8 mesi downunder

Eccomi qui a casa. Tutto è sembrato così veloce, gli 8 mesi passati dall'altra parte del mondo sono un ricordo lontano ma indelebile. Quando sono partita credevo che tutto sarebbe stato dolorosamente lento. A 23 anni ancora non compiuti non è stato facile lasciare la mia famiglia, il mio ragazzo, i miei amici e il mio lavoro. Ma questo era il...
Scritto da: Robinoz
8 mesi downunder
Viaggiatori: da solo
Eccomi qui a casa. Tutto è sembrato così veloce, gli 8 mesi passati dall’altra parte del mondo sono un ricordo lontano ma indelebile. Quando sono partita credevo che tutto sarebbe stato dolorosamente lento. A 23 anni ancora non compiuti non è stato facile lasciare la mia famiglia, il mio ragazzo, i miei amici e il mio lavoro.

Ma questo era il mio grande sogno. Non ci avrei rinunciato per niente al mondo. Sarà impossibile raccontare quello che questo viaggio è stato per me. Mah, io ci provo… Il mio viaggio è iniziato il 17 settembre 02, ho volato con Malaysia Airlines con scalo a Kuala Lumpur. Comunque se dovessi rifarlo sicuramente sceglierei un round the world ticket. Con qualche soldino in più si riesce a partire dall’Italia, fare un stop over in Asia (dipende dalla compagnia aerea che scegliete) e al ritorno dall’Australia farete il giro inverso (via America) e potete fermarvi alle Fiji, Los Angeles o Canada (dipende sempre dalla compagnia che scegliete). Io ho fatto uno stop over al ritorno a Kuala Lumpur (4 giorni). Con pochi soldi infatti si può visitare un altro paese, ne vale la pena, il volo è gratis, siete in strada e se avete tempo vi permetterà di spezzare un po’ un viaggio davvero lunghissimo.

Ho vissuto per circa 6 mesi a Sydney dove ho studiato in un college di turismo. Ho vissuto con una famiglia per circa 2 mesi e mezzo dopo di che ho deciso di darmi ad una vita un pò meno regolare e più divertente trasferendomi in una casa a Bondi Junction (a metà tra il centro città e la spiaggia) con altre tre ragazze (una australiana, una inglese e una francese). Nel frattempo ho anche lavorato in un supermercato dalle 20 a mezzanotte a rifornire gi scaffali! Certo, il lavoro non era un gran ché, ma eravamo tutti studenti squattrinati e ci siamo divertiti! La paga era buona rispetto all’Italia considerando che era il livello più basso.

Per fare questo (trovare sistemazione, scuola ecc.) mi sono affidata ad una associazione chiamata Boomerang Australia. Www.Boomerangaustralia.Com Sono sicura che potrà aiutare chiunque abbia voglia di trasferirsi per un po’ in Australia per studio e/o lavoro. La sede è a Sydney, ma hanno un corrispondente anche a Roma.

Sydney è una città davvero meravigliosa. Le cose che vivendoci ho apprezzato di più sono state: – Città grande, ma molto calma, non caotica e molto sicura.

– Grande melting pot, razze e differenti culture a non finire – Bellissime spiagge vicinissime al centro città. Con pochi minuti di autobus o traghetto (ferry) si arriva in posti stupendi, quasi deserti con acque cristalline. Spiaggia preferita: Camp Cove, raggiungibile a piedi da Watson Bay.

Ah! L’acqua è sì, cristallina, ma anche gelida! – La gentilezza delle persone (molto casual e apertissimi di mentalità) soprattutto degli addetti ai servizi es. Treno. Se hai delle cose da chiedere non solo ti rispondono cortesemente, ma se non capisci ti portano a destinazione! Ho conosciuto moltissimi australiani tramite i miei cugini che sono nati lì e quindi sono entrata a far parte del loro gruppo da subito. Sono stata fortunata in questo senso, non ho dovuto cercare amici perché loro sono venuti da me. Abitando in una città come Sydney si fa facilmente amicizia con ragazzi che vengono da tutto il mondo. Ho conosciuto molti asiatici, brasiliani e sudamericani in genere, svizzeri, francesi, nord europei, americani ecc. Tutti con tantissima voglia di divertirsi e di conoscere gente. L’Australia infatti è una meta molto giovane, informale ed economica, sia per viaggiare zaino in spalla (backpacking) o per studiare.

