Vienna, un tuffo nel passato

Esplorando la città seguendo un immaginario fil rouge che lega tutte le principali attrazioni
Scritto da: hummin
vienna, un tuffo nel passato
Partenza il: 17/06/2018
Ritorno il: 22/06/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Visitare più volte la stessa città può voler dire cose molto diverse, o che ci si ritorna perché le esperienze precedenti non sono state soddisfacenti o perché ci ha colpito talmente tanto da non poterne fare a meno.

Con Vienna mi sono capitate entrambe le cose, il primo contatto con la città fu in un caotico Capodanno di qualche anno fa, un paio di giorni che mi permisero di intuirne il potenziale ma nello stesso tempo la confusione tipica di quel periodo non mi ha permesso di apprezzarla ed esplorarla come avrei voluto. Nel tempo ho sviluppato la convinzione che visitare una città sotto Natale ne dia un’impressione falsata, certo l’atmosfera è magica e questo è innegabile, ma non si riesce a percepirne il vero spirito.

A differenza della prima volta in questa occasione andiamo in aereo sfruttando una nuova tratta dall’aeroporto di Pisa con Laudamotion, troviamo dei biglietti molto convenienti per una permanenza totale di quattro giorni. Per visitare la città sono sufficienti. Va tenuto presente che a Vienna c’è molto da vedere e ci sono cose interessanti anche nei dintorni, giusto per fare una gita fuori porta. Non dico nulla di nuovo se sottolineo che è una città cara, ma come in tutte le cose sapendo cercare si riesce anche a limitare le spese.

Noi troviamo un hotel molto centrale, il Trend Hotel Anatol Wien, che si trova in una traversa di Mariahilferstrasse, meglio conosciuta come la via dei negozi, frequentatissima da viennesi e turisti. Struttura nuova, organizzata e pulita si trova a 200 mt. dalla fermata della metro di Zieglergasse, cosa non da poco se si considera che per esplorare Vienna la metro è fondamentale.

Come ho già anticipato Vienna è oggettivamente costosa, non solo in termini di hotel o ristoranti ma anche l’accesso alle varie attrazioni non è a buon mercato, se si vuol vedere qualcosa bisogna essere disposti a metter mano al portafoglio. Lo si può fare però in maniera intelligente, se partite con l’idea di vedere il più possibile allora consiglio di acquistare il Vienna Pass. Noi lo abbiamo acquistato online sul sito www.viennapass.it con qualche giorno di anticipo per arrivare già attrezzati. La spedizione è veloce, basta fare attenzione se lo si ordina nel periodo natalizio o in piena bagarre estiva e muoversi con un minimo di anticipo, il pass permette di accedere a più di 60 attrazioni senza dover fare sul posto il biglietto e saltando le code, senza contare la possibilità di usare gli hop-on hop-off per spostarsi in città. Non è economico nel senso che per per 72 ore come lo abbiamo fatto noi vi costerà almeno un centinaio di euro, ma calcolatrice alla mano la somma degli sconti che permette di avere su ogni singolo biglietto è notevole.

Personalmente consiglio di abbinarlo anche al biglietto per i mezzi pubblici (metro, bus, tram), la scelta logica è di farli della stessa durata, la differenza di prezzo è minima nel senso che aggiungendo quest ultimo si spendono circa 17 euro in più, ma il ritorno in termini di comodità nell’accesso ai mezzi è impagabile.

Devo confessare di aver avuto dei dubbi visto il costo, ma c’è di buono che in caso di mancato utilizzo il Vienna Pass viene rimborsato a patto che se ne faccia richiesta entro 30 giorni dall’acquisto, non male davvero.

17 GIUGNO

Si parte di domenica dall’aeroporto di Pisa nel tardo pomeriggio, il volo dura circa un’ora quindi si arriva relativamente presto. Ci sono vari modi per arrivare in centro città dall’aeroporto, taxi, bus o anche in metro, da tenere presente che la distanza da coprire è di quasi 30 km, per comodità noi abbiamo organizzato per tempo un trasferimento online, dal sito www.ats-vie.com si può inviare una richiesta specificando orario di arrivo, numero di passeggeri e destinazione, in poco tempo si riceve una e-mail con una quotazione, un prezzo fisso che differenzia questo servizio dai soliti taxi, basta rispondere alla mail per confermare il tutto e il gioco è fatto. Noi spendiamo 35 euro in due, sicuramente è meno economico di un bus o di una metro e più di un taxi, secondo me può essere valido se si arriva in orari particolari e non si ha voglia di impazzire per capire come spostarsi, c’è da sottolineare la puntualità e la professionalità del servizio, lo abbiamo utilizzato anche al ritorno per il percorso inverso.

