Il Baden-Wurttenberg in auto

Una meta tra natura e cultura, raggiungibile in auto: la Germania! Il nostro tour ci porta dal Lago di Costanza alla Foresta Nera, fino a Tubinga.
Scritto da: mque_mque
il baden-wurttenberg in auto
Partenza il: 15/05/2010
Ritorno il: 23/05/2010
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
Come altre volte in passato (vedi ad es. “A zonzo tra Baviera e Austria”) siamo pronti per una settimana di vacanza primaverile! Vogliamo una meta ricca di natura & cultura, raggiungibile da Torino in auto, visto che siamo in quattro. Vista quella bella esperienza teutonica, ci orientiamo di nuovo verso la Germania, e pianifichiamo un giro che ci porti dal Lago di Costanza alla Foresta nera. Reperiamo un bel po’ di informazioni sul web, in primis www.blackforest-tourism.com e poi anche www.vacanzeingermania.com , oltre ovviamente al mitico sito TPC! Dato che contiamo di fare solo un paio di giorni sul lago, e poi di esplorare la Foresta nera in lungo e in largo, affittiamo una casa a Triberg, che ci pare in posizione abbastanza centrale rispetto alle nostre rotte. Su www.interhome.it (che abbiamo già usato più volte in passato) troviamo un appartamento da 4 posti letto a circa 320€ per 7 notti… ottimo affare, che ci permette tra l’altro di cucinare a casa, e abbattere così i costi dei pasti. Indubbiamente si tratta di posti molto turistici, ma siamo ancora fuori dell’alta stagione.. In tutto il nostro giro non incontreremo nemmeno un italiano!

Le cascate del Reno, Stein am Rhein e Konstanz

Partiamo da Torino verso le 9.00 di sabato, e via Como – S. Gottardo – Zurigo siamo a Sciaffusa verso le 2 del pomeriggio. Senza volerlo arriviamo alle cascate dalla parte del castello, che si rivela essere il migliore punto di osservazione. Il parcheggio è gratuito ma si paga per accedere al castello, da cui si scende giù verso il fiume, per terrazze successive, sempre più in basso sulla cascata. L’ultima terrazza è talmente vicina al rombo dell’acqua che pare di dover essere trascinati via! Il tempo è coperto, peccato.. Con il sole i colori della cascata sarebbero stati più vividi. Dalla riva opposta alcune barche portano i turisti in mezzo alla cascata, da dove possono inerpicarsi su uno sperone di roccia che sfida la furia dell’acqua. La portata della cascata è davvero impressionante, non tanto per l’altezza, perché il dislivello è ridotto, quanto per l’ampiezza e la quantità d’acqua: l’effetto delle abbondanti piogge della settimana passata si vede! Abbandoniamo Sciaffusa e costeggiando il Reno ci dirigiamo verso Konstanz. Facciamo tappa a Stein am Rhein, che è molto conosciuta perché è una cittadina tra le più belle e caratteristiche della Svizzera. In effetti il paesino è bellissimo: una manciata di case a graticcio con bovindo colorati, stemmi, decorazioni e gerani appesi… sembra di essere in una cartolina! Passeggiamo in lungo e in largo, poi a malincuore riprendiamo la via verso Konstanz, che vogliamo riuscire a vedere ancora oggi. Grazie al navigatore (subito battezzato Jolanda) arriviamo a colpo sicuro all’hotel, che abbiamo prenotato su booking: avendo l’auto abbiamo preferito un hotel fuori del centro (tra l’altro i prezzi di Konstanz-città sono folli, rispetto alla media), e ne abbiamo scelto uno nei pressi dell’isola di Mainau. Lasciamo i bagagli in camera e andiamo subito a vedere la città, che ha un bel lungolago, una grande cattedrale, e un quartiere antico molto grazioso, un tempo sede delle attività artigianali, dove si sono preservate le stradine strette e le belle case a graticcio. Lungo il Reno ci sono poi una delle vecchie porte della città, e la polveriera. La città è graziosa, ed essendo centro universitario è molto vivace; ceniamo ottimamente in una birreria dietro il centro, e poi a nanna … i tanti km che abbiamo macinato oggi si fanno sentire.

