Australia fai da te zaino in spalla… con infant

Un bellissimo on the road alla ricerca di animali, deserti e metropoli
Scritto da: daniluca
australia fai da te zaino in spalla... con infant
Partenza il: 15/08/2015
Ritorno il: 07/09/2015
Viaggiatori: 3
Spesa: 4000 €
Quest’anno è l’ultimo anno che nostra figlia non pagherà voli e strutture in quanto infant e per questo decidiamo di voler fare qualcosa di speciale. Il nostro primo pensiero va in Perù e Bolivia, ma purtroppo lo dobbiamo scartare per via della piccola, a cui non è consigliato andare dal pdv medico sopra i 3 mila metri per rischio ipossia, almeno per lei/noi che siamo nati e cresciuti sul livello del mare. Sfumata la nostra “ispirazione” le nostre menti vagano in ogni dove, cile, cina, malesia, indonesia ma nessun paese ci rapisce fino in fondo. Ci mettiamo dunque con il mappamondo davanti e ad un certo punto ci guardiamo, in un attimo abbiamo la stessa idea, ed al contempo ci chiediamo se ce la faremo ad andare lì. Si proprio lì, nella terra dei canguri! Avevamo quasi paura a pensarci ed ammettere che ci si sarebbe piaciuto tantissimo approdare proprio in questa terra tanto lontana, più che altro per il limite economico che ci eravamo posti di stare nei 3 mila euro a testa. Mi metto subito al lavoro per ricercare voli e costi delle sistemazioni e vedo che forse è fattibile, forse ce la facciamo, e quindi pronti partenza via, Australia sia! Siamo super felici ed emozionati. Dal punto di vista logistico organizzare un viaggio in Australia è molto semplice, il paese è molto sicuro, con tanti servizi, la più grossa difficoltà e non farsi svenare e per quanto si possa esser minuziosi nella pianificazione, è un paese caro, soprattutto per il costo dei voli, ed il deserto!

Noi in totale abbiamo speso circa 3500€, compreso tutto, voli, sistemazioni, attrazioni, benzina,ecc.

Ex post possiamo dire che saremmo riusciti a risparmiare circa 400€/500€ a testa se: 1. Avessimo preso i voli interni con l’intercontinentale. Con diversi mesi di anticipo li abbiamo pagati circa 160€ a tratta. Se si prendono con il volo intercontinentale costano circa 80€, un bel risparmio decisamente! 2. Avessimo comprato il volo da soli e non in agenzia, che ci ha chiesto circa 70€ pp 3. Fossimo volati da e per Ayers Rock prenotando l’auto con anticipo, questo consente di non spendere una follia per il drop off (ci sono arrivati a chiedere 900€ x 3 giorni), e in media veniva ayers su ayers circa 30€ al giorno, con km illimitati, noi l’abbiamo pagata 100€ al giorno, follia pura!

Vero è anche che avremmo potuto spendere molto di più se fossimo stati poco accorti nel cibo, pranzando fuori ogni giorno e cenando in ristoranti piuttosto che nei pub, e se avessimo prenotato prima l’hotel a Sydney (quello in cui siamo stati costava 180€ a notte vs 100€ pagati circa 48h prima, su 4 giorni fanno una bella differenza) e gli alloggi sulla GOR, anche qui abbiamo risparmiato mediamente circa 20€ a notte, spendendo in media circa 60€ per camera a notte.

Si tenga poi in considerazione il fatto che noi abbiamo viaggiato nella loro bassa stagione. Ciò ci ha consentito non solo di beneficiare delle tariffe minime ma anche di poter prenotare in loco e contrattare. Ed ovviamente di godere di quella libertà che solo chi ama gli on the road può capire!

Per il deserto invece è alta stagione in quanto non è troppo caldo e tra agosto e settembre ci sono tantissimi convegni e raduni, per cui è bene prenotare con largo anticipo per trovare posto e non spendere una follia per qualsiasi cosa.

Volo: qantas operato da Emirates – costo 1200€ a persona

Voli interni: ADL – ASP qantas + AYQ – SYD virgin per un totale di circa 380€ a persona

Auto noleggiata con rentalscar.com, che si rivela sempre la soluzione più economica per il noleggio auto. Spesso il sito ci fa prenotare con la thrifty, e noi ci siamo trovati sempre molto bene. Lo consigliamo vivamente. In loco x 40€ ci hanno fatto fare l’upgrade da berlina a SUV, che si è rivelato decisamente comodissimo per il nostro on the road del sud.

Patente internazionale: obbligatoria. Noi abbiamo fatto quella valevole per 3 anni, con la speranza di poterla utilizzare anche il prossimo anno.

Sistemazioni: abbiamo prenotato da casa solo le prime due notti a Melbourne in ostello, e poi ci siamo mossi in loco con booking, in base ai km percorsi e a quello che ci piaceva di più. Per la parte di on the road è la soluzione perfetta, per il deserto come dicevo prima no perché le strutture sono poche e se siete fortunati come noi che vi beccate il mega raduno dei truck rischiate davvero non solo di non trovare posto, ma avere difficoltà anche a muovervi in quanto le auto a disposizione finiscono rapidamente. Nel deserto prenotare prima è fondamentale. Su Sydney invece abbiamo prenotato un paio di giorni prima ed abbiamo approfittato di una super offerta last minute per un hotel in pieno centro. Qui invece il nostro consiglio è di prenotare sempre all’ultimo perché nelle grandi città c’è sempre posto e spesso si risparmia davvero tanto sotto data. Io monitoravo gli alberghi da gennaio e non ho mai trovato tariffe particolarmente attraenti in centro. C’era qualcosa con airbnb ma non mi accettavano infant e comunque non erano tanto centrali quanto avrei voluto.

Mangiare: per i nostri canoni costa molto, quasi come dormire. La sera abbiamo cenato nei ristoranti/pub per i giorni a sud, nel deserto ed a Sydney facevamo la spesa al supermercato e cenavamo in camera. Mediamente per due secondi tipo hamburger/tortini di carne ed un paio di birre siamo sui 40-50€, per secondi più elaborati si raggiungono facilmente le 60-70 euro. La colazione invece la compravamo al supermercato, facevamo incetta di biscotti e succhi cracker, pane e quant’altro che poi consumavamo in auto piuttosto che in camera a seconda. Per il pranzo invece solitamente andavamo in qualche forno. Tra i supermercati vi consigliamo Woolworth è (il nostro preferito – tipo Conad) insieme a Coles, perché hanno ottimi prezzi e sono molto riforniti. A titolo di esempio una bottiglia d’acqua da 1,5 L che in genere costa circa dai 2 ai 4 euro noi la pagavamo 44 centesimi. Oppure c’erano dei wafer per i quali la nostra bimba (ed anche noi) andava pazza che costavano tipo 1 dollaro (60 cents), ¼ rispetto ai nostri Loacker. Questo era forse una delle poche cose che costavano meno rispetto al Bel paese. Paragonata ai nostri stipendi la vita costa, in particolare cibo e mezzi, ma se la paragoniamo ai loro stipendi (in media 3 volte quelli italiani) costa meno che in Italia, almeno questa è stata la nostra impressione.

Sim estera: per noi è stata fondamentale. Premesso che il wi fi c’è un po’ ovunque, per questo tipo di viaggio ci è stata utilissima per prenotare gli alloggi su booking mentre eravamo in auto, piuttosto che per chiamare le strutture direttamente, o la compagnia di traghetti per esempio. Molti per l’Australia consigliano Telstra, in internet avevo letto di un ragazzo che si era trovato benissimo con Optus che costa 1/3 e devo dire che noi ci siamo trovati divinamente!! Prendeva ovunque tranne in un resort sperduto a kangaroo Island, dove peraltro non prendeva neanche Telstra e nel mezzo del deserto, dove anche qui non c’è proprio campo per nessuno. Noi ve la consigliamo! Abbiamo speso 20€ ed avevamo 1,5 Giga + chiamate illimitate gratis in Australia senza scatto alla risposta. Il traffico internet mi è bastato alla grande perché dove c’era il wi fi usavo comunque quello, ed alla fine me ne è rimasto 1,25 giga! Su internet non ce lo faceva acquistare perché ci voleva un numero di telefono australiano, ma ovunque è pieno di negozi Optus, sono i più diffusi, per cui la potrete acquistare tranquillamente quando arrivate sul posto. Si entra e si acquista il pacchetto. Fatevi scrivere il vs numero da qualche parte perché vi potrebbe tornare utile. Questo il sito per farvi un’idea dei diversi tipi di piano: http://www.optus.com.au/

Il nostro itinerario di viaggio, di 3 settimane, è stato questo: MELBOURNE – PHILLIP ISLAND – GREAT OCEAN ROAD- KANGAROO ISLAND – ADELAIDE- RED CENTER – SYDNEY

L’Australia è un paese enorme e gli itinerari possono essere davvero infiniti. A posteriori siamo contentissimi di aver dedicato la maggior parte del nostro tempo a sud per i tanti animali visti (davvero tanti tra pinguini, canguri, koala, wallaby, balene, foche, leoni marini e wombat). Volendo sacrificando un po’ il sud ci sarebbero stati 3 giorni o nei parchi vicino darwin (però dalle foto e dai racconti di chi ci è stato non sono paragonabili anni luce ai parchi del south west usa) o nella barriera corallina, bellissima ma non facilmente balneabile (ci vuole la muta) con 17 mesenne, ed in ogni caso noi non volevamo fare mare. C’è anche chi opta per il Kimberly, ma non ci sono gli animali del sud. Per cui tornassimo indietro rifaremmo lo stesso itinerario, e se proprio potessimo apportare modifiche magari toglieremmo un giorno nel deserto, ed uno a Sydney e mettendolo in una città tipo Perth, o in Tasmania (avevo visto a/r a circa 60€ da Melbourne con la tiger). Nel complesso abbiamo fatto un on the road in cui abbiamo macinato si tanti km, ma al contempo mantenendo un ritmo tranquillo a misura di bimbo, con qualche sosta in più e passeggiate più lente, che ci hanno permesso di respirare meglio, dobbiamo ammetterlo, il mood di questa terra.

