Sette giorni in Carinzia in camper

Viaggio on the road in camper alla scoperta della Carinzia
Scritto da: Zembo
sette giorni in carinzia in camper
Partenza il: 14/09/2018
Ritorno il: 23/09/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Dopo due anni senza una vera vacanza On the Road, per motivi di lavoro prima e meteo avversi poi, quest’anno ci siamo riusciti: io e mia moglie Emilia abbiamo sincronizzato dieci giorni di ferie dal 14 al 23 Settembre, la meta è la stessa programmata ancora due anni fa. L’idea della Carinzia mi è venuta un giorno quando in una pubblicità di siti di viaggi sono stato attirato dalla foto di una specie di torre in legno tutta contorta che mi ha fatto iniziare ad interessarmi sulle attrazioni ed i posti da vedere, fino a programmare un viaggio in questa regione dell’Austria. Non essendo un gran organizzatore di viaggi e avendo come punto debole di trovarmi al posto giusto nel momento sbagliato, mi sono informato su tutti i turni di chiusura dei 27 punti di interesse che ho messo in un ipotetico percorso da seguire. Come nostro solito partiamo il venerdì pomeriggio con il camper in assetto da combattimento, indumenti 4 stagioni, “cassa peota” convertita da monete a banconote ed il nostro inseparabile Carlino Kappa. Decidiamo di allungare leggermente la strada per poter fare il viaggio quasi completamente in autostrada ma da Portogruaro a Palmanova siamo incappati in una coda interminabile. Prima a passo d’uomo poi ai 20 all’ora fatto sta che siamo riusciti ad imboccare lo svincolo direzione Tarvisio e di lì in poi fortunatamente il viaggio si è fatto più rilassato. Arrivati al valico del Tarvisio facciamo le vignette per le autostrade Austriache e d’un fiato ma sotto una fastidiosa pioggia arriviamo a Villach.

Sabato 15 Settembre – La pioggia che dura fino alle prime luci del mattino ci preannuncia una giornata uggiosa, comunque sia, iniziamo la nostra visita del centro di Villach. Arrivati all’ufficio turistico acquistiamo la Kartnen Card, una di quelle carte che ti permette con una cifra a forfait di avere accesso gratuito ad oltre 100 attrazioni e sconti su molte altre. Visto che siamo a Villach non potevamo mancare di visitare il duomo e salire sul suo campanile da dove si può ammirare dall’alto l’intera città. Ci tuffiamo nel pittoresco mercatino di antiquariato che non abbiamo capito se era allestito per una festività in particolare. Intanto che curiosiamo tra le bancarelle la nostra attenzione è stata catturata dalla voce che proveniva da un megafono che commentava l’impresa di un funambolo che voleva tentare un record attraversando su una cinghia elastica il fiume Drava per ben 90 volte! Non sapremo mai se ce l’ha fatta?! Il pomeriggio esce anche il sole e decidiamo di fare una gita sul battello fluviale ma: prima sorpresa! Il battello quel pomeriggio è stato interamente noleggiato per un matrimonio… Evviva gli Sposi! Poco male siamo vicini al lago Ossiach ed il giro in battello lo facciamo lì. Partiamo dalla seconda stazione quella esattamente sotto la funivia Gerlitzen e facciamo un bel giro di due ore ammirando lo spettacolare paesaggio e le piroette dei parapendio che partono dalla montagna che sovrasta il lago. Scesi dal battello ci incamminiamo per fare un giro “andata, 4 foto e ritorno” sulla funivia, ma chiudete alle 17! Anche se c’è luce fino alle 20 essendo le 16,45 non ci fanno salire! Beh dai, nonostante tutto il primo giorno non è stato male.

