Mare, monti, deserti e città della California

Viaggio on the road alla scoperta di San Francisco e dei parchi californiani
Scritto da: monicaluigi
mare, monti, deserti e città della california
Partenza il: 01/08/2014
Ritorno il: 14/08/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €

DIARIO DI VIAGGIO CALIFORNIA 1-14 AGOSTO 2014

VOLO Bologna – Francoforte – San Francisco e ritorno con Lufthansa e United prenotato su Expedia insieme all’assicurazione. Tutti i voli sono stati in orario e tutto è filato via liscio. Aerei United un po’ vecchiotti, senza televisorino personale e posti abbastanza stretti. In compenso il servizio non è male.

AUTO A NOLEGGIO come sempre su www.enologgioauto.it. Avevo prenotato una Nissan Versa con navigatore e guidatore aggiuntivo (Categoria Compact)con Alamo. Come sempre ci hanno dato una macchina di categoria superiore (le macchine piccole finiscono subito!) ovvero una Hyundai Elantra nuovissima e molto spaziosa. Anche stavolta abbiamo deciso di acquistare in loco l’estensione della garanzia che copre tutte le franchigie.

DIARIO DI VIAGGIO

1 AGOSTO

Dopo il lunghissimo volo, l’immigrazione, il ritiro della macchina, arriviamo in hotel alle 23.00, quindi doccia e a nanna!

HOTEL AMERICAS BEST VALUE INN & SUITES – SAN FRANCISCO AIRPORT. Motel decoroso a 10 minuti dall’aeroporto, camera king spaziosa , bagno spazioso, pulizia buona. La colazione consisteva in un corner alla reception con tea, caffè, merendine confezionate e banane che ti dovevi prendere e portare in camera.

2 AGOSTO

Il jet lag si fa sentire, eccome! Alle 6.30 siamo già pronti a partire per la prima tappa del nostro viaggio, ovvero Monterey, che raggiungiamo in circa 2 ore. Come prima cosa andiamo al Fisherman’s Wahrf e ci imbarchiamo per vedere le balene. Purtroppo il meteo non è dalla nostra, il cielo è coperto e in barca fa veramente freddo. Dopo circa 2 ore di navigazione finalmente vediamo le balene! Sono due e vengono proprio vicine alla nostra barca, sbuffano, e ci fanno vedere la coda, ma niente salti fuori dall’acqua, non sono tate proprio generose. In lontananza se ne vedono altre. Dopo una mezz’ora, dobbiamo rientrare. Insomma è stata dura, tanto freddo, poche balene, molta stanchezza dal lungo viaggio, il jet lag, forse non è stata una buona idea mettere 4 ore di navigazione proprio il primo giorno. Vabbeh, pazienza…adesso facciamo un giretto sul molo, poi facciamo una bella passeggiata lungomare fino a Cannery Row dove mangiamo due burritos enormi (il mio veramente buonissimissimo) in un localino messicano.

Dopo pranzo facciamo tutta Cannery Row a piedi fino all’acquario, poi prendiamo l’autobus turistico gratuito che ci riporta al molo, dove alla mattina avevamo lasciato la macchina. Siamo distrutti, quindi andiamo in albergo e dopo un’oretta di sonno riprendiamo la macchina e facciamo la famosissima 17mile Drive, che sì, è carina, ma non è niente al confronto dei paesaggi che vedremo domani sulla Highway 1. Per ritornare a Monterey attraversiamo tutta Pacific Grove, che è veramente un gran bel posticino da viverci! Nel frattempo si fa buio e visto che non abbiamo una gran fame, andiamo in uno Starbuck’s molto carino, ci sprofondiamo in poltrona con un bel tea caldo e un mega Granola Yogurt, poi alle 10 a nanna.

VAGABOND INN – MONTEREY. Motel nella norma, decoroso, pulito, ma niente di che, decisamente troppo caro per quello che offre. Camera king enorme, con camino a gas, che sinceramente non mi sono attentata ad utilizzare. Volendo anche qui alla reception offrivano una “colazione” da portarsi in camera, ma un po’ troppo tardi per il nostro jet leg (a partire dalle 7.00). Insomma rapporto qualità-prezzo scadente, ma tutta Monterey è carissima, e meglio di questo non ho trovato.

