Nepal, dove le montagne bucano le nuvole

Due settimane alla scoperta del Nepal
Scritto da: azizas
nepal, dove le montagne bucano le nuvole
Partenza il: 01/10/2013
Ritorno il: 14/10/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Nepal: un viaggio rimandato diverse volte per svariati motivi e diventato realtà nell’ottobre di questo 2013. Ho scoperto Francesco e il suo Planet Bhaktapur per caso navigando in internet, leggendo qua e là notizie sul Nepal. Mi incuriosisce il suo sito, mi collego e scopro il mondo di Francesco, la sua storia, un esempio di determinazione, coraggio e altruismo. Decido con mio marito che se andremo in Nepal sarà con meta il Planet. A maggio scopriamo che la Turkish Airlines offre un biglietto Malpensa Kathmandu ( via Istanbul) al prezzo di soli 520 euro e al volo lo comperiamo on line. Abbiamo già in mano un preventivo di viaggio che Francesco ci aveva proposto nel 2012, lo aggiustiamo un pochino e in un battibaleno il tour è organizzato.

1 ottobre

Chiudiamo la casa, un bacetto ai nostri due adorati gatti e si parte . Il viaggio con la Turkish è buono, si parte puntuali, l’aereo non è proprio recentissimo, ma il servizio di bordo non è male come i pasti, di solito immangiabili o quasi. A Istanbul facciamo due ore di sosta e ripartiamo per Kathmandu con 45 minuti di ritardo.

2 ottobre

Recuperiamo in volo un po’ del ritardo accumulato. Riusciamo a sbrigare la pratica visto in mezz’oretta, recuperiamo i bagagli alla svelta e siamo fuori… tra la ressa degli autisti individuiamo il nostro col suo cartello e i nostri nomi. In quel momento scopriamo che sul nostro volo viaggiava anche Robi che nei giorni successivi scopriremo essere un grande personaggio. Quindi tutti e tre montiamo sul nostro minivan e si va verso Bhaktapur distante una mezz’ora. Il minivan è “ vissuto” ma ha sempre fatto il suo dovere sulle scalcinate strade nepalesi… Francesco ci accoglie con grande calore e la prima impressione che il Planet mi lascia è di un ambiente dove tutti vivono in grande armonia. C’è un senso di pace davvero impagabile. Robi che scopriremo più avanti vive da 40 anni per molti mesi all’anno in Nepal è accolto da tutto lo staff come un amico.

La nostra stanza è grande, luminosa, abbiamo una bella vista sulla vallata, peccato che il tempo sia nuvoloso, ma si spera per i giorni a venire. Ci riposiamo un paio di ore e poi partiamo per visitare il villaggio di Changu Narayan. Questo è il primo impatto col Nepal, il tempio è stupendo ed è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco… . Acquistiamo da una donna un po’ di calze fatte a mano e foderate di pile per noi e da regalare agli amici. Volendo si può tornare al Planet a piedi con una passeggiata di 90 minuti , ma siamo stanchi e rinunciamo. Ci facciamo lasciare alla porta di ingresso di Bhaktapur, paghiamo l’ingresso valido per una settimana e scopriamo questa bellissima città ricca di storia e di monumenti. La Durbar square è veramente splendida ! All’ora di cena conosciamo gli altri ospiti del Planet: ci sono Lorenzo ( che viene in Nepal da 20 anni , la sua simpaticissima mamma e l’amica Filippa ) Julien un ragazzo di Genova che ha in programma il trekking al campo base dell’Everest di tre settimane e che da Francesco si fermerà solo due notti e una giovane coppia di Udine .Poi c’è Robi che conosciamo già. Il clima è disteso da subito e ci facciamo due belle risate. Mio marito va a dormire e io mi unisco al gruppetto , capitanato da Lorenzo che si offre di farci scoprire la magia della Bhaktapur notturna. Partiamo armati di pila , indispensabile per raggiungere in un quarto d’ora la porta di ingresso della città, la strada è dissestata , ma è utile anche per illuminare i vicoli .La luce in Nepal va e viene. Giriamo per due ore nel silenzio quasi totale, la città dorme e ci sono pochissime luci accese. Le piazze , le case, le fontane, i monumenti e i templi hanno un aspetto da fiaba. Grazie Lorenzo per questo regalo che ci hai fatto, facendoci scoprire luoghi nascosti e particolari che potevano sfuggire a un turista frettoloso. Vado a letto alle 11 distrutta dalla stanchezza.