Isola di Reichenau, Meersburg, Ravensburg, Wangen e Lindau

Lasciamo l’hotel dopo un’ottima e super-abbondante colazione, aringhe comprese (…ah, che bello il nord Europa!) e ci dirigiamo verso l’isola di Reichenau, sito dichiarato patrimonio dell’umanità. E’ un’isola abbastanza grande, totalmente coltivata ad ortaggi, dove si possono visitare un paio di paesini e tre o quattro chiesette molto antiche immerse nel verde… davvero un posto splendido per pedalare rilassati.. E infatti le indicazioni turistiche sono poco visibili dall’auto, proprio perché pensate per i cicloturisti! In questa stagione comunque l’isola è molto fruibile anche per chi viaggia in auto. Verso l’ora di pranzo lasciamo Reichenau, che ci è piaciuta davvero tanto, sotto una pioggerellina leggera. Visto il maltempo a malincuore decidiamo di saltare l’isola di Mainau, secondo punto di estremo interesse a Konstanz, dove c’è un parco botanico molto bello. Sarà per la prossima volta, oggi la pioggia non sembra voler dare tregua… eppoi il costo del biglietto (adulti 15 €) ci pare sproporzionato al tempo che potremmo dedicarle. Andiamo verso l’imbarco dei traghetti, che in pochi minuti ci portano a Meersburg, sulla riva opposta. La cittadina ha ben due castelli (una rocca medievale e un castello settecentesco), un bel panorama sul lago e un quartiere antico moto molto pittoresco che si inerpica sulla collina. Gironzoliamo in lungo e in largo, essendo domenica c’è molta gente ma Meersburg ci piace tanto davvero. Per raggiungere Lindau, dove dormiremo stasera, decidiamo di evitare Friedrichshafen, e optiamo per una tappa a Ravensburg. La cittadina è graziosa, ma il brutto tempo ci costringe ad un giro veloce; per le strade non c’è nessuno. Sulla cartina notiamo che Wangen, poco distante, è segnalata, e decidiamo di andarla a vedere. Uscendo da Ravensburg facciamo anche tappa a Wiengarten, famosa per una immensa basilica da cui (…se ci fosse il sole) si potrebbe ammirare il panorama della pianura e poi del lago. La basilica è davvero grande, ma la città non offre proprio nulla d’altro. Via verso Wangen, allora! Decidiamo che è molto bella, più di Ravensburg, che è più famosa. Per entrare in sintonia con la vita locale, ci concediamo un tè e una fetta di torta in una pasticceria del centro.. E qui… troviamo tutto il paese! Ecco dov’erano! A mangiare la torta! La nostra fedele Jolanda ci accompagna attraverso colline ondulate colorate dai fiori gialli del colza fino al nostro hotel, che si trova in una frazione a pochi km da Lindau. Lasciamo i bagagli, e ci dirigiamo a Lindau, dove ceneremo. La città, che si trova su un’isola unita alla terraferma da un ponte, è davvero graziosa: case a graticcio, vicoletti, un paio di belle chiese, alcune case di corporazioni ancora affrescate, un bel porto che si affaccia verso le Alpi, aiuole molto curate. Ceniamo molto bene nel ristorante di una Gasthaus (e assaggiamo ovviamente la trota del lago!). Dopo cena cerchiamo per telefono la persona che l’indomani dovrà consegnarci le chiavi dell’appartamento di Triberg, per concordare l’ora di arrivo. Un istante di panico quando scopriamo che non parla né inglese, né francese, né spagnolo, né tanto meno italiano.. Ma alla fine in qualche modo ci accordiamo.

