Barcellona “in concentrato”

Arte, buon cibo, vino e indirizzi imperdibili
Scritto da: steber
barcellona in concentrato
Partenza il: 15/07/2010
Ritorno il: 18/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Voglia di staccare dalla routine e scoprire l’arte, la cultura, il buon cibo e il buon vino di una capitale vicina a noi: la scelta è caduta su Barcellona, la bella “capitale” della Catalogna! Una città dove l’antico, il moderno e i capolavori del Modernismo novecentesco si fondono in un caleidoscopio di linee, immagini e colori; il luogo perfetto, insomma, per chi ama l’arte in tutte le sue espressioni! L’itinerario: PLACETA DEL PI-PLAZA SANT JOSEM ORIOL- CHIESA DI SANTA MARIA DEL PI-PALAU GUELL-MERCAT DE LA BOQUERIA-PLAÇA REIAL-CATTEDRALE DELLA SANTA CROCE E SANT’EULALIA-PALAU DE LA GENERALITAT-CASA DE LA CIUTAT-RAMBLAS-MIRADOR DE COLON-PORT VELL–ACQUARIUM- ANTICA CASA FIGUERES–CASA CUADROS-PASSEIG DE GRACIA-CASA BATLLÓ-CASA LLEÓ MORERA-CASA AMATLLER-EDITORIALE MONTANER I SIMON-SAGRADA FAMILIA-EL POBLE ESPANYOL DE MONTJIUC-FONTANA MAGICA DE MONTJIUC- CASA MILA’(“LA PREDERA”)-CASA DE LES PUNXES–PLAZA CATALUNYA-PARC GUELL-CASA MUSEO GAUDÌ-MUSEO MARITTIMO-PALAU DELLA MUSICA CATALANA-CASA MARTI’–PLACA DEL REI-MUSEO PICASSO-FONTANELLA DI CANALETES Ci regaliamo 4gg. di confort e relativo “lusso”: prenotiamo un bel pacchettino su Expedia, grazie al quale voliamo Iberia (dritti sull’aeroporto della città) e pernottiamo in un piacevole hotel in centro! I 4 gg. che seguiranno saranno all’insegna di un tour artistico super-classico, senza dimenticare pasticcerie, negozi e ristoranti imperdibili! 1° giorno: PLACETA DEL PI-PLAZA SANT JOSEM ORIOL- CHIESA DI SANTA MARIA DEL PI-PALAU GUELL-MERCAT DE LA BOQUERIA-PLAÇA REIAL – CATTEDRALE DELLA SANTA CROCE E SANT’EULALIA – PALAU DE LA GENERALITAT – CASA DE LA CIUTAT-RAMBLAS-MIRADOR DE COLON-PORT VELL–ACQUARIUM Volo A/R con Iberia (da Bologna 80minuti). Rispetto a compagnie low cost la compagnia di bandiera spagnola ha il grande pregio di farci atterrare in città, all’Aeroporto Internazionale EL PRAT (sigla BCN). Da qui in una dozzina di km si e’ già in centro città, raggiungibile in treno, aerobus, taxi. Noi abbiamo scelto di muoverci col trenino. Abbiamo acquistato la BARCELLONA CARD (http://www.barcelona-tourist-guide.com/it/generale/barcelona-card.html), una tessera che permette di viaggiare illimitatamente su metropolitana, autobus e, appunto, il trenino che collega centro città/Aeroporto Internazionale. La Barcelona Card offre poi sconti sull’entrata a molti famosi musei e gallerie d’arte, ristoranti, negozi e spettacoli musicali. Il costo dipende dalla durata: per 4gg costa 37, 50 euro. Non economicissima, specie in una città dove poi la metro non la si usa così tanto, ma indubbiamente comoda. La si ritira presso l’ufficio del Turisme de Barcelona ai terminal T1 (accanto alla cappella) e al T2B (davanti agli Arrivi) dalle 9.00 alle 21.00. Noi siamo atterrati al Terminal1; da qui, con un bus verde gratuito, raggiungiamo in pochi minuti il Terminal2 dell’aeroporto, da dove parte il trenino RENFE che porta in centro città. Il treno RENFE passa circa ogni 30 minuti e il viaggio dura circa 25 minuti. Si scende a Barcelona Sants, dove si trovano tutte le fermate della metropolitana. In metro la “regola” per oltrepassare i cancelli di entrata è: inserire biglietto sulla sinistra e passare sulla destra. Solo in caso di porte scorrevoli di vetro il biglietto va a destra e si passa sulla sinistra (es metro fermata Catalunya e stazione dei treni RENFE di Barcelona Sants). In alternativa alla Barcellona Card conviene acquistare: o il T10, un carnet di 10 biglietti non nominativi al prezzo di € 7,85, validi per tragitti nella zona1, quella dove si trovano la maggior parte delle cose da visitare. Lo si acquista in qualsiasi fermata della metropolitana e in aeroporto, all’entrata del treno RENFE. Oppure esistono TRAVEL CARD (abbonamenti) per 2/3/4/5 giorni che costano dagli 11 ai 24 euro cad. O viaggiare sui bus turistici rossi a due piani. La metro di Barcellona, semplice e comoda (ma quanto è bollente, in estate, pare di scendere agli Inferi!), funziona dalle 5 alle 24 di sera. Il ns hotel si trova nel centro storico della città (metro: Liceu): Hotel Regencia Colon (http://www.hotelregenciacolon.com/eng/hotel/index.asp), in Carrer Sagristans n.13/17, scelto per la posizione centralissima (accanto alla Cattedrale di Barcellona, pochi minuti dalle Ramblas) e gli ottimi giudizi trovati on line. Effettivamente ottimo quanto silenzio, pulizia e posizione! Siamo nel distretto della Ciutat Vella che comprende tutto il centro storico di Barcellona. Nei suoi 5km² scarsi si trovano gli antichi quartieri del Raval, Barrio Gótico, La Ribera e moltissimi dei luoghi più celebri di Barcellona, come Placa Catalunya, la Cattedrale, Palau Guell, l’Hospital de la Santa Creu, il Museo Picasso, il Palau de la Musica Catalana, la Boqueria… Partiamo alla scoperta dell’antico BARRI GÓTIC, il quartiere che rappresenta il cuore storico, politico e culturale della capitale catalana, un labirinto di viuzze strette e piazzette. E’ qui che sorgeva l’originario nucleo romano della città, di cui resta testimonianza nella muraglia ancora quasi interamente conservata. Grandi sviluppo ebbe poi la città in epoca medioevale, gotica appunto. Due luoghi tra loro confinanti e complementari sono la PLACETA DEL PI e PLAZA SANT JOSEM ORIOL, vivaci grazie ai bar con tavolini all’aperto e artisti da strada che si esibiscono o vendono le loro creazioni. Noi abbiamo anche trovato un mercato con prodotti gastronomici della zona (confetture, miele, formaggi…). Qui si trova la CHIESA DI SANTA MARIA DEL PI, un gioiello con uno dei rosoni più grandi del mondo, sorta, secondo la leggenda, nel luogo dove un povero pescatore nel X secolo vide l’immagine della Madonna nel legno di un pino (il “pi”, appunto) tagliato per costruire la sua barca da pesca. Da qui stradine strette e caratteristiche come Carrer de la Palla e Carrer del Pi portano alla Cattedrale. Da segnalare in questo quartiere alcuni negozi interessanti come Vila Viniteca (carter Agullers n.7/9) per vini e cava; Casa Gispert (carter Sombreres n.23) per il caffè e la frutta fresca; La Pineda (carrer del Pi n.16) per formaggi e salumi tipici; la lloca dido (pi 8) bottega di tradizionali giochi in legno, “Caelum” (in carrer de la Palla 8, una gastronomia-caffetteria che vende prodotti dei conventi; Les mil i una nines (Ramon y Caial 158) con bambole e case di bambole; Creacions Umbert (cardenal Casanas 19) per bavaglini, cappellini e abitini da bebè. Sistemati i bagagli in hotel, partiamo in direzione RAMBLAS. Il nome deriva dall’ arabo “ram-la”, cioè “arenile, torrente”, perché originariamente qui scorreva un torrente costeggiato da muraglie e conventi. Oggi è il famoso viale che taglia il cuore del centro della città, una passeggiata di circa 1,2km che collega Placa Catalunya a Placa Portal de la Peu, la piazza dove sorge il monumento a Colombo, protesa verso la zona portuale di Port Vell. Quello che sembra un vialone pedonale, composto da due strade a senso unico, è in realtà la somma di 5 viali alberati distinti (ognuno ha il suo nome), stracolmi di negozietti per turisti, posticini dove mangiare e bere e 11 chioschi di fine Ottocento che vendono di tutto un po’: cartoline, riviste, giornali, mappe… Non mancano artisti di ogni genere, dalle statue viventi ai musicisti, dai mimi ai ritrattisti, dai venditori ambulanti alle cartomanti, senza dimenticare i borseggiatori! Tre sono le fermate della metro sulle Ramblas: Catalunya a nord, Liceu grossomodo nel mezzo e Drassanes in direzione porto. Il nostro itinerario parte da Calle Nou de la Rambla, dove si trova PALAU GUELL sito: http://www.palauguell.cat/ Indirizzo: Nou de la Rambla, 3 – 5 Metro: Liceu ATTENZIONE! CHIUSO PER RESTAURI SINO AD APR2011 Tra i primi capolavori di Gaudì, nominato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, Palazzo Guell risale al 1886/89 e porta il nome del suo proprietario, il ricco industriale tessile Eusebi Güell. Gaudì e Guell si erano conosciuti all’Esposizione Universale di Parigi del 1878 ed erano subito divenuti amici. Nel 1886 Güell commissionò dunque all’amico la costruzione di questo palazzo, un incarico veramente importante per un giovane architetto. Si trattava di costruire un originale ala per ospiti nonché edificio per ricevimenti annesso al palazzo principale dei Guell. Gaudì ce la fece in tre anni e raggiunse la notorietà! Attuò una rivoluzione scegliendo materiali poveri (ferro, mattoni a vista, semplice pietra) per una casa di ricchi e realizzò un ingresso incredibile: poggiò alla facciata due smisurati portali di ferro battuto, esagerati per le dimensioni dell’edificio, al fine di farlo sembrare più imponente. I lavori di ristrutturazione ci permettono di vedere parte della facciata. Alla prossima volta per ammirare l’interno, dove alcune stanze sono organizzate su più livelli, come il salone principale per ricevere gli ospiti dell’alta società: l’alto soffitto a cupola è riccamente decorato e presenta dei fori nei quali, di notte, venivano poste delle lanterne, così da farlo sembrare un cielo stellato. Non si tratta di una scelta puramente estetica: Gaudì progetto l’interno quasi come un girone dantesco, con un viaggio che parte dall’Inferno (le stalle) sino al Cielo (la cupola). Ci spostiamo verso nord, per il pranzo, nella Rambla dels Flores, sede dello storico Mercato dei Fiori nato nell’Ottocento. Qui si trova anche il famosissimo mercato alimentare di Barcellona.

