Barcellona e Montserrat

Non solo Rambla e Gaudi... una piccola guida per non farsi sfuggire nulla
Scritto da: sovar
barcellona e montserrat
Partenza il: 03/07/2008
Ritorno il: 10/07/2008
Viaggiatori: 3
Spesa: 1000 €
Tour 2008

Giovedì

Dopo lunghi preparativi è arrivato il gran giorno della partenza. Mesi e mesi di studio per cercare di preparare tutto nei minimi dettagli. Io sono fatto così puntiglioso e perfezionista e probabilmente chi avrà la pazienza di leggere il mio racconto non è tanto diverso da me. E’ una gita un po’ diversa dal solito per noi, perché per la prima volta non si userà la macchina e rimarremo fermi, si fa per dire, sempre nello stesso posto o quasi. Proprio perché viene utilizzata una linea aerea molto economica la Ryanair, grande cura è stata fatta nel preparare le valigie, sia quella grande da imbarcare, max 15 Kg., sia quelle più piccole per il bagaglio a mano, tanto che ci siamo procurati la bilancia per non fare errori che ci sarebbero costati cari! Un volo tranquillissimo da Trapani, con la nostra piccola Irene, 7 anni per la prima volta in volo, incuriosita nel volare tra le nuvole, ma per nulla intimorita… di sicuro di più lo eravamo noi. Giungiamo a Girona in perfetto orario dopo due ore, è ancora giorno malgrado siano le 21:40. Pochi minuti per prendere la valigia e subito dopo il Bus per Barcellona (21 E a persona A/R). Alle 23:30 giungiamo alla Estacio du Nord e da qui semplicemente a piedi ci rechiamo al vicino appartamento scelto dopo accurata selezione su Homelidays (650,00 per una settimana). Siamo in pieno Barrio Gotico il centro storico della città. Lo stabile come temevo non è un gran ché, ci ha impressionato soprattutto la scala ripida, stretta e pericolosa oltre che pesante essendo in pratica l’appartamento al 4° piano. Anche il contesto del quartiere non è dei migliori sopratutto nel vialetto interno denotava una certa sporcizia e fetore… di urina, cosa che noteremo anche in altre stradine interne del centro storico, una delle poche cose negative di questa città, malgrado spesso ci accorgeremo effettuavano la pulizia giorno e notte con continui lavaggi con detersivo dei vari vicoletti.

Venerdì

Primo giorno effettivo di gita. Si è dormito discretamente, io un po’ meno, ma non si è sofferto il caldo, grazie al condizionatore. Intorno alle nove usciamo di casa, il centro è distante non più di dieci minuti e nel raggiungere la Cattedrale passiamo prima per il Mercato di Santa Caterina. Barcellona è famosa per i suoi mercati è questo è davvero bello sia nella struttura in legno e ceramica perfettamente in stile modernista, anche se realizzato di recente, sia per gli interni, niente a che vedere con la nostra concezione di mercato. Qui si vende sopratutto frutta e pesce ma stupendamente ordinati e puliti in un tripudio di colori. Giunti alla Cattedrale, notiamo che la facciata principale è ancora in restauro, del resto da molti anni, ricoperta da una gigantografia. La chiesa è del 13° secolo, ma la facciata è neo gotica dei primi del novecento. In perfetto stile gotico catalano è molto grande con parecchie cose da vedere come il Battistero dove venivano battezzati i nuovi arrivati dalle Americhe, la cappella del Cristo di Lepanto, utilizzato nella famosa battaglia. Bellissima la zona centrale della Chiesa, ovvero il coro tutto in legno, come pure le tante cappelle laterali. Al centro della chiesa si accede alla Cripta di Santa Eulalia padrona di Barcellona a cui è dedicata la chiesa. Uscendo, lateralmente si accede invece al bel Chiostro Medievale con le caratteristiche 13 anatre che rappresentano i martiri passati dalla Santa. Non è stato possibile, non abbiamo capito il motivo della chiusura, salire sul campanile. Lasciata la Cattedrale vediamo altri bei palazzi intorno a Placa Nova. Tra questi il bellissimo cortile de la Casa de L’Ardiaca, Carrer del Bisque in perfetto stile veneziano, il Palau de la Generalitad ovvero il palazzo della Regione purtroppo non visitabile e l’Ajuntament ovvero il Comune che visiteremo però domani. Da questa grande piazza circondata in parte dalle antiche mura romane ci spostiamo verso Placa Catalunya passando da quella ampia e affollatissima via che è Avinguda de l’Angel. Ritiriamo dopo un po’ di coda all’Ufficio Turistico, le nostre Barcellona Card con cui si hanno tutti i trasporti gratuiti e vari sconti e accessi gratis su vari musei e attrazioni(36,00 a testa on line, valide per 5 gg, non l’abbiamo presa per la piccola Irene perché non sarebbe stata conveniente) è assolutamente consigliata per chi come noi piace vedere il più possibile di una città e difatti la spesa sarà ampiamente recuperata.

