Su e giù per Vallonia e Fiandre

Il Belgio merita veramente un bel viaggio. Io ed il mio ragazzo abbiamo voluto fare un giro che non comprendesse solo le mete più note, ma assaggiare anche un po’ di quei luoghi poco conosciuti a noi, quaggiù. E così siamo stati via dieci giorni, dal 14 al 23 agosto (non vi dico la stanchezza, alla fine), spendendo a testa circa € 700,00,...
Scritto da: stefania2
su e giù per vallonia e fiandre
Partenza il: 14/08/2008
Ritorno il: 23/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Il Belgio merita veramente un bel viaggio. Io ed il mio ragazzo abbiamo voluto fare un giro che non comprendesse solo le mete più note, ma assaggiare anche un po’ di quei luoghi poco conosciuti a noi, quaggiù. E così siamo stati via dieci giorni, dal 14 al 23 agosto (non vi dico la stanchezza, alla fine), spendendo a testa circa € 700,00, tutto compreso. Cercherò di comunicarvi informazioni pratiche più che di darvi dati su arte e cultura… tanto per quelle c’è Google, no? Consigli ed informazioni generali: portarsi K-way ed ombrello, perché non c’è giornata in cui non faccia almeno una pioggerellina di qualche minuto (se va bene!); la temperatura, in questi dieci giorni, è stata tra i 12° e i 24°. Secondo: mentre la birra è a buonissimo prezzo, l’acqua è inavvicinabile (€ 6 la bottiglia, nei ristoranti), pertanto procurarsela nei supermarket o, meglio ancora, partire con la scorta. Terzo: sfruttate le mattine per muovervi, perché poi tutto (chiese, musei, negozi) chiude presto, d’estate alle h 18,00 (anche se, una volta, siamo riusciti a fare spesa dopo le h 20,00, a Bruxelles). Le città e cittadine belghe si visitano bene a piedi, in ogni caso, i mezzi pubblici, come noto, sono stra-efficienti. Per chi va in auto: preparate le monetine, perché, eccetto la domenica, in genere i parcheggi sono tutti a pagamento. Sempre per gli automobilisti: se non siete in autostrada, per fare benzina può capitarvi di imbattervi in distributori che, se chiusi, accettano solo carte di credito per il fai-da-te.

14 agosto Dato che la mattina ho dovuto lavorare, siamo partiti alle h 14,00 di modo da non dover affrontare il viaggio tutto il giorno dopo, per giunta ferragosto: sono circa 1300 km da dove abitiamo noi.

Pochissimo traffico, passiamo il confine con la Svizzera, dove paghiamo il bollino per l’autostrada: poco meno di € 30,00, valido per tutto l’anno e comprensivo anche del passaggio attraverso il traforo del San Gottardo, quasi 30 km di galleria a doppio senso di marcia. Pernottiamo in un paesino nella Svizzera tedesca e spendiamo € 126,00 per una doppia in un hotel di livello medio. 15 agosto DINANT-NAMUR La mattina, dopo una buona colazione, ripartiamo; attraversiamo Francia, Lussemburgo e, finalmente, arriviamo in Belgio, in Vallonia, intorno alle h 14,00. Cerchiamo l’hotel “Le crête”, nel villaggio di Falmignoul, vicino a Dinant, che abbiamo trovato tramite internet, nel quale ho fermato una doppia per tre notti, ad € 70,00 a notte, tramite telefono (tutte le prenotazioni sono state fatte per telefono, in francese, ma parlano tutti anche l’inglese). È un posto carino: in realtà le camere non sono un granché, ma in bagno c’è addirittura una vasca gigante e la colazione è eccellente. In ogni caso, questo è il nostro punto di partenza per le escursioni dei prossimi giorni, dato che Dinant è piuttosto centrale rispetto alle località che vogliamo visitare. Scendiamo i bagagli, poi corriamo a Dinant, meravigliosa cittadina lunga e stretta, costruita tra il fiume Mosa ed il monte retrostante, con una notevole cittadella in cima al monte, che si raggiunge attraverso una rapida (e ripida) funivia, per circa € 6,00. Il panorama è notevole. È ferragosto, e nella Mosa c’è una specie di parata di barche che sembrano carri di carnevale. Ci becchiamo un po’ dell’acqua dei gavettoni che volano. Assaggio la mia prima kriek, birra alle ciliegie che ho riportato a casa in quantità industriale.

