Turisti per Caso in primo piano: Franco_Chiarutt

Botta e risposta di interviste tra Turisti per Caso: questa settimana Davovad intervista per il sito la Guida per Caso del Brasile, e della città di Natal, Franco Chiaruttini. A loro la parola... Davovad: Entriamo subito in argomento: quando hai cominciato...
Turisti Per Caso.it, 10 Set 2009
turisti per caso in primo piano: franco_chiarutt
Botta e risposta di interviste tra Turisti per Caso: questa settimana Davovad intervista per il sito la Guida per Caso del Brasile, e della città di Natal, Franco Chiaruttini. A loro la parola…

Davovad: Entriamo subito in argomento: quando hai cominciato a viaggiare? Franco: Il primo viaggio fu nel 1979, un foto-safari in Kenya offerto dall’azienda per la quale lavoravo all’epoca.

Davovad: Safari fotografico quindi, nessuna violenza sugli animali. Franco: Assolutamente no, nessuna violenza. E’ stata un’esperienza bellissima poter ammirare nel loro territorio un sacco di animali, tanto bello che l’ho rifatto l’anno seguente. A questo proposito voglio dirti che ho sempre rifatto i viaggi che mi sono piaciuti, la seconda volta ti sembra di essere “a casa”, ti muovi con maggior sicurezza. Parlando di animali, anche quando vado in Amazzonia un’esperienza bellissima è la caccia notturna (non cruenta) al caimano, da provare assolutamente. Si esce di notte in canoa, un indigeno a prua illumina con una torcia la riva del fiume e quando si vedono due piccoli punti rossi a pelo d’acqua si butta in acqua e raggiunge il caimano, che cattura con la sola forza delle mani e lo porta sulla canoa per mostrarlo ai turisti, non prima di averlo addormentato con una carezza sul ventre. Poi, una volta risvegliato, viene rilasciato libero nel suo ambiente. Davovad: Da quel 1979 continui a viaggiare frequentemente? Franco: Devo ammettere che da quella prima volta non mi sono più fermato, ho cercato il più possibile di conoscere i luoghi più disparati e le varie culture.

Davovad: Infatti hai cercato di conoscere i vari angoli del globo: Asia, Africa e America. Cosa ti ha spinto ad andarci? Che ricordi hai di quei continenti? Franco: Ho visitato molte parti dell’Asia e in alcune ci sono ritornato più volte, come pure in Africa, nel Centro-America e nei Carabi. Di questi luoghi conservo dei bellissimi ricordi, come il mare e le città dell’Asia veramente interessanti. I luoghi puramente di ‘vacanza’, devo confessare che, seppur interessanti anche dal punto di vista storico, non mi hanno coinvolto. Sarà per la troppa diversità della cultura, ma ho trovato difficile l’integrazione.

Davovad: E la cara, vecchia Europa? Franco: Punto a mio sfavore, la conosco poco: ho visitato brevemente alcune città come Lisbona, Madrid, Siviglia, Barcellona e Parigi. Ho trascorso più tempo in Grecia, e da poco, anche se non fa parte dell’Unione Europea, sono stato tre settimane nella parte turca di Cipro.

Davovad: Leggo sulla tua pagina personale nel sito di TpC: “Oltre 120 volte in Brasile”. Ma non facevi prima a rimanerci in pianta stabile? Franco: Il Brasile mi ha affascinato sin dal primo viaggio, avrei potuto trasferirmi lì ma gli affetti e la famiglia mi hanno trattenuto in Italia.

Davovad: Senti un po’, mi racconti che dal 2003 ad oggi hai effettuato 60 viaggi!! Ma come fai, si può sapere? Viaggi per lavoro? Sei in pensione? Sei miliardario? Franco: Miliardario no, in pensione magari! Ci andrò fra qualche anno. Sono un lavoratore indipendente, mi potrei definire un freelance. Tecnicamente sono un Tour Leader: esistono agenzie che organizzano esclusivamente viaggi incentivi per le Aziende. Queste agenzie mi contrattano per verificare e pre-visitare i luoghi che verranno poi proposti all’Azienda. Molte volte seguo anche il gruppo dalla partenza fino al rientro, affinché tutto quello che è compreso nel contratto venga rispettato. Molti viaggi sono stati fatti per vedere le potenzialità turistiche di un luogo e il tipo di clientela a cui potrebbe essere congeniale.