– La baia di Sydney. È riduttivo chiamarla bella. E’ molto di più: calma, pacifica, allegra, sofisticata, malinconica… Un quadro che non ti stancheresti mai di guardare. L’acqua, anche se solcata da centinaia di traghetti e barche è pulitissima, basta dire che ci sono tornati i delfini a nuotare! – Specialmente durante l’estate ci sono tantissime manifestazioni: cinema all’aperto (non classici, ma con lo schermo sospeso sull’acqua e con lo sfondo dell’opera house oppure si può guardare il film sdraiati sul prato facendo un picnic) festival e concerti di ogni tipo gratis, mostre, sculture di sabbia e rassegne, soprattutto durante il Sydney Festival a gennaio. Tutto rigorosamente all’aria aperta.

– Possibilità di apprezzare piatti di cucina internazionale: asiatica (di tutto: cinese, malesiana, giapponese, indiana, indonesiana ecc..), europea (italiana, greca, spagnola, francese ecc.), sudamericana ecc. Il tutto a prezzi davvero buoni! (in confronto ai nostri…) – L’organizzazione dei sistemi di trasporto: io con la riduzione da studente (gentilmente concessa, ma non l’avrei potuta avere perché riservata solo agli studenti australiani) spendevo 13 dollari australiani (circa 7 euro) a settimana con i quali potevo viaggiare senza limite su bus, treni e traghetti di linea della zona rossa (tutta il centro e zone limitrofe, compresa la costa con le bellissime spiagge). I treni viaggiano fino alle 1, ma i bus funzionano 24 ore su 24.

Vivere 8 mesi in un luogo ti fa apprezzare molte cose, ma ti fa anche scoprire dei lati negativi che non avresti trovato in una vacanza breve. I difetti che ho trovato a mio giudizio si possono così riassumere: – Mancanza di storia, cultura antica. Tutto è “brand new”, nuovo, molto ordinato. Da una parte è una bella sensazione, ma dopo un pò senti il bisogno di cultura, di antichità, di cose che hanno vissuto un’epoca, preziose proprio perché vecchissime e uniche. E questo non può essere trovato a Sydney. L’unica forma di cultura antica è quella aborigena di cui ci sono resti e dipinti nei vari musei (interessante l’Australian museum). Da una parte molto amara e scioccante visto che è anche mostrato come sono stati trattati e deportati. (A questo proposito vi consiglio la visione del film “Rabbit proof fence” 2002/3) – Assenza di una precisa identità: essendo gli Australiani un miscuglio incredibile di razze che vivono nella stessa nazione da poco più di una generazione è comprensibile che non si sia sviluppato un attaccamento alla patria. L’Australia ha dato tanto agli immigrati, molti venivano da situazioni difficili, spesso disperate e lì sono stati accolti, è stato dato loro un lavoro e la possibilità di farsi una vita, crescere una famiglia e coltivare la terra (quella certo non mancava). Forse la differenza di lingua, cultura, passato e anche l’ostilità iniziale con la quale sono stati accolti (da parte della gente, non delle istituzioni) ha fatto sì che gli immigrati si unissero tra di loro attaccandosi molto alle tradizioni del loro paese. (Vi assicuro che tutt’oggi le mantengono più di noi veri italiani!). Questo comunque non toglie che tutti gli immigrati siano molto riconoscenti verso l’Australia che ha dato loro una nuova speranza per una vita migliore.

Questo attaccamento (dato molto dalla nostalgia del paese natale che sono stati costretti a lasciare) ha creato oggi una generazione di giovani che parlano due lingue (quella del paese di origine che parlano a casa, e l’inglese che hanno imparato nella vita fuori dalla famiglia e a scuola). Non si tratta solo di lingue, ma soprattutto di culture intrecciate e mescolate. Ho degli zii e cugini che abitano a Sydney da oltre 40 anni e quindi posso fare degli esempi riguardanti gli italo-australiani. Gli australiani usano parole come: frittata, nonna/o, mozzarella, prosciutto, mortadella e tante altre. Queste parole sono state introdotte dagli italiani e ora fanno parte della cultura australiana e vengono usate da tutti. Come l’ europea molte altre culture come la greca, asiatica, americana (…) e sudamericana hanno portato qualcosa di loro. Questa è una cosa bellissima da una parte, ma non crea una identità propria. Com’è l’australiano tipo? Ma, non saprei riparliamone tra qualche generazione! Ci sarebbero moltissime cose da dire sull’argomento, ma non dilungherò oltre. Vi dico solo che se lo trovate (io ancora non ci sono riuscita) potete guardare il film tratto dall’omonimo libro di Melina Marchetta “Looking for Alibrandi” versione italiana “Terza generazione” con Pia Miranda e Anthony La Paglia. Il film non è un capolavoro, ma credo che faccia capire molto l’atmosfera! P.S. Io l’ ho visto solo in inglese, quindi non prometto niente sulla versione italiana! Al di là della vita a Sydney fatta di scuola, mare, pub e lavoro, ho viaggiato nelle vacanze e alla fine del corso.

