Brasile, un’esperienza di colori, musica e natura

Rio de Janeiro, Cascate dell'Iguazu, Salvador de Bahia, Fortaleza e... mondiali di calcio
Scritto da: Silvietta12
brasile, un'esperienza di colori, musica e natura
Partenza il: 04/06/2014
Ritorno il: 17/06/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Eccoci pronti per un altro viaggio, un’altra avventura! Eravamo rimasti con il sogno australiano nella mente e nel cuore, ma è giunta l’ora di attraversare un altro oceano e approdare nientepopodimenochè in Brasile! Grazie ai nostri magici biglietti Alitalia scegliamo questa meta, un po’ per mettere piede in Sud America, un po’ per andare a vedere i mondiali, un po’ per andare a curiosare in giro come nostro solito e un po’ perché a stare fermi in spiaggia proprio non siamo capaci. Così riusciamo ad organizzare, un po’ all’ultimo a dire la verità, le tappe del nostro viaggio:

– Arrivo a Rio de Janeiro (3 notti)

– Cascate di Iguazu (2 notti)

– Salvador de Bahia (3 notti)

– Fortaleza (2 notti)

– Rio de Janeiro (1 notte)

04-05.06.14

Partenza di mattina col volo Verona-Roma, prima tappa relax a Fiumicino per tutta la giornata per stare un pochino insieme ai nipotini e a mio fratello, poi verso sera torniamo in aeroporto… sperando di riuscire a partire. Ci siamo fatti mille calcoli per poter prendere questo aereo, partiamo in mezzo alla settimana, dopo il ponte del 2 giugno, con un giorno lavorativo in mezzo…insomma, vuoi proprio che sia tutto pieno? E infatti stavolta ci va liscia, memori del viaggio sul jump seat tornando da Los Angeles. Oggi invece riusciamo perfino a scegliere il posto! Quindi si parteeee! Destinazione Rio de Janeiro, un altro sogno che si realizza (ndr – i nostri ticket erano stand by). Ci imbarchiamo con circa 2 ore di ritardo, pazienza, volo tranquillo, di notte, ma non riusciamo a dormire molto. Alle 6am ora locale atterriamo a Rio (GIG), nuvoloso, un po’ umido. Andiamo a prendere il bus (il primo di una serie infinita) per arrivare fino all’hotel, a Flamengo (Augusto Paysandu – booking.com – ottimo qualità prezzo e posizione). La prima impressione della città è stata abbastanza tragica, diciamo che la strada dall’aeroporto al centro non attraversa proprio quartieri splendidi, vediamo le baracche ai margini della strada, immondizia, case in lamiera, mille fili della corrente aggrovigliati non si sa come, gente che cammina in tangenziale noncurante e un traffico pazzesco. Per fare poco più di 20 km ci abbiamo messo 2 ore. Ma tranqui, welcome to Brasil! Ah, dettaglio tecnico: noi non parliamo una parola di portoghese… e questo sarà molto divertente. Piano piano la città cambia aspetto, i quartieri si trasformano, arriviamo in centro, alla nostra fermata, attaccata all’hotel. Ci danno già la stanza pur essendo le 8 di mattina, prima dell’orario del check in, menomale… Veloce sosta “restyling” dopo il viaggio e siamo pronti per andare in avanscoperta! Il sole è venuto fuori, 26° e il cielo è azzurro… e qual è la prima cosa che decidiamo di vedere da bravi turisti? Il Cristo sul Corcovado, il simbolo della città e non solo, mille volte visto in tv e ultimamente in tutte le pubblicità dei mondiali…arriviamo!! Iniziano le prime barzellette con la lingua portoghese, sarà sempre un’impresa capire che autobus prendere, dove sono le fermate e dove scendere… si perché qui a volte ci sono le pensiline, a volte no, e dove ci sono molto spesso non sono scritti i numeri degli autobus che passano, quindi quando passa qualche bus semplicemente si ficca il naso dentro e si chiede all’autista…in un ingl-spano-itagnolo a volte dialetto…che ti racconta quello che vuole. Insomma, in qualche modo e sempre con un traffico super, al Corcovado ci arriviamo, anche perché non siamo certo gli unici. Marco riesce a intravedere il Cristo, da lontano, un primo sguardo…io come al solito orba non lo vedo. Per salire scegliamo il tradizionale trenino, un affare vecchio e sgangherato che sale sulla collina a 700 metri con una pendenza pazzesca. Speriamo che i freni tengano. In mezzo alla foresta del Tijuca, alberi tipo giungla, ma in mezzo alla città, bellissimo, un bel fresco e aria pulita (consiglio: sedersi sul lato destro andando in su, anche se ci sono i sedili storti J). Improvvisamente si apre uno squarcio dalla foresta che ci fa vedere un secondo tutta la baia. Emozione. Poi arriviamo, scendiamo, saliamo le scale, ci giriamo ed è lì, gigante, altissimo, imponente, il Cristo, di spalle, che sovrasta tutto e tutti. Emozione fortissima. 70 metri di statua, nel punto più alto della città, sul “morro” davanti al Pan di zucchero, sopra le spiagge, le baie e le insenature che creano uno dei paesaggi più belli che abbia visto. Mille foto ovunque. Ci godiamo il panorama e ancora non ci crediamo… che bella idea venire in Brasile. Siamo in mezzo a turisti da tutto il mondo ma soprattutto sudamericani, già carichi per l’imminente inizio dei mondiali. Wow, un’atmosfera unica. Riprendiamo il trenino sgangherato e scendiamo, altro bus e stavolta anche metropolitana (per evitare un po’ di traffico, ci sono solo 2 linee ma è comoda e assolutamente sicura) per raggiungere l’altro mito di Rio, Copacabana. Scendiamo a Siqueira Campos, la fame ormai si fa sentire, non sappiamo più che ore sono di nessun fuso orario, decidiamo di provare anche qui il primo di una lunga serie di baretti per strada che hanno in esposizione praticamente un orto in bella vista…frutta ovunque, coloratissima, bellissima, quasi sembra finta. Assaggiamo il succo al mango, che diventerà un must del viaggio, qualcosa di divino…gustosissimo…un succo di frutta vero, spremuto e semplicemente bevuto all’istante (per ben 6 reais, ovvero circa 2 euro per 500 ml di succo)! Wow. Poi ci dirigiamo in spiaggia, questa famosissima e meravigliosa Copacabana, una mezza luna enorme, con ai lati i morros che sovrastano le onde dell’oceano. E in spiaggia gente di tutti i tipi che prende il sole, corre, ride, suona, gioca a qualsiasi sport uno possa immaginare, mangia, vende (o ci prova) o semplicemente si rilassa al sole. Mica sono stressati i brasiliani, finiscono tipo alle 4 di lavorare e poi spiaggia… Gente fisicata e tutti incredibilmente bravi a giocare a calcetto, Marco è a dir poco meravigliato, la palla non cade mai. Facciamo una piccola passeggiata giusto per mettere a mollo i piedi nell’oceano… visto che la giornata ci regala ancora un bel sole decidiamo di salire anche sul pan di zucchero, che si staglia proprio di fronte a noi. Altro bus fino a Urca (hanno di quei nomi che fan troppo ridere…) e poi le due famose teleferiche tipo quelle per andare su in montagna, per salire fino in cima. Lo spettacolo è a dir poco meraviglioso. Già dopo la prima teleferica il paesaggio è da cartolina, ma saliamo subito fino su per goderci il panorama e scattare un milione di foto. Gli aerei passano sotto di noi (si si, proprio sotto), per atterrare all’aeroporto Dumont, in pratica in centro città, una roba incredibile, praticamente un lembo di terra fa da pista di atterraggio e decollo in mezzo alla baia di Rio, a 5 minuti dai quartieri più famosi… a saperlo dovevamo prendere almeno un volo qui, lo spettacolo dal finestrino deve essere grandioso. Ci piazziamo su una panca con vista del Cristo, spiagge e baia per goderci il tramonto in totale relax e contemplazione. Davvero unico, proprio una bella idea questo viaggio… J Non ci ricordiamo neanche da quante ore siamo svegli, ritorniamo in albergo con un altro bus, doccia ristoratrice, poi usciamo per cena in un localetto vicino all’hotel e poi crolliamo a nanna. Il primo giorno a Rio vale già il viaggio.

