Tra Budapest e Praga

Una visita a Budapest durante gli Europei di pallanuoto (non sono un fan) e un ritorno a Praga dopo 13 anni
Scritto da: us01234
tra budapest e praga
Partenza il: 17/07/2014
Ritorno il: 24/07/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Una settimana tra Budapest e Praga

Io & Laura, due giovani quarantenni (oltre la metà dei quaranta…) in giro per l’Europa Centrale, soli soletti, ma con un figlio da incontrare a Budapest. Una capitale tutta ancora da visitare.

17 luglio – Partenza e primo giorno a Budapest

Perché Budapest? Partirà sicuramente un “echissene..” ma io lo spiego ugualmente. Luca, figlio sedicenne, sta facendo uno stage che l’ha portato qui per la gestione delle “grafiche” ed il sito dei Campionati Europei di Pallanuoto che si tengono qui dal 14 al 27 luglio. Siamo italiani: possiamo lasciare il pargolo, tutto solo, per tutto questo tempo, in terra straniera? Lui magari pensa di sì, ma “echissene” lo diciamo noi e, quindi, Budapest sia! In fondo gli staremo sulle coste 4 giorni, su 16…

Abbiamo prenotato il volo con Wizzair (124,98 in due con un bagalio a stiva) delle 8.10 da Malpensa cosa che ci costringe ad una levataccia alle 4, siamo della Provincia Granda (Cuneo), noi. Parcheggiato al Parcheggio Malpensa, non così conveniente (41€ per 7 giorni di parcheggio coperto) e raggiunto l’aeroporto con un inconsueto, per noi, anticipo. Salgo sull’aereo e “catalesso” fino all’atterraggio (scusa Laura!) che, visto il caldo, mi fa pensare ci abbiano dirottato su Nairobi.

Seguiamo i consigli di un ragazzo con cui Laura ha scambiato due parole durante il viaggio. Un’ora e mezzo di parole, in verità. Consigli su come girare Budapest in maniera alternativa, in bici, e come raggiungere il centro di Budapest dall’aeroporto. Io immaginavo di usare un furgoncino dell’Euroshuttle (4300Huf -> 14€) ed invece facciamo l’abbonamento giornaliero del trasporto pubblico (3300Huf -> 10€), prendiamo il 200 fino a Kőbánya-Kispest dove prendiamo la Metro fino a Ferenciek Tere e poi il 5 fino al Dobrentei Tere. Da lì a piedi fino all’albergo, ma ci siamo persi… sotto il sole di Nairobi! (mannaggia ai consigli!!! 4€ in meno in cambio di una faticaccia).Trovato l’albergo (Best Western Orion 216€ 4 notti senza colazione, prenotato con Booking.com) ri-catalesso stravolto, ma Laura mi ricorda che c’è una capitale da visitare e quindi, via. Si va.

Costeggiamo il Danubio fino al coreografico Ponte delle Catene e lì, in un emporio, compriamo qualcosa da mangiare e saliamo, a piedi…, sulla Collina di Castello. Prima della visita occorre un rifornimento. Mangiamo e: si mette a piovere (è così il tempo in Africa….).

Terminato l’acquazzone vaghiamo tra il Palazzo Reale ed il Bastione dei Pescatori. L’uno molto asburgico con la sua cupola verde, l’altro: molto finto. Sembra un’attrazione di un parco di divertimenti. Da qui si gode una bellissima vista sul Danubio e su Pest (noi qui siamo a Buda).

Scendiamo, sempre a piedi (che l’abbiamo comprato a fare il biglietto giornaliero? Bah), verso il Danubio per incontrare il pargolo, sull’Isola Margherita, che sembra felice di vederci e che ci sorprende con due biglietti per la partita serale.

Il datore di lavoro ce lo lascia per cena ed andiamo da Firkasz. Un locale segnalato dalla nostra, non recentissima, Lonely Planet. Bel posto e buoni piatti.

Ora, la partita: lasciamo Luca alle sue incombenze lavorative e ci godiamo Ungheria-Serbia (partita sentitissima, qui). Posti da VIP e scenario bellissimo. Tifiamo, zerbinamente, per l’Ungheria e “vinciamo” 8-6. Tripudio ma anche una stanchezza imperiale. Saluti a Luca, Metro, tram, albergo. Sipario.

