In Polonia vent’anni dopo

Avevamo scoperto la Polonia nel 1992 in camper, in un giro delle principali città, ma a distanza di tanti anni c'era venuta la voglia di ritornare per scoprire e riscoprire quanto era cambiata
Scritto da: 2perplesso
in polonia vent'anni dopo
Partenza il: 03/08/2013
Ritorno il: 19/08/2013
Viaggiatori: 6
Spesa: 1000 €
1 giorno di pioggia, 3 camper, 6 amici, 17 giorni di vacanza, 2700 foto e 4.500 km. Paola e Silvano – Graziella e Bruno – Licia e Francesco

3 agosto 2013 sabato – Pordenone/Lenti (H) km. 408

Partiti dall’orto di Graziella alle h 10.15. Questo è un sabato con il traffico da bollino nero. Decidiamo pertanto di non prendere l’autostrada (a Trieste 5 km. di fila) e di percorrere strade normali via Palmanova sino a Gorizia: perfetto. Strade piacevoli e senza traffico. Vignetta di € 15 per una settimana (il minimo) in Slovenia e si prende l’autostrada che risulta deserta sinchè non raggiungiamo il tratto principale che parte da Trieste. Alle 13 usciamo alle Grotte di Postumia e appena fuori dall’autostrada sulla sinistra vedo colline, prati verdi e grandi querce. Magnifico posto all’ombra per il nostro primo pic-nic. L’autostrada prosegue verso est tra bei panorami e boschi e raggiungiamo e passiamo il confine ungherese alle 18 senza formalità. Già trovato un bel campeggio con vicine terme a LENTI al Castrum Thermal Camping.

Sistemati e tra le 19 e le 20 entriamo con un pass alle terme con più piscine all’interno di un bel parco organizzato. Io scelgo la piscina da 37° e me la godo per un’ora. Poi in campeggio ci aspetta la pasta!

4 agosto 2013 – Lenti (H)/Esztercom (H) km. 356

Notte silenziosa e freschissima. Peccato non poter godere delle terme anche oggi, ma dobbiamo ripartire. Impostiamo il Garmin per Bokod, ma ci fa sbagliare strada perché ci porta a nord del Lago Balaton. Il navigatore è nuovo e non abbiamo avuto modo di testare le impostazioni. No, noi vogliamo fare l’autostrada perchè è un percorso di trasferimento e non vogliamo perdere tempo. Perdiamo un’ora, ma almeno il percorso è molto gradevole tra campi di grano appena tagliato, foreste, campi di girasoli. La nostra meta è Bokod (a nord-ovet di Budapest) perché in internet, ancora mesi fa, avevo trovato una foto bellissima di casette su palafitte con passerelle nel lago: un posto idilliaco. Graziella se ne era innamorata, ma dopo aver girato due ore intorno al laghetto non siamo riusciti a trovarle, con grande dispiacere di Graziella (che non voleva arrendersi) e abbiamo dovuto rinunciare. Sempre tra colline e campi gialli, abbiamo raggiunto il Danubio al confine con la Slovacchia e ci siamo fermati a ESZTERGOM, bella cittadina con i resti del Palazzo Reale. Si tratta di uno degli edifici più antichi di Ungheria, ma venne saccheggiato e rovinato dai Turchi durante la loro invasione. Accanto, la cattedrale con la grande cupola, principale centro religioso di Ungheria. Suggestiva la passeggiata lungo il canale. Gira, gira, alla fine ci siamo fregati da soli, perché qui mangiano molto presto ed essendo le 21, ci hanno rifiutato. Pasta al tonno al Gran Camping (senza pretese su un terreno cretoso). Tante tendine con famigliole che girano con la bicicletta e la tendina. Ma quello che fa più tenerezza sono i bambini, molto piccoli, che vengono messi dentro un carrettino e trainati da papà, mentre mamma, sempre con la bicicletta, traina un carrettino con tutte le vettovaglie, compreso un triciclo. E’ piovuto poco nella notte e si è dormito bene.

5 agosto 2013 – Lunedì – Esztergom (H)/Baska Bystrica (SK)/Zakopane (PL) KM. 326

Bella giornata. Partiti alle 9.30 e passato il Danubio siamo subito in Slovacchia. E’ lunedì ed i paesi si stanno risvegliando, la gente va al lavoro e riaprono i negozi. Percorriamo piacevolmente strade panoramiche e giunti al fiume Horn siamo a BANSKA BYSTRICA.

Una bella scoperta questa luminosa cittadina con una bella piazza con vecchi palazzi nobiliari, aiuole fiorite: molto gioiosa. Pranziamo in un ristorantino sulla piazza godendoci il passeggio. Riprendiamo e passato facilmente il confine della Polonia, dopo il cambio in zloty raggiungiamo Zakopane. Ma la parte più bella, e che ricordavo dal viaggio precedente, è un paesino con tutte le case costruite con tronchi di legno:Czarny-Dunajec. Purtroppo non c’è modo di fermarsi: la strada è stretta e non ci sono parcheggi. Ho fotografato a raffica in corsa lungo il percorso, ma non è il massimo del risultato. Peccato, perché è molto caratteristica.