Le mie mete sono state le seguenti: -HUNTER VALLEY (zona vini) e BLUE MOUNTAINS (escursioni di un giorno da Sydney). Consiglio: x l’Hunter Valley prendete una gita organizzata, con circa 90 AUD avrete il trasferimento + colazione + visita in 5 cantine con degustazioni di circa 7 vini a cantina (attenzione: le prime due saranno A STOMACO VUOTOOOO!!!!) + pranzo + soste panoramiche e visita delle cantine vere e proprie con spiegazione del processo produttivo.

Per le Blue Mountains: andare da soli, senza gite organizzate. Il biglietto del treno dalla città costa circa 14 AUD (non ricordo bene) contro i 90 AUD delle gite organizzate e potete fare i sentieri di montagna a piedi. E’ molto carino e ci sono dei lookout panoramici davvero belli.

Fermatevi a Leura (io ho fatto tutto a piedi) e fermatevi a gustare scones con marmellata appena fatti nei caffe che ci sono lungo la strada principale. Vi consiglio Snaps Coffee House che ha una terrazzina celeste. Se volete avere un’idea sulle blue mountains guardate il video dei The Darkness “Love is only a feeling” è girato proprio lì.

-CANBERRA: non c’è moltissimo da vedere, è una città tipo Washington, costruita x essere la capitale. L’ho trovata un pò noiosa, perfettamente ordinata e pulita. Tutto serrato nel week end. Mi hanno detto che l’art museum è molto bello, peccato che chiudesse troppo presto e che non ce l’abbia fatta a visitarlo.

-JERVIS BAY ( South coast, sud di Wollongong): io sono stata a Vincentia che è un piccolo paesino a poco più di 2 ore di auto da Sydney. Si attraversa la Kangaroo Valley per andarci. Ci sono delle belle spiagge, in particolare Hyams Beach che dicono sia la spiaggia con la sabbia più bianca del mondo. Se sia vero non lo so, so solo che la sabbia è talmente fina che scricchiola come la neve e talmente bianca che senza occhiali da sole ti accecherebbe.

Il tutto è contornato da parchi naturali con dei paths per le camminate e da tanti pappagalli coloratissimi e kookaburra.

-OUTBACK-MERRIWA (paesino sperduto nella campagna a circa 4 ore da Sydney): Questo è un paesino che non troverete nelle guide. Qui i miei zii hanno una casa di campagna, la giusta espressione è in the middle of nowhere. Non c’è niente, solo terra rossa come il fuoco, un silenzio naturale, aria pulita, un cielo stellato che lascia a bocca aperta, animali che gironzolano indisturbati, persone di una gentilezza e accoglienza genuina. Mai conosciuta gente così… Non dimenticherò mai “zio comparuzzo” (nomignolo dato da mio zio ad un suo amico -anche lui italiano, immigrato in Australia- che mi ha accolto con una gentilezza incredibile e che andava ovunque scalzo e con la camicia aperta…Anche al ristorante…Mitico…) I pochi giorni trascorsi in campagna sono stati davvero favolosi e ho visto delle cose che non dimenticherò mai: una iguana mi ha attraversato la strada mentre guidavo o centinaia di conigli che saltellavano intorno casa. Ma la cosa che mi ha lasciata senza parole è stata vedere i canguri. Certo, detto così sembrerebbe una cosa da poco. Ma non ho visto i canguri in uno zoo. Sono andata con la macchina al tramonto a cercarli nei boschi. Escono al tramonto e all’alba perché durante il giorno è troppo caldo. Mio cugino guidava e io per riprendere con la mia telecamera ero seduta sul finestrino con il busto fuori dalla macchina. Sembrava un safari e io una reporter! Saranno stati 50 canguri e pascolavano tranquilli, ma quando ci hanno visti si sono impauriti e sono scappati. Che emozione vederli saltellare tutti insieme, erano velocissimi e mi sono trattenuta x non piangere. La luce del tramonto poi rendeva tutto più bello.

-MELBOURNE: da Sydney con i miei cugini, circa 8 ore di auto x arrivare. Melbourne è una città come dicono tutti a ragione, europea. Mentre Sydney ha palazzi alti e strade strette a Melbourne puoi vedere il cielo. Le strade sono più larghe, con alberi dalle parti e altra grande differenza: ci sono i tram. Ci ho trascorso pochi giorni quindi è difficile essere esauriente. L’idea che mi sono fatta è quella di una città con molta più cultura che Sydney, bei musei, i Royal Botanic Gardens stupendi con tantissime varietà di alberi, piante e un sacco di laghetti e scorci idilliaci. Definiti tra i più belli del mondo dalla Lonely Planet (io di loro mi fido).

