Brasile insolito

Qualche drittta per un viaggio in Sud America
Scritto da: frasca giuseppe
brasile insolito
Partenza il: 14/03/2014
Ritorno il: 30/03/2014
Viaggiatori: 5
Spesa: 4000 €
Il perché del titolo è presto detto: non è solo un viaggio per conoscere il Brasile classico battuto dalle rotte turistiche, ma è anche quello descritto da Jorge Amado in “Gabriella, garofano e cannella” e per addentrarsi nella Mata (=foresta) atlantica della penisola di Maraù. Saltiamo la visita di Iguassù in quanto già effettuata in occasione di un precedente viaggio in Argentina.

Inizio dalle informazioni utili che sono, poi, quelle che interessano chi legge questi diari.

Sicurezza: nei piccoli centri, nessun problema. A Rio de Janeiro (=fiume-scoperto nel mese di gennaio), contrariamente alle previsioni, la sicurezza è totale: forse merito dei prossimi campionati di calcio. Militari armati ogni 100 mt. Abbiamo visitato anche una favela con telecamere e macchine fotografiche a tracolla. Osservare un’unica precauzione: non lasciare oggetti incustoditi sulla spiaggia. A Salvador de Bahia, invece, è necessaria la massima cautela. Girare con i reais necessari per la giornata e con la fotocopia dei passaporti. Lasciare in albergo, in cassaforte o in valigia con combinazione, il passaporto, oggetti di valore, soldi, carte di credito. Evitare, inoltre, di percorrere strade non frequentate da turisti.

Moneta: solo pochi negozi accettano gli euro. Evitare il cambio all’aeroporto di Rio. Presso i cambiavalute abbiamo effettuato il cambio di 3,20 reais per euro, all’aeroporto solo 2,75 + le commissioni.

Corrente elettrica: non c’è bisogno di adattatore. Anche dove le prese prevedono una spina con il terzo spinotto a lamella, è possibile utilizzare la spina italiana inserendola nei soli due fori superiori.

Ristoranti: il costo è contenuto. Solo in quelli di lusso si arriva ai 20 euro. In effetti, con l’equivalente di € 7/10 si possono mangiare ovunque aragoste freschissime e gamberoni. Ci sono ristoranti a “chilo”, dove i cibi vengono pagati in base al peso. L’aragosta di gr. 500 costa lo stesso prezzo di gr. 500 di patate; a “rodizio”, a prezzo fisso, dove si ha accesso ad un buffet ed al churrascho (barbecue di carne) dove si può mangiare tutto quello che si vuole; ristoranti alla carta dove conviene prendere le porzioni per due persone risparmiando un terzo della spesa. Imperdibili i frullati di frutta i quali, con aggiunta di latte, si chiamano vitamina. Il vino costa caro, la birra da ml 600, circa 2 €.

Repellenti per insetti: come in Italia, nelle città; come nel Polesine, nella Mata.

Creme solari: necessarie.

Taxi: economici e tutti con il tassametro. Il traffico è ordinato, veloce e regolare.

Clima: soleggiato con temperature massime fra i 32°/39°. Nella Mata, acquazzoni giornalieri di circa un’ora.

Mare caldissimo con l’eccezione di Rio per la presenza di una corrente d’acqua fredda.

Ed ora, per chi interessa e per mia futura memoria, passo alla descrizione del viaggio.

Partiamo in cinque, da Siracusa, alle 5,20 del mattino, diretti all’aeroporto di Catania, per arrivare a Rio de Janeiro, dopo 20 ore, facendo scalo a Roma ed a Lisbona. Troviamo ad attenderci all’aeroporto Joseph, della Baiana, che ci farà da guida ed autista dal 14 al 19 marzo.