ZAKOPANE, dicevano una volta, è la Cortina dell’est, ed è probabilmente la più famosa località montana della Polonia. Si trova all’estremo sud, immersa tra i maestosi monti Tatra. Abbiamo parcheggiato appena fuori del centro storico, al terminal degli autobus. Abbiamo pagato un ticket (30 zloty) per il parcheggio e abbiamo dormito lì assieme a molti altri camper. In due passi siamo sulla via principale (Krupowki), costeggiata da ristoranti, bar, caffè con, sullo sfondo, le montagne. Zakopane è diventata purtroppo una macchina turistica, troppo turistica. Vendono gadget, ci sono i musicisti di strada, i ritrattisti e tanta, tanta gente che passeggia. Sulla strada, dalle signore “casalinghe” si può acquistare il formaggio tipico a forma di cilindro decorato, che al palato ricorda la nostra scamorza declinata in tutte le gradazioni di affumicatura e stagionatura. Da Zakopane partono centinaia di passeggiate organizzate e percorsi nella natura meravigliosa dei Carpazi. Le stazioni sportive invernali come Zakopane sono molto frequentate, e il parco nazionale dei Tatra accoglie ogni anno oltre 2 milioni di visitatori: entro il suo territorio una trentina di laghi dall’acqua limpida, tra i quali il più celebre è l’”occhio del mare” Morskie Oko (35 ha di estensione per 51 m di profondità), e numerosi torrenti con spettacolari cascate (Wielka Siklawa, alta 70 m). Ma noi abbiamo già visto abbastanza.

6 agosto 2013 Martedì – Zakopane/Wieliczka/Cracovia. km. 130

Leggevo ora che da Cracovia a Zakopane partono ogni giorno, durante il periodo estivo, ben 70 bus.

Lungo il percorso troviamo chilometri di coda, ma per fortuna in senso contrario. Bella strada in saliscendi tra colline e boschi e giungiamo alla Miniera di WIELICZKA che tutte le guide suggeriscono di vedere perché 1 milione di turisti ogni anno la visitano ed è la prima attrazione della Polonia: buh?!! E’ patrimonio mondiale dell’UNESCO, ed era una delle più antiche miniere di sale del mondo. La miniera ha continuamente prodotto sale dal 13° secolo fino al 2007. Raggiunge profondità di 327 metri, e presenta gallerie e cunicoli per un’estensione totale di più di 300km. Grazie a decine di statue di sale e una cappella scavata nella roccia che è ovviamente cloruro di sodio, è una popolare attrazione. Io avrei visitato solo la grande e magnifica sala ‘la cattedrale sotterranea’, con buona acustica e con pareti rivestite di sale, ma c’è anche un lago sotterraneo e mostre sulla storia delle miniere di sale. Conosciuta per il suo microclima, ospita un sanatorio a 200 m. di profondità. Non rifarei più i 3,5 km di percorso nella miniera, e i 390 gradini per scendere, perché tutto il resto è banale e troppo lungo e tantomeno spenderei € 17,5 per il percorso che si è obbligati a seguire con guida. Dopo due ore, senza guardare museo e negozietti, siamo risaliti con l’ascensore e senza segnalazioni, siamo usciti in paese. Non si sapeva come ritrovare il camper parcheggiato. Eravamo stanchi, affamati, assetati, in superficie faceva molto caldo: no, non è stata una visita di soddisfazione… Impostato il Garmin per il Camping Clepardia (buon campeggio alberato, ben servito per il centro di Cracovia), siamo arrivati facilmente: relax, doccia e caretera!

7 agosto 2013 Mercoledì – Cracovia

Molto comodo il bus a 300 m. dal campeggio (di fronte supermercato per la spesa). Gli autobus diretti per il centro sono il 164 o 503. Scesi all’altezza del Castello in bella vista sulla Vistola, facciamo la fila per la visita e la scelta è un po’ difficile perché le proposte sono articolate offrendo vari percorsi, ma con 28 zloti (7 euro) vediamo le sale principali (addobbate di arazzi, tappeti e mobili) e il dipinto di Leonardo da Vinci: La dama con l’ermellino. Opera misteriosa perché il viso è bellissimo, ma la mano sembra quella di un uomo. In più non è mai stata firmata (ultimata da qualche allievo?), ma è stata attribuita a Leonardo per una impronta digitale (??).Tutto molto blindato e non si può fotografare, ma…. Il castello gotico del Wawel, cioè la ex sede dei monarchi di Polonia, fu costruito nel 11° secolo. Tuttavia, si compone di una serie di strutture di epoche diverse che si trovano intorno al cortile centrale. Durante i primi anni del 16° secolo i migliori artisti locali e stranieri tra cui architetti italiani, scultori, e decoratori tedeschi furono invitati a ristrutturare il castello in uno splendido palazzo rinascimentale. Il castello divenne presto un modello di residenza signorile nell’Europa centrale e orientale. Abbiamo quindi visitato la Cattedrale di Wawel, conosciuta anche come la Cattedrale Basilica di San Stanislao e Vaclav, è una chiesa situata sulla collina del Wawel, ed era il luogo tradizionale di incoronazione dei monarchi polacchi.

Dopo queste visite scendiamo al Rynek Głowny, ovvero la Piazza del Mercato, la più grande piazza medioevale d’Europa, un quadrato di 200 metri per lato (40.000 mq), attorno alla quale sorgono bellissimi palazzi del 17° e 18° secolo, oltre alla Basilica di Santa Maria e al Sukiennice, ed in centro ha una struttura molto bella, detta ‘mercato dei tessuti’ del XV secolo, che oggi è occupato da piccoli negozi (ambra, pelletterie, ceramiche). Oltre all’immensità e al fascino della piazza, è la musica degli artisti di strada che dà atmosfera. Condivido quanto hanno detto altri turisti: è pulitissima, così come anche tutte le vie del centro storico e anche in tutta la Polonia non troverete una cartaccia, una cicca o un mozzicone di sigaretta per terra. E’ quasi mezzogiorno e dopo esserci dissetati con coca e la leggera birra locale perché eravamo disidratati (fa molto caldo), decidiamo di prendere un piccolo taxi elettrico aperto per un giro molto interessante nel quartiere ebraico.