Salem, Birnau, Donaueschingen e Triberg

Lasciamo Lindau dopo aver come al solito depredato il buffet della colazione, e ritorniamo sui nostri passi, lungo la costa del lago. Prima tappa Salem, dove si trova un enorme complesso monastico oggi sede di una prestigiosa scuola privata. Nel complesso è possibile visitare liberamente i giardini e la chiesa, splendido esempio di tardo-gotico, riccamente decorata in alabastro; facendo la visita guidata si accede però ad alcune parti della chiesa che sono chiuse al pubblico, e soprattutto ai locali dell’abbazia, sontuosamente decorati in stile rococò. La sola sala del refettorio dei monaci vale la visita.. Incredibile quanto sia ricca la decorazione! Al piano superiore si visitano infine la biblioteca e la sala imperiale (attualmente in restauro) che però dopo i locali del piano terra non ci colpiscono più di tanto. A pochi km da Salem c’è la chiesa di Birnau, rococò anch’essa, un confettino rosa affacciato sul lago in splendida posizione panoramica. Si vede anche lo Zeppelin che da Friedrichshafen porta i turisti (ad un prezzo inverecondo, abbiamo letto) a fare un giro. Dobbiamo essere per le 16 a Triberg, e quindi decidiamo di incamminarci verso la Foresta Nera, ci sono ancora un centinaio di km. La strada si rivela molto scorrevole (e soprattutto sempre ben tenuta… altro che buche e rattoppi all’italiana.. Sulle strade statali ci sono persino le colonnine SOS!) e decidiamo di fermarci a Donaueschingen a vedere la sorgente del Danubio. Si rivela essere una specie di fontana nel parco del castello dei Furstenberg..mah…Scopriremo che almeno altre 5 località della Foresta nera dichiarano di ospitare la vera sorgente del Danubio! Alle 15.30 siamo a Triberg, contattiamo la nostra Frau Cornelia che ci accompagna all’appartamento. Molto bello e spaziosa davvero, attrezzata di tutto (…persino lo scolapasta!), si trova a Schonach, 3 km da Triberg, in un complesso di case che si affacciano sulla vallata… prati verdi, mucche, boschi e pale eoliche saranno una costante del panorama, d’ora in poi. Paghiamo la tassa di soggiorno, con la quale ci viene data una tessera turistica (Carta KONUS) che dà diritto a sconti in molte attrazioni turistiche, sia estive che invernali, e al trasporto pubblico gratuito (sia sugli autobus locali che sui treni regionali). Sistemiamo i bagagli e scendiamo in paese a fare un po’ di spesa: stasera spaghetti!

Gutach, Schiltach, Alpirsbach, Freudenstadt e Rottweil

Oggi il sole sembra più convinto della possibilità di battere le nuvole… E ci dirigiamo subito verso nord, a Gutach, dove ci aspetta il museo all’aperto della Foresta nera. Si tratta di un’insieme di case coloniche, la più antica del 1500, che a rischio di demolizione sono state smontate pezzo per pezzo e ricostruite in questo luogo, per preservarle e permettere di capire meglio la vita contadina in queste valli. Anche gli arredi e le attrezzature agricole sono presenti, ed illustrano in maniera affascinante la storia delle popolazioni agricole. La ricostruzione è molto accurata: gli orti sono coltivati, i campi mostrano le colture tipiche che hanno provveduto al sostentamento delle popolazioni per secoli; gli animali pascolano nei recinti e alcune delle botteghe e dei laboratori (segheria, panificio, ecc) sono animate da personaggi in costume che illustrano le tecniche di lavorazione e le macchine presenti. Passiamo tutta la mattina a zonzo tra le case, dentro e fuori, gustandoci questo tuffo indietro nei secoli…e le case sono una meraviglia, tutte in legno, con tetti ad incastri che senza bisogno di un chiodo reggevano enormi coltri di neve. Lasciata Gutach ci fermiamo a Schiltach, villaggetto in riva al fiume dove la conformazione della collina ha fatto sì che la piazza del paese sia in pendenza… ma davvero tanto tanto, in pendenza! E le case a graticcio tutto intorno ne fanno davvero una cartolina. Altra tappa: Alpirsbach. Questo paese, sede di un famoso birrificio a suo tempo fondato dai monaci, ha per l’appunto un’abbazia molto antica, che visitiamo muniti di una dettagliata guida in italiano fornitaci in prestito alla cassa. La chiesa e i locali del monastero, oltre che un piccolo ma ben fatto museo annesso, ci piacciono molto. Sono quasi le due e mezza: decidiamo di allungare ancora fino a Freudenstadt, e poi di ritornare verso casa passando da Rottweil. Freudenstadt si rivela molto particolare: è rinomata per la sua piazza, davvero gigantesca, che doveva ospitare un castello mai costruito, e per la chiesa (protestante) con una pianta ad elle, così studiata per evitare che gli uomini e le donne si potessero vedere durante le funzioni, finendo per …distrarsi! La piazza è molto graziosa, ricchissima di fiori e con una bella fontana. Assaggiamo qui una fetta di “torta della foresta nera” (una bomba calorica di panna montata, cioccolato e ciliegie sciroppate che è talmente dolce da essere persino stucchevole). Vista la piazza, su cui si affaccia anche la chiesa, non c’è altro. Riprendiamo la strada verso casa, immettendoci in autostrada (…tanto è gratuita!) e usciamo a Rottweil. Come dice il nome, è la patria dei cani Rottweiler, selezionati nel medioevo per tirare i carretti dei macellai (sic!). La cittadina è un po’ fuori dai soliti circuiti turistici, ma è davvero bella: le due vie principali, corrispondenti al cardo e al decumano della città romana, hanno case cinquecentesche riccamente decorate, ognuna con un bovindo centrale di forma e colore diversi; molto belle anche le insegne delle attività commerciali, che ancora adesso richiamano con simboli e sagome divertenti l’attività svolta. Da Rottweil, 45 minuti di auto ci portano a casa, dove restiamo anche dopo cena, senza più alcuna forza per uscire ancora.