18 luglio – Giri in giro

Ci svegliamo tardi, troppo tardi, ed io, che sono “umorale”, sarò “storto” tutto il giorno per questo ritardo. E rovinerò la giornata a Laura.

Comunque: oggi si va a Pest. Prima tappa, dopo una colazione un po’ cara, Vaci utca, la via dello shopping. Laura guarda un sacco di cose e tenta di farmi comprare delle bermuda, quasi facendocela. Ma non c’è la mia taglia.

Finiamo in una moderna piazza (Vörösmarty tér) dove troviamo l’Hard Rock Cafè, buon per Luca. Vaghiamo senza meta né costrutto. Proviamo anche a noleggiare le bici ma, ripeto, oggi sono “storto” e per nulla collaborativo e così non facciamo neanche questo e così continuiamo a vagare con i miei mugugni come unico condimento. Che palla d’uomo… Laura non ha realizzato che una spinta nel Danubio potrebbe risolvere tutto. Meno male.

A salvarci (salvarmi) arriva Luca che “rapiamo” al suo dovere e partiamo tutti per una passeggiata sul Danubio. Poco dopo il Parlamento troviamo quel che Laura cerca da stamattina: un marito nuovo. Fortunatamente no, cercava la “camminata delle scarpe”. Un’”installazione” che commemora gli ebrei che sono stati uccisi, con un colpo alla nuca, lungo questo tratto e fatti cadere in acqua. Sono decine di paia di scarpe di bronzo che ricordano il fatto che le persone, prima di essere uccise, dovevano togliersi le scarpe. Il valore di un ebreo, quindi, era inferiore delle scarpe che indossava…. Senza parole.

Gita più leggera all’Hard Rock Cafè per l’acquisto della classica maglietta e poi cerchiamo cibo. Mangiamo al Central Kavehaz a Ferenciek Tere. Buono.

Accompagnamo Luca all’Isola Margherita rischiando poi perdere i mezzi per il ritorno. Fine.

Domani prometto di essere meno “storto”.

19 Luglio – Parlamento – Terme – Pallanuoto

Abbiamo prenotato dall’Italia (Prenotazione biglietti) la visita in italiano del Parlamento. Questo edificio ha poco più di cent’anni ed è molto coreografico. Una bella cupola su un edificio perfettamente simmetrico lungo una sponda, quella di Pest, del Danubio. Ricorda, come collocazione, Westminster. La visita è interessante: lo sapete che dalle ultime elezioni l’Ungheria ha una sola Camera? Con 200 deputati. Meditiamo, gente.

Faccio una foto di frodo all’interno della cupola e si esce.

Abbiamo acquistato il biglietto dei 3 giorni (3650Huf a testa -> sui 12€) per i mezzi pubblici ed ora giriamo di più sui tram che sulle suole. Andiamo a vedere la Grande Sinagoga, ora. Metro fino ad Astoria, due passi, ed eccola la Sinagoga. A Praga, anni fa, non ci avevano fatto entrare perché era Pasqua, qui, semplicemente è sabato. Tutto chiuso. Siamo dei geni! Un’occhiata all’esterno di questa che è la seconda sinagoga al mondo per grandezza e basta.

Pranzo nel parco Taban, raggiunto con il bus 5 da Astoria e ci prepariamo a soddisfare un altro desiderio (dopo quello non esaudito delle bici) di Laura. Le terme. Per farmi perdonare accetterei anche di ascoltare un concerto di cani ululanti, senza sottotitoli. Quindi: e terme siano!

Scegliamo (sceglie) le Gèllert. In un edificio liberty(?), art-nouveau(?), neo-classico(?), …. in un bell’edificio troviamo una vasca tra colonne e maioliche. Bello, ma prima: bagno in brodo. Seduti in una vasca con l’acqua a 36°. Due bracciate nella vasca colonnata e poi il bagno turco (o sauna, non sono esperto). Sono un neofita, l’ho detto, e non ero preparato ad un posto caldo come il Sahel e umido come il Vietnam (non sono stato in nessuno dei due posti, ma il paragone mi piace) con una nebbiolina che, secondo me, è composta dalle anime di chi la perde entrando lì dentro. Sudo da pori che ignoravo di avere. Come un Fantozzi qualunque esco dalla sauna e mi butto in una vasca a 20°. Ragazzi, sono vivo. Ed è già un risultato.