Davovad: Wow, tempo fa sul sito c’era un Forum che sembrava fatto su misura per te, ‘Viaggiare per lavoro’ o qualcosa del genere. Secondo me fra qualche secondo diventerai il personaggio più invidiato sul sito di TpC. Franco: Ogni qual volta spiego a qualcuno in cosa consista esattamente il mio lavoro vengo sempre invidiato e, da una parte, non posso che esserne lusingato! Tuttavia fare il tour leader significa essere a totale disposizione del gruppo per tutta la durata del viaggio (nell’ambiente si dice dal check-in al check-out), per far sì che l’unica cosa di cui si debbano preoccupare i clienti sia il loro divertimento. Come potrai immaginare non è una cosa facile, ogni cliente ha le sue necessità, i suoi desideri, per non parlare delle volte, per fortuna rare, in cui c’è stata una vera e propria emergenza a cui far fronte (un malore, un infortunio). La soddisfazione maggiore è vedere ogni volta la trasformazione dei miei ‘compagni di viaggio’: li incontro per la prima volta e vedo visi tesi, magari ancora assonnati, e quasi spaventati dell’avventura che stanno per intraprendere e poi, man mano che passano i giorni, li vedo rilassarsi, per poi arrivare al ‘momento magico’ in cui vedono qualcosa che li affascina e sui loro visi si dipinge lo stupore dei bambini!

Davovad: Hai avuto la possibilità di viaggiare molto, dunque. Comunque mi sembra di aver capito che prediligi il Brasile. Ho un po’ di difficoltà a generalizzare col nome Brasile un Paese gigantesco, considerato quasi un continente. Che zone conosci? Franco: Buonissima parte, mi manca solo il Pantanal e il Mato Grosso. Conosco molto bene Rio de Janeiro, Foz de Jguaçú, Recife, Salvador de Bahía, Brasilia, Manaus, Fortaleza, il nord est e la parte dei Lencois, e naturalmente tutte le zone attorno alle grandi città.

Davovad: Cos’ è che ti ha attratto del Brasile? Franco: Come dico sempre, il miglior prodotto del Brasile è il brasiliano. La popolazione di questa terra è sempre con il sorriso stampato, quasi fosse un’offesa alla vita non essere felici. Un’altra frase che uso spesso ripetere è che sfido chiunque a non trovare la propria città ideale in Brasile, ce n’è per tutti i gusti: la vita sfrenata di Rio de Janeiro, la misticità di Salvador de Bahia, la natura ancora incontaminata di Manaus, il sogno futurista di Brasilia…

Davovad: La felicità, dunque. E’ questo l’elemento che secondo te contraddistingue una popolazione così eterogenea. Il Brasile è una potenza emergente, però a livello sociale continuano ad esserci problemi di povertà ed emarginazione. In Italia in media la gente se la passa meglio. Ma è ugualmente felice? Franco: E’ abbastanza difficile in questo paese dei contrasti riassumere in una sola parola come felicità l’elemento che contraddistingue la popolazione, ma trovo che la spontaneità delle persone nella voglia di socializzare senza considerare quello che hai (soldi, macchina, orologio, abiti firmati…), ma per quello che sei sia una dote rara- Questo paese non ha mai avuto problemi razziali, pur essendo un paese multietnico, e ciò che li contraddistingue è l’essere tutti della stessa terra, indipendentemente dal colore.

