Australia, one month Road Trip

Un autentico viaggio on the road tra foreste pluviali tropicali, deserto e savana. Più di settemila chilometri di avventura
Scritto da: giuliabonf
australia, one month road trip
Partenza il: 16/07/2013
Ritorno il: 15/08/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
L’Australia permette ai giovani di molti Paesi, tra cui l’Italia, di ottenere il cosiddetto “Working Holiday Visa” che consente loro di passarvi un anno (volendo anche due) lavorando e viaggiando. Ed ecco come, dopo sei mesi di duro lavoro in svariate aziende agricole, è arrivato anche per me e Luca il momento di partire alla scoperta di questo immenso paese. Lo abbiamo fatto a bordo di una Mitsubishi Nimbus del ’94 comprata a Sydney che, nonostante ci abbia fatto stare spesso sul filo del rasoio, ha restituito fino alla fine.

Il viaggio è partito da Bowen, tipica cittadina costiera del Queensland dove lavoravamo come raccoglitori di peperoni, e ci siamo diretti a Townsville, 200 km a nord. La città ha una lunga esplanade sul mare, con barbecue e giochi per bambini, ed è sormontata da un monolite di granite alto quasi 300 m che offre un bellissimo panorama. A soli pochi minuti di traghetto si raggiunge Magnetic Island, un’isola che oltre ad avere bellissime baie dalla spiaggia bianca permette di scoprirne l’entroterra grazie a numerosi sentieri battuti tra le montagne. Percorrendo uno di questi abbiamo avuto la fortuna di imbatterci in un koala appisolato su un ramo di eucalipto e di scoprire spiagge nudiste nascoste. La tappa successiva è stata Cairns, una delle più grandi città del Queensland, piena di giovani e di movida dove è possibile organizzare (costose) escursioni sulla barriera corallina. Da qui, percorrendo una tortuosa strada panoramica sull’oceano, abbiamo raggiunto Port Douglas, sofisticata cittadina con una bellissima e lunghissima spiaggia bianca, ideale per una sosta di un paio di giorni. Da lì ci siamo spostati 50 km a nord, al Daintree National Park dove la foresta tropicale pluviale incontra la barriera corallina. Nel parco ci sono diversi percorsi che ti conducono nel cuore della fitta foresta, tra alberi giganteschi, mangrovie e altissime palme nonché numerose spiagge immacolate dove tira un forte vento d’oceano. Qui abbiamo anche avvistato due esemplari di cassowary, un uccello a rischio di estinzione dal muso blu e con un specie di corno sulla testa, sembra un incrocio tra un tacchino e uno struzzo.

Trovandoci nel punto più a nord del Queensland raggiungibile su strada asfaltata siamo quindi tornati a Townsville per prendere la Overlanders Highway, la strada che ci avrebbe portato nel deserto. Ci sono voluti ben 5 giorni di viaggio (più di 500 km al giorno) per raggiungere la famosa Ayers Rock, Uluru in lingua aborigena. E’ stato come percorrere la route ’66: un‘unica strada nel mezzo del nulla, asfalto rovente e musica a tutto volume. Per dormire ci fermavamo nelle piazzole di sosta a bordo strada (munite di servizi igienici ma non di elettricità) dove si incontravano diversi viaggiatori: giovani europei come noi e,ancora più numerosi, australiani che stavano girando il loro paese su grandi camper o roulotte.

Siamo arrivati all’Uluru poco prima del tramonto, l’orario perfetto per godersi la vista. La roccia si accende di rosso intenso ed intorno ad essa si crea un’atmosfera solenne: lì, nel cuore dell’Australia, questo immenso monilite sacro domina il deserto circostante.

All’interno di questo Parco Nazionale si trova anche il Kata Tjuta (molte teste): un ammasso di giganti rocce tondeggianti che forma ripide gole e valli dai pendii dolci; vi si può accedere seguendo il bellissimo percorso chiamato “Valle dei Venti”.

Abbiamo poi raggiunto, a 300 km di distanza, il Kings Canyon, meraviglia naturale che è possibile visitare grazie ad un percorso dal panorama mozzafiato. Il sentiero conduce fino al Giardino dell’Eden, un polmone verde creatosi tra le ripide pareti del Canyon attraversato da un torrente che sfocia in una piccola piscina. Da qui abbiamo invertito nuovamente la rotta in direzione nord: dovevamo raggiungere Darwin per vendere la macchina e volare in Asia, ma sulla strada si trovavano ancora posti di straordinaria bellezza. Una sera, ad una piazzola di sosta,un signore australiano ci ha consigliato di fermarci nella “vicina” Mataranka dove si trovavano delle piscine termali. Abbiamo quindi trascorso un rilassante pomeriggio ammollo in una piscina naturale a 34 gradi nel bel mezzo della foresta pluviale e abbiamo dormito in un campeggio della riserva dove abbiamo fatto un fuoco e guardato le stelle. Il giorno seguente siamo entrati nel Kakadu National Park: 200 000 kmquadrati di natura selvaggia. Questa terra aborigena ospita 6 habitats diversi e nasconde siti di arte primordiale. Foreste, mangrovie, paludi, coccodrilli e diverse specie di uccello sono solo una parte del Kakadu. Le Jim Jim Falls regalano una vista infinita sul parco e sono un posto di pace.

Dopo due giorni di avventura nel Kakadu siamo rientrati nella vita cittadina di Darwin. La città è piuttosto costosa ma l’atmosfera è rilassante ed il centro è carino. Ogni domenica ed ogni giovedì alle 4 i Sunset Market hanno luogo a Mindil Beach fino a sera. Qui si trovano squisite specialità da tutto il mondo, si assiste a spettacoli di giocolieri e di artisti con didjridou e si può trovare ogni altro genere di articolo. L’ultima sera, prima del volo per Manila, è stato l’acceso tramonto dalla spiaggia dei mercatini a chiudere, per il momento, questo indimenticabile capitolo australiano.



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