Detta così ha l’aspetto di un’odissea, la verità è che non sono un “animale termale” ma devo dire, comunque, che le terme hanno un loro perché. La soddisfazione di Laura è la testimonianza di questo “suo perché”. Io posso dire che l’ambiente era bello da vedere. E sono contento di poterlo raccontare.

Luca ci ha procurato, di nuovo, i biglietti per la pallanuoto. Stasera c’è l’Italia. Canto l’inno, tifo e mi lamento dei torti che subiamo (in realtà non capisco nulla di pallanuoto) ed alla fine 6-6 contro il Montenegro. Risultato “amaro” (arriva, la battuta?). Prima della partita ho anche fatto la foto con Tempesti, capitano e portiere della nostra nazionale. Un gigante!

Cena io e Laura di nuovo da Firkasz poi il tram 2 fino al ponte Elisabetta attraversato a piedi ed a letto.

20 luglio – Andrassy ut

Oggi si fa la strada dichiarata partimonio dell’umanità dall’Unesco, Andrassy ut.

Raggiungiamo la partenza con il 105 e poi, a piedi.

La prima attrazione è il Teatro dell’Opera che, ovviamente, è chiuso (venite con noi e conoscerete tutti gli orari di chiusura di qualsiasi cosa). Proseguiamo verso la Casa del Terrore. È un museo allestito nel quartier generale della polizia segreta del regime comunista ungherese. Particolare accostamento tra l’occupazione nazista e quella comunista. Per le persecuzioni effettuate (sia nei modi che nelle categorie perseguitate) si discostano veramente di poco.

Il museo è su tre piani. Al 2° viene trattato il periodo nazista. In Ungheria si era formato un partito nazista che aveva una croce come simbolo e come politica, beh, la conosciamo. Dopo la guerra l’Ungheria finì nel blocco comunista e ricominciano le persecuzioni di classe. Particolare durezza venne usata verso i contadini che dovevano produrre per lo stato ed il mezzo di convincimento era la deportazione. Pensate che alcuni deportati erano superstiti dei Lager nazisti…

Il museo al 1° piano mostra come il regime fosse opprimente con tutti i classici propagandistici che immaginiamo. Altro obiettivo erano, ovviamente, i dissidenti che qui venivano imprigionati, torturati e, spesso, lasciati morire. Nel seminterrato si possono vedere le celle, cubicoli di 2mt x 3 senza servizi. I prigionieri aveva 30 secondi al giorno per lavarsi. Senz’altro che l’acqua.

La cella di rigore era, in pratica, una bara verticale con, all’altezza degli occhi, due lampadine. Immaginate stare ore, giorni, in piedi, con nessuna possibilità di movimento e la luce sparata in faccia. Molti prigionieri hanno preferito suicidarsi piuttosto che sopportare un tale trattamento.

Non mi dilungo anche se vorrei, ma vi consiglio di vedere questo posto. Il ricordo vi rimarrà appiccicato addosso.

Usciti decisamente sgomenti proseguiamo la strada che, senza grandi meraviglie se non alcuni bei palazzi, ci porta nella Piazza degli Eroi. Molto maestosa con colonna al centro e porticato in stile greco ai lati con tanto di carro con cavalli in bronzo.

Pranzo nel parco dietro la piazza e poi ritorno in bus per la stessa strada. Se il viale Andrassy ut è patrimonio dell’Unesco dovrebbero esserlo mezzi di quelli di Torino e tutti quelli di Parigi.

Ci ricongiungiamo per l’ultima volta con Luca (domani noi partiamo, lui resta qui) e facciamo cena da Csarnok (indicato dalla guida Feltrinelli perché, aaarrrgghhhh!, ho perso la Lonely Planet). Niente di indimenticabile se non un caldo soffocante. Abbracci commossi al pargolo ed andiamo a casa. Domani: Praga

21 luglio – Budapest – Praga

Scoraggiati dai prezzi dei voli abbiamo optato per un bel viaggio in treno (58€ in due). Il treno sembra carino. L’aria condizionata “a palla”. Perfetto. Partiamo

Dopo 5’ torniamo sui nostri passi e rimaniamo in stazione (perché?) 45’ durante i quali l’A/C va e viene e le condizioni ambientali si deteriorano.

Finalmente si riparte e manteniamo i 50’ di ritardo e l’A/C ballerina per ore. Poi, un temporale epocale ci blocca nella campagna slovacca. E un po’ d’acqua comincia a filtrare nel vagone. Ah, ci siamo anche scordati il pranzo.

Finalmente arriviamo a Praga con 85’ di ritardo e non nella stazione prevista. Tanto che stavamo per non scendere.. (degli amici indiani con cui abbiamo fatto cambio di posto sono rimasti sopra. Se vedete una coppia di indiani di mezza età un po’ spaesati in giro per Berlino, salutateceli).

Prelievo di Corone al bancomat e taxi. Cui abbiamo praticamente ridato i soldi appena prelevati. 700Kc (28 €) per un tragitto di 10’.

L’albergo è da veri fighi. U Tri Pstrosu (prenotato con Booking.com a 216€ tre notti e colazione), ai piedi del Ponte Carlo. Più in centro di così, si muore. Piove tantissimo. Mangiamo al ristorante dell’albergo e poi, temerari, usciamo sotto la pioggia a fare una nuotat.. passeggiata. Il bello è che non c’è in giro nessuno (ci credo!). Il brutto è che piove proprio tanto. Tempo di vedere l’orologio astronomico battere le 23 con tutti gli ometti che si muovono e battiamo in ritirata

22 luglio – Josefov – Casa Danzante

A Praga eravamo venuti per festeggiare i 10 anni di matrimonio, qualche anno fa… e avevamo “ciccato” il quartiere ebraico perché era Pasqua ed era tutto chiuso. Quindi torniamo soprattutto per questo e poi perché Praga ci era piaciuta un sacco.

Si parte, a piedi (siamo in centro, noi…) attraversando il Ponte Carlo e raggiungiamo la piazza dedicata a Jan Palach, lo studente che si era dato fuoco per protestare contro il regime comunista. Foto alla stele commemorativa e cominciamo il nostro giro delle sinagoghe. (biglietto completo + permesso per le foto al Cimitero: 500Kc a testa. Circa 20€, capperi!).

Le sinagoghe non m’hanno detto granchè se non quella di Pinkas con tutti i nomi degli ebrei praghesi uccisi nei lager scritti sui muri. Fa il suo effetto. Anche la sinagoga Spagnola è bella. Le altre, anonime. Ma il cimitero è una cosa a parte. Migliaia di lapidi messe lì a caso su un terreno che si dice ospiti 100.000 salme, sepolte in 5/6 secoli. Il Cimitero non ospita nuovi “degenti” da 200 anni e tutto è rimasto come allora. Con l’erba che cerca di conquistare terreno in questo bosco di pietra. Da vedere.

Io sono ateo ma se dovessi optare per una conversione c’è un problema tecnico che mi impedirebbe la scelta dell’ebraismo: la kippah (copricapo minuscolo) non vuol saperne di stare sulla mia testa scarsamente capelluta… Ho passato il tempo a tenerla con una mano o a raccoglierla per terra…

Ci trasferiamo dopo le foto al monumento a Kafka vicino alla sinagoga Spagnola nella vicina, affollatissima e bellissima, Staromestske namesti. Di questa piazza mi piace tutto ma la chiesa di Tyn, costruita dietro le case che ne celano mezza facciata, è strepitosa.

Giriamo per la piazza per un po’ guardando il monumento a Jan Hus, l’orologio astronomico e, soprattutto, schivando i Segway (trabiccoli a due ruote che si guidano in piedi) che scorazzano ovunque. Troppa gente. Proprio troppa.

Dopo un pranzetto fai-da-te ci dirigiamo verso Piazza San Venceslao, un lungo viale, in verità. Questa è la piazza delle manifestazioni compresa quella del 1989 che ha dato il via alla “rivoluzione di velluto” che ha sancito la fine del regime comunista. Ai piedi del monumento equestre dovrebbe esserci un piccolo spazio commemorativo del suicidio di Jan Palach, avvenuto qui. Non c’è. O non l’abbiamo trovato.

Ci avviamo verso il fiume per andare a vedere la Casa Danzante. La casa è una costruzione dell’archi-star Gehry ed è una sfida alla fisica con i suoi pilastri curvi e le finestre storte. Torniamo indietro facendo tappa in una bella isoletta sul fiume e poi andiamo verso l’albergo. Sull’isola di Kampa mi viene da fare una foto ma, terrore, la macchina fotografica non c’è. Dopo qualche imprecazione soft (chi mi conosce sa come sono soft quando m’arrabbio) e torniamo alla prima isoletta dove due brave signore avevano notato che l’avevamo scordata sulla panchina e l’avevano portata ad un chioschetto. Sante donne! Ora sono completamente rilassato, più placido di un Koala.

Ri-ritorno: passiamo ancora a vedere vicino all’albergo, in Cihelna, una scultura di David Černý. Due uomini che fanno la pipì in una pozzanghera a forma della Repubblica Ceca.

Cena da Kokoura in via Nerudova. C’eravamo già stati 13 anni fa. È sempre uguale: una birreria vecchio stampo dove ho ordinato una roba sbagliata. Volevo della carne, mi han portato tre “boli” ripieni di cubetti di prosciutto… Però la birra è buonissima.

23 luglio – Castello e vagabondaggio

Oggi ci inerpichiamo verso il castello per una visita “intima”. C’è più gente che spazio.

Nel cortile c’è la Basilica di San Vito: imponente, però stipata com’è in un cortile dà l’idea di Bud Spencer che indossa una t-shirt taglia M.

Giro della Basilica che sembra antica ma non lo è: la facciata gotica l’hanno fatta nel 1938… Il Duomo di Milano è un’altra cosa, dai.

Giriamo nei cortili, visitando anche il Palazzo Reale dove si è compiuta la “defenestrazione di Praga”, evento che ha dato il via, nel 1618, alla Guerra dei Trent’anni. Il Re non concordava tanto con quanto degli emissari cattolici gli stavano proponendo e li ha scaraventati giù dalla finestra facendoli finire nel fossato. Essendo, il fossato, pieno di letame i poveretti si sono salvati. Non sempre il finire nella m…. è così negativo.

Scendiamo verso Mala Strana dalla scala scesa 13 anni fa sotto la neve. Ora c’è un discreto caldo. Prendiamo il tram per tornare sul fiume e consumiamo un pranzetto nel parco dove abbiamo un leggero “mancamento”. Se un insetto non avesse provato a farsi il nido nell’orecchio, svegliandomi, probabilmente saremo ancora là-

Ritorno passando sull’isola di Kampa per fare le foto al Muro di John Lennon. Quando morì i giovani praghesi dipinsero un suo ritratto su un muro e, nonostante venisse continuamente rimbiancato, i graffiti tornavano a fiorire. Il comunismo non c’è più ed i murales sì.

Stasera mangiamo da Kludovna, una birreria consigliata dalla Lonely. Ho ordinato una cosa che si è rivelata essere una gamba di un maiale. Impressionante. Con l’aiuto di un bel po’ di birra ed ispirandomi ad Obelix l’ho domata!

Ora non ci resta che dormire e, domani, tornare a casa.

Considerazioni finali

BUDAPEST

Io ero un po’ scettico su Budapest, soprattutto per la durata del soggiorno. Invece non abbiamo visto tutto (il labirinto di Dracula, ad esempio) ed abbiamo visto 2 partite dell’Europeo di Pallanuoto. E abbiamo anche vissuto l’emozione (ed un mezzo collasso) delle terme.

I prezzi sono bassi, si mangia abbastanza bene. I servizi sono buoni, un po’ vecchiotti i mezzi ma funzionali.

PRAGA

A me Praga mi è piaciuta tantissimo. Più romantica nonostante le migliaia di turisti.

Si gira a piedi (se come noi si ha l’hotel in centro) e c’è della brava gente che suona in giro.

Mangiare, si mangia. I prezzi sono sensibilmente aumentati e più alti di Budapest. La birra è buonissima e (scusa Laura) le praghesi sono bellissime.



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