Davovad: Di tutti i luoghi del Brasile, sembra che preferisci comunque Natal. Perché proprio Natal? Franco: Natal è la mia città ideale, me ne innamorai fin dalla prima volta che la visitai, nel lontano 1986. Ciò che più mi attrae è l’aria di assoluto relax che vi si respira, le immense dune di sabbia finissima che si estendono per chilometri, la temperatura mai afosa e sempre ventilata… Cosa c’è di più bello dello stare su una spiaggia isolata, giocare una partita di domino all’ultimo sangue con un pescatore, mentre senti il profumo dei tuoi spiedini di gambero che si stanno cuocendo sulla griglia?

Davovad: Mmm, niente male. E che altre meraviglie si possono godere a Natal? Franco: Una relazione della NASA ha confermato che grazie ai venti ed al clima, Natal ha la migliore aria del Sud America, le meraviglie sono tutte della natura come le dune mobili di sabbia, dette mobili perché grazie al vento si spostano; baie bellissime come la baia dei delfini, dove ogni giorno arrivano per cacciare quasi sotto riva e si può nuotare con loro a pochi metri di distanza; poi l’interno con le numerose fazende dove vale la pena di trascorrere una giornata intera, magari cavalcando tra i campi coltivati nell’attesa di un buon pranzetto!

Davovad: Non me lo dire! Io vivo a Bogotá, la terza metropoli più inquinata dell’America Latina dopo Città del Messico e Santiago del Cile. Mi sa che mi tocca passare di lì ogni tanto, giusto per riossigenarmi. Ma torniamo a Natal, c’è qualcosa che la contraddistingue? Musica, letteratura, paesaggi, architettura? Franco: Il Brasile come lo conosciamo oggi ha poco più di 500 anni, quindi non ha molta storia. L’architettura è quella dei colonizzatori; di musica ce n’è tantissima. A Natal si suona il forrò, un po’ meno il samba e il frevo. Il forrò è la musica del Carnatal, il carnevale di Natal che si svolge i primi giorni di dicembre.

Davovad: Parlaci un po’ di questo Carnatal Franco: A Natal è una vera e propria istituzione: ci si prepara qualche giorno prima, andando ad acquistare la maglietta d’ordinanza (ogni anno cambia e guai a presentarsi con quella dell’anno prima) e poi ci si butta in pista (leggi strada) per ballare fino al mattino al ritmo della samba più scatenata. Per tre giorni la città si blocca, le strade vengono chiuse e ovunque si balla al ritmo delle varie band sparse per tutto il percorso. Viene eletta anche la reginetta della manifestazione, una ragazza del luogo che incarni lo spirito della danza e della spensieratezza.

Davovad: Ti confesso che ho ancora in mente quei famosi spiedini di gambero alla griglia di cui parlavi prima. Nei tuoi interventi spesso dai consigli sul cibo locale. Sei un appassionato di cucina? Che piatti ci consigli nella zona di Natal? Franco: Nei miei interventi cito spesso la vita da spiaggia. Infatti è sulla spiaggia che si vive il Brasile con i suoi innumerevoli venditori (per nulla insistenti), fra i quali ci sono quelli che offrono da mangiare. Vendono le ostriche crude appena pescate (meravigliose), preparano spiedini di gamberi o di formaggio intinti nell’origano, offrono una zuppa calda e via dicendo… Sono tutti cibi genuini e freschi, e poi vuoi mettere gustare dieci ostriche con una caipirinha davanti all’oceano con trenta gradi…..! In Brasile si trova la carne migliore del mondo (per il Brasiliano è meglio di quella Argentina ), alla brace è semplicemente fantastica, il filet mignon si taglia con la forchetta tanto è tenero, e poi tutti i crostacei dai gamberi ai granchi e ai gamberetti. Per il pesce, anche se ben cucinato, bisogna tener presente che si tratta sempre di pesce oceanico, nulla a che fare con il nostro del Mediterraneo. A Natal il piatto locale è la carne do sol, filetto essiccato al sole, da provare con il contorno di riso pilaf e fagioli.