Per cena decidiamo di recarci a Namur, circa 30 km più a nord. Città di media dimensione, niente di particolare ma con la cittadella più grande d’Europa, mi sembra. Proprio su alla cittadella ci prendiamo le patatine fritte più buone di tutta la vacanza, da una signora che all’inizio ci ispira poco perché non è pulitissima.

Rientriamo in hotel, esausti. Neanche a dirlo, prima di dormire, mi faccio un lungo bagno caldo nella vasca dell’hotel.

16 agosto LIEGI-TONGEREN-LOVANIO Partiamo prestino, dopo una squisita colazione. In un’oretta siamo a Liegi: bastano un paio d’ore, qui, per un giro veloce. Saliamo sul parco nel monte attraverso un’infinità di scale: da lì si gode il panorama sul palazzo dei principi-vescovi, gigante. Poi, scendiamo giù, nello snodo di strade commerciali bellissime, nella piazza con la fontana. Qui, pranziamo ed assaggiamo il primo “pain au saucisse”, un delizioso involtino di pasta sfoglia caldo, con dentro questa “salsiccia” che in realtà è più un wurstel aromatizzato, ed un “gaufre” al cioccolato, proprio quello tipico di Liegi, il migliore, secondo me (l’altro, quello di Bruxelles, è buono, ma meno). Visitiamo la bella cattedrale: tutte le chiese del Belgio hanno dei pulpiti magnifici, in genere di marmo bianco e legno.

Poi ripartiamo, verso nord, alla volta di Tongeren, la città più antica del Belgio. Non siamo più in Vallonia, e sentiamo le prime frasi in neerlandese, che per certi versi somiglia al tedesco. È un paese carino, dove c’è la bella cattedrale, un beghinaggio, una piazza deliziosa ricca di bar e di turisti. Ci fermiamo poco; una birra e si riparte; nel tragitto per Lovanio, passiamo da Sint-Truidin e ci rammarichiamo di non avere tempo per visitarla, visto che è carina.

Poi, arriviamo finalmente a Lovanio: ragazzi, è una città meravigliosa e piena di vita. Il centro storico è bellissimo: è a forma di ragnatela, con strade concentriche che si intersecano con viali rettilinei che conducono nel cuore di questa cittadina universitaria vicina a Bruxelles, ingiustamente scartata da noi turisti. Sapevo che era un rinomato centro universitario, ma non mi sarei aspettata una chicca del genere. Andateci! È stracolma di giovani e di allegria. Purtroppo, noi siamo arrivati nel pomeriggio inoltrato e tutto era ormai chiuso! Dopo aver girellato ed esserci goduti questa bella atmosfera, ripartiamo alla volta dell’hotel, per un’oretta di viaggio verso sud.

17 agosto NIVELLES-MONS Stavolta andiamo verso ovest.

Nivelles è una cittadina piccola. È domenica mattina, ma le pasticcerie sono aperte e, in vetrina, ci sono leccornie che farebbero fare la lingua lunga anche al meno goloso. Splendide! Qui, in sostanza, c’è solo la collegiata da visitare, che merita davvero. Noi entriamo; c’è la Messa con il coro di Dusseldorf.

Poi, ripartiamo alla volta di Mons, che nel 2015 (se non ricordo male) sarà capitale della cultura. È una cittadina piacevole, la piazza è, come tutte le piazze del Belgio, allegra, piena di turisti, curata, colorata, vivace. Pranziamo in un ristorantino turistico: in Belgio mangiare in questi locali costa piuttosto caro, in compenso, però, con un’unica portata vi sazierete di certo: ho assaggiato le “crevettes corvettes”, queste polpette fritte di gamberetti (altro che i Cinesi: qui friggono davvero tutto!) che non mi hanno entusiasmato, ed una “salade”, un’insalata mista enorme, che sono riuscita a mangiare solo per metà… e sì che sono un’ottima forchetta.