MERCAT DE SANT JOSEP/LA BOQUERIA sito: http://www.boqueria.info/Eng/index.php Indirizzo: Plaça de la Boqueria Metro: Liceu, (Linea Verde, L3) In estate: Lunedì-Sabato: 08:00-20:30 La Boqueria è uno dei mercati più antichi d’Europa: i primi documenti che ne certificano l’esistenza sono addirittura del XIII secolo! Oggi è il mercato alimentare più bello e famoso di Barcellona e, probabilmente, di tutta la Spagna! Un trionfo di colori e profumi inebriante, 2,500mq. di superficie con bancarelle che vendono frutta, verdura, frutta secca, carne, pesce, molluschi, crostacei, spezie, dolciumi, salumi, formaggi con chioschi di tapas e leccornie varie! E’ il luogo ideale dove consumare un pasto veloce e goloso, all’insegna di macedonie freschissime, favolosi smoothie (frullati di acqua e frutta), churros (bastoncini di frittelle), frittura di pesce… Tentazioni vegetariane all’Organic Market, mentre per chi ama il pesce si segnala il noto Pinotxco bar. Ci spostiamo appena verso sud, nella Rambla dels Caputxins (c’è un convento dei Cappuccini nei dintorni) o del Centro. Qui si trova il GRAN TEATRE DE LICEU (http://www.liceubarcelona.com/), il tempio della lirica di Barcellona, sorto nel 1847, e uno dei più importanti teatri d’opera del mondo. Si affaccia sulla piccola Placa de la Boqueria, dove si trova un colorato mosaico circolare su pavimento di Miró fatto di mattonelle, di cui una con la firma dell’artista. Juan Mirò nacque e visse la sua giovinezza proprio a Barcellona. Famoso per l’uso dei colori primari e la ricerca di forme essenziali, pittore ma anche scultore, a Barcellona si trova il museo a lui dedicato, la Fondazione Mirò. Noi, attraverso il romantico Passatge Bacardì, visitiamo PLACA REIAL, col bel porticato e i palazzi neoclassici intorno, una bella piazzetta con palme e arcate. Piazza Reale conserva i bei lampioni e la fontana centrale, opere di un giovane Gaudì. Caldo e stanchezza hanno la meglio. La visita della città riparte dopo una meritata siesta in hotel!

CATTEDRALE DELLA SANTA CROCE E SANT’EULALIA sito: http://www.catedralbcn.org/ Indirizzo: Avinguda de la Catedral Metro: Liceu lun/sab 8:30-12:30 e 17:15-19 (il chiostro chiude una mezz’ora prima) e dom 9-13 e 17:15-19 Prezzo: 5 euro La Cattedrale di Barcellona è un capolavoro del Gotico catalano e risale al periodo Duecento (inizio lavori)/Quattrocento (fine lavori). La basilica è dedicata a Santa Eulàlia, giovanissima martire uccisa nel 300 d.C. e sepolta nella cripta. Il vero capolavoro della Cattedrale è il bellissimo Coro, al centro della navata centrale, protetto da un recinto rinascimentale i cui rilievi marmorei, raffiguranti scene della vita della Santa, sono di Bartolomè Odorez, allievo del nostro Michelangelo. Da non perdere: nella Cappella del Santissimo Sacramento si trova il cosiddetto “Crocifisso di Lepanto”, un Crocifisso posto sopra l’altare che secondo la tradizione il 7/10/1571 sarebbe stato issato come polena sulla nave di Don Juan d’Austria durante la battaglia vittoriosa contro i Turchi. La leggenda si spinge a dire che la strana forma assunta dal Cristo sarebbe dovuta al fatto che egli si sia mosso per scansare una palla di cannone! Notevole anche il chiostro,dalle belle forme ogivali, terminato nel 1488. Le cappelle circondano tre lati dello stesso e contengono le tombe dei loro fondatori. Il Gabellò de Sant Jordi conserva la Fontana delle Oche, dove si trovano 13 oche bianche, secondo la leggenda somma degli anni della Santa (12) più la sua anima. La Cattedrale fu una delle poche chiese risparmiate dagli anarchici durante la guerra civile! L’itinerario prosegue per Carrer del Bisbe che racchiude il Ponte dei sospiri, realizzato in stile gotico nel 1928. A due passi si trovano poi il PALAU DE LA GENERALITAT, sede della presidenza della Generalitat de Catalunya nonché uno dei pochi edifici di origine medievale in Europa tuttora utilizzato come sede di governo. La magnifica entrata gotica generale ancora originale si trova in Carrer del Bisbe Irurita. La storia della Catalogna inizia nel Medio Evo, nel IX sec., quando Goffredo il Peloso unifica alcune contee sotto il suo controllo, grazie alla sua abilità politica e il sostegno delle alte cariche ecclesiastiche cattoliche. e in quest’epoca nasce appunto la lingua catalana. Il Catalano non è un dialetto dello spagnolo, ma una vera e propria lingua, una lingua romanza che si avvicina alla lingua d’oc parlata nel Medio Evo in Provenza. Di fronte si trova la CASA DE LA CIUTAT o Ajuntament, sede del municipio di Barcellona. La facciata principale risale all’anno 1847, nonostante la sua origine risalga al 1369 quando si cominciò la costruzione del Salone dei Cento, il nucleo originario della storia del municipio. Da qui ci spostiamo verso il mare! Ecco Placa Portal de la Peu, caratterizzata dal MIRADOR DE COLON, monumento a Cristoforo Colombo, molto amato dagli abitanti di Barcellona (da alcuni è ritenuto catalano, anziché ligure!). Si tratta di un enorme monumento posto su una colonna alta 60mt: l’esploratore indica col dito verso l’America. Colombo scelse proprio Barcellona per sbarcare dal suo ritorno dalle Americhe. Un ascensore permette di raggiungerne la cima, da cui si può godere la vista sul porto, la spiaggia e il Barrio Gotico. L’ultimo tratto della Rambla è stato costruito di recente, durante le Olimpiadi del 1992. Si può fare una gradevole passeggiata su Moll de la Fusta, l’ex molo di legno risistemato e abbellito da palme e panchine. O attraversare il ponte sospeso e girevole de la Rambla de Mar e arrivare a PORT VELL, ossia il Porto vecchio di Barcellona, un tempo zona malfamata, oggi decisamente modaiola e accattivante, con Maremagnum, il mega cinema Imax3D (http://www.imaxportvell.com/imax.php) e l’Acquario cittadino. Decidiamo di rilassarci un po’ e visitiamo MAREMAGNUM (http://www.maremagnum.es), un grande centro commerciale comprendente negozi di ogni genere: abbigliamento, calzature, profumi, gioiellerie, accessori, caffetterie, punti mangerecci, disco-pub. Tra l’ovvio (MC DONALD’S , STARBUCKS COFFEE…) e le solite firme (Lacoste, CK, H&M, Disegual…) si segnala “Imaginarium” (http://www.imaginarium.es/), un piccolo e delizioso negozio di giocattoli (con altre sedi sparse in città) al Floor 0, Shop 40. I negozi di Maremagnum sono generalmente aperti tutti i gg (10:00 – 22:00). Ci concediamo una pausa golosa all’IllyCaffè, indirizzo giusto per gustare un buon espresso ma anche un fresco frappé al caffè! Sempre a Port Vell si trova l’ACQUARIUM, altra attrazione super visitata di Barcellona. sito: http://www.aquariumbcn.com/AQUARIUM/index.php?wlang=es Metro: Drassanes (Linea Verde, L3) In estate: h9,30/23, costo 17,50 € Inaugurato nel 1995 e provvisto di tecnologie d’avanguardia, l’Acquarium è tra i più importanti di Europa per la ricchezza dell’ oceanografico e la ricostruzione fedele dei fondali marini di tutto il pianeta. Ospita 450 specie accolte nelle sue 35 vasche e nel famoso tunnel sub-marino di 80 metri. Devo dire che ho trovato la visita piacevole, anche se non eccelsa. Tuttavia la visione degli incredibili cavallucci marini simili a ramoscelli d’albero valeva da sola il prezzo del biglietto! La giornata volge così al termine. Ci concediamo una cena in un posto famoso, curato e piacevole: ristorante 7 Portes, in Paseo Isabel II (www.7portes.com/ing/index_7portes.htm) un classico dal 1836. Pasteggiamo a paella&Cava (lo squisito spumante locale) per 50 euro. E buonanotte!