Il Queen Victoria Market è carino e a buon prezzo. Molto più economici che a Sydney. Anche per il cibo devo dire che c’è tantissima scelta, ottima qualità e prezzi molto buoni.

Per sentito dire anche la vita notturna, da teatri a cinema a locali trendy è molto più attiva.

Non posso giudicare francamente. Quello che ho visto mi è piaciuto moltissimo, ma Sydney era perfetta x me e ci sono affezionata.

Molto suggestiva una passeggiata al tramonto lungo il fiume Yarra.

Bello anche il lungomare di St Kilda, visitate le caratteristiche cabine sulla spiaggia a Brighton Beach (circa 3 km da St Kilda) e il luna park.

Non chiedete a qualcuno di Sydney o Melbourne di dirvi qual’è la città migliore. C’è un forte campanilismo e non saranno obbiettivi! Il tempo è molto variabile. Mentre a Sydney splende spessissimo il sole e la temperatura anche di inverno rimane mite, a Melbourne dicono che si possono avere le 4 stagioni in un solo giorno. Conviene infatti vestirsi a cipolla e portarsi un cappottino per l’inverno.

– GREAT OCEAN ROAD: dopo Melbourne la nostra meta è la guida lungo una delle coste più belle del mondo. Si chiama così perchè costeggia l’oceano e si possono ammirare degli scorci davvero mozzafiato. Non potete mancarla.

Ci siamo fermati a dormire a Lorne, un paesino carino e molto elegante sul mare. Vi consiglio di andare all’ufficio informazioni che funziona molto bene e loro provvederanno a trovare la giusta sistemazione x il vostro budget. Noi abbiamo trovato un appartamento tutto x noi ad un prezzo bassissimo.

Per la cena vi consiglio vivamente Reif’s che è un locale lungomare dove si mangia molto bene a prezzi buoni.

La colazione a Louttit Bay Backery.

Da Lorne ci siamo messi alla guida per altre due ore circa per arrivare ad ammirare una delle cose più belle che abbia mai visto: i dodici apostoli. Faraglioni nell’oceano, solo sette dei quali sono visibili dalla terra ferma.

È incredibile vederli spuntare dal niente, nel mezzo all’oceano. Sono così imponenti da fare quasi paura. Era appena smesso di piovere quando siamo arrivati e c’era una luce strana, quasi mistica. Non so spiegare le sensazioni che ho provato. Un miracolo della natura che però non durerà a lungo. Infatti piano piano l’acqua sta corrodendo le rocce che stanno franando. I 12 apostoli, il London Bridge e The Arch sono infatti il risultato del distaccamento di parti di roccia dalla costa avvenuto tantissimi anni fa.

Non ci rinunciate.

Ci siamo messi in viaggio per tornare a Sydney. Soste che consiglio: Geelong, Torquay e la famosa Bells Beach, per intendersi quella di Break Point. Ho visto tanti surfisti, peccato che non ci fossero Patrick o Keanu… Abbiamo scelto un percorso diverso per il ritorno. Infatti mentre per l’andata siamo passate dall’entroterra percorrendo la Hume Highway per il ritorno abbiamo optato per la Princes Highway. La prima, più veloce, ma monotona con simpatiche soste a: Big merino (gigantesco edificio a forma di pecora!), Ettamogah pub (trasposizione nella realtà del famoso pub di un fumetto australiano, sembra davvero finto, ha le pareti torte!) e the dog on the tuckerbox (il cane sulla cassa delle vivande, che ha una storia un po’ buffa). Non sono niente di particolare, ma se viaggi ininterrottamente per 8 ore ti fa piacere anche vedere qualcosa di strano o di buffo.

La Princes Highway è invece la strada lungo la costa. Questo percorso è più lungo, ma sicuramente più bello e meno monotono. Ci siamo fermate per la notte a Merimbula (consiglio: bungalow nel caravan park “Merimbula holiday park” prezzo buono, bella vista sull’oceano, cucina a disposizione www.Caravan.Holidaypark.Com.Au ) Dopo essere tornata da questo viaggio sono andata 20 giorni in Nuova Zelanda, ma questa è un’altra avventura che racconterò in seguito… Dopo aver trascorso la Pasqua a casa con i miei zii e cugini, finalmente dopo 7 mesi di lontananza arriva Andrea, il mio ragazzo. Con lui abbiamo scelto il seguente itinerario: 3 giorni a Uluru, nel Red Center 10 giorni nel Queensland 1 settimana a Sydney (l’ultima di 8 mesi…) Abbiamo acquistato 3 voli domestici con la Qantas a circa 800 AUD: Sydney-Ayers Rock, Ayers Rock-Cairns, Proserpine-Sydney.

