Viaggio a Sao Miguel dos Açores

Breve e rilassante viaggio alla scoperta della maggiore delle Isole Azzorre, Sao Miguel!
Scritto da: f.paesano
viaggio a sao miguel dos açores
Partenza il: 05/07/2014
Ritorno il: 12/08/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Quanto ci incuriosiscono queste isole! Ne ho sempre sentito parlare da mia zia, frequentatrice, come di isole paradisiache. Non ci avevamo mai pensato, ma scartabellando tra le alternative, eccoci in partenza per Sao Miguel dos Açores!

Sabato 05 Luglio

Sveglia infausta alle 02:30 di notte. Il volo parte da Amsterdam (noi viviamo all’Aja, Olanda) alle 06:30 e, reduci da una brutta esperienza col treno notturno la volta precedente, per superprudenza partiamo con largo anticipo e decidiamo di prendere il treno delle 03:20. Il check-in scorre liscio e il volo parte puntuale. Facciamo scalo a Terceira prima di atterrare finalmente a Ponta Delgada, isola di Sao Miguel. L’aeroporto è piccolo e le valigie non tardano ad arrivare. Facciamo una lunga e snervante coda alla Hertz per ritirare la macchina prenotata da casa e nel frattempo andiamo all’ufficio turistico situato all’interno dell’aeroporto dove un ragazzo gentilissimo ci racconta le attrazioni dell’isola. Non vediamo l’ora di iniziare ad esplorarla!

Finalmente ritiriamo l’auto. E’ di una categoria inferiore rispetto alla prenotazione (Peugeot 107 anziché 207, ed è veramente molto piccola anche se per noi due va bene), ma ci omaggiano l’autista aggiuntivo, il navigatore (aggiornato in modo pessimo) e le tasse finali. Pazienza, va bene tutto, basta uscire da lì!

Sono circa le 12:00 e il tempo non è un granché. Non c’è sole ma per fortuna fa abbastanza caldo.

Il nostro hotel è sulla costa nord, a Capelas, una ventina di minuti da Ponta Delgada. Passiamo per il capoluogo, molto carino, e strada facendo facciamo una prima sosta al mercato. Qui compriamo un cestino di fragole deliziose, il famoso bolo levedo (una specie di focacetta tonda leggermente dolce e molto morbida che ricorda il pan brioche) e dei biscotti alla cannella. Tutti sono gentilissimi e, soddisfatti, ci rimettiamo in marcia diretti all’hotel Vale do Navio dove arriviamo poco dopo. L’hotel non è male, grande struttura moderna piena di nordici, ma non corrisponde esattamente alle aspettative e alle foto. La stanza è comunque abbastanza spaziosa e non manca nulla, anche se i letti sono singoli e separati.

Giusto il tempo di metterci i costumi e chiediamo indicazioni su come arrivare alle piscine naturali nell’oceano a Capelas. Strada facendo ci fermiamo ad un primo belvedere di roccia vulcanica nera che affaccia a picco sul mare, i colori sono molto suggestivi. Le piscine sono molto vicine in effetti, ma ci deludono un po’; l’acqua non sembra granché pulita e decidiamo di cercare di meglio. Proseguiamo lungo la costa nord dell’isola verso ovest, in direzione della cittadina di Ribeira Grande. Ci fermiamo brevemente all’enorme supermercato Continente Modelo per comprare bibite e qualche leccornia tipica (pasteis de nata) e infine troviamo la spiaggia di Santa Barbara, ampia spiaggia dalle rocce e dalla sabbia nere, con un bel bar e tanti bagnanti e surfisti. Ci accorgeremo che le spiagge dell’isola sono molto frequentate, soprattutto dalla popolazione locale.

Io cado in un coma profondo e dormo della grossa per un po’, mentre Fede fa un bagno e qualche foto. Quando finalmente mi sveglio andiamo insieme a provare l’acqua. E’ fresca e gradevole, non gelida come immaginavamo, e ovviamente, pulitissima.

Ci rimettiamo in macchina e ci infiliamo verso l’interno dell’isola, destinazione Caldeira Velha. Si tratta di un parco monumento naturale e regionale, all’interno del quale c’è una fumarola con acqua e fango che ribolle e puzza notevolmente di zolfo. Qui troviamo anche una piscina naturale alimentata da una cascata che ricorda le immagini dell’Eden e ci facciamo un bel bagno. L’acqua dovrebbe essere calda, ma tutt’altro.

