Fortaleza, a nadie se le va de la cabeza
Ho lasciato con 2 amiche per 1 settimana il freddo dell’Italia, nevicava anche nel mio piccolo e squallido paese in provincia di Pistoia e in meno di 9 ore di volo sono già dall’altra parte dell’oceano.
Ho volato con la compagnia aerea BrasilWay, scomoda da morire, sedili strettissimi e rigidi che accrescono ogni minuto la tua voglia di arrivare e con l’aereo occupato per 9/10 da soli uomini in cerca di facili avventure in questa parte di mondo.
Una cifra irrisoria per una settimana in formula roulette 3* in bed & breakfast. L’hotel che mi e’ capitato fa parte della catena Sol Melia, si chiama Sol Jangada, e’ in localita’ Praya do Mereiles e personalmente ci sono stata benissimo.
L’arrivo a Fortaleza e’ alle 21 del 06 marzo, l’aria e’ caldissima e umida e a prima vista la città e’ deludente, con tutti i grattacieli altissimi, zeppi di specchi e fin troppo lineari. Il traffico e’ sempre presente.
Ma Fortaleza ha un’anima nascosta, un suo perché…Bisogna guardarla nel suo intimo per conoscerla a pieno, non basta uno sguardo superficiale…E forse e’ proprio per questo che scrivo questo racconto in prima persona, mi piace credere che queste emozioni siano solo mie.
La mattina mi sveglio con il profumo e l’idea dell’America Latina che mi ronzano in testa..Mi affaccio dalla finestra della mia camera all’ottavo piano e la vista mi affascina perché davanti a me ho un insieme di contrasti mescolati tutti confusamente: grattacieli lussuosi, altri ancora in costruzione, palme da cocco e casette basse, le macchie azzurre delle piscine onnipresenti anche nei condomini e lunghi muri che riportano scritte di pubblicità rigorosamente dipinte a mano.
Non ho tempo per ispezionare l’albergo, c’è già un’escursione che mi aspetta, quindi una veloce e buonissima colazione (i dolci sembrano quelli fatti in casa dalla mamma, la frutta poi e’ di una dolcezza infinita) e poi parto alla volta di Cumbuco, una bella spiaggia a circa 30 km da Fortaleza famosa per le sue alte dune che si percorrono a bordo di buggy, le macchinine scoperte che si usano qui, e che a me sembrano dei giocattolini! E’ molto bello qua anche se ancora ho i postumi dell’Italia e non so rendermi conto di quello che mi circonda…Il guidatore di buggy si ferma spesso per farmi scattare le foto, io non ho controllo sulla macchina fotografica.
La spiaggia di Cumbuco e’ lunga e contornata da palme però il tratto in cui si arriva con l’escursione e’ un po’ troppo sfruttato per i miei gusti. Infatti ci sono ristoranti fin troppo zeppi di gente e arrivano pulman pieni di turisti in continuazione.Questo afflusso attira tanti venditori che in un primo momento passano inosservati ai miei occhi, ma poi nei giorni successivi segneranno in modo sostanziale la mia vacanza.
La sera mangio in una churrascaria, dove ti portano grossi pezzi di carne cotta sulla brace infilzati in enormi spilli d’acciaio.Ci sono talmente tanti tipi di carne (tra cui cuore e lingua) da farti girare la testa!! I camerieri arrivano al tavolo con il pezzo intero e poi tagliano pezzetto dopo pezzetto fino a che tu non dici stop. La carne e’ buonissima qui e arriva anche dall’Argentina (vedasi picanha e maminha). Spesa 25 real, circa 8 euro con contorno e birra a volonta’.
Oggi e’ lunedi’e stasera non posso negarmi una visita al famoso Pirata, uno dei locali più rinomati di tutto il Brasile dove si balla il forrò, la danza nazionale e si esibiscono gruppi dal vivo.Il Pirata e’ carino e la musica davvero coinvolgente. L’entrata costa 20 real e le consumazioni sono fin troppo economiche paragonate alle nostre discoteche.
