Dune, lagune e giaguari: un tuffo nella meravigliosa natura brasiliana

Tra Rio de Janeiro e la natura brasiliana in Pantanal e nei Lencois del Maranhao
Scritto da: Anna Codino
dune, lagune e giaguari: un tuffo nella meravigliosa natura brasiliana
Partenza il: 25/08/2017
Ritorno il: 12/09/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
Dune, lagune e giaguari: un tuffo nella meravigliosa natura brasiliana

Viaggio organizzato da noi dall’Italia affidandosi ad agenzie locali. Qualche giorno a Rio de Janeiro e successivamente una immersione nella natura brasiliana in Pantanal e nei Lencois del Maranhao.

Periodo: 25 Agosto – 12 Settembre 2017

Costo totale del viaggio: 3400 € a persona

Itinerario: Rio de Janeiro, Cuiaba ( Pantanal), Sao Luis ( Maranhao), Barreirinhas, Atins, Parnaiba (Piauì), Jericoacoara ( Ceará), Fortaleza, Rio de Janeiro.

Quest’anno organizzare il nostro viaggio estivo è stato un po’ più complicato del solito quindi, per aiutare gli accaniti viaggiatori fai da te come noi, è utile avere qualche informazione da tenere presente se vi state preparando a partire per questo meraviglioso paese.

La prima nostra mossa è stato acquistare il volo con largo anticipo trovandolo ad una tariffa molto conveniente ( Milano Malpensa – Rio de Janeiro – via Zurigo a 540 € a testa). Subito dopo è partita la nostra fase di studio che, come tutti gli anni, inizia, oltre che dalla immancabile Lonely Planet, dalla lettura di molti diari di viaggio trovati in internet. Non ci è voluto molto a capire che avremmo dovuto accantonare le nostre speranze di rimanere dentro un budget contenuto: i nostri ultimi viaggi in terre orientali ci avevano fatto dimenticare che non tutto il mondo è così economico! Ci sono poi alcuni fattori che hanno contribuito ad alzare la nostra spesa: leggendo molto e parlando con amici che erano stati nei luoghi da noi scelti, il consiglio di tutti è stato di affidarsi ad agenzie locali comprando interi pacchetti con tutti gli spostamenti compresi. Questo, soprattutto, per ragioni di risparmio di tempo.

Organizzare il viaggio affittando macchine in certe zone o utilizzando gli autobus e prenotando le escursioni sul posto è possibile se non avete i giorni limitati come noi. Al momento dell’acquisto del volo non avevamo le idee chiarissime sulle mete precise, ma poco dopo, abbiamo focalizzato il nostro itinerario su Rio, Pantanal e Lencois Maranhenses. Il Brasile è grande quanto l’Europa intera e scegliere cosa vedere e cosa rimandare ad un prossimo viaggio non è stato semplicissimo. Per l’Amazzonia e la costosa, nonché esclusiva, Fernando de Noronha dovremmo aspettare!

Altra cosa importante da sapere, è che occorre avere molta pazienza e non troppa fretta per le risposte quando si contatta una pousada o un tour operator locale. Anzi talvolta la risposta, in genere ad una mail scritta in portoghese con l’utilizzo dei santi traduttori perché l’uso dell’inglese non è così diffuso, non arriva proprio! E quindi bisogna ricominciare da capo, cercare un posto, scrivere, tradurre ed aspettare. Ci sono venuti in nostro aiuto i numerosi italiani che vivono sul posto che ci hanno fornito indirizzi e nomi utili e spiegato che da quelle parti non sono proprio d’uso l’attenzione e la celerità nelle risposte. Infine Pantanal e Lencois sono zone super protette dal punto di vista naturalistico e a fronte di servizi piuttosto basilari i prezzi lievitano. Detto questo le difficoltà maggiori sono state proprio nell’organizzazione, perché nel viaggio non ci sono stati problemi di alcun tipo e tutto ha funzionato alla perfezione.

Venerdì 25 Agosto: Milano – Rio de Janeiro

Avendo il volo alle sette del mattino abbiamo deciso di pernottare a Milano nella sera precedente alla partenza, utilizzando il già conosciuto Hotel Mariuccia a Robecchetto con Induno con annesso parcheggio, molto conveniente sulla lunga permanenza ( 44 € per tutta la durata del nostro viaggio). La compagnia di volo è la Swiss Air/ Edelwiess con la quale siamo stati benissimo sia dal punto di vista della comodità dei posti sia per quanto riguarda il cibo di livello nettamente superiore al solito e poco gradevole cibo d’aereo (bevande alcoliche a pagamento). Breve scalo a Zurigo e lungo volo sino a Rio dove atterriamo alle 19 circa. Preleviamo, con qualche difficoltà e con commissioni alte, un pò di moneta locale dai bancomat dell’aeroporto e ci dirigiamo verso il bancone delle tariffe fisse del taxi che ci attende subito fuori. Si fa un ticket al bancone e si paga al conducente; 78 R$ e 30/40 min di tragitto sino a Copacabana. Non fermatevi al primo banco vicino al ritiro bagagli perché ha le tariffe più care ma proseguite verso l’uscita e cercate il posto con la scritta “taxi comum”.

Nello scegliere la zona dove pernottare occorre tenere conto della ben nota pericolosità della città, tristemente famosa per scippi e rapine, nonché per l’alto tasso di violenza. L’hotel Americas Copacabana (63 € a notte in questa data mentre la tariffa è scesa a 46 € quando siamo tornati a fine viaggio) permette di spostarsi a piedi per raggiungere la spiaggia e i numerosi ristoranti della zona e di utilizzare i taxi solo per spostarsi nei quartieri più lontani. Se vi interessa questa zona, il consiglio è di scegliere un albergo nella parte di Copacabana più vicina ad Ipanema, raggiungibile a piedi con una lunga camminata. Tutti gli alberghi del nostro viaggio sono stati prenotati autonomamente, compresi quelli del pacchetto della Rotta delle emozioni in modo da scegliere sistemazioni lievemente più economiche di quelle proposte dalle agenzie, con i soliti siti (Booking.com, Hotel.com…). L’albergo da noi scelto a Rio ha una posizione ottimale, camere spaziose e pulite e una ottima colazione con vastissima scelta di cibo dolce e salato. Lasciati i bagagli ci lanciamo alla scoperta della zona circostante raggiungendo il lunghissimo e famoso lungomare costellato di chioschi dove è possibile mangiare qualcosa e bere la rinomata Caipirinha cocktail nazionale!

Sabato 26 Agosto: Rio de Janeiro

Per ottimizzare il tempo, avere un pò di informazioni generiche e raccogliere notizie che ci serviranno anche nel resto del viaggio, abbiamo concordato dall’Italia un giro per la città con Pippo Parravicini, milanese che vive a Rio da quasi quarant’anni. Il costo del tour, in parte a piedi in parte con macchina privata, è stato di 400 R$ per quattro ore. Da qualche anno investiamo qualche soldo in più se troviamo guide che parlano italiano in giro per il mondo, allettati dal non dover utilizzare il nostro scalcinato inglese per capire e farci capire. Ci racconta parecchie cose sulla città, una città gigantesca dove le più di ottocento favelas presenti (e ne nascono di nuove tutti i mesi), testimoniano il livello di povertà della maggioranza degli abitanti e i prezzi dei negozi che riportano le rateizzazioni possibili per tutti i tipi di oggetti, dai più costosi elettrodomestici alle più comuni scarpe, ci fanno capire che anche chi ha accesso a questi generi di consumo, non se la passa troppo bene. Ascoltiamo lunghi racconti di polizia corrotta, di soldi statali spariti nel nulla, di condizioni precarie della sanità, di altissime tasse, racconti che ci fanno pensare quanto gli scontenti di noi italiani siano sempre relativi, talvolta in meglio talvolta in peggio, quando si conoscono altri modi di vita nel resto del mondo. Ci viene sconsigliato di utilizzare gli autobus, spesso soggetti ad attacchi di malviventi, e di fare molta attenzione a muoversi autonomamente nella maggior parte delle zone. Ma questo già lo sapevamo, essendo partiti preparati a girare senza nulla addosso, solo con i pochi soldi utili per la giornata e facendo un uso molto attento di cellulari e macchine fotografiche.