Sicuramente merita la visita e non si deve perdere questa occasione, anche se il quartiere non è centralissimo: belle chiese, sinagoghe, cimiteri e locali tipici. E’ la parte meno turistica della città.

Un giro e poi di nuovo in piazza, dove in un cortile interno pranziamo alle 14. Io ho scelto i grandi tortelli, chiamati pirogi, tipici del pranzo della domenica: acqua e farina, ripieni di patate e formaggio, ma può avere anche verze o frutti di bosco. Bella città Cracovia. Il suo centro storico, scampato ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, è entrato a far parte del patrimonio dell’Unesco già dal 1978.

Rientro in bus, spesa e in campeggio relax con doccia. La pasta, sempre la pasta per noi.

8 agosto 2013 Giovedì –Cracovia/Auschwitz/Sandomierz Km. 334

Da Cracovia a Oswiecim, si raggiunge AUSCHWITZ. La visita ai campi di Auschwitz e Birkenau non è per tutti, perché la reazione emotiva può essere molto intensa e dipende dalla sensibilità di ognuno. Graziella e Licia non se la sentono di entrare, per cui, oltre a me,entrano Silvano, Bruno e Francesco. E’ stato un posto terribile perché la sofferenza è stata disumana e tutti si chiedono come sia potuto accadere un simile genocidio. Qui sono stati sterminati 6 milioni, dico 6 milioni, di esseri umani ed è difficile credere che fuori da quel filo spinato nessuno avesse idea di cosa stesse succedendo. L’entrata è gratuita, è un museo, ma si deve pagare un biglietto di 25 zloty a testa per la guida che accompagna i gruppi a seconda della lingua. Non volendo aspettare, e rinunciando sin dall’inizio a Birkenau, entriamo con il primo gruppo disponibile, anche senza auricolare, perché conosciamo già la storia atroce e ci siamo documentati su cosa vedere e per non far aspettare le amiche, giriamo indipendenti dalla guida per i vari blocchi. Il Blocco 5 è quello che più mi ha emozionato. Si inizia con le gigantografie di montagne di vestiti, pettini, occhiali, spazzolini da denti, ma continua con una stanza intera di scodelle e vasi da notte, di valigie, di stampelle e ausili. Ma quello che più mi ha fatto capire quanto il posto fosse terribile, non so perché, erano le scarpe, scarpe dei bambini, tante scarpe di donne e di uomini.

La quantità di sofferenza umana, di disperazione e di orrore racchiuse nel campo di concentramento è infinita! Tanta gente da tutto il mondo, silenziosa, gira tra le palazzine di mattoni rossi e ogni nazione, vittima del nazismo, si è vista attribuire un blocco in ricordo di quel drammatico periodo. Usciamo attraverso il famoso cancello sovrastato dall’iscrizione in ferro battuto ‘Arbeit Macht Frei’: il lavoro rende liberi. Per me è stato una sorta di pellegrinaggio. Si esce svuotati e ammutoliti.

Lasciamo il Museo e percorrendo la statale 44, ritorniamo verso Cracovia. Sulla strada ci fermiamo a mangiare in una trattoria su un laghetto. In 6 abbiamo scelto 6 menu diversi, tra carne e pesce, mangiando bene e pagando il corrispondente di € 7 a testa.

Riprendiamo l’autostrada sino a Turnov, ma fa un caldo spaventoso: 39,6°. Il percorso verso est lo avevamo pensato a casa, ma ora, vista la distanza e la percorribilità delle strade (sempre buone, ma con molti micro paesi che rallentano la corsa) decidiamo di ridurre il percorso. Alla fine giungiamo a SANDOMIERZ, posta su una collina che guarda la Vistola dopo piantagioni di frutta e verdura, perché Sandomierz è una località per la raccolta e vendita all’ingrosso.. Troviamo un bellissimo campeggio sotto i prugni al Camping Browarny. Cena veloce perché attraverso un passaggio del campeggio, raggiungiamo in pochi minuti il centro storico ed è veramente grande la sorpresa: castello, cattedrale, palazzi, sinagoga, mura tutti sapientemente illuminati. Sembra una bomboniera. Giriamo intorno, piazza su piazza: è veramente suggestivo. Dobbiamo tornarci domani mattina, per un’altra prospettiva.

9 agosto 2013- Venerdì – Sandomierz – Lublino Km. 181

Un giro di nuovo nel centro storico di Sandomierz, soprattutto per coloro che ieri sera, stanchi morti, erano rimasti in camper. Anche di giorno è una cittadina che merita di essere vista.

Si riparte con meta Lublino: abbiamo cambiato itinerario, tralasciando Zamosc, troppo ad est per i nostri tempi di percorso.

