Innsbruck

Le ricchezze storiche e culturali che Innsbruck offre sono tutte legate alla figura dell’Imperatore Massimiliano I, il quale, per tutta la sua vita, cercò sempre di compiere qualcosa di grande, per non essere dimenticato dopo la sua morte. Non solo non amava molto le guerre, tanto che estese molto più i confini dell’Impero con la sua abile...
Scritto da: danip
innsbruck
Partenza il: 22/04/2003
Ritorno il: 25/04/2003
Viaggiatori: in coppia
Le ricchezze storiche e culturali che Innsbruck offre sono tutte legate alla figura dell’Imperatore Massimiliano I, il quale, per tutta la sua vita, cercò sempre di compiere qualcosa di grande, per non essere dimenticato dopo la sua morte. Non solo non amava molto le guerre, tanto che estese molto più i confini dell’Impero con la sua abile politica di matrimoni e di alleanze, ma fu uomo di vasta e aperta cultura, protettore di artisti e umanisti, nonché scrittore lui stesso (“Vivo, non so fino a quando/ muoio, non so quando/ devo andare, non so dove/ mi meraviglio che sono cosi felice”…Sono suoi versi). Tutti i ritratti, gli intagli in legno, le statue, le armature, le monete, le medaglie, gli oggetti preziosi, il Tettuccio d’Oro e il suo monumento funebre, che si possono ammirare nella capitale del Tirolo, tutto questo venne fatto fare per suo volere, in modo da conservare sempre vivo il suo ricordo. Partiamo, io e mio marito, dalla stazione di Milano Centrale il 22 aprile 2003 alle 7.05 e dopo circa 5 ore di viaggio arriviamo a Innsbruck; nonostante lungo il percorso abbiamo incontrato anche la pioggia, a Innsbruck splende un bel sole, che ci accompagnerà per tutti i prossimi quattro giorni! Usciti dalla stazione ci dirigiamo verso il centro città per raggiungere il nostro albergo. Percorriamo a piedi prima la Salurner Strasse, proprio davanti a noi, quindi a destra la Maria-Theresien Strasse. Ci rendiamo subito conto che la città è vivace e che sarà molto piacevole andare alla sua scoperta. In breve arriviamo in Herzog Friedrich Strasse, nel cuore dell’Altstad, il centro città, dove al n. 31 si trova l’ingresso dell’antica Gasthof Weisses Kreuz (Pensione Croce Bianca), oggi Hotel Weisses Kreuz (www.Weisseskreuz.At; tel: 0043 512 59479, fax: 0512 59479 90; prezzi per una camera doppia 45-57 euro). Hotel a gestione familiare, il Weisses Kreuz occupa una casa del XV-XVI secolo che ospitò Leopold Mozart e suo figlio Wolfgang Amadeus durante il loro primo viaggio in Italia nel 1769. Le camere sono pulite, spaziose e soprattutto ben arredate, il servizio e la cortesia praticamente impeccabili, la colazione ottima ed abbondante.

Una volta sistemati i bagagli ci rechiamo subito all’Ufficio del Turismo, in Burggraben 3, per acquistare la “Innsbruck Card” che permette di ottenere l’ingresso gratuito o scontato nei più importanti luoghi di interesse della città (incluso il Swarovski Crystal Worlds a Wattens), la libera circolazione su tutti i mezzi pubblici urbani e di godere di un bicchiere di spumante al bar del Casinò (prezzi: 24 h € 23; 48 h € 28; 72 h € 33).