3 AGOSTO

Il Jet leg non ci molla, quindi anche stamattina alle 6.30 siamo pronti a partire. La nostra prima tappa è Carmel: se fossi un miliardario della Silicon Valley, mi comprerei una casa qui e tutte le mattine me ne andrei a fare una bella passeggiata sulla spiaggia…che meraviglia…Seconda tappa POINT LOBOS STATE RESERVE: veramente magnifico questo piccolo parco statale, i sentieri panoramici sono tutti facili, abbastanza brevi e soprattutto offrono delle viste stupende sulla costa, sulle rocce, sulle foche, i leoni marini, i pellicani, i cormorani e la vegetazione, tutto bellissimo! Dopo un paio d’ore ripartiamo, oggi facciamo tutta la meravigliosa Highway 1, una delle strade più belle del mondo, devo dire proprio all’altezza della sua fama! Ci sono piazzole panoramiche lungo tutto il percorso in cui fermarsi a fare le foto al sontuoso panorama, fatto di rocce, archi naturali, ponti, mare impetuoso, foche e anche balene! Per pranzo siamo a Big Sur e mangiamo molto bene nel bellissimo Nephente, vista mare (quando si aprono le nuvole!), ma soprattutto vista uccellini stranissimi e golosi delle nostre patatine! Ben rifocillati ripartiamo per un altro parco statale, il JULIA PFEIFFER BURNS STATE PARK, famosissimo e fotografatissimo per la cascata che si getta sulla spiaggia. Dalla strada il sentiero per raggiungere la cascata è veramente breve e alla portata di tutti e la vista che si ha una volta arrivati al belvedere è veramente da cartolina! Ripartiamo e facciamo un altro bel tratto di costa e verso sera siamo all’ELEPHANT SEAL BROADWALK: che esperienza vedere tutti questi elefanti marini! E quanta gente che c’è ferma a fotografarli!!! È incredibile come sulle strade americane non incontri nessuno per dei chilometri, poi quando arrivi al view point c’è sempre un casino di gente!!! Boh?!?!? Stiamo qui una mezz’oretta a guardare questi animali enormi e buffi poi ci dirigiamo verso l’ultima tappa della giornata: Morro Bay, che se non fosse per la centrale elettrica proprio sulla spiaggia, sarebbe anche un bel paesino…in ogni caso è perfetto per una tappa lungo la costa se siete partiti da San Francisco, è proprio alla giusta distanza per passare una bella giornata lungo la costa, senza strafare con i chilometri.

DAYS INN – MORRO BAY. Motel molto carino, camera king non nuovissima ma enorme e pulita. Bel terrazzino vista mare e morro. Colazione discreta nella micro-saletta alla reception. Il centro con tutti i ristoranti si raggiunge a piedi in due minuti e a fianco del motel c’è un minimarket, dove abbiamo comperato il mitico frigo di polistirolo e le bevande per quasi tutta la vacanza. Consigliato.

4 AGOSTO

Oggi più che altro è una tappa di avvicinamento alla Death Valley, che è veramente lontano, lontano…Anche stamattina partiamo presto, anche perché oggi dobbiamo macinare veramente tantissimi chilometri. Facciamo tappa a Santa Barbara, molto carina sul mare, con le palme, con le colline alle spalle e finalmente tanto sole! Riesco a fare anche un po’ di shopping (Victoria’s Secrets, Yankee Candle, Bath & Body Works, insomma dei grandi classici americani!). Come dice la nostra guida ci sono veramente tanti barboni, anche se molto ben vestiti grazie alle associazioni che li aiutano, ma possibile che in un posto così ricco non riescono a fare meglio di così? Che contrasti… Ripartiamo, è già quasi l’una e decidiamo di non fermarci al Cabrillo Premium Outlet, perché Luigi vuole essere a Calico Ghost Town prima della chiusura e ci vorranno ancora un sacco di ore di macchina! Vi chiederete perché non ci fermiamo a Los Angeles. Semplice, ci abbiamo fatto uno stop over di due notti 4 anni fa tornando dalle Fiji e non ci è neanche piaciuta, quindi la saltiamo a piedi pari, o meglio crediamo di farlo… l’autostrada che le gira intorno è trafficatissimaaaaaaa, aiuto!!! Ma dove va tutta questa gente in un giorno infrasettimanale, alle 2 del pomeriggio? Quattro corsie per senso di marcia, letteralmente invase dalle macchine!!! Insomma alle 16.30 siamo a Barstow, facciamo una brevissima tappa al motel e usciamo subito. Alle 17.02 siamo a Calico, che ha chiuso alle 17.00!!! Non ci credo!!! Sulla Routard c’è scritto che chiude al tramonto!!! Vabeh, non desistiamo, sta ancora arrivando gente e decidiamo di parcheggiare nel parcheggio più in basso e di salire a piedi, così riusciamo ad entrare (gratis visto che la biglietteria ha già chiuso), in fondo è un paese, puoi chiudere la strada d’accesso alle macchine, ma non puoi chiudere il paese!!! Facciamo il nostro bel giretto, le nostre foto e, comunque soddisfatti, adesso possiamo andare all’outlet di Barstow, che chiude alle 20.00 (uffa! Troppo presto!) comunque è piccolo e a passo di marcia, riusciamo anche a fare qualche acquisto da Tommy Hilfiger, Reebook e Timberland! Cena da Pizza Hut… quanto mi piace mangiare pizza hut in vacanza!!!

BEST WESTERN DESERT VILLA INN – BARSTOW. Il motel è bello e nuovo, la camera king e il bagno sono puliti e spaziosi. La colazione è buona e abbondante, è comodissimo a riprendere l’autostrada, al distributore, a Pizza Hut e altri locali, ma ragazzi… è il posto più rumoroso dove io abbia mai dormito!!! Pensate che sul comodino ti fanno trovare anche i tappi per le orecchie for our sensible guest… insomma non è tanto il rumore dell’autostrada, che ad un certo orario si calma, ma quello della ferrovia che invece prosegue tutta la notte… insomma anche se bello, visto il rumore e visto che dista 8 km dall’outlet, io proverei a prenotare altrove!