Ci asciughiamo e fra tornanti nel verde lussureggiante e ortensie celesti a perdita d’occhio, arriviamo a vedere dall’alto la Lagoa do Fogo, lago molto suggestivo all’interno del cratere di un vulcano. Non incontriamo anima viva e il solo rumore che si sente è il ribollire della centrale geotermica.

Dato che siamo già sulla costa settentrionale dell’isola e che siamo decisamente stanchi, per cena scegliamo Ribeira Grande. Non ci sono molti ristoranti, ma il più bellino che vediamo, e dove prontamente ci infiliamo, è il ristorante Alabote, fronte mare. Mangiamo sulla grande terrazza. Il personale è come sempre gentilissimo anche se il servizio non è dei più celeri. Con 30 euro in due mangiamo un’ottima zuppetta di pesce (una crema), un piatto a base di baccalà e una buona bistecca.

Fine della lunghissima giornata, rientriamo in hotel e sparati a nanna.

Domenica 6 Luglio

Cerchiamo di alzarci verso le 8:30 e un gran brutto tempo ci dà il buongiorno. E’ tutto coperto e grigio. Alle 9 facciamo un’abbondante colazione al ristorante dell’hotel e ci dirigiamo all’ufficio turistico di Ponta Delgada in cerca di ulteriori informazioni e suggerimenti per percorsi di trekking, ecc. Entrando in città facciamo una breve sosta al centro commerciale Parque Atlantico. Peccato che l’ufficio turistico sia chiuso! Che delusione.. approfittiamo del fatto che il tempo è brutto per fare un giro nella cittadina e bere un ottimo espresso in uno dei tanti bar.

Decidiamo di salire ai laghetti (Lagoas Empadadas, Lagoa do Canàrio e Lagoa Raza): molto carini, a parte la Raza, che sarà anche per colpa dell’assenza di sole, ma non è un granché. Proseguiamo fino alla famosa Vista do Rei, affollatissima e dominata da un mostruoso hotel dismesso e semidiroccato, da cui si vedono il villaggio di Sete Cidades e le Lagune Verde e Blu.

Scendiamo verso valle passando per Sete Cidades, e sbuchiamo sulla costa. Siamo diretti a Ponta da Ferraria, località termale sull’oceano. Posteggiamo e percorriamo una lunga passerella di legno, in fondo alla quale compare una spiaggia dall’aspetto lunare. Tramite una scaletta si accede direttamente alle acque di una piscina naturale nera corvina (vulcanica) e con acqua che sbuca dalle rocce a 38 gradi. Fare il bagno è molto piacevole, e anche chiacchierare con un signore portoghese, belga d’adozione, in vacanza alle Azzorre con la moglie.

Rigenerati rimontiamo in macchina e ci dirigiamo a Mosteiros, arriviamo fino in spiaggia per vedere i grandi faraglioni da vicino, e poi cerchiamo un ristorante. Nessuno di quelli che vediamo ci ispira granché, e mentre stiamo tornando verso Ponta Delgada, incappiamo in una festa di paese a Ginetes. Ci sediamo ad uno dei tavolacci a fianco a una famiglia tedesca e ordiniamo pollo alla brace (5 euro), patatine fritte (1 euro) 2 birre (80 centesimi l’una). Assistiamo ad una sfida canora fra due cantanti di fado (terribile ma interessante) e poi via a Ponta. Facciamo una passeggiata alla Marina, piena di ristoranti e locali, e a mezzanotte ce ne torniamo a casa.

Lunedì 7 Luglio

Sveglia faticosissima verso le 8:30 e colazione con finalmente abbondante ananas dell’isola: veramente dolcissimo!

Il tempo è brutto nonostante le previsioni dicessero il contrario, e decidiamo di andare a Furnas, all’interno dell’isola. Prima però passiamo per Ponta Delgada, dove l’ufficio turistico dovrebbe essere aperto. Purtroppo non è entusiasmante e non ci raccontano niente di nuovo. Ripartiamo per Furnas, lungo la strada che percorre la costa dall’alto. Vediamo l’Ilheu di Vila Franca do Campo, isolotto il cui cratere è proprio un cerchio perfetto.

