla Grande Muraglia (voto 9), la Città Proibita (voto 8), Piazza Tienanmen (voto 7), il Tempio del Cielo (voto 7.5), il Palazzo d’Estate (voto 7.5), un giro in bici per gli Hutong (voto 7.5), le torri del Tamburo e dell’Orologio (voto 7), il Tempio dei Lama (voto 7.5), il parco Beihai (voto 6.5) I “MUST” DEL VIAGGIO -Il giro in bicicletta da Lijiang a Baisha per andare a trovare il dott. Ho -Le danze in piazza a Shangri-La -la scalata della Grande Muraglia a Mutianyu -il viaggio in Maglev a 431 km/h



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