5 AGOSTO

Oggi è il giorno della Death Valley e per arrivarci attraversiamo il nulla! Chilometri e chilometri di niente!!! Deserto totale, prima in pianura, poi in montagna, poi in pianura, poi in montagna, ma sempre deserto! Incontriamo forse 10 macchine in 2 ore e mezza di strada??? Un po’ inquietante, un po’ affascinante! Comunque alle 10.30 siamo a Stovepipes Wells, facciamo benzina, prendiamo un bottiglione di Energade e fa già un caldo bestiale! Facciamo quei duecento metri dal parcheggio alle dune di sabbia e già mi sembra di aver lavorato una giornata in miniera… Avevamo pensato di andare fino allo Scotty’s Castle, ma visto che sarebbero circa altri 100km tra andata e ritorno e io sono già spossatissima, desistiamo e andiamo direttamente a Furnace Creek. Ci fermiamo al Visitors’ Center, sempre perfetto, come in tutti gli altri parchi americani, compriamo il pass annuale per i parchi e, su consiglio del ranger, decidiamo di andare a Dante’s View, che essendo in quota, è l’unico punto accettabile con questo caldo! Ottima scelta: saliamo a Dante’s View e qui la temperatura è di (soli!) 28°C, quindi possiamo ammirare l’incredibile panorama sulla valle con una certa tranquillità e anche fare due passi lungo il sentiero che percorre il crinale della montagna. Scendiamo di nuovo a Furnace Creek che sono ormai le 13.30, così mangiamo al buffet del Ranch, senza infamia e senza lode, sporchino, ma se non altro posso mangiarmi dell’insalata condita con solo olio e sale… era ora! Alle 14.30 la nostra stanza è pronta…eh sì…grande pensata fermarci a dormire nella Death Valley!!! Altrimenti con questo caldo infernale non ci saremmo goduti niente! Invece così andiamo in camera, facciamo un bel riposino al fresco, mi faccio la doccia, i capelli e alle 17.30 siamo in pista di nuovo per le tappe più impegnative, ovvero Badwater Basin a -86m sotto il livello del mare, Devil’s Golf Course (entrambi molto suggestivi), Artist’s Drive e Artist’s Palette (veramente imperdibili al tramonto, quando si apprezzano tutte le sfumature di colore delle rocce) e dulcis in fundo Zabriskie Point (non ce l’avremmo mai fatta a fare quella salita di giorno col sole che ti picchia sulla testa!!!), penso proprio di vedere il film la prossima volta che lo danno in televisione… Ormai è buio, quindi due cheeseburger al bancone del pub del Ranch, breve occhiata ai milioni di stelle e poi crolliamo a letto!

FURNACE CREEK RANCH – DEATH VALLEY. Camera con due letti queen molto bella e spaziosa, pulita (il balconcino invece se lo erano dimenticati), balcone con due sedie a dondolo e tavolino, prodotti da bagno chiccosi, aria condizionata rumorosa. Il complesso è molto carino, si compone di diverse palazzine a due piani e altre con solo un piano in mezzo al verde del campo da golf, piscina carina aperta fino a tardi, museo, campi da tennis , negozio, pompa di benzina, ristorante, pub, pizza da asporto e buffet. E’ tutto abbastanza caro, ma siete in un oasi in mezzo al deserto, non è che ci sia molta scelta…

6 AGOSTO

Oggi cambiamo completamente scenario! Dal caldo torrido al freschino/freddo, da 86 m sotto il livello del mare della Death valley, ai 2000m di Mammoth Lakes! Che bella sorpresa è stata Mammoth Lakes, capisco perché gli americani ci vanno in vacanza sia d’estate che d’inverno, è sicuramente al pari delle nostre migliori località di montagna delle Alpi e delle Dolomiti! Peccato averci passato un solo giorno. Dopo aver mangiato uno splendido panino fatto al momento da Shea Schat’s Bakery (è fighissimo: scegli il pane, e tutti gli ingredienti che vuoi metterci dentro: il tipo di formaggio, le verdure, le salse, ecc…ma l’ingrediente principale è il tacchino, cotto tutto intero nel forno a mo’ di giorno del ringraziamento e tagliato sul momento, da leccarsi i baffi!), facciamo la bellissima escursione al Devil’s Postpile, veramente imperdibile! E’ poco conosciuta (per non dire sconosciuta) dagli stranieri, forse perché meno pubblicizzata dei più famosi parchi nazionali, ma non è da meno, anzi! Si prende un pullman in centro a Mammoth che ti porta dentro al parco poi fa una serie di fermate all’inizio dei vari sentieri. Facciamo una stupenda passeggiata di due ore, che, attraverso un bosco stupendo passando appunto dal Postpile (ovvero da una incredibile formazione rocciosa unica al mondo), arriva fino ad una bellissima cascata. Peccato che abbiamo dovuto tenere un ritmo abbastanza sostenuto perché sembrava che a metà del tragitto stesse arrivando un temporale da paura. Fortunatamente ci ha graziato, ha cominciato a piovere che eravamo già in macchina! Ci siamo stancati un casino però! Siamo distrutti, ma non troppo per fare un giretto nel piccolissimo outlet di Mammoth (luigi compra anche da Ralph Lauren!!!). Per cena mangiamo in centro una buonissima zuppa di funghi accompagnata da toast al formaggio. Ci voleva proprio qualcosa di caldo, si gela (non per modo di dire, ci sono 10 gradi…rispetto ai 45 di ieri!).

