Barcelona ad Agosto

3 agosto 2005 Partenza da Bari (pochi giorni prima dell’ammaraggio di un aereo per carenza di carburante, ma sor-voliamo) per Barcelona. Siamo io e mia madre. Dall’aeroporto prendiamo le Rodalies della linea 1 della Renfe diretta a Matarò (basta uscire dall’aeroporto e dirigersi a sinistra. Si vede un tunnel in aria, bisogna passare lì)...
Scritto da: Ivana Valerio
barcelona ad agosto
Partenza il: 03/08/2005
Ritorno il: 10/08/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
3 agosto 2005 Partenza da Bari (pochi giorni prima dell’ammaraggio di un aereo per carenza di carburante, ma sor-voliamo) per Barcelona. Siamo io e mia madre.

Dall’aeroporto prendiamo le Rodalies della linea 1 della Renfe diretta a Matarò (basta uscire dall’aeroporto e dirigersi a sinistra. Si vede un tunnel in aria, bisogna passare lì) che ci porta direttamente a Placa de Catalunya, piazza centralissima e ben collegata con tutta la città, dove abbiamo l’albergo. Alla stazione della renfe abbiamo preso il T-10 (t-dies), titolo di viaggio valido per 10 corse su autobus, metro e rodalies al costo di 6 euro. Comodo e conveniente, e le dieci corse sono sufficienti in una settimana visto che la città invoglia a girare molto a piedi.

Lasciati i bagagli in albergo ci dirigiamo verso il CCCB (centro di cultura contemporanea di Barcelona), ingresso gratis perché è il primo mercoledì del mese. C’è una mostra video e fotografica sul tema oriente-occidente. E’ carino e trasmettono anche film la sera all’aperto. Non lo consiglio però se stai solo per un week-end o se a pagamento. Dopo esserci riposate un po’ al sole ci dirigiamo verso le Ramblàs. Sarà inevitabile passarci quotidianamente data la loro posizione e la loro vitalità perenne. Si inizia la mattina con i colori e i rumori delle bancarelle di animali e fiori; l’unico momento in cui riuscivo a distinguere i barcellonesi, seduti a chiacchierare sulle panchine col giornale in mano. Il pomeriggio si riempie di turisti che cenano a prezzi ovviamente non convenienti. La sera si vedono gruppi di ragazzi che si divertono passando da un locale a un altro, turisti, venditori di birra e si inizia a vedere anche qualche faccia losca. A proposito, consigliano tutti di tenersi stretta la borsa quando ci si ferma a vedere le bancarelle o uno dei tanti artisti di strada sulle Ramblas. Percorriamo tutte le Ramblas, arriviamo al monumento di Colombo (si può anche salire, io non l’ho fatto) e poi facciamo un giro a Maremagnum, praticamente un grande centro commerciale. Secondo me niente di speciale, ma è bella la passeggiata sotto quelle onde così caratteristiche della Rambla del Mar. 4 agosto 2005 Prendiamo la metro per placa d’España. Da qui a piedi percorriamo Avinguida de la Reina Maria Victoria, con le sue fontane, e ci dirigiamo al Palau Reial. La vista da qui sopra è bellissima. Visitiamo il Mnac (museo nazionale d’arte di catalunya).E’ un museo ricchissimo, ci è piaciuto molto tanto che siamo state a visitarlo dalle 11 alle 17, con pisolino su delle comode poltrone dove dormivano molti turisti. Anche questo gratis il primo giovedì del mese. Dopo ci siamo fatte una passeggiata verso l’anello olimpico e abbiamo visto stadio e palazzetto in cui si sono svolte le olimpiadi del 92, niente di particolare. Per fortuna tra i giardini del Montjuic troviamo un chiosco che fa un’ottima orzata.

5 agosto 2005 Ci incamminiamo verso Passeig de Gracia per vedere l’isolato della discordia dove ci sono i palazzi modernisti tanto contestati (c’è chi li ama e chi li odia). Mia madre se n’è innamorata e anche a me piacciono molto. Se dovesse venirvi voglia di cioccolata potete comprarla a casa Amatller e ovviamente approfittarne per vedere il palazzo anche all’interno con annesso ascensore (c’è un portiere che lo dovrebbe vietare ma tutti i catalani che ho incontrato sono molto disponibili). Tappa d’obbligo è casa Batllò di Gaudì. Visitarla tutta costa 16 euro (8 per il piano nobile e 8 per la mansarda e i camini) ma li vale. Il proprietario è l’inventore dei chupa chups…Sa come si fanno i soldi. Continuiamo la nostra passeggiata. Vediamo la fundaciò Antoni Tapie solo dall’esterno, c’è una scultura “nuvola e seggiola”. Finiamo il nostro giro a La Pedrera, altra opera fantasiosa di Gaudì. Visitiamo anche questa all’interno (8 euro) ma non penso sia indispensabile entrarci se si è stati a casa Batllò.