Abbiamo poi raggiunto il “beffroi” (in ristrutturazione), la torre civica campanaria belga, che rappresenta l’indipendenza ed il potere del periodo comunale e che, spesso, è isolata, non inglobata in altre costruzioni. Poi, raggiungiamo la cattedrale, l’ennesima bella chiesa gotica. Mons è una cittadina gradevole: all’ufficio informazioni troviamo un signore gentilissimo che ci chiede di che nazionalità siamo; quando gli rispondo che siamo italiani, vuole sapere di dove: quando gli dico che sono toscana, si emoziona tutto, dicendomi che lui guarda il Palio di Siena in televisione.

Ripartiamo e, di nuovo, torniamo per l’ultima notte nel nostro hotel a Dinant.

18 agosto TOURNAI-KORTRIJK La mattina lasciamo l’hotel. Abbiamo l’ostello prenotato vicino a Bruges, ma prima di arrivarci abbiamo due tappe intermedie. La prima è Tournai, una affascinante cittadina non lontana dalla Francia, con la cattedrale mastodontica in restauro, con cinque campanili, che appare come la congiunzione di due chiese assai diverse, una gotica, l’altra di stile rinascimentale. La lunga piazza di forma irregolare è resa caratteristica oltre che dal più bel “beffroi” che abbiamo visto e dagli edifici colorati (tipici praticamente di ogni città belga), anche da un gioco di fontane costruite direttamente nella pavimentazione della piazza che, quando il tempo è buono, devono essere uno spasso per i bambini. Purtroppo noi abbiamo beccato la giornata peggiore di tutto il viaggio: ci siamo stupiti nel vedere come la gente, lassù, vada in giro sotto l’acqua senza ombrello, in tutta calma: sarà che ci sono abituati! Trascorriamo, causa temporale, un po’ di tempo in un bar a bere birra (di mattina!) e poi a mangiare una pizza, per pranzo: il Belgio è stracolmo di ristoranti italiani e di pizzerie, che però noi, in genere, abbiamo accuratamente evitato (sennò che gusto c’è?). Piccola nota per i fumatori: lassù potrete bearvi nel sorseggiare una birra e, contemporaneamente, nel fumare una sigaretta, perché nei bar si può fumare: ho notato che ci sono alcuni tavoli per non fumatori, magari più in disparte, ma sempre nello stesso ambiente degli altri.

Dopo mangiato, andiamo a Kortrijk. Qui, c’è più movimento, più vita, forse anche perché ha smesso di piovere. In realtà, la cittadina non è bellissima, ma bella è la facciata dell’”hotel de ville” (il municipio) e poi ci sono l’immancabile “beffroi” (in mattoncini rossi, forse il meno bello di quelli che abbiamo visto) ed il beghinaggio. Tutti i beghinaggi ed i “beffroi” del Belgio rientrano nella lista dei beni stilata dall’UNESCO. Qui, l’ufficio informazioni è piuttosto nascosto, dovrete cercarlo un po’.

Alla fine, ripartiamo alla volta di Magdeberge, un villaggio a nord di Bruges, praticamente appiccicato all’Olanda, dove c’è un ostello che con € 42,00 ci offre una doppia con tanto di bagno e prima colazione (che, ovviamente, non si può paragonare a quella di Dinant!).

La sera andiamo a fare un primo giro a Bruges, così che ci possiamo godere la “Grote Markt” illuminata: inutile dirvi che è meravigliosa! Rientriamo in ostello: lì pernottiamo solo quella notte.

19 agosto BRUGES Ricarichiamo i bagagli in auto ed andiamo a goderci per bene Bruges, la cittadina medievale intatta, grazie alla sua precoce decadenza ed alla conseguente immobilità plurisecolare. Qui, all’interno della chiesa di Nostra Signora troverete la “Madonna con Bambino” di Michelangelo.

L’ufficio informazioni non apre fino alle dieci (un po’ come tutto), e quando arriviamo c’è molta gente: si deve prendere il bigliettino ed attendere, come al supermercato. Ma se volete solo la cartina, c’è un distributore automatico che vuole € 0,50.