HOLIDAY HOUS – MAMMOTH LAKES. Camera con due letti queen enormi, attrezzata anche con cucinino, pulitissima. Decisamente il miglior motel della vacanza. Anche la colazione non era male. Volendo c’è anche una mini Jacuzzi aperta fino alle 22, ma visto che ci saranno stati al massimo 10 gradi ed è anche piovuto, era chiusa. In due minuti di macchina siete sia all’outlet che nel centro di Mammoth Lakes, per arrivare agli impianti di risalita ci vogliono circa 10 minuti. Consigliatissimo anche per più notti. Ricordatevi di svuotare la macchina, è proprio al limite del bosco e ovunque ci sono cartelli che ricordano che gli orsi sono bravissimi a fiutare il cibo. Anche i bidoni della spazzatura sono sigillati a prova di orso!

7 AGOSTO

Oggi ci aspetta Yosemite ed entriamo dal Tioga Pass a 3000m di altitudine! Che bello, che panorami ragazzi! E che pace rispetto alla valle! Paesaggi di montagna bellissimi: ruscelli, cerbiatti, boschetti, laghi, meraviglioso…secondo me è la parte più bella del parco! Scendiamo lungo la Tioga Road fermandoci ai vari view points, al Tenaya lake (stupendo) alla Bridal Veil Fall (proprio con un velo d’acqua) e siamo nella valle per pranzo. Panino veloce e poi bella passeggiata di un ora e mezza circa passando sotto a quelle che dovrebbero essere le Yosemite Falls (praticamente quasi senz’acqua!). Il giro è bello comunque e i panorami sono stupendi. Riprendiamo la macchina e andiamo a fare una foto a Tunnel View: che veduta spettacolare!

A questo punto dobbiamo decidere se andare a Glacier Point a vedere il panorama o se andare a Wawona a fare una passeggiata tra le Sequoie, consultiamo il navigatore e decidiamo per Wawona, dove facciamo un bel giro a piedi e vediamo per la prima volta le sequoie giganti. Col senno del poi forse sarebbe stato meglio passare più tempo nella valle o andare a Glacier Point, visto che le sequoie del giorno dopo mi sono piaciute molto di più, ma senza sperimentare non puoi sapere… è comunque stato molto bello. Raggiungiamo Mariposa dove dormiremo e stasera festeggiamo andando a cena al ristorante Savoury’s, che la guida giudica come “da leccarsi i baffi”: ambiente carino, abbiamo mangiato direi abbastanza bene una zuppetta al pomodoro e “parmigiano” con pane caldo e olio d’oliva nel piattino, poi il piatto principale che era una braciola di maiale con una dadolata di pomodori e pesche (e anche peperoncino per la verità) accompagnata da un buon purè.

MINERS INN – MARIPOSA. Motel molto grande e decisamente anonimo, un po’ sopravvalutato dalle recensioni che ho letto sui vari siti. Alla reception esponeva un cartello che recitava “per affittare una camera bisogna essere maggiorenni”, giudicate un po’ voi… Comunque la camera è grande (anche questa non nuova e con la moquette che io odio), la colazione discreta (no yogurt). Il complesso si compone anche di distributore di benzina, ristorante, negozio e piscina. Un po’ troppo caro (ma lo è tutta la zona intorno a Yosemite). A me non è piaciuto.

8 AGOSTO

Oggi Kings’ Canyon and Sequoia National Park, direi il più bello dei parchi nazionali visti in questa vacanza. Rispetto a Yosemite c’è meno gente, meno traffico, è più piccolo, si gira meglio e i boschi di sequoie sono veramente incredibili! Arrivando da Mariposa si passa Fresno e poi si sale fino a 2000 m e si entra dal King’s Canyon. La nostra prima tappa è Grant Groove, ovvero il primo boschetto di sequoie dove si può ammirare il generale Grant, una delle 3 sequoie più grandi al mondo. Già questa radura ci sembra molto bella, ma sarà niente in confronto a quelle che vedremo una volta entrati nel Sequoia NP. Facciamo una breve passeggiata, poi prendiamo la Generals Highway, la strada panoramica che collega i due parchi fermandoci in vari punti per fare una foto o per passeggiare in mezzo a questi alberi giganteschi. Pranziamo al Lodgepole Village con un buon hamburger poi finalmente arriviamo al parcheggio all’inizio del sentiero per il General Sherman. Incredibile: proprio all’inizio del sentiero c’è mamma orsa con due cuccioli! Ormai non ci speravamo più di vederli! Erano tre giorni che vedevamo cartelli stradali che dicono di rallentare per non investire gli orsi, bidoni della spazzatura anti-orso, contenitori per il cibo anti-orso, ma di orsi neanche traccia, neanche nei sentieri isolati, niente di niente…e dove li incontriamo? Nel punto più affollato del parco!!! Infatti nel giro di cinque minuti è arrivato il Ranger che ha sfollato prima la tantissima gente che si era avvicinata troppo (Luigi in testa!) per fotografare gli orsetti, poi gli orsi che si erano avvicinati troppo al parcheggio… Comunque è stata un’emozione incredibile, che ha reso la giornata bellissima!