Domenica 16 Settembre – Dopo una notte passata in un parcheggio tranquillo ci rechiamo al castello di Landskron, come prima cosa andiamo a vedere la Montagna delle Scimmie dove sono stati introdotti dei macachi provenienti dal Giappone, lasciati completamente liberi nella foresta che a detta della guida rispecchia come tipologia vegetale e climatica l’ambiente dove vivono in natura. Si passeggia con la guida in mezzo alle scimmie che risolvono dei giochi di logica per arrivare ad una mela che è lì come premio ed ai piccoli demonietti che giocano e si spulciano. Durante la visita si cammina all’interno di un percorso delimitato da due corde dove gli umani stanno dentro, ma le scimmie stanno sia fuori che dentro, una di queste ha spaventato Emilia che ha cominciato a chiedere: “Aiuto aiuto aiuto”… creando così un momento divertente per gli altri visitatori. Conclusa questa bella passeggiata tra i macachi arriviamo a piedi su fino al castello dove si svolge lo spettacolo “il volo delle Aquile”. Il castello è un ristorante all’interno di una rocca e percorrendo il giro delle mura si passano in rassegna le voliere dei rapaci. Lo spettacolo non è molto ricco, in meno di mezz’ora è concluso, dopo che i falconieri hanno fatto volare dei corvi, un’aquila ed altri rapaci. Nel pomeriggio ci dirigiamo a Frogg – Rosegg per visitare il Mondo dei Celti… come direbbe il ragionier Fantozzi: “una boiata pazzesca!”. Si entra direttamente in un ambiente da Oktoberfest dove mangiano bevono e cantano… Chi? I Celti? No! La gente del posto che va a far festa?! Esibiamo la card alla cassa della sagra e iniziamo il percorso con la cartina che ci hanno dato… vi spiego la cosa: capanno circolare con all’interno una decina di oggetti antichi, percorso nel bosco, un cerchio di tronchi con tre statue in legno, altro tratto nel bosco, un buco quadrato per terra, ancora un tratto nel bosco, una costruzione di vetro e cemento sì e no di 10 metri quadrati con dentro delle ruote di carro pitturate con la porporina dorata e quattro vasi forse finti, ultimo tratto nel bosco, si passa sotto una specie di arco fatto con tre tronchi e due statue di cani in legno… Fine! Al che alziamo i tacchi e ci dirigiamo verso Klagenfurt. Fatto neanche un chilometro vediamo un cartello che indicava il parco degli animali di Rosegg. Io ed Emilia ci guardiamo e diciamo: “Ma sì dai” e nonostante tutto sono state due belle ore passeggiando nel bosco su per una collina in mezzo a cervi, caprioli, bisonti ed altri animali in semi libertà; averlo saputo prima saremmo venuti qui direttamente. Arrivati a Klagenfurt ci sistemiamo per la notte in un campeggio.

Lunedì 17 Settembre – finito di fare colazione la prima tappa di oggi è Minimundus. Qui la card da diritto ad uno sconto del 50% sul costo del biglietto che è di 19€, con la stessa cifra entriamo in due. Prima di accedere al parco all’aperto c’è un’area didattica, probabilmente per i ragazzi, su due piani con stazioni interattive molto carine che ci intrattengono una ventina di minuti buoni anche se siamo un po’ adulti. Fuori, è come se facessimo un giro degli edifici più belli al mondo. In un paio d’ore si passa dal Taj Mahal alla tour Eiffel, da Cape Canaveral a piazza S. Pietro, dal tempio di Abu Simbel al London Bridge, tutti fedelissimi agli originali e curati fin nei minimi particolari. Unica nota che posso sussurrare è la casualità con cui sono messe le attrazioni che potevano benissimo essere raggruppate almeno per nazioni, in modo da fare un vero giro attorno al mondo. A parte questo irrilevante appunto è veramente molto bello! Un po’ meno bello è stato l’adiacente Planetarium. Sarà perché dopo aver visitato il Planetario Altoatesino di S. Valentino in Campo non ce n’è più per nessuno, ma questo sia come trama dello spettacolo che come distorsione delle immagini, non mi è piaciuto sto gran che.

