Barcellona, da Gaudì al Camp Nou

Long weekend nella capitale catalana tra arte, sport e spiagge
Scritto da: dpellizzon
barcellona, da gaudì al camp nou
Partenza il: 08/11/2013
Ritorno il: 11/11/2013
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
Non appena scaricati i bagagli all’hotel Paral-lel (buon consiglio di un turista per caso) siamo ansiosi di immergerci nella vita di Barcellona e ci avviamo immediatamente verso la più famosa via della città La Rambla. Il lungo viale alberato parte praticamente dal mare e porta fino a Plaza de Catalunya; lungo la strada passeggiano fiumi di turisti, si esibiscono artisti di strada e alcune prostitute e stazionano statue umane; per completare il quadro del folclore locale ci manca solamente di vedere all’opera qualcuno dei tanto rinomati e temuti borseggiatori.

Al numero 91 della Rambla si trova il mercato della Boqueria dove i molti chioschi espongono in modo coloratissimo verdure, pesci, dolci e carne; noi siamo attratti dalla incredibile varietà e qualità dei prosciutti, attenzione però i prezzi in alcuni casi sono piuttosto salati (e un equivalente al nostro “che faccio signò lascio?” potrebbe lasciare il segno).

Passeggiamo fino alla Cattedrale di Barcellona dedicata a Santa Eulalia, una magnifica struttura gotica che risale alla fine del XIII secolo con una facciata elaborata e un bel chiostro con palme e 13 oche bianche che rappresentano l’età in cui venne sacrificata la santa.

Rimaniamo in zona e ci inoltriamo nel cuore della città veccia il Barrio Gotico, un labirinto di palazzi, piazzette e strade ciottolate chiuse al traffico e ricche di negozi e soprattutto localini. Ovviamente non possiamo perdere l’occasione.

I tapas bar sono tutti affollatissimi riusciamo comunque ad “impegnarci” (evidentemente a noi i luoghi d’arte mettono appetito) in una notevole varietà di piatti alcuni fantasiosi come la tapas al “formaggio, marmellata, cipolla e noci”. Al momento di saldare il conto il cassiere contando il numero di stuzzicadenti (ogni uno rappresenta una tapas) ci dice che sarebbe stato meglio per noi se ci fossimo mangiati anche qualche bastoncino.

Il giorno successivo decidiamo di utilizzare gli autobus aperti a due piani per turisti facendo un abbonamento di due giorni. Come prima tappa scendiamo alla Fondazione Mirò che contiene una collezione importante di dipinti, sculture, disegni e un’enorme opera tessile. Alla fine della visita della durata di un’ora e mezzo però non siamo ancora riusciti a capire se l’artista ci piace o no.

Seconda tappa, dall’elevato valore culturale, il Camp Nou il famoso stadio del Futbol Club Barcelona. La visita con audioguida consente di visitare la zona degli spogliatoi, la tribuna presidenziale, il terreno di gioco, la cappella privata e il tunnel che immette nel terreno di gioco (chissà cosa si prova ad essere un giocatore, ad esempio del Milan, in attesa di entrare in uno stadio con 100 mila persone pronte a fischiarti). La visita termina con il museo, un’area con luci soffuse e persone che al massimo bisbigliano per non compromettere la contemplazione delle opere esposte; un enorme tavolo multimediale consente di rivedere tutte la immagini più significative della squadra cittadina; io rivedo volentieri per un paio di volte, tra gli sguardi di disapprovazione dei presenti, la finale di Atene 94 (Milan 4 Barcellona 0).

Ultima fermata Plaza de Catalunya dove ci rilassiamo entrando nel centro commerciale El Corte Inglès. Il tramonto sulla città ammirato dalla terrazza panoramica è una cosa da non perdere.

Per cena il portiere d’albergo ci consiglia un posto tranquillo e passiamo così da un estremo (la confusione del tapas bar) all’altro, un locale con specialità galiziane completamente deserto.

Il giorno successivo è interamente dedicato alle opere del grande architetto Gaudì.

La sua opera più famosa è la Sagrada Familia un vero capolavoro dell’architettura moderna. Gaudì morì prima di riuscire a realizzare la sua opera che è ancora in costruzione e portata avanti in base ai suoi disegni originali grazie alle donazioni dei fedeli. Ci chiediamo come sia possibile che l’opera non sia stata ancora stata completata; i fondi non dovrebbero scarseggiare di sicuro viste le code chilometriche di turisti paganti presenti ogni giorno.

Seconda tappa Park Guell. I giardini dalle architetture fumettistiche e dalle linee sinuose si adattano perfettamente all’ambiente naturale e sarebbero un luogo perfetto per scatenare la nostra creatività fotografica se solo non ci dovessimo mettere in coda con i giapponesi e aspettare pazientemente il nostro turno per riuscire a fare uno veloce scatto.

Ultima tappa due opere che sono state riconosciute come patrimonio dell’umanità dall’Unesco: La Pedrera una casa ristrutturata in modo sinuoso con cemento e maiolica da Gaudì e Casa Batllò un’ abitazione ristrutturata ai primi del 900 con il tetto di mattonelle e maiolica che ricorda il dorso di un drago.

In serata per ricercare le suggestioni della Barcellona promiscua descritta nei romanzi di Montalban ci rechiamo a Raval che un tempo era un quartiere cinese malfamato e che anche ora non è completamente omologato e vede aggirasi per le sue strette vie poveri e immigrati ma al tempo stesso offre localini alla moda, ristoranti etnici e botteghe di artisti di tendenza.

Purtroppo è la nostra ultima mattina a Barcellona e decidiamo di rilassarci (ancora di più) nella spiaggia cittadina che offre il vantaggio di essere tranquillamente raggiungibile in metropolitana!. Nonostante sia l’11 novembre ci sono persone che stanno facendo il bagno (ok magari saranno i soliti tedeschi) e questo fatto unito alla offerta cittadina di divertimento, cucina, moda stile e musica ci porta alla conclusione che forse un giorno in questa città potremo anche finire a viverci.

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Park Guell

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Pedrera

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Casa Batllò

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sagrada familia

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Camp Nou



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