Il nostro giro parte dal particolarissimo quartiere di Santa Teresa con i suoi vicoletti in fiore e gli angoli caratteristici da cartolina. Facciamo una sosta per ammirare le opere di un originale artista di strada, Getulio Damado, fatte con materiale riciclato compresi cellulari, lettori cd e confezioni di detersivo. Ci dirigiamo poi alla Casa delle rovine, antico palazzo un tempo sede di feste nobiliari e attualmente di esposizioni di arte, dalla quale si può godere un’ottima vista. In macchina attraversiamo il quartiere di Lapa con una brevissima sosta alla colorata scalinata Selaron. La guida ci informa che nonostante siamo in zona nettamente turistica, da qualche tempo la scalinata è sede di scippi e rapine anche in pieno giorno e non stentiamo a crederci avendo letto racconti di viaggiatori che ne sono stati vittima. Ci spostiamo nel quartiere Centro dove, dopo aver visitato la cattedrale di San Sebastiano, particolare per la quantità di cemento utilizzato all’esterno ma niente di imperdibile anche all’interno, gironzoliamo per le vie che in settimana pullulano di frenetici lavoratori, ma che oggi, essendo sabato, sonnecchiamo tra un negozio chiuso e uno aperto, angoli costruiti artificialmente per fornire set alle telenovelas locali, scorci in stile coloniale, come il convento di S. Antonio, che si mischiano a modernissimi grattacieli sede del commercio e della finanza locale e sontuosi bar, come la Confeitaria Colombo che sembrano appartenere ad un’ altra epoca. Sempre a piedi raggiungiamo la zona della Marina recentemente bonificata e trasformata in occasione delle olimpiadi. Dove prima era impensabile avvicinarsi a piedi ora passeggiamo, tra il verde e modernissimi musei, turisti e famiglie locali con bambini. È una zona piacevole e coloratissima per gli enormi murales che decorano le pareti di quelli che un tempo erano capannoni e magazzini inutilizzati. Un nuovissimo tram, che prendiamo per tornare al punto di partenza, raggiunge la zona. Se volete visitare autonomamente questa parte della città, che ci è parsa estremamente tranquilla, potete prendere il tram dalla fermata Cinelandia, della metropolitana. La metro copre solo un breve tratto di strada nella città di Rio e anche a detta della guida non presenta particolari pericoli.

Salutata la nostra guida seguiamo i suoi consigli e ci mettiamo alla ricerca di Cervantes a Copacabana noto per i suoi panini che accostano vari tipi di carne a fette di ananas caldo, accostamento per noi azzardato ma gradevole. Con circa 10 € a testa si può mangiare un sostanzioso panino e bere una birra. Anche i piatti di carne che ci passano vicino sembrano invitanti e guarniti con patate fritte, riso e gli immancabili fagioli. Poco distante da dove siamo, raggiungiamo piazza Lido, tra l’hotel Hilton e il Copacabana Palace, entrambi alberghi di super lusso che si affacciano sul lungomare. Dalla piazza partono i pulmini che raggiungono il Corcovado ( 74 R$ a testa nei giorni festivi e prefestivi). L’alternativa è raggiungere il Cristo Redentore, che con la sua maestosità domina e protegge la città, con il trenino che occorre prenotare su internet e che ha un prezzo simile. Il Cristo è davvero imponente ma la cosa spettacolare è la vista sulla città e sull’intera baia che dal Corcovado si può ammirare in tutta la sua bellezza. E’ molto bella anche la strada, nella foresta, per raggiungerlo. Se avete in previsione una visita di Rio in questo periodo non lasciatevi ingannare dalle belle giornate soleggiate e portate sempre con voi una felpa e magari anche una giacca leggera. Per una forte escursione termica tra il giorno e la sera, la temperatura si abbassa di netto nel primo pomeriggio e si passa da una gradevole temperatura diurna a 12/15 gradi serali. A questo si unisce la sempre presente aria condizionata dei pulmini, ristoranti e supermercati. Alla fine della giornata abbiamo accumulato una buona dose di freddo che ci passerà solo rintanandoci sotto le coperte dopo una veloce cena.

Domenica 27 Agosto: Rio – Pantanal

Sveglia all’alba e trasferimento in taxi (55 R$ e 30 min circa di strada) all’Aeroporto Santos Dumont utilizzato per i voli nazionali. Come tutti i voli interni anche questo è stato da noi acquistato autonomamente utilizzando il portale di ricerca kajak (123 € a testa Rio – Cuiaba). Abbiamo vissuto qualche momento di panico quando la compagnia Azul ci ha comunicato che l’orario del volo era stato variato e quello nuovo non andava affatto bene con il resto del programma che nel frattempo avevamo organizzato. Ma scrivendo le nostre esigenze a My Trip, portale da cui abbiamo comprato il volo, anche se con tempi di risposta un pò lenti, siamo riusciti a trovare una soluzione più che soddisfacente. Partiamo alle 8.30 da Rio e dopo un cambio di aereo a Belo Horizonte arriviamo a Cuiaba poco dopo le 11. Una particolarità divertente: durante il volo le hostess passano con alcuni snack e ti chiedono cosa preferisci. Se riesci a non farti prendere dalla vergogna e dici che vuoi tutto verrai ricoperto di pacchetti di biscotti, caramelle, noccioline e patatine che potranno accompagnarti per tutta la settimana seguente! Abbiamo comprato dall’Italia tutto il pacchetto per il Pantanal da Eduardo Falcao proprietario della Jaguar Ecological Reserve al costo di 860 € a testa comprensivo di trasporto dall’aeroporto di Ciuaba alla riserva e viceversa (circa quattro ore di macchina), colazioni, pranzi e cene per tutto il soggiorno ( cinque giorni e quattro notti) e tutte le escursioni. L’alternativa è affittare una macchina e percorrere la Transpantaneira in autonomia sino alla pousada scelta, il che è fattibile poiché la strada è sterrata ma in ottime condizioni e percorribile con qualsiasi tipo di autovettura. Noi ci abbiamo rinunciato perché non è semplice capire se ciò è vantaggioso a livello economico, soprattutto perché nei siti da noi consultati, per lo più in portoghese, non era chiaro quali coperture assicurative erano comprese nelle tariffe. È invece consigliabile effettuare le escursioni con le persone del luogo che conoscono i posti dove solitamente si fermano gli animali, hanno la vista allenata e sanno fornire parecchie informazioni sulla zona e sulle specie incontrate. All’aeroporto ci aspetta Marcus, il nostro giovane autista che parla pochissimo inglese, ma che astutamente ci propone di comunicare con lui lungo il viaggio tramite il traduttore di Google! Dopo poco più di un’ora di strada asfaltata ci fermiamo a pranzare a Poconè in un posto dove, oltre ad un ottimo buffet, possiamo gustare vari tipi di carni alla griglia servite al tavolo con il tipico spiedo. Poco più avanti inizia la Transpantaneira, la strada rialzata che da Poconè arriva sino a Porto Joffre (145 km) che costituisce la principale via di accesso al Pantanal. Lungo la strada Marcus si ferma più volte per farci vedere i piccoli alligatori che attraversano la strada e le miriadi di uccelli sugli alberi. Il passaggio dai grattacieli di Rio a questo scenario da documentario fa sicuramente un certo effetto!