La sera ci godiamo uno spettacolo di tablao al teatro Poliorama con ballerine, cantanti e musica fatta anche coi ventagli. Io in particolare mi godo la vista di un bel ballerino catalano tutto (e sottolineo tutto) nudo dietro a un telo rosso da torero.

6 agosto 2005 Ripercorriamo le Ramblas, ci fermiamo al Mercat de la Boqueria. Un’esplosione di colori e odori, bellissimo. E visitiamo finalmente il Barri Gotic, centro storico di Barcellona. Ci fermiamo a visitare la chiesa di Santa Maria del Pì. I barcellonesi dicono che abbia il rosone più grande del mondo. Sarà vero o è solo orgoglio catalano? Tappa al negozio di espadrilles “La manual alpargatera” (C. D’Avinyò, 7), molti vip e il vecchio Papa si sono riforniti qui. Poteva non farlo mia madre? Scherzi a parte fa delle scarpe artigianali carine,comodissime e a buon prezzo, vi conviene passarci. Poi visitiamo la Catedral (portatevi qualcosa per coprire le spalle altrimenti non vi fanno entrare o vi danno loro dei foulard utilizzatissimi. Unica chiesa in cui sono stata dove fanno storie). Purtroppo c’erano lavori in corso e non abbiamo potuto vedere la facciata. Uscendo a sinistra c’è un disegno sulla facciata della scuola di architettura fatto da Picasso, ma non aiuta molto ad apprezzare l’artista, meglio i ballerini di tango che ballavano lì sotto. Prendiamo la stradina sempre a sinistra e visitiamo il chiostro con 13 oche simpaticissime, che rappresentano l’età di una santa al suo martirio. Vediamo anche la “casa dell’arcidiacono”, un piacevole cortiletto. Visitiamo anche il Museu d’Historia de la Ciutat. Ha un passaggio sotterraneo che porta ai resti di Barcellona antica, affascinante. Non esalterà forse chi è abituato ai fori imperiali ma si apprezza moltissimo come è tutto valorizzato in questa città…In questo abbiamo solo da imparare. Dirigendoci verso l’albergo percorriamo Portal de l’Angel, via ricca di negozi e artisti di strada dove abbiamo preso un’altra buona orzata.

La sera dopo aver cenato in un ristorante tipico catalano consigliatoci dall’albergatore, andiamo a goderci lo spettacolo della font magica a Palau Reial, gioco di acqua, luci e colori a tempo di musica.

7 agosto 2005 Ritorniamo nel Barri Gotic per vedere l’Ajuntament: il municipio (aperto sabato e domenica, ingresso gratuito). Visitarlo non porta via molto tempo ed è interessante. Fuori stanno girando un film in costume e vedere il quartiere pieno di polvere, terra, cavalli e uomini con costumi d’altri tempi aiuta a viaggiare nel tempo.

Visitiamo il museo Picasso, gratis la prima domenica del mese. Bello, purtroppo non funzionava l’aria condizionata e abbiamo visto tutto il più velocemente possibile. Uscite abbiamo notato il museo Textile d’Hindumentaria, anche qui ingresso gratuito oggi e siamo entrate. Interessante…Sarà che siamo due donne! Dopo una bella mangiata di pesce alla Paradeta ci riposiamo un po’ tra il verde di Pg de Picasso al suono degli uccelli dello zoo lì vicino. Prendiamo un cafè sol (l’espresso) e facciamo una camminata sul mare dirigendoci verso il porto e di nuovo sulle Ramblas tra tanti mercatini e bancarelle (è domenica). Passiamo anche da Placa Reial molto frequentata per i locali e le discoteche, ma noi apprezziamo di più i lampioni di Gaudì rosso-blu (stessi colori del Taranto), pare siano la prima opera conosciuta dell’artista.

8 agosto 2005 Giornata interamente dedicata a Gaudì (iniziava a mancarci). Mattina al Parc Guell (gratuito). Doveva diventare una città giardino per ricchi ma i lavori sono stati interrotti. Quel che c’è però basta per continuare ad apprezzare il talento di Gaudì. E’ l’unica attrazione di Barcellona collegata male. Per raggiungerla abbiamo preso la metro fino a Lesseps e di qui c’è da farsi una bella camminata a piedi in salita. Al ritorno volevamo prendere un taxi ma c’era da fare la fila. Stavano però dei lavori in corso, contestati dal quartiere, per permettere a dei mezzi di arrivare fino all’ingresso…Magari sono terminati. Comunque siamo scese a piedi e abbiamo preso un autobus per la Sagrada Familia. Quando l’ho vista sono rimasta senza parole. E’ grandiosa e rende immediatamente chiaro il motivo per cui Gaudì è detto “l’architetto di Dio”. Siamo entrate (ingresso 8 euro + 3 di audio-guida). Dentro è un cantiere ma vale la pena entrarci, fosse solo perché si contribuisce con il biglietto alla costruzione della chiesa. Qui si trova anche la tomba di Gaudì. Notate all’interno (se non sbaglio nella cupola alla sinistra della facciata della natività) una scultura che rappresenta il demonio che mette una bomba in mano a un terrorista, mi ha colpito.