Come primo giorno facciamo giusto in tempo ad arrivare in hotel e sbrigare le formalità per il check-in, dopo aver lasciato il bagaglio in camera facciamo una breve esplorazione dei dintorni alla ricerca di un ristorante, che troviamo facilmente. Il capitolo ristoranti è sempre spinoso perché va sulla base dei gusti personali, a Vienna c’è molta scelta, si può mangiare bene anche spendendo poco, certo si deve arrivare a qualche piccolo compromesso, ma ci sono molti locali semplici e di buon gusto che offrono pietanze diverse, dall’etnico al vegano ai tipici piatti della cultura austriaca.

Dopo cena abbiamo giusto il tempo per una breve passeggiata lungo Mariahilferstrasse dove i negozi stanno pian piano chiudendo, c’è comunque molta gente, la bella serata e il clima mite aiutano.

18 GIUGNO

Il primo vero giorno di viaggio inizia con un’abbondante colazione, decidiamo quindi di dedicarci all’esplorazione del centro città seguendo un immaginario file rouge che lega tutte le principali attrazioni della città.

Punto di partenza ideale è il Duomo di Vienna o Sthepansdom che sorge nella piazza omonima, non si tratta solo di uno dei simboli della città ma anche di una delle più belle ed importanti chiese del paese, casa degli Asburgo qui si sono celebrati tutti i più importanti matrimoni di questa dinastia, come le moschee il duomo è orientato verso il sole che sorge. Al suo interno si ha un senso di maestosità, l’accesso è libero, si paga per vedere solo la parte centrale della chiesa che non è compresa nel Vienna Pass, così come le catacombe che però visitammo già la prima volta, andiamo invece a vedere il cosiddetto tesoro a cui si arriva solo tramite ascensore da un accesso controllato, al piano superiore del duomo. Per gli appassionati di fotografia come me si gode una vista perfetta dell’interno della chiesa, senza contare la bella collezione di oggetti voluta da Rodolfo IV detto il Magnanimo, egli fondò anche l’Università di Vienna nel 1365. Nelle diverse aree espositive si possono inoltre ammirare preziose sculture, oggetti in stoffa, manoscritti medievali, pitture su tavola e capolavori dell’arte dell’oreficeria viennese.

Il consiglio che posso dare è di sfruttare il pass in maniera totale, dopo la cattedrale infatti visitiamo la casa natale di Mozart che si trova a pochissima distanza, un bel tuffo nella storia che credo possa avere un valore maggiore per appassionati ed esperti di musica classica, da profano posso dire comunque che vedere dove è nato e cresciuto forse il più grande genio della musica fa una certa impressione. Non tanto per la casa in se che è molto semplice ed essenziale anche se ben conservata ma per ciò che essa rappresenta nell’immaginario di chi non ha potuto ovviamente vivere quell’epoca e cerca, come me, di rimediare in questo modo.

Una citazione a parte merita a mio modesto parere la Biblioteca nazionale austriaca, meraviglioso esempio di barocco europeo e una della più belle e maestose biblioteche d’Europa. La vecchia biblioteca di corte nacque nella prima metà del XVIII secolo come ala a sé stante della residenza imperiale nella Hofburg. L’imperatore Carlo VI ne ordinò la costruzione. La biblioteca venne edificata da Joseph Emanuel Fischer von Erlach su progetti del padre, Johann Bernhard Fischer von Erlach.

Il Salone di Gala della biblioteca è sicuramente la parte più bella della struttura, lungo quasi 80 m con un’altezza di 20 m è coperto da una cupola affrescata dal pittore di corte Daniel Gran. Sono qui contenuti ed esposti al pubblico più di 200.000 volumi fra cui la biblioteca di 15.000 libri appartenuta al principe Eugenio di Savoia nonché una della collezioni di manoscritti della Riforma di Martin Lutero più grandi al mondo. Devo dire che per chi ama i libri come me qui si rischia di passare delle ore naso all’insù ammirando tale meraviglia, peccato che i libri, come ovvio, non siano consultabili. Mettendo piede qui sembra di entrare in un film in costume, certo noi turisti in un ambiente simile stoniamo un po’ ma lavorando d’immaginazione tutto passa in secondo piano. Come primo giorno è davvero impegnativo, la cosa particolare del pass è, secondo me, che finisce per condizionarti un po’, ci sono più di 60 attrazioni comprese e si finisce col vedere di tutto solo per giustificare la spesa fatta. Il fattore positivo è che tutto quello di cui sto parlando si trova in centro quindi ci si può spostare facilmente a piedi senza fare fatica, e proprio per questo visitiamo nell’ordine il Museo Ebraico, quello dei mappamondi e dell’esperanto e la Cripta degli Imperatori.