Dopo pranzo non sto più nella pelle, oggi si va a vedere la Pyramidenkogel, avete presente la torre di legno di cui mi sono innamorato dalle foto? Sì proprio quella. Partiti da Klagenfurt ci dirigiamo verso la torre, dopo una decina di chilometri inavvertitamente quanto fortunatamente faccio cadere il foglio delle coordinate da inserire nel Tommy che tengo nella mensolina del contachilometri, scoprendo così una lugubre lucina gialla ed una lancetta del carburante appoggiata a fondo strumento. Forse nel turbine di cose belle che abbiamo visto o stavolta ho sottovalutato il chilometraggio percorso, fatto sta che mi son preso a secco e devo assolutamente fare carburante! L’ultima stazione di servizio che ricordo è a Klagenfurt e mi mancano 10 minuti alla torre. Do un’occhiata su maps e chiedo a Tommy su eventuali stazioni di servizio in zona; devo proprio tornare indietro! Faccio alcuni minuti di pura guida a risparmio e quando stavo esaurendo anche gli ultimi vapori di carburante un segnale mi indica che a 1500m c’è una stazione di servizio. Mi chiedo se riuscirò a percorrerli, fortunatamente sì. Faccio il pieno e in più metto 5 litri di gasolio in una tanichetta di quelle rosse che non si sa mai. Invertita la rotta finalmente arriviamo alla torre di avvistamento Pyramidenkogel. Sono sincero: me l’aspettavo un po’ più grande ma è davvero bella! Per chi come me ha fatto design non si può che restare incantati davanti ad uno spettacolo del genere, non ve la spiego perché potrei scriverne sopra alcune pagine, ma se vi dico quante foto le ho fatto da tutte le angolazioni capireste quanto mi è piaciuta! A questo punto non ci resta che salire sulla cima; usciti dall’ascensore ti si apre uno spettacolo di panorama a 360°: davanti il lago Worth, dietro altri laghi e colline, una vista di chilometri prima di arrivare all’orizzonte; restiamo a contemplare il panorama per circa mezzora. Scesi dalla torre faccio un’altra decina di foto prima di andar via, ma mi mancano le foto crepuscolari e notturne della torre, quindi, prima di tornare a Klagenfurt ci fermiamo in una piazzola di sosta e mentre Emilia prepara la cena io monto il cavalletto e faccio un’altra sequenza di foto della torre che mentre la luce del giorno cala, lei si illuminata e cambia colore. A Klagenfurt sostiamo nell’area attrezzata con solo tre posti dedicati ai camper.