06.06.14

Ci svegliamo dopo una super dormita. Mega colazione in hotel, il succo d’arancia è una spremuta vera, così come tutti gli altri succhi, la frutta è davvero squisita e anche tutti i dolcetti… c’è solo il prosciutto che ci inquieta un po’… il “presunto-ham”. Oggi decidiamo di dedicarci all’altra spiaggia di Rio, Ipanema, e alla zona circostante. Così, altro bus (che ci lascia tipo 1 km prima perché non ci capiamo con l’autista…strano…tu gli chiedi le cose, loro capiscono quello che vogliono perché più di tanto non ti ascoltano e il risultato è sempre una sorpresa! Poi sono sempre in 2 sul bus, l’autista e l’omino che fa i biglietti, e c’è un tornello improponibile, durissimo, dove tutti puntualmente si incastrano…ma a loro piace così), alla ricerca di un noleggio bici! Bici Sole Rio!! Un trinomio perfetto. Si perché alle spalle di Ipanema c’è un bellissimo lago, grande, in mezzo alla città, circondato da una pista ciclabile con un bellissimo panorama. Troviamo l’omino delle bici e facciamo il nostro bellissimo giro, il Cristo sbuca ogni tanto a salutarci dall’alto, arriviamo poi fino in spiaggia, sul lungomare dove però tira un vento fortissimo. Riportiamo le bici e ci gustiamo la nostra prima acqua di cocco. E uno qui pensa che il cocco sia marrone, un po’ peloso e dentro bianco e duro, insomma, un cocco. E invece no. Intanto è verde e liscio, poi prendono un machete e tagliano via la parte sopra, infili la cannuccia e bevi…acqua! Fresca e un po’ dolcina, ma non è che sappia molto di cocco…vagamente direi, cmq buona e assolutamente dissetante. Ma non è finita qui, sempre col machete te lo spaccano e con la buccia formano un cucchiaio con cui scavi all’interno una polpa molliccia e bianca… e quello è il cocco. Pensa te. Siamo vicini al Jardim Botanico così decidiamo di farci un giretto, all’ingresso c’è un viale con delle palme altissime! Molto bello, non ci sono tantissimi fiori, ma facciamo un giro piacevole. Riprendiamo il bus e torniamo a Ipanema, dove facciamo un po’ di sano shopping in questa zona molto carina piena di negozi. Da bravi turisti ci compriamo un bel paio di hawaianas e io una maglietta del Brasile.

Poi inizia l’avventura per ritirare i ticket dei mondiali, ebbene sì perché andremo a vedere a Fortaleza Costa Rica-Urugay. Anche stavolta il portoghese proprio non ci è amico e l’autista passa via la nostra fermata (la sede del Botafogo – nota squadra locale), peccato che siamo praticamente su una tangenziale, ormai è buio e il traffico è semplicemente allucinante, tutti che corrono come matti. Dobbiamo tornare indietro per una strada poco piacevole, a un certo punto attraversiamo questa strada a 3 corsie pregando di non essere investiti e in qualche modo arriviamo al posto giusto. Ci accoglie un tizio, italiano, che ci stampa i nostri ticket. Magicamente si materializzano nelle nostre mani, sono veri!! Mondiali arriviamo! Foto. Torniamo in hotel per una sistemata e usciamo a cena, stavolta assaggiamo la famosa carne brasiliana…io prendo un super contro filetto che mi sarebbe bastato per una settimana, Marco invece una bistecca con l’osso enorme! Davvero buono, accompagnato da un buon vino cileno. Ci serve addirittura il direttore del ristorante, semplicemente perché è l’unico che parla qualche parola di inglese.

07.06.14

Oggi, dopo un’altra super colazione, ci dirigiamo verso il centro, la zona più a nord di Rio, un quartiere con palazzoni alti tipo grattacieli, una piazza grande e la cattedrale. Ora, arriviamo proprio di fronte e ci chiediamo cosa sia mai quella costruzione orrenda a forma di piramide di cemento… ebbene sì la cattedrale, la chiesa più brutta che abbiamo mai visto! Che ridere. Ovviamente entriamo alla ricerca di qualcuno che ci dica l’orario delle messe, un mistero, da dentro vediamo alcune belle vetrate, davvero imponenti, ma il nostro giudizio complessivo non cambia. In quartiere troviamo un mercatino dell’artigianato, davvero carino, da un omino mezzo italiano molto simpatico compriamo dei mini quadretti calamita per il nostro frigo multicolore. Finora comunque l’impressione della città pericolosa non l’abbiamo proprio avuta, tutti sono stati gentili e disponibili, a loro modo cercano sempre di aiutarti. Sfatiamo un po’ questo pregiudizio che ti viene per forza leggendo qualsiasi guida, certo bisogna stare all’occhio, non ostentare ricchezze inutili, ma questo si fa normalmente in qualsiasi paese uno vada, noi giravamo in braghette e maglietta, ma di certo avevamo la scritta TURISTA in fronte, è inevitabile. Insomma, un po’ di buon senso ecco, certo non siamo stati a piedi nelle favelas alle 2 di notte e sicuramente nel complesso un po’ di fortuna ci ha accompagnato, ma mi sento tranquillamente di dire che se uno ha qualche remora sul Brasile per via di sicurezza, può stare tranquillo e godersi il viaggio. Arriviamo ai piedi della collina di Santa Teresa dove scopriamo che il famoso tram (Bondinho) è chiuso per via di un incidente di qualche anno prima… peccato, ce la facciamo a piedi, su una stradina di ciottoli dissestati, per una salita con super pendenza (una fatica!) anche qui chiediamo informazioni ma proprio non ci capiamo.

