Isole Lofoten & Capo Nord

Viaggio itinerante fly and drive. Visita di Capo Nord e delle Isole Lofoten, quasi 2500 chilometri in 7 giorni
Scritto da: Gianpietro
isole lofoten & capo nord
Partenza il: 09/08/2015
Ritorno il: 18/08/2015
Viaggiatori: 16
Spesa: 3000 €
Norvegia 2015 “Lofoten & Capo Nord”

Premessa

Capita che ci si trovi a decidere per le vacanze tra amici e ognuno dica la sua del tipo di vacanza che vuole fare.

Capita anche però e così è capitato che io decida di partire da solo e poi trovare un gruppo di amici nella stessa vacanza.

Così succede nei viaggi di “Avventure nel mondo “ dove ognuno sceglie una meta di quelle disponibili, s’iscrive e poi parte e incontra e conosce persone nuove. Bello vero!

Così è stato per quest’estate calda 2015.

Decido quindi di iscrivermi per il viaggio “Lofoten & Capo Nord” di nove giorni, Agosto 2015.

Cercherò di raccontarvi in queste pagine le mie impressioni di viaggio, le attese, quello che è stato e un po’ di dati e di luoghi visitati senza fare però una cronaca della vacanza.

Insomma sta che ci si trova un po’ all’aeroporto di Milano e un po’ a quello di Roma.

Ecco i nomi di quelli che sono stati i miei compagni di viaggio.

Giacomo, Silvano, Alessandro, Michele, Simone, Luigi, Alessandro, Iaia, Michela, Elena, Federica, Valeria, Ombretta, Susanna, Linda e naturalmente io, il Gianpi.

Negli zaini e nelle valigie c’è un po’ di tutto considerando che il tempo a quelle latitudini potrebbe riservare sorprese, e c’è chi si porta via mezzo guardaroba su un borsone da cinema in previsione di climi dal tropicale a quello più rigido del polo nord!

Il programma di viaggio prevede in sette giorni (2 di viaggio, volo a/r) di arrivare a Capo Nord, dal paese di Tromso e poi di scendere fino a visitare gran parte delle isole Lofoten e rientrare a Tromso per tornare in Italia mezzo aereo. Dormire nelle casette più o meno dotate di bagno o cucina dei vari campeggi, debitamente prenotati in anticipo. Il tutto con le macchine prese a noleggio per un totale che sarà di 2350 km, sotto la super visione di Giacomo, il nostro coordinatore.

Durante il viaggio si percorrono le strade della Norvegia rispettando sempre tassativamente i limiti di velocità.

Come dicevo la prima meta è Capo Nord.

La prima tappa di avvicinamento dal campeggio di Tromso verso Alta, 300 km più a nord ci fa prendere un po’ mano con il paesaggio e la strada che varia spesso tra il seguire i continui e sinuosi fiordi ma anche il passaggio tra una valle e l’altra superando qualche altura per poi ritornare a livello del mare. Siamo costretti anche a prendere due traghetti per alcune piccole tratte da dove il paesaggio si osserva meglio ed è affascinante fotografare il tratto di mare, la collina e il più delle volte la montagna sullo sfondo con ancora le chiazze di neve ben visibili. Il tempo è bello, il sole scada gli animi, c’è allegria nel gruppo che comincia a conoscersi e amalgamarsi.

Per il mangiare durante il viaggio e nelle sere nei camping ci si organizza al meglio, in parte con le scorte portate dall’Italia, visto i costi elevati della Norvegia, e in parte con la spesa che quasi ogni giorno si faceva nei supermercati che si trovavano sulla strada. Naturalmente il panino con il salmone nei primi giorni era il “piatto forte” ma poi anche insalata, formaggi freschi e frutta abbondavano ed era bello cercare una secca o un angolo di fiordo per fermarsi a mangiare seduti sui sassi a contemplare il paesaggio, osservare i gabbiani, scattare foto, fumare una sigaretta.

I bungalow del campeggio di Alta erano carini dotati di cucina e bagno, ma non sempre troveremo tutte queste comodità!

Essendo un viaggio itinerante, ogni mattina bisognava ripartire con i propri bagagli e la cambusa, il tutto da ricaricare nelle macchine e spesso alla spicciolata, perché la strada de percorrere ogni giorno era lunga, ma le soste per fare la spesa, fare pipì, fare foto ad ogni angolo di paradiso che ci aspettava dietro ogni curva, imponevano di partire entro le 8, ma non sempre ci si riusciva!

