Tra Baviera e Franconia passando per Salisburgo

Un viaggio all'insegna della cultura tra creazioni fantastiche e il trionfo del Rococò e del Barocco
Scritto da: girovaga54
tra baviera e franconia passando per salisburgo
Partenza il: 11/08/2015
Ritorno il: 24/08/2015
Viaggiatori: 3
Spesa: 1000 €

VIAGGIO IN BAVIERA, FRANCONIA e SALISBURGO 2015

Volevamo da tempo visitare la Baviera, rifiutandoci però di identificarla solo con la città di Monaco e i suoi simboli: la birra, lo stadio del Bayern, la famosa Hofbräuhaus. Proprio per questo, l’organizzazione del viaggio non è stata semplice, perché man mano ci rendevano conto di quanto ci fosse da vedere, poi, finalmente, è venuto fuori un itinerario un po’ bislacco, piuttosto composito e arzigogolato, ma che ci ha permesso di spaziare da monti a laghi, da splendide cittadine a fantastici castelli con una puntata nella piacevolissima Salisburgo. Una overdose di natura e cultura che ci ha soddisfatti completamente. E quante cose abbiamo dovuto comunque tralasciare!

Martedì 11 agosto

La partenza è prevista dall’aeroporto di Ciampino con il volo RYANAIR FR 7084 delle ore 6:40. Certo, è stata una levataccia, aggravata anche da un forte temporale che si è abbattuto su Roma fin dalla sera precedente. Oltretutto la nostra auto ha avuto dei problemi e siamo costretti a ricorrere ad un taxi che ci viene a prendere alle 4:30.

Alle 8:15 atterriamo puntualmente all’aeroporto di Memmingen, una cittadina a circa 120 chilometri a sud di Monaco, scomoda per chi deve andare direttamente in quella città, ma ottima per noi che dovremo arrivare prima a Salisburgo percorrendo la splendida Strada delle Alpi Bavaresi da ovest ad est.

Ritiriamo l’auto già prenotata con Europcar: ci assegnano una Opel Astra nuovissima, anche troppo grande per noi che siamo in tre. Abbiamo viaggiato più che comodamente. Abbiamo davanti tutta la giornata a disposizione, anche se la tabella di marcia (che ci siamo imposti di rispettare il più possibile dopo tanta fatica nel reperire orari, indirizzi ecc.) è fittissima e prevede subito una prima sosta a 11 chilometri dall’aeroporto: l’Abbazia di OTTOBEUREN, fondata nel 764 dai Benedettini, adagiata ai piedi delle dolci colline della regione dell’Algovia. La sfarzosa chiesa, nelle sue forme attuali è stata costruita intorno alla metà del ‘700: è il primo impatto con la profusione del barocco e del rococò a cui non siamo tanto abituati e che ci accompagnerà per tutto il nostro viaggio lasciandoci incantati.

Riprendiamo il nostro percorso sulla A7 (90 chilometri circa) verso il paese di OBERAMMERGAU dove alloggeremo per due notti. Poiché la strada, in certi punti, entra in Austria (siamo al confine), è necessario attaccare sul parabrezza la famosa ”Vignette”, il bollino indispensabile per viaggiare sulle autostrade austriache pena una multa salata, se sprovvisti. Noi l’avevamo già acquistata presso l’ACI a Roma (8,00 per la validità di 10 giorni), ma è in vendita presso la stazione di servizio più vicina al confine. Comunque è comodo esserne già in possesso.

Attraversando belle vallate e costeggiando il lago PLANSEE, intorno a mezzogiorno parcheggiamo l’auto davanti al nostro hotel a Oberammergau. Il FERIENHAUS FUX è il classico albergo di montagna con i balconi fioriti, ma nulla esternamente lascia indovinare l’ampiezza e l’eleganza delle camere che ci vengono assegnate: la n. 5 e la n. 6, provviste di bagni nuovissimi e di balconi lungo tutta la lunghezza di ciascuna stanza (costo totale, per due notti, € 356,00 comprendente una abbondante colazione ed il contrassegno per il parcheggio gratuito).

Esploriamo un po’ il centro cittadino prima di scegliere un locale dove fermarci a pranzo e questo ci dà la possibilità di ammirare quelle che vengono considerate la particolarità di questo luogo estremamente piacevole: le facciate delle case splendidamente dipinte.

Ci accomodiamo sotto gli ombrelloni del ristorante dell’Hotel Alte Post in Dorfstrasse n.19 dove gustiamo, tra l‘altro, un ottimo gulasch e una fetta di strudel niente male. Spendiamo in tre € 36,00.

Unica nota negativa, che ci accompagnerà per tutto il nostro viaggio: la presenza di vespe ed api che ti ronzano intorno, entrano nei piatti, muoiono annegate nei bicchieri, ma che mai ci hanno punto e con cui ti devi abituare a convivere. Per conforto, dicono che questo sia sintomo di località ecologicamente ineccepibili.

Breve riposo in hotel per recuperare un po’ del sonno perso e poi di nuovo in marcia: in pochi minuti, a soli 7 chilometri, ci troviamo di fronte all’immenso complesso dell’Abbazia benedettina di ETTAL, considerata una delle più notevoli testimonianze del barocco bavarese, oggi sede di un prestigioso liceo. Splendida la cupola affrescata. Nel negozio annesso al complesso abbaziale si possono acquistare la birra bionda e quella scura di cui i monaci sono sempre stati produttori insieme a vari tipi di liquori.

Percorrendo da qui altri 11 chilometri, la nostra successiva tappa prevede la visita al Castello di LINDERHOF, iniziando così la serie delle fantastiche dimore di Ludovico II e della sua famiglia, i Wittelsbach, principi di Baviera fino al 1918.

E’ da premettere che la visita delle numerose residenze, palazzi o castelli di questa famiglia, sono uno dei motivi per cui i viaggiatori si recano in questo angolo d’Europa ma che presuppone un minimo di conoscenza storica dei personaggi che ne sono i protagonisti. Sono personaggi a volte strambi, a volte a dir poco eccentrici, a volte effettivamente folli. Ma vanno conosciuti per apprezzare e perché no anche criticare le loro scelte di vita. Nella fattispecie, siamo a casa di Ludovico II, il re misogino e solitario con la mania di edificare palazzi sfarzosi che contenessero al loro interno riproduzioni di epoche passate che lo affascinavano. Ludovico fu dichiarato pazzo da una perizia psichiatrica nel 1886 e morirà “suicida” pochi giorni dopo nelle acque del lago di Starnberg, vicino Monaco.

Un consiglio pratico: nella biglietteria del primo castello che si va a visitare è conveniente acquistare la Mehrtagesticket , una specie di abbonamento della durata di 14 giorni (PASS 14 giorni) che permette di entrare gratuitamente in un sacco di posti. Il costo è di € 24,00 a persona, € 44,00 a coppia: se considerate che mediamente ogni biglietto di ingresso costa € 10/12,00, il risparmio è presto calcolato.