Arriviamo in cima alla collina dove riusciamo a trovare comunque da una terrazza una bellissima vista: il Pan di Zucchero, la baia, davvero molto bello. E ci beviamo un immancabile succo al mango ristoratore. Riscendiamo stavolta dalla scalinata in ceramica (c’era la foto sulla copertina di Ulisse), davvero particolare, è fatta con pezzi di ceramiche da tutto il mondo, praticamente un souvenir mondiale fatto a scala, tutta colorata, un sacco di gente e mille foto! Torniamo a piedi verso il centro alla ricerca della chiesa di San Francesco, gioiello barocco, dopo le fantastiche indicazioni ricevute riusciamo a trovarla, non prima di essere passati per San Antonio (da Padova eh, mica un altro…) dove stavano celebrando la messa ma più che messa sembrava una festa… il prete per dare la benedizione faceva praticamente fare la doccia a tutti. Di fianco la chiesa di San Francesco, chiusa. Sbirciamo dalla porta e vediamo un tizio che spolvera… una quantità innumerevole di decorazioni tutte d’oro. Bellissima. Torniamo in piazza e mangiamo in un baracchino il nostro primo Pan de Queijo, un pane non ben definito al formaggio, davvero buono, e ovviamente un altro succo (il baracchino era proprio “Super Suco”, non potevamo non assaggiarne uno). Prendiamo la metro con direzione Maracanà! Desiderio e gioia di Marco, arriviamo al mitico stadio e facciamo le foto di rito con le scritte dei mondiali (peccato non trovare un gelato per fare una super foto da rivendere alla gelateria dello Stadio – ndr). Purtroppo lo stadio è chiuso e non si può visitare, stanno facendo delle prove di sicurezza per i mondiali…pazienza, Marco è felice lo stesso, ciao Maracanà ci rivedremo in tv! Riprendiamo la metro e stavolta muniti di costume ci dirigiamo a Copacabana per un tuffo nell’oceano! Mi sono stupita di questa temperatura fantastica a Rio, nella guida e leggendo in giro in teoria doveva fare più freschino invece un bel bagno ci stava tutto! Super onde, vista sui morros e mega spiaggia. Wow. Dopo riusciamo anche a beccare una messa, a Nostra Senora de Copacabana, dove il papa ha fatto la GMG nel 2013, benedizione in portoghese. Per cena usciamo nei dintorni dell’hotel, lasciamo a casa la macchina fotografica e ci perdiamo la foto del secolo… dato che qua sono un po’ tutti strani nessuno si chiedeva come mai ci fosse un tizio che cantava e suonava la batteria dentro un’officina di un benzinaio, sopra la piattaforma per tirare su le macchine… normalissimo. Ceniamo con delle porzioni da cavallo di pizza, riso e pesce, talmente abbondanti che chiediamo se ci fa un pacchettino take away, nessun problema! Torniamo in hotel, prepariamo lo zaino e nanne, domani ci aspettano le cascate di Iguassu… buonanotte Rio, ci hai regalato dei momenti davvero indimenticabili.

08.06.14

Oggi grande giorno, spostamento a Foz de Iguazu e cascate! Ci concediamo il taxi per andare in aeroporto, manca mai che ci sia il traffico dell’andata e il bus arrivi tardi, invece essendo domenica mattina di traffico non ce n’è molto, quindi arriviamo in aeroporto con un bell’anticipo. Per strada salutiamo il Cristo che spunta per salutarci e riusciamo a vedere anche il sambodromo, praticamente uno stadio in cemento dritto, degli spalti lunghi almeno 1 km se non di più sempre lì, in attesa del periodo pazzo del carnevale (che deve essere davvero una cosa incredibile!). Primo volo con la TAM (che si rivelerà essere un’ottima compagnia, sempre puntuale). Check in alle macchinette, vogliono sapere vita morte e miracoli per farti fare il check in ma tranqui, ci autostampiamo le carte d’imbarco e via. Purtroppo siamo seduti dal lato sbagliato dell’aereo quindi se per sbaglio si vedeva qualche pezzetto di baia dall’alto ce lo siamo perso…mannaggia. Arriviamo a Foz, pioggia spray, 20° gradi e aria fresca. Ci dirigiamo subito alla fermata del bus diretto alle cascate (che bella idea portare solo lo zaino…). Oggi ci dedichiamo al lato brasiliano, in 5 minuti di bus siamo all’entrata del parco. Sono già in fibrillazione. Lasciamo gli zaini al deposito bagagli (la salvezza…), facciamo i biglietti e entriamo! Foto di rito davanti al cartello d’entrata, che recita “una delle sette meraviglie del mondo”. C’è un bus che fa tutto un percorso dentro al parco fino all’inizio dell’unico sentiero percorribile dal lato Brasile. Arriviamo al primo lookout, il rumore si sente già. Sono tutti armati di k-way, noi abbiamo giacchetta impermeabile ma in teoria non dovremmo bagnarci perché da questa parte le cascate si vedono di fronte, mentre dal lato argentino ci vai proprio sotto (o almeno così ci avevano detto e avevamo letto qua e la…). Iniziamo a scendere per il sentiero, si apre la vista sulle prime cascate, sono già spettacolari. Ci sono degli strani animaletti che girano in cerca di cibo, un incrocio tra un facocero e un cane…ma non gli dedichiamo molta attenzione perché i nostri sguardi sono già rapiti dall’immenso spettacolo che la natura ci regala. Continuiamo sul sentiero, facciamo ovviamente un milione di foto, l’aria è piena di goccioline nebulizzate e piano piano la macchinetta fotografica diventa subaquea. Il rombo delle cascate si fa sempre più forte, avvolgente, fragoroso, affascinante. I punti di osservazione si susseguono e il paesaggio è sempre più incredibile: la quantità di acqua che c’è è davvero impressionante, il fiume scorre velocissimo, l’acqua è marrone, i salti a volte non si distinguono per la nube di aria\acqua che sale dal fiume. E’ semplicemente meraviglioso. La pioggia spray si alterna a squarci di cielo azzurro che forma degli arcobaleni incredibili. Foto foto foto. Il sentiero scende e si avvicina sempre di più a quella che è la parte più incredibile delle cascate, la Garganta del Diablo, il punto più famoso, più alto, più imponente. Dal sentiero vediamo una passerella, magicamente sospesa sopra dei piloni che sembrano stuzzicadenti in mezzo a questo terremoto di acqua, esattamente al centro della cascata, proprio sotto sotto, con quella quantità di acqua allucinante che corre velocissima con una potenza impressionante. Il livello dell’acqua arriva quasi sotto alla passerella: pensiamo che i brasiliani siano completamente matti. Come cavolo fanno a tenere aperto un sentiero così??!! Sembra che da un momento all’altro la forza dell’acqua si porti via tutto! Sopra la passerella un sacco di gente che si gode questo spettacolo unico e noi non vogliamo essere da meno, ci alterniamo per farci le foto a vicenda su quella passerella assolutamente incredibile. Davvero bellissimo. E dopo dieci secondi che ero sopra arrivano le guardie forestali… e fanno uscire tutti. Troppo pericoloso, l’acqua è troppo alta e sta salendo, rischia davvero di trascinare via tutto. Ah ecco… Insomma, per un pelo!! Così via tutti, salgono questi tipi che sfidando il pericolo si mettono letteralmente a smontare la passerella, un pezzo alla volta portano via le paratie in modo da non dare attrito alla forza dell’acqua che altrimenti spaccherebbe tutto. Una botta di culo, anche se per poco tempo, essere riusciti ad andare la in mezzo, un momento davvero unico. Saliamo alla fine del sentiero e ci godiamo la vista, faccio una foto a Marco in un punto praticamente dentro la cascata… acqua da tutte le parti, doccia completa! Il livello dell’acqua è talmente alto da essere proprio di un evento eccezionale, c’è perfino la televisione con giornalisti che fanno le riprese e intervistano la gente… con Marco dietro a fare il Paolini di turno. Così tutti e due bagnati fradici riprendiamo il bus per tornare all’uscita del parco. Dobbiamo raggiungere Puerto Iguazù, in Argentina, dove abbiamo prenotato l’ostello. Prendiamo un bus, l’autista ci dice di scendere a una tale fermata, attraversare la strada e prendere un altro bus… mah… e così facciamo, in pratica ci lascia su una strada dritta in mezzo al niente, 3 corsie per lato menomale che non c’era traffico, attraversiamo e andiamo all’altra pensilina. Dopo poco magicamente compare un bus bianco tutto sgangherato con scritto sopra Argentina…faceva un po’ ridere la situazione, cmq era il nostro bus, saliamo e l’autista ci dice (finalmente in spagnolo) che dobbiamo fermarci alla dogana per timbrare il passaporto. Ok tranqui. Arriviamo in dogana, ci fa scendere e…riparte a razzo! Questo disgraziato mica ci aspetta! Ci molla lì, al confine tra Brasile e Argentina, e buonanotte. Andiamo a farci fare questi benedetti timbri e ci mettiamo buoni buoni ad aspettare il bus dopo…che non arriva…e aspetta e aspetta…niente. Idea: “Amor, facciamo l’autostop?” – “No dai, è pericoloso, aspettiamo il bus prima o poi passerà…” – “ok”… e aspetta… A un certo punto, magicamente, tra le poche macchine che passano, una si ferma, un tizio tira giù il finestrino, ci guarda e in un perfetto inglese ci fa: “ciao ragazzi, andate a Puerto? Volete un passaggio?” Cioè della serie sembrava già nostro amico. Noi ci guardiamo… “Yes!” e preghiamo che non ci rapisca. Ci è andata bene, mitico questo tipo è stato davvero gentile, ci ha raccontato che era in viaggio da solo per un paio di mesi in sudamerica, in macchina, e ogni tanto si gode a dare i passaggi alla gente… che soggetto, ed era un australiano, di Sydney! Ecco, un pizzico di Australia anche in questo viaggio….e davvero provvidenziale J Passiamo la dogana argentina e subito notiamo un paese diverso. Ci ha mollato giù alla stazione dei bus, praticamente a 2 passi dal nostro ostello, il Marco Polo Inn (sempre con booking ). Siamo in Argentina! Anche questa un’emozione, con il pensiero di tornare per un viaggio tra le bellezze naturali di questo paese… L’ostello non è proprio tra gli hotel più chic che abbiamo visto J, ma invece della nostra camera ci danno una tripla quindi stiamo belli comodi. Ci facciamo una super doccia bollente che ci riscalda dalle varie docce di oggi (ma i vari raffreddori sono già in agguato..) e usciamo a cena. Ci facciamo consigliare (in spagnolo, evviva) dai ragazzi dell’ostello un posticino per la cena (che soddisfazione parlare un po’ una lingua comprensibile), il Dona Luana, davvero carino e molto molto buono. Il paese sembra molto trasandato, le strade non proprio pulite, eppure dentro i locali sono belli e curati. Mangiato un pesce mai sentito, di fiume, anzi del rio! E bife de chorizo, un’ottima birra e un po’ di relax. Una grande giornata oggi.

09.06.14

Oggi ci aspettano le cascate dal lato argentino! O meglio, ci aspettano e rimarranno lì ad aspettarci… ma andiamo con ordine. Colazione easy in ostello, buona, ma capiamo che ormai siamo troppo vecchi per girare negli ostelli, la media d’età è decisamente di una decina d’anni meno di noi… Prendiamo il pullman per le cascate e dopo circa mezz’ora arriviamo al parco. Un bel cartello ci accoglie: tutti i sentieri sono chiusi per l’alto livello del fiume. Scusa??? Todo cerrado. Nada. Niente cascate. Chiediamo informazioni, spiegazioni, cerchiamo di capire, ci sembra impossibile che non si possa vedere assolutamente nulla, nemmeno un look out, nemmeno uno scorcio, niente di niente. Zero, tutto completamente chiuso. Ci viene una depressione totale…tristezza e disperazione… che cavolo (censura sulle reali imprecazioni) siamo qui una volta nella vita e le cascate sono chiuse, no comment! Che sfiga incredibile… Ma non vogliamo perderci d’animo e sprecare questa giornata preziosa. Decidiamo di tornare in Brasile, almeno da lì le vediamo, certo uguale a ieri, ma lo spettacolo è talmente strabiliante che merita una seconda visione, e poi, diciamocelo pure, non ci sono assolutamente altre attrattive in loco… Così, altro pullman per tornare prima a Puerto e poi un altro per tornare in Brasile. Sosta in dogana, altro timbro (ormai una collezione), dopo un’ora (perché ora che ci timbrino un pullman di passaporti passa un secolo) arriviamo in Brasile all’ingresso del parco. Ci viene un’idea… e se prendessimo l’elicottero??? Grande idea…peccato che l’abbiano avuta anche moooolte altre persone! Già perché la fila per salire si presenta decisamente lunga…ma noi ci proviamo. Buoni buoni ci mettiamo in coda e aspettiamo. Veniamo a sapere che in pratica il fiume Paranà è esondato, nell’appena passata stagione delle piogge l’acqua è stata davvero troppa e adesso è in corso l’alluvione, non lì a Iguassu, ma nei villaggi più a nord sono messi male, e gli elicotteri (che di solito lì erano 3) erano impegnati nelle operazioni di soccorso! Insomma siamo capitati nel mezzo di una calamità naturale, un evento che ci dicono capita una volta ogni 300 anni. Che culo. Quindi, l’elicottero a disposizione, giustamente, era uno solo, con la reale possibilità che anche quello se ne andasse in caso di ulteriore bisogno, ci mancherebbe altro, portare su e giù i turisti era di certo l’ultima delle preoccupazioni. Ma noi ci crediamo e, insieme a una carovana di giapponesi che sembrava venissero da un altro pianeta, rimaniamo lì ad aspettare sperando prima o poi di salire. Aspetta e aspetta (i giapponesi intrattengono i bambini facendo gli origami… bellissimi… invece un trio di tedeschi beve tipo 20 birre e sghignazza a squarcia gola per tutto il tempo) dopo 3 ore tocca a noi. Elicottero da 4 persone, siamo insieme a una coppia di brasiliani con un bimbetto, per Marco è la prima volta in elicottero… Saliamo, io mi fiondo davanti, vicino al pilota, ho perfino il vetro sotto i piedi! Ci alziamo e comincia un’esperienza pazzesca. Vediamo un mare di foresta sotto di noi, verde fitto ovunque a perdita d’occhio, e questo fiume, sinuoso, marrone, impetuoso che corre verso le cascate: un taglio nella terra, con una nube di acqua grandissima che sale, il sole brilla, la luce è bellissima, il rumore dell’acqua sovrasta quasi quello dell’elicottero, le cascate sono giganti. Le vediamo in tutto il loro splendore, mai così immense, mai così potenti, mai così cariche d’acqua. Che cavolo, una volta ogni 300 anni vorrà pur dire qualcosa! Brasile e Argentina, sotto di noi, l’elicottero si inclina talmente tanto che per un attimo ho avuto il terrore di finire dentro le cascate… giriamo intorno per 2 volte, una vista grandiosa, foto foto foto mille foto ovunque che non renderanno mai questa emozione incredibile e unica. E capiamo perché il lato argentino è chiuso, c’è acqua ovunque, è davvero pericolosissimo. 15 minuti di adrenalina pura, un’attesa lunga ma assolutamente ripagata…e gli 80 dollari meglio spesi di tutta la vacanza.

