Cambogia e Vietnam. Fior di loto, risaie e farfalle di I parte

Alla scoperta di un pezzo di Sud-Est asiatico, tra risaie e monumenti
Scritto da: mokina
cambogia e vietnam. fior di loto, risaie e farfalle di i parte
Partenza il: 04/08/2011
Ritorno il: 22/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Noi amiamo l’Oriente: non c’è altro modo per descrivere quanto ci piaccia organizzare un viaggio verso est.

Quest’anno abbiamo deciso di esplorare una parte della vecchia Indocina, concentrandoci su Cambogia (era da tanto che sognavo Siem Reap con i suoi templi di Angkor) e il Vietnam, lasciando per un altro viaggio il Laos per mancanza di tempo (18 giorni in tutto).

CONSIGLI GENERALI

La formula più economica per arrivare è sicuramente il volo per Bangkok + un volo low cost : la nostra scelta è stata quella di iniziare il tour dalla Cambogia (il clima è un po’ più piovoso ed i templi abbastanza impegnativi, meglio affrontarli alla partenza!), quindi abbiamo comprato un biglietto Emirates insieme ad uno Airasia per Phnom Penh (compagnie aeree che utilizziamo spesso e con le quali ci troviamo davvero bene). A dire il vero Singapore airlines offre voli diretti per la Cambogia, con orari davvero ottimi, ma il prezzo del biglietto è superiore di circa 300 euro a testa e, secondo il mio giudizio, non ne vale la pena, considerando il fatto che l’attesa a Bangkok per il volo nella capitale cambogiana è stato di sole due ore e mezza; dalle mie ricerche per spuntare un buon prezzo sappiate comunque che il volo più economico per la Thailandia lo offre la compagnia egiziana, con scalo al Cairo. Ho comprato da qui anche il volo Hanoi-Bangkok per il ritorno (sempre con Airasia) ed il Siem Reap-Ho Chi Minh (tramite una compagnia cambogiana trovata in Internet, con la Vietnam Airlines), quest’ultima scelta fatta per ricevere (in regalo) insieme ai biglietti la lettera di invito per entrare in Vietnam.

Parentesi per il visto: comprando (o ricevendo gratuitamente come noi) la lettera di invito in internet è sicuramente il metodo più economico perché con una foto e 25 $ in 10 minuti avrete il vostro passaporto bello timbrato e bollato (sempre che utilizzate uno dei tre aeroporti preposti: Hochi Minh, Danang e Hanoi); l’alternativa è spedire i passaporti al consolato di Roma o all’ufficio di Torino, chiederlo in un agenzia a Bangkok oppure direttamente a una agenzia in Cambogia, però sappiate che vi costerà almeno tre volte tanto. Se varcate la frontiera via terra dovrete avere il passaporto già vistato anche se, per esattezza di cronaca, mi sembra di ricordare che forse un paio di frontiere via fiume accettano anche l’invito (magari verificate meglio questa informazione). Ho prenotato inoltre (questo per comodità mia) i primi due hotel della Cambogia, contattandoli direttamente sul loro sito Internet, non inviando denaro: ho semplicemente inviato una mail in inglese e ho ricevuto, nel giro di un ora, la loro prenotazione. Questa cosa vi fa capire quanto sia semplice organizzarsi un viaggio: i popoli asiatici sono avanti anni luce nel turismo e, soprattutto, molto scrupolosi nella garanzia dei servizi offerti! Il resto del viaggio è venuto da sé, strada facendo: una volta studiato l’itinerario, ho comprato i biglietti aerei sul posto (ogni reception dell’albergo offre il servizio) almeno due gg prima della data di partenza e prenotato gli alberghi da un hotel all’altro, spesso utilizzando le gentili ragazze della reception in lingua madre (i nostri cognomi sono alquanto difficili per loro!). Praticamente gli alberghi che ho selezionato da casa (tutti davvero ottimi) mi hanno venduto anche i servizi aggiuntivi (come tour, spostamenti, taxi all’aeroporto ad aspettarmi) e, con questo sistema, tutto è risultato più facile: infatti, avendo le idee ben chiare sul cosa vedere, cosa fare e dove dormire, abbiamo evitato di girare agenzie e tour operator vari per confrontare prezzi (in realtà molto simili fra loro, abbiamo giusto chiesto un paio di volte, non si sa mai). Un’altra scelta importante è stata quella di fare tutti gli spostamenti più lunghi in aereo; questo ha comportato un piccolo surplus al budget (tenete conto che, utilizzano l‘ottima Vietnam Airlines abbiamo speso circa 80 $ a testa per tratta, aerei nuovi e partenze al minuto), ma un risparmio in termini di tempo e stanchezza davvero impagabile. Certo, avendo a disposizione quattro settimane o più, possono essere davvero comodi gli Sleeping bus notturni, veramente economici (esiste persino una compagnia che offre sei tratte interne per 40 $), ma se come noi siete davvero un po’ tirati, l’aereo è senz’altro il mezzo migliore: in un’ora siete a destinazione freschi e riposati e non penso sia la stessa cosa dopo un viaggio di una notte intera con l’aria condizionata a manetta, l’autista che suona il clacson anche ai moscerini e le luci sempre accese (questa è la recensione di chi lo ha sperimentato davvero!).