Ormai gasatissimi, facciamo il sentiero in discesa per arrivare al generale Sherman (l’albero più grande del pianeta), che, indipendentemente dagli orsi, è veramente uno spettacolo della natura! Rifacciamo tutto il sentiero in salita (sigh!) per ritornare alla macchina (un’ora in tutto tra andata e ritorno), poi ci spostiamo poco più avanti sempre nella Giant Forest, per fare il Big Trees Trail (anche questo circa un’ora), una passeggiata pianeggiante, veramente rilassante al bordo di una radura contornata da sequoie gigantesche. Finita la bella passeggiata, proseguiamo sempre sulla Generals Highway fino ad uscire dal Parco. Stasera dormiamo a Visalia, una piacevole cittadina dove ceniamo molto bene nella bellissima birreria Brewbacker, proprio a fianco del nostro hotel. La birra artigianale era ottima, la pizza niente male e l’insalata cremosa di Luigi molto buona (probabilmente molto più calorica della pizza visto che come condimento gli hanno fatto scegliere fra dieci salse e lui ha scelto quella al blue cheese! Ma cosa avete contro un filo di olio d’oliva???). Oggi è stata proprio una bella giornata!

CONFORT SUITES – VISALIA. Bell’hotel in centro, vicino ai locali, economicissimo. Stanza non nuovissima, ma enorme e pulita, attrezzata anche con cucinino. Come in tutti gli hotel americani, la finestra si apriva al max solo di 15 centimetri, ma meglio che niente! Finalmente una vera colazione in una vera sala da colazione! Consigliatissimo.

9 AGOSTO

Oggi cominciamo a risalire verso San Francisco. Le nostre tappe sono: Gilroy Premium Outlet, Stanford University e un “pellegrinaggio” nella Silicon Valley, ma prima di raggiungere le nostre mete, viviamo un avventura: in autostrada veniamo fermati per eccesso di velocità da un gentilissimo poliziotto, appostato col radar sul cavalcavia, che in pochi secondi ci raggiunge accendendo le luci per intimarci di accostare, ma che una volta capito che eravamo turisti, ci lascia andare dicendoci semplicemente di rallentare! Graziati! A Gilroy, come dice la guida, l’odore di aglio è veramente persistente! Facciamo qualche acquisto (non troppi per la verità, io non so perché in California non ci sono dei bei saldi come a New York, poi questi outlet non mi piacciono un gran ché: non sono centri pedonali con tutti i negozi concentrati lungo un percorso circolare, ma si sviluppano in lunghezza, col parcheggio davanti, quindi non te li godi tanto…). Dopo aver mangiato un buonissimo hot dog da Aunt Annie, ripartiamo per Stanford, che è veramente un altro mondo. Cosa devo dire, mi sono laureata e lavoro nell’ambito universitario della mia regione che amo e di cui sono orgogliosa, ma non c’è paragone, sono veramente su un altro pianeta… spazi verdi ovunque, strutture sportive, spazi comuni, biblioteche, laboratori, aule, dormitori, ecc… tutto curatissimo, tutto vicino, tutto in funzione dello studente (ricchissimo o geniale).

Prima di raggiungere Stanford, però ci fermiamo a Palo Alto per far felice Luigi: sul navigatore metto 1 Infinite Loop… eh sì, si va alla sede di Apple! Non ci si può credere, ma è un vero e proprio pellegrinaggio di persone che vengono da ogni parte del mondo per farsi fotografare davanti all’ingresso di Apple! Comunque concentrati nel giro di pochissimi km ci sono tutte le aziende che hanno rivoluzionato la nostra vita: Microsoft, Palo Alto, la Nasa, Google, Facebook, Yahoo, HP, insomma tutti gli appassionati di informatica del mondo vorrebbero essere qui. Prima di andare nel nostro hotel di Mountain View, proviamo a raggiungere Google, ma è impossibile perché stasera c’è un megaconcerto, quindi ci riproveremo l’indomani mattina. Ceniamo vicino all’hotel (330 mt a piedi) da New York Pizza, un locale informale con gli interni che ricordano la metropolitana di New York appunto, che ci fa una pizza accettabilissima.

HOTEL AVANTE – MOUNTAIN VIEW. Bell’hotel, bella camera, piscina carina, ottima colazione (per gli amanti del genere, c’erano anche vari prodotti cinesi!!!). Dal sito sembra molto più nuovo, ciò non toglie che sia molto carino, e comunque non vecchio. Unico appunto, l’aria condizionata era molto rumorosa (anche quella del vicino, per noi che dormiamo con finestra aperta e aria condizionata spenta).