Il red center infine ci ha un po’ lasciato con l’amaro in bocca, nel senso che abbiamo trovato un po’ contradditorio il fatto che un luogo sacro per una fetta di popolazione (seppur minoritaria) non sia da questa gestito, non via siano aborigeni che facciano i rangers, o che organizzino direttamente degli incontri, e in ogni caso di loro manco l’ombra. Di aborigeni ne abbiamo visti e solo ad Alice Springs,in condizioni miserrime. Avevamo letto che era possibile organizzare dei momenti con loro, ma il tutto è gestito dallo stato e non da loro, almeno non direttamente. Come può un luogo esser tanto lucrativo per alcuni, dispendioso per i turisti, ed al contempo non dare da mangiare a coloro per i quali tale luogo esiste ed è venerato? Alcuni australiani ci dicevano che loro sono semplicemente diversi, ma non abbiamo ben capito in che senso. In tutte le città australiane viste gli asiatici e gli europei sono perfettamente integrati (dopo decenni di fatiche), perché i nativi no? Perché rimane questa discriminazione nei loro confronti? Ecco questo è stato un aspetto della realtà australiana che non abbiamo capito a fondo.

A parte questo aspetto negativo, il viaggio intrapreso ci è piaciuto moltissimo.

Quello che del viaggio ci è più rimasto nel cuore sono stati gli animali del sud, il senso di avventura che solo un on the road può regalare, la mentalità sportiva degli australiani, ed il loro rispetto per la natura. Non da ultimo i invidiamo i tanti spazi che hanno a disposizione!! Il ritmo è molto meno frenetico rispetto all’Italia, qui il lavoro è pensato in maniera più “umana” e qualitativamente migliore sotto alcuni punti di vista. Per non parlare dell ’integrazione culturale , un vero melting pot, dove davvero si è Aussies tutti insieme. Gli australiani poi sono di una squisita gentilezza. Il clima che respiravamo era ovunque di calma e tranquillità, anche nelle città. D’altronde il paese è enorme, il lavoro abbonda e le occasioni per star bene non mancano. Abbiamo anche scoperto che gli australiani sono grandissimi viaggiatori, per cui come si fa a non amarli?

Inoltre abbiamo trovato comodissimo il fatto di poter pagare tutto con la carta di credito, ovunque, anche nei bakery più sperduti del sud. L’Australia è un paese molto avanti dal punto di vista aziendale, per non parlare di pulizia e puntualità, noi ancora ce li sogniamo certi servizi!

Questo il nostro diario di viaggio dettagliato.

15 agosto: GATTEO – MILANO MALPENSA

Il nostro viaggio inizia in realtà per ferragosto. Avendo infatti il check in al mattino ed aspettandoci diverse ore di volo decidiamo di andare su il giorno prima con calma, riposandoci bene. Per chi avesse come noi questa necessità vi diciamo per cosa abbiamo optato. Come struttura ci siamo appoggiati all’hotel ristorante I 3 Leoni a Somma Lombardo (http://www.hoteltreleoni.com/), abbiamo pagato 50€ la doppia con colazione. La stanza era molto curata, pulitissima e dotata di tutto, anche il set di cortesia. La colazione varia ed abbondante. Tra l’altro la sera nella struttura è presente anche un ristorante pizzeria dove si mangia divinamente, ed a prezzi tutto sommato economici. Noi ci siamo trovati molto bene e ve lo consigliamo per la vicinanza a malpensa, la pulizia, i servizi offerti e la gentilezza del personale. Tra l’altro se pernottate presso la struttura potrete avere un ulteriore sconto del 10% al GP parking (http://www.gpparking.it/parcheggio-malpensa) – dove per 22 giorni abbiamo speso 59€ . Rispetto agli altri parcheggi è un po’ più decentrato – 10 minuti di navetta, e sono super organizzati, con navetta 24h e messa a disposizione di meccanico e servizi igenici. Anche qui il personale ci sembra davvero molto gentile. Esperienza più che positiva.

16-18 agosto: MILANO MALPENSA – MELBORUNE

Al mattino dopo aver fatto colazione e lasciato l’auto ci dirigiamo in aeroporto. Il terminal uno è davvero ben organizzato e ci sono corsi preferenziali per le famiglie con bambini piccoli. Decolliamo in orario ma purtroppo un imprevisto ci fa saltare la coincidenza. Al di là della coincidenza questo ritardo ci ha un po’ pesato perché avevamo appositamente comprato il volo che partiva il 16 ed arrivava il 17 sera, in modo da poterci riposare giunti in Australia. Purtroppo in aereo una donna si è sentita male ed abbiamo fatto un atterraggio di emergenza, siamo arrivati circa 5 ore dopo e quindi abbiamo perso la coincidenza per Melbourne. E’ stato un po’ pesante perché ci hanno messo in hotel a dormire per 3 ore e poi via di nuovo in aeroporto. Ovviamente siamo arrivati il mattino del 18 alle 5.40, stanchi. Per cui ritirati bagagli ed auto siamo andati in hotel ed abbiamo dormito fino alle 12. Tutto sommato alla fine abbiamo perso solo una mezza giornata per fortuna, e l’hotel mi ha gentilmente spostato la prenotazione. Mentre per l’auto abbiamo dovuto chiedere il rimborso. Non è certo colpa di Emirates, ci mancherebbe. In ogni caso se potete vi consigliamo di arrivare la sera prima perché almeno così vi riposate. Dunque schiacciato un sonnellino di qualche ora andiamo alla scoperta di Melbourne, che è una piccola città, o meglio il cbd è piccolo e facilmente girabile a piedi se avete l’hotel in centro. Noi abbiamo prenotato presso il Nomads Backpackers (http://nomadsworld.com/hostels/australia/melbourne/nomads-melbourne), tramite booking. 180 aud (60€ circa a notte per camera). Se non fosse per il lavandino minuscolo per il quale bisognava lavarsi il volto in sbieco ed il freddo pazzesco per via del riscaldamento rotto e non aggiustato sarebbe perfetto in quanto è molto centrale ed al contempo silenzioso, con la fermata del tram gratuito a pochi passi http://goaustralia.about.com/od/melbournevictoria/ss/citycircletram.htm ideale se vi volete fare una panoramica della città), stanza enorme con bagno privato ed un’atmosfera che solo chi vive gli ostelli può capire. Molti quando dico che andiamo in ostello ci prendono per pazzi, io in realtà vi invito perché si respira un’aria sempre molto serena, piena di vita, ma quella vita non casinara e da bolgia, quella vitalità in cui si ha voglia di incontrare altra gente, sentire e raccontare storie di viaggio. La struttura inoltre mette a disposizione free wi fi e servizio lavanderia (a pagamento). Per cui se non volete farvi svenare, noi ve la consigliamo. Qui a Melbourne abbiamo un primo assaggio di ciò che significa atmosfera rilassata anche in una metropoli. I tantissimi studenti rendono l’atmosfera fresca e gioviale ma non caotica. Le attrazioni non sono molte, per cui in un paio di giorni è tranquillamente visitabile, o anche uno se partite al mattino presto. Noi avendo la nostra piccola di un anno e mezzo al seguito avevamo inevitabilmente ritmi più pacati.

19 agosto: MELBOURNE

Oggi vediamo i queen victoria market (20 minuti) e altre vie del centro non esplorate il pomeriggio prima. Questa giornata la dedichiamo ad una visita più approfondita della città. A me non ha fatto impazzire come città, l’ho trovata un po’ “insipida”. Tornassi indietro ci dedicherei al massimo una giornata. Forse il modo migliore è prendere il tram gratuito 25 per una panoramica e scendere in base a dove più vi ispira. Io l’ho ribattezzata Ugly Betty, da fuori bruttina, ma piena d’anima, e per anima intendo una vitalità multirazziale da cui tu italiano, che vivi in un paese in cui ancora si pensa che il nostro male siano gli immigrati, pensi che avremmo davvero tanto da imparare. Per cui se da un lato esteticamente non l’abbiamo trovata attraente dal punto di vista sociale ci ha piacevolmente sorpresi. La seconda ed ultima serata la passiamo come la prima all’exuinox bar (http://www.melbournecentral.com.au/stores-services/equinox-bar-and-restaurant), che vi consigliamo per il rapporto qualità prezzo. Fanno hamburger molto grandi e di qualità, con elementi freschissimi, le porzioni sono abbondanti e la birra molto buona. Per 2 hamburger, una porzione di patatine ed un litro di birra abbiamo speso 26€. Questa due saranno in assoluto le cene più economiche nei pub di tutta la vacanza.