Spendo volentieri qualche parola per quest’ultima, qui riposano ben 149 Asburgo, La tradizione di seppellire i regnanti nella cripta ebbe inizio nel 1633, ben 12 imperatori e 19 imperatrici e regine, hanno trovato nella cripta la loro ultima dimora. Il meraviglioso doppio sarcofago creato per Maria Teresa e il suo sposo, l’imperatore Francesco I Stefano di Lorena, è un’opera di Balthasar Ferdinand Moll. Credo che un luogo simile vada interpretato come un omaggio alla storia, so che ad un primo impatto può sembrare macabro o di cattivo gusto, ma anche la morte fa parte del percorso della vita e qui onestamente si è fatto il possibile per rendervi omaggio, come se, ripercorrendo un’antica tradizione, si cercasse di congelare nel tempo la magnificenza dei sovrani, cercando di non farli dimenticare.

Come si può intuire è una giornata molto intensa che continua nel primo pomeriggio, dopo un buon pasto più che meritato, con la visita dell’Hofburg, in cui la famiglia dell’imperatore visse fino al 1918. Era originariamente un castello del 13° secolo che con l’aumentare del potere esercitato dagli Asburgo, e quindi del territorio sul quale essi dominavano, fu ampliato sempre di più fino a diventare l’attuale prestigiosa residenza. Si tratta di una struttura molto grande la cui visita richiede un po’ di tempo. I punti di forza sono ovviamente gli appartamenti reali e il museo di Sissi. Rassegnatevi al fatto che soprattutto negli appartamenti troverete sempre ressa, quindi non è facile poterli vedere in pace ma tant’è che almeno in questo caso bisogna armarsi di pazienza. Questo non inficia la bellezza del luogo, non si può neppure pretendere di trovarlo deserto, certo che stare in coda come alla cassa del supermercato ti fa passare un po’ la voglia. Non indugerò in dettagli, ammetto di non essere appassionato della trilogia di Sissi, ma per le signore questo è una sorta di paese dei balocchi e me ne accorgo dalla luce che brilla negli occhi di mia moglie.

L’Hofburg è un complesso che ruota intorno a Josefsplatz dove campeggia maestosa la statura di Giuseppe II, l’edificio che vi si affaccia ospita la Biblioteca Nazionale, nella Sala d’Onore.

Guardando il complesso dalla Josefsplatz, la parte sinistra è costituita dalla Augustinerkirche, in stile gotico, dove sono conservati i cuori degli Asburgo e dove si può ammirare il monumento funebre a Maria Cristina di Antonio Canova; e dall'”Albertina”, che ospita una vasta collezione di stampe, acquerelli, disegni e fotografie. La parte destra è costituita dalla Stallburg, ora parte del Museo Lipizzano, e dal Maneggio d’inverno, dove i sovrani addestravano cavalli, e dove tenevano gli esercizi equestri. Il vasto parco del complesso, che si estende dietro i palazzi che compongono la facciata e dietro le viscere della struttura costituite dal nucleo dello Schweizerhof, fu realizzato dopo che Napoleone Bonaparte durante l’occupazione di Vienna fece abbattere le mura della città. Il parco è arricchito dalle statue di Francesco I e di Mozart, e da un complesso di serre realizzato nei primi del Novecento. Il cortile interno è invece occupato dalla Piazza degli eroi, su cui si affaccia l’ala della Neue Burg: al centro dei due cerchi che formano la piazza sono poste le statue del principe Eugenio di Savoia e dell’arciduca Carlo.

Nella frenesia e nell’entusiasmo di questa prima giornata che volge al termine riusciamo ad incastrare anche una visita al Museo ebraico e al Museo dei Mappamondi e dell’Esperanto. Diciamo che avere a disposizione il Vienna Pass ti porta a sfruttarlo il più possibile, c’è di buono che ti permette di vedere anche cose che normalmente per una questione di costi o di interesse sarebbero state trascurate.