Davovad: E nelle altre zone che conosci del Brasile, che altre specialità ci consigli di non perdere? Franco: La carne è deliziosa in tutto il Brasile, a Rio da non perdere la fejoada, piatto tipico del sabato a mezzogiorno (ci vuole tutta la sera del sabato e parte della domenica per smaltirlo) sono circa dieci parti del maiale cucinate nei fagioli: c’è tutto un rito per assaporare al meglio questo piatto, si inizia con una batida de cocco come aperitivo, poi si passa ad un brodo di fagioli e poi al piatto forte cioè riso, fagioli, covre (una verdura che non ha traduzione) e i vari tipi di carne. Attenzione, per gustare al meglio la carne di maiale prima di passare ad un tipo diverso va mangiata una fetta d’arancia per togliere il sapore della precedente. A Salvador Bahia una zuppa di pesce buonissima: la mucheca. In Amazzonia tutto il pesce d’acqua dolce, anche i piranha fritti appena pescati sono una specialità e poi naturalmente la frutta, il maracuja (frutto della passione) che viene usato anche dalle mamme come tisana calmante per i bimbi, le banane, il cocco (la cui acqua è consigliata come ricostituente) e la acerolla, una specie di ciliegia un po’aspra il cui apporto vitaminico è maggiore delle arance.

Davovad: Come succede spesso in America Latina, quasi ovunque ti offrono carne. Per i vegetariani come me è un po’ difficile, ma non impossibile. Ma cambiamo argomento: c’è un libro che ti sentiresti di consigliare a chi vuol andare in Brasile? Franco: Non mi sento di consigliare nessuna guida in particolare, forse per entrare nel mondo del ‘pensiero brasiliano’ potrei consigliarvi uno dei stupendi libri di Amado, magari “Gabriella garofano e cannella” o “Teresa Batista stanca di guerra”.

Davovad: Spesso i tuoi interventi sul sito hanno lo scopo di mettere in guardia sui facili allarmismi legati alla presunta criminalità in Brasile. Al riguardo ti chiedo: il Brasile è così pericoloso come dicono alcuni? Franco: Il Brasile è ‘pericoloso’ come tutte le grandi nazioni che hanno delle metropoli, naturalmente la delinquenza di strada si rivolge verso i turisti che rappresentano facili prede poiché, distratti dalle bellezze ed incuriositi da cose nuove, non prestano attenzione. Giornalmente in Brasile sbarcano numerosissimi turisti e la stragrande maggioranza rientra con un bagaglio di emozioni e senza nessun problema legato alla criminalità. Il più delle volte i racconti di scippi rapine vengono fatti da persone che il Brasile non l’hanno mai visto, ma riportano ingrandendo quello che hanno sentito dire, e questo la dice lunga.

Davovad: Premetto che sono la GpC della Colombia… Ti poi immaginare i commenti sulla pericolosità! Franco: Sono stato in Colombia più volte, a Cartagena, e devo dirti che mi è piaciuta un sacco, la parte vecchia di sera è bellissima. Molti anni fa sono stato a Bogotà, ma solo per due giorni. Cartagena non mi è sembrata pericolosa, anzi mi sono trovato proprio a mio agio.

Davovad: Cosa ne pensi tu? Questi allarmismi ti irritano? Franco: Personalmente faccio cinque / sei viaggi all’anno in Brasile e non ho mai avuto problemi, ho frequentato zone al di fuori delle città, sono stato a manifestazioni con migliaia di persone senza mai sentire il problema criminalità. Usando le solite precauzioni e stando attenti si può vivere benissimo. Quando mia figlia era piccola, l’ho portata con me più volte nei miei viaggi, senza mai avere nessun problema: mi ricordo ancora di quella volta che, avrà avuto sei o sette anni, ho dovuto aspettare che finisse di giocare con un suo nuovo amichetto nella zona del Pelorino, notoriamente considerata all’epoca la più pericolosa di Salvador… Vedo che si è capito che mi seccano tutti questi allarmismi, anche perché solitamente mi vengono proposti da turisti che hanno già confermato il viaggio, perciò penso che se fossero veramente spaventati avrebbero dovuto scegliere altre mete (forse una malga sperduta in montagna o un ritiro spirituale in Nepal…) e poi molte volte mi scrivono dipingendo il Brasile come uno scenario di guerra turisti-malavita… Credo che la prima qualità del turista debba essere la più assoluta umiltà, capire che non si va in un paese per vivere da padroni ma per conoscere ed apprezzare una cultura nuova,integrarsi con la popolazione, cercare luoghi particolari..