Sbrigata anche quest’ultima formalità, ci dedichiamo alla scoperta della città, facendo un passo indietro sulla cartina e iniziando la visita dall’Arco di Trionfo, che segna l’inizio dell’arteria principale, Maria-Theresien Strasse appunto, che conduce al centro storico. Delimitata da eleganti palazzi del sei-settecento, riccamente decorati e colorati, Maria-Theresien Strasse offre subito una vista superba sulle cime della Nordkette, che delimitano a nord la città e che fanno da sfondo naturale ai suoi più vistosi monumenti. Proseguiamo fino a raggiungere e superare la Colonna di Sant’Anna. L’avvicinamento al cuore della città è graduale e ci accorgiamo subito di quanto siano numerosi i turisti italiani! Ritorniamo così in Herzog Friedrich Strasse, la più caratteristica delle vie dell’Altstad. A pianta triangolare, su Herzog Friedrich Strasse si affacciano caratteristiche costruzioni medioevali alcune vivacemente colorate, altre in tonalità pastello, sovrastanti un lungo portico che ospita numerosi e variegati negozi. Vale la pena di entrare nella cinquecentesca “Haus zur Goldenen Rose” (Casa della Rosa Dorata), che oggi ospita il negozio delle famose cristallerie Swarovski. Pur non essendo appassionati di questo genere di articoli, entrambi siamo rimasti affascinati dallo splendore limpido di questi cristalli, alcuni anche vivacemente colorati, che raffigurano tutto ciò che esiste al mondo, sia come oggetti, sia come animali e piante. Se si amano i gioielli poi, questo è un vero paradiso dove acquistare ricordi anche piuttosto preziosi. La via è poi un vero e proprio salotto all’aria aperta, dove sono numerosissimi i tavolini dei tanti bar, affollati ad ogni ora della giornata, complice anche il sole tiepido di questi giorni. Tutt’attorno si aprono strette e variopinte viuzze, che invitano alla loro scoperta. Proprio in una di queste facciamo conoscenza con Mohammed, simpatico ragazzo di Luxor che gestisce un piccolo negozietto di souvenir egizi! E proprio in uno di questi vicoli scopriamo uno dei pochi bar che preparano un buon caffè italiano ad un prezzo accettabile e che diverrà il nostro appuntamento quotidiano di inizio mattina!!! Torniamo al giro turistico. A chiudere Herzog Friedrich Strasse, proprio nel suo tratto più largo, prima che la via pieghi a sinistra per arrivare alla riva del fiume Inn, si erge il Neuer Hof, palazzo quattrocentesco dipinto di bianco famoso perché la sua facciata è ornata dal celeberrimo Goldenes Dachl, il Tettuccio d’Oro, simbolo della città (tanto da essere raffigurato anche nelle mitiche campanelle delle neve). Il Goldenes Dachl è una loggia, il cui tetto è formato da ben 2657 piccole tegole di rame dorate a fuoco, che conferiscono una brillantezza alla quale anche una gazza ladra stenterebbe a resistere. Voluto dall’imperatore Massimiliano I in onore del suo secondo matrimonio con Bianca Maria Sforza, figlia del Duca di Milano Galeazzo, il Tettuccio d’Oro comprende un balcone finemente scolpito dal quale l’imperatore si affacciava per osservare la vita che si animava nella piazza sottostante. Oltre agli affreschi e ai numerosi stemmi (tra i quali proprio quello con il “biscione” di Milano), ciò che colpisce di più è un rilievo che raffigura Massimiliano I insieme alle due mogli, Bianca Maria Sforza (non proprio graziosa) e la precedente Maria di Borgogna, che sposò nel 1477; il loro matrimonio felice non durò a lungo, perché Maria morì nel 1482 a causa di un incidente di caccia. Il Tettuccio D’Oro ospita il Maximilianeum (visita: da maggio a settembre dalle 10 alle 18, da ottobre ad aprile da martedì a domenica dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17. Prezzi: adulti 3.63 euro, ingresso gratuito con la Innsbruck Card) visitando il quale, tramite comode audioguide in italiano, è possibile scoprire l’affascinante personalità dell’imperatore che giocò un ruolo importante nella storia europea e di Innsbruck tra il ‘400 e il ‘500. Il Goldenes Dachl è anche un bel luogo dove festeggiare un matrimonio. Ce ne siamo resi conto quando una mattina abbiamo notato una folla di persone in abiti tirolesi, con tanto di fucili in spalla, che occupava l’ingresso del Tettuccio. Dopo poco è uscita una giovane coppia di sposi, lei in abito rosso scarlatto, che sono stati festeggiati da inaspettati e roboanti colpi sparati in aria. Ovviamente non sono mancati gli applausi! Sul lato destro della piazzetta si erge, invece, l’imponente Torre Civica (Stadtturm), contigua all’antico municipio, ben riconoscibile per la sua cupola a bulbo. Dai 31 metri d’altezza (dei suoi 51 totali) della terrazza, raggiungibile salendo 148 scalini, si gode un bel panorama aereo sulla città (visita da giugno a settembre dalle 10 alle 20, da ottobre a maggio dalle 10 alle 17. Prezzi: adulti 2.5 euro, ingresso gratuito con la Innsbruck Card) e non è difficile riconoscere i principali monumenti della città, tra i quali spiccano al Duomo di St. Jacob e la grande cupola del Palazzo Imperiale. Subito sotto il Tettuccio d’Oro, che anche da questa insolita prospettiva non perde il suo fascino! Sul lato sinistro della piazzetta, infine, merita un’occhiata più attenta l’Helblinghaus, palazzo tardogotico dai delicati colori pastello, ricco di finestre sporgenti e decorazioni a stucco che lo fa sembrare come un’immensa torta nuziale. Noi abbiamo goduto poco essendo coperto dall’impalcatura per il restauro! Imbocchiamo la piccola Pfarrgasse che in breve ci porta al Duomo di St. Jacob. L’imponenza della sua facciata barocca, chiusa ai lati dalle due poderose torri con le caratteristiche cupole a bulbo verde rame, contrasta con la semplicità dell’omonima piazzetta, ravvivata da delicate fioriture, dove si può trovare un po’ di tranquillità, seduti sulle panchine a dar da mangiare ai piccioni, lontani dal chiasso dei turisti.