Acquistiamo perciò l’abbonamento e ci comunicano che la prossima visita in italiano ci sarà alle ore 17:20. Ok, abbiamo più di un’ora per girare a piacimento il bellissimo parco con le fontane dorate e le altre costruzioni sparse al suo interno, compresa la famosa Grotta di Venere: il re Ludovico, attratto dalle opere di Wagner in maniera ossessiva, si era fatto costruire questa grotta artificiale che riproduce una scena del primo atto dell’opera “Tannhauser”. Sicuramente un po’ kitsch, ma esplicativa della personalità del re.

Tra una sorpresa e l’altra, è arrivato il momento della nostra visita agli interni: fantastici, oro e stucchi dappertutto (la Sala delle udienze, la Camera da letto, la Sala da pranzo, la Sala degli Specchi) assolutamente da vedere, non sono descrivibili e poi, per questo, esistono già tante pubblicazioni.

Usciamo abbagliati da tanto splendore, siamo anche parecchio stanchi e decisamente rientriamo nel nostro tranquillo paese di montagna, decidendo di cenare nuovamente all’Alte Post in compagnia di vespe ed api, spendendo € 50,00.

Mercoledì 12 agosto

Oggi visiteremo i due castelli più famosi di Ludovico e perciò ci dirigiamo verso la località di SCHWANGAU. E’ pressoché indispensabile prenotare la visita al Castello di HOHENSCHWANGAU e a quello di NEUSCHWANSTEIN on line con parecchio anticipo: ciò consente di evitare una fila chilometrica alla biglietteria e di scegliere gli orari di ingresso ai due siti prendendosela comoda perché non sono vicinissimi tra loro. Si parcheggia l’auto a pagamento (€ 8,00 per tutta la giornata) in una delle vaste aree adibite e ci si presenta all’orario indicato nella prenotazione alla biglietteria per ritirare i biglietti per entrambi i castelli già precedentemente acquistati on line. Paghiamo il diritto di prenotazione di € 1,80 a persona per ciascun castello. La fila per i prenotati è di dieci persone circa, dei non prenotati una cosa indescrivibile e sotto il sole. L’ingresso al castello di Hohenschwangau è l’unico a non essere compreso nell’abbonamento PASS 14 giorni e costa € 12,00 a persona.

Noi dobbiamo entrare alle 11:45 a Hohenschwangau e alle 14:15 a Neuschwanstein, abbiamo un po’ di tempo a disposizione e quindi ci avviamo con calma lungo la ripida salita che sbuca in uno dei cortili del castello, allungato lungo la cresta della collinetta su cui sorge. Questo è il castello del padre di Ludovico, Massimiliano II, che l’aveva rilevato quando era in rovina, incantato dalla posizione tra i boschi e i laghi che lo circondano, ma anche dalle numerose leggende che lo avvolgevano, come quella del Cavaliere del Cigno, il quale animale sarà poi il simbolo della casata.

Entriamo puntualissimi, ci viene fornita una audio guida in italiano e veniamo scortati lungo il percorso di visita che dura circa 35/40 minuti. L’interno del castello è ben affrescato e contiene opere e manufatti importanti, ma non risulta entusiasmante, sarà forse perché è il meno sfarzoso tra quelli visitati, il più “normale”, dove vi si ritrovano anche oggetti di uso quotidiano della famiglia, foto dei bambini (Ludovico e suo fratello Ottone), il pianoforte di Maria di Prussia, moglie di Massimiliano, nonché madre dei due pargoli. Notevole la ricostruzione della cucina, situata in un edificio separato dal corpo principale del castello.

Terminiamo la visita e ci fermiamo a mangiare in fretta qualcosa al ristorante dell’Hotel Muller, situato alla base del castello.

E’ ora di avvicinarci al secondo castello da visitare, arroccato su un’alta rupe: il percorso a piedi di circa mezz’ora è sicuramente il più bello per arrivarci, ma faticoso, per cui optiamo per la navetta che parte dai pressi. Consiglio di mettervi in fila per tempo perché la gente è tanta: l’autobus prende a salire in mezzo a boschi fittissimi su una strada stretta, quasi in bilico. Se pensate di avere del tempo a disposizione dopo aver visitato il castello, fate il biglietto di sola andata e ridiscendete a piedi.

Dal punto di arrivo della navetta fino all’ingresso del castello c’è ancora un buon tratto di strada in salita da fare, comunque piacevole perché permette di spaziare con lo sguardo sul lago Alpsee e sul sottostante castello di Hohenschwangau, finché appare, fantastico, il castello delle favole, NEUSCHWANSTEIN. D’altra parte, se Disney lo ha scelto per le sue ambientazioni, qualcosa vorrà pur dire.

Comunque, il commento di tutti è: ma se Ludovico aveva già il castello di sotto, perché se ne doveva far costruire un altro di sopra? La risposta sta all’interno del castello stesso a cui anche qui accediamo spaccando il minuto, muniti della solita audio guida. Le sale dell’interno sono state costruite fedelmente in stile medievale e ognuna fa riferimento ad un’opera di Wagner: anche in questo caso è impossibile descrivere l’effetto cromatico delle decorazioni e l’impatto che se ne ricava: l’unica soluzione è quella di andare a visitare il castello. Non a tutti piace, alcuni lo trovano “falso” “finto”, in quanto rievocazione di un’arte non più consona al periodo in cui l’edificio è stato realizzato: personalmente, in alcune sale (la Sala dei Cantori, la Sala da pranzo, la Camera da letto, lo Studio) sono rimasta sbalordita dalla ricchezza delle decorazioni, dalla bellezza dei tessuti e dalla infinità di particolari che sul momento lo sguardo non riesce nemmeno ad abbracciare completamente e che se non avessi riguardato le foto ogni tanto, non avrei potuto apprezzare pienamente.

Al termine della visita (35/40 minuti), un ultimo sguardo al maniero che si erge solitario (la vista migliore di tutto il complesso si ammira in pieno dal cosiddetto Marienbrucke, Ponte di Maria, sospeso tra due colline, ma purtroppo chiuso per restauri) e decidiamo di proseguire il nostro itinerario di oggi con la visita alla WIESKIRCHE, distante una trentina di chilometri, presso il paese di Steingaden, per cui in una mezz’ora siamo di fronte a questa magnifica basilica che si adagia su un vasto prato (wies = prato), dichiarata Patrimonio UNESCO. Conosciuta anche come “Il Santuario del Cristo Flagellato”, è il trionfo del rococò, ricca di stucchi e decorazioni dorate fusi armoniosamente. Sicuramente una visita da consigliare, sia per il valore artistico che per il paesaggio naturale.

Rientriamo ad Oberammergau (30 chilometri circa) e poiché non è ancora ora di cena, completiamo la visita di questo paese veramente bello, ammirando, tra l’altro, la fantastica “Casa di Pilato”, completamente dipinta in ogni sua parte. Ceniamo ancora una volta all’Alte Post, spendendo € 56,00.

Giovedì 13 Agosto

Oggi dovremo raggiungere SALISBURGO, abbiamo davanti circa 180 chilometri da percorrere sulla B472 e la A8: causa il notevole traffico (nella corsia opposta, la coda era di trenta chilometri!!), impieghiamo quasi tre ore. Prima di raggiungere il nostro B&B, ci fermiamo allo stadio dei Red Bull dove Dario deve comprare la solita sciarpa da collezione.