Martedì 18 Settembre – Essendo in un area sosta all’interno di un grande parcheggio confinante con un rumoroso cantiere edile, già alle 7 accendiamo il motore e partiamo in direzione Parco archeologico di Magdalensberg dove si trova uno dei più grandi siti di resti Romani del nord Europa. Come guida in biglietteria ci danno un foglio con la mappa e la spiegazione in italiano delle varie stazioni che essendo spiegate con cartelli in Tedesco non avremmo capito. Vi consiglio, se visitaste questo luogo di leggere con il telefonino i QR Code presenti in tutti i cartelli perché le informazioni che riceverete sono più dettagliate che nel foglio. Si comincia il percorso visitando delle stazioni che spiegano come fosse la vita degli antichi abitanti, un laboratorio didattico per le scolaresche e poi si inizia il giro tra le varie rovine. A metà percorso si entra nelle terme dove è stato allestito un museo con tutti i reperti ritrovati mentre eseguivano gli scavi ed in fine si conclude andando a visitare i resti delle fonderie dove si vedono ancora i crogioli dove scioglievano l’oro. A noi è piaciuto molto perché ci piace fantasticare su come fosse la vita di quei tempi ma riconosco che, come ho sentito da qualcuno, un sito del genere per chi non apprezza queste cose può non sembrare altro che un mucchio di sassi. Finita anche questa visita puntiamo il muso del camper verso il castello Hochostervitz. Già da qualche chilometro di distanza lo si vede ergersi su una ripidissima collina ed appare spettacolare. Eravamo consapevoli che il biglietto per visitare il castello aveva solamente lo sconto del 10% quindi ci sarebbe costato 13,50 Euro a testa, indicato come il più bello della Carinzia ci stà anche bene, però per un piccolo infortunio ad un dito del piede di Emilia invece di fare il sentiero che porta sulla sommità della collina siamo costretti a spendere 9 euro, sempre a testa per prendere l’ascensore su rotaie… Vabbè, Se è un castello bellissimo facciamo anche questo?! Prendiamo l’ascensore e saliamo su al castello ed arriviamo direttamente sotto le mura superiori, le costeggiamo qualche decina di metri ed arriviamo al chiostro dove si apre un cortile. Di fronte a noi un ristorante tristissimo dove la cameriera è seduta ad un tavolo col cellulare in mano ed il cameriere sta stancamente appoggiato al bancone del bar. Vediamo l’indicazione per il museo; entriamo e sono tre stanze con: armature, archibugi ed altre armi antiche che per disposizione dei proprietari non si possono fotografare. Tutto qui? cioè: io ho speso 48 euro per salire su un ascensore vedere tre stanze e fine? Altro che deluso, di più! Per poter vedere qualcos’altro decidiamo di scendere il sentiero che costeggia a spirale attorno la collina passando le innumerevoli porte e torrioni; scopriamo un bel giardinetto curatissimo e fiorito ed una cappella molto carina, ma quando siamo quasi in fondo chiedo a mia moglie se la sentirebbe di tornare su, mi chiede: perché?! ed io le rispondo che un ascensore che costa tanto che con gli stessi soldi vai in cima alla tour Eiffel, lo prendo sia andata che ritorno! Lei ridendo si gira e piano piano comincia a salire. Arrivati all’ascensore, lo chiamiamo, scendiamo ed arriviamo al cancelletto che per salire abbiamo aperto appoggiando il biglietto su un lettore ottico, dalla parte dell’uscita non c’è, e mo? Aspettiamo, non si apre, bussiamo all’altra porta che dovrebbe dare verso l’interno della biglietteria, niente, vedo un pulsante giallo con scritto qualcosa in tedesco ma io non capisco nulla, lo premo, si apre il cancello e parte un allarme! Ci guardiamo attorno e pare che a nessuno gliene poteva interessare di meno; a questo punto ci scappa una risata, andiamo al camper con noncuranza e ce ne andiamo direzione Huttemberg, dove passiamo la notte in un tranquillissimo parcheggio.