3 ottobre

Oggi abbiamo in programma la visita alla valle di Shanku. Partiamo col nostro minivan , alla guida c’è Raju che sarà il nostro autista per tutto il viaggio, pioviggina, le strade sono in pessimo stato e in fango non agevola la marcia. Ci vuole un’oretta per arrivare a Shanku. In prossimità del Tempio di Vajra Jogini stanno facendo dei lavori stradali ed è impossibile proseguire col nostro minivan. Perciò affrontiamo la gradinata che porta al Tempio che però vediamo solo dall’esterno, non si può visitare all’interno. In discesa doppia attenzione per via del terreno scivoloso. Ripartiamo e siamo diretti a visitare il Tempio di Gokarna Mahadev, continua a piovere… .Ci sono pochi devoti e un paio di santoni che i mi sembrano più indiani che nepalesi. Verso mezzogiorno siamo a Bodnath, lo stupa è stupendo, rimpiangiamo che non ci sia il sole perché, le foto sarebbero venute davvero belle… C’è parecchia ressa sia di pellegrini che di turisti. Torniamo al Planet nel primo pomeriggio e nel frattempo esce una occhiata di sole cosi’ andiamo a Bhaktapur a fare un giro. La cena con gli amici del Planet è sempre allegra, ascoltiamo i racconti di Robi , Lorenzo e Filippa . Scopriamo che Robi è stato la guida di Syusy Blady e Patrizio Roversi quando avevano girato Turisti per caso qui in Nepal ! e in quaranta anni vissuti in questo bellissimo paese Robi ha tantissime cose da raccontare. Mi affascinano i suoi ricordi di un Nepal ormai perso quando ci veniva poca gente e la valle di Khatmandu era ancora tanto verde …

4 ottobre

Stamattina levataccia alle 5,45 per andare al Tempio di Boudanilkanta dove è possibile assistere ogni mattina alla cerimonia di vestizione di una statua del Dio Vishnu. I bramini adornano la statua di ghirlande di fiori e di monili in argento mentre i fedeli fanno suonare una moltitudine di campane. Il tutto è molto suggestivo. Fuori dal Tempio c’è il mercatino dove vengono venduti articoli religiosi e compero dei graziosi braccialettini per pochissimi soldi. Proseguiamo verso il Tempio di Swayambhunath, ci incrociamo ogni tanto con i due ragazzi di Udine che sono anche loro ospiti al Planet. Pioviggina tanto per cambiare. Questi tempio che si trova sopra Kathmandu è pieno di turisti. Alle 11 esce il sole !!! Siamo diretti a Pashupatinath il luogo dove vengono cremati i corpi dei defunti. Assistiamo alla preparazione della salme verso il loro ultimo viaggio, ce ne sono diverse nei tre crematori . Il funerale è più o meno “ fastoso” a seconda del prezzo pagato dalla famiglia del defunto.

La nostra ultima tappa di oggi è Thimi dove si possono vedere numerosi templi medioevali. Torniamo al Planet e da sola decido di andare a scoprire qualche altro angolo nascosto di questa meravigliosa città. Seguo il consiglio di Francesco : “perdetevi nei vicoli, girate senza meta… “ detto e fatto, dopo dieci minuti non so più dove sono ! I Templi che abbelliscono la città non sono visibili dai vicoletti, non ci sono punti di riferimento. Giro come un’oca per tre ore senza mai ritrovare la strada in discesa verso la porta di uscita. A un certo punto mi ritrovo fuori città, in campagna cosi’ ripercorro la strada appena fatta e mi decido a chiedere. Quando finalmente approdo al Planet sono a pezzi, a occhio e croce avrò percorso 10 chilometri…Ora però giro benissimo Bhaktapur, per me non ha più segreti.

A cena salutiamo i due ragazzi di Udine che domani partono per Pokkara e per il loro trekking di quattro giorni.