Finalmente, intorno alle 13:00, parcheggiamo l’auto di fronte al B&B BALLWEIN, in Moosstrasse n. 69, stile agriturismo, dove alloggeremo in un mini appartamento al pianterreno: inserito in un gradevole contesto bucolico, pulito e con un bagno molto grande, forse se ci dovessi tornare opterei per le camere situate nella nuova struttura appena costruita. Dalla sua parte ha sicuramente la comodità dell’ubicazione: lungo un infinito viale alberato fuori città, dispone di parcheggio e della fermata dell’autobus (linea 21) proprio fuori del cancello, cosa non indifferente in una città cara come Salisburgo e priva di possibilità di parcheggiare.

Scomodo, per contro, di sera, quando l’autobus rallenta la frequenza delle corse (l’ultima è intorno alle 23:00).

Depositati i bagagli, prendiamo subito l’autobus (passaggi ogni quarto d’ora), scopriamo che un biglietto costa € 2,50!! e sbarchiamo in centro città, vicinissimi alla Getreidegasse, la via più famosa di Salisburgo, quella con tutte le insegne in ferro battuto, alcune veramente belle e storiche dove si affaccia la casa natale di Mozart. Innanzitutto, dobbiamo mangiare qualcosa e scegliamo Gasthaus Zum Wilden Mann, in Wirt’sleut Getreidegasse n. 20, consigliato dalla Lonely Planet, spendendo € 36,00 per un pranzo fin troppo abbondante.

E’ ora di iniziare la nostra visita della città, affascinati già della bianca Fortezza che sovrasta massiccia, ma per prima cosa ci rechiamo in Mozartplatz (Ufficio del Turismo) per acquistare la Salisburgo Card 48 ore, al prezzo di € 27,00 a persona che comprende anche la gratuità sui mezzi pubblici. Attenzione, la Card risulta conveniente se decidete di visitare parecchie cose, o se volete fare un giro in battello o se volete prendere la funivia dell’Untersberger (che da sola costa € 18,00) oppure se vi sposterete in autobus come abbiamo fatto noi. Fa un caldo infernale, è quasi impossibile fare il turista e quindi, dopo un excursus nel Duomo, raggiungiamo rapidamente la funicolare (gratuita con la Card) e in pochi secondi scendiamo di fronte all’ingresso di quella che è ritenuta il simbolo della città: la Fortezza Hohensalzburg (gratuita con la Card, altrimenti € 11,30). Le visite sono previste con cadenza ogni mezz’ora, con audio guida nella propria lingua.

La fortezza, all’interno, richiede almeno due ore per essere visitata in tutte le sue parti: appare come una cittadella, completa di chiesa, botteghe, edifici residenziali.

Dalla torre si gode di una magnifica vista sulla città attraversata dal fiume Salzach e sulle montagne che la circondano.

Ridiscesi, appena a sinistra della stazione della funicolare, si entra nel bellissimo “Friedhof” di San Pietro, un antico e storico cimitero con le croci in ferro battuto, pieno di fiori, appoggiato al fianco del Monchensberg, sul quale si trova anche l’eremo scavato nella roccia. Visitiamo quindi la Sankt Peterkirche e la Franziskanerkirche, attraversando piazze ed angoli deliziosi. Salisburgo è veramente una bella città.

Vorremmo approfittare della Card per fare il giro in battello sul fiume (gratuito con la Card), ma non avendo capito di dover comunque ritirare il biglietto in un chiosco vicino all’imbarco, non facciamo in tempo a salire sull’ultima corsa delle 19:00. Ceniamo nuovamente nella Gasthaus Zum Wilden Mann. Spendiamo € 50,00.

Gironzoliamo un po’ nella Salisburgo by-night prima di riprendere l’autobus 21 per rientrare al B&B, scoprendo così cortili, fontane, angoli caratteristici, tutto sapientemente illuminato.

Venerdì 14 agosto

Colazione e poi, con il solito autobus 21, ritorniamo in città per visitare la RESIDENZ (biglietto € 9,50, gratuito con la Card), dimora sontuosa e sede di rappresentanza dei vescovi principi di Salisburgo: arredamento prestigioso in una serie di splendidi saloni fra cui spiccano la Sala dei Carabinieri di quasi 600 metri quadrati, la grande Sala dei Cavalieri, la Sala delle udienze, la Camera da letto con cappella privata, la Sala del trono. Oggi, una parte ospita una Galleria di dipinti eccellenti e la Facoltà di Giurisprudenza. Da un’ampia terrazza che raccorda due parti dell’edificio, ci si affaccia sulla bella Residenzplatz con al centro una fontana barocca (Residenzbrunnen), considerata la più grande e bella al di fuori dell’Italia.

Visitiamo poi la Chiesa del Collegio (o Chiesa dell’Università) che si trova nei pressi del variopinto mercato di prodotti tipici e presto siamo sull’autobus 21 per tornare al B&B e riprendere l’auto: abbiamo un sacco di cose da vedere anche oggi.

Prima tappa: poco fuori Salisburgo, proseguendo oltre Moosstrasse, vogliamo visitare il Castello di HELLBRUNN (biglietto € 10,50, gratuito con la Card, raggiungibile dal centro della città con l’autobus n. 25).

Partecipiamo alla visita guidata del parco in italiano che parte alle 13:00 (durata 45 minuti/1 ora circa). In attesa dell’inizio, approfittiamo per visitare l’interno della dimora, molto piacevole e finemente decorata a cui si può accedere liberamente con il solo ausilio dell’audio guida.

Il Castello era la villa di campagna del vescovo principe Markus Sittikus, circondata da un bellissimo parco che ha una particolarità unica al mondo: i ben congegnati giochi d’acqua abilmente dissimulati tra le statue e all’interno delle numerose grotte artificiali, con cui il proprietario amava scherzare ai danni dei suoi ospiti. Ci siamo divertiti moltissimo, perché la visita guidata prevede la messa in funzione di alcuni congegni, questa volta ai danni dei turisti, cosicché parecchi si ritrovano con i vestiti inzuppati (la visita ai soli giochi, a luglio ed agosto, può essere effettuata anche alle 19,00, alle 20:00 e alle 21:00).

E’ sicuramente un ricordo di viaggio da portare a casa.

Pranziamo nella caffetteria del castello, per fortuna riuscendo a guadagnare un tavolo all’interno, considerato il gran caldo di oggi.

Rifocillati e rinfrescati proseguiamo il nostro itinerario per raggiungere in 35 chilometri il Lago KONIGSSEE (il lago del Re), nello scenario fantastico del Parco Nazionale del Berchetsgaden, istituito nel 1978 proprio per conservare e proteggere questo splendido angolo della Baviera: sì, siamo sconfinati di nuovo in Germania.