Silvano predispone il Garmin su percorso veloce e dopo alcuni km ci troviamo su un fiume per il passaggio con il traghettino, non certo per camper! Tutto sbagliato! Invece di tornare indietro, continuiamo con un altro percorso proposto. Tutto sbagliato ancora, abbiamo allungato troppo e a Lublino arriviamo dopo le 13. Predisponiamo un percorso per un campeggio e… tutto sbagliato perché arriviamo al Campeggio Graf Marina, su un laghetto, ma lo hanno già chiuso da tempo! Peccato perché era alberato e in bella posizione, servito dagli autobus. Non ci sono altre possibilità, per cui pranziamo sul lago sotto gli alberi e dopo le 16 tentiamo il centro per un parcheggio. Gira, gira non c’è possibilità per tre colossi come i nostri, ma cominciamo a capire la struttura della città con il nucleo storico racchiuso dalle mura. Propongo di andare in periferia, farci la doccia, relax e tornare quando gli uffici saranno chiusi e i pendolari del lavoro avranno liberato i parcheggi. E, in effetti, dopo le 18 abbiamo trovato quello che cercavamo: in centro, illuminato, è perfetto. La Citta Vecchia di LUBLINO è il borgo medioevale meglio conservato della Polonia. Su un’altura dell’estensione di 7 ettari sorgono ben 100 edifici di valore storico. Vi si accede dalla Porta di Cracovia (XIV secolo), simbolo culturale di Lublino e sede oggi del Museo Storico della città. La città si presenta subito viva, perché c’è festa. Dall’8 all’11 agosto un Festival con spettacoli, attrazioni e musica degli artisti di strada. Scopriamo nella piazza principale giocolieri, sputa fuoco, ma soprattutto tanti funamboli che da un palazzo all’altro camminano, anche bendati, sul filo d’acciaio. Benchè agganciati ad una corda di sicurezza, ogni volta che cadono, un ooohhhh generale parte da terra dal numerosissimo pubblico.

Il centro storico non è completamente ristrutturato, ma è gioioso. Al centro della Piazza del Mercato sorge il Vecchio Municipio in stile neoclassico, un tempo sede del Tribunale della Corona, attorniato da palazzi risalenti al XV secolo. Ciascuno di essi è un libro di storia scritto sui muri, sui portoni, sulle finestre, nei cortili e negli scantinati. Al di sotto della Città Vecchia si snoda un itinerario turistico sotterraneo attraverso le cantine degli antichi magazzini mercantili. La città è chiamata la ‘Gerusalemme di Polonia’: qui la storia della comunità ebraica è molto particolare, ma nei secoli c’è stata una certa armonia tra ebrei e polacchi, un vero esempio di tolleranza. Ma i nazisti hanno cancellato questa storia plurisecolare nel campo di sterminio a 4 km. a Majdanek, dove furono uccise ben 235.000 persone. Noi non ci andiamo, ma so che gran parte delle infrastrutture sono rimaste com’erano: camere a gas,torrette di guardia, forni crematori e tracciati di filo spinato: tutto testimonia la barbarie nazista.

A cena in un locale caratteristico dall’atmosfera familiare della Lublino ebraica di un tempo con piatti ebraici polacchi tipici.

10 agosto 2013 – Sabato – Lublino/Kazimierz Dolny/Pultusk Km. 288

Stamattina alle 8 meno un quarto ho telefonato a mamma – come ogni giorno – e mi ha risposto Emanuela: perché a quell’ora? Mi sono messa subito in allarme perché mamma vive sola, ma ha 91 anni e i problemi di cuore sono un problema costante, soprattutto con il caldo spaventoso di questa strana estate e nonostante il climatizzatore che ha acceso in casa. Non sta bene.

Ripartiti e attraverso la 830 volevamo raggiungere Kazimierz Dolny, ma dopo Naleczow, fatto la spesa di frutta e verdura al mercato, un cartello stradale segnala che c’è un ponte basso di m. 2,6. Impossibile andare oltre, perché noi siamo di m.3,10. Tra un va e vieni per capire la strada più adatta, Francesco trova la scappatoia attraverso strade di campagna con panorami idilliaci, anche se la pavimentazione lasciava a desiderare e finalmente abbiamo raggiunto KAZIMIERZ DOLNY.

Ho parlato poi con mio fratello: mia madre è stata portata in ospedale con l’ambulanza ed ora è sotto controllo, anche se il cuore fa i capricci. Sono tesa e non serena, ma il paese che visitiamo, il paese dei pittori, è carino.

La cittadina è situata sulla Vistola ed è considerata uno dei borghi più suggestivi e vivaci della Polonia.Tra il XVI e il XVII secolo godette di una grande prosperità grazie al commercio del grano lungo il fiume e oggi conserva intatte le caratteristiche rinascimentali. Fin dal XIX secolo apprezzata per l’eleganza e la vivacità culturale, oggi è un centro d’arte, meta di turisti e pittori che mettono in vendita le loro opere nelle numerose gallerie d’arte di questo centro polacco. Dagli anni ’20, infatti, scrittori, poeti e pittori vengono in questa cittadina per l’ispirazione. La bella piazza centrale ha eleganti case borghesi e tanti negozietti. Oggi ci sono anche parecchi tavoli con oggettistica di antiquariato e modernariato. Giriamo un po’ e poi, all’ora di pranzo, lungo la strada che porta al nostro parcheggio (5€ per tutto il giorno) ci fermiamo ad un grill: carne ai ferri, verdure a self service con patate e birra. Un ottimo pranzo a 10 euro a testa.

Silvano ha mal di schiena improvvisamente: siamo vecchi! Ma Licia (noi ci portiamo dietro il medico) lo ha curato e seguito con le giuste medicine e nel pomeriggio andava molto meglio, anche se la cosa è andata avanti per tre giorni. Abbiamo viaggiato parecchio nel pomeriggio e intorno alle 19 siamo arrivati a PULTUSK, segnalato come paese con una immensa piazza del mercato, con torre centrale e municipio.