19 GIUGNO

Oggi dedichiamo la giornata alla visita di Schonbrunn, la meravigliosa reggia imperiale di Vienna casa degli Asburgo fino al 1918. Ci si arriva comodamente in metro, l’omonima fermata è a poche centinaia di metri dall’ingresso del complesso, come sempre suggerisco di non arrivare troppo tardi per evitare l’invasione dei gruppi organizzati, in realtà come già detto per l’Hofburg il problema è soltanto all’interno del complesso nella visita degli appartamenti, lì si creano delle vere e proprie code che rendono complicato riuscire a vedere qualcosa.

La parte più bella di Schonbrunn è a mio parere il parco che circonda il castello. È banale definirlo un’opera d’arte, ma è ciò di cui si tratta. La sua progettazione risale al 1695 sotto l’attenta supervisione dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria e il delicato incarico, fu affidato alla coppia di architetti Adrian von Steckhoven e Jean-Nicolas Jadot. Si tratta di uno splendido esempio di barocco francese e in effetti non può non balzare agli occhi la similitudine con i giardini della reggia di Versailles, trattandosi di un’opera mastodontica ovviamente la sua realizzazione ha richiesto diversi anni e molte variazioni sul tema prima di arrivare all’aspetto attuale.

L’idea che vorrei rendere è che Schonbrunn è una sorta di città nella città, noi abbiamo calcolato inizialmente di trascorrervi una giornata ed è il tempo che poi ci è voluto per esplorarla tutta, complice anche la bella giornata di sole. Tralasciando la visita degli splendidi appartamenti, vale la pena vedere il giardino appunto arrivando fino alla Gloriette che domina la collina prospiciente al castello, il labirinto, l’orangerie, il Museo delle Carrozze e ci aggiungerei anche lo zoo che è uno dei più belli d’Europa, sicuramente il più antico.

È un elenco piuttosto importante ma anche apparentemente asettico, parlarne così non rende secondo me l’idea e le sensazioni che si provano sul posto. La Gloriette ad esempio fu in ordine di tempo l’ultima costruzione realizzata nel complesso, terminata nel 1775 doveva essere nelle intenzioni iniziali non solo un punto panoramico importante ma un vero e proprio monumento un omaggio alla guerra giusta, sempre che lo possa essere, nel senso della guerra finalizzata al raggiungimento di una pace duratura.

Ai piedi della collina della Gloriette e in fondo al Grande Parterre proprio al centro del viale che lo attraversa spicca la Fontana di Nettuno, realizzata quattro anni prima della morte di Maria Teresa e ritrae Nettuno che governa le acque circondato da altre divinità. Consiglio da turista di percorrere il vialetto dietro la fontana che permette di vedere il castello da alcuni punti panoramici ricavati sopra la fontana, per gli appassionati di fotografia è un invito a nozze.

Non finisce ovviamente qui nel senso che il parco prevede altri punti degni di attenzione, le rovine romane, che in realtà sono finte nel senso che furono erette nel 1778 per rispondere al gusto neoclassico dell’epoca, si tratta di un anfiteatro intorno ad una fontana, e devo dire che sono realizzate molto bene tanto da non accorgersi che non sono originali.

Un anno prima delle rovine realizzarono la Fontana dell’Obelisco è una grotta artificiale che si eleva dalla vasca d’acqua sottostante ed è popolata di divinità fluviali. Alla sommità della grotta si trova invece un obelisco sostenuto da quattro tartarughe dorate. L’obelisco era considerato simbolo di assoluta stabilità e nell’antico Egitto simboleggiava le pure qualità del Faraone e l’espressione della continuità della casata regnante. I geroglifici incisi sulla struttura sono inni a glorificazione della famiglia regnante anche se all’epoca essi non erano ancora stati decifrati e si può perciò pensare a una copiatura.

Ricollegandomi al discorso del Vienna Pass va precisato che è compreso anche l’uso del trenino panoramico, noi lo abbiamo preso per spostarci nel pomeriggio verso il Museo delle Carrozze vista la distanza notevole e soprattutto la morsa del caldo. Visto che è una vacanza è bisogna divertirsi e tornare un po’ bambini lo zoo deve essere una tappa imperdibile soprattutto se si viaggi con bimbi al seguito, è organizzato benissimo, bagni ovunque e diversi bar dove potersi fermare a mangiare qualcosa, proprio come abbiamo fatto noi.

Quando finiamo di vedere tutto la giornata è praticamente finita, nel tardo pomeriggio riprendiamo la metro verso il centro, dove ci concediamo la pausa giornaliera in pasticceria. Siamo a Vienna e non approfittare dei numerosi caffè per gustarsi un tè e una fetta di sacher sarebbe un reato, d’istinto verrebbe in mente il Caffè Sacher e se si è fortunati a non trovare la solita coda infinita è una tappa classica di chi visita la città, ma Vienna è piena di pasticcerie di alta qualità, basta veramente guardarsi intorno.

20 GIUGNO

Dopo due giorni molto intensi è arrivato il momento di rallentare un po’ e di concederci un’attività un po’ più rilassante e divertente, andiamo quindi al Prater, il parco dei divertimenti diventato uno dei simboli più conosciuti al mondo di Vienna. Non si può andare al Prater senza fare un giro sulla celebre ruota panoramica, il cui ingresso è compreso nel Vienna Pass.

La ruota è un’occasione imperdibile per vedere la città dall’alto, ovviamente bisogna essere fortunati e trovare una bella e limpida giornata di sole, nella nostra prima esperienza viennese per esempio trovammo addirittura nebbia. Prima di salire c’è un piccolo museo, in alcune vecchie carrozze sono stati creati dei plastici che ripercorrono la storia della città attraverso il suo parco dei divertimenti, una prospettiva diversa ed interessante di ripercorrere gli eventi.

Terminato il nostro giro ci concediamo un altro tuffo nell’infanzia ed andiamo al Museo delle cere di Madame Toussaud, il cui ingresso è proprio davanti a quello della ruota.

C’è poco da dire, in un contesto come questo a parte ammirare la perizia con cui le statue sono realizzate si passa il tempo facendosi delle foto con questo golem a grandezza naturale delle star che di solito ammiriamo in televisione.

Poco distante dal parco ad una fermata di metro per l’esattezza c’è la casa di Johann Strauss, si trova all’interno di un cortile e per accedervi serve suonare il campanello, in realtà a parte una stanza dove è conservato il suo pianoforte l’appartamento è piuttosto scarno, resta comunque una bella esperienza per gli appassionati e non.

Fa un gran caldo e girare a piedi per Vienna è effettivamente difficile, proprio per questo trascorriamo il pomeriggio visitando il MuseumQuartier proprio alla fine di Mariahilferstrasse, la zona dei musei per capirci, per dedicarci al Naturhistorisches Museum cioè il museo di storia naturale e il Museo di storia dell’Arte o Mumok che raggruppa molte opere in passato appartenute alla famiglia Asburgo, opere che vanno dalla scultura alla pittura e che annoverano molti grandi autori anche italiani.

Alla fine delle visite ci dirigiamo verso l’hotel a piedi giusto per fare la quotidiana pausa in pasticceria, tanto per fare un po’ di pubblicità e neppure troppo occulta suggerisco Aida, si tratta di una catena presente in tutta la città e vagamente in stile anni ’50, nel nostro caso ne abbiamo una a poche centinaia di metri dall’hotel.

21 GIUGNO

Come ultimo giorno in terra austriaca ci concediamo una gita fuori porta, lasciandoci una Vienna brulicante di vita alle spalle per dirigerci verso la cittadina di Baden bei Wien a 25 km circa dalla città. Ci si arriva comodamente in treno, abbiamo esaurito la validità del pass quindi facciamo in metro un biglietto giornaliero a 12 euro circa che oltre a coprire la metro copre il treno e addirittura i bus nella cittadina dove siamo diretti. È uno spostamento breve, circa 20 minuti, ma tanto basta per trovarsi in una dimensione del tutto nuova lontani dalla confusione della città per abbracciare la quiete di questa piccola cittadina termale.

Va detto che la città in se non offre granché, c’è un piccolo centro storico molto carino, un parco e per gli amanti del genere persino un casinò, ma si viene qui in particolare per le terme. Vista la morsa del caldo ne approfittiamo anche noi, arriviamo poco organizzati e quindi compriamo al volo asciugamani e costumi da bagno, è un giorno infrasettimanale e quindi c’è poca gente, l’ingresso per 3 ore che prendiamo noi costa circa 14 euro e permette l’accesso all’area delle piscine. I prezzi sono onesti, il biglietto giornaliero costa 17 euro, diverso se poi si cercano trattamenti particolari come massaggi o altro. Qualche ora di puro relax ci voleva proprio, è buffo a dirsi, ma a volte bisogna staccare un po’ anche dalla stessa vacanza.

Rientriamo a Vienna nel pomeriggio concludendo questa bella esperienza, felici di aver rivisto la città con meno confusione e nel periodo estivo dove esprime al meglio tutto il suo fascino.

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