Torniamo a terra super carichi, la tristezza di stamattina è andata, decidiamo comunque di entrare di nuovo al parco anche se di corsa perché dopo poco ci aspettava l’ultimo bus della giornata per poter tornare in Argentina. Le cascate si sono trasformate: rispetto a ieri sono ancora più potenti e impetuose, davvero una roba incredibile! I sentieri che portavano alla passerella non ci sono più, ma in realtà…non c’è più nemmeno la passerella!!!!! Sbuca fuori dall’acqua solo un pezzo di passerella che sembra volersi salvare dalla forza del fiume…e pensare che ieri eravamo lì sopra a fare le foto… incredibile, semplicemente incredibile. Completiamo il giro, rifacciamo le foto nei punti di ieri ma adesso è tutto diverso! L’acqua è triplicata, il paesaggio è diverso.l’acqua arriva fino al limite del visitor centre… riprendiamo il bus e torniamo in Argentina. Altra sosta in dogana, altro timbro,ormai non li contiamo più! E ottima cenetta anche stasera, in un localetto con musica dal vivo (si chiama A Piacere, la Routard ci azzecca sempre), bistecca per me stasera e una birra gigante! Un’altra bella serata. Ci addormentiamo ripensando alle cose incredibili che abbiamo visto oggi, nella sfiga, siamo stati davvero fortunati. Le cascate sono veramente qualcosa di grandioso. Uno degli spettacoli più belli che abbia visto, un’emozione unica.

10.06.14

Oggi giornata di trasferimento, da Foz do Iguazù fino a Salvador de Bahia. Il taxi che abbiamo prenotato ieri sera arriva puntuale di fronte al nostro ostello. Con tutti i casini dei bus, dogana, timbri e quant’altro non vogliamo rischiare di arrivare tardi in aeroporto… ma accade tutt’altro! Il nostro tassista, un simpatico nonnetto argentino che per strada continua a chiacchierare e ci dice che l’Argentina non vincerà i mondiali perché i suoi giocatori sono troppo montati… ci ha fatto partire tipo con 3 ore di anticipo perché di solito c’è un traffico pazzesco e in dogana sono lunghi, ed effettivamente viste le esperienze gli crediamo e quindi partiamo di buon mattino. Beh, arriviamo al confine: nessuno in vista. Timbriamo i passaporti (per l’ennesima volta) in mezzo secondo, bye bye Argentina, speriamo di rivederti presto! Per strada nessuno. Arriviamo in aeroporto…il deserto. Il nostro tassista è a dir poco allibito, continua praticamente a urlare “No hay nadie! No hay nadie!!!” Non riesce a capacitarsi di questa cosa, il tassista mi fa troppo ridere. E’ incredibile, davvero nessuno, nessun pullman, nessun bus turistico, niente. Siamo noi in aeroporto con solo le signore delle pulizie. Che storia. Scopriremo poi perché… Con molta calma facciamo il check in, la tipa rompipalle ci fa imbarcare uno dei 2 zaini perché superava il limite dei kg (ma come se siamo arrivati qui con la Tam e nessuno ci ha detto niente?? Ma non ha voluto sentire ragioni), cominciamo a pregare di rivederlo… perchè abbiamo anche uno scalo a San Paolo. Argh. Primo volo tranqui, in aereo becchiamo i tedeschi in coda con noi e anche un altro tizio con dei capelli da urlo, impossibile dimenticarlo (anche per l’”eau de ascell” che emanava..) Arriviamo a San Paolo, pausa pranzo con l’immancabile Pao de Queijo. Secondo volo, vediamo il tramonto dall’aereo, o meglio, il tramonto è dall’altro lato (sembra che lo facciano apposta al check in, finiamo sempre dal lato dove non si vede un tubo). Arriviamo a Salvador, ormai è buio, ci accoglie un acquazzone tropicale e… l’Africa. Dovremmo dire davvero “benvenuti in Africa”! Un casino pazzesco, tutti neri, confusione, caos, non si capisce dove bisogna prendere il bus, seguiamo una ragazza (australiana pure lei… ecco perché in Australia sono in 3, stanno tutti in Brasile!! J ) e prendiamo il bus “Praca da Sé”, ovvero l’unico bus che sembra andare in centro… fortunatamente riusciamo a sederci perché gli altri fanno le sardine. Stiamo 2 ore sul bus, una strada infinita e mica andava piano, anzi! Faceva di quei peli!! Attraversiamo tutti i quartieri della città e tutto il litorale con le mille spiagge che si susseguono. Poi saliamo su fino ad una pseudo piazzetta dei bus, ci fermiamo. Arrivati al Pelourinho. Oggi è martedì e scopriamo essere la seratona della settimana, anche meglio del weekend! In pratica gente che fa festa ovunque, gente che suona, balla, fa casino… musica, colori, bandierine dappertutto. Bellissimo questo primo assaggio dell’atmosfera di Salvador. Una botta di vita! Le stradine sono tutte in salita e discesa con dei ciottoli improbabili, ogni passo bisogna stare attenti a non slogarsi la caviglia… e tutti invece in giro con le solite hawaianas e sembrava camminassero sul parquet… ma come fanno? Arriviamo al nostro ostello, il Cobreu, nel cuore del Pelourinho, attaccato ad una scalinata di una chiesa, una scalinata stracolma di gente che ballava! Saliamo, sotto un bar pieno di musica, ci accoglie un ragazzo e una ragazza, che parlano perfettamente inglese, evviva! Infatti non sono brasiliani J Stanotte abbiamo la stanza per noi, davvero carina, con un ventilatore che appena acceso portava via anche me. Ci accompagnano a vedere i vari servizi dell’ostello, la parte più bella è il balcone: in pratica ci arrampichiamo uscendo da una finestra e siamo esattamente sopra la strada, sopra la gente, in mezzo alla festa! Bellissimo, bandiere e colori ovunque. Brasile J Ci facciamo anche qui consigliare un posticino per mangiare, ci dicono di andare dalla Fatima… una signora, mica un locale! Da fuori infatti non si capisce che è un ristorante, in pratica un po’ di tavoli messi insieme e basta, molto easy da queste parti! Mangiamo una specie di purè con della carne e cipolle, non proprio leggero, ma decisamente tipico e buono. Sapori nuovi, molto africani. Facciamo un giro in mezzo al casino e poi ce ne torniamo in ostello, che tanto il casino continua essendo in pieno centro… doccia più che meritata, con un “ospite” che tenta di fare freeclimbing sulle pareti della doccia, un simpatico bagarozzo… ehm… ma la camera era pulita! Crolliamo a nanna.

11.06.14

Oggi giornata dedicata alla visita in lungo e in largo del Pelourinho. Super colazione in ostello, frutta, una mega frittata, panini e l’immancabile succo meraviglioso, il tutto in compagnia degli altri ragazzi. Ognuno raccontava le proprie disavventure e noi, dopo aver sentito le varie storie, siamo stati a dir poco fortunatissimi!! Un ragazzo si era fatto da San Paolo in pullman, fino alle cascate (tipo 15 ore), o meglio fino a pochi km dalle cascate perché avevano addirittura chiuso la strada e il ponte sopra il Paranà… e tutti i pullman erano bloccati alle stazioni di servizio! Ecco perché all’aeroporto di Foz non c’era un’anima viva… E non solo, questo poveraccio il giorno dopo aveva l’aereo per un’altra tappa e quindi rimanendo bloccato per un sacco di tempo non è neanche riuscito a vedere le cascate. Cioè… no comment! Un viaggio della speranza e nemmeno le vedi… a noi è andata di lusso. Insomma dopo un bel po’ di chiacchiere in compagnia e racconti vari usciamo alla scoperta della città. Ci accoglie un altro super acquazzone tropicale, 10 minuti di diluvio e poi di nuovo un super sole! Passeggiamo per queste bellissime stradine tutte in festa, visitiamo chiese barocche davvero belle, con le statue dei santi neri! Siamo capitati nel mezzo della festa di San Juan, una specie di “sagra” che però dura praticamente tutto il mese. Tutto molto pittoresco e colorato, tutte le casette con i colori pastello, alcune tenute benissimo, altre un po’ meno, ma nell’insieme davvero un bellissimo quadretto. Per strada lo spettacolo è ovunque: basta guardare la gente in giro… e poi un sacco di gruppi di ragazzi che suonavano le percussioni, dei veri e propri concerti! Fantastici! Super coinvolgenti e bravissimi! Un ritmo super, ci siamo incantati a guardarli. Scendiamo fino alla città nuova, vicino al porto. Per arrivarci prendiamo l’attrazione principale del posto: l’ascensore. Una costruzione a dir poco mostruosa che non centra niente con la città vecchia, ma neanche con quella nuova, un pilone di cemento con un ascensore, a pagamento (assolutamente simbolico) che continua a portare su e giù gente. Davvero unico, comunque divertente e da su c’è una bella vista sul mare. Scendiamo e andiamo a vedere un mercatino e a scuriosare in giro, becchiamo anche un gruppo che balla la capoeira! E una ragazza che passa per strada che si unisce e inizia a ballare questa danza davvero incredibile. Bello. Risaliamo col mitico ascensore perché le attrazioni della città nuova non sono molte e il degrado è abbastanza evidente. Ci divertiamo a fare shopping nei mille negozietti del centro, compriamo un paio di quadretti coloratissimi e un bel pareo, ancora niente maglietta per Marco. Pranziamo in un posticino carinissimo (sempre grazie alla Routard) con una mega insalata, una fetta gigante di torta salata e un succo spettacolare. Poi un buonissimo gelato nella piazzetta principale, mango e cocco, sublimi. Per strada si respira aria di festa, sia per la sagra, sia per i mondiali, siamo alla vigilia della partita inaugurale e i tifosi sono ovunque! La città è un po’ internazionale, ma il cuore è innegabilmente africano. Ci facciamo una caipirinha in piazza come aperitivo, ci sono tavolini ovunque e un sacco di baracchini, noi scegliamo quello della Tia Vera, una coppia di signore brasiliane più larghe che alte…come shakerano loro non shakera nessuno J Caipirinha e caipirosca davvero buone! In pratica costa meno la caipirinha della cocacola. Anche qui gente che suona e balla, tutti in festa. La sera decidiamo di andare a vedere uno spettacolo folcloristico di tutte le danze tipiche che ripercorrono un po’ la storia di Salvador, dalle danze tribali degli schiavi importati, alla capoeira. Beh, uno spettacolo incredibile, un’energia fantastica! Musica, suoni e balli afrobrasiliani veramente coinvolgenti!! Andiamo a mangiare in un posticino tipico, sfidando gli acquazzoni ci mettiamo fuori e la schiviamo per un pelo! Assaggiamo la moqueca de polvo e camaraos, piatto della zona, in pratica una pseudo zuppa di pesce con polipo e gamberi, molto speziata ma non piccante, saporita, servita con riso e una specie di polenta non ben identificata, anche questa tipica, tutto molto buono. Qui non funziona la storia dell’acqua del rubinetto gratis, l’acqua è solo minerale e non so perché ma ti portano delle micro bottigliette che dopo un bicchiere sono già finite, fanno un po’ ridere. Invece le birre il formato più piccolo è 600 ml… J Ritorniamo in ostello e stiamo insieme agli altri ragazzi nella sala tv a chiacchierare e a finire un film, poi nanna. La nostra stanzetta era già prenotata stasera, siamo in una camera da 3 con un altro ragazzo, tra l’altro uno dei butei che lavora alla reception, un tipo tranquillo, americano. Il sacco lenzuolo, una grande idea J