Vabbè: di Bruges non c’è bisogno di dir tanto. Noi siamo saliti sulla torre, che in questo caso è incorporata al municipio; €5,00 a testa, oltre 300 scalini, tanto vento una volta in cima (avevo messo la gonna proprio quel giorno!) ed un gran panorama. E una suonata del carillon direttamente nelle orecchie: una chicca! I carillon sono diffusissimi in Belgio: il loro suono fine e delicato contrasta un po’ con la mole delle torri che li ospitano.

Abbiamo anche fatto una gita in battello, per € 6,50 a testa (e ci siamo presi un acquazzone incredibile), con tanto di spiegazioni sui luoghi toccati in neerlandese, francese ed inglese. Di italiano nemmeno l’ombra, neanche nelle audioguide! I libri-guida si trovano tranquillamente, invece, anche in italiano, nelle città di Bruges, Gent, Anversa e Bruxelles.

Mi raccomando: solo qui a Bruges io ho visto, nelle vetrine delle cioccolaterie, tutte le forme possibili: gatti, elefanti, api, barche, bottiglie di birra ed anche… sì, avete capito da soli, sia maschile che femminile! Io, con il fatto che avrei dovuto tenere le cose acquistate in mano tutto il giorno, per la paura che queste cioccolate mi si sciupassero, non le ho comprate lì. Ho detto: “le comprerò nei prossimi giorni da un’altra parte!” Invece, nelle altre città, le cioccolaterie sono raffinatissime, fanno ottime pralines, ma niente forme di animali o altro.

Nel pomeriggio, siamo ripartiti, alla volta di Gent, la città in assoluto più bella del Belgio, per me. Non è stato difficile ritrovare l’ostello, situato proprio dietro il castello. Per la notte precedente non c’era disponibilità, per questo avevamo prenotato in quello vicino a Bruges, ma assolutamente per fare il nord del Belgio basta un unico punto di soggiorno, magari proprio qui a Gent (anche se la sera non c’è tanta vita). Per due notti spendiamo € 100,00 per una doppia, anche questa con il bagno ed anche la TV. Alla reception, una ragazza gentile conosce la lingua italiana Peccato che siamo al terzo piano, senza l’ascensore. Non vi dico per portare su la valigia… Ci facciamo un bel giro nella città, tranquilla ed incantata, lungo i moli, sopra i ponti, nelle piazze. Andiamo a cena in un ristorantino: un piatto di carne per uno e due birre: poco più di € 40,00.

Poi, ogni giorno sempre più stanchi, andiamo a dormire.

20 agosto ANVERSA Finalmente abbiamo l’occasione di prendere un treno belga: decidiamo di non andare in auto, vista la dimensione della città. Ed a Gent, con € 2,50, facciamo la tariffa giornaliera per il parcheggio, proprio sotto l’ostello.

Prendiamo il tram, dall’ostello alla stazione: una corsa, € 1,20. Il treno per Anversa, due persone andata-ritorno, costa € 32,80. Ci vuole un po’ meno di un’ora. Anversa è bella. Il museo dei diamanti è proprio vicino alla stazione. La cattedrale è bella ed imponente: mi sembra che sia la più grande chiesa del Belgio. L’ingresso è di € 4,00 e dentro ci sono quattro tele di Rubens con tanto di librettini informativi, anche in italiano: in tutte le chiese di tutte le città, in ogni caso, troverete dei foglietti con delle indicazioni storico-artistiche, a volte gratuiti, a volte per € 0,10, 0,20 o 0,50.

La “Grote Markt” è bella, ma la giornata fa schifo! Il vento è molto forte, soprattutto quando si va verso il fiume. Vicino, c’è un chiosco dove prendo un “gaufre”, che quassù in Fiandra si dice “wafel”, che però è bisunto e carico.

Anversa è colma di gente e multi-etnica: le strade con i negozi pullulano di giovani e si respira veramente il cosmopolitismo: la mescolanza di razze che sono talmente abituate le une alle altre da non vedersi neanche più è davvero atipica (purtroppo) per un italiano.