Sarà che è sabato, che ormai è tutto chiuso, nessuno in giro ed è appena piovuto e la temperatura si è abbassata di 20 gradi, ma questa cittadina non mi ha detto un granchè. In compenso abbiamo cenato magnificamente nel camper di Graziella e Bruno con il finale di lamponi (coltivazioni a perdita d’occhio in mattinata), oltre al pane dolce a forma di gallo, tipico di Kazimierz Dolny.

Mi sono tenuta in contatto con Fabrizio: mamma è ricoverata ed è sotto controllo, sono più tranquilla. Ho parlato anche con Andrea che è in Thailandia e voleva prendere il primo aereo per tornare a casa a vedere la sua nonna. Lei è forte: ce la farà anche questa volta, ne sono certa.

Mi si è rotto un dente davanti: il canino! Bel sorriso ho adesso….

11 agosto 2013 – Domenica – Pultusk/Torun/Malbork Km. 365

Sono un po’ giù di morale: mamma in ospedale, Silvano con la schiena in difficoltà e io con il dente rotto: forse perché non siamo andati a Czestochowa? Il tempo è bello, anche se il vento ogni tanto porta qualche nuvola. La temperatura è fresca: perfetto per viaggiare. Riprendiamo il viaggio fra verdi colline, gialle colline di grano, boschi, traffico zero: è domenica e la gente giustamente poltrisce. Giungiamo a mezzogiorno a TORUN, con i suoi monumenti architettonici medioevali è un patrimonio mondiale dell’UNESCO. E’ una bella città sulla Vistola (bel parcheggio custodito lungo le mura lato città, proprio sotto il ponte che la attraversa) con un complesso di mura e porte. L’impianto medioevale della città vanta inoltre un certo numero di edifici gotici tra cui sono da segnalare il municipio, le chiese e case borghesi ben conservate. Il vecchio municipio è stato costruito nel 13° secolo ed è uno dei municipi più monumentali dell’Europa Centrale. E’ la città natale e in cui è vissuto il celebre astronomo Nicolò Copernico.Visita interessante alla sua casa natale, che permette di farsi un’idea dello stile delle abitazioni borghesi dell’epoca, con numerosi ricordi e documenti legati alla sua vita. Passeggiata sulla bella via principale e pranzo all’esterno di un ristorante/birreria del centro: Jan Olbracht. In 6, dico 6 piatti diversi di carne, tutti veramente speciali e birra ad un prezzo di € 12 a testa: strepitoso! Adoro questo piatto: un ‘ginocchietto’ di maiale, la golonka.

La città è oggi particolarmente viva, piena di giovani Boyscout che a decine e decine, divisi tra le varie specializzazioni, hanno invaso la città. Lasciamo questa bella città medioevale con scorci affascinanti delle case e dei granai che si affacciano sulla Vistola.

C’è l’autostrada a pagamento che porta verso Danzica, ma noi usciamo prima perché vogliamo vedere il Castello di MALBORK. Il percorso è veloce e quando giungiamo davanti, ci si stropiccia gli occhi: è il più grande castello del mondo per superficie. Tutto di mattoni rossi ed è patrimonio mondiale dell’UNESCO. Troviamo un piccolo, ma comodissimo campeggio sull’erba, davanti ad un laghetto (a 60 zloty) e dal quale si gode la vista del castello, che poi andiamo a fotografare dopo cena.

Bel tramonto!

Peccato non aver partecipato allo spettacolo luci e suoni alle 21.30 (20 zloty).

12 agosto 2013 – Lunedì- Malbork/Danzica (Gdansk) Km. 80

Alle 9 siamo già pronti all’entrata all’apertura del Castello con l’audioguida in francese. L’entrata costa €2 e il percorso è indicato da un depliant che ci suggerisce dove andare. Essendo lunedì il percorso è ridotto e solo una parte del castello è aperta al pubblico. Questo castello costruito originariamente nel 1278 era la più vasta e potente roccaforte dell’ordine crociato dei Cavalieri Teutonici, un ordine religioso cattolico legato ai crociati, residenza del Grande Maestro. E’ stato distrutto nel 1945 e poi ricostruito. L’interno non merita una visita a mio avviso, anche perché è completamente vuoto: è molto più immenso e scenografico dall’esterno con i suoi mattoni rossi e i massicci bastioni che circondano il lato est, le torri, il palazzo che si sviluppa per quattro piani e le tre diverse parti che costituiscono il complesso.

Si riparte: 22°, cielo sereno e brezza.

Raggiungiamo, via autostrada, il campeggio Slogi 218 fuori Danzica, a 200 m. dal mare, ma servito da un tram, il n. 8, che porta nel cuore della città. Il campeggio è comodo, sotto gli alberi, su una piattaforma di cemento. Ho un ricordo un po’ particolare, anche se negativo di DANZICA (spaccata e furto dal camper nel 1992), ciò nonostante per me è la più bella città della Polonia. Oggi torniamo in questa favolosa città anseatica, ma non c’è più quella festa dell’antiquariato, che tanto mi aveva affascinato 21 anni fa. Ora ogni strada del centro, per tre settimane, è occupata da bancarelle, ma solo souvenir, abbigliamento e tanta paccottiglia. La città vecchia però è molto bella nel suo complesso, un vero gioiello con le tipiche case strette e lunghe, i negozi di ambra e il porto. I suoi abitanti si chiamano Gedanesi dall’antico nome latino della città che era Gedanum. Danzica è situata alla foce del fiume Motława, una diramazione del delta della Vistola, il cui sistema fluviale collega il 60% del territorio polacco, dando alla città un vantaggio unico come centro dei commerci marittimi della Polonia. Si va a zonzo per le viuzze, guardando in alto perché i numerosi edifici storici sono situati sull’arteria principale da Via Dluga a Piazza Dlugi Targ, il salotto di Danzica. In passato era la via d’onore dove sfilavano i cortei reali.