Mercoledì 19 Settembre – Qui ad Huttemberg quasi non ci dovevamo venire perché un bel po’ fuori percorso. Ma hai presente quella vocina che ti dice: Vai, vai!? Ecco, io l’ho ascoltata. Questo è il paese dov’è nato Heinrich Harrer l’autore del libro “7 anni in Tibet” e dove ha sede il museo a lui dedicato. Mai me lo sarei potuto perdere! Non sono Buddista ma sono attratto dalla filosofia, la storia e tutto quello che è Tibetano, ho una passione particolare per i racconti di alpinismo, dell’Everest e in questo posto pieno di arte orientale mi ci sono proprio immerso. Spettacolari sono: la sala del trono del Dalai Lama, il mandala, la ricostruzione di un altare nella stanza delle cerimonie e tanto altro che quando mi torna in mente mi parte la nostalgia. Se dovessi fare una classifica delle cose viste in Carinzia questo museo si merita il primo posto. Fuori dal Heinrich Harrerr Museum attraversata la strada c’è la ricostruzione di un “sentiero Tibetano” abbarbicato ad una parete rocciosa che per il costo di 2 Euro pensate me lo sia perso? Non è niente di che, ma salire le scalette sotto le bandiere di preghiera che muovevano al vento, far girare, anche se erano realizzate con i fusti dell’olio, le ruote di preghiera e con un po’ di fantasia percorrere il ponte Tibetano… anche se la mia dolce metà a momenti è stata presa dalla paura alla fine del sentiero ha ammesso che non se lo sarebbe perso. Non è ancora mezzo giorno e decidiamo di incamminarci verso Schloss Albeck. Arrivati a poche centinaia di metri ci fermiamo davanti ad un ponticello in legno con portata massima di 1,5 tonnellate ed essendo il camper decisamente più pesante ci domandiamo come ci si possa arrivare; cerchiamo un posto per poter parcheggiare che in caso si va a piedi ma i posti dove sostare li vediamo tutti al di là del ponte. Visto che questa meta è una delle poche scelte da Emilia mi dispiace non portarcela ma ci dobbiamo arrendere e ci spostiamo; sostiamo vicino un mulino per preparare una pasta al volo. Fin che bolle l’acqua accendo il tablet e comincio a scrutare maps, che Tommy è anziano e a volte non funziona bene. Eppure in qualche maniera ci si dovrà arrivare!? Cerca nella mappa fotografica e non è abbastanza ad alta definizione, poi cambiando modalità in topografica e noto che a circa un chilometro c’è un sentiero e sembra ci sia spazio anche per parcheggiare. Finito di mangiare ci riposiamo 20 minuti e proviamo a vedere se riusciamo a prendere il sentiero che ho trovato; diciamo che l’entrata turistica forse sarebbe stata questa poiché indicava che sto benedetto sentiero portava al parcheggio del castello. Giunti sul posto non c’è anima viva, sulla porta del castello che sembrava più un agriturismo c’era un foglio con scritto qualcosa ma nemmeno andando a naso abbiamo capito; poco male, le sculture in legno che dovevamo vedere sono sparse su un grande prato senza recinzioni e ci siamo goduti la visita attorno le sculture indisturbati. Soddisfatti di essere riusciti a vedere anche questo luogo decidiamo di spostarci subito poiché domani dobbiamo essere a Seeboden e da qui sono 77 chilometri, potremmo fare il tragitto più breve che ci farebbe risparmiare molta strada però visto che dovremmo fare un passo di montagna e non conoscendo la strada preferiamo allungarla ma viaggiare in autostrada. Giunti a destinazione ci sistemiamo in un campeggio vicino al lago per la notte.

Giovedì 20 Settembre – A poco meno di due chilometri dal campeggio c’è un posto che non posso non visitare. Come ho già detto, sono un appassionato di arte orientale e Bonsaista praticante, quindi se in Carinzia c’è il più grande museo del Bonsai d’Europa, pensate che io non possa visitarlo? All’ingresso vedo un segnale di divieto con dentro una fotocamera, faccio notare alla gentilissima Signora Giapponese che ci sta registrando le card che al collo ho la mia macchina fotografica mentre con l’indice le indico il segnale: si gira a guardare il segnale, guarda me e sorridendo mi dice “Ja panorama, no particular”, adesso posso rilassarmi. Il percorso nel giardino tra laghetti con carpe Koi, giardini Zen e Bonsai penso lo si possa girare in un’oretta, ma io facevo avanti e indietro come un bambino in un negozio di giocattoli tanto che la mia signora ad un certo punto si è seduta su una panchina e mi ha detto: lo sai quante volte siamo già passati da qui? Sì, ma devo ancora rivedere i Suiseki, i Tokonoma, devo fare una foto di nascosto a quel bellissimo ginepro in stile Sabamiki… tranquilla, altri cinque minuti e poi andiamo! Uscendo passiamo anche per la serra dove ci sono piante in lavorazione e chiedo alla signora se mi assume anche solo per spazzare le foglie, mi sorride ma capisco che non ha capito nulla. Non è ancora mezzogiorno e qua vicino c’è il castello di Sommeregg dove ci dovrebbe essere lo spettacolo dei Cavalieri Medievali. Arriviamo, parcheggiamo il camper e si entra al castello. Al primo piano c’è il solito ristorante, salendo le scale per andare sul belvedere in cima alle mura si passa accanto ad una porta anonima con su scritto “Entrata”. Boh? Sarà per entrare a visitare il castello? Entriamo e ci troviamo in un negozietto di souvenir, ma c’è un’altra porta con il cartello “Entrata”, chiediamo alla signora alla cassa se si visita il castello, ci registra le card e ci chiede un euro per entrare con la macchina fotografica. Dove siamo capitati?!! Sapete quando tu ti aspetti di entrare a visitare le stanze di un castello medievale e invece entri in un tunnel degli orrori, beh, quello era il museo delle torture!! Manichini fatti anche approssimativamente ed impolverati messi a torturare … non ci è piaciuto, un giretto di un quarto d’ora e siamo usciti. Mentre tornavamo giù chiediamo per lo spettacolo dei cavalieri visto che dove dovrebbe essere il campo dei tornei è ancora deserto; ma va’!? anche sta volta mi son sbagliato giorno, ma che dico: mese! sì perché gli spettacoli li fanno soltanto in luglio ed agosto. A questo punto ci avviamo all’uscita quando attraversando il ristorante vediamo la cameriera passarci accanto con delle mega cotolette con patatine, io ed Emilia ci guardiamo e senza dir niente ci sediamo ad un tavolo, chiediamo alla signorina di portarci quello che ha portato all’altro tavolo e lei sorridendo ci dice: “Ja, Viennese!” per oggi , strappo alla dieta ! erano Speciali ! Finito di mangiare siamo un po’ stanchi e propongo di farci un altro rilassante giro in battello sul lago Millstatt. Complice la splendida giornata e il sole basso all’orizzonte le due ore che impiega il battello a fare il giro completo ci passano in un lampo. Finito anche questo bel giro sull’acqua ci rechiamo direttamente al parcheggio della Funicolare Kreuzeck.