Mangiare

Per quanto riguarda il cibo, nella nostra classifica “asiatica” questo è in assoluto il posto dove abbiamo mangiato meglio: tutti i ristoranti sono risultati davvero buoni con prezzi massimi di 15 euro a testa per cene a base di pesce. Non abbiamo avuto problemi intestinali nonostante il carpaccio di carne o verdura cruda; entrambi i paesi ci sono sembrati puliti (le loro strade meglio di quelle di Milano). Sudando parecchio abbiamo integrato con ottimi frullati o succhi di frutta (quello al mango è ottimo).

Pericoli e contrattempi

I paesi sono entrambi molto tranquilli, ma le grandi città necessitano di un minimo di attenzione in più. Questo significa che si può tranquillamente circolare a piedi anche alla sera nelle zone centrali sempre piene di gente, magari avendo con sé pochi soldi, niente oro e lasciando il passaporto in cassetta di sicurezza (se non l’avete in camera ci sarà senz’altro in reception). Prendete sempre i taxi pubblici e preferite quelli delle compagnie più grosse, dove sarete sicuri che il tassametro non è taroccato (male che vada spendete 6 $ al posto di 3…). I tuk tuk li troverete solo in Cambogia e sono un ottimo mezzo di trasporto, davvero economico. Infine, il meteo: è la stagione dei monsoni, calda ed umida. Sinceramente pensavo di trovare parecchia pioggia, ma si è limitata un paio d’ore il pomeriggio in Cambogia e un paio d’ore in tutto durante la navigazione nella Baia di Halong; bellissimo il clima di Hoi An e Hue (sole e cieli azzurri), un po’ grigio Saigon e Hanoi; poche zanzare, anche sul Mekong.

Dove abbiamo dormito

The 252 hotel Phnom Phen – 55 $ la superior con colazione: una vera chicca a 5 minuti di tuk tuk dal lungofiume – grandi camere in stile fusion con giardino e piscina. Consigliatissimo. Prenotazione diretta sul loro sito internet tramite mail. Servizio taxi in aeroporto 12 $ (che comodità avere chi ti aspetta con il cartello con il tuo nome, soprattutto in grandi città: si riducono i tempi e non si deve litigare con i tassisti!). Acquistati presso la reception i biglietti del bus per il trasferimento a Siem Reap con il Mekong express (11 $ a testa – 4 ore) e una giornata intera di tuk tuk per la visita alla città al prezzo di 10 $ a testa.

Consigliato il ristorante Metrò Cafè sul lungofiume se amate la cucina fusion (24 $ a testa con 6 portate di pesce e dolce). The Villa Siem Reap – 45$ la superior: consigliato anche questo piccolo hotel con giardino a 10 minuti a piedi dal centro (2 $ con il tuk tuk). Prenotazione diretta tramite mail. La camera superior è davvero grande e qualsiasi servizio (come la colazione o il driver per i templi) viene messo sul conto: ci hanno mandato il tuk tuk alla fermata del bus . Prenotiamo l’escursione al lago Tonle Sap per un pomeriggio al costo di 20 $ a testa. I locali sulla Bar street sono un po’ troppo caotici e turistici per mangiare: molto meglio frequentare la Alley Street.

Fra i ristoranti che posso consigliarvi, sicuramente l’Angkor Palm (proprio di fronte alla Bar street, in fondo) dove si spende poco (circa 13 $ a testa) e si assaggiano le specialità cambogiane come il famoso amoc, un pesce di lago avvolto in foglie di banane e cotto nel latte di cocco. Se avete voglia di cucina mediterranea (tanto per non dimenticare casa!) allora vi segnalo la trattoria-pizzeria sulla Alley: ottima la pizza, la bruschetta e la pasta (cotta davvero al dente!) con una spesa di 8 $ a testa.