I voli interni li ho comprati in Australia, perché sono più economici Compatibilmente con i tempi che avete a disposizione, consiglio vivamente di comprare i voli domestici o passaggi in bus (davvero economici, ma preparatevi a passare giornate intere in bus, le distanze sono triplicate rispetto a noi) direttamente sul posto. Se questo non fosse possibile questi i siti dove si trovano offerte davvero convenienti: www.Quantas.Com.Au o www.Virginblue.Com.Au. Credo che i voli possano essere acquistati on line e può risparmiare molto.

-ULURU-KATA TJUTA NATIONAL PARK: eccoci nel deserto rosso. Dopo aver sorvolato Sydney e le catena montuosa che la divide dal deserto si apre un paesaggio brullo. Si intravedono delle sottili linee che sono strade. Lunghissime e dritte come fusi.

Dopo poco più di due ore di volo ecco che si intravede lui, Uluru come lo chiamano gli aborigeni, il monolite più famoso al mondo. Che emozione!!! Ci siamo, il simbolo dell’Australia è sotto i miei occhi.

Abbiamo prenotato tramite l’efficientissimo centro di prenotazione della Voyager Hotels. C’era un’offerta speciale su un tre stelle superiore, The Lost Camel e abbiamo pagato 166 AUD a notte, a camera. Normalmente costerebbe il doppio. Consiglio a tutti questo hotel, è nuovissimo, le camere sono piccole ma accoglienti, colorate, non c’è la tv, ma lo stereo. Poi, comunque sei nel deserto e figurarsi se vuoi vedere la tv… Tutti gli hotel dell’Ayers Rock resort si trovano a Yulara, piccolo centro abitato da 1000 persone. È situato a 20 km da Uluru e a 53 km da Kata Tjuta. C’è una struttura per ogni tipo di esigenza e budget: lusso, media categoria, ostello, appartamenti e campeggio.

Per la ristorazione ci sono diverse possibilità: dai ristoranti di lusso ad un supermercato ben fornito oppure take-away. L’esperienza che vi consiglio è quella di andare all’ostello di Yulara (Backpack pioneer) dove ogni sera c’è musica dal vivo e puoi comprare carne o pesce crudi e poi te la cucini da te sul barbeque. C’è un assortito buffet con pasta e verdure incluso nel costo della carne. È molto divertente e si respira la tipica atmosfera australiana. Da non perdere. Prima di fare qualsiasi cosa consiglio a tutti di andare a visitare il visitor centre dove potete avere informazioni su tutte le escursioni e attività.

Abbiamo fatto diverse escursioni cercando di evitare quelle organizzate. Abbiamo quindi scelto di acquistare solo il trasferimento. Abbiamo fatto una camminata lungo la base del monolite. In tutto è durata circa 3 ore. È stato molto bello anche se consiglio vivamente a tutti di portare un cappello con la rete per non impazzire a causa delle mosche. Ce ne sono davvero tante e sono molto fastidiose. Scelta molto discutibile quella di scalare il monolite. Secondo me dovrebbero proibirlo invece di lasciare la scelta libera. Non capisco come possa la gente essere così insensibile visto che per gli aborigeni la montagna è sacra e non dovrebbe essere violata.

Abbiamo assistito al tramonto a Uluru ed è stato davvero bello. Dico bello e non meraviglioso perché una nuvoletta ha impedito alla roccia di colorarsi di rosso fuoco come fa di solito. Il giorno dopo siamo andati a visitare i monti Olgas o Kata Tjuta all’alba. I colori sono accesi, si respira una pace soprannaturale. Posso ammettere senza dubbio che siano di gran lunga più belli e affascinanti di Uluru. Abbiamo fatto la camminata della Valle dei Venti. Tanto caldo, tante mosche, ma tutta la fatica è stata ripagata da una vista eccezionale. Il pomeriggio ci siamo un po’ rilassati in piscina. Ci aspettava una lunga serata. Avevamo infatti prenotato “The sound of silence”. Un pullman ci è venuto a prendere all’hotel e ci ha portato in una località sperduta del deserto. Qui ci hanno servito l’aperitivo mentre stavamo ammirando il tramonto con Uluru in lontananza.

Poi la cena con pesce (barramundi… yammi!), carni varie (canguro, coccodrillo e altre stranezze) e con tante verdure, insalate e piatti per vegetariani. Il tutto a lume di candela. Alla fine un’astronoma inizia a parlare e ci dice di stare in silenzio. Di colpo, tutte le luci si spengono.