Ci dirigiamo verso la parta alta delle Ramblas il vero salotto della città qui trascorreremo gran parte delle serate della gita. Le ramblas sono davvero belle, un grande viale alberato a due file con la parte centrale pedonale, la via è ricca di palazzi ottocenteschi ma qualcuno di epoca modernista. Ricca sopratutto di gente, turisti e non, che qui passeggiano tra tanti artisti di strada dilettanti le cosiddette statue viventi che rallegrano i passanti, né incontreremo tantissimi e per Irene diventeranno forse l’attrattiva più divertente in assoluto. Fatta una bevuta alla fontana de Canaletes secondo cui bevendo siamo destinati a tornare in questa città, percorreremo un bel tratto di Rambla fino all’altezza di Placa Reial dove al pluri segnalato ristorante Les Quinz Nits pranziamo benissimo con appena 15 E a testa con una bellissima vista dal primo piano sulla piazza con le lanterne del Gaudì. Alle 15 rientriamo a casa abbastanza stanchi. Doccia, riposino e nuova uscita per visitare la zona ai piedi del Montjuic Per prendere la metro passiamo dall’Arco di Triomfo che avevamo visto già la sera prima, imponente domina un grande viale pedonale e pieno di bici, all’ingresso del Parco della Ciutadella. Giunti in Placa Espania visitiamo prima brevemente la scultura di Mirò, Dona a Cell decisamente allusiva, quindi le Torri veneziane e la vecchia arena che ormai chiusa sta per essere trasformata in un grande centro commerciale. Dal 2008 anche l’altra arena di Barcellona ha chiuso definitivamente i battenti, niente più corride in città… meglio così. Risalendo il viale De la Reina Cristina tramite un bus saliamo al vicino Poble Espaniol (6,00 con sconto). E’ un villaggio dove sono stati riprodotti in scala alcuni dei maggiori monumenti sparsi per la Spagna. Stranamente non era molto affollato, solo dei gruppi di turisti dell’est europeo, ucraini o russi boh, i cosiddetti nuovi ricchi, che infatti facevano incetta di acquisti in un bel negozio di souvenir e di bijotteria tipica spagnola, dove anche noi per la verità faremo degli acquisti. Il Poble era in effetti pieno di tanti piccoli laboratori artigiani di gioielleria, ricamo ecc che poi vendevano direttamente. Usciti dal Poble intorno alle 21 ritorniamo con il bus verso la Fontana Magica, ma la presenza di una fiera ci costringe ad un lungo giro per risalire verso il Palau Nacional. La zona attorno la fontana è stracolma di gente in attesa dello spettacolo acquatico. Continuiamo a salire tra scale e scale mobili sin quasi ad arrivare al Palau sede dell’importante Galleria Nazionale , ma che non rientrava nelle nostre visite. Dall’alto assistiamo allo spettacolo di musica, luci ed acqua veramente magnifico. Incredibili le variazioni di forma e di portata dell’acqua che con il sopraggiungere del buio vengono ancor più esaltate dalle luci colorate, emozionante assolutamente da non perdere, ma ricordarsi che non è in funzione tutti i giorni, ma solo nel fine settimana.

Sabato

Mi sveglio ancora una volta molto presto. Giretto distensivo e in solitaria. Sono le otto e la città ancora dorme a conferma che gli spagnoli, anzi i catalani (attenzione che odiano essere definiti spagnoli) amano la vita comoda, del resto anche i supermercati qui aprono con comodo verso le 9:30. Fatta la colazione scendiamo le ripide e pericolose scale del nostro appartamento, oggi ancora Barri Gotic anche se facendo uno strano giro credendo di accorciare ci ritroviamo nell’adiacente quartiere della Ribera a visitare S. Maria del Mar l’altra grande chiesa di Barcellona anch’essa gotica, bella sopratutto nella facciata. Poi ci dirigiamo come era previsto verso la Rambla all’altezza del mercato della Boqueria, il più grande e famoso della città, molto simile all’interno a quello di Santa Caterina, ma molto più affollato e caotico. Qui in mezzo a tanta frutta prendiamo una spremuta di ananas. Scendendo per le Rambla visitiamo il Palau Guell che seppur da anni in restauro e consentito di accedere gratuitamente al piano terra e al piano interrato, peccato non aver potuto vedere i piani superiori e i comignoli decisamente le zone più belle di questo palazzo realizzato dal solito Gaudi per il solito Guell grande riccone e appassionato d’arte di Barcellona.

