Ontario toccata e fuga

Piccolo reportage dopo una breve puntata in Canada di una settimana a metà ottobre, approfittando di un impegno di lavoro a Toronto. Il paese è grande ed il tempo poco, pertanto ci siamo limitati a Toronto, Niagara e all’Algonquin Park. Viaggio con Lufthansa: bene l’andata, anche se con le coincidenze un po’ troppo al pelo. Male il...
Scritto da: chebellavita
ontario toccata e fuga
Partenza il: 14/10/2006
Ritorno il: 22/10/2006
Viaggiatori: in coppia
Piccolo reportage dopo una breve puntata in Canada di una settimana a metà ottobre, approfittando di un impegno di lavoro a Toronto.

Il paese è grande ed il tempo poco, pertanto ci siamo limitati a Toronto, Niagara e all’Algonquin Park.

Viaggio con Lufthansa: bene l’andata, anche se con le coincidenze un po’ troppo al pelo. Male il ritorno; proprio per colpa delle coincidenze strette. Causa traffico sull’aeroporto di Francoforte atterriamo in ritardo, non sbarchiamo al finger ma col pulmino, nessuno ci dà indicazioni sul terminal, nessuna corsia veloce per il controllo passaporti, corsa per l’aeroporto…Ma è tutto intile, il nostro volo per Linate se n’è già andato. A questo punto ci offrono un’alternativa, o aspettiamo il prossimo volo per Linate alle 17.00 (erano le 09.00) o ci imbarchiamo in 5 minuti per Malpensa. Scegliamo la seconda opzione e i bagagli ce li consegneranno a casa la sera dopo perché arriveranno a Linate il giorno dopo sullo stesso volo perso il giorno prima. E va beh, però dai tedeschi non me lo aspettavo.

Ma parliamo del Canada. Bel posto, dove se non fosse per il freddo verrebbe anche voglia di andare a vivere.

Toronto è una bella città, moderna, con ottimi trasporti pubblici (grande la tessera week-end per coppie, gruppi o famiglie con cui si viaggia tutti per la modica spesa di 8.5 $, circa 6 euro al cambio attuale di circa 1.4 $ canadesi per ogni euro), insieme funzionale e accogliente, con belle oasi di verde. Ma da vedere non c’è moltissimo; essenzialmente la CN Tower, qualche museo.

Per mangiare, ottime le proposte per il brunch della domenica mattina e ottimi i panini dello Zupa’s Deli per pranzo. Per cena ci siamo buttati su specialità locali, ovvero grandi bisteccone e pesce (buono Oyster Boy) spendendo sempre intorno ai 100 $ in due. Chiaramente se non si vuole scialare, si riesce, per non dire del fatto che le porzioni per noi troppo abbondanti prima o poi ci fanno saltare qualche pasto per recuperare. La differenza l’ha fatta essenzialmente il vino, che, a mio parere, oltre a non essere eccezionale, non vale quel che costa. Per cui, dopo i primi giorni, birra. Per chi si appoggia come me alla Lonely Planet edizione 1997 (in effetti vecchiotta), non c’è più il ristorante Old Fish Market.

Dal lato acquisti, sicuramente conveniente per noi tutto l’abbigliamento casual e sportivo. Ma se vi capita e se vi interessa, visitate uno degli outlet che troverete in giro per il paese (sicuramente a Mississauga e S. Jacob); soprattutto alcuni marchi (Levi’s, Reebok, Samsonite) li troverete a prezzi per noi inimmaginabili.

Prima di lasciare Toronto ritiriamo la nostra auto a noleggio, sempre prenotata on-line con la ***, che ci costerà per 5 giorni 275 $ comprese tutte le assicurazioni e la possibilità di riconsegnarla in un’altra agenzia (tranne che in aeroporto dove ci sarebbe stata un’aggiunta di 100 $).

Ci dirigiamo verso il Niagara District, e prima di dirigerci verso il nostro Bed & Breakfast, visitiamo un paio di cantine, altre ne visiteremo il giorno successivo. Infatti questa zona dell’Ontario è conosciuta per essere quella dal clima più mite ed è intensamente coltivata a frutteti e vigneti. Che dire, di impegno ce ne mettono, ma a parte L’EisWine, peraltro carissimo, i bianchi ed i rossi sono al massimo “piacevoli”. Comunque, per chi è interessato, a me è sembrato che le cantine Konzelmann e Marynissen siano le più interessanti.