20 agosto: MELBOURNE – MOONLIGHT SANCTUARY – SAN REMO (PHILLIP ISLAND)

Lasciamo Melbourne in direzione Moonlight Sancturay, una riserva consigliataci da una signora del posto conosciuta tramite un collega. E’ una riserva bellissima di cui la Lonely Planet non fa menzione – http://www.moonlitsanctuary.com.au. Se partire da Melbourne è quasi sulla strada per Phillip Island ed è una vera chicca. Dista circa 1 oretta d’auto e costa 13 € a persona, infant gratuiti. All’interno del parco, molto più grande e meglio tenuto rispetto al famigerato wildlife park di kangaroo Island, avrete la possibilità di vedere i primi koala, wombat, koala e soprattutto attraversare un percorso in cui sono tanti wallaby a cui potrete dar da mangiare (non quello che volete, ci sono sacchettini che vendono in loco). Nostra figlia ancora non riconosceva gli animale ma si è divertita un mondo a dar loro da mangiare. Rideva come una matta e li accarezzava sorridente. Un’esperienza piacevolissima! Dopo la visita al parco ci dirigiamo verso San Remo, dove su booking in auto prenotiamo al Quays Motel San Remo (90 aud – circa 60€). Un Motel che ci ricorda molto quelli usa, bassi e con ampio parcheggio esterno. La stanza è enorme, pulitissima, calda, ben curata, rimodernata e dotata di ogni comfort. In posizione molto tranquilla, ma vicina al “centro” di San Remo. Il proprietario è gentilissimo e ci fornisce anche le dritte per la visita all’isola. Tra le migliori sistemazioni della vacanza. Sistemati i bagagli ci dirigiamo verso l’isola dove andiamo ad acquistare i biglietti per la Penguin Parade. Esistono anche attrazioni sull’isola ma sono più che altro mini zoo, e noi decidiamo di saltarli. Anche per la sfilata dei pinguini ci sono on-line pareri contrastanti. Che dire? Per quanto commerciale la trovo un’attrazione molto bella per diversi motivi. Il primo è che gli animali sono in assoluta libertà, e la show consiste nel sistemarsi silenziosamente su delle gradinate in riva al mare ed osservare la loro uscita dall’acqua. Secondo, trovo anzi nobile il progetto e w i turisti che pagano per vedere gli animali in libertà. Piccola parentesi. Ci avevano avvertito che il posto sarebbe stato pieno di turisti cinesi, in realtà eravamo sommersi! All’inizio mi avevano un po’ fatto arrabbiare perché sono molto numerosi e non amano le file, per cui magari tu arrivi prima ti piazzi in prima fila e poi questi arrivano e ti si piazzano davanti, in maniera maleducata. E’ vero, al contempo, e via via lo noto nel corso del viaggio, penso e dico: sono poi così lontani da noi italiani? Forse no. Lo fanno con una naturale spontaneità, perché amano la natura e ne sono ammaliati. Per non parlare del fatto che sono molto solari e viaggiano tantissimo coi bambini. Per cui alla fine possiamo dire che per quanto chiassosi a noi sono stati e sono inevitabilmente simpatici. Se poi trovate anche quelli che parlano inglese sarà un attimo condividere momenti insieme. Chiusa parentesi, e venendo alla “sfilata” è stato davvero emozionante vedere tutti questi piccoli pinguini! Per noi era il primo viaggio “faunistico”, a contatto con gli animali nel loro habitat naturale, e siamo stati contentissimi di essere venuti. I pinguini non si possono fotografare e sono un po’ lontani però sulla via del ritorno li potete vedere anche a pochi centimetri di distanza. Che bel ricordo!! Non abbiamo foto ma rimarrà impresso nella nostra memoria! Dopo la sfilata, che nostra figlia passa ronfando, andiamo a mangiare nel centro di San Remo: 1 pub, 2 takeaway e 1 bistrot. All’inizio abbiamo pensato al deserto dei tartari, poi dopo essere stati in altri paesi del sud in pieno inverno, possiamo dire che San Remo è stato uno dei posti più affollati, dopo le città!! Non ricordiamo il nome del ristorante, riusciamo a dirvi che era l’unico aperto. Prendiamo tue tortini di carne, una porzione di patate, ed una pinta di birra spendendo poco più 40€. La cena si rivela ottima e poco dopo ci dirigiamo presso il motel, dove dormiamo divinamente.

21 agosto: GREAT OCEAN ROAD – APOLLO BAY

Lasciamo san Remo, in direzione Great Ocean Road. Quella di oggi sarà una giornata trascorsa prevalentemente in macchina, senza attrazioni particolari, se non per il gusto del viaggio, del partire, dell’andare e di non pensare a nulla,senza sapere neanche dove dormiremo. Dopo i mille vincoli che la società ci impone quotidianamente per noi è un vero toccasana. Anche perché poi il sud è immenso e calcolare le distanze non semplice. All’inizio pensavo saremmo arrivati a Lorne, in realtà riusciamo ad arrivare ad Apollo bay. Il paesaggio è piacevole, molto suggestiva Bells Beach e il piccolo centro costiero di Lorne, dove ci fermiamo a fare la spesa e visitiamo le microscopiche erskine falls. Il paese è molto piccolo, e qui facciamo la nostra prima conoscenza dei Cockatoo bianchi, dei pappagalli che hanno la caratteristica di avere una alta e ricciola cresta gialla. Ce ne sono tantissimi!! Il paesaggio è un po’ malinconico con i colori invernali, forse in estate con colori diversi fa un altro effetto. In ogni caso noi ci rilassiamo, e per noi è la cosa più importante. Arriviamo dunque ad Apollo Bay, una piccola e graziosa cittadina di mare, dove si respira una quiete senza tempo, con il vento ce soffia impetuoso. Non so perché ma mi ricorda vagamente un paese a sud di creta per il tipo di conformazione, ed in particolare Plakias. Arriviamo senza aver prenotato nulla perché su booking non trovo la sistemazione che ci ispira. Ci fermiamo in 4 o 5 posti ed alla fine troviamo un motel che è un gioiellino! Il Sand Piper Motel (http://www.sandpiper.net.au/), noi ve lo consigliamo alla grande perché le camere sono molto lussuose (almeno per i nostri standard da ostello), super moderne con comfort di ogni tipo, tra cui un bagno molto grande e moderno. La pulizia è impeccabile, la stanza molto calda e la padrona di casa simpaticissima. In Australia in teoria non si contratta ma noi ci proviamo e la spuntiamo per 90 aud (circa 60 euro). Oltre alla gentilezza di offrirci subito qualche telo in più per la piccola, la signora ci dice che offre ai propri ospiti un servizio di lavanderia gratuito, e con detersivo. Sarà un caso che poi ne avessimo proprio bisogno? Ma non è finita, per cena la titolare ci offre anche un voucher in un pub dove acquistando due piatti il secondo è gratis. Il posto si chiama BrewHouse, e per noi amanti della birra c’è una sola certezza: è ufficiale siamo in paradiso! La birra è ottima ed i secondi delle vere prelibatezze. Paradossalmente faticheremo più a mangiare nel deserto e a Sydney. Nel sud infatti oltre a trovare prezzi un po’ più bassi (ma non di tanto per il mangiare) ci sembra che la qualità sia migliore. Non ho trovato un sito, però potete leggere le recensioni con indirizzo e numero di telefono su tripadvisor del pub in cui siamo stati:http://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g261654-d7799165-Reviews-Brewhouse-Apollo_Bay_Victoria.html.