2° giorno: ANTICA CASA FIGUERES–CASA CUADROS-PASSEIG DE GRACIA-CASA BATLLÓ-CASA LLEÓ MORERA-CASA AMATLLER-EDITORIALE MONTANER I SIMON-SAGRADA FAMILIA-EL POBLE ESPANYOL DE MONTJIUC-FONTANA MAGICA DE MONTJIUC Bisogna cominciare in bellezza! Torniamo sulle Rambla, su Placa de la Boqueria e ammiriamo i decori dell’ANTIGA CASA FIGUERES, una dimora in stile modernista, sede della pasticceria Escriba. La PASTICCERIA ESCRIBA (http://www.escriba.es/) è una delle pasticcerie più famose di Barcellona! Da oltre 200 anni tenta i suoi clienti con meravigliosi dolcetti e le sue pazzesche torte. L’ultimo Escriba, Antoni, viene definito il “Mozart del cioccolato”. Tre le sedi, di cui la principale sulla Rambla de les Flors 83, nel palazzo modernista chiamato Casa Figueres di Guell. Colazione molto piacevole, con pastelle all’altezza del motto del locale: “No solo hacemos pasteles, creamos ilusiones”. Dall’altro lato della via merita una sosta la caratteristica CASA CUADROS, dal nome del suo proprietario, Bruno Cuadros. Casa Cuadros a fine Ottocento era un negozio di ombrelli ed è uno degli edifici più fotografati della Rambla. I barcellonesi la chiamano Casa dels Paraigües (Casa degli ombrelli). E’ un bell’esempio di architettura modernista, con riferimenti all’Egitto (balconi), ma soprattutto elementi decorativi che ricordano il Giappone: il vero protagonista è il Dragone verde che tiene un ombrello! L’itinerario muove ora alla volta degli edifici del movimento modernista. Il “Modernisme” è lo stile architettonico sviluppatosi a Barcellona, tra il 1880 e il 1930 e, semplificando, può dirsi la risposta catalana ai coevi Art Nouveau in Francia, Liberty in Italia, Modern Style in Gran Bretagna e Stile di secessione in Austria, seppur con peculiari caratteristiche. Si colloca in un’epoca di grandi cambiamenti in Europa, di ricerca di progresso e miglioramenti sociali. La borghesia conquista spazio sociale e promuove le arti e la cultura. Più di cento sono stati gli architetti artefici degli edifici modernisti catalani, ma i più famosi sono stati Antonio Gaudí, Lluís Domènech i Montaner, Enric Sagnier e Josep Puig i Cadafalch. Semplificando, i principi su cui si basa lo stile sono: la natura è la principale fonte di ispirazione per l’artista, insieme alla cultura spagnola di matrice gotica e islamica; la creazione artistica è fatta di materiali semplici, come il mattone, il ferro battuto, la ceramica; l’arte riscopre l’artigianato e si avvale di artigiani esperti. Prendiamo gli “Champs-Élysées” di Barcellona, ossia PASSEIG DE GRACIA, una delle più importanti avenidas della città, cuore del distretto dell’ Eixample, culla delle più belle e celebri case di arte modernista. Si tratta di un quartiere costruito negli ultimi decenni dell’Ottocento per ampliare la città (il nome significa “allargamento”) e subito abitato dalla ricca borghesia catalana. E’ in questo viale, tra i più costosi di tutta la Spagna per lusso di case e negozi, che si trovano le opere di Gaudí, Montaner, Cadafalch e Sagnier, oltre a naturalmente le griffes: Disegual, Chanel, Gucci, Louis Vuitton, Bvlgari, Armani, Chopard, Cartier, Valentino, Hermès, Dolce & Gabbana, Yves Saint-Laurent, Burberry ecc… Al civico n.55 si trova il famoso Boulevard des Antiques, che riunisce decine di botteghe di antiquari coi più diversi oggetti trattati (giocattoli, dipinti, arredi ecc…); al civico n.96 si trova il celebre “Vincon”, negozio dove si trova tutto l’occorrente per la casa in fatto di design e arredamento! Ma, soprattutto, qui si trova un blocco di edifici soprannominato “la Manzana de la Discordia” (il pomo della discordia). Si tratta di 3 splendidi edifici: Casa Lleó Morera di Montaner al n.35, Casa Amatller di Cadafalch al n.41 e Casa Batlló di Gaudí al n.43. Si tratta di 3 edifici geniali, da cui il soprannome, citando la lite tra le dee Era, Afrodite e Atena impegnate a contendersi il pomo di Eris, dea della discordia, con la scritta “Alla più bella”!

CASA BATLLÓ sito: www.casabatllo.es Indirizzo: Passeig de Gracia, n.43 Metro: Passeig de Gràcia, uscita Calle Aragó-Rambla Catalunya Orari: dal Lun a Dom h.9-20; in alcuni giorni la Casa Batlló chiude alle 14, perciò conviene verificare sul sito. costo 17,80€, inclusa audio-guida (anche in italiano); 14,25€ con Barcelona Card “Non un semplice edificio, ma un mito dell’arte!”, si legge sul sito. In effetti in questa casa Gaudì scatenò il suo genio e la sua creatività regalando, nel 1907, a Josep Batlló, ricco aristocratico amante dell’arte, un edificio semplicemente fantastico, capace di superare, per modernità e originalità, tutte le altre abitazioni! Batlló andò a vivere con la famiglia nei due piani più bassi, mentre i piani alti furono affittati come appartamenti. Fuori, la facciata di Casa Batlló stupisce il visitatore per le forme ondulate, con materiali che sembrano erosi dalle forze della Natura. L’aspetto fantastico è esaltato di sera, quando la casa viene illuminata e sembra quasi un magico castello subacqueo! Tale è l’originalità della facciata che gli studiosi di arte vi hanno visto 3 possibili progetti:

  1. Gaudì ha riprodotto sulla facciata il paesaggio della Costa Brava, con le onde di un mare in calma, scoglie e coralli
  2. Gaudì ha riprodotto sulla facciata il Carnevale: il tetto sarebbe il cappello di Arlecchino, i mosaici i coriandoli, i balconi le maschere
  3. Gaudì ha riprodotto sulla facciata la leggenda di San Giorgio: i pezzi di maiolica incastonati nel muro sarebbero la pelle a squame del drago, la torre in cima all’edificio sarebbe la lancia del Santo, i teschi delle vittime del drago sarebbero i balconi, le ossa delle vittime sarebbero i pilastri di supporto