5 ottobre

Alle nove siamo sul nostro minivan, ci aspetta la visita a uno dei luoghi più sacri per gli induisti nepalesi: Dakshinkali. Il martedi’ e il sabato i fedeli portano animali da sacrificare nel Tempio dedicato a Kali. Prima di arrivare al Tempio si cammina tra due ali di bancharelle che vendono articoli religiosi e pennuti ( galli) pronti per il sacrificio… . Bisogna scendere una ripida scala, c’è una lunga coda di fedeli, ma noi turisti possiamo accedere subito alla zona dei sacrifici. Alla fine della scala c’è un macellaio che a colpi di mannaia fa a pezzi le carcasse dei polli, capretti, anatre appena sgozzati pochi metri più in là. La carne viene poi buttata su delle graticole, cotta e offerta ai fedeli. Nell’area sacrificale hanno accesso solo gli induisti, ma c’è una piccola balconata coperta da dove si vede benissimo cose succede al di la dell’ingresso. Quando arrivo sussulto perché c’è una donna morta distesa sul pavimento della balconata, è avvolta nel telo arancione e sedute vicino a lei ci sono tre donne che pregano… Reggo per mezzo minuto : la vista di un gallo sgozzato con uno squarcio alla gola è già forte, ma è in arrivo un bellissimo capretto di un paio di mesi che bela disperato e allora scappo più veloce della luce.

Ripartiamo e Raju ci porta al monastero di Pharping, piove a dirotto e cosi’ sarà per tutta la giornata. Appena scesi dalla macchina siamo assaliti dai venditori che ci tallonano per tutta la visita, ci tocca scappare… Cosi’ si prosegue e approdiamo al Monastero Dollu Kirtipur. E’ una costruzione moderna, molto grande e pieno di monaci e di bambine e bambine intenzionati a diventarlo. Tutti ci sorridono, c’è un clima di pace e di fratellanza. La tappa successiva è il villaggio medioevale di Bungamati, i turisti qui sono inesistenti , passeggiamo tranquilli per le vie del paese e comperiamo in una bottega 16 metri di stoffe varie a un prezzo ridicolo. Patan è la meta finale di questa giornata. Qui al contrario di Bungamati ci sono tantissimi turisti. Il centro è un piccolo gioiello, ci sono templi uno più bello dell’altro. Verso le 4 esce un raggio di sole proprio nel momento in cui avanza una processione: oggi inizia la più importante festa induista che si protrarrà per dieci giorni. Sfilano per le strade donne con cesti di fiori,una banda musicale e due baldacchini che trasportano un uomo e una donna per le vie della città. La cena al Planet è sempre bella, è arrivata Anna una ragazza che è qui per fare volontariato in una scuola di Bhaktapur.

6 ottobre

Alle nove siamo sul nostro minivan e Raju ci porta al Monastero di Namou Buddha, la strada è tutta una buca e meno male che non piove perché ieri sarebbe stata inpraticabile…Il panorama è bello, si viaggia tra le colline e i campi di riso ormai venuto a maturazione , è di un verde brillante, stupendo. Proseguiamo per Dhulikhel, autentica città newari, il tempo uggioso non permette di scorgere le vette himalajane, peccato! Ci sono parecchi templi da visitare , tutti molto belli. Era prevista una passeggiata di due ore da qui a Panauti, ma la condizione fangosa delle strade non ci consente di farlo . Panauti: un posto fuori dal caos, un ritmo di vita lento che è certamente identico a quello di cento anni fa. Donne che lavano i panni , anziani seduti nella piazzetta a fumare, bambini che sguazzano nel fiume tra spruzzi e grida…e le immancabili papere che galleggiano sull’acqua. Ci saremmo fermati volentieri per delle ore ! l’area templare della città è ben conservata e curata.

7 ottobre

Alle 9 salutiamo temporaneamente il Planet e il suo staff e partiamo per il Parco Chitwan. Diamo un passaggio a Robi fino a Kathmandu e rimaniamo d’accordo di rivederci la domenica per visitare con lui la città.

La starda è in cattivo stato , le prime due ore le facciamo a passo d’uomo per uscire da Kathmandu. Anche dopo la strada offrirà poche attrattive fino a quando non si scende a valle. Raju è bravissimo a schivare una moto che poco ci manca si schianti sul nostro cofano. Alle tre siamo a Chitwan e un’ora e mezza più tardi ci incolonniamo con altri turisti e la guida per il primo approccio col parco e i suoi animali. Dalla riva del fiume possiamo vedere un enorme coccodrillo, fauci spalancate , che sta immobile come una statua sulla riva opposta alla nostra. Ci sono tanti tipi di uccelli e un tramonto spettacolare, finalmente c’è bel tempo.