CAMBOGIA: parte I

Partiamo da Milano il 4/8 in perfetto orario: il volo è talmente pieno che Emirates ci sposta in business sia sulla tratta per Dubai che su quella per Bangkok (effettuata con il “mostro A380) : praticamente non vogliamo più scendere! Inoltre (privilegi delle classi superiori), una volta giunti a destinazione in 10 minuti abbiamo già fatto il controllo passaporti e ritirato le valige, trasferendoci al piano superiore per il nuovo check inn con Airasia. Atterriamo puntuali a Phnom Penh e il tassista dell’albergo è già lì ad aspettarci con il cartello con i nostri nomi: in 40 minuti circa siamo finalmente arrivati, un po’ stanchi dal lungo (anche se comodo!) viaggio. Dopo una doccia ristoratrice prendiamo un tuk tuk (2 $) e ci facciamo portare sull’affollato lungofiume: respiriamo finalmente la prima aria cambogiana.

6 agosto

Alle 7 siamo già in piedi, colazione a bordo piscina e partenza per il tour della città (20 $ intera giornata di tuk tuk); il nostro driver ci porta per prima cosa a visitare il Palazzo Reale (ingresso 6,50 $ a testa) approfittando del fatto che ci sono ancora pochi turisti in giro e possiamo visitarlo meglio. Il palazzo è davvero bello anche se aperto parzialmente alla visita, con giardini curatissimi e padiglioni riccamente decorati; all’interno del complesso splendida è la Pagoda d’Argento con il suo pavimento di 5000 piastrelle d’argento massiccio, anche se nascosto quasi completamente dai tappeti. Proseguiamo la visita con il famoso museo Tuol Sleng (tradotto letteralmente “collina degli alberi velenosi”) o S21 (dove S sta per Sala e 21 è il codice della polizia di sicurezza), il luogo che più mi ha colpito (a livello emotivo) di tutto il viaggio; il pensiero che negli anni ’70 (esattamente dal 1975 al 1978) Pol Pot fece torturare in questa ex scuola migliaia di persone con il solo sospetto di essere anticomunisti per poi mandarli a morire nei Killing Fiels mi ha fatto salire le lacrime agli occhi. Pensate che durante la dittatura sono morte circa 2 milioni di persone, un terzo della popolazione cambogiana; la scuola trasformata in carcere è davvero qualcosa di raccapricciante, un orrore che non si puo’ descrivere a parole né tantomeno con le foto! All’interno del museo, due delle pochissime persone sopravvissute rispondono alle domande dei turisti e vendono il libro che racconta la loro storia. Finiamo di farci del male andando a visitare i Killing Fields (10 km circa fuori città), luogo di deportazione dei prigionieri: in una vasta zona recintata si vedono le fosse comuni e l’ossario in commemorazione dei defunti.

Nel pomeriggio ritempriamo lo spirito ormai sotto i tacchi delle scarpe con la visita del Central Market e del Mercato Russo: le bancarelle colorate sono una tentazione irresistibile ai miei scatti fotografici e iniziamo i primi acquisti. Qui troverete sete, tessuti e sciarpe, argenti e suppellettili vari, insomma difficile non aprire il portafoglio! Nel frattempo inizia a piovere (ricordatevi che in Cambogia, ad agosto, verso le 16 incomincia a piovere per smettere solo per l’ora di cena, quindi meglio iniziare la giornata presto) e compriamo un ombrello che ci porteremo per tutto il viaggio; il K-way risulta poco pratico per via del caldo e la mantella di plastica da 1 $ una volta che si è utilizzata è difficile da riporre nello zaino tutta bagnata. Ultima visita della giornata, il tempio Wat Phnom: posto in cima a una piccola collina è riccamente decorato e possiede la statua di un Buddha d’oro che da sola riempie la sala.Prima di rientrare in albergo, chiediamo al nostro autista di farci fare un giretto panoramico per la città e lui ci accontenta elencandoci i nomi delle piazze e dei monumenti e portandoci a visitare anche il bel ponte giapponese. Direi che in una giornata intensa, Phnom Phen la si vede proprio tutta; è un po’ caotica con tutto quel traffico di motorini, ma merita sicuramente una visita.