L’interno non è meno stupefacente! La visita muove attraverso la splendida scala privata verso il Piano Nobile, ossia il vecchio appartamento dei proprietari. Salendo si arriva al celebro patio (un trionfo di blu dalle diverse tonalità) fin su agli attici, la terrazza sul tetto ed i celeberrimi comignoli. Gli interni sono curatissimi: dal camino che pare uscito da una fiaba, alle vetrate variopinte, dalle porte a scomparsa alle finestre che fanno circolare l’aria, tutto, compresi i corrimano delle scale, è bellissimo e studiato! Gaudi variò addirittura le dimensioni delle finestre e il colore delle piastrelle (dal più blu all’azzurro) a seconda di quanto lontane erano dalla cima dell’edificio, assicurando, così, luce uniforme e giusta areazione ad ogni stanza dell’abitazione! CASA LLEÓ MORERA La Casa Lleó Morera risale al 1902 ed è il capolavoro dell’architetto Lluís Domènech i Montaner che lavorò sull’antica casa Rocamora del 1864. Lo stile modernista tocca qui le suggestioni del Simbolismo: i balconi presentano sculture che raffigurano leoni alati (Lleo); le decorazioni floreali sono quelle dell’albero della seta (Morera). Non mancano poi fiori ornamentali, emblema della rinascita dell’arte catalana e, all’altezza del secondo piano, 4 statue con in mano 4 oggetti che rappresentano il progresso, simboleggiato dal grammofano, la lampadina, il telefono e la macchina fotografica. Alla sua decorazione parteciparono numerosi artigiani come Mario Maragaliano e Lluís Bru per i mosaici, Antoni Serra i Fiter per le ceramiche, Antoni Rigalt i Blanch alle vetrate e Gaspar Homar e Josep Pey per il mobilio interno. Purtroppo l’edificio subì pesanti danni durante la guerra civile spagnola (il pianterreno fu distrutto completamente) e fu restaurato qualche decennio fa. Oggi è una casa privata e non è visitabile. CASA AMATLLER Casa Amatller è il primo edificio in stile modernista: fu costruito dall’architetto e storico d’arte Josep Puig i Cadafalch tra il 1898 e il 1900. Porta il nome del suo proprietario, il ricco fabbricante di cioccolato Antoni Amatller. Per lui Cadafalch ideò una sorta di palazzo gotico urbano (gotici sono gli archi, le sculture alle finestre) con elementi barocchi (nell’ampio uso del ferro battuto e nelle abbondanti decorazioni) e un frontone che è un omaggio alle abitazioni del Nord Europa. L’edificio è infatti celebre per la facciata originalissima, una facciata piana che è una sorta di manifesto architettonico delle idee politiche dell’artista. Anche qui è presente l’omaggio al progresso: nel 3°capitello della prima finestra compare la scultura di un uomo con macchina fotografica; nel 2°capitello della terza finestra c’è una macchina fotografica con tripode! La presenza di San Giorgio, patrono della Catalogna, è un omaggio al paese. La casa appartiene dal 1960 all’Institut Amatller d’Art Hispànic, fondazione creata dai discendenti di Amatller ed è stata dichiarata monumento storico-artistico. Non è visitabile, ma è possibile entrare e ammirare il decoratissimo vestibolo della casa, dove Cadafalch si divertì a rendere omaggio al mestiere di cioccolataio del proprietario, scolpendo un animale che pesta il cacao, uno che si abbuffa di cioccolata e uno col mal di pancia! Al pianterreno si trova “Bagues” (al civico 41), una famosissima gioielleria e orologeria classica. Da qui una piccola deviazione porta a calle Aragò n.255, dove si trova l’ EDITORIAL MONTANER I SIMON Trattasi del primo edificio (1880) realizzato a Barcellona secondo i canoni estetici del nascente del Modernismo. E’ opera dell’architetto Lluís Domènech i Montaner (quello di Casa Lleó Morera) che fu incaricato dalla famiglia Montaner i Simon di costruire una modernissima sede per la loro casa editrice. Materiali poveri come mattoni a vista e ferro battuto furono così impiegati per la prima volta per un palazzo importante, e il risultato du un edificio che all’epoca stupì tutti per modernità! Da qualche decennio il palazzo ospita la Fundaciò Antoni Tàpies (www.fundaciotapies.org), nata con lo scopo di promuovere lo studio, la ricerca e la conoscenza dell’arte moderna e contemporanea, con simposi, letture, proiezioni e pubblicazioni specialistiche- Dopo una lunga passeggiata sul viale, a curiosare nei negozi e ammirare le vetrine più chic, ci spostiamo in metro per la visita dell’edificio-simbolo di Barcellona:

MUSEU DEL TEMPLE EXPIATORI DE LA SAGRADA FAMILIA Sito web ufficiale: http://www.sagradafamilia.cat/docs_serveis/informacio.php Metro: Sagrada Familia. L’entrata per visitatori singoli è su carrer Sardinya. Orari di apertura da Apr/Sett. 9:00-20:00 Ingresso : 12,00 euro (11euro con la Barcelona Card)

La Sagrada Familia è l’ultimo immenso e geniale sogno/delirio creativo di Gaudì e per capire quest’immensa opera, questa sorta di racconto biblico in pietra, alla maniera degli artisti del Medio Evo cristiano, bisogna cercare di capire Gaudì e il suo pensiero: «L’uomo si muove in un mondo a due dimensioni e gli angeli in un mondo tridimensionale. A volte, dopo molti sacrifici, dopo un dolore prolungato e lacerante, l’architetto arriva a vedere per alcuni istanti la tridimensionalità degli angeli. L’architettura che nasce da questa ispirazione produce frutti che saziano generazioni»

In un certo senso bisogna partire dalla fine, dalla morte di Gaudì (1926) e andare a ritroso fino al 1883, l’anno in cui egli accettò la direzione dei lavori della Sagrada Familia. E’ il giugno del 1926: Gaudì, presbite da un occhio e miope dall’altro, senza occhiali e forse perso nei suoi pensieri, viene travolto da un tram mentre attraversa la strada. Non muore sul colpo, ma dopo tre giorni di agonia, come racconta in un bell’articolo il giornalista V. Spadafora (da “Barcellona”, speciale Bell’Europa, numero 7, Ottobre 1997): “Il corpo dell’uomo con il vestito liso e stazzonato, con le spille da balia al posto dei bottoni, restò a lungo sull’asfalto. Vetturini e passanti distoglievano lo sguardo da quell’imbarazzante relitto agonizzante nel bel mezzo della Gran Via Diagonal, luogo deputato al traffico e al passeggio. Il poliziotto che gli infilò le mani in tasca per cercare un documento trovò solo un pugno di noccioline, bacche ed erbe officinali. Dovettero trascorrere parecchie ore prima che il barbone morto nel dolce pomeriggio barcellonese del 7 giugno 1926, un lunedì, venisse identificato per Antoni Gaudì y Cornet, l’artefice delle più stravaganti residenze della città catalana e dal 1914 ossessivamente dedito alla Sagrada Familia.” Gaudì morì così, povero tra i poveri, all’Ospedale della Santa Croce: un suo desiderio, espresso tante volte in vita. Al suo funerale parteciparono migliaia di persone e, da subito, i Barcellonesi lo soprannominarono “l’architetto di Dio” (oggi è aperta la causa di beatificazione!). La religiosità di Gaudì è un elemento imprescindibile dalla sua arte: era un uomo profondamente devoto, assiduo praticante di Messe, rosari, profondo conoscitore della Sacra Scrittura. Una fede vissuta con profondità, serietà, esattamente come il lavoro! Dice a riguardo lo storico dell’arte prof. Joan Bassegoda i Nonell, uno dei massimi esperti mondiali di Gaudí che “per lui l’arte era una cosa molto seria. Non ha fatto altro che costruire. Non si è sposato, non ha viaggiato, se non per andare a vedere i cantieri che dirigeva fuori Barcellona. Non ha scritto. Ha pubblicato, quand’era giovane, un solo articolo, l’unico della sua vita. Non ha mai tenuto conferenze. Aveva una dimensione sacra del lavoro, e una grande umiltà nel vivere sempre a stretto contatto con i suoi operai, ai quali illustrava direttamente il lavoro.” Negli ultimi anni della sua vita Gaudì visse, lavorò e dormì all’interno della Sagrada Familia, completamente dedito a questo Tempio, incredibile e ardito, del quale riuscì a concludere solo l’abside, la cripta (dove è sepolto) e la facciata della Natività. Il Tempio era stato voluto dall’Associazione Spirituale dei devoti di San Giuseppe, un gruppo intenzionato a raccogliere l’invito di Papa Pio IX che invocava una rinnovata devozione alla Sacra Famiglia. Il Tempio nacque come tempio espiatorio dei peccati della città. Il primo architetto, Francisco de Paula, mollò dopo appena un anno, per divergenze artistiche con l’Associazione: a lui si deve l’impronta gotica dell’edificio, che però Gaudì superò e personalizzò secondo il suo stile inimitabile. Nel 1883, dunque, subentra Gaudì. Non ha da subito un progetto definitivo, sa solo che l’opera sarà “un perfezionamento del gotico”, un concentrato di creazione architettonica e dottrina. Ancora il prof. Joan Bassegoda: A Gaudí non si poteva «chiedere» un progetto, perché era come una cascata di idee, che spaventava tutti. Spaventava non questa capacità di creare, bensì di vedere le cose della natura e trasferirle in architettura. Alcune delle sue soluzioni architettoniche sono in realtà cose elementari, ma è straordinario pensare che mai nessuno prima di lui le avesse intuite. E Gaudí le vedeva semplicemente perché era un uomo «ingenuo», un uomo molto innocente, con una grande visione della realtà, con una «proprietà» negli occhi: questa capacità di vedere cose che sono logiche.” La costruzione procede a settori verticali, anziché orizzontali, mentre il progetto complessivo viene fatto e rifatto più volte. L’ultimo prevede la costruzione di 18 torri: 12 dedicate agli apòstoli, 4 agli evangelisti, una a Gesù (la più alta) e una alla Madonna. Ogni parte della Sagrada Familia è permeata di simbolico:

  • la facciata della Natività è rivolta a est (là dove sorge il sole); è la parte della chiesa costruita proprio come Gaudì la voleva, con le sue belle 4 torri meravigliosamente decorate con mosaici e scritte (e a chi gli chiedeva il perché di tali squisite decorazioni sulle guglie, invisibili a occhio umano, rispondeva: “Le vedranno gli angeli!”). Il portale sotto le torri è diviso in tre parti con tema Speranza, Carità e Fede e decorato da splendide sculture.
  • la facciata della Passione è rivolta a ovest (là dove tramonta il sole); è in costruzione da ormai 60 anni e ha 4 torri a guglia. Il portale è decorato con sculture che riguardano gli ultimi gg di vita di Gesù, dall’Ultima Cena alla Sepoltura.
  • la facciata della Gloria è colpita dalla luce meridiana.

Gaudì “perfeziona il gotico” creando quello che chiama “gotico mediterraneo”: abolisce gli archi rampanti e i contrafforti esterni (tipici del gotico), si diverte a inclinare le colonne e a biforcarne la cima, realizzando forme curve e fantasiose, colorando le guglie di mosaici variopinti; il naturalismo si fa debordante nell’abbondante uso di figure, simboli, iscrizioni. I lavori procedono a rilento: l’opera presto prosciuga le finanze dei commissionatori e costa, costa molto più del previsto. Siamo tornati al 1926, alla morte di Gaudì. Negli anni successivi la guerra civile spazza via un’epoca di ottimismo, fiducia nel progresso e porta morte e distruzione di opere sacre in tutta la Spagna, Barcellona compresa. Gli anarchici non risparmiano la Sagrada Familia, distruggendo progetti, modelli e schizzi dell’artista. Dopo una interruzione di 15 anni, la costruzione riprese e, come si conviene per una colossale cattedrale medievale, i decenni sono passati e hanno portano a termine spicchi di costruzione, peraltro spesso criticati. Così è stato, ad es., per le sculture e i bassorilievi di Josep Maria Subirachs sulla facciata della Passione dal 1987. Fuori la Sagrada Familia è quasi bizzarra, dentro stupisce per la semplicità e la geometria. L’abside fu terminato nel 1894; è semicircolare e ha di fronte la navata ormai a buon punto, con la sua altissima volta di colonne angolate simili a una foresta di alberi. Purtroppo quello che più ci colpisce è il rumore delle ruspe, il caos dato da operai al lavoro, calcinacci che cadono dall’alto, turisti… Impossibile godersi l’edificio, anzi! Ho trovato veramente poco interessante la visita, specie rapportata al prezzo esoso di ingresso: consiglio di limitarsi a godere dell’esterno! Dentro, comunque, c’è anche il piccolo Museu Gaudì, con fotografie, modelli e studi dell’artista. Vicino si trova la cripta dove è sepolto. Siesta in hotel doverosa, per poi riprendere il tour della città. Ma non prima di aver assaporato l’atmosfera e le golosità di un negozio veramente speciale: “Caelum”, in carrer de la Palla 8, una gastronomia che è anche caffetteria e vende prodotti di conventi di clausura spagnoli come formaggi, castagne sciroppate delle suore andaluse, dolci di marzapane, liquori di erbe, marmellate d’anguria, cipolla e melanzane, pasticcini, Malvasia e torte all’olio, tutti nella versione originale dei ricettari medievali. Celestiale di nome e di fatto! Poi via, verso la collina di Montjuic (metro più funicolare), più spesso chiamata “montagna”, benché sia alta solo 200mt, la storica area verde di Barcellona, creata nel 1929 in occasione dell’Esposizione Universale. Nel 1992, in occasione delle Olimpiadi, la zona si è rifatta il “look” con la costruzione di impianti sportivi, monumenti, musei, negozi e ristoranti. A Montjuic si trova il Palau National, sede del MNAC (Museo nacional d’Art de Catalunya, http://www.mnac.cat/index.jsp?lan=003) e noto per la splendida collezione di arte gotica. Ai piedi del Palau National si trova poi il Museo Archeologico e, nei giardini, il Museo Etnografico. Non è finita: ci sono anche la Fondazione Joan Mirò, lo Stadio Olimpico e, sul punto più elevato e panoramico (raggiungibile con teleferica), il Castello a stella sede del Museo Militare. Non potendo vedere tutto, abbiamo scelto di visitare (pentendocene) EL POBLE ESPANYOL DE MONTJIUC (“Villaggio Spagnolo”) sito:http://www.poble-espanyol.com/ Indirizzo: Avenida Marques de Camillas, 13 Metro: Espanya poi 15 min. a piedi. In estate gli orari variano da giorno a giorno, ad es il ven in cui siamo stati noi restava aperto sino alle 4 di notte, peccato però che i negozietti (la sola attrattiva del luogo) chiudono alle 20! Prezzo: 8,90€ (6,70euro con la Barcellona Card) El Poble è uno dei lasciti dell’Esposizione Universale del 1929: si tratta della ricostruzione di oltre cento edifici appartenenti alle varie zone della Spagna con l’intenzione di dare ai visitatori un assaggio dei principali stili architettonici spagnoli. Doveva essere smantellato dopo l’Esposizione, ma visto il successo è rimasto in piedi e si è arricchito di botteghe, 40 laboratori artigianali, bar, un mini supermercato, alcuni ristoranti, un’area pic nic attrezzata, per un totale di 40.000mq! La sua costruzione fu promossa dall’architetto Puig i Cadafalch e concretizzata dagli architetti Folguera&Reventos che visitarono ben 1600 paesini tipici prima di scegliere i 117 da ricostruire. Ad eccezione di Canarie e Baleari (c’è però una casa nello stile di Palma di Maiorca) sono rappresentate tutte le regioni del paese.

Nota personale: non è che sia un brutto luogo, anzi. E’ che non ci è piaciuta l’idea di pagare (neanche poco) per visitare una sorta di cartonato dove i negozietti (cari) chiudono prestissimo, mentre il luogo resta aperto sino a notte! Noi, entrando alle 19, abbiamo giusto avuto il tempo di sbirciare un attimo nelle botteghe… Insomma: tornassi “indietro” mi darei al MNAC! Deluse dalla visita, usciamo giusto per scoprire che esistono appena due bancarelle di bibite e panini speculari (nella scelta e nei prezzi) di fronte alla Fontana Magica. Sbocconcelliamo un sandwich e ci mettiamo in attesa dello spettacolo.

LA FONTANA MAGICA DI MONTJOUIC Sito: http://www.bcn.es/fonts/ Indirizzo: placa Carles Buigas Metro: Metro: Espanya In estate: spettacoli il giov/ven/sab/dom dalle 21 fino le 23.

Il Palau National di Montjouic è adornato da fontane e cascate a gradini, tra cui la celebre Fontana Magica, inaugurata nel 1929 e celebre per gli spettacoli notturni di zampilli d’acqua&luci a tempo di musica classica e lirica. Lo spettacolo è davvero piacevole e merita. Noi non avevamo considerato che alle 21 in estate è ancora giorno, per cui abbiamo deciso di fermarci e vedere anche un secondo spettacolo: decisamente col buio l’esibizione ci guadagna!