(Siamo all’Hotel Park Side, è tranquillo, il proprietario si scusa immediatamente al nostro arrivo, per la prima notte avremo una camera cosi cosi… ma la mattina seguente siamo nella nuovissima dependance: stanza e bagno grandi, pulitissima , aria condizionata.)

Il proprietario ha invitato a cena tutti i bambini del villaggio e c’è anche una esibizione di canti e danze locali. I bambini mettono allegria col loro entusiasmo.

8 ottobre

Alle sei suona la sveglia del cellulare, colazione a alle 7 siamo in canoa per navigare e avvistare qualche animale, nel nostro caso due occhi di coccodrillo a mollo nel fiume e molti tipi di uccelli. Sbarcati proseguiamo per due ore a piedi nella giungla. La nostra bravissima guida ci spiega quali sono gli animali pericolosi che si possono vedere nel parco: tigri, orsi, rinoceronti, antilopi ecc. Stiamo camminando da poco quando la guida punta il dito verso il verde della foresta e io e altre 3 persone riusciamo a distinguere il manto della tigre per non più di due secondi… perché, scompare immediatamente alla nostra vista. La guida e gli altri 3 guardiani più volte sentono il suono rauco emesso dalla tigre, ma noi altri turisti non abbiamo un udito cosi’ fine… . Non riusciamo a vedere molto, qualche antilope, una scimmietta e qualche pappagallo. Fa un caldo afoso sembra di essere in una sauna.

La mattinata si conclude con la visita al fiume dove gli elefanti fanno il bagno . Per la verità lavorano anche qui issando sul groppone i turisti, bagnandoli con spruzzate di acqua sparata dalla proboscide e abbassando le gambe posteriori fanno scivolare in acqua i “ cavalieri”. I turisti muoiono dalle risate . Io rimango sulla riva e scattare un reportage per una attempata coppia di olandesi arrivati qui con tanto di costume da bagno. Dopo pranzo ci aspetta il safari in elefante. Mio marito nicchia, non ne vuole sapere, ma riesco alla fine a convincerlo a unirsi a me. Veniamo messi su un baldacchino in 4 persone, noi e una coppia di tedeschi, l’uomo è monumentale e schiaccia mio marito nel suo angolino per tutte le due ore di safari. Rimango annichilita quando vedo profilarsi in lontananza un fiume che va guadato e poi c’è l’uscita su una sponda in salita e fangosissima. Non cadiamo in acqua per fortuna come è invece successo ad altri turisti ! Per la verità due ore sono lunghette da passare in groppa all’elefante , la giungla è molto bella, fitta, ma di animali ne vediamo davvero pochissimi. Una famigliola dì maiali selvatici , qualche antilope e i soliti uccelli. Il rinoceronte non lo avvistiamo, peccato. Sono stati più fortunati, almeno quel giorno, le persone che hanno fatto il safari in jeep.

A cena ceniamo molto bene e scambiamo due chiacchiere con una coppia di Francoforte, sono molto simpatici e anche loro diretti a Pokkara dopo la visita a Chitwan.

9 ottobre

Siamo in viaggio verso Pokkara dalle 8 del mattino, sballottati tra una buca e l’altra. Dopo circa due ore e mezzo siamo a Bandipur, un piccolo gioiello incastonato tra le montagne , in un paesaggio stupendo e rilassante. La cittadina, perfettamente conservata, è piena di turisti sia locali che occidentali. Gironzoliamo tra le vie della città dove la vita scorre tranquilla, le donne sono affacciate alle finestre o seduto fuori dall’uscio di casa. Facciamo tappa anche al Begnas Lake , è una deviazione di soli 4 km dalla strada principale, ma in tutta onestà mi ha detto pochino. Pokkara e il suo meraviglioso panorama di vette himalajane si profila all’orizzonte e mi toglie il fiato. Salutiamo Raju che torna al Planet di Bhaktapur e noi prendiamo possesso della stanza più bella del nostro hotel. E’ al quarto piano e senza ascensore, ma la vista ripaga della fatica, abbiamo due enormi finestre che si affacciano sulla poderosa catena dell’Annapurna e su due lati differenti ! Uno spettacolo impagabile, stando distesi sul letto la punta triangolare del Machhapuchhre si profila in modo netto anche perché, non c’è una nuvola in cielo.