La mattina successiva, 15 marzo, abbiamo in programma il Corco-vado (=gobba-inclinata) con il Cristo Redentore e fissiamo, con la guida, l’appuntamento alle ore 7,15 per evitare la folla di turisti e crocieristi. Già di mattina abbiamo 32°. Sia la cremagliera che l’ascensore che ci porteranno in cima, attraversando il Parco Nazionale da Tijuca, sono quasi pieni. La vista della città, dall’alto, è da cartolina. Visitiamo, successivamente, la Chiesa di San Giorgio, il vicino mercato Sahara (così chiamato per il gran caldo che vi regna sovrano) e la Cattedrale, in grado di ospitare 25.000 fedeli. La nostra visita prosegue con il monastero benedettino di Sao Bento, dalla facciata semplice ma dal ricco interno barocco con decorazioni in oro zecchino. Una veloce visita a pagamento alla chiesa di Nostra Signora del Carmine e all’Escalaria Selaron, una scalinata decorata da azulejos e mattonelle variopinte. Il pomeriggio lo dedichiamo alla spiaggia di Copacabana, antistante l’albergo dove alloggiamo e che si rivela una delusione. Non certo per le bellissime e sinuosissime ragazze che l’affollano, ma per l’acqua gelida e dal colore indefinibile. Dicono che è così tutto l’anno. La sera ci rechiamo, per un po’ di movida, al ristorante “Scenarium”. Fila interminabile per entrare, richiesta di passaporto, controllo con il metal dector, 40 reais solo per entrare. Un ristorante con musica come tanti altri!

16 marzo

Il programma prevede la visita al Pan di Zucchero che effettuiamo di buon’ora. Per arrivare in cima utilizziamo due funivie. La prima ci porta a Morro de Urca da dove ammiriamo la baia di Guanabara e la seconda sulla vetta, da cui scorgiamo Praia Vermelha. Bellissima la vista panoramica ma inferiore a quella del Corcovado.

A sorpresa, in quanto non previste dal programma, decidiamo una puntatina alla foresta pluviale di Tijuca ed alla favela Rocinha. La foresta pluviale è un residuo di quella che circondava Rio da ogni parte. Attualmente copre una superficie di 120 Kmq; è l’unica foresta al mondo al centro di una metropoli; è ricca di cascate, sentieri panoramici e vette da cui si gode di una vista superba. Esaltante, perché proprio non messa nel conto, la visita della favela. Il degrado è enorme. Il governo di Lula ha fatto molto per il recupero. Piscina e centri di socializzazione all’ingresso. Una strada asfaltata collega la parte bassa a quella alta (sembra poco ma è tanto). Comunque 350.000 persone vivono in condizioni disagiate. Le abitazioni, in muratura, sono accavallate l’una sull’altra. Scalette strette collegano le case. Alcune fognature scorrono all’aperto. La droga viene venduta liberamente per le strade. Per prima cosa dobbiamo convincere Nicola a posticipare il pranzo di qualche ora. E’ un abitudinario e non ce la fa a stare digiuno dopo le ore 13. Però, quando noleggiamo delle motociclette con tassisti che ci porteranno, a velocità folle e ventre a terra, ad un punto panoramico proprio in cima alla favela, l’adrenalina a mille farà passare, anche a Nicola, il buco nello stomaco. Le favelas (chiamate anche “invasions”) sono sorte, abusivamente, su terreni demaniali od anche privati ad opera degli operai di colore del cacao o dell’industria rimasti senza lavoro a seguito dell’abolizione della schiavitù e dell’assunzione di mano d’opera bianca straniera da parte dei fazendeiros. Man mano che la famiglie crescevano o in occasione dell’arrivo di parenti dalle campagne, al primo piano si aggiungeva il secondo, poi il terzo e così via. Un groviglio di abitazioni inimmaginabile! Dopo pranzo, giro della città e dei mercatini.