La seconda tappa quindi prevedeva l’arrivo a Capo Nord, 240 km di macchina per arrivarci e di seguito un trekking di sei ore e 18 km per raggiungere l’estremità ancora più a nord della più conosciuta località dove sole la forza delle proprie gambe avrebbe portato a destinazione.

La suggestione di Capo Nord è comunque ineguagliabile, ma gli animi si potrebbero anche smorzarsi se si dovesse trovare magari nebbia o brutto tempo, da non vedere niente là sulla piattaforma rialzata con la sfera di metallo che rappresenta il mondo. Non è stato il nostro caso fortunatamente, il tempo è stato clemente con noi, a parte il vento che soffiava forte, ma il panorama ce lo siamo gustato tutto, ed è stato impossibile contare gli innumerevoli selfie e autoscatti che tutto il gruppo ha continuamente fatto per celebrare l’arrivo , ma tutto ciò era prevedibile, naturalmente. Dopo l’entusiasmo e i soliti gadget degli stemmini con la calamita da acquistare nell’unico negozio di souvenir presente in loco alcuni di noi con buona lena iniziano quel trekking che parlavo per raggiungere Knivskjelodden il vero punto più settentrionale del continente. Di certo non è stata solo una passeggiata raggiungere l’estremità del promontorio , infatti solo alcuni sono arrivati per firmare il libro delle presenze , altri dopo 2 ore di cammino hanno fatto marcia indietro, altri non sono neanche partiti. Lode a quelli che hanno portato a termine l’impresa se pur con difficoltà ma con tanta soddisfazione. Da rifare la prossima volta , sicuramente.

La mattina del giorno dopo nuvole basse sui monti e una buona pioggerella rende i nostri scarponi lasciati fuori dalle casette del campeggio di Nordkapp decisamente inutilizzabili e così con le scarpe di ricambio asciutte si riparte con le nostre auto per il trasferimento fino a Altafjord camping 300 km più a sud con le solite soste per le foto, per la pipì per la spesa ma con alcune altre soste come per il museo di Alta con la visita di una serie di incisioni rupestri che recano le tracce di un insediamento datato dal 4200 a.c. al 4500 d.c e all’interno un’ampia introduzione all’era preistorica nel Finnark. Una serie di animali imbalsamati, tra cui l’orso bianco e le renne all’interno del museo è momento di scherzose fotografie tra il gruppo. Si giunge fino a Langfjordbont per l’escursione con il gommone sul ghiacciaio Oksfjordkelen. Qui solo pochi temerari affrontano la vestizione con grosse tute termiche contro il vento e gli eventuali schizza d’acqua dal gommone. Si viaggia con il gommone all’interno del fiordo per circa 12 minuti per raggiungere alla fine il ghiacciaio sovrastante che con un salto di un centinaio di metri genera una cascata e della neve ormai sporca arriva a lambire l’acqua. Anche qui le foto che riesco a fare non sono male , rappresentano un buon archivio per i miei album fotografici che andrò a fare. Il tempo seppur non proprio bellissimo tiene abbastanza anche quando arriviamo al campeggio di Alta dove divise le camere tutte con bagno e doccia, ci si ritrova nella casetta più spaziosa per la cena preparata dalle ragazze , il più delle volte, mentre il compito del lavapiatti spetta agli uomini. Si ride e si scherza bevendo qualche birra, e si fa il briefing per la giornata successiva, con la cartina e il puntatore laser rosso espongo per sommi capi la strada da percorrere e gli eventuali stop durante il percorso.

La mattina seguente ci muoviamo verso l’isola di Senja la più grande della Norvegia, il tempo non aiuta di certo e sempre con qualche acquazzone addirittura da dover pranzare in macchina per il vento e il brutto tempo all’esterno arriviamo al Senja camping nei pressi di Silsand. Forse il peggior camping di tutti , senza bagno ne cucina nei piccoli bungalow, si decide per la cena presso un ristorante a pochi chilometri così per assaggiare i prodotti locali , ovvero stoccafisso o balena, scelta perfetta, cena ottima.

Si riparte la mattina seguente direzione isole Westeralen facendo tappa lungo il percorso a Hamnisenja grazioso piccolo villaggio di pescatori per qualche minuto di pausa, che poi è sempre mezzora!