12.06.14

Altra mega colazione in ostello e poi andiamo in spiaggia! Prendiamo il bus, sempre un’avventura perché non si capisce mai un tubo, comunque arriviamo al faro di Barra, il quartiere con le spiagge più vicino al centro (abbandoniamo l’idea di farci altre 2 ore in bus per a raggiungere le spiagge più distanti) e comunque ci impieghiamo una mezz’ora. Il fermento dei mondiali cresce, stanno finendo di montare la zona del Fifa Fan Fest, dove ci aspetta un mega maxi schermo per vedere la partita oggi pomeriggio. Facciamo una bella passeggiata fino al promontorio di fronte al faro, dove anche qui c’è una statua del Cristo (decisamente mini però J ) La spiaggia è molto grande, le onde alte, e tutti che giocano a calcio. Il sogno di Marco si avvera: si avvicina a un gruppo di ragazzotti che stanno giocando e si infila anche lui nella mischia! Wow, giocare in spiaggia insieme ai brasiliani, ma chi ci crede!? Dopo una buona mezz’ora ritorna tutto felice…e ustionato. Ma ne è valsa la pena, quando mai gli ricapita? J Andiamo a mangiare in un posto a buffet sul lungo mare, non male, pieno di tifosi pronti per la partita, e poi ci dirigiamo anche noi verso il Fifa Fan Fest per posizionarci nel prato a vedere la partita. L’atmosfera è fantastica, c’è la partita inaugurale Brasile-Croazia, tutti i brasiliani vestiti di giallo e verde, mille bandiere, palloni che volano in aria, gente che canta, suona, balla, un gruppo folcloristico con gli immancabili tamburi, le mascotte dei giocatori che girano, insomma un casino mondiale. Inizia la partita, inno nazionale cantato da tutti a squarciagola, emozionante. La partita in realtà non sarà granchè e ci prendiamo anche un acquazzone tropicale di quelli che te li raccomando… Vince il Brasile 3 a 1 per la gioia di tutti. Un’altra avventura per tornare al pelourinho, nessuno che sappia che bus prendere di preciso… Un tizio ci aiuta con l’autista di un bus che ci carica per portarci alla fermata giusta, in pratica un taxi-bus! Poi rimaniamo mezz’ora ad aspettare un bus che non sarebbe mai arrivato…perché non era il posto giusto, facciamo un sondaggio chiedendo a tutte le persone alla fermata: almeno 5 risposte diverse, e non è che dovessimo andare in un posto sperduto, il Pelourinho è la cosa più turistica che c’è…mah… that’s Brasil. Comunque alla fine prendiamo il bus giusto, il mitico Praca da sé e torniamo alla città vecchia: sembra sia passato Attila con tutti gli Unni…un casino incredibile, lattina ovunque, un macello. Gente dappertutto che festeggia, musica, balli…ed è solo la prima partita, se vincono cosa fanno?! Torniamo dalla nostra amica Fatima a mangiare qualcosa di buono e veloce e poi ultima serata in ostello.

13.06.14

Oggi trasferimento a Fortaleza, dopo l’immancabile super colazione (stamattina banane fritte) ci concediamo il super lusso del taxi (in realtà pochi euro) per andare in aeroporto. Per strada il tassista si ferma a portare uno stereo a un amico… tranqui. Salutiamo il Pelourinho e la sua magica atmosfera e stavolta in meno tempo rispetto all’andata arriviamo in aeroporto. Un folla di tifosi ci accoglie: sono arrivati i Cileni! Cori da stadio al check in “CI CI CI – LE LE LE – Viva Cile!!” Fantastici. Fanno un casino! tutti vestiti di rosso, con le bandiere. Decolliamo, Fortaleza è l’ultima tappa, un po’ di mare.. La vediamo dal finestrino, queste mega spiagge e palazzoni alti. Ovviamente prendiamo il bus per arrivare all’hotel (Raio de Sol, sempre con booking), o meglio a Praia de Iracema, poi un pezzetto ce lo facciamo a piedi. Come al solito la prima impressione non è delle migliori, la strada a piedi è un po’ bruttina, molto traffico, da fuori l’hotel non sembra granchè, invece si rivelerà più che buono, in confronto all’ostello poi ci sembrava di super lusso! J Dopo un pochino di relax usciamo per cena, e anche stavolta la Routard non sbaglia. Vicino all’hotel troviamo il ristorantino consigliato… da fuori assolutamente non invitante, in pratica dei tavolini messi su un marciapiede, una tenda e poco altro. Ma pieno di gente! Di fronte c’erano altri ristoranti, molto più carini, ma vuoti. Ci infiliamo nel tavolino libero e ci gustiamo una super cena di pesce con un fantastico suco de acerola, su consiglio del cameriere… squisito!

14.06.14

Oggi è il grande giorno… andiamo a vedere la partita! Ed è anche il nostro secondo anniversario della “marriage proposal”… che meraviglia. Passiamo la mattinata in spiaggia, a Praia de Iracema, un bel posto ma insomma, diciamocelo pure, niente di spettacolare: spiaggia e palazzoni. Fortaleza è famosa, ma soprattutto per la vita notturna, che non è proprio la nostra caratteristica principale! Diciamo un ottimo posto per rilassarsi un po’ dopo un viaggio itinerante e andare a vedere una partita dei mondiali! L’acqua è caldissima e facciamo un bel bagno, di fianco a noi una coppia di ragazzi che si capiva avevano dormito in spiaggia dopo una nottata a locali… non stavano neanche in piedi per la sbornia! Ritorniamo in hotel, doccia e poi bus navetta direzione stadio!

Costa Rica – Uruguay ci aspetta! Becchiamo tutti ma proprio tutti i tifosi uruguayani in bus… e impariamo a memoria il loro coro preferito: “Como la primera vez, volveremos ser campeones! Volveremos otra vez, volveremos volveremos!” O una roba del genere… Ci mettiamo quasi un’ora di bus, attraverso tutti i quartieri di Fortaleza, alcuni davvero poco piacevoli, la gente che esce in strada e ti guarda.. siamo l’attrazione del giorno, ed è inevitabile pensare a tutte le proteste per questi mondiali, uno stadio nuovo di palla con intorno le baracche grida molta vendetta. Il bus ci molla un po’ distanti dallo stadio, facciamo un vialone lungo e largo a piedi, oggi chiuso al traffico, mangiamo qualcosa in un baracchino per strada, una signora cucinava riso carne e verdure lì su una piastra e un signore mi ha ceduto la sua sedia per farmi mangiare seduta comoda… che gentile. E poi ci siamo, all’Arena Castelao, un fiume di gente, siamo in 60.000 oggi, quasi tutti vestiti di azzurro per la Celeste, solo noi con la bandiera dell’Italia! Che non centra proprio nulla con la partita di oggi, ma noi fieri la sventoliamo dappertutto. Abbiamo degli ottimi posti, nel primo anello in basso, sulla curva, molto vicini alla porta! Lo stadio ci coinvolge, con ben 4 goal, tutti dalla nostra parte! Per nostra gioia vince il Costa Rica 3 a 1, ad ogni goal sventoliamo la nostra bandiera… Bella partita, da ignorante di calcio e non proprio amante direi che mi sono divertita! Poi bello fare le ola con tutto lo stadio colorato in festa!! Riprendiamo il bus e torniamo a Praia de Iracema dove avevamo impiantato il Fifa Fan Fest, direttamente in spiaggia, uno spettacolo. Super mega schermo e noi prontissimi per tifare Italia contro l’Inghilterra. Quasi nessun italiano in giro, molti inglesi invece… ma noi abbiamo la meglio!! Vittoria per 2 a 1, olè! Ubriachi di partite ritorniamo a piedi verso l’albergo, il lungo mare si è popolato di gente, sabato sera, un sacco di baracchini ambulanti, pubblicità di gite alle spiagge da sogno nei dintorni, peccato non avere qualche giorno in più, e poi un sacco di gente coi roller, bello. Non abbiamo molta voglia di vagare per trovare un ristorante alternativo e vista l’ottima cena di ieri decidiamo di tornare nello stesso posto… il nostro tavolino ci attende! Tutti gli altri posti intorno sempre vuoti e lì invece dopo poco c’è la fila. Ordiniamo degli ottimi gamberi fritti con verdure e una salsa di formaggio, buonissimi, e ovviamente un mega succo, stasera alla graviola, che non sappiamo cosa sia ma è spettacolare. Improvvisamente comincia a piovere e viene giù a secchiate, il cameriere tira giù l’unica tenda disponibile per coprire i tavoli, ma più che una tenda era un groviera e cadeva acqua dappertutto, ma nessuno sembrava farci caso. Brasil. Per non bagnarsi però ci si siedono in fianco 2 tizi, parlano inglese che bello, ma diciamo che inizialmente si fanno un po’ gli affari loro continuando a chiacchierare, io intanto origlio, uno è svizzero, l’altro di Malta, in vacanza in Brasile per i mondiali. A un certo punto però alcuni amici li raggiungono e in quattro e quattr’otto ci ritroviamo in mezzo a una tavolata… di inglesi di London! Solo noi, dopo Italia – Inghilterra usciamo a cena con gli inglesi, che ridere! Ovviamente si parla un po’ della partita, non l’hanno presa troppo male, ci scherzano su! Serata decisamente alternativa e divertente e finalmente un po’ di soddisfazione nel capire quello che dicevano! Insomma, quando riesci ad interagire è decisamente un’altra cosa.