Il nostro B&B, pescato in internet, è il ***NO PUBBLICITà***; camera con bagno molto bella, colazione da urlo e accoglienza veramente piacevole: 89 $ a notte. E’ qualche chilometro fuori da Niagara on the Lake, ma è sulla strada per le cascate che distano una ventina di Km. Per la cena segnalo lo Stone Road Grille, che è il locale sicuramente più frequentato, almeno in questa bassa stagione, anche dai locali, ma è anche sicuramente il più caro. Occhio che in questo piccolo villaggio, nessuno dopo le 20.30 vi prenderà per cena, e comunque è meglio prenotare.

Le cascate le abbiamo viste un po’ a tutte le ore del giorno e della notte (illuminate), guardarle dal parapetto è l’unica cosa gratis a Niagara Falls; si paga per parcheggiare (il minimo è 8 $ dietro il cinema IMAX, sono 12 $ nel parcheggione davanti alle cascate), per vederle da dietro (Behind the Falls) o da sotto (Lady of the Mist). Quest’ultima la sconsigliamo poiché si tratta di stare strizzati in una bagnarola come poveri profughi, lavarsi sotto gli spruzzi d’acqua e non vedere nulla perché il vapore dal basso copre tutto. Poi il luogo è famoso per i casinò e ci hanno detto che mangiare non è caro perché i soldi vanno spesi al gioco.

Se vi piace camminare, molto interessante la passeggiata nella gola del fiume Niagara. Se siete pescatori invidierete molto quelli che incontrerete sulla sponda.

Verso l’ultima tappa, Algonquin Park, allarghiamo il percorso per visitare S. Jacobs. E’ in un enclave di emigrazione centro europea: lì vicino, a Kitchener, c’è l’oktoberfest più importante fuori dalla Germania ed in zona si concentrano comunità Mennonite ed Amish. Proprio a S. Jacobs il giovedì e la domenica c’è oil mercatino tradizionale dove, un po’ autenticamente, un po’ come attrazioni turistiche, i villici vendono i loro prodotti artigianali e della terra e si mangiano ricette più o meno tradizionali.

Procuratevi una cartina stradale, in Canada fuori dai centri abitati hanno il vizio di dirti il nome della via che incroci ma non ti dicono dove porta. Non che ci si perda, ma considerate le distanze e la densità di popolazione, prima di trovare qualcuno a cui chiedere indicazioni si rischia di fare parecchia strada.

E veniamo all’ultima tappa del viaggio, la più gradita. L’Algonquin Park è “solo” un parco provinciale a circa 250 Km da Toronto; peccato che ricopra una superficie su per giù pari all’intera Lombardia e per attraversarlo nella parte più stretta sulla strada per Ottawa sono 100 Km.

Capirete quindi che i due giorni che ci abbiamo passato sono assolutamente insufficienti, ma ci siamo fatti un’idea di quello che può essere.

Il nostro B&B, è il ***, gestito da una simpatica signora inglese. La stanza avrebbe in corridoio il bagno in comune con un’altra camera, ma ci siamo solo noi ed è al piano rialzato, per cui è come essere da soli; 157 $ per due notti, accetta carte di credito.

Per cena consigliamo il pub Muskoka on the Rocks, a poche centinaia di metri dal B&B che, c’è da dirlo, è 11 Km dopo Huntsville, la città principale. In compenso è giusto nella direzione del parco.

All’entrata del parco c’è il punto informativo, dove si paga per entrare, ci sono opuscoli e mappe. Di itinerari ce n’è un po’ per tutti i gusti: brevi e lunghi, facili e difficili, noi abbiamo fatto un anello di 11 Km a piedi, in piano ma con parecchio fango. Un sentiero naturalistico dove abbiamo visto picchi, tacchini selvatici (forse), castori e trovato orme di alce, lupo (probabile), orso (forse). Per naturalisti più esperti di noi sicuramente una esperienza da non perdere. Mi raccomando, scarpe da trekking perché il fondo è scivolosissimo e fangoso. D’estate è anche il regno dei canoisti e dei campeggiatori: si può attraversare il parco passando da una rapida ad un lago ad un fiume e fare percorsi di vari giorni.

Ma anche qui la bassa stagione comincia dopo la festa del ringraziamento e le canoe non le noleggiano.

Il tempo è un po’ più rigido che qui, ma a parte qualche fiocco di neve all’Algonquin, basta attrezzarsi.

Insomma, un posto rilassato e rilassante, lontano dalle paranoie yankee. Almeno per quello che ho potuto vedere in una settimana.



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