La Jaguar Ecological Reserve si trova a circa 30 Km da Porto Jofre, praticamente in mezzo al nulla, ma questo permette di staccare completamente con il mondo e di godere a pieno del contatto con la natura circostante. Non aspettatevi un lodge a cinque stelle, ma il posto ha davvero tutto ciò che serve da queste parti. Camere essenziali ma pulite, cucina semplice ma gustosa, acqua se non calda almeno tiepida e persino il collegamento wi-fi nella sala ristorante che funziona la sera e la mattina presto. Sugli alberi del giardino è possibile avvistare gli ara giacinto, grandi pappagalli dal piumaggio blu. La sera viene acceso un fuoco nella zona esterna comune e si può passare il dopo cena sotto un cielo di stelle che poche volte capita di avere sopra di sè. Se, invece, quello di cui andate alla ricerca è un posto chic con piscina, tv in camera e ogni confort, sempre che esista da queste parti, mettetevi alla ricerca di qualcosa di diverso.

Dopo cena facciamo un giro notturno di un’oretta avvistando solo un quadrupede tipo gazzella e qualche uccello.

Lun 28 – Mar 29 – Mer 30 Agosto: Pantanal

I nostri tre giorni di escursioni, sempre in barca, ci hanno regalato delle emozioni indimenticabili. Le barche partono da Porto Joffre e per arrivarci dalla nostra Pousada occorre percorrere circa un’ora di strada. Con il senno di poi si sarebbe potuto cercare una sistemazione più vicina a questo punto di partenza, evitandosi il tragitto giornaliero, anche se nel posto da noi scelto siamo stati benissimo e in fondo da queste parti non c’è molto da fare. Quindi anche la strada da percorrere non porta via tempo ad altro. Dalla barca è possibile avvistare vari tipi di uccelli, tra cui le meravigliose cicogne jabiru con la loro maestosa apertura alare e spesso in coppia con il compagno con cui trascorrono tutta la loro vita e qualche tucano dal becco colorato. Sulle spiagge sonnecchiano i buffi capibara e nell’acqua non è difficile incontrare le lontre oltre ai numerosissimi caimani. Su alcuni alberi saltellano le scimmie e si può trascorrere il tempo pescando piranha con una semplice canna di bambù con un po’ di carne rossa come esca. Tutti gli animali sopra citati passano, tuttavia, quasi inosservati tanto che per fotografarli occorre chiedere alle guide e ai barcaioli di rallentare perché non vengono degnati di uno sguardo. Tutta l’attenzione è concentrata per scovare il re del Pantanal, il giaguaro.

Questa è la stagione migliore per l’avvistamento. In tre giorni abbiamo incontrato questo splendido animale per ben 11 volte! Inoltre i nostri avvistamenti sono andati in crescendo. Il primo giorno ci sembrava di aver assistito ad una scena meravigliosa rimanendo per lungo tempo a guardare due esemplari in una zona aperta a distanza molto ravvicinata. Il secondo giorno siamo rimasti per quasi due ore sotto un albero dove stava appostato un giaguaro che puntava lontre e caimani nell’acqua sottostante. Un po’ delusi dalla mancata scena di caccia, ma comunque grati dell’inusuale spettacolo goduto, abbiamo sorriso quando il giaguaro ci ha girato le spalle addentrandosi della foresta senza preda. Ancora non sapevamo che il giorno dopo avremo assistito ad una scena unica, quella stessa scena che fotografi e documentaristi inseguono per anni, talvolta senza mai riuscire a vederla neanche dopo lunghi appostamenti. Nel primo pomeriggio abbiamo seguito a lungo un giaguaro, incontrandolo prima durante una pigra caccia nell’erba, accostandosi a lui durante le sue numerose nuotatine per poi vederlo risalire sulla terra ferma. Ma ad un tratto il languorino deve essere diventato insopportabile e il nostro amico, in maniera per noi del tutto inaspettata, ha deciso di avventarsi, proprio davanti ai nostri occhi, su un caimano di almeno 100 kg. Una lotta sfrenata nell’acqua ci ha lasciati letteralmente senza parole, mentre Edoardo imprecava per aver dimenticato a casa la macchina fotografica e non poter immortalare una scena che in vent’anni di lavoro non aveva mai visto! Solo qualcuno tra noi è riuscito a mantenere un sangue freddo tale da poter scattare qualche foto sensata, mentre tutti gli altri scattavano a caso con il cuore a mille e un groppo in gola, un’emozione senza pari unita alla consapevolezza della fortuna avuta nell’essere li al momento giusto. Ad un certo punto il povero caimano ha smesso di dimenarsi ed è stato faticosamente trascinato nella foresta da uno stanchissimo giaguaro. Diventerà il suo pasto per almeno due giorni. Siamo rimasti senza parole e a raccontarci la scena sino a sera, la stessa scena indelebile che avremo davanti ai nostri occhi per tutta la vita! Eduardo è una guida paziente e con una vista eccezionale, dotato di esperienza ed intuito che gli permettere di prevedere le mosse degli animali. Una sera sulla strada del ritorno è riuscito a vedere dal camion una piccola anaconda, fermandosi e rincorrendola sino a tenerla per la coda per farcela vedere da vicino. Inoltre parla un buon inglese, utile per avere informazioni sugli animali.

Per quanto riguarda le escursioni in barca occorre essere a conoscenza di alcune informazioni importanti:

– non tutte le barche hanno un tendalino e potrà capitarvi di stare per ore sotto il sole per cui cappello e protezione solare diventano assolutamente indispensabili.

– non seguite il nostro esempio e non andate assolutamente sulla barca con gambe e piedi scoperti! Non sandali e bermuda ma scarpe chiuse e pantaloni lunghi e se riuscite a sopportare il caldo anche camicie o maglie a maniche lunghe. Noi ci siamo ingenuamente affidati alla protezione del nostro mitico repellente Jungle che non è servito praticamente a nulla, rendendo le nostre gambe e i nostri piedi un campo di battaglia. Abbiamo passato notti a grattarci e a metterci chili di pomata e abbiamo circolato per giorni pieni di bolle e segnacci inguardabili! In ogni caso un buon repellente (ed il Jungle in genere lo è) renderà la vita più difficile a qualche bestiaccia volante e assetata del vostro sangue.