22 agosto: CAPE OTAWAY – WARRNAMBOOL

L’indomani mattina partiamo in direzione cape otaway, dove andiamo a vedere il faro più importante ed antico di tutta l’Australia. La visita merita e il paesaggio è suggestivo, soprattutto il viale alberato per arrivarci, un viale in cui fanno capolino wallaby, canguri e diversi koala. Abbiamo anche l’enorme fortuna di avvistarne non solo diversi ma un paio con i loro cuccioli. Che meraviglia! Non siamo abituati a vedere animali in libertà, e poi diciamolo, vedere una mamma con il proprio cucciolo è una delle cose più emozionanti che possano esistere in natura, soprattutto se natura libera. Ci sentiamo fortunati rispetto a coloro che sono in viaggio di nozze legati ad itinerari con tour de force da paura. Noi possiamo fermarci tutto il tempo che vogliamo e seguire i nostri gusti, ascoltare ed osservare la natura, lontano dai ritmi frenetici della vita di tutti i giorni. Qui per la prima volta ci sentiamo ospiti, ma non di un popolo, della natura. Giungiamo ai Gibson steps, un punto molto particolare, forse uno dei pochi, dove si può scendere fino in spiaggia ed ammirare il paesaggio da cartolina della great ocean road dal basso. Purtroppo però è un paio di giorni che il mare è molto mosso, e l’accesso, per ragioni di sicurezza, è negato. Proseguiamo dunque in direzione 12 apostoli, molto carini! La luce per fare le foto non è delle migliori ma quella sessantina di scatti con la reflex ti scappa comunque, sono magnetici!! Il vento è sferzante e lontani dalla nostra romagna bollente per la prima volta pensiamo che è non è mica male stare la fresco! Anzi! Proseguiamo per qualche altro point view, ma sono tutti molto similari ed arriviamo in un paesino che chi spesso è in viaggio di nozze o fa un viaggio organizzato dall’Italia salta piè pari, un paesino che tanti snobbano, ma che a nostro avviso è stupendo! Ve lo presentiamo noi (grazie anche a suggerimenti di una ragazza incontrata sul web), si chiama Warrnambool. E’ una cittadina coloratissima, dove a differenza di Melbourne dove gli edifici vittoriani sono trascurati e si preferisce il moderno, qui il passato è tutto sapientemente e minuziosamente ristrutturato e messo in risalto. Ma andiamo con ordine, arriviamo che è tardi, sono quasi le 18, ma prima di fare il check in nella nostra struttura ricettiva prenotata su booking un paio di ore prima andiamo dal nostro affezionatissimo Woolworth, dati prezzi e dimensioni facciamo anche una bella spesa che ci consentirà di aver scorte per i prossimi giorni in cui saremo in luoghi molto più isolati. Ci dirigiamo dunque verso il motel, Motel Warrnambool, prenotato su booking per 80 aud – circa 50€, come quello di San Remo è un classico motel che, come dire, fa molto on the road. Lo amiamo già!! Rispetto a quello di san remo però è vecchiotto ma ha tutto, è pulito e la stanza è calda e grande. Cosa volere di più? Il titolare inoltre ci da anche un coupon sconto per la cena…great ocean road noi ti adoriamo!!! Il tempo dunque di sistemare le nostre cose ed usciamo per cena. La cena è deludente, però amiamo essere in un ristorante in cui siamo gli unici turisti, ci piace scrutare la gente del posto. Non da ultimo scorgiamo nel centro della città tantissimi palazzi colorati e decidiamo di tornare il mattino successivo.

23 agosto: WARRNAMBOOL – PORT FAIRY – PORTLAND – CAPE BRIDGEWATER – ROBE

Ci svegliamo presto e decidiamo di girovagare per questa pittoresca cittadina, che vi consigliamo di cuore di visitare. Come in tanti paesi del sud qui il tempo pare si sia fermato, i palazzi colorati vittoriani sono di una bellezza infinita, la gente che passeggia e si saluta sorridente, i bambini che vanno a scuola in bicicletta, le case ordinate e la vita che scorre lenta e tranquilla. Pensiamo che sembrerebbe proprio bello vivere qui! Dopo le foto di rito, stregati e felici, ci dirigiamo verso la nursery delle balene, che dalla guida non avevamo ben capito cosa fosse. In sostanza esiste una sorta di terrazzo in cui si possono ammirare le balene, che qui trovano rifugio con i loro piccoli, in quanto c’è un porto naturale con acque tranquille. Qui natura e uomo convivono in una sintesi perfetta seppur moderna. Non essendo uno zoo non è che si arriva e si vedono le balene, ci vuole un po’ di tempo, e pazienza, ed ecco che dopo una mezzoretta, complice anche la stagione, ad un certo punto sentiamo lo spruzzo di una megattera col suo cucciolo. Ancora una volta la natura ci sorprende e pensiamo che è straordinario poterla osservare. Alla fine delle due ore trascorse ne osserviamo ben 4! Wow, siamo contentissimi! Non appena decidiamo di andar via inizia a piovere, ottimo tempismo! Ci mettiamo in auto passando da tower hill (una riserva che potete saltare, ideale per i pic nic), e passiamo dalle graziose e sonnacchiose Port Fairy e Portland. Sono piccole città dell’800 più simili a deliziosi quartieri bucolici, vorremmo fermarci ore ma non possiamo. Per noi 2 cresciuti fuori dalle città è impossibile non esserne attratti. Proseguiamo per Cape Bridgewater, la spiaggia è splendida ed oggi che c’è un sole molto forte sembra di stare in quadro. La sosta è breve, e siamo tristi per non aver visto le otarie che alcuni viaggiatori ci avevano descritto. Ci rimettiamo in auto e cerchiamo di avvicinarci a KI. Attraversiamo diversi paesaggi fatti prevalentemente di dolci e verdi colline con tantissime mucche al pascolo. Giungiamo che è quasi tramontato il sole nella piccola Robe. Qui, pensiamo, abbiamo toccato l’apice dell’isolamento, beh forse non sarà così. Robe è una piccola città di mare molto alla moda, con qualche localino, una manciata di negozi e case. Ci è sembrata piuttosto elitaria da un certo punto di vista. Ci mettiamo alla ricerca dell’alloggio in quanto su booking non avevo trovato nulla, ci sono 3/4 hotel aperti che fanno cartello, ma alla fine la spuntiamo al piccolo e confortevole Guichen Motel (http://www.guichenbaymotel.com.au/), che ci offre una stanza a 105 aud (meno di 70€). Siamo noi ed un’altra auto ma di uno sconto non ne vogliono proprio sentir parlare..boh! Chissà quanto costa in alta stagione!! Oppure forse sanno che in ogni caso si deve dormire e si andrà in uno dei 4. Ci sistemiamo, ed usciamo, sembra una città fantasma!! Si sente come nei film solo il cigolio del semaforo appeso che dondola, ed un sinistro vento sibilante. Ci guardiamo in faccia e scoppiamo in una fragorosa risata!! Arriviamo nell’unico pub aperto, un pub molto antico, dell’800, dove ancora è visibile il camino originale e i muri di pietra. Non c’è che dire, è proprio bello. Il personale è un po’ ritroso sulle sue, sembra che quasi diamo fastidio. Però il cibo è ottimo. Ve lo consigliamo. Questo è il sito internet: proprio ora che scrivo la recensione mi sono accorta che la taverna aveva anche delle camere, che costavano anche 10-15 dollari in meno rispetto al ns motel, da fuori non si vedeva l’indicazione. Nel caso capitaste, provate a darci un’occhiata!! Torniamo in Motel cercando di cogliere qualche dettaglio in più di questa cittadina addormentata, e notiamo addirittura un cinema, di quelli in stile anni ’60, vorremmo entrare ma è tutto chiuso.

24 agosto: COORONG NATIONAL PARK – KANGAROO ISLAND

Anche oggi macineremo tanti km. Il paesaggio non è dei più suggestivi. Da quello che avevamo letto su internet ci aspettavamo di più. In particolare il coorong National park ci delude, anche imboccando la coorong scenic drive. Decidiamo dunque di cercare di arrivare a kangaroo Island. Saltiamo Victor Harbour e Granite Island che non ci ispirano ed andiamo spediti Cape Jervis, dove arriviamo per le 13.30. Diversamente da quanto letto precedentemente su un paio di racconti al desk ci dicono che non c’è più posto. Mi invento la balla che sono molto dispiaciuta perché per la notte avevo già una prenotazione a kingscote. Detto fatto il posto si crea subito sia per noi che per una coppia di Caserta nella nostra stessa situazione. Con la differenza che non sapendo l’inglese se non fossimo giunti noi sarebbero dovuti tornare indietro. Ecco si l’Australia è un paese molto semplice da girare, però un minimo conoscenza della lingua inglese noi ve la consigliamo se non altro se non si viaggia con un to, per gestire gli accadimenti quotidiani! E per godersi diversi posticini, dai forni alle chiacchiere con le persone del luogo. Tornando al traghetto non capisco perché ci avessero detto che non c’era posto perché il traghetto era semivuoto!!! Forse per i mezzi imbarcati che in effetti non erano pochi, tra camion e auto. Che fare dunque? Se vi piace prenotare tutto scrupolosamente prenotate tranquillamente quando credete di arrivare. Se come noi amate più l’avventura andate quando volete e dite che avete già una prenotazione, specificando il nome del paese. D’altronde prenotazione o meno se il mare è grosso il traghetto non parte. Diversamente sempre da quanto letto su in internet non è vero che in loco ci sono più traghetti di quelli che sono pubblicati on line. La app della sealink è fatta molto bene. Questo il sito per farvi un’idea dei costi e delle tratte: https://www.sealink.com.au/ la app è più comoda se siete in giro. Un’ultima cosa, non sapendo quando volevamo tornare si può acquistare senza costi aggiuntivi un biglietto aperto. Ossia partite il giorno x e tornate quando volete. Deciso il giorno chiamate e loro vi confermano sul primo traghetto. Se sono le 14 e siete al flinders chase National park sono i primi a darvi che non ce la farete ad arrivare per quello delle 15 e quindi vi mettono su quello delle 18. E’ una compagnia molto efficiente e lontana anni luce dalle nostre. La tratta dura circa 40 minuti e il biglietto costa 390 aud per due adulti e un’auto, circa 250 euro. Imbarcati sul traghetto, molto pulito e puntuale (come tutti i servizi australiani) abbiamo avuto 45 minuti di passione in quanto il mare era un po’ mosso. Ecco in tal caso sempre meglio i posti dietro se come me soffrite il mare grosso. Piccola parentesi sulle auto a KI: tutte (o quasi) le compagnie permettono l’imbarco a KI, thrifty compresa, quello che non coprono sono generalmente i danni che le auto possono subire all’interno del traghetto. In tal caso ne risponde l’assicurazione della sealink. Prima di partire chiedete alla compagnia con cui noleggiate per stare più tranquilli. Giungiamo dunque sull’isola e decidiamo di andare a dormire a Kingscote in quanto, come da descrizione della Lonely Planet, il centro più animato di tutta l’isola… beh ecco più che Ibiza diciamo che era più simile alla semideserta Robe! Dopo aver guardato qualche struttura semplice e decisamente cara optiamo per l’Island Motel Kingscote , la struttura è sicuramente tra le più semplici e come dire “vintage” -che va tanto di moda- avute in Australia. I difetti di questo motel sono che l’aria condizionata era un po’ debole, quindi la camera era un po’ fredda, il bagno penso non fosse ristrutturato da prima che nascessimo noi e non c’era neppure il miscelatore, sembrava di essere in una di quelle stanze uscite fuori da un qualche film degli anni 50-60. Al tempo stesso ci siamo affezionati in quanto: la camera era piuttosto grande e con 3 letti, il prezzo un vero successo per l’isola – 100 aud (circa 65 euro), ed il proprietario di una gentilezza quasi commovente. Senza dimenticare il fatto che nel prezzo era inclusa una ricchissima e abbondante colazione, e che il proprietario ci ha dispensato di alcune chicche sull’isola. Per cui se non avete troppe pretese e siete attenti al budget ve lo consigliamo caldamente!!! Sistemati i bagagli usciamo per cenare ma ecco che appena giunti di fronte al supermercato le porte si chiudono, sono le 19.00, e l’addetto alla sicurezza ci comunica che è troppo tardi. Decidiamo allora di andare nel pub consigliatoci dal proprietario ma è chiuso. Ci rimane un takeaway carissimo e per nulla invitante ed il ristorante di un albergo che però non accetta altri se non ospiti per via della ristrutturazione. Ci facciamo vedere con la bimba ma nulla, senza pietà. In giro non c’è un’anima, cerchiamo di scrutare anche luci dalle finestre delle case ma sembra tutto chiuso. Mestamente torniamo in hotel e diamo fondo alle provviste che avevamo in auto, stasera si cena a base di cracker e biscotti. Non era nei piani ma non moriremo certo di fame!! Che avventura!! E per fortuna che abbiamo sempre una buona scorta di cibo in auto!! Questa sera ci sentiamo veri viaggiatori! Dopo aver fatto una bella doccia bollente ci corichiamo.