17 marzo

Partiamo in auto con destinazione Paraty. Lungo la strada ci fermiamo più volte per fotografare i magnifici paesaggi. Facciamo sosta anche presso paesini d’incanto, fuori dalle rotte turistiche, dove il tempo sembra essersi fermato. In un luogo paradisiaco, vicino al mare, in un bar, non ci fanno pagare le consumazioni. Arriviamo nel primo pomeriggio a Paraty. Il paese lo visitiamo in poche ore. L’architettura coloniale impera nelle case e nelle strade acciottolate sulle quali è difficile, se non doloroso, camminare. Con l’alta marea, parte delle strade cittadine vengono invase dall’acqua del mare. La cittadina non ha nulla di più rispetto ad altre città coloniali già viste. La pousada do Sandi, dove alloggiamo, è in stile coloniale ed arredata con vero gusto.

18 marzo

Ci imbarchiamo, in nove, su un piccolo brigantino, per un giro nella baia di Paraty, tempestata da isole tropicali. Dopo circa un’ora di navigazione, il motore del brigantino si ferma e siamo subito trasbordati su un veliero, con un gran numero di persone a bordo e con un chitarrista che non la smette mai di suonare e cantare. Per quattro volte ci fermiamo per il bagno. L’acqua è caldissima, i pesci ci sono ma la barriera corallina è morta da tempo.

19 marzo

Torniamo a Rio per il trasferimento aereo a Puerto Seguro, con fermata intermedia a San Paolo. Ambedue le tratte sono effettuate dalla compagnia aerea “GOL”. Inaspettatamente, le hostess addette al check in si rifiutano di imbarcare le valigie e di rilasciarci le carte di imbarco direttamente per Puerto Seguro. A questo punto blocchiamo gli sportelli. Il successivo intervento del capo scalo sblocca la situazione in nostro favore. Giunti a Puerto Seguro, ci rechiamo subito a visitare il centro cittadino, molto animato e folcloristico.

20 marzo

Di buon mattino, con una simpatica guida visitiamo prima il centro storico di Santa Cruz Cabralia e, poi, Belmonte. Quindi ci imbarchiamo su una chiatta che, trainata da un’imbarcazione a motore, in circa un’ora, ci porta in un paesino dove ci reimbarchiamo su due piroghe veloci con le quali risaliamo il Rio Jequitinhonha, attraverso canali di mangrovie e paesaggi di foresta pluviale atlantica. Giunti a Canavieiras, un gingillo di città coloniale, dopo aver pranzato nella piazza principale, con un pulmino proseguiamo per Ilhèus dove effettuiamo la visita d’obbligo al bar-ristorante “Vesuvio” ed alla casa di Jorge Amado. Raggiungiamo, poi, Itacarè, una tranquilla città di pescatori di epoca coloniale. La sera ceniamo, nel caratteristico centro cittadino, con frullati di frutta. Nicola, nostalgico degli spaghetti, ordina un piatto di pasta con aglio, olio e peperoncino che risulta immangiabile.

21 marzo

La mattina successiva, su una canoa dall’equilibrio precario, risaliamo il Rio das Contas attraversando foreste di mangrovie sotto le quali sguazzano granchi enormi. Sbarcati nei pressi di una piantagione, dopo un percorso a piedi di pochi minuti, arriviamo alla cascata di Cleandro, con tre cadute che formano bellissime piscine naturali. Ne approfittiamo per un bagno tonificante, posizionandoci proprio sotto il getto d’acqua che ci fa da jacuzzi. Dopo aver pranzato in un posto di ristoro lungo il fiume, Cristina si riposa su una amaca, chi scrive, Lalla e Pina ne approfittano per una visita ad una comunità locale che abita nel cuore della foresta; Nicola, come al solito, sparisce.