Ci sono palazzetti lunghi, alti e stretti con forme particolari, eleganti case patrizie dipinte e con massime latine, frontoni scolpiti, portoni imponenti e riccamente decorati. Sono stati gli olandesi che lasciarono la più significativa impronta architettonica nel centro storico. La Porta Verde segna l’inizio della passeggiata sul lungofiume. Sull’altro lato l’isola dei granai che nel passato occupò sino a 300 magazzini e granai. Si respira l’atmosfera della vecchia Danzica sulla Ulica Mariacka che è l’unica ad aver conservato le scalinate esterne. I locali al pianterreno ospitano negozi di souvenir e gioielli d’ambra. Bella città, anche se un po’ troppo commercial/turisticizzata e purtroppo quello che mi interessava di più, l’antiquariato, non lo abbiamo trovato, o non c’era.

Cena con ginocchietto golonka (sarò ripetitiva, ma mi piace tanto) e…a dormire.

13 agosto 2013- Martedì – Danzica (Gdansk)/Chociwel Km. 368

Piove, e pioverà tutto il giorno. Che fare? Danzica non ha musei interessanti, non ha portici e le previsioni parlano di due giorni di pioggia, così non riusciremo a vedere le dune mobili e la costa d’ambra. Decidiamo di ripartire. Peccato!

Ieri dovevano mandare a casa mamma, invece poi è stato deciso diversamente, e stamattina le hanno messo un pacemaker. Viva la mia mamma, perché è viva e affronta ogni problema con serenità.

La strada verso ovest è trafficata e decidiamo di andare a Berlino. Licia e Francesco non ci sono mai stati dopo l’unificazione, mentre noi ci eravamo stati novembre scorso. Prostitute sulla strada, molto giovani. Facciamo la spesa a Stupsk e poi decidiamo di fare una strada alternativa tra colline e laghetti, prima verso sud (statale 21) e poi a ovest (statale 20). La strada è molto bella e panoramica, senza traffico, ma il tempo è inclemente: pioggia, temporale, sole, poi ancora pioggia intensa, grandine, arcobaleno, sole e poi ancora nebbia.Il tempo bello e brutto si è alternato tutto il giorno e alle 19, stanchi (gli autisti) di questa giornata intensa ci fermiamo in un parcheggio di un motel che ci ospita dentro il suo cortile con i cancelli e ceniamo in loco.Il riposo del guerriero…

14 agosto 2013 – Mercoledì –Chociwel (PL)/Spandau (D) Km. 273

Si riparte e il sole risplende. Stanotte ha fatto freddo e stamattina c’erano 10°. Si passa l’Oder e si entra in Germania sulla E6 in autostrada (in Germania sono tutte gratuite). Troppo bello. Bei panorami sulla campagna con pale eoliche a destra e a sinistra.

Verso mezzogiorno arriviamo a Berlino e impostiamo sul Garmin un piccolo campeggio (l’unico centrale) che, dobbiamo constatare, risulta purtroppo dismesso. Allora ne cerchiamo un altro e dopo un’ora e mezza, attraverso strade indecenti, giungiamo a 40 km. da Berlino in un bel campeggio, ma troppo lontano. Al centro ci si arriva solo con 3 bus giornalieri, il primo alle 4e30 del mattino (??!!). Via di nuovo e finalmente a metà pomeriggio arriviamo a Spandau, a 22 km. da Berlino al Camping Gatow. Devo dire che essendo in Europa dovrebbe vergognarsi: si pagano le docce e internet. In Polonia, che non è il massimo della tecnologia, anche i paesi più piccoli avevano gratuitamente il wifi. Se poi mi fanno pagare le docce calde, è veramente ridicolo! Siamo tutti stanchi, in modo particolare gli autisti per i 273 km., ma gli ultimi 45 sono stati estenuanti (pioggia, code, incidenti, acciottolato, inversioni a U ). Le grandi città ormai hanno una viabilità impossibile! Silvano era proprio stanco, per cui noi due siamo rimasti in campeggio, cenando al piccolo ristorante. Gli amici invece hanno preso il bus X34, proprio fuori del campeggio, che passa ogni dieci minuti e porta in centro di BERLINO sino al Giardino zoologico e il biglietto si fa direttamente pagando l’autista (€ 2,6 per 2 h, ma si può fare anche il giornaliero). Ho giocato un po’ in internet, inserendo le foto del viaggio in facebook ed è arrivata la mezzanotte in un batter d’occhio e sono rientrati sempre più stanchi gli amici, ma soddisfatti.