25 agosto: KANGAROO ISLAND: Kangaroo Island Conservation Park, Stokes Bay, Seal Bay Conservation Park

Al mattino ci alziamo presto ed alle 7.30 siamo pronti per fare colazione ma del titolare neanche l’ombra. Per cui chiamiamo il numero affisso nella porta (santa sim estera)e in 3 secondi arriva, e ci prepara una colazione per un esercito. Che bella persona! Sono di quegli incontri che ti addolciscono la giornata. Terminata la colazione e salutato il proprietario del motel ci dirigiamo verso il Kangaroo Island Conservation Park. Tutte le coppie che vanno in viaggio di nozze ci vanno, è molto famoso, anche perché con 15 aud fanno fare le foto coi Koala. Tra tutti gli scenari visti è quello che ci è piaciuto meno, minuscolo, con pochissimo spazio per gli animali, peraltro tutti in cattività. Carina invece la passeggiata coi canguri, ma si può anche evitare a nostro avviso. Niente di trascendentale. Ci dirigiamo dunque in direzione di stokes bay in quanto la fattoria di Paul è chiusa. Il padrone del motel infatti ci aveva consigliato di prendere la strada sterrata sulla sinistra prima della bai ed aveva ragione, è piena di canguri in libertà, e scorgiamo anche due mamme con i canguri nel marsupio, che spettacolo! Terminata la strada si arriva ad una fattoria, chiusa, per cui torniamo indietro in direzione Seal Bay. E’ una baia naturale in cui vivono moltissimi leoni marini. Il parco consiste in una passerella di legno in cui si possono ammirare degli splendidi leoni marini. Ci troviamo di fronte ad uno spettacolo della natura, davvero emozionante. Vediamo almeno un centinaio di leoni marini, che dormono, prendono il sole, giocano, cercano il cibo, addirittura ne becchiamo un paio che allattano i propri cuccioli, cuccioli che abbondano in tutta la baia. Siamo a dir poco entusiasti! Le nostre uniche parole ogni 5 secondi sono wowwwww! Pazzesco! Meraviglioso! Io a parole non sono capace di descrivervi quanto è stato bello poter ammirare gli animali in libertà. Però posso consigliarvi di andare e di non prendere la guida perché con la guida avrete solo un 40 minuti a disposizione, da soli poterete stare tutto il tempo che volete ad ammirare questo spettacolo della natura. Noi ci siamo stati 1 h e mezza, eravamo incantati. Vi lascio il sito internet: http://www.environment.sa.gov.au/sealbay/Home. Salutata questa straordinaria meraviglia ci dirigiamo verso la parte più occidentale dell’isola verso il nostro alloggio, il kangaroo Island wilderness retreat . Lo avevo visto la sera precedente ma non sapendo bene cosa avremmo visto non mi decido a prenotare. Usciti da seal bay cerco di farlo ma il telefono non prende, in questa parte di isola non c’è proprio campo per nessun operatore. Arriviamo e chiediamo se possiamo avere la tariffa vista su booking di 100 aud (meno di 70 euro), ce la concedono molto gentilmente. Ci è andata di lusso perché non solo ce l’hanno concessa per il prezzo visto su booking ma addirittura ci regalano un upgrade nella Courtyard Suite che solitamente costa dai 150 ai 275 aud (fino a 170€ a notte in alta stagione). La stanza è veramente molto bella, enorme, con un bagno di lusso rispetto le sistemazioni cui siamo abituati, i dettagli molto eleganti, e addirittura un grande patio esterno. Viaggiare in bassa stagione e prenotare all’ultimo momento a volte permette di pagare la metà per alcune sistemazioni! Contentissimi, ci riposiamo nella hall dell’albergo e chiacchieriamo con una coppia di italiani in viaggio di nozze, poi alle 18 andiamo a cena. Spendiamo quasi come dormire per due secondi una birra ed un baby meal 81 aud (50€ circa). A dire la verità non dista poi moltissimo dai prezzi che si pagano nei pub. La qualità è medio bassa ma c’è solo quello per cui o comprate qualcosa al supermercato o optate per l’unico ristorante della zona. Cerco di scorgere qualche canguro fuori dalla sistemazione perché avevo letto di un paio di persone che ne avevano visti in zona diversi ma non vedo animali. A volte per gli animali ci vuole un po’ di fortuna, soprattutto in questa stagione. Da novembre a febbraio infatti i rangers ci hanno detto che ce ne sono almeno il doppio. Comunque finora siamo stati più che fortunati e non ci possiamo lamentare. Andiamo a dormire con il vivido e piacevole ricordo dei leoni marini. Un sospiro di piacere e poi cadiamo nell’oblio dei sogni.