Friburgo e Brisach am Rhein

Dopo tanta natura, oggi ci aspetta un tuffo in una grande città: Friburgo! Da non confondere con Friburgo in Svizzera, mi raccomando.. E’ una cittadina universitaria, molto vivace e vivibile. Arriviamo in auto fino al park sotterraneo più centrale, e per pochi euro siamo già alla cattedrale. C’è il mercato proprio nella piazza, graziose bancarelle di verdura e fiori in ogni dove.. E il sole sbircia finalmente tra le nuvole.. La cattedrale è davvero bella, sia dentro che fuori. Andiamo anche alla ricerca delle torri-porte della città, e dei due municipi, quello vecchio e quello nuovo, uno accanto all’altro in una bella piazzetta. Raggiungiamo la piccola cremagliera che porta ad un punto panoramico sopra la collina: un po’ caro (5€ per A/R) ma il panorama che si vede dal belvedere (300 m a destra della stazione d’arrivo) vale la pena. Ridiscesi, facciamo ancora due passi nel bel parco accanto alla stazione bassa e poi via, verso nuovi orizzonti! Una rapida occhiata alla cartina e decidiamo di raggiungere Brisach am Rhein, un’antica cittadina arroccata su una rupe a strapiombo sul Reno. In venti minuti siamo lì, si può salire nella città alta con l’auto, dove si visita la chiesa, con bellissimi affreschi ahimè ormai poco visibili, e si ammira il panorama dal belvedere, sul fiume e sulla pianura verso la Svizzera. La città nuova, in basso, è molto più vivace, ma l’atmosfera quassù è un’altra cosa. Un po’ per i km già percorsi, un po’ perché (finalmente) fa caldo, decidiamo di rientrare verso casa: spesa veloce, una bella cena con calma e poi..relax! In fondo siamo in vacanza!

Le terme a Bad Krozingen

E visto che vacanza dev’essere..e che il meteo per oggi preannuncia acqua a catinelle.. Tutti alle terme! Beh no, a dire il vero il gruppo si scinde: A. E B. Poco allettati dall’idea dell’acqua calda (…pazzi!) decidono di sfruttare la carta turistica KONUS e di percorrere in treno alcuni tratti della Schwartzwaldbahn, cioè la ferrovia della Foresta Nera: andranno prima fino a Villingen, e poi su fino ad Offenberg fermandosi a visitare il villaggio di Gegenbach, che con le sue case a graticcio sembra essere molto grazioso. Noi invece ci armiamo di asciugamano, accappatoio, ciabattine e costume, e torniamo verso Friburgo, destinazione Bad Krozingen. Qua una delle tante, tantissime stazioni termali del Baden ci coccola per diverse ore, con 8 diverse piscine, con e senza getti idromassaggio, a maggiore e minor intensità, sdraiati seduti e in piedi.. Insomma: un paradiso del relax! E che dire delle splendide sdraio dove sonnecchiare tra una vasca e l’altra? Il tutto ci costa solo 12 euro a testa, da scontare ancora un pochino se avessimo avuto la carta KONUS.. Mannaggia i prezzi italiani! Unico rimpianto: non aver provato la sezione Saune (ma abbiamo scoperto solo dopo essere entrati che l’ingresso andava preacquistato subito, non avevamo capito ci fossero diverse opzioni di biglietto). Verso le 15 lasciamo le terme e ritorniamo verso Triberg, percorrendo la Simonswaldertahl: uno spettacolo affascinante di nubi e nebbia tra gli alberi ci accompagna mentre saliamo lungo la valle, che è comunque molto bella. Alle 16.30 raccattiamo A. E B. Alla stazione: il tempo è stato inclemente, e purtroppo ha frenato molto i loro istinti turistici.. Ma Gegenbach era davvero bellina. Decidiamo di andare a cena fuori: scegliamo a caso, visto che Triberg non sembra avere nessun locale degno di essere segnalato sulle nostre guide. Mangiamo in una Gasthaus in piazza, ma davvero nulla di memorabile.