15 AGOSTO 2013 – Giovedì – Berlino

Tutti insieme verso il centro alle 9.30 con il bus. In 40’ siamo al Zoological Garden, poi prendiamo il bus 100 che è una circolare (ma va bene anche il 200) e dal piano superiore posso fotografare la città. Arrivati vicino alla porta di Brandeburgo il traffico è molto intenso e a rilento. La Unter den Linden è in parte chiusa per l’organizzazione di un mega concerto e in tutti casi Berlino è un cantiere infinito. Scendiamo e, almeno da fuori, mostriamo a Francesco e Licia il Reichstag (il Parlamento tedesco) che è l’espressione della rinascita di Berlino. A novembre avevo prenotato anticipatamente l’entrata, perché c’è sempre la fila per vedere la spettacolare cupola di vetro dove bisogna salire a piedi lentamente sino in cima, lungo il percorso a spirale, e dal punto più alto della struttura si gode uno splendido panorama della città.Poi all’Holocaust-Mahnmal, il monumento in ricordo delle sei milioni di vittime della seconda guerra mondiale. Su una immensa spianata sorgono 2.711 blocchi di cemento rettangolari di varie altezze e dimensioni in un labirinto di stretti corridoi in un suolo ondulato.Poi, sempre camminando, fino all’isola dei musei. Io e Silvano vogliamo rivedere Il Pergamon e si uniscono a noi Francesco e Licia, mentre Bruno e Graziella vanno al museo d’arte moderna. Per loro poi il programma cambia, perché tornano al borgo di Nikolaiviertel, con le sue graziose stradine intorno alla chiesa di S.Nicola e poi al Museo della Fotografia. C’è molto da vedere e da godere a Berlino.

Eccoci dunque al Pergamonmuseum, (con auricolare e dopo aver fatto una bella fila e pagato € 14 di entrata) che colpisce soprattutto per la monumentalità delle opere esposte al suo interno. E’ il più celebre e frequentato museo archeologico della Germania. Il suo nome trae spunto dall’antica e misteriosa città di Pergamo in Anatolia, l’odierna Turchia, da cui provengono la maggior parte delle opere esposte. Tra i reperti più importanti:

l’altare di Pergamo, capolavoro della scultura ellenistica. Nel 1878 l’archeologo tedesco Carl Human cominciò una vasta campagna di scavi nella città di Pergamo che in otto anni portò alla scoperta di una acropoli di inestimabile valore artistico ed archeologico. L’accordo fatto con il governo turco prevedeva che Human poteva portare in Germania metà delle opere scoperte, metà doveva invece rimanere in Turchia. Così Human riuscì a portare a Berlino il fregio che circonda la base del tempio di Pergamo, lungo 170 metri, che oggi costituisce la parte più preziosa del tempio esposto nel museo.

la porta del mercato di Mileto , capolavoro dell’architettura romana, fu costruita intorno al 180 a.C. fu distrutta durante il medioevo, ma nel 1903 furono scoperte le sue rovine durante gli scavi di due archeologi tedeschi.

La Porta di Ishtar fu costruita a Babilonia nel VI secolo a.C. e ricostruita a Berlino nel 1936 insieme alla bellissima strada delle processioni.Oggi costituisce l’attrazione più importante del museo dell’Asia Anteriore. Il grandioso portale è interamente ricoperto con tasselli di ceramica blu, che nel VI secolo a.C. dava accesso alla città di Babilonia. Le mura sono decorate con leoni, draghi e tori, i simboli delle principali divinità babilonesi. Che spettacolo!

Il palazzo della Mshatta, o Mushatta dell’8° secolo, è uno dei castelli del deserto della Giordania.I resti del palazzo furono rinvenuti nel 1840 vicino ad Amman. La facciata fu donata dal Sultano Ottomano Abdul Hamid II al Kaiser redesco Guglielmo II. La maggior parte dell’opera fu ospitata in quello che all’epoca si chiamava Kaiser-Friedrich-Museum (oggi: Bode-Museum) di Berlino nel 1903. Nel 1932 fu spostato e ricostruito nel Pergamonmuseum. Fu seriamente danneggiato durante la seconda guerra mondiale. Fu ricostruita lungo 33 metri di lunghezza, 5 di altezza, con due torri. Oggi è una delle più spettacolari dotazioni museali del Museo di Arte Islamica del Pergamonmuseum. Veramente sorprendente.

Siamo stati dentro più di due ore percorrendo le varie sale e corridoi e fotografando: mi è piaciuto da pazzi.

All’uscita, con gli amici, abbiamo mangiato un wurstel all’ombra e alle 18 eravamo nuovamente in campeggio. Poco dopo sono arrivati anche Bruno e Graziella. Tutti stanchi, ma soddisfatti dell’intensa giornata. Berlino, per chi non la conosce, va assaporata almeno in 5 giorni: offre molto.

16 agosto 2013 – Venerdì – Berlino/Breslavia (Wroclaw) Km. 373

Pago il campeggio Gatow per due notti € 50 e mi hanno anche calcolato quanto ho consumato di energia: €3 più di Francesco e Licia. Ripartiti, seguiamo l’autostrada verso Dresda e poi dopo il confine, entrati in Polonia, cambia la pavimentazione: è indecente per ben km.72… E’ tutto un sobbalzo, sono piastre di cemento rattoppate e si riesce a correre a km.60 all’ora, non di più. Mi è caduta con le vibrazioni persino la scala che era in mansarda. Una super-strada da stress che di super ha solo i boschi lungo il percorso. Poi l’autostrada finalmente e alle 14.30 siamo arrivati al Camping n.117/ Stadion di BRESLAVIA (Wroclaw). Sistemati sotto i salici Graziella ha fatto la pasta. Il posto è bello, si spende poco con wifi e docce, anche se i bagni puliti lasciano un po’ a desiderare. Poi, preso il tram, si arriva in centro in un attimo. Città sull’Oder, ha 100 ponti, chiese, parchi ed una piazza meravigliosa con case d’epoca bellissime e tutto un proliferare di ristoranti, birrerie e locali vari. La città è viva, ci sono auto antiche per la sfilata, un clown muto con fischietto da 100 e lode, un gruppetto che suona jazz e degli stupidi vestiti da soldati con mitra di plastica e tuta mimetica che stanno lì in mostra per farsi fotografare: fessi! Wroclaw (nome polacco, mentre Breslavia è tedesco) vive per la sua piazza, perchè il Rynek merita. Ricorda molto Cracovia, con tanti passaggi e cunicoli e il vecchio municipio di mattoni rossi e un bell’orologio astronomico del 1580 e tutta una serie di statue. Prendiamo un’auto elettrica e ci facciamo portare alla scoperta degli angoli più nascosti della città: un vero godimento! Cena obbligatoria in piazza (a €12) e ancora più suggestiva soprattutto all’imbrunire quando si accendono le luci. E’ una città che ha fascino, da godere sino in fondo.