26 agosto: KI FLINDERS CHASE NATIONAL PARK

Ci alziamo come al solito alle 7, ed alle 8.20 siamo colazionati di fronte al Flinders Chase National Park. Peccato però che a differenza dei parchi di altri paesi questo è ancora chiuso, in generale i parchi in Australia in inverno, aprono sulle 9. L’acceso è comunque aperto, e fuori dal centro informazioni c’è una busta in cui poter mettere il costo del biglietto, precompilando un modulo in carta copiativa, di cui una copia va messa dentro l’auto nel caso in cui ci siano controlli. Si possono usare solo contanti, che per fortuna avevamo giusti. Paghiamo per due adulti 22 dollari (14€). Questo il sito del parco: http://www.environment.sa.gov.au/parks/Find_a_Park/Browse_by_region/Kangaroo_Island/Flinders_Chase. All’interno del parco c’è anche la possibilità di campeggiare o pernottare in cottage. Come prima tappa decidiamo di andare a vedere Admiral Arch, ed ecco che ci si presenta un altro spettacolo della natura, e tutto solo per noi in esclusiva, come seal bay. Admiral arch infatti non solo è un arco molto carino formatosi grazie all’erosione delle rocce, all’interno di un paesaggio suggestivo, ma è anche il luogo in cui vivono in questo periodo centinaia e centinaia di foche della nuova zelanda. Cosa dire: un luogo davvero imperdibile! Straordinario! Noi 3, il rumore dell’oceano impetuoso e centinaia di foche, che spettacolo! Passa la solita ora e mezza dove le nostre macchine scattano all’impazzata, la salsedine ed il vento arrabbiato ci tonificano e ti fanno capire che noi siamo polvere rispetto alla forza impetuosa della natura. Siamo in estasi, ancora una volta. Nostra figlia è stanca (a ragione!) e ci mettiamo dunque in auto alla volta di Remarkable Rocks, il simbolo di kangaroo Island, carino, da vedere. E’ ora di pranzo e mentre siamo in auto prenotiamo il traghetto delle 15.30, e decidiamo di tornare un attimo kingscote dato l’anticipo, per fermarci a fare benzina e pranzare in un forno che avevamo visto il giorno prima. Dopo aver pranzato su una panchina nel piccolo centro costiero dove regna una quiete d’altri tempi decidiamo di fare una ultima tappa al porto e qui abbiamo una bellissima sorpresa: è pieno di pellicani! Mi fiondo a scattare! Che belli gli animali! Ci dirigiamo verso il porto di Penneshaw e altra sorpresa, scorgiamo un delfino nel limpidissime acque, no va beh ma allora ditelo! Rispetto all’andata il mare è una tavoletta piatta per fortuna. Arriviamo sulle 16.15 e ci dirigiamo verso Adelaide, il tempo di metterci nuovamente in auto ed è già ora di cena. Giungiamo al nostro motel sulle 18.30, prenotato su booking in auto come al solito. In realtà ne avrei voluto prenotare un altro ma la disponibilità era terminata e chiamando non ci facevano lo stesso prezzo visto su booking. Nella sfortuna ho la fortuna di trovare il Fullarton motel, appena fuori dal centro per 75 aud (circa 50€). Lo scegliamo perché con parcheggio gratuito, vicino a diversi supermercati e ristoranti e con un ottimo prezzo. In fondo per questa notte ci serve solo come base d’appoggio. Scelta più che felice! La titolare è gentilissima, la camera molto grande con 3 letti, il bagno nuovo, la camera piuttosto grande e dotata di tutti i comfort, inoltre c’è anche un servizio lavanderia gratis, ed al mattino siamo più vicini alla prima attrazione che volevamo vedere, il parco di Cleland. Top! Appoggiati i bagagli andiamo a mangiare, in uno dei tanti ristoranti vicini. Questa sera ci diamo al messicano e ce la caviamo con 32€ grazie a due hamburger, una birra e una enorme porzione di patatine per la piccola. Dopo cena andiamo a fare la spesa per il giorno seguente. Giunti in camera riguardo il motel che avevo visto inizialmente il giorno prima, più centrale, e dato che c’è disponibilità prenoto per l’indomani.

27 agosto: CLELAND NATIONAL PARK – ADELAIDE

Sono le 7 e la sveglia suona, dopo aver fatto colazione partiamo per il vicino parco di Cleland (http://www.environment.sa.gov.au/parks/Find_a_Park/Browse_by_region/Adelaide_Hills/Cleland_Conservation_Park). Il parco è molto grande e ci sono diversi canguri anche se sembrano un po’ tonti, sembrano quasi stanchi e sazi. Non ne vogliono quasi sapere di mangiare. Il parco permette di vedere tavoli della tasmania e diversi specie di uccelli oltre che dingo, ma soprattutto tanti koala. Questa volta non resistiamo ed anche noi, super fortunati, in quanto vi è un’unica sessione giornaliera, decidiamo di vedere un vero koala molto da vicino e scattiamo la classica foto di rito. Diversamente da KI qui non la fanno pagare. Inoltre qui i koala hanno uno spazio più grande e si ha la possibilità di vedere e toccare un Koala di circa 9 anni, molto molto grande. Nostra figlia è felicissima, e noi con lei. Usciti dal parco ci dirigiamo verso il motel prenotato la sera prima, il Country Comfort Motel Adelaide. E’ mezzogiorno ma ci permettono di appoggiare subito i bagagli molto gentilmente. Lo paghiamo 83 aud (circa 53€). Questa sistemazione è molto semplice e un po’ decadente, vecchiotta e sempre “vintage” ma ha alcuni pregi non da poco. Oltre ad avere il parcheggio gratuito, avere stanze enormi, e piuttosto pulite, ed un prezzo ottimo per il centro ha anche la fermata del bus gratuito che porta in centro a 5 minuti a piedi. Noi ve lo consigliamo! Sistemati i bagagli andiamo alla scoperta di questa città che molti viaggiatori nei loro racconti di viaggio definiscono brutta. Lì per lì anche a noi non aveva fatto una gran impressione, poi dopo un paio d’ore ci ha stregati. Tra le grandi città viste è quella decisamente più particolare e caratteristica, con tanti edifici vittoriani. E’ molto tranquilla e sembra quasi un piccolo paese. A noi è rimasta nel cuore per l’atmosfera rilassata e gli edifici. Non è sicuramente una città adatta a chi cerca movida e moda. Il centro non ha molte attrazioni a parte gli edifici ed il cuore pulsante della città ruota attorno ad una via che si chiama rundle mall. Dal nostro hotel sono circa 30-40 min a piedi. Col bus un quarto d’ora circa. Facciamo un giro per negozi scattando qualche foto, poi torniamo in hotel per una doccia decidendo di tornare per cena, in un pub che avevamo adocchiato. Spendiamo circa 36€ per due hamburger molto grandi e di qualità con patatine e soprattutto una pinta di Leffe, una birra belga che ci piace moltissimo e che in Italia è difficile trovare alla spina. Molto soddisfatti torniamo in hotel.

28 agosto: BAROSSA VALLEY – ADELAIDE

Al mattino dopo esserci alzati ed aver fatto colazione chiamiamo qantas perché vorremmo anticipare il volo per il red center ma non c’è posto, decidiamo allora di chiedere in reception la disponibilità anche per questa sera, allo stesso prezzo. Il motel ce lo permette, per cui decidiamo di approfondire la conoscenza della città iniziando la giornata con il carino central market (mercato più che altro culinario – la guida lo definisce bellissimo, dipende, se siete stati in spagna o giappone nutrirete senz’altro diverse aspettative). Dopo una sosta di circa un quarto d’ora ci rimettiamo in auto verso le 10 in direzione Barossa Valley, consigliataci il pomeriggio prima al visitor center. Il tempo non è de migliori ed i paesaggi vinicoli non sono al meglio della loro bellezza ma ci imbattiamo in minuscoli paesi di una bellezza infinita, molto caratteristici. Sembra di stare in quei paesi delle fiabe dove tutti sono felici e le abitazioni dell’800 rimesse a nuovo e ristrutturate. Ma quanto il sud è bello per i paesini vittoriani lo abbiamo già detto vero? Dopo esserci persi quella dozzina di volte riusciamo a trovare finalmente l’azienda vinicola che volevamo visitare che ci era stata consigliata in un paio di visitor center. La Seppeltsfield Winery, una delle aziende vinicole più importanti di tutta l’Australia nonché tra le più antiche, attiva dal 1851. http://www.seppeltsfield.com.au. Optiamo per il tour con guida che ci costa 10euro a testa, dura circa 45 minuti e che termina con una fantastica degustazione di vini, vini di altissima qualità. Super soddisfatti torniamo ad Adelaide, e ci gustiamo le ultime ore in centro. Questa sera ci diamo ad un pub britannico – http://www.theelephant.com.au/ Spendiamo circa 35€ per due secondi due pinte di birra e un contorno. Il cibo non era nulla di straordinario, ma le birre piuttosto buone per essere ale inglesi. Ci dispiace andare via da Adelaide, ci eravamo affezionati, e forse tra Melbourne e Sydney è quella in cui più volentieri mi trasferirei.

29 agosto: ADELAIDE – ALICE SPRINGS

Qui inizia la parte più difficile e costosa di tutta la vacanza. Costosa perché le strutture ricettive costano tantissimo ed i mezzi ancor di più. Per cui ecco alcune dritte per risparmiare:

1. volate e ripartite dallo stesso aeroporto, non arriveranno a chiedervi 900 euro per 3 giorni di auto come a noi 2. Valutate l’opportunità di arrivare e ripartire da AYQ. Alice Springs oggettivamente non è niente di che, si può tranquillamente saltare. Io ero curiosa di andarci, non so perché ma mi attirava. Ora posso dirlo, è stata una delusione. C’è una via con qualche negozio, un paio di pub, e tanti aborigeni che vagano senza meta. Da un lato vedi il turista danaroso e dall’altro l’aborigeno non integrato che beve o che vessa in condizioni di povertà estrema. A noi ha lasciato con l’amaro in bocca, soprattutto perché ci è sembrato che tanti australiani non li capiscano e non si sforzino di aiutarli.