10 AGOSTO: san francisco (e non solo)

Oggi raggiungiamo l’ultima tappa della nostra vacanza, San Francisco, dove resteremo 3 notti. Prima però Luigi deve realizzare un altro sogno: vedere la macchina di Google Maps, e sia! Andiamo da Google e ci divertiamo un casino, perché sparse ovunque davanti ai diversi edifici che compongono l’azienda (mensa, caffetteria, parco, campo da beach volley, scheletro di un dinosauro, ecc..) sono sparse delle biciclette colorate come il logo di Google, che chiunque può prendersi per farsi un giro e spostarsi all’interno del campus, quindi anche noi ne approfittiamo! Riusciamo anche a vedere la famosa automobile, così facciamo contento Luigi! Partiamo in direzione San Francisco e la nostra prima tappa è Twin Peaks. Da quassù si vede proprio tutta la città dal Golden Gate, ad Alcatraz a Down Town fino al Bay Bridge, peccato che sia ancora un po’ nuvoloso. Sono le 10 del mattino e capiremo nei prossimi giorni che le nuvole coprono la baia fin verso le 11, per poi spostarsi sull’oceano e ritornare verso le 18 a ricoprire la baia un po’ alla volta partendo dal Golden Gate. Facciamo qualche foto poi scendiamo e parcheggiamo al Golden Gate State Park. Visitiamo il Japanese Tea Garden, dove prendiamo anche un tea: carino ma non imperdibile, soprattutto è molto piccolo, da come ne parlava la guida sembrava una cosa immensa… Poi passeggiamo un po’ all’esterno dei due musei che si trovano nelle vicinanze, ovvero la California Academy of Science, progettata da Renzo Piano e particolarissima con il suo tetto ricoperto di erba, e il De Young Museum, nel quale si può anche entrare nella hall (e nei bagni) per vedere le opere esposte nell’ingresso. Mangiamo un panino nel piazzale tra i due musei, dove si sta esibendo la banda cittadina, poi noleggiamo una bici e facciamo un giretto… breve e faticoso visto che anche qui è tutto un su e giù!

Riprendiamo la macchina e… nooo… ci hanno dato la multa! Ma perché? Perché abbiamo parcheggiato nella direzione opposta alla direzione di marcia! Uffa!!! 60$ di multa! Vabbeh, pazienza… siamo in vacanza.

Stavolta raggiungiamo la terrazza panoramica all’inizio del Golden Gate! Che traffico gente per arrivare qui! Ovviamente nel parcheggio davanti al Visitor Center non c’è posto, ma con un po’ di pazienza riusciamo a parcheggiare poco più in altro e questo ci permette di fare una bella passeggiata panoramica per raggiungere il ponte, che rende veramente tanto adesso che è uscito il sole e il suo colore rosso contrasta con l’azzurro del cielo! Siamo già a metà pomeriggio, quindi la gita in barca che avevamo pensato di fare oggi la faremo domani. Passiamo dal nostro Motel, lasciamo la macchina, facciamo check in, ci riposiamo un attimo, poi usciamo a piedi e facciamo una lunga e bella passeggiata lungomare attraverso il Presidio fino al Fisherman’s Wahrf. E’ domenica sera e c’è un milione di gente! Ceniamo dal famosissimo Boudin con la zuppa nel panino e devo dire che non è neanche male… il dopo cena è proprio una pataccata americana!!! Sul lungomare c’è una sfilata di auto storiche modificate, chi va su due ruote, chi alza le sospensioni, chi alza solo il didietro…che risate… e avreste dovuto vedere i tipi che le guidavano… Continuiamo la nostra passeggiata fino al Pier 39, dove ci fermiamo un po’ a vedere i leoni marini, che sono un vero spasso. Rientriamo in hotel a piedi, passando da Ghirardelli Square.

11 AGOSTO

Uff, anche stamattina è nuvoloso, ma ormai abbiamo deciso di andare in barca. Raggiungiamo a piedi il pier 41, da dove parte la nostra crociera nella Baia. La crociera con Red and White Fleet ci è piaciuta molto, anche perché ti danno le audioguide in italiano, così ti raccontano un po’ la storia della città, dei ponti, dei terremoti, di Alcatraz, delle città che si affacciano sulla baia, insomma oltre che bella è anche interessante. Per fortuna ci siamo messi le giacche pesanti, perché fa veramente freddo, e quando si oltrepassa il ponte c’è un aria incredibile, poi nel ritornare indietro esce il sole e si sta proprio bene. Vediamo anche alcuni delfini! Noi vi consigliamo la crociera da un ora, non è necessario prendere quella da un ora e mezza per vedere anche il Bay Bridge, si vede benissimo anche con questa e fa un bel giro anche intorno ad Alcatraz.

Ritornati a terra facciamo il Munipass per tre giorni e prendiamo il Cable Car fino a Union Square. Tappa obbligata da Victoria’s Secrets (evvai!) e da Macy’s, dove pranziamo al Burger Bar ovviamente con un buonissimo hamburger, del quale possiamo scegliere tutto: il tipo di pane, di formaggio, di verdure, di patatine, ecc… La vista è molto bella, il locale è al quarto piano e attraverso la vetrata si vede tutta Union Square.

Nel pomeriggio smaltiamo la mangiata facendo una lunga passeggiata attraverso tutta Chinatown e North Beach fino alla Coit Tower. Chinatown è tutta un’altra cosa rispetto a quella di New York, è molto più grande, meno “odorosa” e vi si trovano anche dei negozi di assoluta qualità, soprattutto delle botteghe del tea, dove si possono assaggiare dei tea pregiatissimi. Arrivare alla Coit Tower è pesissimo! Ci becchiamo non so quanti gradini (in alternativa c’è la salita-ita-ita, avrà una pendenza di 45°!), comunque, se sopravvivete, la vista, una volta arrivati in cima, è veramente molto bella, si abbraccia tutta la baia dal Golden Gate al Bay Bridge.

Per scendere fino all’Embarcadero facciamo i Filbert Step godendoci la vista sulla baia, in mezzo al verde e alle bellissime case (come si faccia a vivere in queste case raggiungibili solo attraverso i gradini, non so…). Arriviamo alla Levi’s Plaza, dove facciamo una pausa da Starbucks, poi prendiamo il tram storico F fino al capolinea sul Fisherman’s Wahrf. Per la serata abbiamo deciso di sfruttare il Cable Car, così, dopo un ora di fila, riusciamo finalmente a prenderlo e lo facciamo tutto fino al capolinea, così facciamo un po’ di negozi intorno a Union Square (Timberland, Converse, Gap, ecc). Mangiamo una zuppa di verdure abbastanza corroborante (visto il freschino serale che richiede nuovamente la giacca) in uno degli anonimi locali intorno alla piazza, poi prendiamo l’autobus che in una mezz’oretta ci porta senza cambi esattamente dietro al nostro motel.

12 AGOSTO

Stamattina non c’è pezza, le giacche pesanti le lasciamo in hotel anche se è ancora nuvoloso, perché ieri ci siamo proprio rotti a portarcele dietro tutto il giorno, tanto ormai abbiamo capito che verso le 10.30 ci sarà un bel sole! Prendiamo l’autobus 30x dietro il Motel e dopo aver attraversato il finalncial distric, passando proprio sotto alla Transamerica Piramyd, ci lascia all’Embarcadero davanti al Ferry Building. Facciamo un giretto sia al Farmers Market all’esterno (apre tardi questo mercato secondo i nostri standard, sono le 9.30 e molte bancarelle stanno ancora allestendo), che all’interno, dove degusto degli oli d’oliva californiani, devo dire molto buoni, ma carissimi! Mercato carino. Oggi prendiamo la linea California del cable car, meno famosa e frequentata, non per questo meno caratteristica, anzi, ce la godiamo molto di più senza ressa e senza folla. Visitiamo prima il Wells and Fargo Museum, dove è esposta una vera diligenza del vecchio west. Il museo è piccolo, ma è gratuito e interattivo, quindi se avete una mezz’oretta e siete in zona è comunque carino. Riprendiamo il cable car e ci avviciniamo il più possibile al Cable Car Museum (la linea California passa ad un paio di isolati dal museo, mentre le linee Powell-Market e Powell-Hyden si fermano proprio davanti). Il Museo non è un museo, ma è proprio la centrale del cable car, ovvero lo snodo dove passano tutti i cavi che muovono tutti i tram. E’ interessante perché ti permette di capire come funzionano. Da qui prendiamo il primo cable car che passa verso Union Square, perché oggi andiamo a pranzo alla Cheesecake Factory, al settimo piano di Macy’s , con terrazza panoramica proprio sulla piazza! Che bello, seduti fuori al sole si sta benissimo e come sempre mangiamo divinamente, sia la carne che il Cheesecake sono ottimi!

Dopo pranzo prendiamo il tram storico F e andiamo a visitare il comune. Ci tenevo particolarmente a visitarlo dopo aver visto già due volte il bellissimo film Milk. Scesi dal tram davanti al palazzo delle Nazioni Unite, sembra di essere arrivati in un’altra città: ci sono barboni ovunque. Comunque, attraversiamo l’enorme spianata davanti all’imponentissimo edificio del comune ed entriamo. Dopo aver superato il metal detector si è subito nella hall, dove a catena di montaggio vengono celebrati i matrimoni: prima due spose in bianco, poi due sposi in frack (quand’è che sarà normale anche in Italia???), poi due coppia dai tratti asiatici, accompagnati solo da due testimoni, che al termine della brevissima cerimonia si avvicinano a me e mi chiedono di fare loro alcune foto: che emozione! Ho partecipato ad un matrimonio a San Francisco! Mi ringraziano tantissimo e io ovviamente mi commuovo! Riprendiamo la linea F fino a Union e di nuovo il cable car, stavolta fino a Lombard Street, dove scendiamo e percorriamo a piedi la famosa strada tortuosa, facciamo alcune foto, risaliamo e riprendiamo il cable car fino al capolinea nei pressi del Fisherman’s Wahrf.

È la nostra ultima sera a San Francisco e vogliamo fare un’altra passeggiata al Pier 39 per rivedere le foche. Mangiamo una zuppa e una pizzetta da Boudin sul pier (meno frequentato di quello dove c’è anche la panetteria), nel frattempo si fa buio e Luigi ha una bella idea: perché non ci facciamo un giro in cable car anche by night? Andiamo al capolinea, la fila è accettabile, quindi decidiamo di aspettare. Prendiamo il cable car e scendiamo dove si incrocia con la linea California (praticamente il tram era solo per noi!), così arriviamo fin quasi al Bay Bridge che di sera è proprio sontuoso tutto illuminato di bianco. Proprio una bella cartolina per la nostra ultima sera in California!

SEASIDE INN – SAN FRANCISCO. Motel molto carino, che offre l’indubbio vantaggio di avere il parcheggio gratuito (che in città è tutto un dire!), i posti sono meno rispetto al numero di camere, ma quando siamo arrivati c’era posto e non abbiamo avuto problemi. Se non c’è posto bisogna parcheggiare in strada (di giorno è a pagamento, la notte è gratis). A fianco c’è anche un distributore. E’ proprio su Lombard street, quindi i rumori della strada un po’ si sentono. La camera King è un po’ piccolina rispetto agli standard americani, ma è nuova e pulita e dotata di tutti i confort. La colazione consisteva in un corner alla reception con tea, caffè, merendine confezionate e muffin (buonissimi), biscotti e banane che ti dovevi prendere e portare in camera. Lo consiglio senz’altro a chi ha la macchina. La fermata dell’autobus è proprio dietro l’hotel (autobus per Embarcadero, Union Square, Ghirardelli, coincidenza con tram F e cable car). A piedi con una bella passeggiata si arriva al Pier 39 passando da Presidio o da Ghirardelli.

13 AGOSTO

Stamattina si riparte per tornare a casa, sigh, sigh… Prima però abbiamo ancora alcune tappe imprescindibili! Carichiamo la macchina, facciamo check out e poi via, prima su (accidenti che salita mostruosa!) e poi giù a zig zag per il famosissimo tratto di Lombard Street! Molto peggio la salita che la discesa comunque… Accontentato Luigi, accontentiamo mio padre, ovvero andiamo a pagare la multa! Che scemi, l’ufficio è proprio dietro al comune… ci avessimo pensato prima, avremmo potuto pagarla ieri…Penultima tappa della giornata è Alamo Square con le Seven Sisters, ovvero la piazza con le 7 villette in stile vittoriano una accanto all’altra. Il quartiere è molto carino, le case sono molto carine, la veduta dalla piazza, che in realtà è un parco, è molto bella, ma senza macchina sarebbe stato un po’ eccessivo venire fin quassù solo per una foto. Visto che abbiamo ancora un po’ di tempo (e di benzina, visto che stamattina per stare sul sicuro abbiamo messo 5 dollari) andiamo a salutare la vacanza al Golden Gate, bye bye San Francisco.

RIFLESSIONI

Questa era la nostra quarta vacanza negli Stati Uniti (la terza on the road), dopo NY, i parchi dell’Ovest, la Florida e sicuramente è stata la più stancante. Nonostante si sia sempre nello stesso Stato, le distanze sono enormi e i cambiamenti climatici e di altitudine, oltre che il jet, mettono a dura prova il fisico. Sicuramente è stato bello, perché nella stessa vacanza abbiamo visto il mare, la montagna, il deserto e la città. Personalmente trovo che la parte più emozionante degli Stati Uniti sia soprattutto la natura, quindi i giorni che ho preferito sono stati sicuramenti quelli trascorsi nei parchi nazionali (soprattutto Sequoia) e lungo la costa.

Mammoth Lakes è stata la vera sorpresa della vacanza, ci si poteva tranquillamente trascorrere un altro giorno (o anche due) senza annoiarsi. San Francisco è carina, tranquilla, direi signorile (a parte la zona del comune) e offre delle bellissime vedute, ma sinceramente 2 – 3 giorni sono più che sufficienti per vederla. Se volete andare ad Alcatraz prenotate con settimane di anticipo, se no non troverete posto. Se come a noi, non vi interessa visitare la prigione, ma solo farvi un idea, la crociera nella baia va benissimo. Il Muni Pass si è rivelato utilissimo: è stato divertente girare la città su e giù con i cable car, anche perché tenete conto che girare a piedi per una città che si sviluppa su più di 30 colline con delle pendenze mostruose alla lunga è allucinante! La California ci è sembrata più cara rispetto al resto degli Stati Uniti, sia per quanto che riguarda gli hotel (nel giro dei parchi avevamo speso meno per hotel molto più belli), sia per quanto riguarda lo shopping (i saldi di NY rimangono memorabili!). Ci rimane sicuramente la voglia di tornare ancora, magari fra qualche anno, per rituffarci ancora nella natura, e negli spazi immensi di questo paese, chissà…

Se volete vedere le nostre foto, visitate il nostro sito www.monicaeluigi.it

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San Francisco



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