Dopo un’oretta abbondante di strada arriviamo a Furnas, decisamente popolata di turisti, con le sue puzzolentissime solfatare e le pentole di cozido (stufato tipico del posto) sepolte sotto terra a cucinarsi. Assistiamo a qualche disseppellimento di pentoloni e proseguiamo in macchina per il paesino di Furnas. Nonostante sia ora di pranzo, l’ufficio turistico è inaspettatamente aperto. La gentile signora ci fornisce qualche informazione su Furnas, i vari bagni termali e i dintorni e noi, ubbidienti, prima di andare a pranzo facciamo il percorso pedonale che ci ha consigliato. Raggiungiamo delle caldere e delle fonti di ferrosissima acqua che sgorga frizzante dalla roccia. Molto affascinante il tutto. Tra l’altro ritroviamo i signori di Ponta da Ferraria che soggiornano qui.

Torniamo al centro del paesello dove Fede acquista un costume in un negozio cinese, in previsione del bagno di tintura nella piscina del parco termale. Ci hanno avvertiti che tutto si macchia inesorabilmente e irreversibilmente di giallo.

Pranziamo al ristorante O Miroma, con un buon antipasto di pane e formaggio e un cozido di caldera in due, che è una discreta delusione. Consigliamo di provarlo per il fatto che si è qui, ma una volta basta e avanza! Anche perché è decisamente un piatto molto pesante. Un bell’espresso per digerire e svegliarci, e via alla piscina del parco Terra Nostra (ingresso 5 Euro a persona).

L’acqua dell’immensa piscina ha un aspetto orribile, ma farci il bagno è piacevole anche per la temperatura dell’acqua da vasca da bagno. Ci asciughiamo, facciamo un giro per il parco – molto bello – e poi saliamo al miradouro di Pico do Ferro, da cui si vede la laguna e le fumarole delle pentole.

Rientriamo all’hotel, ci docciamo e andiamo a Ponta Delgada, che è un po’ morta. Optiamo per un gelato e poi filiamo a Capelas e a nanna!

Martedì 8 Luglio

Come al solito facciamo fatica ad alzarci, e anche se la sveglia suona alle 7:30, fino alle 8 e qualcosa non riusciamo ad attivarci. L’intenzione è quella di fare un bagno turco in hotel, dato che alla sera arriviamo sempre troppo tardi, ma alla fine passiamo e ci fiondiamo diretti a colazione. Il tempo come al solito è brutto, e nella speranza che schiarisca decidiamo di salire al miradoro di Vista do Rei e fare uno dei percorsi di trekking, quello che passa intorno alla caldera delle lagune verde e blu e da dove si vede Sete Cidades.

Lungo il tragitto vediamo solo nebbia e quando raggiungiamo il miradouro (circa 500 mt slm) qualcosa si vede, ma sui toni del grigio.

Cominciamo il trail, ma non è molto entusiasmante e dopo circa 3 Km decidiamo di rientrare e scendere sulla costa meridionale dell’isola per andare all’Ilheu di Vila Franca do Campo. Dal porticciolo parte una barca per l’ilheu ogni ora (prendiamo per un pelo quello delle 14). In 10 minuti arriviamo; il sole è fortissimo e il cielo finalmente limpido. L’isolotto altro non è che una grande roccia circolare intorno alla limpida acqua del cratere. Facciamo un bel bagno attraversando il cratere perfettamente tondo, prendiamo un po’ di sole sulla roccia e poi risaliamo sulla barchetta stracolma di gente per tornare sull’isola. Questa volta la barca ci fa fare un bel giro intorno all’ilheu e alll’immenso faraglione.

Sulla via di casa facciamo una sosta all’enorme supermercato Continente Modelo del centro commerciale Parque Altlantico di Ponta Delgada, dove compriamo calamari e altre cosine per fare un bel bbq sul terrazzo di “casa”.

Prima di cena decidiamo di provare la spa dell’hotel, che è una grande delusione. Il bagno turco è freddino e plasticoso, non ci sono asciugamani disponibili (soltanto in reception a 2,50 euro l’uno), la sauna è spenta e comunque ci sarebbe posto soltanto per una persona in piedi, e la jacuzzi è schiumosa e plasticosa. Un po’ una spa “voglio ma non posso”, tanto per poter dire che l’hotel ne è dotato…

Grigliamo i calamari (una delizia!) e li accompagnamo con un’insalata di pomodori. Mangiamo le nostre ottime fragole e ce ne andiamo a letto.

Mercoledì 9 luglio

Neanche a dirlo, facciamo fatica ad alzarci. Facciamo colazione e ci prepariamo per la giornata. Il tempo è decisamente brutto. Strada facendo ci fermiamo al Riberira Grande e compriamo panini e pasteis a A Merenda, fornito di tante cose buone e con prezzi estremamente contenuti.

Visto il tempo decidiamo di visitare le due fabbriche di tè dell’isola, Chà Gorreana e Porto Formoso. Entrambe si trovano sulla costa settentrionale, a breve distanza l’una dall’altra e sono le uniche coltivazioni di tè in Europa, oltre che nelle Azzorre.

Visitiamo per prima la fabbrica di Porto Formoso, dove ci offrono un mini-tour guidato e una degustazione del tè broken leaf. La fabbrica Chà Gorreana invece è più grande e possiamo vedere la lavorazione del tè in tutto il suo ciclo. Anche qui la visita termina con una degustazione e noi alla fine, invece del tè, compriamo un barattolo da circa un quintale della loro tipica salsa di peperoni (pimenta moida) per 3,50 euro.

Finita la visita ci rimettiamo in macchina e proseguiamo lungo la costa settentrionale in direzione est, dove incappiamo nella cascata di Ribeira dos Caldeiroes, situata in un contorno bellissimo, il Parque da Ribeira. Facciamo una bella passeggiata fino a raggiungere la sommità della cascata e altre cascate minori e piscine naturali. La passeggiata prosegue nel parco all’altro lato della strada, dove ci sono un mulino, un bar e un negozio di orribili souvenir.

Ci rimettiamo in marcia e, proseguendo lungo la costa, arriviamo a Nordeste, dove facciamo soltanto una breve sosta e dove rischiamo la vita per scendere al faro. La strada è praticamente verticale e non voglio nemmeno pensare a come sarà tornare su… Il faro purtroppo è chiuso, ma per fortuna Fede se la cava egregiamente e riesce a guidare fino a tornare su!

Arriviamo al paesino di Povoaçao, dove in un bar al sole sul lungomare una birra costa 60 centesimi, un tè freddo 80 e un buon espresso 55!! Facciamo un salto sulla spiaggia, naturalmente nerissima e molto popolata come tutte le spiagge dell’isola, e poi un giro nel paesello, dove ormai però è tutto chiuso, tranne il giardino zoologico, popolato da tanti uccelli, pavoni, scimmie e tantissimi conigli.

Decidiamo di andare a cena a Vila Franca do Campo, dove chiediamo consiglio per un ristorante a una signora ferma sulla porta di casa, cosa molto abituale da queste parti. Ci dice due nomi di ristoranti al porto. Optiamo per “Jaime”, dove mangiamo un ottimo pesce Boca Negra alla brace, con contorno di insalata e patate, vino bianco Terra de Lava e formaggio iniziale. Il tutto per 25 euro in due!

Ci mettiamo sulla superstrada per rientrare Capelas, passando da Ponta Delgada, arriviamo in hotel e ci infiliamo in branda.

Giovedì 10 luglio

Come al solito, la sveglia è faticosa e il cielo coperto. Dopo la solita colazione ci dirigiamo a Ponta Delgada facendo una prima sosta a Decathlon. Facciamo qualche acquisto e poi un giro per la cittadina, dove stanno allestendo la piazza per la festa dello Spirito Santo.

Prendiamo un ottimo espresso per 45 centesimi, passeggiamo per le vivaci vie piene di negozi, e arriviamo al Castelo de Sao Bràs, che ospita il museo. Pranziamo al bar Barriga Cheia (pancia piena), in centro. Con 5 euro a testa mangiamo un menù costituito da hamburger con bacon, un uovo fritto, formaggio, insalata, patatine, bibita e caffè. Ottimo diremmo, sopratutto il conto!

Un signore che mangia al tavolo di fianco al nostro con due ragazzi ci parla amichevolmente, passandoci metà del suo formaggio e omaggiandoci per mano della cameriera un piatto di risotto ai frutti di mare. Davvero gentilissimo, ci fornisce anche una serie di consigli su cosa visitare, dove mangiare e ci dice quali sono le spiagge migliori.