Si parcheggia in un’area dedicata e con una breve passeggiata, raggiungiamo l’imbarco: i battelli, rigorosamente elettrici per preservare la purezza delle acque (è considerato il lago più pulito della Germania), partono ogni venti minuti circa. Facciamo una discreta fila per acquistare i biglietti al costo di € 13,90 a persona a/r e salpiamo per questa nuova esperienza. Il panorama attorno è bellissimo: il verde dell’acqua trasparente, le montagne tutt’intorno, sembra quasi un fiordo. Unica nota negativa, un po’ kitsch: ad un certo punto, un membro dell’equipaggio si improvvisa guida turistica e comincia la spiegazione rigorosamente in tedesco, poi il battello si ferma in mezzo al lago e l’omino suona una tromba per far ascoltare l’eco che è una delle caratteristiche del luogo. Poi, passa con il cappello in mano per avere la mancia!

Ma torniamo alla bellezza del posto: dopo circa una ventina di minuti di navigazione, cominciano ad apparire le cupole rosse della Chiesa di San Bartolomeo, che brillano al sole. Un gioiello la cappella di San Bartolomeo!!!!

Scendete dal battello e gironzolate per i sentieri lungo le sponde del lago.

Volendo, con un po’ più di tempo a disposizione, si può proseguire poi la navigazione fino a Salet, capolinea dei battelli e raggiungere con una facile passeggiata di 10 minuti, l’Obersee, un laghetto celeste incastonato tra le rocce da dove si può ammirare la cascata Rothbach, la più alta della Germania.

Torniamo sulla terraferma che è già pomeriggio inoltrato: sulla via del ritorno, ci fermiamo a Berchtsgaden, un paese veramente delizioso, con belle facciate dipinte. Decidiamo di cenare qui in un buon locale, provvisto di un Biergarten: Gasthof Zum Neuhaus in Marktplatz, affollatissimo (buon segno!) dove in effetti mangiamo molto bene, spendendo € 56,00.

La giornata è stata varia ed impegnativa e dopo un ultimo giro in notturna per il paese, rientriamo nel nostro B&B.

Sabato 15 Agosto

Altrettanto impegnativa sarà la giornata di oggi: lasciamo Salisburgo per raggiungere Monaco, ma ci fermeremo però prima a PRIEN AM CHIEMSEE per visitare il Castello di HERRENCHIEMSEE. Imbocchiamo la A8, fiduciosi di arrivare in un’oretta (sono circa 65 chilometri): invece, troviamo un traffico pazzesco.

Finalmente, ecco comparire il celeste intenso del Lago Chiemsee (così grande che è detto “il mare della Baviera”. Parcheggiamo l’auto e ci avviamo all’imbarco del traghetto che ci condurrà sull’isola Herreninsel (l’Isola dei Signori). Il biglietto costa € 7,10 a/r a persona.

Una volta sbarcati, e dopo aver espletato tutte le formalità alla biglietteria dove ci assegnano la visita guidata in italiano delle 13:25 (costo del biglietto, combinato con la visita al Monastero degli Agostiniani, € 8,00, gratuito con il PASS 14 giorni), camminiamo per una ventina di minuti in un rilassante ambiente bucolico finché all’improvviso ci appare un edificio immenso che a qualcuno sembrerà di aver già visto: HERRENCHIEMSEE, la copia esatta della Reggia di Versailles. Il perché, ancora una volta, va ricercato nella smodata ammirazione di Ludovico II per i Reali francesi, ed in particolar modo per Luigi XIV e lo sfarzo di quella corte (teniamo presente anche che il nonno di Ludovico aveva avuto come padrino di battesimo nientemeno che Luigi XVI). Il re aveva acquistato questa isola nel 1873 proprio perché riteneva idonea l’ambientazione per ricreare la reggia di Versailles che aveva avuto modo di ammirare durante un suo viaggio a Parigi.

La visita guidata è condotta da un ragazzo molto preciso nelle sue spiegazioni che ci conduce, salendo per un magnifico scalone affrescato (lo Scalone degli Ambasciatori), attraverso la famosa Galleria degli Specchi, copia di quella di Versailles, anzi addirittura più lunga, ci fa stupire nella Sala da pranzo con uno dei famosi tavoli “Tischlein deck-dick”, (letteralmente tavolo che si apparecchia da sé direttamente collegato al piano sottostante, tramite uno speciale montacarichi fatto costruire appositamente, che permetteva al Re di restare solo durante il pranzo), nello Studio del Re, nella sua a dir poco opulenta Camera da letto e di sala in sala siamo tutti sempre più allibiti. Da vedere, non si può raccontare.

Ma poiché anche lo stomaco deve essere ogni tanto soddisfatto, approfittiamo della caffetteria del castello per rifocillarci, prima di visitare il Convento degli Agostiniani sulla via del ritorno verso l’imbarco. Il complesso del convento, di impianto barocco, è molto vasto, costruito su edifici medievali preesistenti. Da vedere il grande cortile che ospita un roseto, le stanze che furono occupate per un certo periodo da Ludovico durante i lavori del Castello, la Galleria d’arte, le antiche cucine. Piacevole la passeggiata che porta alle vecchie scuderie e alla piccola chiesa gotica di Santa Maria che fungeva da chiesa parrocchiale per gli abitanti dell’isola.

Il tutto ci ha regalato qualche ora di tranquillità, quasi un mondo a parte. A malincuore riprendiamo il traghetto, abbiamo circa 80 chilometri da fare per arrivare a MONACO percorrendo la A8, sempre trafficata.

Facilmente troviamo il nostro nuovo alloggio, l’Hotel KRIEMHILD in, Guntherstrasse, nel quartiere Nymphaenburg, una zona considerata periferica ma di ottimo livello, che si è rivelato una delle nostre migliori sistemazioni. Curatissimo: noi abbiamo la suite 301, composta da una grande camera, una più piccola, un bagno enorme accessoriato di tutto e cosa non indifferente, parcheggio. Inoltre, gestito da personale di grande competenza.

Si sta facendo sera e decidiamo perciò di raggiungere subito il centro per una prima ricognizione della città: su indicazione del gestore, prendiamo il tram linea 16 (va bene anche il 17) in una fermata vicinissima all’hotel in Arnulfstrasse che, in un quarto d’ora ci conduce direttamente in Karlsplatz. In hotel abbiamo acquistato il biglietto famiglia valido per tre persone per tre giorni al costo di € 27,00, decisamente conveniente, visto il costo di ciascuna corsa. Siamo praticamente in centro, e l’impatto non è dei migliori: una confusione indescrivibile ed inoltre comincia anche a piovigginare. Siamo intenzionati comunque a provare subito l’ebbrezza della famosa Hofbrauhaus in Platz n. 9, la più celebre e più grande birreria del mondo, quella con le volte affrescate. Troviamo miracolosamente posto condividendo un tavolone con dei turisti spagnoli e ci lasciamo coinvolgere dall’atmosfera. Devo dire che non si mangia benissimo, ma non si può non andarci.

Ma non sarà ora di riprendere il tram e andare a dormire?

Domenica 16 Agosto

Dopo giornate di sole e di caldo, oggi pioviggina e dobbiamo tirare fuori le felpe. Dedicheremo l’intera giornata alla visita della città. Con il solito tram 16 (veramente comodo, consiglio l’hotel anche per questi servizi), siamo in breve in Karlsplatz e da lì in Marienplatz (la zona del centro è tutta isola pedonale): decisamente stamattina c’è più tranquillità e tutto sembra più gradevole.