Si continua il percorso e pochi chilometri ancora arriviamo a Gryllerfjord per prendere il traghetto per la cittadina di Andenes sulle isole Westeralen. Un’ora e mezza di traghetto con mare calmo che Susanna certo non se lo dimenticherà per un bel pezzo, dato l’effetto che le ha fatto la nave , ma non scendo in particolari a raccontarvi… Nel frattempo a Andenes dopo essere scesi dal traghetto , un gruppo decide di fare l’escursione in mare aperto con un’altra barca per vedere le balene , invece il resto del gruppo pian piano scendono lungo l’isola fermandosi prima a mangiare , poi a fotografare un faro e arrivare ormai a sera al campeggio di Fiordcamp a 40 km dalla più conosciuta Sortland. Il tempo intanto era decisamente migliorato tanto che dal campeggio assistiamo forse al più bel tramonto in assoluto e restiamo alzati fino a tardi per fotografarlo , considerando che a quelle latitudini d’estate non viene mai scuro ed il cielo resta sempre chiaro anche di notte , così ci godiamo un tramonto sul fiordo da capogiro! Il gruppo invece che ha visto la balena, o qualcosa di simile arriva al campeggio qualche ora dopo e come le altre sere si cena a ora tarda, ma sempre in compagnia un bel bungalow con acqua calda per la doccia.

La mattina si deve ripartire alla svelta per riuscire a prendere il traghetto a Melbu per arrivare definitivamente sulle isole Lofoten vere e proprie con una giornata di sole che resterà nella storia! Si raggiunge il paese di Svlovaer. Situata su un porto, la città vive di turismo e di pesca del merluzzo. Numerose sono le partenze per i tour in nave o in gommone per la visita alle isole o ai fiordi, così anche noi decidiamo di fare il tour con il gommone che raggiungeva la velocità di ben 40 nodi, e bisognava tenersi ben stretti per non rischiare di essere catapultati in mare durante le repentine curve per farci comunque divertire. Il giro di quasi due ore proponeva la visita di una cascata all’interno di un fiordo largo solo ottanta mt. e poi la vista sulle rocce di un gruppo di aquile veramente spettacolari, e il rientro in porto attraverso un piccolo paesino di pescatori su un’isola. Esperienza anche questa baciata dal sole. Sul molo, alle bocche del porto abbiamo aspettato che entrasse in porto la Postale dei Fiordi. Si tratta di una grossa nave che fa la rotta di Hurtingruten, che è considerata l’esperienza via mare più bella per vivere la Norvegia. Insomma questi ultimi giorni della vacanza ci stanno regalando emozioni a non finire che ci rimarranno sicuramente per molto tempo, almeno fino al prossimo viaggio.

Raggiungiamo il campeggio nei pressi di Slvolvaer dove dormiremo 2 notti prima di rientrare a Tromso. Si pensava di poter fare un po’ di festicciola la sera bevendo qualcosa per rallegrare la serata all’interno del campeggio, sennonché ai supermercati non è possibile acquistare bevande alcoliche dopo le ore 20 e purtroppo noi ci siamo arrivati poco dopo e di conseguenza la sera di ferragosto ci è rimasta da bere solo l’acqua del rubinetto tra l’altro molto buona e fresca, per fortuna la cena con pasta al pesto ha ripagato comunque.

Tra l’atro all’interno del campeggio e come un po’ in tutta la Norvegia sono quelle presenti tipiche abitazioni di colore rosso. Piccole case o bungalow, il più delle volte situate vicino a un corso d’acqua o sulle rive del fiordo che riflettendosi appunto sull’acqua ne determinano una composizione fotografica che ai miei occhi non poteva certo scappare, e numerose solo state le occasioni per ottenere immagini a mio avviso accattivanti per i miei archivi, oltre naturalmente alle piccole imbarcazioni dei pescatori, gli scenari dei fiordi con quelle montagne non troppo elevate ancora a macchie coperte di neve. La mia attenzione fotografica è stata catturata anche e non da ultimo dalle persone che hanno con me fatto questo viaggio.