È stata una delle emozioni più forti della mia vita.

Si sono spente le luci ed accese le stelle. Una notte limpidissima, un cielo pulito lontano centinaia di chilometri da qualsiasi forma di inquinamento. Immersi completamente nella natura, nel silenzio. L’astronoma ci ha mostrato la parte di cielo che non vediamo nell’emisfero settentrionale e le costellazioni. Poi le luci si sono riaccese, serviti i dessert con bevande calde.

È una esperienza unica. La cena costa circa 100 AUD, ma è da non perdere. Non la dimenticherete mai.

Ci sono comunque tante altre escursioni da fare: noleggiare bici, visite guidate da aborigeni, 1 giorno a Kings Canyon, volo con elicottero (forse sarà bello, ma se sei giù a terra il rumore dell’elicottero ti da molto fastidio! Rompe la pace del deserto).

A malincuore siamo partiti dal minuscolo aeroporto e salutato Uluru e Kata Tjuta con la manina.

– COSTA DA CAIRNS A AIRLIE BEACH (in camper + 3 giorni di barca a vela nelle Whitsundays): eccoci piombare dal deserto ai tropici. Incredibile la varietà di paesaggio che si può trovare in poche ore di volo.

Arrivati all’aeroporto di Cairns abbiamo preso un bus che ci ha portato alla nostra sistemazione in centro: koala Beach Resort, 60 AUD a camera, a notte. È un appartamento con cucinotto, divano, camera da letto e bagno. Pulito, senza pretese.

Dopo una doccetta siamo usciti. La temperatura è alta, ma soprattutto è umidissimo! Abbiamo visitato i mercatini e fatto cena in un locale del centro. Dopo cena una passeggiata lungomare. Non è una semplice passeggiata, infatti al di là del marciapiede che costeggia la spiaggia ci sono piscine con sabbia vera, alberi. Sembra una spiaggia vera, con tanto di bagnini e spogliatoi.

Ci sono anche dei giardini per fare il pic-nic e barbecue (strano, in Australia ci sono più barbecue che bagni!!!).

Al nostro hotel ci sono delle bacheche con tantissimi volantini che ci sono risultati molto utili.

Il giorno dopo abbiamo appuntamento alle 9.30 per ritirare il nostro camper.

Non è un vero camper, è un furgoncino con dietro un letto matrimoniale e se apri il portellone c’è una specie di cucina: stoviglie, fornellino da campeggio, coolbox, pentola.

Abbiamo scelto di non fare troppi chilometri, ma di gustarci questa parte di costa visitando i paesini e le spiagge fermandoci a Airlie Beach. Di fare in dieci giorni una tirata da Cairns a Brisbane non ce la sentivamo e ora mi sento di dire che abbiamo preso la decisione giusta.

Questo però ha il suo prezzo, infatti l’unico rental camper che abbiamo trovato con riconsegna a Airlie Beach aveva un camper piccolo che è quello che siamo stati costretti a prendere.

Dopo aver firmato il contratto e controllato il camper, siamo pronti per la partenza. Il tempo di andare a fare la spesa per il pranzo e… ma che succede? Non funziona l’aria condizionata??? Riportiamo il camper che viene sostituito e finalmente ripartiamo. La guida a sinistra io l’avevo già provata nei 7 mesi precedenti, ma Andre decide che vuole guidare. Non trova grande difficoltà, a parte un’inversione presa al contrario! Infatti guiderà sempre lui tranne un breve spostamento.

Andiamo a nord, ci fermiamo a Trinity Beach dove facciamo un pic-nic nei giardini davanti alla spiaggia.

Le spiagge sono molto larghe e pulite, ma l’acqua sembra torba… Proseguiamo per Port Douglas. Questa cittadina mi è piaciuta molto. È molto chic, la via principale ha tante palme dalle parti e negozi con articoli da spiaggia in genere. Siamo ai tropici, non ci credo! Ci sistemiamo in un campeggio molto carino. Le zanzare iniziano a farsi sentire, mi hanno sempre amata ed ora possono sfogarsi su di me!!! Prenotiamo una escursione per il giorno successivo a Cape Tribulation. Con circa 100 AUD a persona abbiamo fatto una bella escursione con pullman nella foresta pluviale. Abbiamo attraversato il fiume per ammirare i coccodrilli. Peccato che non si siano fatti vedere! Arrivati a Cape Tribulation facciamo una camminata nella foresta e la guida ci fa vedere dei ragni giganteschi! Che impressione! Facciamo pranzo in un locale immerso nei boschi e dopo abbiamo un po’ di tempo disponibile. Attraversiamo la foresta e come per incanto all’improvviso la spiaggia. È davvero molto emozionante passare dal bosco fitto e poi scoprire la spiaggia bianchissima.

Facciamo ancora passeggiate nella foresta dove la guida ci spiega come crescono gli alberi e che i più forti sono quelli che raggiungono le vette più alte. I piccoli rimarranno piccoli perché non avendo la luce non ce la fanno a crescere e dovranno morire pur non avendo raggiunto il massimo dell’altezza.

Tutta questa atmosfera mi sta piacendo molto, ma sono letteralmente assalita dalle zanzare. Il repellente non funziona, si vedono sciami di zanzare… oddio… (Dopo due giorni siamo pieni di bubboni, io riesco a contare i miei pinzi fino a 91…Andre invece ha vinto per la densità: 37 solo nelle caviglie!) Ci fermiamo a fare il bagno lungo un fiume con tante cascatelle.

Il nostro soggiorno a Port Douglas si conclude il giorno dopo con la visita di un lookout panoramico da dove si vede tutta la costa. Nel frattempo l’azienda che ci ha noleggiato il camper ci telefona per farci sapere che hanno avuto dei problemi nel prelevare la cifra dal nostro conto corrente tramite la carta di credito. Quindi dobbiamo tornare a Cairns per risolvere la questione.

Non è un grande problema, infatti sarebbe rimasto in strada.

Riprendiamo a viaggiare con il nostro camper e torniamo a sud. Decidiamo di fermarci a Kuranda. È un paesino di montagna, davvero carino, molto caratteristico. Visitiamo i famosi mercatini dove si trova un po’ di tutto: denti di squali, vestiti, boomerang ecc. Purtroppo la cittadina è stata scoperta dal turismo di massa e nei giorni di mercato è molto affollata e le bancarelle sono sì carine, ma hanno prodotti di qualità discutibile.

Facciamo una bella passeggiata lungo un sentiero che ci porta ad ammirare un bello scorcio sulla foresta pluviale e cascate.

Lasciamo Kuranda e raggiungiamo Cairns. Risolviamo il problema con il pagamento ed essendo già sera decidiamo di rimanere in un campeggio a Cairns. La mattina seguente il tempo è bruttissimo, sta piovendo e non ci sono cenni di miglioramento. La nostra escursione a Green Island è quindi cancellata.

Abbiamo sentito dire comunque che non era proprio uno spettacolo.

Allora decidiamo di ripartire con il nostro camperetto e bruciare qualche chilometro.

Il tempo non cenna a migliorare, io mi rendo conto di poco perché mi addormento mentre Andre guida.

Durante il percorso ci fermiamo a Innisfail a vedere le Jospeph Falls. Breve camminata nella foresta che mi costerà altre punture di insetti… Decidiamo di visitare il Paronella park che si trova a Mena Creek poco lontano da Innisfail. È un parco che ha creato interamente un certo Sig. Paronella che arrivò in Australia dalla Spagna all’inizi del ‘900. Acquistò un pezzo di terra dove poter realizzare il suo sogno: costruire un parco con giardini, castelli per intrattenere i suoi ospiti. Paronella ha costruito tutto secondo i suoi desideri. Lui e sua moglie con l’aiuto di alcuni operai hanno costruito con le proprie mani tutto il parco: dai giardini alle cascate, dai castelli alle scalinate. In alcune costruzioni sono visibili le impronte delle mani di chi ha fatto con il cemento le colonne. Www.Paronellapark.Com.Au La prossima tappa è Mission Beach, famosa per le belle spiagge. In realtà tolta la spiaggia non c’è molto da fare o da vedere. Infatti Mission Beach non è altro che una strada lunga 1 km con negozietti e ristoranti dalle parti. C’è anche un ostello e molti surfisti. Ci accorgiamo subito che ci sono molti giovani, alcuni dei quali ubriachi già alle 4 del pomeriggio… Una Riccione australiana senza discoteche, ma tasso alcolico alle stelle!!! Noi facciamo cena nel nostro campeggio molto carino con pastasciutta (come quasi tutte le sere!). Questo ci permette di risparmiare molti soldini e anche di divertirci e rilassarci a lume di candela (rigorosamente alla citronella!) Da Mission Beach si possono fare delle escursioni all’isola di Dunk Island. Rimandiamo la decisione alla mattina dopo perchè non sappiamo come sarà il tempo. Infatti anche il giorno successivo sarà brutto tempo e il mare è molto agitato. Quindi anche questa salta… Sempre più delusi e angosciati dalla situazione meteorologica continuiamo il nostro viaggio attraversando campi sconfinati di canna da zucchero interrotti soltanto da stradine semideserte.