La visita successiva è al vicino teatro del Liceu (8,00 a testa). Poche persone lo visitano ma è davvero bello. Una guida in inglese e spagnolo ci fa vedere le varie sale e sopratutto ovviamente il teatro. Dalla tribuna superiore abbiamo osservato la bellissima sala dove si sono esibiti alcuni dei più grandi artisti del mondo.

Prima di rientrare vediamo il Museo di Storia della Città posto nel complesso monumentale di Placa del Re, antica sede dei sovrani di Aragona. Nel museo si può ripercorrere la storia della città dai reperti romani della vecchia Barcino nel sottosuolo agli edifici esistenti di epoca medievale come il Salo de Tinell e la Cappella Reial di S.Agata e il Mirador. Un museo molto interessante, gratuito con la card. Come al solito con un paio d’ore di ritardo rientriamo per un breve riposino prima dell’uscita pomeridiana. Intorno alle 17,30 siamo già al Museo Marittimo (gratuito il 1° sabato pomeriggio del mese) dove si ripercorre la storia delle imbarcazioni, delle grandi scoperte geografiche e della Barcellona marinara. Particolarmente bella la ricostruzione di un galeone spagnolo in scala reale perfettamente visitabile. Non perderemo troppo tempo in questo museo, dove eravamo accompagnati da un audioguida, museo realizzato all’interno dell’antico arsenale della città perfettamente restaurato. Tramite una cremagliera e una funivia giungiamo al Montjuic e già arrivarci in questo modo è un’attrattiva. Dalla cima di ammira un bellissimo panorama sulla città e sull’immenso porto commerciale. Il colle è sovrastato dall’omonimo Castello perfettamente conservato e oggi sede del poco interessante Museo Militare che infatti non visiteremo. Verso le 20,30 riscendiamo, ci rechiamo al Maremagnum questo grande centro commerciale e di ritrovo realizzato proprio in mezzo al porto vecchio Port Vell. Visita d’obbligo all’Aquarium. E’ senza dubbio un gran bell’acquario, Irene si divertirà molto seppur caro (16,00 E a testa con riduzione). Certo noi abbiamo visto lo splendido acquario di Hong Kong davvero insuperabile, ma anche questo ha le sue attrazioni, sopratutto una grande vasca con tanti squali di grandi dimensioni che si attraversa tramite un tunnel di vetro. La cena si consuma intorno alle 23 al Maremagnum al primo ristorante che capita, Irene era piuttosto affamata ed impaziente di andare a ristorante. Abbiamo pagato molto circa 50,00 E pur limitandoci molto, i ravioli ordinati erano solo quattro per piatto!!! e niente a che vedere con i nostri ravioli. Pazienza, vale come insegnamento, bisogna sempre andare nei posti giusti conosciuti anche tramite web. Finisce così un’altra bellissima giornata a Barcellona.

Domenica

Oggi ancora centro storico, quartiere de la Ribera, molto vicino al nostro appartamento che si dimostra ancora una volta una volta una scelta azzeccata. Purtroppo però non possiamo non notare che spesso i vicoletti sono degli autentici gabinetti all’aperto, malgrado le frequenti pulizie e lavaggi di strade con tanto di detersivi. Ci dirigiamo subito verso il Palau della Musica che apre alle 10, fortunatamente non c’è bisogno di prenotare la visita, come molti paventavano, ma entriamo subito con un piccolo gruppo. Prima però c’è il tempo di osservarlo esteriormente sebbene quasi nascosto dagli stretti vicoli. Bellissime le facciate moderniste del palazzo di Montaner un tripudio di ceramiche, mattoni e ferro battuto. Già l’ingresso è sontuoso con una bellissima scala. Una guida in inglese ci accompagna. Devio dire che tutto sommato riesco a comprendere discretamente la guida anche perché conosco la storia del teatro. Dopo un bel video che ripercuote la storia del teatro, saliamo su e passando da un salone con vetrate che danno sulla facciata principale, entriamo prima dal basso nella sala del teatro. Bellissima l’unica al mondo illuminata da luce naturale. Una meraviglia che d’altronde avevo intuito nelle poche foto che circolano su internet, confermate dall’assoluto divieto di fotografare. Dopo un saggio di ascolto dell’organo e dopo che la guida ci parla dei problemi di acustica del teatro anche per i vetri presenti, saliamo sulle tribune in alto sedendoci in comodissime poltrone rosse, che comodo questo tour! E’ così finisce questa splendida visita assolutamente imperdibile per chi và a Barcellona, ma che in effetti la maggior parte dei turisti non vede.