Il mio secondo giorno subito dopo colazione faccio un salto nel piano più alto dell’hotel ( il 14°) per godermi il panorama…Certo devo dire che tutti questi grattacieli colorati hanno il loro fascino.La piscina è in posizione panoramica ..Uno spettacolo, vicino a palestra, sauna e zona solarium.
Le strade viste da quassu’ sembrano cicatrici che segnano la città già frenetica alle 8 di mattina e già calda sotto un sole cocente. Il ronzio del traffico arriva con la brezza che qui e’ sempre presente e rende le temperature piu’ sopportabili.Verso destra c’è la spiaggia, quasi un’oasi in mezzo a tutto questo cemento..Il mare sembra quasi bello e le palme sono alte e rigogliose .
Oggi e’ martedi’ ed e’ la volta di Praya do Futuro, una delle spiagge più rinomate di Fortaleza, con il Croco Beach, un bagno molto attrezzato con ristorante, doccia e tutto quanto si desideri.
Per arrivare qui dal mio hotel faccio un pezzo di strada a piedi e arrivo a playa Mucuripe in uno scenario che mi ricorda un po’ le città orientali sul mare, tantissime barche di pescatori (le jangade) in mare e sulla spiaggia, qualche carcassa di vecchia barca mezza sepolta nella sabbia e alle spalle i moderni grattacieli.
I pescatori qui danno vita a piccoli mercatini di conchiglie e coralli e poco dopo a bancarelle di pesce, aragoste e gamberi (lo stato del Ceara’ne e’ il primo produttore qui) in gran quantità. La cosa che mi fa subito adorare questa gente è che quando chiedo loro se posso fare una foto sono già tutti in posa e sfoggiano simpatici dei gran pescioloni dai denti aguzzi! Che bello.
Di fonte ai banchi di pesce prendo un pullman al costo di real 1,60 e in 10 minuti si arriva a Praya do Futuro passando anche vicino alla zona delle favelas che “fortunatamente” se cosi’ si puo’ dire, qui sono tutte in muratura e un po’ diverse dalle baraccopoli di lamiera che ho visto nelle periferie delle grandi metropoli indiane.
Praya do Futuro è una lunga spiaggia piena di ombrelloni, super attrezzata per il turismo, mi ricorda un po’ Rimini o Riccione, non mi va a molto genio! Il mare qui è piuttosto inquinato e schiumoso e solo i pescatori dediti al loro lavoro rendono questo paesaggio un po’ più vero e selvaggio.
I granchi che ho mangiato qui accompagnati dal latte di cocco sono memorabili. Una curiosita’: in prossimita’dei vari bagni si trovano piccoli casottini gialli con collegate delle specie di pompe a spruzzo..Chi vuole puo’ farsi dare una bella passata di olio super abbronzante vaporizzato su tutto il corpo! Questa e’ o non e’ organizzazione???!!! Altra churrascaria per la sera ve la consiglio: si chiama Dom Churrasco, a tre passi dal Sol Jangada. Il menù è talmente vasto che non si riesce a leggerlo tutto.Scelgo carne di maiale alla griglia e va detto che il modo in cui ti viene presentata è davvero di scena, su griglie portatili ancora fumanti e con la brace sotto.Le insalate qui sono varie e enormi, da non perdere quella con i cuori di palma. La pasta fritta che loro fanno ripiena di quejo e presunto (formaggio tipo mozzarella e prosciutto cotto tritato) e’ qualcosa di favoloso. E la cerveza o birra locale e’ davvero ottima. Il conto? 20/25 real a testa…Circa 7/8 euro. Mercoledi’…Da qui inizia il mio vero contatto con Fortaleza. Attraverso una piccola stradina in discesa e sono sulla spiaggia di Mereiles a 50 metri dal mio hotel .Alcuni camion scaricano centinaia di noci di cocco ancora verdi per rifornire i vari localini. Infatti la spiaggia pullula di piccoli bar improvvisati dal tetto di foglie di palma, di fronte i loro ombrelloni con tavoli e sedie. Ne scelgo uno anche perche’ il proprietario mi chiama dicendo che al suo bagno non trovero’ prostituzione.