Si riparte, in macchina sempre baciati dal sole, si dice che queste due giornate sulle isole Lofoten siano state le migliori in assoluto, per un’altra giornata di strabilianti paesaggi. Percorriamo tutte le isole finché la strada non finisce. E cioè fino al paese di A, proprio al punto più a sud , non senza continue soste. La prima per visitare il paesino di Henningsvær. Incantevole centro di pescatori diviso a metà dal fiume e con le casette rosse e non solo che in ogni lato della strada sono soggette a mitragliate di foto e di particolari, delle finestre o dei balconi o di oggetti appesi o di piccoli murales. C’e’ il tempo per un’ennesima foto di gruppo e una bella camminata fino al faro in fondo al paese e con lo sfondo di un bel ponte ci si diverte e compiere veri servizi fotografici alle ragazze in posa! Già quasi due ore volano via e si riparte per scendere sempre più in giù dove un fiordo offre il fantastico effetto di due diverse tonalità di acqua data sicuramente dalla diversa profondità delle acque, allora, ci si ferma e si scatta e si fa anche la panoramica a 180 gradi.

Mancava solo per farla al completo una bella spiaggia per fare il bagno… ecco che cercando una trattoria per mangiare , si arriva a Rambergr Gjestegard la spiaggia bianca per eccellenza, unica del suo genere e allora metà gruppo va a mangiare a buffet salmone affettati, gamberetti ecc. ecc.! Gli altri si spaparanzano sulla spiaggia bagnandosi i piedi sul mare, ma niente bagno, acqua troppo fredda! Eccetto qualche norvegese che impavido dell’acqua fredda non esita a fare la classica corsa dalla spiaggia! Altre due ore e più volano in un attimo ma la strada per il paesino di A ormai dista poche decine di chilometri. Ancora una deviazione al paesino di Reine, un concentrato di casette rosse a palafitta sulle rive del fiordo, che il sole del pomeriggio rende incantevole non poteva essere tralasciato assolutamente. Da lì ad A sono veramente pochi chilometri e posteggiamo proprio nel posteggio dove la strada finisce. Procediamo a piedi lungo il sentiero e subito si aprono davanti a noi lo scenario delle rocce a strapiombo e alcune aree verdi, dove ci riposiamo osservando il paesaggio e fotografando quelle rocce così belle con l’acqua che si staglia contro a ogni onda del mare… Non c’è così tanto tempo per osservare tanta bellezza che giriamo la macchina per rientrare al campeggio, quasi 150 km più a nord. E’ l’ultima giornata sulle isole Lofoten, ci rilassiamo gustandoci scenari e giochi di luce e ombra di sovrumana bellezza fino alle ventidue circa, ora di arrivo al camping, tanto era appena calato il sole ma sembrava ancora giorno pieno.

E per la penultima volta si rimettono le valige in macchia e si riparte. Il viaggio dell’ultimo giorno è impegnativo. Ci dividono da Tromso oltre 400 km che percorreremo in quasi nove ore, con le solite fermate ormai all’ordine del giorno. Per fortuna abbiamo avuto la possibilità di alternarci alla guida, avendo stipulato il contratto con l’autonoleggio, per due guidatori per macchina. Nelle macchine c’era sempre una bella atmosfera, con la musica che suonava forte, sempre varia e che piaceva a tutti o quasi…

Il giro per il centro di Tromso ci fa scoprire un bel locale per passare le ultime ore in Norvegia, una cena per assaggiare nuovamente la carne di balena e bere una buona birra, spendendo le ultime corone della cassa comune. Ormai alla fine del viaggio non mi resta che fare due considerazioni finali una pro e una contro.

La mattina dopo l’aereo ci riporta tutti a casa.

Sicuramente il viaggio ha rispecchiato le mie attese di visitare un posto paesaggisticamente incredibile, contento di aver portato a casa le fotografie che sempre avrei voluto fare.

Il gruppo che ho conosciuto, persone straordinarie, con tanta voglia di conoscere nuovi luoghi ma anche abituati a viaggi un po’ avventurosi non sempre dotati di ogni confort.

Una nota negativa, se devo proprio dirla, bè…ci penso ancora un po’ dai.

Non mi stancherò di ringraziare tutti i componenti del gruppo , per la disponibilità e l’amicizia nei miei confronti , spero di essere stato all’altezza e di non aver mai creato momenti di tensione se ce ne sono stai , per colpa mia.

Se qualcuno avesse bisogno di eventuali spiegazioni non esitate a contattarmi a info@gianpietro.it

Un saluto e un arrivederci a presto da Gianpietro, turista un po’ per caso un po’ per gioco.



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