Torniamo sui nostri passi e percorriamo la Hofgasse, stretta via affollata di turisti che devono raggiungere gli altri luoghi di interesse, ma che soprattutto si accalcano davanti ai negozietti di souvenir. Seppur breve, questa via è ricca di interessanti cose da scoprire: l’antica casa dell’Ordine Teutonico, l’antico convento Damenstift, che oggi ospita il ristorante Stiftkeller e un’invitante pasticceria che espone in vetrina golosissime torte Sacher. Costeggiando la fiancata laterale del Palazzo Imperiale e superato un passaggio coperto arriviamo al Rennweg, grande viale alberato sul quale si aprono la facciata principale dell’Hofburg e dell’Hofkirche e dove un gruppo di giapponesi improvvisano comiche scenette con le loro macchine fotografiche! Visitiamo entrambi questi posti.

Il Palazzo Imperiale (Hofburg) di Innsbruck (visita: tutti i giorni dalle 9 alle 17. Prezzi: adulti 5.45 euro, ingresso gratuito con la Innsbruck Card) è un vasto edificio in stile tardo rococò, dal brillante intonaco bianco e giallo e dal tetto verde rame, che divenne residenza imperiale degli Asburgo nel periodo estivo per la mitezza del clima presente nella zona. La visita degli appartamenti imperiali ti proietta in un mondo di sfarzi che affascina e che stupisce sempre. Altrettanto stupore si prova entrando nella Hofkirche (www.Hofkirche.At; visita: lunedì-sabato dalle 9 alle 17, mentre domenica e festivi dalle 12.30 alle 17; in luglio e agosto fino alle 17.30. Prezzi: adulti 2.2 euro, ingresso gratuito con la Innsbruck Card). Vi si accede dal Museo di tradizioni tirolesi (Volkskunstmuseum) in Universitätsstrasse 2. La Hofkirche (Chiesa Imperiale) ospita nella navata centrale il cenotafio dell’Imperatore Massimiliano I, la più importante tomba costruita per un imperatore in Europa, alla quale lavorarono i migliori artisti dell’epoca tra i quali Albrecht Dürer e per il completamento del quale furono necessari 80 anni di lavoro. Al centro si erge il grande sarcofago (vuoto perchè il corpo è sepolto in un altro luogo; infatti, l’ultimo desiderio di Massimiliano, espresso solo sul letto di morte, fu di essere sepolto nella cappella di San Giorgio del “castello di Wiener Neustadt”), recintato da una cancellata in ferro battuto, decorato da pregiati bassorilievi in alabastro che noi abbiamo potuto ammirare solo in foto, dato che tutto era coperto per il restauro. Sui due fianchi, allineati con tra le colonne di marmo, sfilano, come in un corteo d’onore, 28 grandi statue in bronzo (di circa 2-2.5 metri d’altezza) raffiguranti vari personaggi di ogni epoca (antenati, parenti e modelli di Massimiliano I), le cui vicende popolano i libri di storia. Alcuni in armatura, altri in sfarzosi vestiti, queste statue sono ricche di particolari, soprattutto nelle decorazioni delle calzature, degli abiti, dei gioielli, nonché nella posizione delle mani e nell’espressione dei volti che sembrano guardarti e parlarti di un lontano passato. Sono rimasta particolarmente colpita dalla statua del leggendario re Artù, dallo sguardo vispo sopra ad un paio di folti baffetti, il volto incorniciato nell’elmo; allievo del mago Merlino con i suoi cavalieri della tavola rotonda divenne l’idolo della cavalleria medioevale. Anche in questo caso l’imperatore Massimiliano I è accompagnato, nel suo ultimo viaggio, dalle due mogli, Maria di Borgogna (la statua dell’adorata moglie di Massimiliano indossa un elegante vestito di broccato ed una cuffia borgognana, proprio così come lei era rimasta impressa all’imperatore fino alla sua morte) e dai figli avuti con lei, ossia Filippo “il Bello” re di Castiglia e Margaretha, arciduchessa d’Austria (era ancora in vita quando la sua statua fu forgiata) e Maria Bianca Sforza. Da vedere anche la Silberne Kapelle, la cappella d’argento, a destra dell’entrata. Per terminare la visita dell’Altstad vale, infine, la pena di percorrere la Herzog Friedrich Strasse nel suo tratto che raggiunge il fiume. Qui, infatti, si trova l’Ottoburg, antica casa-torre e la Gasthof Goldener Adler (Pensione Aquila d’Oro), la più antica locanda d’Austria, la cui storia ha inizio nel lontano 1390, oggi albergo e ristorante di un certo livello! Arrivati poi sull’Innbrücke, il ponte sull’Inn, ci si gode una bella vista sulla città, in una panoramica da cartolina.