Va infatti detto che qua e là arrivano alcune ragazze da sole che a me sembrano turiste, mi spiegheranno poi che sono prostitute in cerca di clienti. Per fortuna con discrezione, a parte il fatto che bevono quantità industriali di birra, come fosse semplice acqua.
Qui pero’ e’ molto carino,tra le palme e direttamente sul mare, mi sembra di essere in qualche paesino sperduto del Sud America, la musica brasiliana e’ in ogni angolo e i grattacieli alle mie spalle, non li vedo neanche. Mi bevo un cocco buonissimo, che poi mi faccio anche aprire per mangiarne la polpa col cucchiaio e all’ombra delle palme e dell’ombrellone di palma mi guardo intorno come se il tempo si fosse fermato.
E’ ancora presto ma qui i venditori iniziano di buon’ora il loro lavoro. Io li osservo attentamente, alcuni hanno i tratti somatici degli Indios, molti sono anziani, con la pelle arrostita dal sole e con facce dolci e rugose che ti stringono il cuore..Nessuno e’ insistente, basta dire ‘no, obrigada ’ ( no grazie) con un semplice sorriso. Fanno un cenno con la mano tipo ok, e ti salutano.
Mi colpiscono molto queste persone, alcune davvero anziane e curve sotto il peso della merce che portano tutto il giorno…Non e’ giusto che siano costretti a lavorare ancora a questa eta’.
Le loro mercanzie sono varie e strane, venditori di creme solari e oli in confezione monodose, di amache, di formaggio..Questi ultimi passano con delle specie di gelati sullo stecco che poi sono rettangoli di formaggio. Nell’altra mano hanno un piccolo fornellino di metallo che contiene della brace rovente. Il formaggio viene arrostito e da bianco diventa color cioccolato! In portoghese si chiama “quejo na brasa”, letteralmente formaggio alla brace. Costo 1 real ( circa 30 centesimi…)!!!! E poi venditori di rotelle di canna da zucchero, quelli di magliette e collanine, di gamberi e granchi, di biscotti al cocco e strani croccantini fritti, di casette di legno con scritte religiose (qui sono tutti molto credenti), occhiali, cd, tamburi… cantanti (stonati) di serenate con la chitarra e tanto tanto altro. Poi ci sono i venditori di escursioni, uno si ferma al tavolo dove sono con le mie amiche e con lui fissiamo al costo di 10 real (3 euro..) un city trip per il pomeriggio.
Fortaleza ha tanti contrasti in se’, i grattacieli, le favelas e la zona della citta’ dove le casette sono basse e colorate come si vedono nei classici paesi latino americani. La cattedrale e’ molto carina, nei prossimi giorni si celebra la festa di un santo e fuori dall’entrata c’e’ un uomo handicappato che distribuisce santini. Non ho spiccioli e lui con un grande sorriso me ne da uno ugualmente, dicendo in portoghese “e’ un regalo, che Dio sia con te”. Freno le lacrime a stento.
Fortaleza e’ una citta’ adatta a chi come me ama fare acquisti..I prezzi sono talmente bassi che non smetterei mai di comprare e le cose davvero carine, l’artigianato si trova al mercado central, gli oggetti sono di cocco, legno, corda, zucche ecc.
Mentre nella famosa strada di Monsenhor Taboza vicino praya de Iracema ci sono centinaia ( e non esagero) di negozi di abbagliamento e calzature, ciabatte e sandali troppo carini che costano talmente poco..
Anche il ponte degli Inglesi va visto, sembra un po’ insignificante ma qui si ritrovano i giovani del luogo per godersi il tramonto e le strade che lo circondano ricordano i paesini sonnacchiosi delle campagne cubane.. Un gioiellino, nella zona del mitico Pirata. Dal ponte si vedono in mezzo al mare i resti di quella che in tempi migliori doveva essere una barca. La polizia e’ sempre presente per evitare scippi che sono molto diffusi in tutta la città.
La sera dopo una pizza buonissima in un ristorantino all’aperto lungo la passeggiata e’ la volta di perdersi tra le decine di bancarelle lungomare ( il mercatino e’ aperto fino alle 23). Ci sono anche tanti artisti di strada, quello che mi si prospetta davanti mi provoca un nodo alla gola e mi sembra di non poter respirare in certi momenti. In particolar modo mi sciocca il modo in cui tanta gente riesce a sfruttare i propri problemi, difetti fisici e condizione sociale per poterne ricavare qualcosa.
In alcune zone la poverta’ e’ a livelli davvero esasperanti qui. Ci sono alcune persone che si dipingono d’argento e stanno ferme per ore con ai piedi una scatolina per le offerte.
Uno di loro sfrutta una malformazione della mandibola per fare strani versi e la gente che passa davanti lo schernisce come un fenomeno da baraccone, facendogli foto, ridendo in modo sguaiato e senza dargli un centesimo.Sono bloccata dall’odio verso di loro poi mi avvicino per dargli qualche real.In cambio mi manda un bacio.
Poi e’ la volta degli storpi e malformati, fermi in un angolo su delle specie di biciclette a 3 ruote con la solita scatolina per le offerte.Non muovono nemmeno le mani e quando do loro qualche real, la risposta e’ sempre la stessa, esce loro dalla bocca con grande difficolta’ perche’ molti non riescono neanche a parlare e a fatica si comprende quello che dicono..”obrigado e che dio ti benedica”. Ci sono persone sdraiate lungo i marciapiedi seminude, e gente che fa jogging e stretching , tra un’indifferenza generale che mi gela il sangue. Altri urlano aiuto e elemosina. Sono talmente sconvolta che fisso lo sguardo su altre cose per distrarmi, sui venditori di pannocchie e pop corn.
Un tratto di strada e’ preso d’assalto dai venditori ambulanti ( non quelli che hanno la loro bancarella fissa) che con i loro richiami ti fanno quasi girare la testa. Quante cose da comprare, quante stranezze in questa citta’..C’e’ chi vende enormi gufi di paglia e legno (qui il gufo e’ il simbolo dell’intelligenza mi spiegano), poi piccoli fischietti che se li metti in bocca ti fanno uscire il pianto di un bambino o i richiami dei gatti in amore…Poi amache srotolate e portate sempre da 2 persone, quadri di legno intagliato che si rivelano vere opere d’arte, venditori di acqua, di biciclette in miniatura, di portabiancheria sporca, di cose belle, di cose inutili, di tutto.Caricaturisti e banchetti ricolmi di prodotti tipici alimentari e bevande fatte solo qui.
Un consiglio: se come me siete ghiotti di anacardi (che qui sono un po’ il simbolo del paese per le vaste coltivazioni che ci sono), attenti a quelli che comprate, più sono scuri e più sono cattivi! Alcuni sono vecchi e troppo tostati. Poche bancarelle vendono quelli bianchi, freschi e appena imbustati. Sono ottimi, da noi costano carissimi e qui con poco te ne porti via a chili. Scegliete con cura. Anche i panetti di canna da zucchero pressati meritano almeno un acquisto.Io li sto usando per zuccherare il the, il sapore ricorda leggermente lo zucchero grezzo con una variante di liquirizia, che bonta’!!! Poi, dove inizia la spiaggia ci sono i baracchini che si dedicano alle fritture di pesce, tutti esposti sul bancone e pronti per essere cotti in grande padelle e griglie sfrigolanti. Un brulicare di gente e profumi che non scordero’ mai.