7 agosto

Sveglia alle 6 per prendere il bus delle 7,30; il viaggio è un po’lunghetto soprattutto se nel bel mezzo del niente si rompe la cinghia e si ferma una mezz’oretta in mezzo alla campagna! Sosta per il pranzo e, finalmente, alle 14,30 arriviamo a Siem Reap; anche qui ci aspetta l’autista del tuk mandato dall’hotel e in 10 minuti siamo finalmente arrivati. L’hotel è davvero carino e la camera superiore alle aspettative, con cassetta di sicurezza, frigo e tv; sono ormai le 15, il tempo di una doccia e, come al solito, incomincia a piovere. Andiamo in paese a bere qualcosa e visitiamo il mercato ed i negozietti… Siem Reap ci piace subito, turistica ma molto tranquilla.

8 agosto

Incominciamo di buon mattino la visita dei templi di Angkor; compriamo il pass per tre giorni (40 $ a testa, non serve la foto, la fanno sul posto) e partiamo dal Piccolo Circuito; il tempo è buono, c’è il sole ma non fa ancora molto caldo. Iniziamo con il Prasat Kravan, il Banteay Kde e iI Sras Srang davvero notevoli e diversi fra loro, ma il culmine della bellezza lo raggiungiamo con il Ta Prhom, il famoso tempio fagocitato dalla giungla dove gli alberi hanno letteralmente “mangiato” le antiche pietre. Non mi dilungo in descrizioni dettagliate, un po’ per non togliervi la sorpresa della scoperta personale e un po’ perché comunque i templi principali sono inclusi nel giro standard uguale per tutti; posso dirvi che non abbiamo trovato ressa di persone (cosa che temevo un po’), ma abbiamo sempre girato tranquillamente. A onor del vero non abbiamo visto né alba, né tramonto anche se caldamente consigliati da altri turisti, scelta un po’ obbligata dal fatto che sia alla sera che alla mattina durante la nostra permanenza ci sono state parecchie nuvole ed abbiamo temuto di farci una levataccia senza poi vedere nulla! Continuando la visita, molto bello il Takeo e il Thommanom, ma senza paragoni rispetto al bellissimo complesso dell’Angakor Thom: qui troviamo lo stupendo Bayon con le sue molteplici facce scolpite nella roccia, una serie di piccoli templi (tra i quali il Baphuon e il Phimeanakas) e la famosa Terrazzza del Re lebbroso. Ormai si sono fatte le 13, iniziamo ad essere un po’ stanchi (il caldo inizia a farsi sentire), così ne approfittiamo per mangiare qualcosa nel ristorante vicino all’Angakor, meta del pomeriggio; il tempio merita ampliamente la sua fama perché davvero il più bello e grande di tutti e la visita ci impegna quasi altre due ore. Ora siamo davvero stanchi e inizia a piovere, così ci facciamo lasciare dal driver alla Frangipani Spa dove ci rilassiamo con un bel massaggio.

9 agosto

Oggi ci aspetta il Grande Circuito: visitiamo dapprima il Preah Khan, il Neak Pean, il Ta Som e l’East Mebon, tutti molto belli ma, purtroppo, non paragonabili alla maestosità dell’Angkor Wat. Con queste ultime visite ci riteniamo ampiamente soddisfatti di ciò che abbiamo visto e toccato della cultura Kmer e, a mio giudizio spassionato, una giornata e mezza (intensa) è più che sufficiente per vedere i templi principali: lascio ad ognuno la libertà di decidere quanti ne vuole visitare, anche perché ce ne sono davvero moltissimi sparsi nella foresta un po’ più difficili da raggiungere. Per il pomeriggio abbiamo prenotato l’escursione sul Tonle Sap con l’albergo: siamo solo in 4 e, naturalmente, piove! Questo nulla toglie al fascino di navigare sul lago con la barca: scatto decine di foto alle case galleggianti e alla popolazione locale che si avvicina con la canoa… bellissimi i bambini che pagaiano sotto l’acqua in un catino! Termina qui la prima parte del nostro viaggio: la Cambogia con i suoi contrasti ci è piaciuta davvero tanto e i suoi paesaggi verdissimi di risaie e fiori di loto rimarrano indelebili nella memoria, insieme a luoghi tanto tristi che fanno nascere domande di difficile risposta.

Il racconto prosegue in Vietnam.

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