22 marzo

Un po’ di patema d’animo la mattina successiva in quanto le 4X4, che devono portarci alla laguna Cassange, nel cuore della penisola di Maraù, tardano ad arrivare. Comunque l’attesa è ricompensata ampiamente dallo spettacolo unico che ci attende all’arrivo alla pousada Lagoa do Cassange. La pousada è situata, a mio avviso, sulla spiaggia più bella del mondo. Sulla spiaggia dorata, immensa, con le palme piegate che si protendono sul mare, ci siamo solo noi. Alle spalle della pousada c’è un lago dall’acqua caldissima dove facciamo il bagno ed un giro con le canoe. Cristina perde l’equilibrio, si capovolge e mi tocca riportarla a riva. La sera, lontani dall’albedo delle città, ammiriamo, dalla spiaggia, il cielo stellato e la via lattea. Le stelle appaiono lucenti e grandissime.

23 marzo

Alle sei del mattino assistiamo alla pesca a strascico alla quale prendono parte una dozzina di locali. Ci rechiamo, quindi, alle piscine naturali della spiaggia di Taipù de Fora dove facciamo snorkeling in mezzo ad una miriade di pesci. Anche qui la barriera corallina è, purtroppo, morta. Nel pomeriggio, attraversiamo il lago su canoe precarie e risaliamo il Morro Bela Vista per osservare alcune piante tropicali. La pousada è di proprietà di una signora di Salvador ma di origini italiane, gentilissima. Il personale cerca di anticipare i desideri degli ospiti. Un posto, tipo isola deserta, da consigliare a chi vuole vivere in perfetta solitudine non rinunciando alle comodità.

24 marzo

Giornata alquanto movimentata. Partiamo presto, in 4X4, fino al porticciolo di Jobel dove ci imbarchiamo su un piccolo catamarano con il quale costeggiamo, facendo anche il bagno, le isole della baia di Camamu. Visitiamo i cantieri di Cajaiba, dove si costruiscono le escunas (barche tipiche della regione). Giunti all’isola di Sapinho, facciamo un altro bagno in attesa che ci preparino le aragoste che abbiamo ordinato. Riprendiamo il mare con destinazione Camamu. Dopo circa mezz’ora di navigazione, il catamarano va in avaria. Il mare è calmo, siamo circondati da isole ma il catamarano scarroccia pericolosamente verso un isolotto circondato da mangrovie. Dopo innumerevoli tentativi il motore riparte, ma si procede a bassissima velocità. Finalmente viene in aiuto un motoscafo chiamato dal pilota e, dopo un trasbordo, raggiungiamo rapidamente Camamu. Dopo aver pagato una tassa di sbarco di 2 reais, saliamo su un 4×4 che ci porterà a Valenca Morro. Lungo la strada ci fermiamo a visitare la Cascata della Pancada Grande. Saliamo centinaia di gradini, tra grossi ed altissimi cespugli di bambù, ma lo spettacolo che ci si presenta ci ripaga della fatica. Da Valenca Morro ci imbarchiamo su un motoscafo che procede a velocità pazzesca. Dopo quasi due ore sbarchiamo a Morro De Sao Paulo, una località tipo Portofino. I turisti, di età inferiore a 65 anni, pagano una tassa di ingresso. I bagagli, dopo una lunga contrattazione sul prezzo, ci vengono portati in albergo con delle carriole taxi in quanto è vietata la circolazione ai mezzi motorizzati. La Villa Dos Corais, dove pernottiamo, è un resort magnifico a cavallo della terza e quarta spiaggia. Poiché l’adrenalina ci tiene ancora pimpanti e la giornata sembra interminabile, decidiamo di visitare il paese, animatissimo e veramente carino e di cenare con una tapioca al formaggio. Un improvviso acquazzone ci costringe, infraciditi ma soddisfatti, a rientrare in albergo.