Visita successiva al vicino Museo di Picasso in Carre de Montcada. Si fa un po’ di fila anche perché prima domenica del mese gratuito. Raccoglie le opere giovanili del maestro dall’adolescenza ai 25 30 anni di cui alcuni trascorsi proprio qui a Barcellona. Son quadri diciamo con uno stile quasi normale che raffigurano i propri genitori o paesaggi noti al pittore. In effetti pochi sono quelli che si potrebbero individuare come opere del Picasso, conosciuto per un arte ben più astratta e moderna. Sono comunque presenti alcuni quadri realizzati in età più avanzata. Interessante la visita sebbene disturbata dall’eccessiva folla. Belli gli edifici e i cortili medievali del museo. Ci avviamo poi in Placa S.Jaime o San Giacomo prima però ci fermiamo a “La Caffeteria” all’angolo con via Laietana per un bel sandwich, mentre Irene prende una granita (15,00 in tutto). Ritorneremo altre volte in questo bel locale per dei caffè sopratutto nelle mie belle uscite mattutine solitarie. Oggi è Domenica è alle 12:00 c’era lo spettacolo dei carillon. Si poteva ascoltare presso un cortile del Palau de la Generalitad che in qualche modo abbiamo cosi modo di vedere nel suo bel cortile dei Taroges. L’ascolto però dopo pochi minuti si rivela….. tremendamente noioso tanto che in una pausa lasciamo con disinvoltura il cortile. Proprio di fronte alla Generalitad la Domenica c’è la possibilità di visitare l’Ajuntament il palazzo di Città. Ovviamente cogliamo al volo l’occasione, del resto ampiamente programmata e per altro gratuita. Il palazzo merita veramente con il suo bellissimo Salon de Cent, meraviglioso e la più piccola Sala de la Reina Recent dove ancora si svolgoni i consigli comunali. Nell’atrio oltre la bellissima Escale d’Onore e presente una scultura del Mirò. Merita assolutamente la visita. Dopo il solito riposo pomeridiano, questa volta anche Irene crolla e prende sonno, ci avviamo verso un’escursione più lontana. Ci dirigiamo in metro verso Placa Catalunya e da qui col bus 24 giungiamo direttamente all’ingresso del Parc Guell nella sua parte alta. Ingresso gratuito, prendiamo un bel gelato algida che anche qui in Spagna si trovano seppur con un’ altro marchio. All’entrata del parco c’è subito la casa Museo Gaudi (5,00 a testa) piccola ma piena di mobili originali, alcuni provenienti da Casa Batllò, con una bellissima vista sulla città. Proseguendo nel parco giungiamo allo spiazzo panoramico con la famosa panchina più lunga del mondo del Gaudì, sinuosa curvilinea rivestita in ceramiche tipiche moderniste. Scendiamo ancora e passiamo sotto il colonnato in pietra alcune volutamente distorte, sui tetti alcuni grandi piatti in ceramica del Gaudì. Alla fine giungiamo all’ entrata principale del parco quella più bassa con il caratteristico drago del Gaudì emblema della città e meta di tantissime foto. Da Parc Guell ci spostiamo verso il Monte Tibidabo e visto il ritardo prendiamo un taxi che a Barcellona sono abbastanza economici, con 6,00 E ci porta alla fermata del Tramvia Blu, caratteristico tram storico del primo novecento che ci fa salire fino alla fermata della cremagliera del Tibidabo. Non siamo in molti a salire vista l’ora, quasi le 20, ma ci avviamo ugualmente. All’arrivo, praticamente sul parco visitiamo la Chiesa del Sacro Cuore, simile a quella di Parigi seppur più modesta. In realtà sono due chiese una sopra l’ altra, una in basso in perfetto stile modernista come facciata e bella negli interni. Quella superiore purtroppo è già chiusa, si poteva accedere tramite un ascensore e poi si poteva salire fino alla statua del Redentore che sovrasta la chiesa. Ma l’interesse di Irene era sopratutto per il Parco del Tibidabo. Entriamo facendo dei biglietti singoli (in tutto 12 biglietti per 24,00 E) e proviamo tutti insieme la storica ruota panoramica e alcune giostre a bilanciere. Sono delle belle emozioni anche per noi grandicelli perché il parco è veramente in posizione strategica a strapiombo con una meravigliosa vista sulla città.

Lunedì

Consueta sveglia mattutina per me, ma l’ormai solita passeggiata per le vie del centro, questa volta ho preso sonno e non c’è il tempo di farla… del resto siamo in vacanza. Si doveva prendere un treno alla stazione di Placa Espania alle 8,36 ma non c’è la faremo, prenderemo quello successivo, visto che c’è ne uno ogni ora. A proposito il treno ci porterà a circa 50 km da Barcellona al bellissimo Monastero di Montserrat. Il treno parte puntuale, facciamo il biglietto cumulativo con la cremagliera e le altre due più piccole del Monastero per un totale di 20,00 a testa. Dopo circa un’ ora siamo alla stazione di partenza della cremagliera che si inerpica sulla montagna per circa 20 minuti. Importante aver trovato sempre posti a sedere per un viaggio tranquillo e senza stanchezza, pur essendo i mezzi abbastanza pieni. Il cielo è anche oggi coperto, ma non minaccia pioggia, anche se qualche gocciolina all’arrivo c’è. La temperatura è fresca il che non dispiace. Il monastero è imponente, dopo un piccolo rinfresco al bel self service e una visita ai negozi e ai… bagni saliamo al monastero che ha una bella facciata che da in un cortile interno dove c’è la bellissima facciata della chiesa vera e propria. Alle 10,30 si apre l’accesso laterale per arrivare fin dietro l’altare per la visita della Madonna seduta, bruna, che è la Santa protettrice della Catalogna. La fila è notevole, occorrerà più di mezzora per attraversare il cortile, la navata laterale destra della bellissima chiesa che nel frattempo abbiamo modo di ammirare, fino a giungere dopo alcuni strette scalette al cospetto della Madonna dove ci si poteva fermare per un breve istante e toccare la statua. Da qui tramite una piccola finestra si poteva osservare l’intera chiesa da dietro l’altare. Davvero una esperienza emozionante e toccante. Riusciti dal lato opposto rientriamo in chiesa per riposarci un po’ ed osservarla più attentamente nella sua bellezza e notando l’interminabile fila di persone che passa attorno alla Madonna. Avendo già preso in precedenza un panino al self service, decidiamo essendo ancora le 12,30 di salare con la funivia al Sentiero di S.Joan molto più su rispetto al monastero che si potrà osservare dall’alto. Un percorso a piedi di circa 30 minuti dove regna una grande tranquillità e non eccessivamente pesante seppur in salita ci porta ai vecchi rifugi degli eremiti che qui un tempo vivevano, ormai abbandonati. Scendiamo nuovamente giù al monastero e un po’ stanchi facciamo il pranzo al self service non troppo affollato intorno alle 14, con una spesa totale di 30,00. Ricaricati di energia prendiamo la seconda funivia che scende verso il basso portandoci all’inizio di un percorso a piedi lungo la montagna di circa 20 minuti che con diversi sali scendi e intervallato con le tradizionali tredici stazioni della Via Crucis alcune molto belle, realizzate da alcuni grandi architetti del modernismo spagnolo tra cui Montaner e Gaudì. Giungiamo così alla Santa Cova dove una replica della Madonna è posta esattamente nel posto in cui apparve la prima volta. Si ritorna nuovamente al Monastero e qui attendiamo le 19 circa per la partenza della cremagliera per il ritorno. L’escursione a Montserrat la consiglio a tutti, l’atmosfera di pace, tranquillità e serenità che trasmette ci ha contagiati regalandoci un giorno assolutamente di puro rilassamento. Verso le 21,00 giungiamo a casa tutto sommato riposati per il tempo trascorso seduti in treno e metro. Per cui il tempo di cambiarsi e una doccia e usciamo. A piedi raggiungiamo Placa Reial adiacente alla Rambla. Al vicino ristorante “La Fonda” famosissimo su internet. Stranamente non c’è la solita fila fuori, pur essendo affollato il locale troviamo subito un tavolo. Io ordino cannelloni, poi si ordina l’inevitabile Paella e si proverà pure la crema catalana che in verità non troviamo buonissima. La cena come nelle previsioni è eccellente e ci lascia assolutamente soddisfatti anche nel prezzo (totale di 43,00 E). Bello anche il locale strutturato su due piani.