Recuperiamo la nostra macchinina dal parcheggio a pagamento e, su consiglio del gentile signore, padrone del negozio di moda maschile A Londrina, andiamo alla spiaggia das Milicias, a Sao Roque. La spiaggia è ampia e comoda, con bar e posteggio. Nonostante il sole si palesi solo raramente, riesco a bruciarmi il sedere alla grande!

Ci rimettiamo in pista alla ricerca della piantagione di ananas, poco distante. Si tratta del Quintal das Tres Cruzes a Fajã de Baixo. Il titolare ci mostra un video sulle coltivazioni e per fortuna dopo poco ci raggiunge una coppia di signori francesi, che ci salverà al momento degli acquisti a fine tour. Dopo la visita delle serre riusciamo effettivamente a non comprare né ananas freschi né derivati vari, e ce ne andiamo a cena. Facciamo due passi in marina e poi optiamo di nuovo per Jaime a Vila Franca do Campo, con la sua bella vista sull’Ilheu. I gentilissimi ragazzi ci trattano anche stasera con cortesia infinita. Il pesce che scegliamo stasera è il cântaro, sempre alla brace, ottimo davvero e si mangia a sufficienza dividendone uno in due.

Stasera niente formaggio e al posto delle patate lesse chiediamo delle patatine fritte, ma personalmente le sconsiglio per l’olio della frittura. Comunque il pesce è buonissimo, e annaffiandolo con due birre spendiamo 17 euro: da non credere!

Rientriamo a Capelas e anche questa giornata ahimè, si conclude.

Venerdì 11 luglio

Purtroppo è l’ultimo giorno. Il tempo anche oggi è brutto. Dopo la colazione Fede contatta il Diving Center di Vila Franca do Campo e prende appuntamento con Pedro, il diver, per le 13.00 al negozio in marina.

Dedichiamo un po’ di tempo alla visita del giardino botanico José do Canto a Ponta Delgada, con varie piante interessanti tra cui le canne di bambù giganti, e un impressionante albero gigantesco, l’albero della gomma.

Arriviamo al Diving Center con un po’ di ritardo, ma poco male. Fede farà, da solo con Pedro, l’immersione alla grotta di Caloura. Salgo anche io sul gommone per andare al punto da cui si immergeranno. Finiti i preparativi, alle 14:00 si parte. Il mare è calmo e in una ventina di minuti raggiungiamo il punto in mezzo al mare (abbastanza vicino alla costa in realtà) dove Pedro getta l’ancora.

Stanno sott’acqua per circa 50 minuti e io nel frattempo faccio un bel bagno nel mare bluissimo e due chiacchiere col cocchiere del gommone.

Quando riemergono, contenti e soddisfatti, si rientra alla marina, doccia, pagamenti e via alla spiaggia di Vila Franca, dove prima di tutto, mangiamo una bifana (cotoletta nel panino) al bar. Facciamo un bagnetto, una passeggiata sulla spiaggia e poi, per la terza sera di fila andiamo a mangiarci un cântaro alla brace da Jaime, questa volta con patate lesse. Ottimo come sempre! Stasera spendiamo 16 euro, riceviamo un profumatissimo ananas in omaggio, e speriamo vivamente di tornare prima o poi.

Andiamo a Ponta Delgada per fare un’ultima passeggiata alla marina. Nella piazza centrale coi suoi archi è tutto pronto per la festa di domani sera. Mangiamo un gelato e poi facciamo l’ultimo rientro all’hotel per fare la valigia.

Sabato 12 luglio

Stamattina la sveglia suona alle 7 e dobbiamo perfino aspettare che aprano per la colazione, che inizia alle 7:30. Chiudiamo le valigie, effettuiamo il check-out e poi via in città per comprare pane e formaggio dal Rei dos Queijos. Prendo due caciotte e due pagnotte di mais, breve sosta caffè nei pressi del Castelo de Sao Bras, e dritti all’aeroporto. Restituiamo l’auto senza intoppi, facciamo il check-in e aspettiamo pazienti l’imbarco.

Ci facciamo le ultime risate della vacanza osservando al duty free una coppia gay in super tiro che compra centinaia di bottiglie di vino e scatolette di tonno, in preda ad una specie di delirio.



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