3° giorno: CASA MILA’(“LA PREDERA”)-CASA DE LES PUNXES–PLAZA CATALUNYA-PARC GUELL-CASA MUSEO GAUDÌ-MUSEO MARITTIMO Colazione in un locale storico, sulla La Rambla, al civico74: il “CAFÈ DE L’OPERA” (http://www.cafeoperabcn.com/), uno dei più noti caffè della città, risale al 1929, anche se le sue origini, come locanda, risalgono alla fine dell’Settecento. Ex cioccolateria in stile viennese, dal 1929 diventa un locale in stile modernista, punto d’incontro dell’aristocrazia e dell’alta borghesia barcellonese, ma anche di artisti e semplici golosi! Più che retrò, quasi un pelino decadente! La colazione non è neppure di quelle memorabili, ma è certamente un posto da vedere, se non altro per un caffè. CASA MILA’ (detta “LA PREDERA”) sito: http://www.lapedreraeducacio.org/flash.htm e obrasocial.caixacatalunya.com Indirizzo: Provenca n.261-265 Metro: Diagonal In estate: h9/20, costo 10 € (8,50euro con la Barcellona Card); audio guida non inclusa Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, capolavoro di Gaudì, nonché uno dei più originali e fantasiosi edifici per appartamenti mai costruiti a Barcellona, Casa Milà è datata 1906/12. Sono gli anni, questi, nei quali la ricca borghesia di Barcellona si trasferisce nel quartiere chic sorto intorno a Passeig de Gracia e “gareggia” a chi costruisce la casa più originale e moderna. Ormai architetto affermato, Gaudì si cimentò nella realizzazione di Casa Milà dopo la stupefacente Casa Batlló e riuscì, ancora una volta, a stupire i concittadini con un’opera audace, diversissima dalla precedente, ma altrettanto splendida! L’industriale Pere Milà e sua moglie, la ricchissima Roser Segimon, desideravano un edificio con molti appartamenti da affittare e una parte in in cui abitare (la “planta nobile”). Gaudì creò 2 grandi blocchi con ingressi indipendenti e 2 grandi patii interni comunicanti per dare luce interna, uniti dalla grandissima facciata comune autoportante. Per la facciata che sembra un enorme sacco di pietra monocolore, la casa si meritò subito il soprannome di “La Pedrera”, che significa “cava”: un cantiere incompiuto, insomma, con la facciata ancor più ondulata, quasi gonfia, e magnifici e insoliti balconi di ferro battuto come unica decorazione. Nel 1910 Gaudì abbandonò l’opera, ormai in conclusione, ed esiste un aneddoto poco conosciuto a riguardo, ma molto significativo. Lo racconta lo storico dell’arte prof. Joan Bassegoda i Nonell, uno dei massimi esperti mondiali di Gaudí in un’intervista del giornalista Giovanni Ricciardi (vedi link “siti utili” in fondo al diario): Gaudí avrebbe voluto porre in cima alla Pedrera una statua della Vergine del Rosario e cal proprietario, il signor Milà “disse che se avesse saputo che gli avrebbero fatto portare via la Madonna, non avrebbe accettato di costruire la Pedrera! Gaudí aveva una grande devozione per la Madonna. Ed effettivamente, nel progetto esiste un disegno della Madonna nell’angolo. Ma Milà era uno snob. Aveva sposato una ricchissima vedova e conduceva una vita molto libertina. Di Gaudí ammirava l’originalità, non certo la devozione a Maria. Comunque non si interessava ai dettagli del progetto. Ma quando vide il modello della Madonna in gesso – l’impresario aveva già fatto predisporre il supporto per collocarla – disse di no, disse che non gli piaceva. E Gaudí se ne andò. Poi, il gesuita Ignacio Casanovas lo convinse a ritornare, ma l’anno seguente Milà licenziò il decoratore che collaborava con Gaudí e Gaudí abbandonò definitivamente la direzione dei lavori. Ha lasciato la Pedrera senza finirla. Poi mandò la minuta dei suoi onorari e Milà fu costretto a ipotecare la casa per pagarlo: 100mila pesetas di quel tempo, una fortuna. Gaudí prese il denaro e lo diede a padre Casanovas perché lo distribuisse ai poveri di Barcellona.” Biglietteria e entrata per la visita sono su Calle Provenca; uscita su Passeig de Gracia; grande book shop tra le due, con ingresso indipendente. Entriamo dopo aver fatto passare gli zainetti al metal detector, attraversiamo il più ampio dei due patii e ci dirigiamo all’ascensore che ci porta su, all’Espai Gaudì, nel luogo dove un tempo c’erano le lavanderie. Lo spazio, rinnovato nel 2006, permette di conoscere la vita e le opere di Gaudì, attraverso l’esposizione permanente di oggetti, disegni, fotografie e video. La struttura è bellissima, tutta a mattoni e centinaia di archi catenari. Da qui le scale portano a la Azotea, la zona del tetto dove si trovano i famosi camini della casa, che ricordano i “camini delle fate” della Cappadocia, ma anche misteriosi cavalieri medievali e che, secondo alcuni storici dell’arte, sono già oltre il Modernismo, proiettati nei tormenti dell’Espressionismo! Lo spazio è bellissimo, tra scalette, dislivelli, camini a trencadìs e altri solo dipinti e lucidi. Scendiamo poi a El Piso, il solo appartamento visitabile, dove tutto (arredi, oggetti, tessuti) parla della vita di una famiglia benestante della Barcellona di inizio Novecento. L’appartamento si snoda sinuoso e luminosissimo con bagni e cucina modernissimi. Sono presenti anche le stanze dedicate alla servitù. Gaudì curò come sempre tutti i particolari, dai pavimenti ai mobili, dalle porte alle maniglie ergonomiche. Noi abbiamo trovato molto interessante la visione di un documentario che racconta la Barcellona dell’epoca, tra foto e pubblicità d’epoca. Terminata la visita, vale la pena di spostarsi di poco verso nord per ammirare l’esterno di Casa Terrades, più nota col nome di CASA DE LES PUNXES. E’ la casa che l’architetto Puig i Cadafalch realizzò nel 1905 per le sorelle Terrades, ricchissime borghesi del tempo, desiderose di unire tre immobili di loro proprietà. Puig i Cadafalch progettò per loro un edificio d’aspetto medievale, squisitamente gotico, caratterizzato dalla presenza di sei torri con guglie di forma conica (da cui il soprannome di “Casa delle punte, spine”). A metà tra sontuoso palazzo signorile del Nord Europa e mini castello della Loira, la casa è Monumento Storico Nazionale, ma è una casa privata e non è visitabile. Lasciamo il distretto dell’Eixample e torniamo nella Città Vecchia. PLAZA CATALUNYA è la piazzona da cui si diramano le principali vie della città, come le Ramblas. Da qui partono e arrivano tutti bus, anche quelli turistici a due piani. E’ una piazzona enorme, di grande passaggio, dove non mancano panchine, piccoli giardini ornamentali al centro, statue e l’immancabile fontanone. Qui si trova uno dei due principali magazzini della città: El Corte Ingles (), coi suoi sette piani di shopping suddiviso per diversi generi (l’altro è Fnac, http://www.fnac.es/). C’è anche un locale storico: all’angolo con Carrer Tallers c’ è il “Boadas bar”, il primo che ha cominciato a servire drink alcolici a Barcellona. Da qui parte Avinguda Portal de L’Angel, un’altra famosa via dello shopping di Barcellona, che troviamo ingombra di tante bancarelle di artigiani e venditori. Pranzetto veloce da “Farggi” (www.farggi.com), una catena con gelato da passeggio che va molto di moda, ma anche posto dove mangiare stile “fast food”, ma con meno schifezze: ci concediamo insalata di riso light, succo di arancia e panino integrale con verdura e pollo! Poi via, nella calura di mezzodì, destinazione

PARC GUELL sito: http://parkguell.net84.net/esp/tur.php Indirizzo: Carrer d’Olot 5 Metro: metro “Lesseps” + 15 min a piedi in salita! Molto meglio: Bus 24 da Plaza de Catalunya fino all’ingresso secondario, più in alto rispetto a quello principale (in un attimo ci si trova davanti a Casa Gaudì). In estate: 10-21 Il Parc Güell è una delle realizzazioni dell’architetto Antoni Gaudí che appare nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Realizzato tra il 1900 e il 1914, doveva essere all’origine una sorta di città-giardino su modello inglese. Fu commissionato a Gaudí dal suo mecenate, l’industriale Eusebi Güell, che aveva comprato una collina a nord della città e voleva realizzare un centro urbano con 60 abitazioni, una cappella, un ampio parco e una grande piazza centrale adatta alle rappresentazioni teatrali e folcloristiche. Il progetto fu un flop: furono così completate 2 casette all’ingresso più l’abitazione “pilota” dove abitò diversi anni Gaudí, col padre e una nipote (oggi è la Casa Museo Gaudì). Dal 1922 Parc Güell è un parco pubblico, un parco lasciato per lo più allo stato naturale, quasi una scultura vegetale! Questo perché Gaudì creò un’opera che si integra nella natura e che la riproduce: lo spazio è concepito come un ininterrotto movimento d’onda e l’effetto finale è quello di un giardino fiabesco! Ancora, nel racconto dello storico dell’arte prof. Joan Bassegoda i Nonell al giornalista Giovanni Ricciardi (vedi link “siti utili” in fondo al diario): Gaudí […] ha sempre cercato la sua ispirazione direttamente nella natura. E, in particolare, nella natura del Mediterraneo. Uno spazio che caratterizza allo stesso modo il Peloponneso e il Camp di Tarragona. […] Gaudí diceva di sé stesso: «Io ho immaginazione, non fantasia». Immaginazione viene da immagine: vedere la realtà delle cose. Le cose come sono, non come la fantasia le elabora. A lui non piaceva la fantasia. Un falegname che lavorava con lui diceva spesso: «Gaudí ha la testa chiara». Quella era la qualità di Gaudí. Aggiungerei: era molto ingenuo, e aveva una grande capacità di osservazione.Nel senso che aveva un rapporto diretto con la realtà. Aveva, diciamo così, una certa innocenza. Non era capace cioè di una «mediazione intellettuale» di fronte alle cose. Gaudí non è stato mai un intellettuale. Era intelligente, il che è diverso. L’intellettuale gioca con le conoscenze di cui dispone, mentre l’uomo intelligente è quello che guarda la realtà per quello che è. E Gaudí vedeva che la natura fa le cose con assoluta funzionalità: un animale, un albero, una montagna hanno la forma che devono avere e non ne possono avere un’altra. E lui tentava di fare cose funzionali, perché riteneva che la forma più funzionale fosse anche la più bella. Gaudí si considerava un «copiatore», non un creatore di forme, perché l’unico Creatore è Dio. Allora cercava le soluzioni nella natura e le trasferiva in architettura. Questa era la sua mentalità, che si potrebbe definire «francescana». È la valorizzazione della creazione, della realtà come opera di Dio, l’idea di unire con un «filo d’oro» la creazione di Dio, la natura, all’architettura.” Da vedere: nella piazza centrale si trovano le lunghissime (150 mt) “panchine-serpente” decorate a trencadis (frammenti di ceramiche colorate e pezzi di vetro, usati come tessere di mosaici); la passeggiata coperta con le colonne inclinate che hanno la forma di tronchi d’albero e stalattiti; la celebre fontana a forma di salamandra (simbolo dell’alchimia e del fuoco); la sala delle 100 colonne (ma solo 85 furono completate); le 2 casette all’ingresso del parco che sembrano uscite dalla fiaba “ Hansel e Gretel” e paiono di marzapane; infine CASA MUSEO GAUDI’ http://www.casamuseugaudi.org/ In estate: dalle 10 alle 20, costo €5,50 (4,50euro con la Barcellona Card) In questa villetta rosa Gaudì abitò dal 1906 dapprima col papà (ma per pochissimo tempo: morì poco dopo averla comprata) e una nipote (che morì nel 1912), poi solo, con la compagnia delle suore carmelitane che lo aiutavano nelle faccende domestiche e dei vari amici artisti che venivano a fargli visita! Al Piano Terra il Salò Calvet e la Sala da pranzo Battlò conservano i mobili provenienti dalle omonime abitazioni; al primo piano si trovano la Sala Clapes, la Sala Milà e il bagno, sempre con divani, poltrone tutti disegnati da Gaudì; al secondo piano la quasi monacale camera da letto dell’artista. Stremate dal caldo implacabile,acchiappiamo il bus24 gustando un fresco Calippo preso dalla bancarella all’ingresso secondario del parco e torniamo in centro, dove ci concediamo un meritato riposo in hotel. Dopo “sole” due ore di pennichella, avvertiamo un certo “languorino”! Lo Starbucks vicino alla Cattedrale fa al caso nostro: cheesecake ai frutti di bosco e due giganteschi frappuccini gelati (4,30 euro il bicchierone piccolo; 4,90 il grande) ci rimettono al mondo! Torniamo alle Ramblas, nell’ultimo tratto, la Rambla di Santa Monica, dove si trovano il Centro di Arte Contemporanea Santa Monica e il Museo delle Cere. Curiosiamo nel curioso (e kitch) “El Bosc de les Fades Cafè” (http://www.museocerabcn.com/): un tripudio di lampadari decorati con foglie autunnali e foresta d’alberi che sfiorano il soffitto, su passadge de la banca 5, di fronte al Museo delle Cere. Interessante il negozio attaccato al locale, “Il passaggio del tempo”, ricco di articoli di design! D’estate può capitare di incontrare, a Barcellona, mercatini di più o meno artigianato: scoviamo parecchie bancarelle vicino ai Drassanes, gli antichi arsenali del XIII sec, impiegati per la costruzione di vascelli prima da guerra e poi commerciali, oggi sede del Museo della Marina. Diamo un’occhiata alle tante bancarelle e pure al Museo, parecchio malridotto e ora in restauro. MUSEU MARITIM DE BARCELONA sito: www.mmb.cat Indirizzo: Av.de les Drassanes Metro: Drassanes Orari: Prezzo:2,50 euro (gratis con la Barcellona Card) Solo per appassionati: modellini navali, qualche polena, la riproduzione della nave trionfatrice nella battaglia di Lepanto. Ultima cena del viaggio in un posticino tipico, “Bodega la Palma”, C/La palma de Sant Just n.7 dove per 30euro scarsi gustiamo olive, crocchette di carne, patate arrosto con salsa all’aglio, pane al pomodoro, piattone di prosciutto crudo di due varietà, birra e cava. Intrigante per l’atmosfera tipica e rustica!

4° e ultimo giorno: PALAU DELLA MUSICA CATALANA-CASA MARTI’–PLACA DEL REI-MUSEO PICASSO-FONTANELLA DI CANALETES

Altre stradine della vecchia Barcellona, proprio dietro al nostro hotel… Carrer Comtal fu la prima via della città ad adottare l’illuminazione a petrolio… Colazione deliziosa in una piccola pasticceria/panetteria: “EL MOS”, C/ Tallers, 2: spremuta fresca, buon cappuccino e ottime paste fresche! Passiamo davanti al celebre Caffè-ristorante “ELS QUATRE GATS”(http://www.4gats.com/), in carrer de Montsio, 3bis. Più che un locale, un monumento! Il caffè risale al 1897, fu ritrovo di intellettuali e artisti, specialmente modernisti, ma fu amato anche da Picasso (l’illustrazione del menù fu il suo primo incarico remunerato). Diverse recensioni on line lamentano servizio e cibo non all’altezza della fama, meglio un caffè (ma occhio, apre alle 10!). Il caffè ristorante si trova all’interno di CASA MARTI’, una delle prime opere dell’architetto Puig i Cadafalch (1896). Se da carrer de Montsio si gira in carrer de N’Amargos si può vedere la targa al civico n.8 che ricorda l’esistenza del Palazzo del primo conte di Barcellona, il nobile Goffredo il Peloso. Eccoci al PALAU DELLA MUSICA CATALANA sito: http://www.palaumusica.org/ Indirizzo: Sant Pere Més Alt Entrada Recepció: C/ Palau de la Música, 4-6 Metro: Urquinaona (Linea 1 e 4) Orari: visite guidate di 50min (solo in catalano, castigliano e inglese) previa prenotazione e acquisto dei biglietti on line (con 1 settimana di anticipo) o direttamente al box-office dalle 9.30 alle 15.30. Ammesse solo 55 persone a visita. Costo 12 € Il Palau della Musica Catalana è l’edificio simbolo del Modernismo ed è Patrimonio dell’Umanitá dell’Unesco. E’ il capolavoro dell’architetto Domenech i Montaner, che lo realizzò in soli 3 anni (1905/08) per la società di canto corale Orfeo Català che intendeva celebrare la rinata musica catalana, decaduta dopo lo splendore medievale. Il Palau vede l’utilizzo dei materiali cari ai Modernisti: mattone a vista, ceramica vetrata, decorazione floreale, omaggi alle personalità catalane (nelle sculture e nei mosaici) e si presenta come un’allegoria dell’universo musicale catalano! Lo spazio viene sfruttato con genialità, così come la luce naturale dell’esterno che “piove” all’interno grazie alle magnifiche vetrate (è l’unica sala musicale europea illuminata a luce naturale!). La Sala dei Concerti è il cuore del Palau, un luogo dove allegorie e riferimenti si fondono: ecco i busti di Clavè (capostipite della musica popolare catalana) e Beethoven, l’omaggio a Wagner nella cavalcata delle valchirie, le sculture coi cavalli alati delle Muse, i Petaso, le Muse stesse mentre suonano gli strumenti! Ma è la cupola rovesciata, coi vetri di mille colori, l’elemento più spettacolare! Nel 1989 al Palau è stata aggiunta la Sala per la Musica da Camera.