Tutto questo per me e’come una droga, attratta dalla mania degli acquisti e da tutto il contorno del mercato, devo tornare qui ogni giorno, per rivivere tutte queste emozioni.
Il giorno seguente torno a praya do Mereiles, quella a pochi passi dall’hotel a contatto con questa gente.Conosco un piccolo venditore che viene dalle favelas, di una bellezza quasi angelica. Si chiama Giordano Bruno, come il filosofo mi dice. Parla benissimo l’italiano e vende braccialetti e collanine per mantenere la mamma.I genitori sono separati e il padre non vive più con lui.
Molti ragazzi giocano sulla spiaggia, il calcio e’ amatissimo in tutto il Brasile, e in tanti di loro c’e’ la speranza di diventare il prossimo Ronaldo o Adriano.
Le maree scoprono la spiaggia che diventa ampissima ed ha un suo fascino particolare, con le pozze in cui si riflettono grattacieli e alberghi.
Sulla spiaggia io e le altre mangiamo un pesce alla griglia enorme cucinatoci nel solito piccolo bar, veramente si mangia da Dio anche nei posti piu’ impensabili.
Servito in un grande vassoio ricoperto di patate fritte ( e non quelle precongelate) e su un letto di verdure in umido vale la pena di essere fotografato!! La sera su consiglio di un ragazzo sulla spiaggia, dopo un’altra visita al mercatino lungomare, faccio con le altre un salto alla discoteca “Orbita”, che dicono frequentata da gente della “Fortaleza bene”, ma nonostante mi piaccia molto ballare non mi va di fare la vita notturna, la mattina voglio svegliarmi il prima possibile anche perche’ mi aspetta un’escursione, cosi’ rientro poco dopo in hotel. Venerdi’11 marzo mi sveglio di buon’ora con destinazione Morro Blanco,una località molto famosa qui.Si trova a 80 km da Fortaleza e ci vuole circa un’ora e mezzo per arrivare e durante il tragitto io do sfogo alla mia macchina fotografica perche’ il paesaggio cambia radicalmente dalla città a queste zone rurali.Si attraversano posti da sogno, laghi nei quali si riflettono centinaia di palme rigogliose di specie diverse, coltivazioni e villaggi persi nel tempo.
Ci sono piccoli bar e punti ristoro che riportano la scritta “Ypioca”, che qui e’ una catena molto famosa che produce il rum della canna da zucchero, la “cachaca”, bevanda nazionale del Brasile.
Ogni tanto di passaggio noto qualche carcassa d’auto e capisco che li’ accanto c’e’ un’officina, la gente sta seduta fuori pigramente, alcuni uomini raccolgono il fieno nei campi, tutte scene di semplice vita quotidiana che hanno il potere di riportarti indietro nel tempo.
Arrivata al carinissimo paese di Beberibe inizio da qui il mio giro nella stupenda Morro Blanco, un paesaggio unico in Brasile con scenari lunari e canyons d’arena dai colori piu’vari.
I colori della sabbia sono 7 qui , dal rosso al bianco e tutte le sfumature che vi stanno in mezzo. Le persone del villaggio la sfruttano per fare delle bottigliette carinissime con sfumati motivi paesaggistici. Dove arriva il turismo ovviamente si aguzza l’ingegno e quindi anche qui nei dintorni ci sono mercatini molto appetitosi ai miei occhi!! Alcuni vendono stelle marine e conchiglie enormi, talvolta talmente grandi da essere trasformate in lampade da comodino.
Si passa lungo il canyon a piedi anche in mezzo a pozze d’acqua dolce perche’ qui ci sono fonti sotterranee.
Le falesie colorate portano direttamente al mare e qui c’e’ il buggy che aspetta per un giro panoramico. Dapprima lungomare, sulla bellissima Praya das Fontes, dove ci si ferma in una caverna lungo la spiaggia dalle cui pareti gocciola acqua fresca di sorgente. Poi si prosegue tra mare, sabbia e falesie incontrando uno stupendo paesino di pescatori. Le jangade sono tutte tirate in secca sulla spiaggia e quando il buggy passa veloce alcuni pescatori iniziano a salutare.