Giovedì 31 Agosto: Pantanal – Sao Luis

Trascorriamo parte della mattinata a passeggiare nei dintorni della pousada, dove non c’è un granché se non qualche strano nido di uccello sugli alberi e qualche specchio d’acqua zeppo di alligatori. Alle 11 ci vengono a prendere per accompagnarci all’aeroporto di Cuiaba dove abbiamo un volo delle 17 con cambio di aereo a Brasilia con destinazione Sao Luis ( compagnia Gol 139 € a testa). Arriviamo a Sao Luis a mezzanotte e con un taxi ( tariffa fissa 65 R$ e biglietto al bancone delle cooperative dei taxi, dentro l’aeroporto) raggiungiamo la Pousada Maramazon sulla Avenida Litoranea. A Sao Luis si può scegliere se dormire nel centro storico, dove ci sono alcune sistemazioni carine e a buon prezzo, oppure, come da noi scelto sul lungomare. La Pousada Maramazon (38 € a notte) ha ambienti comuni molto carini, colorati e personalizzati, stanze essenziali ma pulite, libri fotografici sul Brasile a disposizione per la consultazione e molte informazioni sulla zona appese alle pareti. Tutto chiaramente in portoghese perché, come nella maggior parte degli altri posti, il personale non parla né capisce neanche una parola di inglese.

Venerdì 1 Settembre: Sao Luis

Questa parte di viaggio è stata quella su cui siamo stati più indecisi tra l’opzione del fai da te totale e l’acquistare un intero pacchetto. Alla fine abbiamo optato per questa ultima soluzione. Nel caso si volesse, tuttavia, organizzare questo percorso, detto anche Rotta delle emozioni, in autonomia occorre sapere che:

– come già ripetuto più volte è molto difficile trovare qualcuno che parli inglese per cui sappiate che vi dovrete trovare a discutere in una lingua che, nonostante presenti qualche parola simile alla nostra, se parlata veloce risulta, almeno a noi sicuramente poco portati per le lingue, del tutto incomprensibile.

– gli spostamenti da un posto all’altro sono fattibili anche tramite autobus di linea che spesso percorrono tratti più veloci, ma meno panoramici, facendo perdere parte della bellezza del luogo. Da escludere l’affitto di una macchina per i tratti sabbiosi e percorribili solo da mezzi autorizzati.

– si può comunque optare per muoversi velocemente da un luogo all’altro ed investire sulle escursioni. Le pousada sono in genere in grado di organizzarle, ma farlo dall’Italia presupporrebbe che rispondessero alle mail… auguri!

– organizzando le escursioni direttamente sul posto potrebbe capitare, soprattutto se siete in due come noi, di non trovare nessuno con cui condividere i trasporti che diventano quindi molto cari e talvolta non partono nell’immediato, facendo tardare i tempi del viaggio. Questa è stata, più di tutte, l’informazione, data da amici abili viaggiatori, che ci ha fatto propendere per acquistare l’intero pacchetto.

Abbiamo così iniziato a contattare diverse persone chiedendo preventivi.. In internet si trovano facilmente anche nomi di italiani che vivono in Maranhao collaborando con agenzie locali o avendo creato agenzie proprie. Tra tutte noi abbiamo scelto il pacchetto proposto da Luca Palmieri per la sua buona quotazione, la sua disponibilità ad ascoltare le nostre richieste e a modificare il percorso più volte nella programmazione, a darci informazioni sulle pousada che poi ci siamo prenotati autonomamente. Inoltre è stato presente in maniera costante durante il viaggio via whatsapp e con varie telefonate per verificare che tutto andasse bene.

Il nostro pacchetto finale comprendeva un giro del centro storico di Sao Luis con Luca, tutti i trasporti (compreso il tratto Jeri – Fortalezza quando possibile via spiaggia) e le escursioni. Costo totale 490 € a testa. Ci eravamo informati anche per la zona di Santo Amaro, avendo letto che è molto bella, ma in quel caso i costi dei trasporti salivano notevolmente.

Trascorriamo la mattinata con lui, genovese come noi, tra i racconti sulla sua vita e sulla sua decisione del trasferimento e notizie sullo splendido, quanto decadente in alcuni punti, centro storico della città dichiarato patrimonio dell’Unesco e coinvolto in una progetto di rivalutazione che, purtroppo, da alcuni anni ha rallentato i tempi. Molti palazzi sono decorati con coloratissimi azulejos e si affacciano su strette stradine acciottolate. Accanto a strutture di stile coloniale se ne affiancano altre più moderne come il Palazzo del Leoni, sede del governatore, visitabile gratuitamente, che con i suoi arredi e quadri porta i segni del dominio francese. Sao Luis è, infatti, l’unica città brasiliana conquistata dai francesi e divenuta all’inizio del XIX secolo, grazie al lavoro degli schiavi africani, fiorente sede del commercio dello zucchero e del cotone. Tutt’ora ospita la terza grande comunità afro brasiliana dopo Rio e Salvador, il che ha una sua influenza in campo musicale con la creazione di un reggae particolarmente personalizzato. Gironzoliamo per il centro visitando la cattedrale e scovando bellissimi scorci da fotografare, mentre le vie si animano con bancarelle di cibo e bevande anche in occasione di un evento musicale che si svolgerà in serata. La città ha anche una zona moderna sorta solo negli anni 60, dove si trovano quartieri benestanti con mega appartamenti che si affacciano sul mare. I 35 km di spiaggia offrono una piacevole visione di insieme per quanto il mare non sia eccezionale. Il lungomare è costeggiato da numerosi chioschi dove poter mangiare qualcosa, bere Caipirinha ed ascoltare musica la sera, spesso suonata dal vivo. Dopo aver pranzato in uno di questi chioschi decidiamo di tornare nel centro storico utilizzando Uber ( molto conveniente, rispetto ai normali taxi : tragitto lungomare centro storico 5 € con Uber, il doppio con taxi normale. Si utilizza scaricando l’applicazione sul cellulare, pagando con Paypal e se non si dispone di una sim locale o del carissimo roaming, usufruendo delle reti wifi di cui tutti i chioschi sono forniti). Giriamo un pò per i negozi di artigianato che non offrono nulla di particolarmente attraente. La sera seguiamo il consiglio di Luca e andiamo a mangiare il pesce alla Cabana do Sol,sul lungomare poco distante dalla nostra pousada. Da non perdere l’anchova a la brasa ( un piatto in due è sufficiente perché viene servito con riso con cuxa, un’erba utilizzata in cucina da queste parti e patate), pesce molto gustoso e cotto benissimo. Costo della cena, pesce più tre birre 150 R$ circa 40 € in due.

Sabato 2 Settembre: Sao Luis – Barreirinhas

Alle 7 viene a prenderci un comodo pulmino che con un viaggio di quattro ore ci accompagna alla Pousada do Riacho (48 €), molto carina ed inserita in un bel giardino curato con amache davanti ad ogni stanza. La pousada è appena fuori dal centro raggiungibile a piedi con una passeggiata di 10-15 minuti. Barreirinhas è una piccola cittadina polverosa che a noi non è affatto dispiaciuta. Nella strada accanto alla nostra pousada ci sono piccoli bar e negozi di alimentari che paiono appartenere ad un’altra epoca. Un po’ più moderno il centro con una graziosa chiesetta, qualche agenzia che organizza escursioni ed un breve lungo fiume dove si concentrano i migliori ristoranti. Pranziamo a base di frutta acquistata da una intraprendente fruttivendola che a colpi di traduttore riesce anche a capire le nostre difficoltà a mangiare un intero ananas con tutta la buccia. Dopo essere sparita nel retro con un coltellaccio, torna dopo poco con il nostro ananas tutto pulito ed affettato! Alle due ci vengono a prendere per l’escursione prevista per il pomeriggio con una giardinetta aperta 4×4, che fa il giro dei vari alberghi per raccogliere altri turisti. Dopo poco più di un’ora di strada su pista sabbiosa che ci fa sobbalzare non poco, arriviamo al punto di partenza per la Lagoa Bonita nella zona dei grandi Lencois. Abbandonate le scarpe ci arrampichiamo su una ripidissima duna, sprofondando nella sabbia ed aiutandoci con una corda nell’ultimo tratto. Lo spettacolo che ci si presenta arrivati in cima, ci fa letteralmente rimanere senza fiato. Un’immensa distesa di sabbia bianchissima interrotta qua e la da lagune colme di acqua (piovana), una infinita bellezza che ci commuove sino a farci scendere qualche lacrima. Accompagnati dalla nostra guida ci incamminiamo in mezzo alle dune, fermandoci ogni tanto per guardare questo splendido panorama e fare qualche buffa foto. Ci fermiamo in una delle lagune dove facciamo il bagno, esperienza davvero surreale. Proseguiamo il cammino sino a tornare al punto di partenza giusto per goderci il tramonto. Risaliti sui nostri mezzi ripercorriamo la strada verso Barreirinhas mentre sta scendendo il buio. Il rientro nella cittadina viene ritardato di un pò perché, come all’andata, i furgoni devono attraversare un fiume e per farlo vengono caricati su una grande chiatta galleggiate azionata a mano. Occorre scendere ed aspettare che la chiatta arrivi dall’altra sponda e poi lentamente permetta ai furgoni di spostarsi. Nel ritorno si forma una lunga coda di mezzi che rientrano ma l’attesa viene allietata dalle bancarelle che propongono tapioca con formaggio, ma anche con la nostra diffusissima e sempre amata Nutella. Giungiamo alla pousada che sono quasi le otto e mezza. Una doccia veloce e cena al ristorante O bambù sul lungofiume con un piatto a base di pesce e gamberi. Sui grandi Lencois si può fare anche un sorvolo con piccoli aerei (circa 60 – 70 €), che si dice essere una bella esperienza alla quale noi abbiamo dovuto rinunciare per mancanza di tempo.

Domenica 3 Settembre: Barreirinhas – Atins

Previsto per la giornata di oggi il trasferimento ad Atins che si può fare con la barca ( circa 1 ora) oppure via terra in 4×4. Veniamo accompagnati al punto di partenza delle barche e partiamo navigando sul Rio Preguicas. Scopriamo con grande sorpresa che il conducente della barca parla italiano. Dopo una prima spiegazione in portoghese che ci coglie ormai rassegnati a captare solo alcune parole (fiume… scimmia… pesce grigliato) si avvicina e in italiano più che comprensibile comincia a darci notizie sulla vegetazione e sulla fauna locale. Ci racconta di avere imparato la nostra lingua direttamente dai turisti. Siamo, quindi, felici di comprendere qualche informazione su alberi e fiori che incontriamo, l’albero del Burici, frutto molto usato sia per marmellate dolci che per accompagnare piatti di carne e pesce, la palma da cui si estrae l’olio, le mangrovie con le radici rossastre, gli strani fiori detti coda di pappagallo, i buchi fatti nella sabbia dal martin pescatore. Effettuiamo la prima fermata a Vassouras, zona dei piccoli Lencois, dove le dune scendono sino al fiume creando splendidi paesaggi. Attrazione della zona una piccola comunità di scimmiette che vive sul posto e che non disdegna affatto cibo, talvolta estorto con velocità fulminea, dai turisti.

Dopo aver ripreso la navigazione effettuiamo una seconda fermata a Mandacaru, piccolo villaggio con un faro sul quale si può salire per vedere un bel panorama. Sulla strada verso il faro, ci sono diversi negozi di artigianato, dai quali acquistiamo per pochi euro, simpatiche collane di paglia colorata con la quale vengono fatte anche borse di vari tipi. Intorno a mezzogiorno arriviamo alla spiaggia di Caburè, posto alquanto selvaggio con possibilità di pernottare se si ama la tranquillità totale e qualche rustico ristorante sulla spiaggia dove pranziamo mangiando pesce fritto e gamberi. Nel trasferimento verso Atins avvistiamo anche alcuni ibis rossi che si stagliano in un emozionante volo. Alle 1430 circa arriviamo ad Atins e veniamo accompagnati alla Pousada Flamboyant dove trascorreremo due notti (53 € a notte, carina anche se la nostra camera era probabilmente ancora in costruzione. Le altre casette, infatti, sono decorate con colorati mosaici mentre la nostra ha il cemento a vista e all’interno manca di qualche arredo dove poter almeno appoggiare i vestiti). Trascorriamo il pomeriggio sulla spiaggia non senza qualche difficoltà per il forte vento che ci ricopre di sabbia ad ogni momento tanto che dobbiamo, ad un certo punto, spostarci in uno dei baretti con all’esterno qualche lettino di legno. Atins è un piccolo paese e può essere definito paese, giusto per la presenza di una chiesa e di una scuola. Non esiste un vero e proprio centro, pochissimi negozi di alimentari, un numero ristretto di ristoranti, per lo più molto rustici e molte pousada. Non ci sono strade ma sentieri di sabbia sui quali è piuttosto faticoso camminare. A noi non è dispiaciuto fermarsi due notti ma volendo tutte le escursioni possono essere fatte da Barreirinhas. Dormire qui è consigliato per chi, come noi, può tranquillamente fare a meno della vita un po’ più movimentata di Barreirinhas. La sera andiamo alla ricerca di qualche ristorante sulle strade molto buie e poco fiduciosi di trovare di meglio ci fermiamo alla pousada Do Irmao. Nei menù di questi posti la scelta è in genere limitata a gamberi, grigliati, fritti, aglio e olio e talvolta con latte di cocco, pesce cucinato alla stessa maniera e pollo. La picanha (bistecca) è merce rara, il cameriere scrolla la testa e tu rassegnato di solito ordini i gamberi…

Lunedì 4 Settembre: Atins

L’escursione di oggi ci porta alle dune del Canto di Atins, con una prima fermata alla Laguna delle Sette Mogli e una seconda più lunga alla Laguna Capibara dove facciamo anche un piacevole bagno nuotando tra i pesci. Anche qua scenari meravigliosi che acquisiscono valore per il fatto che c’è pochissima gente e in alcuni punti rimaniamo addirittura da soli. Pranzo al ristorante Canto dos Lencois noto per (indovina un po’?) i gamberi! Rientrati alla pousada nel primo pomeriggio facciamo un giretto per il paese, ma dopo circa un’ora abbiamo le gambe doloranti per le faticose camminate nella sabbia. Il nostro giro ci è comunque bastato per immaginare che questo posto potrebbe, nel giro di qualche anno, diventare la nuova Jericoacoara piuttosto che essere quasi dimenticato come punto di appoggio del turismo, un po’ come è successo alla vicina Caburè. Ceniamo poco distante dal nostro albergo, al ristorante Sarnambi, praticamente a casa di una gentile signora che nel suo menù, con prezzi più contenuti degli altri locali, offre, oltre al sempre presente gambero, piatti di carne che non esitiamo ad ordinare per evitare di iniziare a camminare all’indietro!

Martedì 5 Settembre: Atins – Parnaiba

Dopo essere stati portati con la barca a Caburè iniziamo il trasferimento verso Parnaiba con una 4×4 privata. Il primo tratto di strada è davvero spettacolare. La macchina si sposta lungo la spiaggia con l’oceano sulla sinistra e un immenso parco di pale eoliche, sulla destra, che si integrano perfettamente con l’ambiente circostante. Qua e là spuntano dalla sabbia tronchi di alberi,di cui rimangono solo le radici e poco più a testimoniare il fatto che, come ci racconta il nostro gentile autista, sino a una trentina di anni fa questa zona era ricoperta da foreste. Durante il percorso ci imbattiamo anche in una scena un po’ cruda, dove alcuni avvoltoi mangiano una tartaruga morta. Il primo paese abitato che incontriamo quando la strada lascia la spiaggia per addentrarsi nell’interno è Paulino Neves. Si prosegue in direzione Tutoia e dopo circa tre ore di percorso siamo a Parnaiba nello stato del Piauì. Dormiremo questa notte a Vila Parnaiba ( 60 €), molto carina con un bel giardino arredato con oggetti antichi e una graziosa piscina al centro. Nel primo pomeriggio veniamo accompagnati al porto per l’escursione al Delta del Parnaiba. Solo una volta partiti, chiedendo informazioni al nostro barcaiolo che parla un p’ di italiano, scopriremo che nel giro non è affatto compreso il volo degli ibis rossi che è il motivo per cui abbiamo deciso di includere questo posto nel nostro itinerario. Al ritorno chiamiamo Luca per chiedere spiegazioni con il quale sembra non ci siamo capiti nel discutere il nostro programma. Ci conferma quanto già detto da barcaiolo e cioè che per vedere questo fenomeno, occorre un’escursione più lunga non prevista per i nostri tempi. Quindi se, anche a voi, interessa, ricordatevi di farvi specificare se il giro in barca lo prevede oppure no. Sembra che gli uccelli rimangano in un posto più lontano dal porto in cerca di cibo e si alzino in volo al tramonto per tornare dove trascorreranno la notte. Delusa questa nostra aspettativa, tutto il resto ci sembra banale, anche perché venendo dal Pantanal, nonché da altri viaggi con escursioni sui fiumi, non riusciamo a provare il minimo entusiasmo alla vista di quei pochi animali che incontriamo ossia due capibara che nuotano, qualche scimmia comune, scimmie urlatrici (queste in effetti particolari, se non fosse che in Guatemala abbiamo trascorso un’intera serata su un fiume ascoltando il loro verso), qualche uccello e un formichiere che dormiva su un albero e che era talmente appallottolato che poteva essere qualsiasi altra cosa! Peccato… d’altra parte qualche inconveniente o malinteso può capitare, anche se questo non ci consola e ce ne torniamo in albergo delusissimi, dopo aver aspettato per più di un’ora una macchina che ci venisse a prendere. Luca ha, comunque, accolto le nostre proteste e ci ha rimborsato il costo dell’intera escursione, dicendosi dispiaciuto per il malinteso. Dopo aver chiesto informazioni in albergo ci mettiamo alla ricerca di un ristorante percorrendo a piedi circa 10 min di strada poco rassicurante. In realtà ci viene detto che sino alle 22 è tutto tranquillo e per strada ci sono anche diversi bambini, ma tutte le case hanno sbarre alle finestre e filo spinato e le facce degli adulti in giro non fanno venire voglia di rallentare il passo. Raggiungiamo un posto chiamato Calcadao Cultural che di culturale non ha proprio nulla, ma che ospita tre o quattro ristoranti. Ci fermiamo al Cantinho do Camarao dove mangiamo un piatto a base di… gamberi! Faticosissimo farsi dare dall’albergo spiegazioni comprensibili quindi se volete raggiungere questa zona all’uscita di Villa Parnaiba si va a sinistra, si prende la terza traversa a destra, si cammina fino in fondo e ci si trova davanti.

Mercoledì 6 Settembre: Parnaiba – Jericoacoara

Alle 9 partiamo con jeep privata per il lungo trasferimento verso Jeri che non si rivelerà affatto noioso. Il primo tratto di strada, tutto lungo la spiaggia, è davvero uno splendore. Dopo circa un’ora arriviamo alla frontiera con lo stato Cearà e attraversiamo una zona di rocce vulcaniche nei pressi della cittadina di Chaval. Effettuiamo una breve sosta per vedere velocemente una grotta dedicata alla madonna di Lourdes. Più che per la Madonna, la sosta merita perché in cima alla scalinata si gode di una discreta vista sulla valle. Proseguiamo la strada sino a Camocim dove con un rustico traghetto, praticamente una grande chiatta che carica un’auto alla volta, passiamo dalla sponda opposta del fiume. La strada ora è nuovamente una pista di sabbia e all’ora di pranzo siamo alla laguna di Tatajuba dove pranziamo. Questo posto ci è piaciuto molto per la sua particolarità: tavolini e sedie a filo d’acqua e amache dove crogiolarsi al sole immersi. Mangiamo dell’ottimo pesce alla griglia e una piccola aragosta. I prezzi sono lievemente più alti della media (160 R$ in due) ma la qualità e la location giustificano i costi. Scenografica la presentazione del menù: il cameriere si presenta con un vassoio con pescioni di varie dimensioni, aragoste e gamberi. Verso le due ripartiamo. Nei pressi della laguna è possibile fare una breve escursione a pagamento ( 20 R$ a testa) per vedere i cavallucci marini, ma noi dobbiamo rinunciare perché l’altezza della marea non lo consente. Alle 15 arriviamo a Jericoacoara. Dormiremo per tre notti alla Posada Ibiscus che scopriremo essere di proprietà di un italiano (74 € a notte). La pousada ha stanze carine e colorate, con piccoli balconi provvisti di amaca. Anche gli spazi comuni sono gradevoli e ben arredati. Buona anche la posizione, vicina al centro e alla spiaggia, ma t,ranquilla e silenziosa la sera. Jeri è un posto estremamente turistico ma carino e con una piacevole atmosfera. Anche qui non ci sono strade ma sentieri di sabbia, più battuti però e quindi meno faticosi di quelli di Atins.

La spiaggia ha un bel colpo d’occhio, dato da una grande duna che la sovrasta sul fondo. Graziosi locali si affacciano sulla spiaggia accogliendo i tantissimi turisti che in questa stagione trascorrono qualche giorno in questa località. La sera, invece, i locali sulla spiaggia si svuotano e la gente si riversa nei mille ristoranti e bar con musica dal vivo presenti nelle stradine. All’ora del tramonto seguiamo la massa che si arrampica sulla duna Do por Do Sol, per ammirare quello che si dice essere, uno dei più bei tramonti del mondo. Da parte nostra lo abbiamo considerato bello come tutti i tramonti, ma occorre sapere che il fortissimo vento che batte la duna rende la visione un pò meno romantica per i chili di sabbia che ti arrivano addosso. In ogni caso andateci ma salite all’ultimo, non come noi che siamo stati lì per un’ora, scendendo ricoperti di sabbia! La sera ci mettiamo alla ricerca di un ristorante. La scelta è vastissima tra locali italiani, arabi, giapponesi e brasiliani. I prezzi di Jeri, sia per le pousada che per i ristoranti sono mediamente più alti rispetto agli altri posti dove siamo stati e la qualità mediamente più bassa. Nella ricerca di qualcosa di economico, optiamo per un posto anonimo un pò defilato con tavolacci di legno e tovaglie di plastica ( ristorante Da Nega) sbagliando totalmente la nostra scelta: prezzi si economici, ma tempi di attesa lunghissimi e cibo pessimo. Dopo cena gironzoliamo per i negozietti aperti, per lo più di souvenirs banali e uguali in tutti i negozi, articoli da mare e qualche raro posto di artigianato più pregiato, ma nulla di imperdibile. Presente anche a Jeri il negozio delle Havaianas con una vasta scelta e prezzi ovviamente più contenuti rispetto all’Italia ( circa 12 € quelle più originali).

Giovedì 7 Settembre: Jericoacoara

Prevista per oggi una divertente gita in buggy che si può organizzare anche sul posto acquistandola dalle numerose agenzie presenti in paese. Queste graziose macchinette scoperte sono il mezzo più diffuso per muoversi nei dintorni. Come prima cosa, ci dirigiamo al punto di partenza per la camminata verso la Pedra Furada, che altro non è, che una roccia con un buco centrale di cui se ne vedono centinaia in giro, ma che da queste parti, va alla grande. Oggi è, ahimè, festa nazionale dell’indipendenza e quindi tutti i posti che vediamo sono stracolmi di gente del luogo in vacanza. Dopo qualche foto sotto un albero, che seguendo il vento ha assunto una posizione orizzontale ed è circondato da mangrovie, proseguiamo verso la Laguna Azul, niente di che perché piccola e invasa di gente. Merita invece la Laguna do Paraiso molto più grande e con i caratteristici tavolini e amache dentro l’acqua. Mille foto e un ottimo pranzo a base di gamberi e una gustosa insalata con mango, uvetta e pomodori. Anche queste sono lagune che si formano raccogliendo l’acqua piovana che scende da marzo a giugno. Alle due riprendiamo la strada verso il paese attraversando bei paesaggi contornati da bianchissime dune. Ceniamo al ristorante Kuara con buona carne (filet mignon e picanha). Anche qui, come nella maggior parte dei posti, soprattutto a Jeri, mettetevi il cuore in pace perché i tempi di attesa, anche a locale vuoto, si avvicinano facilmente all’ora.

Venerdì 8 Settembre: Jericoacoara

Giornata di relax totale. Se ci si vuole crogiolare al sole a Jeri si può optare tra il trascorrere la giornata alle lagune da noi visitate ieri, facendosi portare dai mezzi locali che effettuano anche una sorta di servizio pubblico, oppure sulla spiaggia. In questo secondo caso i lettini più comodi (con materassini) sono quelli dei bar sulla spiaggia dove si può stare se si consuma. Non sono moltissimi e per accaparrarseli bisogna arrivare presto. In alternativa in fondo alla spiaggia si affittano lettini di legno senza materassini al costo di 25 R$ al giorno. Da tenere conto che, vista la bassa marea, per bagnarsi occorre camminare un po’. Nessun problema per quanto riguarda cibo e bevande. I brasiliani sono organizzatissimi e a tutte le ore passano venditori di qualsiasi tipo di cibo, dal pesce che ti fanno scegliere e ti portano grigliato e pulito a frittelle di vario tipo o spiedini di carne e pesce. Da provare l’acai na tigela, una sorta di sorbetto fatto, appunto, con le super energetiche bacche di acai, che viene guarnito con muesli, banana, latte condensato e in polvere. Per quanto riguarda il mare in tutto questo tratto di costa non bisogna aspettarsi scenari caraibici ma spiagge immense e ventose su cui passeggiare all’infinito e acque non troppo cristalline adatte soprattutto agli sport quali il diffusissimo kitesurf. La spiaggia, soprattutto nelle città come Rio o Fortaleza, è vissuta come un prolungamento della città e spesso piena di gente anche di sera, se non altro per le immancabili partite di calcio.

Sabato 9 Settembre: Jericoacoara – Fortaleza

Lunghissimo trasferimento oggi in jeep privata con partenza alle 9 da Jeri ed arrivo poco prima delle 17 a Fortaleza. Il tratto centrale lo abbiamo fatto via spiaggia fermandoci a fotografare paesaggi e scenari marini molto belli, come Mundau, Flecheiras e Lagoinha. Essendo sabato alcune spiagge sono affollate da intere famiglie di brasiliani per cui non sono percorribili in macchina. A Fortaleza abbiamo scelto l’Hotel Tres Caravelas (45 € a notte) a Iracema vicino alla spiaggia. Lo useremo solo per poche ore poiché il nostro volo di domani, parte molto presto. Facciamo una passeggiata sul lungomare affollatissimo, ma un po’ degradato in alcuni punti. Sembra che l’attività preferita dei locali sia il pattinaggio, oltre allo skate e a grossi tricicli che vengono affittati. La zona è zeppa di bancarelle che vendono acai, churros o patate fritte. Ci hanno consigliato come locale, il Botego, dove ceniamo con sandwich di media qualità. Si tratta di una specie di grande pub molto affollato e con musica dal vivo. Le alternative della zona sono alcune pizzerie dall’altro lato della strada. La pizza, che non abbiamo assaggiato, è più cara della nostra ( una margherita costa minimo 10 € e sulle pizze farcite riescono a metterci qualsiasi cosa, pollo compreso).

Domenica 10 Settembre: Fortaleza – Rio de Janeiro

Il nostro volo (Avianca 151,50 € a testa) parte alle 5 di mattina. Il taxi dall’albergo all’aeroporto costa 45 R$. Alle 8 siamo a Rio e riprendiamo il taxi per tornare all’Hotel Das Americas a Copacabana. Alla domenica i taxi hanno tariffe più alte rispetto ai giorni feriali (92 R$). Dopo aver posato i bagagli ci dirigiamo a piedi verso Ipanema e precisamente in Praça General Osorio, raggiungibile anche in metropolitana, dove la domenica si svolge l’Hippie Fair, una fiera che di Hippie conserva ben poco se non gli interessanti furgoni Volkswagen dei proprietari, parcheggiati ai lati. Come negli altri mercati visitati l’artigianato locale è poco interessante, ma questa è comunque una buona base di partenza per visitare questo quartiere più ricco ed elegante rispetto a Copacabana. Raggiungiamo anche la spiaggia che, essendo domenica, è affollatissima e pare Rimini a Ferragosto. Forse per la troppa confusione non riusciamo neanche a vedere bene i rinomati e perfetti corpi abbronzati del “posto 9” per cui decidiamo di cambiare meta e dirigerci verso il Pan di Zucchero. Con la metropolitana raggiungiamo la fermata Botafogo ( il biglietto costa 4,30 R$, si può fare anche un biglietto integrato metro + autobus). Visto che amiamo camminare ci dirigiamo verso la nostra meta a piedi ( circa 30 min) ma in alternativa è possibile arrivarci, prendendo un autobus che dovrebbe fermarsi proprio, nei pressi della metro. Al Pan di Zucchero si sale con una funivia divisa in due tronchi ( 80 R$) e dall’alto si può godere di una meravigliosa vista che diventa ancora più spettacolare se si sale, come abbiamo fatto noi, all’ora del tramonto. Cena veloce, data la stanchezza, in uno dei chioschi di Copacabana, dove bisogna tenere presente che si paga, anche se pochi Real, il supplemento per la musica dal vivo se presente. I chioschi sono caratteristici e mangiare davanti al mare ha sempre il suo fascino ma la qualità del cibo non è in genere eccellente e i prezzi non economici.