Visitiamo così la Chiesa di San Michele, a modello della Chiesa del Gesù di Roma che accoglie, tra le altre, la tomba di Ludovico II; la Burgersaal, un oratorio decorato da pregevoli stucchi; la Frauenkirche, la cattedrale di Monaco, dedicata a Nostra Signora, caratterizzata dalle famose due torri con la copertura a cipolla; la Chiesa dello Spirito Santo, dai fantastici affreschi sul soffitto; la Chiesa di San Pietro, chiamata dai Monacensi semplicemente “Alter Peter” cioè “Vecchio Pietro”, in quanto risulta essere la più antica parrocchiale della città, risalente al 1181. Ma tra tutti, in Marienplatz spicca il Neues Rathaus (il Municipio Nuovo, per distinguerlo da quello vecchio, l’Altes Rathaus, poco più avanti). Costruito in stile neogotico, è ammirato soprattutto per la sua torre che ospita un carillon: alle 11, alle 12 e d’estate anche alle 17, le 32 figure in rame che lo compongono si animano tra lo stupore dei numerosi turisti per rievocare i festeggiamenti di nozze di Guglielmo V e di Renata di Lorena e la danza che i bottai eseguirono alla fine della pestilenza del 1517.

Con una breve passeggiata siamo in Max-Joseph-Platz su cui si affacciano edifici di grande rilevanza: la facciata rinascimentale della Residenz, la sfarzosa dimora dei sovrani di Baviera; il neoclassico Nationaltheater, considerato uno dei più importanti teatri d’opera della Germania; la sede della Hautpost, la Posta Centrale, costruita imitando la Loggia degli Innocenti di Firenze.

Decidiamo di visitare la Residenz (biglietto 13,00, gratuito con il PASS 14 giorni) e forniti della solita audio guida, ci avventuriamo per le sale infinite di questo palazzo. Impieghiamo circa due ore per visitarlo, tralasciando un sacco di cose perché alla fine eravamo veramente stanchi. C’è una tale ricchezza e abbondanza di cose da vedere che occorrerebbe una giornata intera per gustarle tutte.

Usciamo dalla Residenz alle 14:30 con l’unico obiettivo di trovare un locale per mangiare: avevamo adocchiato in mattinata “ANDECHSER AM DOM”, in Weinstrasse n. 7, altra nota birreria nei pressi della Cattedrale. Rimaniamo ampiamente soddisfatti spendendo € 36,00 e anche qui dividendo il tavolo con altri commensali, secondo le abitudini del luogo.

Così rinfrancati, siamo in grado di riprendere il nostro ruolo di turisti, per cui ci riportiamo nuovamente in Residenzstrasse dove si apre l’ingresso del Cuvillés-Theater, il Teatro di corte realizzato per volere di Massimiliano II alla metà del Settecento e considerato uno dei teatri rococò più eleganti d’Europa. E’ il tripudio degli ori, degli stucchi e dei panneggi rossi. Il biglietto è sempre compreso nel solito abbonamento.

Usciamo dal teatro su uno dei bellissimi cortili della Residenz e sbuchiamo in Odeonplatz dove si trova la Chiesa dei Teatini, costruita nel 1662 per celebrare la nascita del principe Massimiliano Emanuele e che ospita la Furstengruft (la Cripta Reale) dei Wittelsbach. A lato della chiesa, ancora un angolo di Firenze: la ricostruzione perfetta della Loggia dei Lanzi.

Attraverso l’Hofgarten, i giardini reali, ritorniamo in Max-Joseph-Platz da dove parte Maximilianstrasse, il lungo viale che collega la Residenz al Maximilianeum, un enorme edificio voluto da Massimiliano II per ospitare i giovani del regno avviati alla carriera di stato. Oggi sede del Parlamento bavarese. Si potrebbe raggiungere a piedi (lo si vede in fondo a chiudere il viale), ma noi approfittiamo del tram n. 19 e scendiamo subito dopo il ponte sul fiume Isar. Poi sempre con il 19 ritorniamo al punto di partenza e in Odeonplatz prendiamo l’autobus n. 100, chiamato la “linea dei Musei” perché collega le due stazioni della città passando davanti a molti musei, gallerie d’arte e monumenti, con una frequenza ogni dieci minuti. Scendiamo nella Konigsplatz, e pensiamo di essere arrivati ad Atene: su tutta l’area della piazza si trovano una serie di edifici classici stile tempio, tra cui una versione dei Propilei, che ospitano le Pinacoteche e i maggiori Musei cittadini. Infine, ritorniamo con il tram 16 in hotel e su consiglio del gestore, ceniamo in un’altra famosa birreria, proprio lì a due passi: KONIG LIKER HIRSCHGARTEN. Bellissimo locale formato da più sale e dal consueto Biergarten (tutta la struttura può ospitare fino a 8.000 persone): però oggi l’aria è fresca e conviene sistemarci all’interno.

Lunedì 17 Agosto

Purtroppo piove, proprio oggi che dobbiamo visitare il Nymphenburg con il suo immenso parco. Prendiamo il tram 17 e in sole due fermate siamo arrivati. Il colpo d’occhio, nonostante la velatura della pioggerella, è subito fantastico. Il castello era la residenza estiva dei regnanti bavaresi, costruito nel 1664 quale villa di campagna, ampliato più volte fino a diventare una sontuosa residenza barocca e luogo di delizie, grazie ai suoi quattro padiglioni sparsi nel parco. E’ considerato uno dei principali complessi in Germania.

Gli interni dell’edificio principale si visitano con la solita ottima audio guida (il biglietto di € 11,50 è gratuito con il PASS 14 giorni, così come i biglietti di accesso Museo delle Carrozze (Marstallmuseum), al Museo della Porcellana di Nymphenburg, all’Amalienburg, al Badenburg, e alla Pagodenburg che si trovano in vari punti del parco, in mezzo a boschetti e piccoli specchi d’acqua.

Anche in questo caso è impossibile descrivere l’opulenza e la bellezza di tutti gli ambienti che si susseguono senza sosta. Come si fa a raccontare il Salone delle Feste? Risulterebbe riduttivo. Bellissima è la camera da letto della regina Maria di Prussia, dove nacque il figlio Ludovico II. Incantevole è il Gabinetto delle lacche cinesi. Curiosa invece è la galleria dei ritratti, dove sono appesi appunto i ritratti di una trentine di giovani donne, ritenute le più belle dal re Ludovico I, compreso quello della sua famosa amante Lola Montez per colpa della quale fu costretto ad abdicare.

Si esce dal corpo centrale del castello e sulla destra, si entra nel Museo delle Carrozze. Ce ne sono di tutti i tipi, da passeggio, da gala, costruite apposta per le incoronazioni, ma anche slitte, piccole carrozze per bambini. Poi, ad un certo punto, appaiono loro, le carrozze di Ludovico, in linea con il personaggio che abbiamo imparato un po’ a conoscere, ma che ci sorprende sempre: proprio le carrozze delle favole, come quella di Cenerentola al ballo, per esempio. La domanda è: ma chi le progettava? Come facevano a pensare a tutti quegli orpelli che le compongono? Oro, oro e ancora oro. Il trionfo della monarchia assoluta. Ricche di decorazioni sono pure le famose slitte con cui si divertiva a correre sulla neve durante le notti invernali, provviste pure di pantofolone di pelliccia dove infilare i piedi. La cosa più curiosa di tutte: il suo cavallo preferito, chiamato “Cosa Rara”. Imbalsamato.