Davovad: Il Brasile è annoverato tra i BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), i Paesi emergenti con un’economia in crescita e tutti i requisiti per diventare una potenza mondiale. Pensi che questo possa favorire il turismo, o magari stravolgerà le sue bellezze naturali? Franco: Ho la fortuna di constatare i progressi di questo paese dal 1980 e, amando il Brasile, ne sono felice, soprattutto per la sua popolazione che, pur con l’avvento tecnologico e consumistico, conserva ancora quello spirito e quella semplicità che lo contraddistingue. Non solo il governo, ma anche l’intera popolazione sono molto attenti all’ecologia: si pensi che lo scorso anno non hanno importato petrolio poiché ormai la maggioranza delle automobili è alimentata dall’alcool estratto dalla canna da zucchero, conveniente dal punto di vista economico ed a basso impatto ambientale.

Davovad: Su questo punto bisognerebbe precisare: la scoperta di enormi giacimenti di petrolio nell’oceano ha reso il Brasile praticamente autosufficente. E in quanto all’alcool carburante, è in corso un aspro dibattito tra chi lo difende adducendo ragioni ecologiche, e chi sostiene che in realtà non c’è niente di ecologico, che il monocultivo di canna porterà alla distruzione di porzioni di Amazzonia, all’uso eccessivo di acqua e concimi chimici prodotti dalle stesse multinazionali che hanno il monopolio delle coltivazioni, spesso transgeniche. Per non parlare dell’aumento dei prezzi degli alimenti, visto che le terre migliori si destinaranno per la canna da zucchero e nessuno vorrà più coltivare riso ed ortaggi… Franco: Qui siamo nel campo di ecologisti con paraocchi ed estremisti a cui non va bene mai nulla, i giacimenti ci sono e permettono alla nazione di non importare petrolio da altri stati con la conseguenza di aumentare il debito estero, le tesi sull’alcool sono, come sempre in questi casi, una a favore ed una contraria, sebbene nessuna al momento sia provata. In Amazzonia non mi risulta che ci sia deforestazione per coltivare la canna da zucchero, in quanto foresta pluviale non adatta a tale cultura, le coltivazioni esistenti sono immense, non mi risultano problemi di irrigazione vista l’abbondanza d’acqua nelle maggior parti del Brasile, forse l’unico problema che sorge è che i coltivatori di canna preferiscono vendere per il carburante piuttosto che per lo zucchero o per la chachaca. Occorre tener presente che la canna da zucchero è come il maiale, non va buttato via niente e niente quindi viene disperso sul terreno. Un campo di canna da zucchero produce per cinque anni poi deve venir rassodato e riconcimato. Certamente il progresso implica certi stravolgimenti e vanno messi in conto, ma credo che i brasiliani siano consapevoli ed agiranno di conseguenza, vista anche la nova sensibilità verso il proprio territorio che questo progresso sta portando. Ogni cambiamento, negativo o positivo che sia, necessita di un adattamento da parte di chi lo vive, ma con il mio solito ottimismo e la mia solita fiducia, sono convinto che la nazione saprà far fronte a tutto.

Davovad: Che cos’è per te il viaggio? Mi sembra di capire che non prediligi i villaggi turistici. Franco: Conoscenza dei luoghi, integrazione con la popolazione e vivere il luogo. I villaggi turistici oggi vanno per la maggiore e la richiesta è in aumento, purtroppo il più delle volte sono posizionati fuori dai luoghi di interesse turistico, sono validi per una vacanza tutta relax. Ne ho frequentati abbastanza per motivi logistici, come quelli della zona di Cancún o della Riviera Maya, ma li ho sempre usati come base di partenza per le zone di interesse archeologico.