25 marzo

La mattina successiva ci svegliamo presto perché ci attende il trasferimento in catamarano a Salvador de Bahia ed è nostra intenzione vedere la tanto decantata quarta spiaggia che non ci delude affatto. Distese sterminate di spiaggia, palme piegate, pronte a dare refrigerio con la loro ombra ai bagnanti, barriera corallina, purtroppo morta. Dopo circa tre ore di catamarano veloce, arriviamo, sfiniti, a Salvador, dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Troviamo ad attenderci la nostra guida locale, Paulo, il quale ci impone subito un programma di battaglia. Depositati i bagagli nel bellissimo Convento di Carmo, ci immergiamo subito nel centro storico. E’ martedì, giorno di festa a queste latitudini. Le strade del Pelourinho (=gogna: con la quale venivano puniti gli schiavi ribelli) sono piene di gente. Pittoresche, ma pesanti, soprattutto quelle in salita, le strade lastricate. In questo quartiere si concentrano chiese, ristoranti, negozi. Dal Terreiro de Jesus, una piazza circondata da quattro chiese, si accede al Cruzeiro de Sao Francisco, così chiamato dalla croce che vi sorge in mezzo. Dopo la croce si apre la piazza San Francesco con l’omonimo convento. La chiesa, annessa al convento, è in stile barocco e le pareti sembrano ricoperte d’oro. Dalla Praca Municipal si gode di una bella vista sulla baia di tutti i santi. Grazioso il Palacio Rio Branco affacciato sulla piazza. Bella anche la chiesa do Carmo annessa al nostro albergo. Alle 19 di sera, nella chiesa di Nostra Signora del Rosario dei neri -così chiamata in quanto costruita, in 100 anni, dagli schiavi, nel tempo libero- ogni martedì, si svolge una funzione religiosa particolare al ritmo di tamburi. Ne approfittiamo per parteciparvi e non ne restiamo delusi in quanto il sincretismo religioso appare di tutta evidenza. Cerimonia cattolica in minima parte e candomblè per oltre un’ora. Restiamo affascinati dai canti collettivi ritmati accompagnati dall’agitarsi dei corpi. Baci ed abbracci a profusione. Alla fine, offerte di ceste di pane ai poveri.

26 marzo

La giornata la dedichiamo alla visita della città: dall’alto osserviamo la Baia di tutti Santi, il faro di Barra, la Chiesa di Bonfim – ove compriamo dei nastri colorati che aggiungiamo alle altre migliaia sull’inferriata della chiesa stessa – la città bassa, il forte di Monte Serrat, la fortezza di San Marcello, il forte di Sao Pedro, il forte di Santa Maria, il quartiere Ribeira, il Mercado Modelo.

Nella Dique do Tororò, un laghetto circolare al centro di una piazza, osserviamo le statue di alcuni dei del candomblè disposte a cerchio, attorno al getto d’acqua centrale. In una favela, che si affaccia sulla piazzetta dove c’è il laghetto, facciamo visita ad una casa dove si esercita il candomblè, con la speranza di partecipare ad una cerimonia. Purtroppo siamo fuori tempo in quanto le cerimonie si tengono da giugno a novembre e nella settimana antecedente la Pasqua. La sera la passiamo al Pelourinho, che si trova a pochi metri dal nostro albergo, ma non c’è gente per le strade né, tantomeno, musica. La famosa movida di Salvador esiste solo il martedì ed il sabato, per il resto della settimana è un mortorio.

27 marzo

Il giorno successivo lo dedichiamo alla visita di Cachoeira, una deliziosa città coloniale a circa due ore da Salvador. Prima di arrivare, ci fermiamo, lungo la strada, su una altura dalla quale è possibile ammirare la Baia di tutti i Santi. Una fermata la effettuiamo anche a Santo Amaro, una cittadina coloniale dal fascino autentico. Pregevole la Matrice de Nostra Segnora de Purificacao per i suoi azulejos ed il soffitto dipinto. Il paesino di Cachoeira è pieno di edifici coloniali, tranquillo, privo di strutture moderne e di turisti. E’ attraversato dal Rio Paraguacu che la divide dalla dirimpettaia Sao Felix dove pranzeremo in una fazenda di allevatori di zebù. Visitiamo subito la Igreja da Ordem Terceira di Carmo, una chiesa barocca, con l’altare dorato e soffitti in legno ed azulejos. In un ambiente a parte ci sono delle statue di Cristo con lineamenti cinesi: apprendiamo che provengono dalla colonia portoghese di Macao. La successiva chiesa che visitiamo è la Matrix NS do Rosario dai preziosi mosaici grandi quanto la parete. Andiamo, quindi, a pranzare nella fazenda di Sao Felix, molto panoramica e fornita di alberi da frutto di vario genere. Una visita ad una fabbrica di sigari completa il nostro giro.

Le sera ci rechiamo al “Coliseo”, un locale vicino la Croce di San Francisco. Paghiamo 110 reais per il solo spettacolo (senza la cena). Con danze e musiche vengono rievocate le divinità del candomblè ed eseguite danze africane.

28 marzo

Siamo arrivati al penultimo giorno di viaggio ed il programma della giornata prevede una escursione a Praia Do Forte, sede del progetto “Tamar” volto a salvaguardare le tartarughe marine. Dopo la visita del centro, ci immergiamo nella graziosa cittadina piena di negozi, per la gioia delle nostre donne. Decidiamo di fare anche un bagno ma le onde, dopo averci travolti diverse volte -strappandomi addirittura il costume-, ci consigliano la ritirata. Ritornati a Salvador, passiamo la serata a piazza Sant’Anna affollata da giovani che, seduti ai tavolini dei locali, mangiano karangè dalla Baiana e bevono birra e caipirina . E’ questa la movida di Salvador!

29 marzo

È il giorno del ritorno in Italia, ma ci verranno a prendere per accompagnarci all’aeroporto alle ore 19. Quindi decidiamo prima di andare in taxi al centro commerciale “Shopping Salvador” e, quindi, al museo di arte moderna “Mam” che troviamo chiuso. Tornati in albergo, passiamo un po’ di tempo in piscina e, stanchi ma appagati, prepariamo le valigie per partire.

Guarda la gallery
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Praia do Forte

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Cachoeira

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Cachoeira: chiesa de Ordem Terceira do Carmo

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Lagoa do Cassange

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Lagoa do Cassange: pesca a strascico

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Rio das Contas: incontro nella giungla

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Lagoa do Cassange

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Lagoa do Cassange: tramonto sul lago

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Canavieiras

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Lagoa do Cassange

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Lagoa do Cassange

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Cajaiba: chiesa

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Baia di Camamu

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Da Puerto Seguro a Canavieiras

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Da Puerto Seguro a Canavieiras

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Lungo la strada per Paraty

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Taipù de Fora

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Salvador de Bahia: il Pelourinho

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Salvador de Bahia: il Pelourinho

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Salvador de Bahia: chiesa di Bonfim

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Cachoeira

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Lungo la strada per Paraty

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Paraty

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Paraty

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Paraty

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Paraty

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Baia di Paraty

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Puerto Seguro

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Da Puerto Seguro a Canavieiras

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Morro Sao Paulo

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Itacarè- Chiesa

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Rio das Contas: abitazione lungo il fiume

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Rio das Contas

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Santa Cruz Cabraila: Chiesa di NS da Conceicao

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Da Puerto Seguro a Canavieiras

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Ilheus-casa di Amado

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Ilheus- bar-ristorante Vesuvio

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Rio das Contas

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Rio das Contas: cascata di Cleandro

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Svador de Bahia: il Pelourinhoal

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Salvador de Bahia: il Pelourinho

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Salvador de Bahia: il Pelourinho

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Morro Sao Paulo

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Itacarè- Ingresso porto

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Morro Sao Paulo: 4° spiaggia

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Morro Sao Paulo: tassisti

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Cascata della Pancada Grande

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Salvador de Bahia: il Pelourinho

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Salvador de Bahia: il Pelourinho

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Rio- Panorama

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Rio- Panorama

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Rio -Cristo Redentore

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Rio- Favela Racinha

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Rio- strada favela Racinha

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Rio- Copacabana

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Rio- Monastero Sao Bento

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Rio- Famiglia di Favela



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