Venerdì 21 Settembre – Questa mattina con la luce del sole vediamo bene il vagoncino della funicolare che con quella rete sul fianco ci inquieta un pochino, allegro come colori: rosso e giallo, ma essendo completamente aperto ti dà l’impressione di non essere molto sicuro. Arriviamo per primi alla biglietteria e con noi altre persone scese da alcune macchine, il primo viaggio dovrebbe partire tra un quarto d’ora quando arriva una corriera di turisti tedeschi che ci avvolgono come una nuvola. Quando aprono il cancelletto ci saranno passati davanti in 20 (alla faccia dello stereotipo: Tedeschi = educati) e noi ci accodiamo; passiamo il cancello ed il controllore ci manda indietro e lo fa anche con le altre persone arrivate prima dei tedeschi, morale della favola visto che loro erano di un viaggio organizzato gli hanno dato la precedenza! Un po’ stupito dell’accaduto noto il disappunto anche degli altri escursionisti “Austriaci” che erano in coda con noi. Pazienza, siccome le corse sono ad intervalli di mezz’ora, ci mettiamo l’animo in pace e aspettiamo. Finalmente si parte, il vagoncino già inquietante di suo comincia a vibrare e cigolare; e forse per l’elasticità del cavo a strattonare. Emilia e Kappa mi guardano con gli occhi grandi e in un frangente del genere mi scappa una risata e li immortalo con una foto. Dopo undici minuti di salita arriviamo alla stazione superiore, accanto ad un bacino di accumulo d’acqua per la sottostante centrale elettrica, da lì partono alcuni sentieri, noi non sapendo il tedesco non capiamo dove portano e ci accontentiamo di fare una passeggiata fino al belvedere da dove si scorge una parte del lago Millstatt. Dopo un’oretta ce ne ritorniamo giù con quel coso che in discesa è ancora più inquietante, felici di aver portato a casa la pelle. Scherzo, in sé la cosa di andar su e giù con la funicolare non è altro che un bel giro in giostra. Sono ormai le undici e saliti nel camper ci rendiamo conto che oggi è l’ultimo giorno di validità della KarntenCard , abbiamo esaurito la lista e non sappiamo dove andare ; guardiamo la mappa e nelle non proprio vicinanze abbiamo due opzioni: o tornare indietro di alcuni chilometri ed andare nel “Regno di Re Waldgeist” che da quanto leggiamo dovrebbe essere un sentiero circolare che percorrerlo dura circa un’ora , dove raccontano la fiaba di questo Re ; oppure proseguire la nostra strada e deviare per il “villaggio dei Cercatori d’oro”. Optiamo per il secondo. Fino a qualche chilometro dal villaggio non c’è nessun problema ma quando arriviamo a quattro chilometri le cose cominciano a farsi complicate. Si deve percorrere una strada in un bosco fitto, ad una sola corsia, senza parapetto, con una pendenza impressionante che: se malauguratamente dovessi decidere di tornare indietro, con il camper dovrei farmela tutta in retromarcia. Decido di tentare la sorte, mettere la prima e con l’acceleratore a metà salgo, fortunatamente incrociando solamente una macchina. Ci ho messo più di un quarto d’ora per fare tre chilometri e nel momento che abbiamo trovato un parcheggio disponibile, noi ci fiondiamo dentro, ci mettiamo tranquilli a mangiare qualcosa e poi con calma proseguiamo a piedi. Da lì ci vogliono buoni 20 minuti per arrivare al villaggio che sorge ai lati di un torrente. Il posto ci appare da subito molto carino, ci sono tutte le macchine per la lavorazione dell’oro, le strutture sono completamente in legno e funzionano mosse dall’acqua che fa girare delle ruote di mulino che a loro volta azionano i meccanismi. Salendo lungo il torrente ci sono i cartelli, questa volta anche in italiano, che spiegano la vita dei cercatori ed il funzionamento delle macchine. Giunti alla fine del percorso, con una passeggiata di altri cinque minuti arriviamo sotto una bellissima cascata molto alta che scende facendo più salti dove ci facciamo le ultime foto del nostro bellissimo viaggio. Domani dovremmo fare un tour di Lienz e per la notte ci fermiamo casualmente nel carinissimo campeggio-fattoria “Lindler” a Lassach, dove per fare la spesa apri un frigorifero per salumi e formaggi o un cassone di legno per il pane , prendi quello che ti serve e metti i soldi del prezzo indicato su un foglio scritto a mano dentro un bussolotto di vetro ! A detta della Signora non è mai mancato nulla!! Ci facciamo convincere di cenare al ristorante del campeggio che ci indica il simpaticissimo proprietario: cucina lui stesso in un piccolo container, la sala è in una casetta da giardino con nel mezzo quattro tavolini sotto la pergola che li collega, mangiamo benissimo e serviti meglio tanto da dover mettere all’istante una recensione a pieni voti su google.

Sabato 22 Settembre – dovevamo fare un giro a Lienz ma le temperature si sono abbassate di molto nella notte, piove e soffia un vento fastidioso che ci fa desistere e prendere la strada di casa. Ritorniamo per il Brennero e ci fermiamo un giorno al nostro caro, vecchio lago di Caldonazzo, pizza all’Happy days, notte romantica in riva al lago e la domenica mattina ripartiamo per casa. È incredibile la gentilezza e la cordialità che abbiamo ricevuto in questa terra, l’onestà dei suoi abitanti li porta a mettere i giornali in grosse buste di gomma trasparente appese ai lampioni degli incroci con a fianco un sacchettino per i soldi dove chi non ha moneta mette la banconota e si tira fuori il resto. La pulizia dei luoghi, strade e parchi non è dovuta alla presenza di guardiani o netturbini ma dal senso civico delle persone che a loro volta lo trasmettono per contagio!

Se siete arrivati fin qui vi ringraziamo per la lettura

Diego, Emilia e Kappa

Guarda la gallery
viaggioontheroad-h7vp5

Parco degli animali a Rosegg

viaggioontheroad-vw1kp

Villach dal campanile

viaggioontheroad-h3nxx

Torre PYramidenkogel

viaggioontheroad-net3d

la montagna delle scimmie a Landskron

viaggioontheroad-m6uas

Castello di Hochosterwitz



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche

    Video Itinerari