2. Prenotate con largo anticipo sia l’alloggio che l’auto, in modo da avere tariffe ridotte sull’auto in particolare e con km illimitati. Così facendo un’auto non dovrebbe costare più di 35-40€

3. Arrivate con scorte di biscotti e cracker, a yulara c’è solo un piccolo supermercato e mal fornito

4. Comprate l’acqua nel piccolo supermercato costa 3 aud vs 6 aud. Le bottiglie più grandi sono quelle più economiche

Arriviamo all’aeroporto di alice springs dopo aver miracolosamente trovato alloggio dopo mille telefonate la mattina e ci dirigiamo al banco dei noleggi. Purtroppo abbiamo beccato il raduno dei raduni dei truck, il più grosso degli ultimi 5 anni. Le auto sono finite o costano 900€. Dopo aver valutato un volo interno su AYQ in loco, chiedendoci 300 aud (200€) a persona, decidiamo di prendere la navetta per 16 aud a persona (10€), che nel frattempo è già partita e l’aeroporto chiude, non c’è più nessuno. Arriva l’ultimo taxi che afferriamo per 30 aud (che contrattiamo -20 euro per 5 minuti di tragitto) e ci dirigiamo al Alice in Territory ) dove troviamo l’unica stanza per 170 aud -110 euro (mesi prima ne avevo viste anche a 70€ ad Alice Springs). In teoria il proprietario ci spiegava che ne tiene sempre un paio libere per imprevisti (una camera che non funziona, un incidente o altro), ma la nostra voce credo disperata lo commuove e ci fa posto. La stanza oggettivamente è bellissima, un mini appartamento con cucina, salotto, zona bar, la pulizia impeccabile e la struttura imponente. Solo che noi siamo un po’ in tensione perché non abbiamo idea su come muoverci. Già il prezzo è uno shock che non ci aspettavamo. Dopo esserci rinfrescati ci dirigiamo in reception e cerchiamo di capire come fare. Alla signora della reception facciamo così tenerezza che ci offre di portarci in centro, facendoci risparmiare gli 20 aud di taxi (13€) che però prenderemo al ritorno. AS è davvero bruttina come città, tutti i negozi chiudono prestissimo e alle 16.30 è tutto chiuso. C’è qualche turista e diversi aborigeni che versano in condizioni miserrime. Valutiamo il da farsi, ormai siamo arrivati ed abbiamo il volo da ayers rock non possiamo tornare indietro. Ma siamo ancora un po’ scossi e quindi andiamo dal mitico Woolworth e facciamo scorte di cibo ed acqua. Torniamo in hotel e prenotiamo telefonicamente (per fortuna le aziende australiane sono più avanti delle nostre) la tratta in bus da AS a Yulara, che ci porterà di fronte al nostro hotel, dove trovo sempre quasi miracolosamente posto. Ci chiedono 100 euro a testa solo andata. Sono 200 euro non messe in conto e ci dispiace. Cerchiamo dunque di risparmiare sulla cena dopo aver fatto incetta di cibo al supermercato. Approfittiamo della struttura dell’hotel e decidiamo di andare a cenare nella bellissima piscina contornata da palme, tavolini ed un enorme bbq. Il cielo stellato ed il silenzio del deserto (tutti gli altri ospiti cenavano nel ristorante dell’hotel o erano ad alice) hanno fatto di questa una serata memorabile. Quando ci pensiamo ci viene da sorridere, noi 3, il deserto ed il pane con gli affettati a bordo piscina. E’ stato bellissimo! Torniamo dentro ed andiamo a letto, domattina alle 6.50 dobbiamo farci trovare pronti. L’hotel ci fornisce anche biscotti, latte e cereali per la mattina, in quanto nella tariffa sarebbe stata compresa anche la colazione. Anche qui la gentilezza delle persone è infinita. Ci hanno coccolato come non mai, dandoci dritte e consigli. Tra l’altro grazie al proprietario abbiamo anche scoperto che nostra figlia ha un nome molto diffuso in Australia (ecco perché tutti si meravigliavano quando dicevamo il nome di nostra figlia), se non il nome australiano per antonomasia. In tanti ci hanno chiesto il motivo per il quale noi italiani avessimo chiamato nostra figlia Matilde, dato che è un nome a loro dire australiano (a dire il vero sarebbe di origine germanica , ma non discuto vedendo la loro gioia). Mistero risolto.

30 agosto: ALICE SPRINGS – YULARA

Alle 7.15 partiamo (con un po’ di ritardo stranamente) dal nostro hotel con la compagnia AAT kings ) unica opzione disponibile. La distanza è di 500 km e ogni due ore il bus si ferma. Lo scenario è molto bello ed abbiamo modo di scorgere anche aquile e piccolissimi villaggi di aborigeni gestiti da australiani. Mi manca la possibilità di potermi fermare quando voglio per fare i “miei scatti”. Giungiamo alla nostra sistemazione prenotata su booking la sera prima. La sistemazione più economica con bagno in camera costa la bellezza di 170 euro a notte, e tra l’altro è pure brutta con due letti a castelli ed un bagnetto. Quando il tipo alla reception mi vede arrivare con la bimba credo mosso da un atto di pietà mi fa un upgrade gratuito e ci sistema in una stanza doppia deluxe con 3 letti che in realtà costava 220€, dandocela allo stesso prezzo. Evvai!!! La stanza è molto bella! Contentissimi andiamo in aeroporto dove trattiamo con la thrifty per una piccola utilitaria. Alla fine ce la “caviamo” con 205€ per due giorni di noleggio. Ci avevano chiesto 120€ al giorno senza seggiolino e con 100 km al giorno (21 euro in più ogni 100 km). Essendo che con thrifty avevamo noleggiato anche in Messico e nella tratta tra Melbourne ed Adelaide, con la mia patente hanno fatto un controllo e visto che non avevo mai avuto sinistri, verificata la storia, ci hanno fatto un po’ di sconto ed alla fine con 205€ abbiamo pagato noleggio, seggiolino e i 250 km in più fatti. Considerando anche il bus per i mezzi abbiamo speso 410€ per 3 giorni. Ritirata l’auto, dicevo, vado a prendere marito e figlia e ci dirigiamo ad Uluru e agli Olgas. Facciamo il pass di 2 giorni (32€ totali per due adulti). Oggettivamente il parco è carino, però ecco sinceramente, nonostante le mille foto fatte, perché poi quando sei lì sei magnetizzato, non ci ha rapito il cuore. Sarà perché ci è sembrato un luogo troppo caro rispetto a quello che offriva (alla fine della fiera il deserto ci è costato quasi mille euro a persona! Tantissimo!), sarà perché non siamo riusciti a capire come un posto così proficuo per alcuni esclude proprio quelli per il quale è nato. Ci è sembrata quasi più la costruzione di uno show ad hoc, tanto più poi che il governo permette di scalare la montagna, cosa che offende tanto gli aborigeni. Cioè è un po’ come se a casa nostra fosse permesso di fare climbing su San Pietro, piuttosto che su una moschea. Ci è sembrata quasi una segregazione quella degli aborigeni. Però non prendetela come verità, sono solo nostri liberi pensieri ed impressioni, noi non siamo riusciti a capire veramente perché siano in quelle condizioni e perché siano esclusi volenti o nolenti dalla società. E ci dispiace perché in fondo uno dei simboli dell’Australia è tale grazie a loro e alla loro storia. Probabilmente questa è una delle pagine più amare della recente storia australiana e noi la leggiamo negli occhi degli aborigeni visti, con il cuore infranto, inermi.

Usciti dal parco, la sera ceniamo in camera, dove abbiamo anche tavolo e sedie e consumiamo una deliziosa cenetta a base di pane e sottilette per la modica cifra di 23 aud (15€). Il deserto ci ha insegnato molto, ed in generale anche l’on the road australiano, abbiamo scoperto una capacità di adattamento che non sapevamo di avere. Che poi non abbiamo mangiato lombrichi e lucertole campeggiando nella jungla, però affrontare piccoli imprevisti, decidere di mangiare in camera per cercare di contenere i costi ed essere al contempo felici e soddisfatti, non ce lo aspettavamo! Abbiamo capito che forse siamo pronti anche per altri tipi di avventure, che la nostra squadra di viaggio è pronta per una nuova avventura! Ah ah ah che malattia la viaggite!

31 agosto: OLGAS + ULURU

Anche oggi lo trascorriamo all’interno del parco per fare diverse attività.

Alcuni consigli: le olgas prendono più tempo perché sono possibili diversi tipi di camminate. A noi quelli che delle Olgas sono piaciuti maggiormente sono stati il walpa gorge – questo è migliore a pomeriggio quando il sole colora di rosso arancione la gola, è molto carino! Dura circa 1 oretta e sono 2,5 km, noi lo abbiamo fatto con la bimba di 18 mesi. L’altro percorso è la valley of the winds che dura 7 km, noi ne abbiamo fatto solo un pezzettino, carino, ma nulla di trascendentale. Qui poi c’è il piacevole ricordo di una comitiva di giapponesi (che vanno pazzi per i bimbi soprattutto se bianchi e biondi) con cui abbiamo scambiato qualche battuta. Ad un certo punto sento kauaii, kauaii… d’un colpo un tuffo al cuore. Era la parola che sentivamo di più l’anno scorso durante il nostro soggiorno in Giappone. E’ l’equivalente del “so nice” in inglese. Faccio un sorriso e 36 denti e rispondo con un fragoroso arigatò! Sarà stata la mia pronuncia maccheronica, sarà stato lo stupore di vedere uno “straniero” che capiva è nato un momento fatto di sorrisi, foto e ilarità. Anche questo è viaggiare, è sentirsi vivi, è entrare in un altro mondo, in una dimensione che ti fa capire che per quanto tu possa andare lontano più viaggi e più senti labile il senso di nazionalità e più forte il senso di essere umano, e più vai lontano e più ti accorgi di quanto siamo simili e che la vita è meravigliosa! Viaggiare è vivere tante volte, e finché potremo non smetteremo! Ritornando ai parchi, Uluru è bella a tutte le ore, non potendo comunque visitare l’interno si può fare il periplo e, visto che la scalata è oltre che un’offesa alla cultura aborigena perché è come andare sopra la testa di dio, è anche è molto pericolosa, vi consigliamo una camminata gratuita accompagnati da un ranger. Parte ogni mattina sulle 10 in agosto e si chiama mala walk. Ve la consigliamo perché si scoprono alcune cose interessanti. La guida è solo in inglese. Alla sera andiamo anche a vedere il tramonto ma è un po’ nuvoloso, però è vero, al tramonto Uluru spicca, è bellissima! Diversamente da pomeriggio però non becchiamo la pioggia (non l’aveva presa nessuno nei racconti letti, vuoi non prenderla per non fare un’esperienza diversa?), e con lei un bellissimo gioco di colori tra rosso grigio e infine un arcobaleno. Abbiamo visto così tanti arcobaleni in Australia come mai fino ad ora!!! Torniamo alla nostra sistemazione, il Pioneer (https://www.ayersrockresort.com.au/accommodation/outback-pioneer-hotel), e questa sera decidiamo di godercelo un po’. Il Pioneer infatti – come tutta le 3 strutture di Yulara – sono carissime però è anche molto piacevole da vivere la sera nel senso che a parte la zona del ristorante di lusso ci sono anche tanti luoghi in cui è possibile condividere momenti con altri viaggiatori, dalla zona bbq in cui ti puoi comprare e cucinare la carne, al biliardo, piuttosto che al bar pub take away. Tutti questi spazi confluiscono attorno ad uno spazio esterno coperto molto grande fatto di enormi tavolate dove si può consumare il cibo (comprato anche al supermercato) e chiacchierare e condividere esperienze con altri viaggiatori. C’è un po’ lo spirito degli ostelli, e devo dire che ci piace molto da questo punto di vista. Optiamo per il take away, dove compriamo due cheeseburger e due birre (tanto per cambiare la sana alimentazione) e spendiamo 42 aud (28 euro), alla fine spendiamo meno che nei pub in città. La birra è molto buona mentre i panini vanno giù grazie ad una fame senza precedenti! L’aria che si respira è rilassata e vivace, ma con gli italiani leghiamo meno, sarà che stanno sempre sulle loro, sarà che tanti sono in viaggio di nozze, sarà che le pochissime famiglie che vediamo sembrano usciti da una rivista di moda, tutti pieni di stemmi, noi facciamo amicizia con una comitiva di australiani. Per cui il Pioneer ve lo consigliamo! Dimenticavo di dire che in questa parte di deserto noi non siamo andati a kings canyon, volendo, se non avete figli, quindi tempi un po’ più dilatati, si può fare. Noi non siamo riusciti, anche perché a parte un piccolo pezzettino era troppo impegnativo con una bimba così piccola, ed avevamo paura che ci sarebbe costato troppo in termini di chilometraggio extra.

1 settembre: SYDNEY

Questa mattina decidiamo di andare a vedere l’alba ma è molto nuvoloso e più che il rosa becchiamo tanto grigio e le foto non ci piacciono. Pazienza, abbiamo tentato. Dopo esser tornati in albergo, fatto colazione e caricato la macchina andiamo in aeroporto in attesa del volo per Sydney. Prenoto su booking e trovo una super offerta a 100€ a notte per una double superior presso il Menzies ). Sydney come città per gli alloggi è molto cara, l’ostello in cui volevo andare io a 400 metri dal nostro hotel costava addirittura di più!!! Avevo trovato qualcosa a meno a the rocks ma sopra un pub dove però non accettavano infant o in un altro dove non c’era il bagno in camera. Come in tante altre città care prenotare 1 o 2 giorni prima dall’arrivo permette sempre di risparmiare moltissimo ed avere strutture ottime. Il Menzies non sono se sia un 3 o 4 stelle ma ha vantaggi a non finire. L’hotel infatti non solo si trova di fronte alla stazione di wynyard – raggiungibile direttamente dall’aeroporto (12€ a persona – la corsa in taxi costa il doppio), ma di fronte anche a 2 store molto grandi sia di Coles che di Woolworth, a 5 minuti a piedi dal porto e quindi 8 minuti rispettivamente da the rocks e 8 minuti a piedi sempre dall’opera. A noi hanno dato le stanze non ancora ristrutturate ma di lusso del 6 piano, enormi con due letti matrimoniali, un minibar ed un bagno che era grande quasi come un salotto, e da cui si aveva una vista dei grattacieli della città. La sera andavo a letto con le finestre spalancate guardando i grattacieli illuminati. Il personale è molto gentile ed efficiente e quando siamo entrati con i nostri zaini non ci pareva vero. L’ultima sera ci hanno anche permesso di usare le docce della piscina prima di andare in aeroporto, con tanto di teli. In teoria anche loro organizzano navette per l’aeroporto (solo per non da) ma il servizio cessa in prima serata, e va prenotato in anticipo. Il prezzo è quello del treno circa. Lo standing medio dei clienti di questo hotel (dati i prezzi) è decisamente elevato. Pensiamo che in fondo a quel prezzo un po’ di coccole e relax ci stavano benissimo. Relax che abbiamo respirato in tutta l’Australia ma soprattutto anche qui a Sydney grazie alla centralità dell’hotel, il tipo di camera e la città che è a misura di bimbi. Comunque questa sera decidiamo di non uscire, ci siamo alzati all’alba ed abbiamo 4 giorni pieni da trascorrere in città, per cui passiamo da coles, facciamo la spesa e ceniamo seminudi in camera..ormai non riusciamo a farne a meno. Nostra figlia è in estasi! Stiamo creando un piccolo mostro!

2-3-4-5 settembre: SYDNEY

Dedichiamo questi giorni alla visita della città, senza farci mancare un aperitivo all’opera house, piuttosto che una visita in tutti i quartieri della città, anche in quelli più particolari come woolloomooloo e surry hills. Il nostro preferito è stato senza ombra di dubbio the rocks, non ci stancavamo mai di peregrinare per questo quartiere, fatto prevalentemente da edifici ottocenteschi. Molto piacevole la gita con il ferry a Manley, una graziosa e colorata cittadina di mare. Oltre a beccare una calda giornata di sole assistiamo anche a un matrimonio e scoviamo un panificio eccellente suggeritoci da una signora del posto. Tornando a Sydney, se volete comprare souvenirs il miglior posto in assoluto è il Paddy’s market, però vi avvertiamo, può creare dipendenza! E’ aperto da mercoledì a domenica dalle 10 alle 18 (http://paddysmarket.com.au/) e si trova vicino a china town. In teoria c’è un bus gratuito con cui girare per la città (con orari ridotti, non come ad Adelaide che è dall’alba a mezzanotte), ma si gira tutta tranquillamente a piedi, per cui potete anche farne a meno. Il miglior pub in cui siamo stati lo abbiamo scovato a the rocks: the lord nelson brewery (http://www.lordnelsonbrewery.com/). Questo birrificio propone birre artigianali fatte dalla proprietà. Per lo più ale e stout, non sono male rispetto alla media australiana. Noi ve lo consigliamo non solo per le birre ma anche per l’atmosfera, è infatti il pub più antico di tutta Sydney in funzione, attivo dal 1841 e ci sono ancora i muri a vista con le assi di legno, ed il 95% degli ospiti è gente del posto, imperdibile! La birreria offre due luoghi per mangiare il pub – con meno scelta e più economico – ed un ristorante al piano superiore. Noi abbiamo scelto il pub spendendo 36€ per 3 birre e due hamburger. Al secondo piano ci sono anche camere con bagno privato che costano circa 110€ a camera. Un’altra chicca che ci vogliamo suggerire è la vista di cui potete godere da Mrs Macquarie’s Chair all’interno del parco si Sydney dietro l’opera. La vista è molto bella perché avete la doppia visuale di Opera House e Harbour Bridge. Sul ponte si può fare anche climbing, a noi precluso con la bimba, dovrebbe essere una bella esperienza. Da non perdere infine una tappa presso le cioccolaterie haighs, care ma il cioccolato è squisito. Una semplice tavoletta di ccioccolato da 200 grammi costa circa 7 euro.

6 settembre: SYDNEY – MILANO

L’ultima notte decidiamo di non prenotare la stanza in quanto abbiamo il check in alle 3. Per cui dopo cena torniamo in hotel e facciamo la doccia nei pulitissimi ed enormi spogliatoi della piscina e decidiamo di partire subito per l’aeroporto, prendendo il treno delle 22.30. Per fortuna arriviamo prima, scopriamo infatti che lo stesso verrà chiuso all’una e trenta. Siamo penso una trentina di persone dentro un’area sbarrata che si chiama no transit area, e dopo un controllo passaporti cerchiamo di dormire un po’. E’ vero che abbiamo risparmiato una notte in hotel però è stato un po’ stancante, soprattutto con la bimba. Vero è anche che alla fine presa dalla stanchezza la bimba si farà diverse dormite in aereo permettendoci di riposare tantissimo. Sarà la voglia di non tornare a casa ma il ritorno vola via inesorabilmente.

3 settimane sono fuggite, 3 settimane che ci hanno regalato splendide emozioni, che ci hanno fatto crescere come viaggiatori, regalandoci on the road pieni di animali, deserti, parchi e metropoli accoglienti. Ricordiamo con tanto affetto la gentilezza degli australiani e diciamo addio ad un continente che probabilmente non potremo vedere più per tanto tempo.

Grazie Australia



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