Un salto in metro e siamo davanti al MUSEO PICASSO http://www.museupicasso.bcn.es/ Indirizzo: Montcada, 15-23 Metro: Jaume l (Linea Gialla, L4) o Arc di Triomf (Linea I rossa) In estate: da martedì a domenica) 10-20, costo 9€ (7euro con la Barcellona Card; gratis la 1a domenica del mese) Che lo si ami o meno, vale la pena di visitare questo Museo Picasso, perché ospita la collezione di opere di formazione e di gioventù dell’artista più completa di tutti gli altri musei esistenti oggi. Le opere (oltre 3.000!) sono divise in tre sezioni (pittura/disegno, incisione e ceramica) e disposte in ordine cronologico, così da far apprezzare appieno l’evoluzione stilistica e personale dell’artista. Picasso non era nato a Barcellona, ma vi si trasferì 14enne con la famiglia e vi rimase per nove anni, sino al 1904, quando si trasferì definitivamente a Parigi. Il filo con la città comunque non si ruppe e negli anni Picasso tornò più volte a Barcellona. Il Museo Picasso di Barcellona nacque dalla volontà di Jaume Sabartés, amico intimo di gioventù e, per tanti anni, segretario personale di Picasso, e di Picasso stesso che, dopo la morte di Sabartés, donò moltissime opere al Museo, ad es. le 58 opere che compongono la serie denominata “Las Meninas”. Quando vi arrivò, adolescente, Picasso si innamorò di Barcellona, in pieno fermento artistico e culturale! Si laureò alla Scuola di Belle Arti ed entrò nei circoli culturali e artistici più importanti che bazzicavano intorno al Caffè osteria “Els Quatre Gats”. Le opere imperdibili nella sez. pittura/disegno: Prime opere come: “La prima comunione” (1896), “Scienza e carità” (1897), “Margot e La Nana” (1901) Del famosissimo “Periodo Blu” (1901/04, quando i dipinti sono cupi, realizzati prevalentemente nei toni freddi del blu e del turchese, con soggetti umani appartenenti alla categoria degli emarginati e degli sfruttati, sospesi in un’atmosfera malinconica e senza speranza): “Abbandonati” e “Il matto” Del “Periodo Rosa” (1905/07, quando lo stile si fa più allegro, con presenza di rosa e arancione, vi è anche un rinnovato interesse per lo spazio ed il volume, ma la malinconia, è sempre un po’ presente nella scelta dei soggetti: arlecchini, saltimbanchi, acrobati ambulanti e artisti circensi in genere, catturati “dietro le quinte”): “Arlecchino”, “Il Paseo di Colombo”, “Il Cavallo incornato”. Da citare infine la serie ispirata a “Les Meninas” di Velázquez, realizzata nel 1957 (peraltro la cosa che più mi è piaciuta del museo): 58 olii che rappresentano uno studio completo di colore, composizione, ritmo e movimento. Bella anche la recente acquisizione di piatti di ceramica! Ultime ore prima della partenza: “PLAÇA DEL REI” è una celebre piazza di questo quartiere, dominata dall’imponente torre Mirador de Mar, nota per le palme, la bella fontana centrale di ferro dedicata alle Tre Grazie e i tanti locali notturni dei dintorni. Qui sorge il Palau Reial” (“Palazzo Reale) nel Medio Evo sede dei Conti di Barcellona e delle varie dinastie di Sovrani d’Aragona. Costruita all’interno di mura romane, l’originaria struttura ricorda vagamente una roccaforte, con begli edifici dei secoli XIV e XV. Gustiamo qui un delizioso smoothie alla fragola e banana, alla zumerìa “LA BORDINY” in Carrer de la Llibreteria: la frutta fresca viene frullata sul momento, in un piccolissimo ambiente colorato, tutto paglia e bambu’ caraibeggianti! Di questa catena ci sono diversi localini ormai in città e d’estate sono un vero toccasana contro il calore!

Torniamo per l’ultima volta sulle Ramblas. Torniamo su Placa de Catalunya, dove consumiamo un veloce pranzetto al Burger King. Visitiamo la Rambla dels Ocels (vero nome Rambla dels Estudis) famosa per il tradizionale mercato degli uccelli, colorata e sonora presenza costante da decenni nei pressi della Strada Portaferrissa. Poi cerchiamo la vicina Fontanella di Canaletes. Secondo una leggenda, chi beve un sorso d’acqua da questa fontana si assicura il ritorno a Barcellona. Non ci sottraiamo alla tradizione, perché Barcellona ci è piaciuta proprio come speravamo e ci aspettavamo, ma tante sono le sue attrazioni ancora da vedere che certamente ci si tornerà! Hasta lluego, Barcelona!

*APPENDICE AL DIARIO (siti utili, guide, appunti di cucina catalana & ristoranti da provare)

SITI UTILI http://www.turismospagnolo.it/ http://www.barcelona-tourist-guide.com http://www.10cose.it/guida/barcellona/10-e-lode/ http://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Palazzi_di_Barcellona http://www.barcelona-tourist-guide.com/it/generale/barcelona-card.html mappa della metro e tipologie dei biglietti/abbonamenti: http://www.tmb.cat/en_US/barcelona/moute/planols/planols.jsp su Gaudì il bellissimo articolo di Giovanni Ricciardi: “Gaudì, l’architetto di Dio”: http://www.ares.mi.it/index.php?pagina=primo_piano&e=229 GUIDE&LETTURE: “Barcellona” LONELY PLANET EDT ed.2002 “Barcellona”, speciale Bell’Europa, numero 7, Ottobre 1997 “Barcellona e Costa Brava”, speciale In Viaggio, numero 48, Settembre 2001 Joan Bassegoda i Nonell: “Gaudí. L’architettura dello spirito” (2009, Edizioni Ares)

APPUNTI DI CUCINA CATALANA: Un felice connubio tra mare e terra caratterizza la cucina catalana. Per citare solo alcuni piatti tipici: il pollo alla catalana con le aragoste, i calamari farciti di carne, il riso col nero di seppia (arroz negre), il bollito con le verdure (escudella i carn d’olla), la paella (arroz in casolet), l’insalata di baccala (esqueixada), la zuppa di pesce (sopa de pescado), la sogliola ai ferri (lenguado alla placha), l’orata (dorada), i calamari fritti (alla romana), i frutti di mare (mariscada), la rana pescatrice (rape), fave con lardo e menta (faves afegades), le melanzane e peperoni al forno (escalivada), le lumache (cargols), la peperonata (samfaina), la crema catalana e le mele ripiene (relleno). Diffuso l’uso di salse: dal sofrito (olio, pomodoro, aglio e cipolla) alla samfaina (pomodoro, peperoncino e melanzane), dalla picada/romesco (mandorle tostate, prezzemolo, pinoli, cannella e zafferano) all’allioli (una salsa densa fatta solo con aglio e olio) Da non perdere le TAPAS, antica tradizione di stuzzichini serviti con vino/birra. Secondo la tradizione la loro “invenzione” si deve alla convalescenza del re spagnolo Alfonso X che, guarito da una malattia, ebbe l’ordine di mangiare piccole porzioni di cibo a orari frequenti, accompagnandoli da sorsi di vino. Pare che, una volta del tutto guarito, il re abbia disposto che in tutte le taverne del regno si servisse il vino insieme a piccole porzioni di cibo, in maniera da alleviare gli effetti dell’acool! Oggi le tapas sono variegate: si va dalle semplici olive a baguettine a fette servite con salumi, pesce e formaggi! Da citare l’eccellenza del prosciutto iberico, dal maiale iberico, allevato allo stato brado. Le quattro denominazioni d’origine sono: la Dehesa de Extremadura, Guijuelo, Jamón de Huelva e Los Pedroches Quanto ai vini spagnoli: ottimi i vini del Penedès, la regione a nord di Barcellona. Sono bianchi e rossi spesso giovani e di alta qualità aromatica. Particolare menzione merita il Cava, un vino spumante ottenuto col metodo Champenoise dal sapore inconfondibile. Due le “scuole di pensiero del Cava”: cantine che impiegano solo vitigni locali, come il Conde de Caralt brut (http://www.condedecaralt.es/index.cfm) e il Segura Viudas Seco (http://www.seguraviudas.com/esp/index.cfm); cantine che aggiungono Pinot nero e Chardonney come l’Anna de Codurniu Chardonnay brut (http://www.codorniu.com/home.html?wlang=en). Ristoranti da segnalare: CASA LEOPOLDO (http://www.casaleopoldo.com/intro.htm), notissimo e tradizionale, nato nel 1929 e frequentato dallo scrittore Manuel Vázquez Montalbán. Si trova in calle Sant Rafael,al civico 24. LOS CARACOLES (www.loscaracoles.es/), in calle Escudellers, 14 RESTAURANT AMAYA, La Rambla 20 7PORTES (www.7portes.com/ing/index_7portes.htm), Paseo Isabel II, un classico dal 1836 “EL XAMPANYET, Montcada n.22, tra le tapas più famose di Barcellona! Il piccolo localino è vicinissimo al Museo Picasso.



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