Ma Innsbruck non è solo città storica e culturale, ma anche una città di montagna, che ha ospitato già due volte i Gioghi Olimpici Invernali, nel 1964 e nel 1976. Basta volger lo sguardo verso sud e si può vedere la mole imponente e la forma ardita del trampolino di salto, eretto nel 1925, dello Stadio sul Bergisel. Non occorre poi fare molta strada a Innsbruck per andare a sciare. Le possibilità sono diverse; noi prendiamo l’autobus J che ci conduce alla Funicolare della Hungerburg, nei pressi della quale si trovano anche lo Zoo Alpino e il Riesenrundgemälde, il Dipinto circolare panoramico che raffigura la turbolenta storia del Tirolo. La funicolare collega il centro città con la sua parte alta e permette così di raggiungere la stazione di partenza della Funivia della Nordkette. Purtroppo proprio quel giorno la funicolare era chiusa per dei lavori. Dopo un primo momento di incertezza sul da farsi e le logiche difficoltà a capire la lingua locale parlata dall’autista, insieme a numerosi altri turisti veniamo portati ugualmente alla partenza della funivia (orari: da aprile a giugno dalle 8 alle 17.30, da luglio a settembre dalle 8.25 alle 17.30. Prezzi: adulti 17 euro, ingresso gratuito con la Innsbruck Card). La funivia della Nordkette conduce, in due tronconi e in poco più di 20 minuti, prima a quota 1905 metri, a Seegrube, dove si può mangiare in un ristorante-rifugio, in compagnia di gracchi senza vergogna. Lo spettacolo che si gode già da quassù è superbo; la città è ai nostri piedi e l’orizzonte si allarga su tutta la valle dell’Inn. Inoltre, pur essendo la fine di aprile la neve è ancora molta e numerosi sono anche gli sciatori e gli snowboarder che si godono questa giornata di sole. Si prosegue poi fino a quota 2269 metri, all’Hafelekar, da dove si inizia una breve e facile passeggiata, nel nostro caso sulla neve, che porta a quota 2334 metri d’altezza, sull’Hafelekar-spitze, la cui cima è segnalata da una croce metallica. Arriviamo così ad un bel balcone silenzioso e panoramico, dove godersi questo immenso angolo di Alpi. Tutt’attorno le altre cime di questa catena montuosa, alcune delle quali arrivano ai 2500 metri circa.