I laghi della Foresta nera (Titisee e Schluchtsee) e St. Blasien

Oggi il tempo dovrebbe essere più favorevole..speriamo, la nostra meta sono i laghi della Foresta nera, se riuscissimo vederli col sole sarebbe sicuramente meglio.. Passando da Furtwagen, decidiamo di deviare per visitare il “mulino delle streghe”, un mulino molto grazioso che si trova nei pressi. Seguendo le indicazioni stradali, ci addentriamo in un bosco fittissimo, in una valle stretta stretta.. Dopo 5 o 6 km il dubbio di aver sbagliato strada ci assale.. Ma il navigatore dice che la strada è giusta.. A un certo punto, lavori in corso: sbancamento e annesso taglio di alberi ci costringono a rinunciare.. Non era destino.. In una mezz’oretta, tra verdi pascoli e verdi foreste lungo una delle strade più belle che abbiamo percorso finora, siamo in direzione di Titisee. Giriamo un po’ in tondo, prima di capire dove sia un poarcheggio. Alla fine lasciamo l’auto alla stazione e torniamo verso il centro a piedi. La città è un turistificio pieno zeppo di Vero Speck della Foresta Nera, Veri Orologi A Cucù In Plastica, Vera Acquavite Di Mirtilli della Foresta Nera, Veri Pensionati Tedeschi A Passeggio. E il lago dov’è? E’ davvero difficile da trovare, non c’è un lungolago come stupidamente pensiamo noi.. Solo le terrazze dei bar si affacciano sul lago! Uscendo un pochino dal paese, troviamo finalmente un parco pubblico che si affaccia sul lago. Vietato mangiare e bere. Vietato prendere il sole. Vietato ascoltare musica . Vietato entrare coi cani. Vietato far uscire i bambini. Ok, di Titisee ne abbiamo proprio abbastanza! Riprendiamo l’auto e andiamo verso lo Schluchtsee, l’altro lago. Che in realtà è un invaso artificiale, perché c’è una diga. Arriviamo lungo il lago, dove c’è la pista ciclabile (ovvio) e la ferrovia. Il paese è su, alle nostre spalle. Il lago è cupo e scuro, nessuna forma umana a parte due pescatori su una barchetta (ma potrebbero anche essere finti… non si muovono mai) Quasi quasi non andiamo nemmeno a vedere il paese. Ormai siamo in piena crisi di rigetto dei laghi… in macchina, destinazione St. Blasien! Questa cittadina ospita un’enorme chiesa neoclassica, parte di un complesso conventuale gigantesco, se rapportato alle dimensioni del villaggetto che lo ospita. Scherzi della storia: St. Blasien nel medioevo era una ricchissima comunità commerciale, che aveva voluto dotarsi di un monastero all’altezza. La chiesa è effettivamente spettacolare, e poi essendo neoclassica si distingue un po’ da tutto il rococò che abbiamo visto finora. Graziosi anche gli altri edifici conventuali, dove oggi c’è una scuola privata moooolto esclusiva. Decidiamo per un rientro via Donaueschingen – St. Georgen, con tappa a vedere le gole dello Schiltach, tra Bonndorf e Loffingen. La strada, inizialmente molto bella e panoramica, scende nella gola, ma la parte più spettacolare di questa gola scopriamo ahimè che si raggiunge solo a piedi, lungo un sentiero di ben 13 km.. Ehm no, non fa per noi, pazienza. Il percorso in ogni caso è molto pittoresco, e dopo tutti questi saliscendi la pianura di Donaueschingen, gialla di colza, ci fa quasi impressione.