Prenotiamo in hotel il taxi per lindomani, vogliamo andare a Sarangkot per assistere al sorgere del sole.

10 ottobre

Alle 4 suona la sveglia, mezz’ora più tardi siamo in taxi diretti a Sarangkot. Gli autisti sono due…Il primo più anziano ci presenta il collega sui 20 anni o poco più, specificando che sta imparando a guidare,…ma di non preoccuparci, se il ragazzo avrà difficoltà quando la strada si farà tortuosa faranno un cambio alla guida del mezzo. Fanno il cambio di guida anche perché il ragazzo giovane finchè la strada era asfaltata guidava piano e in modo prudente, ma sullo sterrato mette il turbo e schiaccia l’acceleratore in modo allarmante. Sani e salvi arriviamo fino alla brevissima gradinata che porta alla terrazza panoramica con vista vette himalajane. Il posto è gestito da una numerosa famiglia, offrono bevande calde ( a pagamento)e coperte da mettersi sulle spalle, ma il clima è perfetto, io ho indosso la felpa leggera. L’alba è uno spettacolo grandioso e unico, ma certamente il tempo bello è essenziale e noi abbiamo avuto una grande fortuna. Tornati in albergo facciamo colazione e ritroviamo i due ragazzi friulani di ritorno dal loro trekking. Sono entusiasti e con la felicità scritta in faccia. Ci facciamo festa e ci salutiamo, loro sono ormai alla fine del viaggio.

Nel pomeriggio sempre in taxi e col solito autista neo patentato andiamo al villaggio tibetano che è poco fuori città. Questo ragazzo non ha la più pallida idea di dove deve andare e per chiedere informazioni, dopo venti minuti di giri a vuoto, butta fuori il braccio dal finestrino e cerca di fermare le moto che arrivano in senso contrario !!! In ogni modo ce la facciamo ad arrivare a destinazione. Per accedere al Monastero bisogna passare da una via pullulante di botteghe dove le donne nepalesi vendono i loro manufatti. Nel Monastero dalle 15,30 e per circa due ore c’è la funzione religiosa . Lungo la strada vediamo tanti mercanti che sono qui per vendere le loro capre tutte destinate al sacrificio. Abbiamo voglia di pizza e andiamo a mangiare in un ristorante pizzeria, è più che mangiabile!

11 ottobre

Ha piovuto per tutta la notte con raffiche di vento poderose e l’alba stamattina non è cosi’ limpida come ieri ! Al mattino è variabile e facciamo una bella camminata di tre ore in città alla ricerca della Everest Steak house. Non riusciamo a trovarla e cosi’ prendiamo un taxi. Dalla cartina della nostra guida non si capiva per nulla che era in una strada laterale a quella principale. Con 16 euro in due mangiamo un filetto delizioso con patate fritte e insalata mista, birra locale. Il filetto definito mignon era composto di due prezzi grandi, abbiamo quasi faticato a terminarlo. Anche il pomeriggio lo passiamo in città , sfrecciano una dopo l’altra jeep cariche di persone in partenza o in arrivo dal trekking.

Domani ci aspetta il bus che ci riporterà a Kathmandu.

12 ottobre

Il taxi arriva puntuale alle 7 e mezza e il driver è sempre lui, il nostro ragazzo imbranato… Inutile dire che non ha la più pallida idea di dove sia la partenza del Green line bus. Cosi’ ci porta al terminal da dove partono tutti gli altri bus, ma non quello della nostra compagnia. Il tempo passa e siamo tutti un po’ ansiosi, ma per un pelo ce la facciamo a trovare il parcheggio giusto. Siamo a bordo, il bus è semi vuoto, il mezzo è vecchiotto, ma pulito e con aria condizionata. Ci fermeremo quattro volte durante le sette ore di viaggio, la seconda per consertirci di mangiare al self service di un hotel resort convenzionato con la Green line, il pasto è compreso nei 20 euro del biglietto. La quarta sosta è forzata perché veniamo tamponati da un pulmino carico di nepalesi. I due autisti discutono poi arriva la polizia, ma perdiamo comunque 40 minuti più altri cinque per aspettare tre ragazze cinesi che armate di carta igienica erano sparite tra i cespugli .