L’ultimo giorno di vacanza, dopo avere girovagato per un piccolo mercatino delle pulci in prossimità del fiume, decidiamo di andare a visitare il Castello di Ambras, un po’ fuori città. Noi abbiamo preso il tram che ci ha lasciati in un luogo dove non è stato subito facile capire la direzione per il castello, che tra l’altro si raggiunge facendosi una ripida salita. Consigliamo quindi di usufruire della navetta che parte ogni ora (dalle 10 alle 17) da Maria-Theresien Strasse, in prossimità dell’Altes Landhaus, che porta comodamente davanti all’ingresso. Noi l’abbiamo presa al ritorno ed è quasi come un servizio taxi, col vantaggio di essere gratuita se si possiede la famosa Innsbruck Card. Collocato su uno sperone roccioso ricoperto da un vasto parco alberato, il Castello di Ambras (visita: tutti i giorni dalle 10 alle 17 da aprile a ottobre e dal 7 dicembre a fine marzo. Prezzi: adulti 7.5 euro, ingresso gratuito con la Innsbruck Card) ha origine come fortezza medioevale per trasformarsi nel corso della sua storia in un elegante castello rinascimentale, che spicca nell’azzurro del cielo di questa calda giornata per il suo candore, ravvivato dalle persiane bianche e rosse. La parte antistante il castello è occupata da dei deliziosi giardini all’inglese, molto ben curati, al centro dei quali si trova una romantica edicola in ferro battuto racchiudente un pozzo e nei quali passeggiano splendidi pavoni. Il castello si compone di due parti; il corpo principale, denominato Hochschloss, e, verso sud, ai piedi del precedente, quello che nel XIX secolo venne denominata il Salone spagnolo. A Sud-Ovest del corpo principale del castello si trova, invece, l’Unterschloss o castello inferiore inizialmente utilizzato come stalla e magazzino.

Il Castello di Ambras assume importanza quando l’Arciduca Ferdinando II, importante mecenate asburgo, decise di radunarvi la sua collezione di armi, armature, ritratti e reperti di storia naturale, oggetti rari e gioielli. La collezione assume un’importanza fondamentale nel panorama culturale europeo non tanto per gli oggetti che essa raccoglie, quanto per il concetto con il quale questa raccolta viene organizzata. Le precedenti raccolte erano, infatti, un insieme confuso di oggetti; la collezione di Ferdinando viene, invece, organizzata e ordinata secondo canoni che prima d’ora non erano stati presi in considerazione. Elementi come la luce e il colore, l’armonia tra gli oggetti e il luogo che li ospita diventarono fondamentali.

Dell’intera collezione la sezione più ricca è quella delle armi e delle armature collocata in diverse stanze ognuna delle quali aveva un suo tema: nella prima stanza sono rappresentati i tornei, nella seconda sono sistemate le armature dei principi Asburgo e nelle successive l’arciduca decise di esporre le armature dei soldati nemici sconfitti in battaglia dall’esercito austriaco. Ferdinando amava disporre armi e armature rappresentando eventi storici realmente accaduti. Si continua la visita alla Kunst-und-Wunderkamer (Camera dell’Arte e delle Meraviglie) dove sono custoditi gli oggetti più strani e curiosi: coralli lavorati artigianalmente, avori, corna di cervo cresciute in un tronco di un albero, oggetti in oro finemente lavorati, pelli di animali, solo per citarne alcuni. Gli armadi che ospitano questi oggetti sono tutti in legno di cembro e sono caratterizzati da uno specifico colore a seconda del contenuto: armadio verde per gli oggetti di oreficeria, bianco per gli strumenti musicali e così via. Infine si arriva alla Sala Spagnola, un immenso salone lungo 42 metri e largo 12, con soffitto a cassettoni e le pareti affrescate con delicati motivi ornamentali, che le conferiscono l’aspetto di uno scrigno di tesori. La luce del sole, che entra dalle alte finestre, conferisce tonalità calde che impreziosiscono ancor di più questa stanza, oggi utilizzata come sala da concerto. Terminata la visita del castello, ci godiamo una passeggiata rilassante all’interno dell’immenso parco circostante, affollato da numerose famiglie. E’ l’occasione per uno sfizioso pic-nic che mette fine alla nostra vacanza!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche