Barcellona, il mare in città

A passeggio tra capolavori d’arte, bei viali alberati, spiagge e impianti sportivi
Scritto da: pippolina
barcellona, il mare in città
Partenza il: 31/08/2013
Ritorno il: 04/09/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
Ogni estate con la famiglia visitiamo una città europea: questa volta la scelta è caduta su Barcellona, attirati dalle molteplici offerte di questa città: storia, cultura, mare, clima, sport (per la gioia dei nostri figli).

Indice dei contenuti

Prima di partire io Paola mi documento sempre su Internet e faccio tesoro di tutti i consigli degli altri Turisti per Caso.

Per il viaggio abbiamo scelto di volare con Vueling da Milano Malpensa all’andata e Easyjet al ritorno, spendendo circa 100 euro a testa. Tramite il sito Booking.com, dopo un’accurata e paziente ricerca, abbiamo prenotato un appartamento nel Residence “ Eixample Spain Square Apartments” in Carrer de Valencia. La scelta è stata ottima: eravamo a due isolati da Placa de Espana, alle spalle del Parco Mirò e dell’Arenas. L’appartamento per una famiglia come la nostra è molto più confortevole e pratico rispetto ad una camera di albergo: si ha la possibilità di consumare qualche pasto in casa e si gode di uno spazio maggiore. Nel nostro caso, il nostro alloggio era dotato di tutto, ma proprio tutto ciò che può servire, molto pulito e confortevole. La disponibilità e simpatia degli addetti alla reception ci ha fatto sentire come a casa. A pochi passi si trovavano supermercati, un forno-pasticceria e il fruttivendolo era proprio a fianco.

Barcellona è una città giovane, perennemente invasa da turisti di ogni nazione, anche grazie al porto dove approdano ogni giorno le navi da crociera e meta di migliaia di studenti per le sue Università e per gli scambi Erasmus.

Come in ogni grande città, vi sono quartieri eleganti e residenziali e quartieri più degradati e mal frequentati (come intorno alla Rambla). Notiamo che la città è molto verde: vi sono lunghi viali, e anche le vie secondarie e più strette molto spesso sono alberate. Inoltre, curiosamente, tra le chiome degli alberi svolazzano i pappagallini (simpatica alternativa ai piccioni!).

L’organizzazione delle Olimpiadi nel 1992 ha dato un forte impulso alla città, con la costruzione di impianti sportivi sulla collina di Montjuic, del Villaggio Olimpico nella zona della spiaggia di Barceloneta e la ristrutturazione della zona del Porto Vecchio.

La imprese della squadra di calcio del Barcellona contribuiscono a far conoscere la città nel mondo.

Dall’Aeroporto abbiamo raggiunto la città con l’Airport Shuttle, un autobus speciale che collega El Prat al centro di Barcellona. Il costo del biglietto è 5,90 euro a persona.

Dalla fermata di Placa de Espana raggiungiamo rapidamente l’appartamento e, dopo aver lasciato i bagagli ed esserci rinfrescati, partiamo alla scoperta della città.

Attraversiamo il Parco Mirò, dedicato al celebre pittore e scultore surrealista spagnolo e ammiriamo la sua colorata “Dona con Ocel”. Questo piccolo parco è un’oasi di pace e di verde, con le sue palme su cui hanno fatto il nido decine di ciarlanti pappagalli verdi.

Raggiungiamo l’Arenas, un tempo arena per i combattimenti dei tori, ora trasformata in moderno centro commerciale con terrazza panoramica. Facciamo un rapido pranzo e saliamo all’ultimo piano per ammirare la città dall’alto: sotto di noi la trafficata Placa de Espana, di fronte il Museo Nazionale dell’Arte di Catalunya e la Fontana Magica, con alle spalle la collina di Montjuic.

Scendiamo nella stazione della metropolitana, dove acquistiamo il biglietto multiplo T10 per i mezzi pubblici: 10 corse costano 9,80.

Raggiunta Placa de Catalunya ci inoltriamo sulla famosa Rambla, un viale alberato lungo circa 1 chilometro che porta direttamente al mare. Siamo un po’ tesi, vi è una gran folla e abbiamo letto e sentito di varie disavventure capitate ai turisti per colpa dei borseggiatori. In realtà, a vacanza terminata, possiamo dire che basta adottare tutte le strategie e precauzioni che normalmente si usano anche nelle nostre città per non avere problemi in tal senso. Giungiamo al monumento dedicato a Cristoforo Colombo e finalmente il porto vecchio si staglia di fronte a noi: sole, gran caldo… siamo al mare! Raggiungiamo Maremagnum, un moderno centro commerciale costruito direttamente sul molo e ci sediamo da Tapa Tapa, per un primo brindisi a base di Sangria e Tapas. Risaliamo a piedi per le vie della città vecchia alle spalle della Rambla e ci rechiamo per cena al Ristorante La Fonda, in Escudellers 10. Ordiniamo Paella di carne con verdure e Sangria. Consigliamo vivamente questo locale, per la qualità dei piatti, la cortesia del personale e i prezzi modici.

Usciti dal locale ci troviamo in Placa Reial, tutta illuminata e piena di locali con i dehors affollati. Molto caratteristica!!

Tornando verso casa ci fermiamo ancora ad ammirare lo spettacolo di luci, colori e musica offerto dalla Fontana Magica. Stremati, andiamo a dormire.

domenica

Il secondo giorno, domenica, lo dedichiamo alla visita dello stadio Camp Neu. Il costo del biglietto è eccessivo (23 euro a testa) anche perché si stava procedendo al rifacimento del manto erboso e in campo vi erano trattori e ruspe. Ma lo abbiamo promesso ai ragazzi, quindi si entra! Trascorriamo comunque la mattinata visitando il museo, le tribune, lo spogliatoio e lo Store, dove nostro figlio Davide acquista il suo sospirato ed atteso regalo di compleanno: la maglietta di Messi e la tuta del Barca.

Spennati (noi) ma felice (lui), riprendiamo la metro e ci rechiamo a vedere la Sagrada Familia.

La lunga coda al sole e il costo elevato del biglietto ci convincono ad accontentarci della visione dall’esterno di questa meraviglia progettata da quel genio che fu Antoni Gaudì.

Camminiamo fino al Passeig de Gracia, elegante viale dove si trovano altri due capolavori del celebre architetto: la Casa Battlò e la Pedrera. Anche qui ci dobbiamo accontentare con qualche rimpianto dell’esterno, i prezzi dei biglietti sono troppo alti, specie se si è in quattro…

Ceniamo a La Vaca Paca, un self-service sul Passeig de Gracia dove al costo di circa 11 euro ci si può servire a buffet di tutto ciò che si desidera.

terzo giorno

lunedi 2 settembre, andiamo al Parc Guell, utilizzando la metro e poi una serie di scale mobili che ci portano comodamente alla cima del Parco, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, come tutte le altre opere di Gaudì.

Lungo i vialetti diversi musicisti allietano la folla di turisti. Barcellona si stende ai nostri piedi e approfittiamo per fare molte foto. Scendendo raggiungiamo l’ingresso con le opere di Gaudì, colorate e fantastiche: la fontana a forma di salamandra, i sedili a forma di serpente, le colonne e gli edifici all’entrata.

Torniamo all’appartamento per rinfrescarci e pranziamo con affettati, formaggi, frutta e dolci acquistati sotto casa.

Al pomeriggio si va a passeggio al Porto Olimpico e lungo la spiaggia di Barceloneta.

Questa zona è stata rinnovata per le Olimpiadi: il Villaggio Olimpico è oggi un quartiere residenziale, la passeggiata all’ombra delle palme è larghissima, vi sono due grattacieli sul mare e una futuristica balena dorata, molti locali per i giovani, ristoranti e bar.

Le ampie spiagge libere sono affollate: ecco un aspetto curioso di Barcellona: in giro per le strade e sulla metro si mescolano persone in abito da città e da lavoro a tante altre in costume, prendisole e infradito, con l’asciugamano sulle spalle.

Un sogno per noi Torinesi!!!

Camminando torniamo sulla Rambla e decidiamo di cenare di nuovo a La Fonda: questa volta un’ottima Paella di pesce e Crema catalana.

Martedi visitiamo il Barrio Gotico e il Barri di Sant’Anna, alle spalle della Rambla. Entriamo nella bella Cattedrale gotica. Ci rechiamo poi al mercato della Bouqueria: tra mille colori sulle bancarelle sono esposti i famosi prosciutti iberici, il pesce fresco e tantissima frutta. Acquistiamo un cartoccio di fette di prosciutto crudo, uno di fette di formaggio spagnolo, due bicchieri di macedonia e un frullato. Passeggiamo poi lungo la Rambla de Catalunya, strada elegante parallela al Passeig de Gracia. Stanchi ed accaldati rientriamo a casa per prendere i costumi: si va finalmente al mare! Armati di asciugamani raggiungiamo la Playa de Bogatell, oltre la Playa di Barceloneta, seguendo il consiglio di Oscar, il receptionist. E’ una spiaggia più tranquilla, ci stendiamo finalmente al sole e facciamo il tanto sospirato (e piacevolissimo) bagno nel mare di Barcellona!!!

Stanchi ma felici torniamo a casa per una sana cenetta casalinga.

Mercoledi 5 settembre è l’ultimo giorno di vacanza: prepariamo i bagagli (che lasciamo in custodia sino a sera alla reception), e usciamo in direzione della collina di Montjuic. Noi utilizziamo la metro fino alla fermata Parall-el, poi la funicolare (con stesso biglietto). Per l’ultimo tratto, invece della teleferica (piuttosto costosa), utilizziamo l’autobus e raggiungiamo il Castello. Da qui si gode di una vista mozzafiato: il mare, tutta la città, il porto e persino l’aeroporto in lontananza. Bellissimo!

Scendiamo lentamente e ci troviamo nell’Anela Olimpica, costruita per i Giochi del 1992: lo Stadio Olimpico (aperto al pubblico) dove si svolgono anche i concerti delle più famose rockstar, le piscine Picornell (sede degli ultimi Mondiali di nuoto di un mese fa), il Braciere Olimpico, il Palaisozaki, la bianca Antenna delle Telecomunicazioni di Calatrava, le fontane, il piazzale con le colonne che portano allo stadio… si respira profumo di imprese sportive!

Con l’autobus torniamo velocemente a placa de Espana. Andiamo ancora a passeggio in centro, girovagando rilassati nelle vie del Barrio Gotico e facendo gli ultimi acquisti.

Recuperati i trolley decidiamo di utilizzare il bus n. 46 per recarci all’aeroporto: la fermata in placa de Espana e il percorso sono i medesimi dell’Airport Shuttle, ma il costo è decisamente minore, ossia 98 centesimi.

La vacanza volge al termine: Barcellona ci è piaciuta, è una città dalle mille sfaccettature e dai mille interessi, crocevia di genti di tutto il mondo. E’ una città con un forte spirito indipendentistico, si parla catalano e non spagnolo, alle finestre sventolano le bandiere giallorosse della Catalunya.

Madrid (ma anche Torino…) sembrano lontane migliaia di chilometri…



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