L’autista mi spiega poi che le ville che vedo a 2 passi dal mare sono tutte dei benestanti di Fortaleza, alcuni anche di proprieta’ straniera, tra cui di italiani.
Si entra un po’ piu’ nell’interno per iniziare la scalata delle dune che qui sono di un bianco accecante e formano un deserto dalle onde morbide della consistenza della farina.
A poca distanza c’e’ un’oasi di palme da cocco vicino a una laguna, solo questo paesaggio merita l’intera escursione.
Non mi e’possibile descrivere la bellezza di questo luogo, delle palme che spuntano dalla sabbia bianca, dell’atmosfera di pace che si respira qui. L’escursione termina al villaggio turistico praia das fontes dove pranzo prima di ripartire per Fortaleza e faccio una passeggiata lungo la sua spiaggia che ha alle spalle le splendide falesie di sabbia solidificata. La marea ha portato a riva alcuni piccoli pesci palla.
Si riparte alla volta di Fortaleza e arrivati alla periferia della citta’, prima dell’inizio della parte moderna con tutti i suoi grattacieli, aguzzo lo sguardo sulle casette basse e malridotte e sui tanti negozietti che brulicano in questi angoli. Alcuni strani che espongono tutte le loro merci fuori lungo la strada, in particolare mi ricordo sorridendo quello di sedili per macchine (probabilmente usati) tutti esposti intorno all’entrata, mentre il proprietario guardava pigramente la strada seduto su uno dei tanti. Lungo l’arteria principale della citta’ corrono i binari ferroviari, e tutto intorno, come una sorta di pianta rampicante, si sono sviluppate decine e decine di casette a 1 passo dai binari.La gente cammina e sta seduta lungo la via ferrata, la poverta’ di questa zona e’ grande, ma il paesaggio emana un fascino tutto particolare. E cosi’sono arrivata alla mia ultima notte qui…Torno a cena da Dom Churrasco, dove mangio gamberi e insalata. Dopo cena 4 passi al mercatino e vado a letto presto anche perche’ le mie ultime ore qui voglio godermele al meglio svegliandomi presto la mattina seguente.
Sabato mi alzo alle 7 con una sorta di malinconia. Alle 8 sono gia’ sulla spiaggia e le temperature sono gia’ molto alte.Oggi cambio bar, ne scelgo uno nuovo dove mi trovo ancora meglio di quello dei giorni scorsi.
Il proprietario sorveglia i movimenti della gente che passa sulla spiaggia, ci spiega di prestare tanta attenzione perche’ oggi sabato ( e anche domenica) arriva fin qui tutta la gente dalle favelas, sia per fare il bagno che per vendere ( e per rubare ) e quindi il pericolo di furti e’ alto.
Durante la mattinata sono tante le persone che si fermano al tavolo mio e delle mie amiche per parlare. Alcuni sono ragazzi molto simpatici, si siedono con noi anche solo per scambiare 2 chiacchiere e risposarsi un po’.
Il barista e gli altri addetti del locale non ci perdono mai d’occhio.
Anche se nei dintorni noto gente davvero sgangherata e facce poco rassicuranti non riesco a pensare male e infatti tutto procede tranquillamente.Una cosa che mi rattrista tanto e’ che oggi arrivano anche i piu’ disgraziati, i ciechi, vecchi che non si reggono in piedi e persone dall’aria visibilmente sofferente.Ci sono anche molti gruppi di gay ai tavoli dintorno. Saluto ancora alcuni anziani che avevo visto nei giorni precedenti, faccio alcune foto con loro, ci scambiamo qualche abbraccio. Arrivano anche alcuni bellissimi bimbi e bimbe dalle favelas, eppure mi colpisce quanto sono educati. Con l’arrivo di tanti nuovi venditori oggi la mercanzia proposta e’ molto piu’ varia e quindi la mia curiosita’ di spulciare tutto e’ grande.Il tempo passa in modo talmente veloce che e’ gia’ pomeriggio.