Nel pomeriggio riprendiamo il treno per Gent, dove ceniamo all’Exki, questa catena di cibo biologico sparsa ovunque: ci sono dai tramezzini, porzioni di pasta e insalate in scatole monodose oppure zuppe da servirsi da soli: si spende pochissimo. Poi, un giretto e a nanna.

21 agosto GENT Finalmente mi giro la mia città belga preferita! Andiamo nella cattedrale di San Bavone, dove l’ingresso è gratuito, mentre per accedere alla cappella dove è “L’adorazione dell’Agnello mistico” dei fratelli Van Eyck si pagano € 3,00, comprensivi di audioguida, ovviamente non in italiano. Noi abbiamo preso il francese; dura una mezz’oretta e dice una marea di cose interessanti. Non perdetevelo: se non capite il francese, ci sono anche inglese, spagnolo ed, ovviamente, olandese, tedesco e giapponese.

Gent va scoperta in ogni suo angolo. Non ha nulla a che fare con Anversa e Bruxelles: è grande ma quieta, pacifica, romantica, antica. La gente siede lungo il muretto del canale, nei tavolini delle birrerie intorno. Godetevela! Pranziamo in una paninoteca, dove, anche se mangi, devi pagare € 0,50 per andare in bagno! Le toilettes pubbliche sono tutte a pagamento, in Belgio, mentre nei locali questo è stato l’unico caso, almeno se si consuma.

In serata, si riparte per Bruxelles.

Arrivati nei grandi boulevards, la strada ci porta quasi da sola all’ostello Van Gogh, dove spendiamo €100,00 per una doppia per due notti, facile da ritrovare, nella zona dei grattacieli, nella città nord-ovest. Di nuovo al terzo piano senza ascensore, che incubo! E, questa volta, il bagno e la doccia sono in comune. Qui, il parcheggio è più problematico: ci vogliono € 15,00 ogni mezza giornata. Per fortuna, il ragazzo dell’ostello ci dice che, poco lontano da lì, c’è una zona residenziale dove l’auto può stare gratuitamente.

In serata, si fa un giro in città: ceniamo in un Quick, il MacDonald belga, che troverete un po’ ovunque. Andiamo in “Grote Markt”: bella… tuttavia, dopo aver visto tutte le altre, non ci stupisce più di tanto. Andiamo a vedere il “Mannequin Pis”, nudo e circondato di turisti, poi ci compriamo alcune praline di vari gusti e ci strafoghiamo. Poi, rientriamo.

22 agosto BRUXELLES La colazione del Van Gogh è decisamente la più essenziale di tutte! Ma va benissimo! Si torna in centro, per gustarci la piazza edificio per edificio. Torniamo dal “Mannequin Pis”, stavolta vestito, carinissimo. Visitiamo la bella cattedrale, vediamo la Borsa, le piazze, ecc. Un caffè: beh, non aspettatevi il nostro espresso ristretto; in Belgio il caffè è lungo e non costa meno di € 2,00. Però ci sono biscottini e panna. Prendiamo la metro, direzione Heysel, per andare a vedere l’Atomium: € 6,00 l’ingresso, un’oretta di fila e poi su, in cima con l’ascensore. Bello il panorama e bello l’Atomium. Torniamo in centro e pranziamo a panini strapieni e contornati dalle immancabili patatine, poi io mi prendo un “wafel” con fragole e cioccolato fuso, per € 5,00… non vi dico buono! Girelliamo ancora un po’ per la città, poi, all’ora di cena ci rechiamo in un supermercato a comprare tramezzini. Rientriamo in ostello e prepariamo la valigia: la vacanza volge al termine. Come sempre, ci addormentiamo presto, anche perché il Belgio, di sera, è assolutamente tranquillo, in più noi siamo stanchissimi: non saprei dire quanti km a piedi ci siamo fatti in dieci giorni. Invece posso dirvi che in auto ne abbiamo fatti circa 3800 tra andata, ritorno e giretti interni per oltre 1000 km! 23 agosto La mattina ripartiamo verso le 8,00 e salutiamo il Belgio che ci ha affascinato tanto. Viaggio a ritroso: Lussemburgo, Francia, Svizzera, Italia. Alle 23,00 siamo a casa. Stanchi, ma pronti per il prossimo viaggio!



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