Davovad: C’è qualcosa che non dimentichi mai di portarti nei tuoi viaggi? Franco: Sì, il mio feticcio è una borsa in cuoio modello ‘pilota’ del 1980, che ormai ha viaggiato insieme a me per tutto il mondo, facendo all’occorrenza da cuscino, poggiagambe… Davovad: Proprio perché è una domanda di routine, non l’ho voluta mettere all’inizio. Come hai scoperto il sito di TpC? Franco: Tutto ciò che parla di viaggi mi interessa, così un giorno “navigando” ed inserendo Brasile mi è apparso il sito di Turisti Per Caso e, visto che potevo essere d’aiuto sul paese che amo, mi sono proposto sia con interventi sui due forum Brasile e Natal e sia per rispondere alle numerose mail che ricevo. Molte volte sono “polemico” perché le domande sono abbastanza “terra – terra”. Mi ricordo di quel signore che mi chiedeva se l’hotel dava il telo mare gratuitamente, anche in questo caso ho risposto con sicurezza in quanto conosco benissimo l’hotel, ma credo che visitare un paese sia cercare il più possibile di riempire il proprio bagaglio personale (non quello che ti pesano al check in).

Davovad: Ti confesso che anche a me a volte rivolgono domande che si commentano da sole… ma veniamo a te. Chiudi sempre i tuoi interventi con “cordialmente Franco”. Credi che questa cortesia sia ricambiata da chi frequenta il sito? Franco: Hai colpito nuovamente, a suo tempo mi ero “lamentato” del fatto che pochi anzi pochissimi ringraziano, e quasi nessuno mi ha mai scritto al rientro dal viaggio, anche solo per dirmi : non è vero niente di quello che mi hai detto. Ma come vedi sono sempre pronto a rispondere a tutte le domande, anche alle più difficili come “mi indichi per favore un posto non turistico” e poi, leggendo, scopro che chi mi scrive parte con un charter per andare in un villaggio distante dalle città, isolato, con conduzione ed animazione italiana, dove al buffet la postazione spaghetti la fa da padrone… Come avrai capito penso che il viaggiare debba essere prettamente un momento di crescita e scoperta, se si è assillati da mille problemi e paure, non è meglio stare a casa?

Davovad: Il sito di TpC è piuttosto grande. Quali sono le rubriche che consulti maggiormente (Racconti di viaggio, Forum, ecc.)? Franco: I racconti di viaggio mi interessano anche dal punto di vista lavorativo, trovo nei racconti quello che il turista vuole incontrare nel luogo di vacanza. A volte certi racconti si limitano alla descrizione dell’hotel, della spiaggia o del buffet, ma ogni volta trovo interessante capire ciò che affascina le persone e cosa resta loro nel cuore.

Davovad: Che cosa ti aspetti da un racconto di viaggio? Emozioni e sensazioni personali, o un’informazione tecnica di prezzi ed orari? Franco: Mi piacerebbe trovare storie di emozioni, incontri con la popolazione, aneddoti di viaggio, tutto quello che arricchisce chi lo vive, le informazioni tecniche, orari e prezzi, sono molto difficili da dare e molte volte sono legati a quel singolo viaggio e soprattutto al periodo. Un consiglio, che difficilmente in questi periodi verrà accettato, è valutate il viaggio per quello che offre, leggete bene i servizi offerti, non scegliete una meta per il prezzo scontato ma per quello che la meta offre, la vacanza l’aspettiamo dopo un anno di lavoro! Valutate bene le proposte, molte volte pochi euro di differenza possono fare una vacanza meravigliosa, ma soprattutto bisogna cercare di capire bene ciò che ci si aspetta da una vacanza: se ho bisogno di “ricaricare le batterie” sicuramente non sceglierò un tour archeologico, d’altra parte se è la cultura che cerco, difficilmente la troverò in un villaggio turistico sperduto…Con la speranza che il… (posso dirlo )… “nostro” sito Turisti per Caso riesca ad invogliare i lettori a conoscere e vivere il meraviglioso Brasile… Cordialmente vi saluto, Franco.

Davovad: Grazie Franco, até logo



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