Niagara Falls, Toronto, Motreal, Quebec City

NIAGARA FALLS L’arrivo a Niagara non è proprio quello che ci aspettavamo, entrando in città sembra infatti di essere all’interno di un enorme luna park con negozi, sale giochi, giostre, hotel e casinò, e poi finalmente lo spettacolo mozzafiato della natura. Il fragore dell’acqua in caduta e le colonne di vapore acqueo fanno presagire con...
Scritto da: apex7317
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Viaggiatori: in coppia
NIAGARA FALLS L’arrivo a Niagara non è proprio quello che ci aspettavamo, entrando in città sembra infatti di essere all’interno di un enorme luna park con negozi, sale giochi, giostre, hotel e casinò, e poi finalmente lo spettacolo mozzafiato della natura. Il fragore dell’acqua in caduta e le colonne di vapore acqueo fanno presagire con largo anticipo l’imponenza di quello che vedremo. Lo spettacolo è ben più impressionante di quanto si possa rendere a parole e le due cascate, una americana ed una canadese, ci fanno letteralmente venire i brividi. La furia delle acque sfocia nel lago Ontario nella tranquilla cittadina di Niagara on the Lake che sembra essere lontana anni luce dallo scenario presente solo qualche chilometro a monte… LA MULTIETNICA TORONTO Eccoci a Toronto, forse la città canadese più americaneggiante che c’è. L’impatto con i grattacieli è davvero particolare, arriviamo a Downtown dalla periferia ed uscendo dalla metropolitana ci troviamo ai piedi di queste mostruosità edilizie, tanto pazzesche quanto affascinanti. Dopo qualche isolato a passeggio tra tombini fumanti, chioschi di hotdog e persone in giro con bicchieroni di caffè, come in una scena di un film, saliamo sulla CN Tower, 553 metri d’altezza, da cui si può godere di una vista a 360° del lago Ontario e della sconfinata città di Toronto. La nostra visita continua a piedi da un quartiere all’altro, o meglio da una nazione all’altra, già, passiamo attraverso Chinatown, poi improvvisamente si sente parlare italiano, qualche altro turista, pensiamo, e invece no. Attraversata la strada siamo infatti entrati a Little Italy, e poi più in là nel quartiere greco, in quello pakistano, e così via. Un mezzo giro del mondo in poche ore. Proseguiamo passeggiando in alcune delle strade principali a carattere unicamente commerciale come la Finch, la Younge, la Bloor e la Queen e non possiamo fare a meno di notare che in pieno inverno ci sono persone che girano in camicia o in maglietta a maniche corte. Di li a poco ne scopriamo il motivo, esiste infatti una città sotterranea costituita da decine di chilometri di tunnel che la gente usa per spostarsi tra un grattacielo e l’altro, tra gli uffici, tra le fermate della metropolitana, ecc. Questa seconda città chiamata “The Path”, il sentiero, in cui si trovano tutti i negozi ed i servizi presenti in superficie, permette il regolare movimento e lo svolgimento della vita di tutti i giorni a dispetto della rigidità dell’inverno canadese. Il secondo giorno ci dedichiamo alla scoperta delle poche attrattive storiche che offre Toronto, visitiamo il sito di un vecchio fortino delle giubbe rosse, la vecchia casa del governatore della città, Casa Loma, ed un villaggio di pionieri in cui sono presenti alcune case dell’epoca pionieristica dove è possibile vedere lo stile di vita dei colonizzatori di questa regione.

Per i più spendaccioni è invece d’obbligo un giro nel più grande centro commerciale della città, l’Eaton Centre, in Younge Street, all’interno del quale oltre a trovarsi negozi di ogni genere è presente un ufficio governativo nel quale si puo’ richiedere il rimborso dell’iva semplicemente presentando gli scontrini degli acquisti.

UN ANGOLO DI EUROPA A MONTREAL Da Toronto partiamo per trascorrere il finesettimana in Quebec, la regione francese. La prima tappa è la città di Montreal. Sentir parlare francese oltreoceano come se fossimo soltanto al di là delle Alpi è davvero molto strano, ma questa impronta europea fa guadagnare alla città un fascino particolare. Oltre ai soliti grattacieli c’è infatti un cuore europeo, precisamente nella Città Vecchia. Qui è possibile passeggiare tra strade decisamente più a misura d’uomo, insomma, come siamo abituati in Europa. La Basilica di Notre-Dame, interamente adornata in legno, merita sicuramente di essere vista, così come la Cappella Notre-Dame de bon Secours, piazza Jacques Cartier, il municipio con il giardino antistante ed il mercato coperto. Per una visuale molto suggestiva della città è consigliabile invece un giro al Porto Vecchio da dove si può vedere la skyline dei grattacieli e contemporaneamente la parte di città vecchia che si affaccia sul porto. Se poi ci si va d’inverno come noi, c’è la possibilità di pattinare sul ghiaccio in un ambiente molto suggestivo.

IL FASCINO FRANCESE DI QUEBEC CITY Sulla via per Quebec City ci fermiamo ad ammirare l’imponente Basilica di Sant’Anna de Beaupré con le sue tre enormi navate e poi finalmente arriviamo a destinazione. Questa città è un vero gioiello e la sua posizione in cima ad una collina da cui domina il fiume San Lorenzo ci fa godere di un panorama incantevole. Salendo verso la sommità su cui svetta il castello Frontenac, sede di una guarnigione di giubbe rosse, ricordo del passato coloniale francese, si passa di fianco al municipio e poi per una serie di vicoli e stradine molto particolari che ricordano a tutti gli effetti la Francia. La parte bassa della città offre graziose vie pedonali dalle quali, grazie ad una funicolare, si può raggiungere facilmente la città vecchia in cui è possibile trovare qualche raffinato ristorante in cui mangiare specialità canadesi. Per la qualità dei piatti e l’ambientazione ricercata, consigliamo il ristorante Aux Anciens Canadiens anche se i prezzi sono abbastanza elevati. Proprio di fronte, notiamo una galleria d’arte dedicata alle sculture dei nativi canadesi, gli Inuit, popolazione originaria delle regioni sub-polari del Canada. Curiosando qua e là ci colpisce lo stile scultoreo di questa gente, le statue raffiguranti le persone hanno tutte lineamenti marcati, pesanti, sofferenti, mentre gli animali sono rappresentati in atteggiamenti gioiosi e giocherelloni. Apprendiamo che questa simbologia rappresenta il difficile modo di vivere di questo popolo, in una natura molto dura e pericolosa, natura che però, nella gestualità quotidiana, nel contatto con gli animali, ripaga delle sofferenze di tutti i giorni.



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