In un’altra sezione dell’immenso edificio, visitiamo il Museo della Porcellana di Nymphaenburg, dove sono esposti i pezzi storici di queste famose manifatture, di valore inestimabile.

Nonostante la pioggerella insistente, non vogliamo perderci la visita all’Amalienburg, costruito con la funzione di padiglione di caccia (una sala è completamente riservata alle cucce dei cani), ma che in realtà, con la meravigliosa Sala degli Specchi, l’elegante cucina di maioliche blu di Delft ed altri sontuosi ambienti, sembra quasi una reggia in miniatura.

Delizioso infine l’edificio del Pagodenburg, con gli ambienti affrescati e ammobiliati alla maniera cinese, in voga a quei tempi.

La visita di questo luogo è stata veramente fantastica, credo che da sola valga il viaggio a Monaco. Ce ne allontaniamo a malincuore, riprendiamo il 17 che ci riporta in centro. Avevamo intenzione di mangiare qualcosa al Viktualienmarkt, lo storico mercato tanto decantato che si trova alle spalle dell’Altes Rathaus, ma forse complice il tempo non proprio bello, non ci ha entusiasmato e perciò siamo ritornati da “Andechser”, dove abbiamo gustato tra l’altro un fantastico gulash molto piccante.

Intanto il tempo è migliorato e decidiamo di prendere la linea U3 della metro (in Marienplatz) e scendere alla fermata Olympia-zentrum per andare a visitare l’OLYMPAPARK dove si tennero i tragici giochi del 1972: grandiosa la piscina e la copertura dello stadio, fastidiose tutte le bancarelle da fiera paesana lungo il percorso.

Appena usciti dalla metro, in realtà, quello che più ci ha colpiti, è stato il complesso degli edifici “BMW Welt” cioè “Mondo BMW”, che comprende il Museo, lo stabilimento e i grattacieli dei centri direzionali, oltre alla avveniristica struttura adibita ad esposizione della casa automobilistica. Consigliata senz’altro la visita (quella allo stabilimento va prenotata con un certo anticipo).

Riprendiamo la metro U3 fino a Siegerstor e poi il solito tram 16.

Ceniamo all’Hirschgarten come ieri sera.

Martedì 18 Agosto

Anche il tempo da dedicare a Monaco sta per terminare: direi che Monaco non si può definire una città bellissima, ma sicuramente interessante e soprattutto molto vivace e accattivante. Inoltre, ho avuto la sensazione di essere a mio agio come se ci fossi già vissuta: la facilità nell’orientamento per i trasporti, la cordialità dei suoi abitanti.

Ogni modo, è ora di proseguire: oggi il tempo è buono e decidiamo, prima di lasciare la città, di andare a vedere il famoso stadio del Bayern, l’Allianz Arena. Solo esternamente, però, alla fine è stato concordato che era la cosa che ci interessava di meno. Foto di rito, certo che sembra proprio un ciambellone.

Oggi percorreremo un tratto della Romantische Strasse che da Fussen porta a Wurzburg. Noi la prendiamo ad Augsburg e dopo 120 chilometri circa arriviamo ad HARBURG. Il piccolo borgo, adagiato sulle rive del fiume Wornitz, è sovrastato dall’imponente castello, straordinariamente integro che racchiude al suo interno tutti gli edifici tipici della cittadella medievale (la chiesa, il pozzo, il granaio, il cammino di ronda). Suggestiva la vista dal ponte sul fiume. Si entra attraverso una ben conservata porta delle mura e si paga un primo biglietto di € 3,00 a persona che consente di accedere liberamente alle parti esterne del complesso. Per gli interni, invece, occorre partecipare ad una visita guidata in inglese con un ulteriore biglietto. Noi scegliamo di non fare la visita guidata anche perché è fissata alle 14:00. Pranziamo invece nel ristorante del castello “Furstliche Burgschenke Harburg” e dopo soli venti chilometri, attraverso i bei panorami della Strada Romantica, arriviamo a NORDLINGEN, una deliziosa cittadina ancora completamente circondata dalla cinta muraria del 1327 che si può percorrere in tutta la sua lunghezza, intervallata da un buon numero di torri e che è il modo migliore per ammirarla. Sui tetti rossi delle case spicca il Daniel, la torre campanaria della chiesa di Sankt Georg, alta ben 89 metri. Nordlingen ha una particolarità: sorge al centro della pianura circolare del Ries, l’enorme cratere formatosi 15 milioni d’anni fa in seguito alla caduta di un meteorite. In considerazione della natura delle rocce, la NASA lo utilizzò per l’addestramento degli astronauti delle missioni Apollo 10 e 14. Per contrasto, la cittadina trasuda ancora medioevo, con le sue belle case a graticcio e le porte di accesso magnificamente conservate.

Trascorriamo un paio d’ore molto piacevoli (abbiamo percorso solo un tratto dei camminamenti), riprendiamo il nostro itinerario per arrivare, dopo altri 30 chilometri di Strada Romantica, alla meta finale di questa giornata: DINKELSBUHL, dove alloggeremo per due notti. Che dire? Già entrando in paese, ci è sembrato di essere catapultati nel mondo delle favole. Case colorate e piene di fiori con i frontoni decorati, facciate a graticcio mai viste prima. Ma la chicca doveva ancora arrivare: avevamo prenotato un appartamentino presso il B&B GEORG MARSCHALL in Russelberggasse n. 12: ci presentiamo e il gestore, con nostra grande sorpresa, ci fa salire sulla sua auto e ci conduce in Koppengasse davanti ad una casetta meravigliosa, tutta verde, la casa delle fate. Non volevo crederci!!! E all’interno: una casa del 1500 ristrutturata, ma conservando però tutte le particolarità dell’epoca. Le finestrine, i muri sghembi, le scale strette per salire al piano superiore, gli scalini per coprire il dislivello tra una stanza e l’altra e per contro, una moderna cucina perfettamente attrezzata. Piombati in un altro mondo. Non vorremmo più uscire, poi prevale la curiosità di guardarci intorno e scopriamo un paese da favola. Entriamo nella chiesa gotica di San Giorgio dove un organista sta incantando i turisti. Non ci stanchiamo di fotografare le facciate a gradoni, quelle dipinte, quelle a graticcio che si allineano senza sosta lungo la Dr. Martin Luther Strasse.

E’ ora di cena, la scelta non manca, ma optiamo per un locale consigliato dalla Lonely “Hotel Haus Appelberg” in Nordlinger Strasse n. 40, cucina tipica francone dove assaggiamo i Maultaschen, ravioli di maiale e spinaci, una vera specialità. Quando usciamo, le luci del paese si stanno accendendo e a rendere l’atmosfera ancora più magica, si aggiunge il richiamo della Ronda che ogni sera alle 21:00, purtroppo in tedesco, accompagna i turisti nei posti più significativi. E’ proprio un mondo a parte. Ci ritiriamo nella nostra fantastica casa che ci da una grande sensazione di piacere e di intimità come se ci avessimo sempre abitato.