15.06.14

Oggi è praticamente l’ultimo giorno, dedichiamo la mattinata ad un’altra spiaggia di Fortaleza, un po’ meno centrale ma decisamente molto più bella, Praia do Futuro. Per arrivarci usiamo ovviamente il bus che attraversa un po’ di quartieri, anche qualche favela, prima di arrivare sul lungo mare, la spiaggia è a dir poco a perdita d’occhio. Lunghissima, larghissima per la bassa marea, sabbia fina e un sacco di gente, ombrelloni, colori, baracchini, bellissimo. Ci sistemiamo anche noi per un po’ di relax, arriva un tipo che ci offre un piatto gigantesco di frutta fresca appena tagliata (per la modica cifra di meno di 3 euro), ovviamente lo prendiamo. Poi l’ultima acqua di cocco e una bella passeggiata, prima che cominci a piovere riprendiamo il bus e torniamo a prendere le nostre cose in hotel. Diluvia, chiamiamo un taxi e ci facciamo portare all’aeroporto, destinazione Rio per il ritorno a casa… cominciamo a pregare che il volo di domani non sia pieno, guardiamo su internet ed è praticamente già in overbooking… argh. Ma intanto arriviamo a Rio. Atterriamo di sera un po’ tardino, troppo tardi per raggiungere il centro città, così avevamo già prenotato un alberghetto vicino all’aeroporto (Hotel La Plage, sempre booking), nella “famosissima” Ilha do Governador… Chiediamo informazione su come arrivarci perché non è propriamente nei soliti itinerari turistici. Alle informazioni troviamo una ragazza gentilissima, Bruna, una brasiliana più larga che alta, mezza zoppicante con un piede rotto che ci dice: “ io abito lì vicino, se volete venire con me prendiamo il bus insieme e vi accompagno”, un angelo. Ci dice anche, con un po’ di imbarazzo, che il nostro non è propriamente un hotel, ma un motel… e allora? Allora in Brasile i motel sono praticamente dei mezzi bordelli… ehm molto bene. Il bus attraversa un quartiere decisamente di periferia, menomale che ci accompagna Bruna, che molto carinamente spiega anche all’autista dove farci scendere senza correre pericoli inutili. E anche questo è Brasile. Bruna continua a chiacchierare sembra una macchinetta, finchè arriviamo alla sua fermata e ci saluta. Incredibile, in tutta Rio troviamo proprio lei che abita a 2 fermate dal nostro hotel…. Arriviamo e alla reception troviamo una tipa decisamente inequivocabile che chiacchiera tranquillamente con la tizia alla reception, tranqui. Noi chiediamo la nostra camera e saliamo. I corridoi sembrano quelli di shining, lunghi e scuri… una puzza di vernice nauseante. Entriamo nella nostra camera e rimaniamo un po’ sconvolti perché non c’è assolutamente niente, ma niente di niente, solo il letto, senza lenzuola, e i muri. That’s it. Tanto il resto, a che serve!? Mitico saccolenzuolo menomale che ti abbiamo portato J Ordiniamo da mangiare in camera, costa pochissimo e non ci azzardiamo a uscire dall’hotel, Marco scende a ordinare alla reception e incontra un tizio che tira fuori una mazzetta di banconote alta 10 cm… la tizia carina è sparita, mah… che posto, da raccontare! Comunque tranqui, tutto sotto controllo, mangiamo l’hamburger che è anche buono e crolliamo a letto.

16.06.14

Ultimissimo giorno, vacanza finita, sigh… Facciamo colazione, nella sala sono l’unica donna… che ridere. Ultimo succo, ultima frutta incredibilmente buona, ultimo bus sgangherato per arrivare in aeroporto che, fortunatamente è vicino (unico lato positivo dell’hotel!). Con la luce del sole il quartiere di Ilha do Governador sembra anche quasi carino, più o meno dai. La signora autista ci dice il terminal giusto per scendere, sempre tutti gentili qui. Arriviamo a GIG e cominciamo davvero a pregare… c’è già la fila al check in, cioè ma non ci credo, più di 3 ore prima, una fila di brasiliani al bancone dell’Alitalia! Ma cosa vanno a fare a Roma?? Puzza di overbooking vero… Arriva il nostro turno e subito il tipo ci dice che dobbiamo tornare dopo 2 ore e vedere com’è la situazione perché il volo è pieno… Argh… dopo un po’ invece riceve una telefonata, scrive qualcosa al computer e magicamente si stampano 2 carte d’imbarco, con sopra i posti. Ma allora partiamo! ! Oh yes, ce l’abbiamo fatta anche stavolta, ultimi 2 posti in fondo all’aereo… muy obrigada!!!! Compriamo gli ultimi souvenir in aeroporto per far fuori tutti i reais, ma non troviamo la maglietta brasilera per Marco. Ultimissimo succo al mango, è buono anche quello in lattina, e poi decolliamo.

Che dire… un gran bel viaggio, un’avventura, una bellissima esperienza. Ciao ciao Brasile, ci rivediamo in tv con le partite dei mondiali!



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