Haigerloch, Rottenburg am Neckar, Tubinga ed Esslingen

Oggi abbiamo un progetto ambizioso: via Tubinga, raggiungere gli zii di A. Che abitano a Esslingen, vicino a Stoccarda, fermarci per cena e poi ritornare alla nostra casetta, che domenica mattina lasceremo per sempre. Lasciamo l’autostrada ad Haigerloch, che la guida definisce uno dei più bei villaggi del Giura Svevo. Si trova su uno sperone di roccia scavato dall’ansa del fiume, il Neckar. C’è un bel castello, che oggi ospita un hotel superlusso, un paio di belle chiese e la particolarità di aver ospitato nei secoli un quartiere ebraico molto popoloso, che fu ovviamente azzerato dai tristi eventi della Seconda Guerra mondiale. Lasciamo l’auto vicino ad una delle chiese, un confettino rosa con interni rococò davvero delizioso, e scendiamo a piedi nelle vie del paesino, che è proprio bello. Sarà anche che finalmente splende il sole?? La gola del fiume è tappezzata di lillà fioriti, il paese è deserto; raggiungiamo il quartiere ebraico, dove l’antica sinagoga oggi è una casa privata. Poco più in basso, il cimitero ebraico, luogo ricco di fascino da cui andiamo via a malincuore. Visitiamo ancora la chiesa protestante, dove c’è un affresco copia esatta dell’ultima cena di Leonardo, e poi riprendiamo l’auto per raggiungere il castello e la cattedrale, che sono al di là del fiume. Al di sotto della rocca del castello i nazisti avevano un laboratorio segreto dove studiavano le armi nucleari: proprio gli studi fatti qui permisero agli americani di elaborare in pochi mesi la bomba atomica. Volendo si visita, ma noi lasciamo perdere. La cattedrale è molto simile alla chiesa del villaggio, solo un po’ più grande, con tanto di loggia privata per i castellani. Dopo un’ultima foto al Nostro Paese Preferito, ripartiamo verso nord. Da distante vediamo la sagoma del castello degli Hoenzollern, costruzione in realtà recente, in stile neogotico, ma che davvero è il prototipo di tutti i castelli medievali. Sappiamo però che l’interno non è nulla di che, e ci accontentiamo di vederne la sagoma dalla pianura. Ci fermiamo a Rottenburg, che sembra graziosa, così lungo il fiume. E poi è proprio di strada. Lasciamo l’auto in un park a pagamento.. Che di sabato è gratuito! Bene! Ci dirigiamo verso la piazza centrale, dove c’è una bella fontana gotica, e da lì raggiungiamo il fiume, che costeggiamo visitando la cattedrale e godendoci la bella passeggiata panoramica. Ritorniamo a prendere l’auto e ci dirigiamo verso Tubinga. Città universitaria da tempo immemorabile, Tubinga ci piace subito moltissimo. E’ sabato pomeriggio e c’è il sole: una vera e propria folla assedia il centro e il lungofiume! Visitiamo innanzitutto il castello, su in alto sulla collina, sede di alcuni dipartimenti dell’università (qui furono iniziati gli studi che portarono alla scoperta del DNA). C’è un grande panorama a 360°, peccato che i dintorni della città siano molto molto costruiti. Percorriamo le vie del centro storico, alcune in salita verso il castello, altre in discesa verso il fiume. Visitiamo la cattedrale, davvero bellissima, la piazza del Municipio, il lungofiume e poi beviamo qualcosa di fresco in piazza. Dato che è ancora presto per dirigerci verso Esslingen, su consiglio della Guida Routard ci spostiamo di pochi km verso nord e visitiamo il monastero di Bebenhausen. E’ un complesso monastico gigantesco, perfettamente conservato in mezzo alla campagna e ben preservato anche dal punto di vista architettonico: il villaggio che lo circonda è ancora solo quello originale, presso cui abitavano i dipendenti laici del monastero. Il complesso era uno dei monasteri più ricchi e potenti dell’alto medioevo, tant’è vero che amministrava terre e villaggi corrispondenti a circa la metà del Wurttenberg! Visitiamo il complesso abbaziale (saltiamo il piccolo castello annesso) dotati di un’ampia e dettagliata guida in italiano avuta in prestito alla cassa. Il chiostro, la chiesa e le sale del convento sono spettacolari! Davvero vale la pena di venire appositamente a Tubinga per visitare Bebenhausen! Passeggiamo nel complesso per un’ora e mezza buona, e ci spiace davvero andar via.. Un posto affascinante! In una mezz’oretta siamo a Esslingen. Visitiamo velocemente il centro, dove c’è un paio di belle piazze, un Municipio decorato e