Mercoledì 19 Agosto

La giornata di oggi sarà dedicata alla visita di quello che viene considerato il borgo medievale più bello ed integro d’Europa, patrimonio dell’UNESCO: ROTHENBURG OB DER TAUBER (considerata la San Gimignano della Germania) che raggiungiamo rapidamente percorrendo circa 50 chilometri di Strada Romantica. Si parcheggia ovviamente fuori delle mura cittadine e appena varcata una delle porte di accesso, ci si rende subito conto del fascino che questo borgo emana. Anche qui ci si immerge in una atmosfera d’altri tempi, l’unica nota stonata è la grande quantità di turisti: sicuramente questo non è il periodo ideale per gustarla. Passeggiamo tranquillamente lungo la Herrngasse fino alla Markt Platz, dove sorgono il Municipio l’edificio della Ratstrinkstube (la Taverna del Consiglio Comunale, oggi Ufficio del Turismo) sulla cui facciata in determinati orari, l’orologio mette in moto un corteo di figurine che ricostruisce la Meistertruk (la rievocazione della Grande Bevuta). Imperdibile il Plonlein, un angolo da cartolina. Anche in questo caso, la bellezza dei luoghi non si può trasmettere a parole, al di là di una elencazione di monumenti che se ne potrebbe fare, ma va assaporata lentamente.

Non manca una puntata al negozio del Natale di Kaethe Wohlfahrts’s dove è festa tutto l’anno.

Ci fermiamo per pranzo al CAFE’ UHL in Plonlein n. 8 dove gustiamo, tra l’altro, delle ottime torte.

Solo nel tardo pomeriggio riusciamo a convincerci che ce ne dobbiamo andare, non prima però di aver fatto merenda assaggiando le Schneeballen (Palle di neve), tipico dolce della zona a base di pastafrolla farcita con cioccolato o in altri vari modi.

Rientriamo a Dinkensbuhl e prima di ritornare a cena nuovamente daHotel Haus Appelberg”, completiamo la visita di quanto ancora inesplorato di questa cittadina che ci è rimasta nel cuore.

Giovedì 20 Agosto

Salutiamo la nostra accogliente casetta e proseguiamo il nostro fantastico itinerario in direzione di BAMBERG percorrendo circa 130 chilometri sulla A7 e sulla B470. Alloggiamo al “BAROCK HOTEL AM DOM” in Vorderer Bach n. 4, un bell’edificio appunto tutto barocco in pieno centro cittadino. Siamo arrivati a mezzogiorno e le nostre camere (la n. 22, molto grande e la 14, più piccola ma adatta perfettamente a Dario) non sono ancora pronte, perciò, lasciati comunque i bagagli e sistemata l’auto nel parcheggio riservato (€ 7,00 al giorno), approfittiamo del tempo a disposizione per una prima ricognizione della zona. Siamo proprio a ridosso della immensa Domplatz su cui si affacciano, tra gli altri, il Duomo e la facciata della Residenz: un bel colpo d’occhio. Entriamo subito nel Duomo di fondazione antichissima, un misto di romanico e di gotico, che ospita tra l’altro l’imponente tomba del re Enrico II il Santo e della moglie Santa Cunegonda, oltre ad una statua a cavallo di autore ignoto, chiamata il Cavaliere di Bamberga, considerato il simbolo dell’ideale di vita cavalleresco. Interessanti anche gli edifici dell’originario palazzo imperiale e vescovile, provvisto di un grande cortile.

Nel frattempo si è fatta l’ora di pranzo e decidiamo di provare la cucina della storica birreria “SCHLENKERLA” in Dominikanerstrasse n. 6, ritenuta una vera istituzione per la produzione della famosa birra Rauchbier, l’affumicata tipica di Bamberga. C’è una grande confusione nelle belle sale, a stento troviamo posto. A dir il vero, ci rendiamo conto presto che di confusione in giro ce ne è dappertutto e subito ne scopriamo il motivo: in questo periodo di agosto si tiene la Sandkerwa, una delle più famose feste della città, che si festeggia ogni anno per 5 giorni. Singolare è che molti proprietari della zona aprono i loro cortili privati per festeggiare insieme con i cittadini e gli ospiti: una festa della birra simile all’Oktoberfest.

Bamberg è una città veramente bella e forse mi sarebbe piaciuto vederla senza fare a botte per passare tra un muro umano e l’altro, o forse no, è stato meglio così, full immersion nella stile di vita degli abitanti.

Ogni modo, ci riposiamo un po’ in albergo (consigliatissimo, anche se un po’ caro, ma in linea con lo standard della città) e affrontiamo la visita della RESIDENZ (biglietto € 10,00, gratuita con il PASS 14 giorni), purtroppo disponibile in tedesco. Pazienza, vuol dire che più che altro ammireremo invece di ascoltare, dotati comunque in ogni sala di apposita scheda in italiano con le informazioni essenziali. Stupende le cosiddette “Sale Fastose” e la Sala Imperiale: l’apoteosi del rococò. Le ali dell’immenso edificio racchiudono il Rosengarten, il Giardino delle Rose (ben 4.500 ceppi di rose!!) da cui si ha una magnifica veduta sui vecchi tetti rossi della città e in alto verso il Michaelsberg (Colle di San Michele).

Oggi pomeriggio c’è una fastidiosa pioggerella che non ci impedisce comunque di gironzolare per la città ed ammirare quella che viene adoperata come veduta da cartolina di Bamberg: l’Altes Rathaus (il vecchio Municipio), dalle pareti completamente affrescate, a cavallo dei due bracci del fiume Reignitz, trait d’union delle due parti della città, visto dal ponte dirimpetto.

Sempre dal fiume è suggestiva la veduta della “Klein Venedig”, la piccola Venezia, piccole case colorate dei pescatori con le barche ormeggiate di fronte alle porte.

Gli stand della festa sono sempre più affollati, la musica è assordante, su tutto aleggia l’odore dei wurstel e delle salsicce, i bamberghesi sono già al quinto boccale di birra.

Poiché Bamberga è proprio la “città della birra” (se ne producevano oltre settanta tipi in tempi passati), Dario, da estimatore, ci propone di provare quelle più note e quindi ceniamo da “AMBRAUSIANUM” in Dominikanerstrasse n. 10 prima di fendere la folla con tutte le nostre forze e goderci il meritato riposo in hotel.

Venerdì 21 Agosto

E’ una magnifica giornata di sole e decidiamo di fare una “gita fuori porta” per visitare il Castello di SEEHOF, a soli 10 chilometri da Bamberga, in un sobborgo chiamato Memmelsdorf. Altra imponente costruzione edificata nel 1686 come residenza estiva e castello di caccia dei vescovi principi di Bamberga. Gli interni del castello (9 sale) sono visitabili solo da aprile ad ottobre partecipando ad una visita guidata in inglese o in tedesco (biglietto gratuito con il solito PASS 14 giorni). La parte più interessante è l’imponente esterno e il bel parco in cui si può assistere a giochi d’acqua delle fontane ad orari prestabiliti.