Martedì

Oggi visita della zona Example dove regna il Modernismo dei grandi architetti spagnoli di fine ottocento inizio novecento; Gaudì, Montaner Gafadalch ecc. Usciamo dalla metro proprio a metà di Passaig de Gracia all’altezza della Manzana della Discordia i tre edifici dei tre architetti menzionati sopra quasi in contrapposizione tra di loro. Uno di questi è purtroppo in restauro, in ogni caso l’unico visitabile è Casa Batllò del Gaudi che visitiamo malgrado il pesante biglietto 32,40 totale. Questa realizzazione del Gaudi rispetta un po’ tutti i canoni dello stile modernista, ceramiche, ferro battuto, mattoni a facce vista e tante vetrate e ovviamente tipico del Gaudì l’assenza di linee rette. L’edificio solo in parte è visitabile vengono fornite delle audioguide che utilizzeremo con opportuni tagli. Bella, ma sicuramente meno di Casa Milà o La Perdrera, dove in effetti c’è molta più coda da fare per entrare e il biglietto è più modesto 12,80 totali con lo sconto. Prima di raggiungerla facciamo uno spuntino sulla via in un bel locale dove tutto è molto caro, per un paio di panini e da bere spendiamo 13,00 E. La visita a La Pedrera dura quasi un’ora con l’ausilio di audioguida si visitano molte zone del palazzo tra cui ovviamente anche il tetto con i suoi caratteristici comignoli che sembrano dei soldati di un esercito. Dal tetto molto bello anche il panorama sulla città su cui spiccano la vicina Sagrada e la Cattedrale. Tutto è in stilo Gaudi anche l’arredamento e gli infissi. Davvero una bella casa, senz’altro tra le più originali mai viste. Genio e sregolatezza di un grande architetto. Fattosi ormai ora di pranzo, ma considerato che l’Ospedale San Pau chiudeva intorno le 14 lo raggiungiamo velocemente con un taxi (circa 5,00) che ci lascia davanti al famoso ospedale. Detto così sembra quasi un… ricovero d’urgenza, ma è solo una visita… turistica. In effetti è proprio strano visitare un ospedale tuttora pienamente operativo, ma è davvero particolare, dubito che possano esistere al mondo altre strutture ospedaliere con un così alto valore artistico. E’ un opera del Montaner che comincio ad apprezzare forse ancor di più del suo grande e più famoso antagonista Gaudi. In realtà si visita solo parzialmente e gratuitamente. In pratica si osserva la facciata d’ingresso in perfetto stile modernista con richiami orientali, entrati, un grande cortile con giardino dove si affacciano le varie cliniche, ancora oggi è considerato un ospedale modello. Si può anche sbirciare anche in un corridoio laterale dell’atrio d’ingresso, tutto a vetrate, riccamente affrescato direi quasi in stile rinascimentale. Sono quasi le due del pomeriggio e rimane da vedere ancora quello che ormai è divenuto il simbolo di Barcellona, la Sagrada Familia che si trova proprio dirimpetto a un grande viale all’ospedale di San Pau. Vista la stanchezza prendiamo comunque la metro che con una sola fermata ci porta proprio accanto l’ingresso della chiesa o per lo meno della futura chiesa visto che la fine dei lavori è ancora lontana. Manca ancora il campanile principale, il più alto, ma la maestosità dell’opera si coglie in pieno sebbene sia difficoltoso trovare un punto dove si può osservare completamente. L’avevamo intravista spesso osservando la città dai vari punti panoramici e si distingueva subito da tutto il resto. Vederla da vicino è ancor più impressionante, da far girare la testa. Non c’è problema di grandi file per entrare (24,00 con sconto ) mentre lunghissima è quella per il campanile che infatti eviteremo, sembra destino ormai in questo viaggio che non saliremo mai in alto nei vari campanili della città, nella Colonna di Colombo e al Colserola. Poco male, l’importante è che stiamo riuscendo a vedere praticamente tutto quello che c’è da vedere a Barcellona. La Sagrada Famila è un cantiere aperto al pubblico, iniziati nei primi anni del Novecento si parla ancora di 20 30 anni di lavori per il completamento ma qualcuno dice che mai sarà ultimata ed il suo fascino è pure in questo. Certo si può notare come la facciata ideata e completata dal Gaudi sia molto diversa da quelle successive, ma comunque la mano è sua e anche gli attuali architetti cercano di rifarsi allo stile dell’Architetto di Dio. Gli interni incredibilmente spaziosi e sovrastati da imponenti colonne curvilinee sono ancora spoglie e dominate da un fitto intreccio di impalcature. Sostiamo brevemente seduti all’interno mentre assistiamo ad un cambio di turno degli operai. Una volta usciti decidiamo titubanti di entrare in un vicino fast food provando qualcosa di nuovo, niente Mac ma Lactuca dove all’esterno si parla di un invitante menù completo di 8,90 Euro. Nel tardo pomeriggio alle 18.00 usciamo per una tranquilla passeggiata al parco della Cittadella del resto molto vicino al nostro appartamento. Vediamo i vari edifici che contraddistinguono il parco costruito dove un tempo c’era una vecchia fortezza militare. Sono presenti i musei di zoologia e di scienze Biologiche delle antiche serre ed il Parlamento catalano con la bella statua della Sconsolata. Ma la cosa che ci attrae di più e la grande cascata seppur non in funzione e parzialmente in restauro, poi un grande mammut dove facciamo delle foto, ma sopratutto un grande laghetto immerso nel verde con acqua verdissima dove si noleggiano delle barchette per delle uscite romantiche che puntualmente facciamo (6,00 per 30 minuti). Irene si diverte tantissimo in questo giretto e i 30 minuti passano davvero in fretta, tra qualche foto e qualche risata. Scendendo per il parco giungiamo all’ingresso dello zoo ormai chiuso, ma sbirciando si riesce a intravedere qualche animale, tante che Irene che inizialmente contraria alla visita decide che vuole per forza vederlo, cosa che ci riuscirà di fare solo l’ultimo giorno. In serata, ma ricordo che a Barcellona fa buio verso le 22,30 in questo periodo decidiamo verso le 20,30 di raggiungere in taxi (5,00) la zona ancora inesplorata del Porto Olimpico. Profondamente ristrutturata per le Olimpiadi come del resto tante cose a Barcellona è caratterizzata dalla presenza di due grandi grattacieli e dalla enorme scultura del Peix, realizzata dallo stesso autore del famoso museo Guggelmein di Bilbao. Mi aspettavo di meglio da questa zona, ricca di ristoranti e comunque molto elegante. Tra la gente tranquillamente ci passa accanto un uomo di mezza eta completamente nudo, facciamo di tutto per distrarre Irene. Riprendiamo la metro dietro il porto olimpico in una grande piazza con delle sculture moderne e rientriamo sulla Rambla dove trascorriamo la serata. Continuando con la nostra tradizione di mangiare sulla via più prestigiosa delle città che visitiamo, così per puro sfizio, decidiamo di provare le famose tapas ovvero gli assaggini assortiti di vario tipo, seduti tranquillamente in uno dei tanti ristorante sul viale. La tradizione è stata ancora una volta rispettata anche a Barcellona, ma per la verità non rimarremo certo soddisfatti né dalla qualità del cibo, poco e di non eccelso gusto, né dal conto piuttosto salato ben 59 Euro di cui ben 10 solo per un piccolo calice di sangria. L’insegnamento sarà quello di andare a mangiare sempre nei posti conosciuti e studiati, piuttosto che improvvisati.