Il percorso si snoda tra colline verdi, campi di riso e sul nostro lato scorre un fiume impetuoso, vediamo più volte canotti carichi di gente che affronta le rapide. Oggi e domani la festa Dasain raggiunge il culmine e quasi tutte le famiglie mangiano la carne. La macellazione avviene davanti all’uscio delle abitazioni, ci pensano gli uomini a sgozzare gli animali che sia un gallo o un bufalo. Sono scene ancora più forti di quelle viste al Tempio Dakshinkali, almeno per me. Ci sono animali già scuoiati, le teste sono appoggiate per terra accanto al corpo, zampe all’aria. Le donne travasano il sangue dei bufali in catini e secchi, per poco non vomito.

Al terminal di Kathmandu troviamo Raju ad aspettarci e al Planet è una festa ritrovarci con Robi e Francesco. Conosciamo anche gli ultimi due ospiti italiani arrivati il giorno prima e un po’ incavolati per il tempo ballerino.

13 ottobre

Robi si è offerto di guidarci nella Kathmandu “ sconosciuta” e noi gli siamo infinitamente grati di avere messo a nostra disposizione la sua competenza, conoscenza e cultura di questo grande paese. Partiamo col cielo nuvoloso, ma a metà mattinata piove e noi siamo senza ombrello.

Robi ci porta a visitare non solo le piazze, i templi più conosciuti, ma anche i cortili, le piccole piazze di cui la città è ancora ricca e che sono invisibili dalla strada. Se non si percorre il vicoletto giusto non ci si arriva. In un paio di cortili vediamo le aule di una scuola, piccoline, con tanti banconi di legno sgangherati e ovunque il tempio. Alcuni di questi tempietti sono antichissimi, hanno più di 1000 anni. Prima che la pioggia diventasse insistente riusciamo a sederci una mezz’oretta davanti a un Tempio ad osservare la folla. A Kathmandu è anche la gente che crea atmosfera. Sono stupende alcune antiche porte e finestre finemente scolpite.

Robi ci porta a vedere la mitica Freak Road che negli anni 70 era la meta degli hippies d’Europa e America, ora è una anonima strada come tante altre.

Il ristorante indiano Anatoilia dove volevamo andare a pranzo è chiuso per via della festività e allora ci fermiamo in un altro posticino, trovato a caso, dove mangiamo più che bene. Poi verso le 3 fermiamo un taxi e ci facciamo portare a Bahktapur. La nostra ultima cena al Planet è allegra come sempre , salutiamo Francesco e tutto lo staff che ha contribuito e non poco a rendere questo viaggio piacevole, rilassante e unico. Con Robi contiamo di rivederci in Italia la prossima primavera.

14 ottobre

Ci alziamo alle 5, facciamo colazione e alcuni ragazzi del Planet vengono a salutarci. Abbiamo il volo della Turkish via Istanbul mezz’ora più tardi , per la prima volta nella nostra vita abbiamo sbagliato la prenotazione, scegliendo l’opzione con una attesa di ben 7 ore in Turchia, invece di due e mezza… Niente di male, l’idea di farci una manciatina di pesce sul Bosforo ci attira perciò una volta atterrati a Istanbul prendiamo la metro ( 6 fermate) e il tram. Scendiamo nella zona del Sultanato e su indicazioni di amici raggiungiamo uno dei numerosi ristorantini che cucinano pesce sotto un ponte , di fronte si stagliano Moschea Blu e quella di Santa Sofia. Il conto è caretto per essere in Turchia, ma ne vale la pena, tutto è cucinato benissimo, pesce fresco e una bella bottiglia di vino bianco secco dell’Anatolia accompagna il nostro pasto. Lasciamo questa meravigliosa città con rimpianto, l’abbiamo vista anni fa, ma contiamo di ritornarci.

A casa arriviamo a mezzanotte.

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Chitwan : il bagnetto



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