Rientriamo in città per l’ora di pranzo che consumiamo da “KLOSTERBRAU” in Obere Mullhlbrucke n.1-3, altro birrificio storico: spendiamo € 32,00, ma non mi è sembrato un granché. Ci riposiamo un po’ e poi affrontiamo la salita fino al complesso del MICHAELSBERG, oggi adibito a casa di riposo, antica roccaforte benedettina di cui si visita la sola chiesa. Notevole la volta, unica nel suo genere: un grande affresco rococò raffigura 600 specie di piante come se fosse un giardino botanico. In un edificio, affacciato sul grande cortile, si può visitare, al prezzo di € 5,00 e rigorosamente fino alle 17:00, il Frankisches Braureimuseum in der Bierstadt Bamberg, una raccolta di antichi strumenti della produzione della birra, attività un tempo in auge in questo monastero.

Torniamo nel caos del centro storico e, attraversato il fiume, iniziando dal Kranen, una piazza che un tempo era uno dei più importanti crocevia di traffico, esploriamo la parte settentrionale della città. Incontriamo il Gruner Market, l’antico mercato delle verdure, oggi un ampio spazio pedonale per il passeggio davanti alla maestosa facciata della Chiesa di San Martino, l’ex chiesa dei Gesuiti. Di lato alla chiesa spicca la Fontana del Nettuno che i Bamberghesi chiamano “Gabelmann”, l’Uomo con la Forca, considerato un luogo di ritrovo cittadino. Poco più avanti si apre una piazza enorme, la Maxplatz, Piazza Massimiliano, a mio avviso eccessivamente disadorna. Questa è la Bamberga sette-ottocentesca, bei palazzi, viali ampi e alberati, piazze raccolte dove non mancano edifici storici rilevanti, negozi.

Stasera abbiamo deciso di cenare nella famosa birreria “SPEZIAL” sulla collina di Santo Stefano, che raggiungiamo dopo una piacevole passeggiata in salita. Dal grande Biergarten si gode di una magnifica vista sulla città: vale veramente la pena di arrivare fin qui e oltretutto si mangia anche bene.

Sabato 22 Agosto

Nel nostro itinerario, avevamo previsto di andare oggi a Norimberga, distante un’ora scarsa da Bamberga. Poi abbiamo deciso di soprassedere, avendo scoperto che i dintorni di Bamberga offrono molto da vedere. Così stamattina ci rechiamo alla Basilica di VIERZEHNHEILIGEN, trenta chilometri a nord, conosciuta anche come il Santuario dei Quattordici Santi Ausiliatori, barocca all’esterno e rococò all’interno, con il magnifico altare centrale corredato appunto delle statue dei 14 santi con i simboli del loro martirio.

Dopo una salita attraverso boschi alternati a pascoli, eccola apparire isolata in mezzo ad un prato a fare pendant con un’altra abbazia costruita su un’altura dirimpetto, dall’altra parte della valle percorsa dal fiume Meno: la KLOSTER BANZ.

Questa assomiglia più ad una grande residenza che ad una abbazia vera e propria, con la lunga facciata barocca del palazzo e il giardino corredato da fontane. L’interno della chiesa è veramente sorprendente, formato dall’intersezione di una serie di ellissi. Il tutto riccamente stuccato e decorato.

Ridiscendendo verso valle, è d’obbligo una sosta nel piccolo borgo di LOFFED dove si trova una nota birreria: Staffelberg.

Rientriamo a Bamberga e cosa inusuale per noi, scegliamo per pranzo un locale italiano vicino all’albergo: “LITTLE ITALY” in Pfahl Platz Chen n. 4-6. Sarà la nostalgia di casa? O sarà che dopo tanti giorni a base di stinco di maiale e patate abbiamo avuto la voglia di assaggiare qualcosa di diverso? Comunque abbiamo mangiato molto bene, spendendo € 36,00.

Ci riposiamo per continuiare il nostro tour alla scoperta di questa splendida città. Attraversiamo il ponte Kettenbrucke sul Main Donau Kanal e visitiamo la cosiddetto Quartiere degli Ortolani, per via della tradizione dei Bamberghesi di questa parte della città di coltivare gli orti e poi vendere i loro prodotti direttamente sul posto o nel mercato cittadino.

Ritorniamo a cena da Little Italy.

Domenica 23 Agosto

Dobbiamo lasciare Bamberga: siamo diretti a WURZBURG, un centinaio di chilometri a ovest attraverso una zona ricca di boschi e poi di vigneti (l’autostrada passa tra due Parchi Naturali). Vogliamo visitare la RESIDENZ (biglietto gratuito con il PASS 14 giorni). Non ci sono visite guidate in italiano e non esistono audio guide: si gira in autonomia tranne che per gli appartamenti principeschi per accedere ai quali ci accodiamo ad una visita in inglese. La Residenz è Patrimonio UNESCO ed è un altro di quei posti dove si va in overdose di arte. A cominciare dal magnifico immenso scalone interamente affrescato dal Tiepolo e continuando di sala in sala fino al Salone degli Imperatori ed ai magnifici appartamenti. E dire che tanto lusso apparteneva a dei vescovi, se pur principi. Completano la visita di questo importante sito la Cappella, altrettanto fastosamente decorata e i magnifici giardini.

Dopo un breve giro del centro storico della città, passando a fianco del Duomo ed ammirando la fortezza di MARIENBERG che sovrasta imponente al là del fiume Meno, torniamo a rifocillarci nella elegante caffetteria del castello prima di avviarci alla conclusione di questo nostro pazzo itinerario. Ma mai paghi abbastanza……dopo soli 7 chilometri ci fermiamo anche al castello di VEITSHOCHHEIM (sempre gratuito con l’ormai consunto abbonamento), residenza di caccia dei vescovi principi della casata degli Schonborn, noto soprattutto per il parco rococò e l’orto dove ancora oggi vengono coltivati gli ortaggi che servivano per la cucina del castello.

E’ proprio ora di affrettarci verso l’aeroporto di FRANKFURT HAHN, molto lontano (sono 230 chilometri di boschi e foreste), un aeroporto periferico che nulla a che fare con Francoforte se non il nome e che serve le Compagnie low-cost. Noi dormiremo lì, praticamente in aeroporto, al B&B HOTEL AIRPORT HAHN, visto che domattina dobbiamo essere al check-in prima delle 7:00.

Ha cominciato a piovere a dirotto, proprio nel momento in cui bisognava riconsegnare l’auto alla Europcar e scaricare i bagagli. Ceniamo da Subway e poi a nanna nelle camere spartane, ma pulite: alla fine la sistemazione è risultata ottimale.

Lunedì 24 Agosto

La sveglia suona alle 6:00, colazione in hotel e poi semplicemente attraversando la strada, siamo al check-in. Il nostro volo RYANAIR FR 4102 parte in orario alle 8:10 e alle 10:05 siamo già a Ciampino dove Riccardo ci sta aspettando.



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