Mercoledì

Oggi doveva essere la giornata dedicata nelle previsioni al Parco attrazioni Port Aventura, ma con saggia e ben accolta decisione di Irene si è preferito annullarla per dedicare più tempo a Barcellona e avere così un po’ più di spazio per lo shopping ed inoltre avremmo avuto così la possibilità di vedere lo zoo. In realtà da vedere ci restano ancora pochissime cose tra cui il Nou Camp il famosissimo stadio del Barca. Una visita a cui tenevo tantissimo e che quasi rischiava di saltare. Con la metro raggiungiamo la zona Nord di Barcellona piuttosto lontana dal centro, sbuchiamo proprio davanti il Palau Reial di Petralbes, sull’immensa Av.Diagonal. Questo palazzo è la residenza dei sovrani di Spagna qui a Barcellona durante le loro visite ed è sede di un Museo di cui per ora mi sfugge il nome, ma che comunque non vedremo, peccato non poter visitare le belle stanze interne. Ci limitiamo a osservare il bel parco ed il cortile d’ingresso del bel palazzo anche se per una residenza reale ci si può aspettare decisamente di più. Io gironzolo per il parco alla ricerca lungo il recinto della Finca Guell con il famoso cancello con il drago del Gaudi che però non sono riuscito a trovare visto il poco tempo a disposizione. Usciti dal Palau ci dirigiamo a piedi verso lo stadio, sotto un sole cocente e fa parecchio caldo Lungo la strada si fa ironia sul fatto di andare a visitare uno stadio e mia moglie è sicura che saremo i soli a fare una cosa del genere. In realtà non sarà così, del resto è la quinta attrazione più visitata della città. Infatti non siamo certo soli e nel corso della mattinata aumenterà tantissimo la gente in coda per visitare lo stadio. C’è l’atmosfera di una partita di calcio, molti entrano con addosso la maglia della propria squadra, un gruppo numeroso ha quella della Croazia. Il biglietto è veramente pesante anche perché non possiamo più usufruire dello sconto (17,00 E per gli adulti e 14,00 E per i minori). Il tour comprende la visione di un video tridimensionale di grande effetto e sopratutto la visita degli spogliatoi, palestra,sala stampa accesso alle varie tribune e l’ingresso ai bordi del campo proprio accanto le splendide panchine del Barca. Una visita che ho trovato molto bella, emozionante guardare dal basso il monumentale stadio, immenso del resto è il più grande d’Europa. Interessante anche il museo, ben fatto e che oltre i vari trofei tra cui una prestigiosa Coppa dei Campioni, l’unica vinta contro la Samp, anche reliquie di grandi campioni, come scarpe e magliette e antichi palloni in cuoio. Presente alla fine anche il modellino del nuovo Nou Camp visto che presto sarà profondamente ristrutturato con la realizzazione di una copertura in stile quasi Gaudiano realizzata dal grande architetto Norman Foster autore a Barcellona anche della Torre di Colserola. Lasciato lo stadio e dopo essere entrati al grande Store ufficiale del Barcellona, affollatissimo di turisti che comprano di tutto in primis le magliette di Ronaldinho e pensare che da lì a pochi giorni sarebbe passato al Milan, al momento non è dato sapere che risultati tecnici darà, ma di sicuro sarà comunque un successo mediatico per il Milan.

Dopo una carissima Coca e un gelato avendo ormai esaurito tutto il programma rientriamo in pieno centro a Placa Catalunya. Ora tutto il tempo a disposizione della giornata è libero e da dedicare allo shopping, ammesso che ci fosse qualcosa da comprare. Prima di entrare al grande magazzino “El Cort Engles” visto che ormai erano le 13 decidiamo di mangiare al vicino Mac di Av Portal Angel , dove eravamo stati altre volte. Poi evitando il nostro solito ritorno a casa, entriamo al grande magazzino dove passeremo un paio d’ore. Sono circa 10 piani dove ovviamente si trova di tutto. Particolarmente ricco il reparto abbigliamento dove inevitabile comprare qualcosa per Irene piuttosto capricciosa questa volta. Le due ore passano in fretta e dopo essere arrivati all’ultimo piano con ristorante bar panoramico su Placa Catalunya ridiscendiamo ed a piedi raggiungiamo casa intorno le 17,00 e quindi stanchissimi. Intorno le 20 usciamo per la nostra ultima serata sulla Rambla che raggiungiamo a piedi. Decidiamo di mangiare a ristorante e quindi per evitare brutte sorprese andiamo a Placa Reial, qui al Quinz nitz la fila era già notevole per cui ci dirigiamo al vicino La Fonda dove entriamo dopo una breve fila di 15 minuti. Proviamo il fideja un piatto tipico con spaghettini fini e tagliati cortissimi cotto sempre in padella con condimento simile alla paella, buonissimi. Ancora paella per me, tutto molto soddisfacente.

Giovedì

Ultimo giorno con ancora mezza giornata da passare a Barcellona. Come da accordi presi con il proprietario dell’appartamento, dobbiamo lasciarlo alle 13,30 concedendoci la possibilità di lasciare le valigie fino a quell’ora. Come promesso ad Irene la mattinata è dedicata alla visita dello zoo, sinceramente avremmo preferito passeggiare per le vie del centro, ma le promesse son promesse e d’altronde Irene aveva già rinunciato al Parco, quindi non potevamo tirarci indietro. Lo zoo dapprima semivuoto con il passare dei minuti si popola di ragazzini, di scolaresche, strano essendo estate. Particolarmente simpatica una lunga fila di bambini piccolissimi letteralmente attaccati fra di loro , davvero buffi, bastava che uno cascasse che si tirava tutti gli altri come un domino. Lo zoo è molto esteso, fa un gran caldo e la ricca vegetazione ci ripara. C’è di tutto all’interno, praticamente tutti gli animali più noti e molti di cui non conosciamo il nome. E’ uno zoo moderno dove sono state abbattute nei limiti del possibile barriere e gabbie, anche alcuni animali feroci sono separati solo da grandi fossati. Malgrado ciò personalmente mi incute una certa tristezza nel vedere animali che avrebbero bisogno di ben altri spazi e ambienti, come i pinguini, i canguri, i leoni, anche se ovviamente si tratta sempre di animali nati e cresciuti in cattività. Particolarmente bello ed interessante per Irene lo spettacolo del delfinario in una grande piscina coperta dopo averli visti anche sott’acqua. Una ventina di minuti di spettacolo in cui un paio di delfini simpaticissimi si esibivano nei loro tipici salti. Molto esteso il rettilario e anche la zona dei volatili con bellissimi esemplari di pappagalli.

Finisce così un’altra gran bella gita in una città che ci ha confermato tutte le buone impressioni che mi ero fatto lungo la preparazione del viaggio. Città di grande appeal per i turisti, molto accogliente, divertente e davvero ricca di cose da vedere. Non l’abbiamo trovata affatto pericolosa come a volte ho letto, per lo meno non più di una qualsiasi grande città italiana, piuttosto bellissima l’atmosfera così gioiosa e rilassante che si respira nelle sue vie. Merita sicuramente 7 giorni anzi forse meglio 8 per chi è abituato a ritmi più lenti in gita. Da non perdere comunque l’escursione a Montserrat, un peccato non andarci se si è a Barcellona. Da evitare assolutamente la macchina, la città offre trasporti che purtroppo in Italia ci possiamo solo sognare, del resto tutta la città ha avuto una grande crescita in questi ultimi anni, diventando una delle mete preferite dai turisti e grazie a Ryanair pensiamo già di tornarci anche per dei fugaci weekend. Hola Barcelona.

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Cattedrale

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Poble Espaniol

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Fontana Magica e Palau Nacional

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Montjuic

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Montserrat

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Boqueria

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Museo Marittimo

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Parc Guell



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