Lunedì 11 Settembre: Rio de Janeiro

L’ultimo giorno del nostro viaggio è dedicato alla visita della favela Rocinha, una delle più grandi del Sudamerica. Per farla abbiamo preso accordi con Barbara, fondatrice dell’associazione Il sorriso dei miei bimbi che si occupa di programmi di educazione per bambini e giovani ( 120 R$ a persona). Facciamo il giro con Julio, marito della fondatrice dell’associazione, che parla un buon italiano. Con lui cominciamo a salire a piedi per le strette ed intricate vie della favela, passando in mezzo a murales colorati che testimoniano l’amore delle persone che abitano qui per questo posto. Ci fermiamo in una scuola fondata dall’associazione, dove incontrare bambini sorridenti è un vero piacere,ma anche una speranza. Mentre camminiamo ci racconta molte cose su Rocinha e sull’associazione. La nostra sensazione, come altre volte ci è successo in questo tipo di esperienza, è di invadere in maniera inopportuna uno spazio non nostro, ma ci rassicura ed in effetti le persone che incontriamo non pare siano particolarmente infastidite dalla nostra presenza. Raggiungiamo il caffè letterario sede dell’associazione dove conosciamo la Barbara e altre due ragazze italiane che lavorano con lei. Mentre pranziamo insieme a loro ci racconta dei suoi progetti e delle condizioni non sempre facili per attuarli. Pensiamo che venire a Rio senza visitare questo posto sia come vedere una città tralasciandone una parte importante. Consigliamo vivamente, a chi volesse fare questa esperienza, di contattarla, perché i suoi sorrisi ed il suo entusiasmo per quello che fa, sono impagabili. Una scelta di vita importante la sua, dettata da una noia provata nonostante una vita agiata. La fondatrice dell’associazione è davvero una bella persona ed incontrarla è stata un’esperienza interessante. Rimaniamo con loro sino al primo pomeriggio quando torniamo nella zona del nostro albergo e gironzoliamo per negozi e strade sino all’ora di recarci in aeroporto. Ci andiamo questa volta utilizzando Uber e risparmiando parecchio (spesa circa 8 €). Il nostro aereo per il rientro parte, ahimè, alle 23,15.

Martedì 12 Settembre: Milano Breve scalo a Zurigo e alle 18 atterriamo a Milano.

Informazioni: Elettricità: in Brasile non serve l’adattatore per far funzionare gli apparecchi elettrici ed il voltaggio è identico al nostro.

Fuso orario: – 6 ore in Pantanal, – 5 ore in tutti gli altri luoghi del nostro viaggio.

Moneta: la moneta locale è il Real. Il cambio più conveniente lo abbiamo trovato a Rio (1 € = 3,7 R$) in una Casa do cambio a Copacabana. In molti posti accettano la carta di credito, ma talvolta, con commissioni alte. Poco conveniente prelevare dal bancomat all’aeroporto di Rio. Nella rotta delle emozioni meglio prelevare a Sao Luis o Barreirinhas ed avere con sè i contanti per tutto il tragitto. Anche a Jeri, nonostante la moltitudine di turisti, non esistono bancomat.

Clima: a Rio c’è una notevole escursione termica tra il giorno e la sera, quando è utile una felpa. Molto caldo in Pantanal, per quanto caldo secco e quindi sopportabile. Ventoso su tutta la rotta delle emozioni con temperature gradevoli sia di giorno che di sera.

Telefono: al contrario di altri viaggi non abbiamo acquistato una scheda locale. Vista la vastità del territorio sarebbero state, infatti, necessarie schede di più compagnie per avere una buona copertura. Per le telefonate in Italia abbiamo utilizzato Skype usufruendo del wifi presente e ben funzionante in tutte le pousada e spesso anche nei chioschi sulla spiaggia.

Cibo: molto buona la carne. Scorta di camarones (gamberi) durante la rotta delle emozioni, buoni anche se non particolarmente gustosi, così come le aragoste. Ottimo invece il pesce. Spesso le porzioni sono per due e comunque anche quelle elencate negli antipasti sono abbondanti e possono costituire un vero e proprio pranzo. Tutti i piatti vengono sempre serviti con contorno di riso, fagioli e farofa (una farina di mais che utilizzano al posto del pane). I piatti sono tendenzialmente piuttosto salati. Costo medio di una cena per due tra i 30 e i 40 euro. Ovunque si trova la tapioca farcita con prosciutto e formaggio oppure dolce con cioccolato o Nutella. Diffusissima la Caipirinha, il guaranà (buono il guaranà Jesus in Maranhao che loro bevono tantissimo anche a tavola), la birra leggerina e non eccellente ( Skoll, Bramha, Itaipava, Antartica).

Quando andare: da Giugno a Settembre sono la stagione migliore per l’itinerario da noi percorso. Nel Pantanal ad Agosto la vegetazione è più spoglia, il che permette di avvistare il giaguaro con più facilità. I Lencois sono ancora pieni di acqua. In questo caso noi siamo stati aiutati dal fatto che, avendo piovuto molto nella stagione delle piogge, l’acqua era presente un pò ovunque. In caso contrario più si avvicina la fine di Settembre più si rischia di trovarli asciutti perdendo gran parte del loro fascino.

Lingua: punto dolente! Quasi nessuno parla inglese; utilissimo scaricare un traduttore offline. Il portoghese ha alcune parole comprensibili ma, soprattutto in certe zone, i discorsi veloci sono inafferrabili. Comunque, in un modo o nell’altro, ci si riesce sempre a capire.

Con il senno di poi: mettiamo sempre alla fine dei nostri diari questa parte perché si sa, i viaggi bisognerebbe farli due volte per organizzarli in maniera ottimale. A questo giro i nostri “senni di poi” si limitano a due punti:

– avendo visto i Lencois dal basso ci è rimasta la voglia di vederli anche dall’alto. Vale, secondo noi la pena di mettere in programma il sorvolo che si può organizzare da Barreirinhas.

– attenzione all’escursione per vedere gli ibis rossi!!! Si può effettuare sia da Tutoia che da Parnaiba perché il punto dove stazionano si trova a meta strada. Non date per scontato, come abbiamo fatto noi, che nel vostro giro sia prevista. Chi ha visto il loro volo al tramonto ne parla come un’esperienza unica ed emozionante.

Indirizzi utili:

Pippo Parravicini guida italiana per Rio de Janeiro: pfparra@hotmail.com – Pantanal: Jaguar Ecological Reserve www.jaguareserve.com – Luca Palmieri: per organizzazione Rotta delle emozioni – Barbara Olivi per visita favelas: www.ilsorrisodeimieibimbi.org. Una nota sulla guida dei diversi autisti che si sono alternati, soprattutto sulla rotta delle emozioni: tutti, oltre ad una guida prudente, il che non è poco, sono stati carini ed attenti sempre ai nostri bisogni. Nonostante le difficoltà di comprensione si sono prodigati a chiederci se eravamo comodi, se avevamo bisogno di fermarci o se preferivamo l’aria condizionata piuttosto che i finestrini aperti. Per quanto riguarda la pulizia, noi la abbiamo trovata buona in tutti gli alberghi dove siamo stati, ma anche nei bagni dei locali, sempre in buone condizioni e forniti di carta.

I brasiliani sono in genere molto gentili. La parola che più si sente pronunciare è “obrigado”, cioè grazie.

Un bel viaggio, consigliato soprattutto a chi ama la natura, capace di farti provare forti emozioni dettate soprattutto da insoliti e meravigliosi paesaggi.



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