diverse chiese che però sono già chiuse. Sulla collina alle spalle della cittadina un grande vigneto è contornato da una porzione delle vecchie mura della città. Saliamo in auto fino al bastione: ci sono bei giardini pubblici, e si può raggiungere il belvedere delle mura da cui si vede il panorama della città. Ora è davvero tardi, siamo attesi! Dopo una piacevole serata a casa degli zii, verso le 23 ci incamminiamo verso Triberg: il percorso è quasi tutto autostrada, molto scorrevole e poco frequentato data l’ora, e arriviamo a casa esattamente 2 h dopo. St. Margen, St. Peter e Berna Oggi è giorno di rientro.. Dopo la classica colazione in cui bisogna mangiare tutto ciò che è avanzato (…ce la facciamo quasi), facciamo i bagagli, gettiamo la raccolta differenziata (c’è un bidone per ogni vetro di colore diverso: bianco, verde, marrone. Ma stranamente non separano la plastica) e riconsegnamo la chiave della nostra casetta, a cui ormai eravamo affezionati! Sono quasi le 11, giusto l’ora per fermarci a Schonach per vedere in funzione l’orologio a cucù più grande del mondo! In realtà anche Triberg si vanta di avere funzione l’orologio a cucù più grande del mondo… infatti la guerra tra i due paesi è serratissima! Si tratta di casette con facciata ad orologio, che internamente hanno l’ingranaggio a vista.. Molto kitsch, ma non potevamo esimerci! Alle 11 in punto il cucù si anima: rapidissimo, senza voce e un po’ moscio nei movimenti, ma per un euro si può fare..è stato divertente. Visto che prenderemo l’autostrada all’altezza di Friburgo, decidiamo di lasciare la Foresta nera dall’unica strada che ancora non abbiamo percorso: la valle di St. Margen e St. Peter. Ci dirigiamo allora verso Titisee, deviando ad un certo punto sulla destra. Una bellissima vallata verde e gialla, tante mucche, pochissimi paesini e tanti turisti in auto e in bici: innanzitutto oggi c’è il sole, eppoi siamo nel weekend lungo di Pentecoste, lunedì qui sarà vacanza e tutti sono partiti. Incontriamo prima St. Margen, dove c’è una graziosa chiesa (ovviamente rosa, ovviamente rococò) che vale una breve visita. Ci dirigiamo poi verso St. Peter, sede di un grande complesso conventuale la cui chiesa davvero splendida ci colpisce. St. Peter è anche famoso per l’attaccamento dei suoi abitanti agli abiti tradizionali..e infatti incontriamo due signore con un bellissimo abito tipico e tanto di cappellino col fiocco! Visitiamo la chiesa; purtroppo il convento si visita solo con la guida, e abbiamo mancato il giro per 10 minuti.. In chiesa c’è un poster che mostra la biblioteca del convento, un gioiellino rococò che avremmo visto volentieri..pazienza! Passegggiamo brevemente in paese, molto grazioso in mezzo ai prati verdi, e poi salutiamo davvero la Foresta nera, è ora di tornare verso casa. Entriamo in autostrada a Friburgo, e in un’ora e mezza siamo a Berna. Decidiamo di fermarci per sgranchirci le gambe..d’altronde il centro storico di Berna è patrimonio UNESCO, varrà ben una passeggiata! Parcheggiamo in un park sotterraneo comodissimo; il centro è su un’ansa del fiume, ci sono due vie principali su cui si affacciano palazzi in pietra grigia, molto seriosi rispetto alle architetture tedesche del Baden. Ci sono portici bassi in stile alpino, che ci ricordano molto Cuneo. La città è graziosa, ricca di fontane… ognuna ha una figura in legno dipinto che probabilmente raffigura un personaggio della storia locale, ma non abbiamo una guida e quindi restiamo col dubbio. La gente si affolla nelle strade, visto il tempo magnifico. Raggiungiamo la torre dell’orologio, molto bella, con un carillon di figure, e poi passeggiamo lungo il fiume fino a raggiungere il ponte da cui si vede la Fossa dell’Orso. L’orso è il simbolo della città, e Berna ha sempre ospitato degli orsi in una specie di zoo al di là del ponte, sulle rive del fiume. La struttura è davvero piccola, spoglia di vegetazione e squallida… povero orso, che vita! Spendiamo gli ultimi franchi svizzeri per il park, e poi via Gran San Bernardo – Aosta, dopo un po’ di coda in autostrada per una strettoia da lavori in corso (…benvenuti in Italia!) siamo a casa per cena, a ripensare agli splendidi paesaggi e ai villaggi pittoreschi che ci hanno accompagnato in questi 2600 km.



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