9 agosto 2005 E’ il nostro ultimo giorno a Barcellona, camminiamo con un po’ di malinconia e provvediamo all’acquisto degli ultimi souvenir e ricordini. All’inizio delle Ramblas (da Placa de Catalunya) c’è una fontana d’acqua potabile. Si dice che chi beve qui tornerà a Barcellona. Io bevo, dopo una settimana questa città mi è entrata nel cuore. Mia madre no, dice che ha ancora troppo da vedere alla sua età. Torniamo nel quartiere “La Ribera”. Ci piace anche perché è pieno di negozietti di abbigliamento vintage o di stilisti locali pieni di fantasia e originalità.

Visitiamo la chiesa di Santa Maria del Mar. Ritorniamo a mangiare alla Paradeta e poi andiamo a vedere il museo d’Historya de Catalunya (ingresso 3 euro). E’ un museo interattivo e per questo carino e leggero. Anche se credo non sia troppo affidabile come ricostruzione storica, ma è piacevole osservare un po’ di orgoglio catalano.

10 agosto 2005 L’ultimo respiro di aria spagnola e si parte! Pasti e locali: § La Fonda. C. Dels Escudellers (traversa delle Ramblas). Si mangiano delle ottime paeille con 10 euro (comprese bevande). Da provare l’arroz negro. L’aspetto lascia perplessi (ha il colore del petrolio), ma il sapore è buonissimo (mia madre mi guardava male mentre lo mangiavo, ma dopo averlo assaggiato me l’ha rubato tutto). Buona anche la crema catalana, con o senza fragole.

§ La Paradeta. C. De Comercial, 7 (non c. Del Comerc, sono vicine ma distinte. Siamo impazzite per trovarlo). Quartiere la Ribera. Aperto da martedì a sabato a cena. Sabato e domenica a pranzo. So che ha anche altre sedi comunque il sito è www.Laparadeta.Com. E’ un ristorante di pesce self-service. Si sceglie il pesce fresco sul bancone, si paga e si aspetta col numeretto di essere chiamati quando è cotto (fritto o alla piastra). Si trovano anche i datteri (vietati in Italia) ma buonissimi e se siete fortunati trovate l’aragosta a prezzi molto inferiori ai nostri. § Bosc de Fades (credo, in italiano bosco delle fate). Non ricordo con esattezza l’indirizzo. E’ in una viuzza parallela alle Ramblas. Comunque c’è l’insegna proprio sulle Ramblas, se non ricordo male all’altezza del museo de l’erotica. E’ un pub centralissimo suggestivo e carino (per cui non si può non passare). Ricorda appunto un bosco popolato da fate e folletti. § L’Ovella Negra. Carrer de les Sitges, 5 (El Raval). E’ una taverna rustica, molto spartana. Più adatta a comitive goliardiche che a coppie ma si beve una buona sangria. Mia madre era brilla al secondo dito, io a metà bicchiere.

A me Barcellona è piaciuta tanto. I catalani sono disponibili, gentili e ci sono molti bei ragazzi. C’è sole fino alle 21,00…È meraviglioso. Nonostante fosse Agosto non ho sofferto assolutamente il caldo, sarà che sono abituata all’afa di Taranto, ma in tutti i locali, i bar, i musei, le chiese, gli autobus c’era l’aria condizionata. Siamo entrate in molti bagni pubblici ed erano tutti puliti. Si mangia bene. Pasto tipico è un primo, che solitamente è una ricca insalata, e un secondo piatto composto da carne o pesce e contorno. Si trova buon caffè all’italiana (cafe sol o solo). L’unico che non siamo riuscite a bere era in un locale in franchising all’americana. Decisamente meglio i bar piccoli e semplici a conduzione familiare. Anche i prezzi non sono male rispetto a noi. Riesce a unire vivacità e apertura culturale al tipico modo di vivere meridionale, per cui spero proprio che la credenza della fontana sia vera. Saluto l’amico Nicola e Gilda di Lanciano (CH) che ospito a Roma ogni volta che partono, e che scrivono per questo sito magistrali resoconti (leggete per esempio – Parigi e i gargoyles de Notre-Dame – , Amsterdam e le sue tre X – e Madrid e le sue tabernas).



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