Mangio hamburger e patatine e bevo sempre latte di cocco.Cammino un pochino sulla spiaggia, scatto altre foto.
Mi guardo continuamente intorno per imprimere nella mente gli ultimi momenti qui. Parlo un altro po’ con Giordano Bruno, il mio piccolo amico delle favelas. Gli dico che quando avra’ finito la scuola deve fare la guida turistica perche’ parla benissimo l’italiano.
Lui mi dice che non sa quello che sara’ della sua vita..Che non intende vivere per sempre qui.Io gli dico che lui diventera’ qualcuno perche’ e’ troppo intelligente per restare una persona comune e di non rassegnarsi alla sua condizione. Gli chiedo l’indirizzo per inviargli le foto che abbiamo fatto insieme e lui con aria triste mi dice che chi abita nelle favelas non ha indirizzo (che stupida non ci avevo pensato) e quindi non e’ possibile inviargli niente. Ho un nodo alla gola e vorrei portarmi Giordano in Italia con me. Alla fine gli do alcuni regali, profumi,bagnoschiuma, shampoo, tutte cose che lui non ha dice..
Prima di partire per l’aereoporto ho ancora 2 ore da sfruttare.
Ovviamente le passo al mercatino dove spendo gli ultimi real..Lungo la passeggiata incontro l’omino d’argento (non ho mai capito se e’ un ragazzo o un anziano) con il difetto alla mandibola e mi riconosce. Mi manda un altro bacino e io contraccambio. Faccio un paio di foto anche con lui. La solita ondata di venditori che passano frenetici, le bancarelle del mercato ricolme di tutto, le facce della gente, il profumo del mare e del fritto dei localini lungo la spiaggia dopo il tramonto..Quanto mi dispiace lasciare tutto questo! Al tramonto,lungo il tragitto per l’aeroporto, alcuni giocolieri si mettono davanti alle macchine ferme ai semafori giocando con torce accese. Questa e’ l’ultima immagine di Fortaleza che ho davanti.
So che molte persone vedono molto di piu’ i lati cattivi di Fortaleza e del Brasile, ed effettivamente ci sono..La prostituzione..Tanta, io penso ai ragazzi e uomini che erano sul mio solito volo e hotel, il giorno seguente erano gia’ tutti in buona compagnia…E gli alberghi addirittura permettono loro di portare dentro le ragazze (pagando), questo fa capire che ormai questa e’ una cosa fin troppo consolidata. La delinquenza abbonda, in alcune zone la sera e’ vivamente sconsigliato anche solo passarci…A me un gentile signore ha sconsigliato di ostentare la macchina fotografica anche in pieno giorno… la citta’ puo’ non essere le 7 meraviglie e il mare e’ inquinato..C’e’ chi dice che i brasiliani se possono ti fregano ma sfido chiunque a dover lottare ogni giorno per la sopravvivenza, e non in senso figurato. Un viaggio in Brasile puo’ arricchire molto una persona se guardato con occhio da viaggiatore e non da turista. E puo’ darti cosi’ tanto in cambio. Basta ricercare il tutto nei sorrisi dei bambini, negli occhi dolci e lucidi degli anziani pescatori che ogni giorno ne fanno la storia, nelle dune bianche che circondano la citta’ quasi a non volerla lasciar scappare, nei sapori e profumi che si liberano dai mercatini colorati, nei suoi angoli nascosti e in quelli presi d’assalto da una moltitudine di gente che cerca di vivere dignitosa a tutti i costi nonostante le mille difficolta’. Un mix che non abbandona facilmente i miei pensieri e che si e’ rubato un parte del mio cuore.Che devo tornare a prendere.