17 agosto 2013 – Sabato – Breslavia (PL)/Hradec Kralove (CZ) Km. 180

Al Camping pago €17 (con wifi). Prendiamo la 67 verso sud. Strada panoramica, molto bella e scorrevole che ci porta sino a m.600 tra verdi colline e lunghe distese di grano in parte ancora da tagliare. Bella strada, piacevole da percorrere. Questa è la regione dei Monti Sudeti e alla fine dell’ultima guerra fu eseguito l’ordine di Berlino ‘’Trovate dei posti sicuri dove nascondere le opere d’arte’’ grazie alla presenza di grotte, passaggi sotterranei e castelli, ma anche nella convinzione che questa regione sarebbe rimasta tedesca. Ma non so come sia andata a finire:le opere d’arte nascoste sono state ritrovate? Passato il confine con la Repubblica Ceca, e pagato la vignetta di €16, si scende sino a HRADEC KRALOVE e fa caldo. Sino ad oggi ho dormito addirittura con il piumino, ma ora la temperatura è quella estiva: fa caldo e non eravamo più abituati. Parcheggiamo lungo il fiume, siamo in Boemia, e visitiamo la città, silenziosa, quasi morta, ma con una bella piazza, bei palazzi signorili e chiese. Però non c’è molto da dire su questa città che si sveglia solo all’ora di cena e finalmente i giovani escono dalle loro tane e prendono l’aperitivo e cenano. Allora la città ha un altro colore.

Anche noi ceniamo, io con un filetto che si taglia con la forchetta. Costo: €11….

18 agosto 2013- Domenica – Hradec Kralove/Litomysl(CZ)/Hartberg (A) Km. 428

Si riparte sulla 442 direzione Brno, ma a metà strada una chicca segnalata da Graziella: LITOMYSL con belle case che si affacciano sulla piazza, 4 chiese, una serie di graffiti in bianco e nero che raffigurano assassini, un parco gioioso con vasca d’acqua, 4 statue di fanciulle e musica soffusa ed un castello del 1500 splendido. E’ un paese che non ti aspetti di trovare, anche perché non viene segnalato, invece è Patrimonio Unesco. Questo castello a tre piani, con colonnati, meridiane, opere d’arte disseminate nei giardini, vale sicuramente una visita. Le sale interne sono vuote, a parte una mostra di quadri, ma è bello salire su una lenta gradinata (forse ci salivano anche i cavalli) sino in alto e godere di questa opera del 1500.

Riprendiamo e sulla 461 colline e strade panoramiche molto piacevoli. Prima del confine austriaco cerchiamo un posto per pranzare lungo i laghetti: ma non ci sono strade per camper. Girovagando ci siamo fermati, già alle 13.30, in un chiosco in bella vista dove, con €4, mangiamo una bistecca impanata con patatine e birra. Riprendiamo e, comperata con €9 la vignetta Austria, percorriamo l’autostrada trafficata, soprattutto intorno a Vienna, ma essendo domenica almeno non troviamo i camion. Molto traffico e fila, invece, in senso contrario. Per la notte ci fermiamo ad Hartberg, vicino all’autostrada in un piccolo campeggio strapieno, gestito da 2 donne anziane, ma è un posto di ripiego.

19 agosto2013 – Lunedì – Hartberg/Pordenone Km. 402

Verso casa, anche se è lunedì non c’è traffico, pochi camion. Sembra che un camion corra però contromano, in autostrada, ma è solo al traino.

Prima di Gleisdorf sud sull’autostrada (prima di Graz) c’è una segnalazione: tutti i mezzi oltre le 2,8 tonnellate debbono uscire dal percorso (quindi camion e noi che pesiamo almeno 3,5 t). C’è un controllo della polizia locale e la pesatura. Noi siamo entrati nell’area, ma i poliziotti erano tutti già occupati e silenziosamente siamo usciti senza che nessuno ci fermasse. Con 2 serbatoi d’acqua e la moto eravamo a rischio per il peso. La moto quest’anno purtroppo è rimasta in garage. Prima di tutto non ci siamo mai fermati abbastanza in un posto per poterla utilizzare e poi il mal di schiena di Silvano ha fatto il resto.

H 9,50: siamo a Graz e Bruno e Graziella non vengono a casa con noi, proseguono la vacanza andando al mare in Croazia.

Pranzo veloce ad Arnoldstein e a casa, dove siamo arrivati alle 15.

ALLA PROSSIMA….

Il modo migliore per cercare di capire il mondo è vederlo dal maggior numero possibile di angolazioni.

Ari Kiev

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