Passiamo attraverso piccoli paesini come Cardwell e Ingham. Il concetto di paesino è molto diverso dal nostro. Noi (almeno in Toscana) intendiamo x paesino un agglomerato di case, pochi abitanti, una piazza, un circolo con un bar, una chiesa. Questo è il presupposto. In Australia spesso i paesini si sviluppano lungo una strada principale. Finito il gruppo di case, continua la strada, finito il paese. Andiamo all’ufficio turistico di Ingham e scopriamo che le due signore al banco hanno origini italiane e ci dicono che ogni anno all’inizio di maggio si svolge un festival italiano con grandi tavolate, cene e balli, lo slogan è “mangiamo, cantiamo, beviamo!” Ci dicono che in quel paese ci sono molti italiani del nord, lei infatti ha origini bresciane.

Andiamo a fare pranzo a Lucinda a pochi chilometri da Ingham. Facciamo un pic nic sul prato in riva al mare visto che il tempo si è rimesso. Qui si trova il pontile più lungo del mondo, 6 km! é davvero impressionante! Da Ingham si possono visitare diverse isole: Hinchinbrook, Palm e Orpheus. Il probelma è che nessuna delle tre ci attira particolarmente e i collegamenti non sono regolari. Questo il sito di questa zona del Queensland: Il nostro viaggio continua e in serata arriviamo a Townsville (www.Townsvilleonline.Com.Au ) che è una cittadina piuttosto grande. Ce ne rendiamo subito conto perdendoci più volte nel centro. Tutte le strade sembrano uguali e abbiamo una cartina su due pagine con la quale non capiamo niente! Ad un certo punto abbiamo creduto di essere nel film “The blair witch project” perchè senza volerlo ci troviamo davanti ad un ponte innumerevoli volte…

Troviamo un campeggio vicino al mare, molto grazioso. Unico inconveniente che scopriamo solo quando è notte: il bagno (pulitissimo e curato) ha tante lucertoline bianche con la coda corta… Non è uno scoop, ne sono consapevole, in Australia ci si deve fare l’abitudine a questi animaletti, ma a me questi animaletti che ti appaiono dall’alto mentre ti lavi i denti proprio non mi ci garbano…

Prendiamo una piazzola vicino al barbecue perché avevamo deciso di fare la carne alla griglia quella sera. Ci gustiamo la nostra cenetta diversa dalle altre sere, con una bella bistecca, insalata mista e verdure alla griglia.

Il giorno dopo è fissata la visita a Magnetic Island decidendo che ci andremo anche se dovesse venire una bufera di neve. La mattina il sole fa appena capolino, facciamo il biglietto del traghetto e un’ora di traversata sembra non finire più. Il mare è molto agitato e noi che siamo fuori ci facciamo il bagno.

Arriviamo sull’isola dove c’è un vento incredibile. Ci sono diversi mezzi per visitare l’isola: bus, macchinine cabrio a due posti, biciclette e motorini. Noi saliamo a piedi su una collina dalla quale si vede un bel panorama (certo col sole sarebbe stata un’altra cosa…) Poi andiamo con il bus su una spiaggia piccola ma carina. Lì facciamo pranzo e prendiamo un caffè al bar. L’atmosfera è molto tropicale nonostante il tempo faccia le bizze. Sono molto meteoropatica e non faccio che pensare a quanto sarebbe stato bello col sole… Con il bus raggiungiamo Horseshue Beach che è una lunga spiaggia a ferro di cavallo. È il tramonto e finalmente il sole si fa vedere nel suo splendore. Ci godiamo questo magnifico sunset sul mare… Ci sono tante persone, anche se, se sei su una spiaggia in Australia tante persone vuol dire che quello più vicino a te è a 10 metri e non a 20 cm come da noi! C’è chi suona e canta, chi fa un picnic cuocendo la carne sul barbecue (ce ne sono tantissimi ovunque).

Lasciamo Magnetic Island e ce ne torniamo al nostro campeggio dove prepariamo un bel piatto di pasta. Dopo facciamo una bella passeggiata lungo l’esplanade dove ci sono tante mangrovie nei giardini curati e dalla parte opposta pub e locali pieni di gente. Di sicuro è una città molto vivace, forse dovuto anche al fatto che è la città più grande tra Cairns e Brisbane che sono lontane tra di loro.

Una cosa che ci ha colpito (e che mi faceva un pò paura) era Castle Hill all’apice di una collina alta 286 metri. Di notte era illuminata e faceva impressione. Da là si ha una bellissima vista sull’oceano.

La mattina dopo ci rimettiamo alla guida decidendo di non visitare l’acquario di Townsville.

Oggi c’è un sole fortissimo, ci fermiamo lungo la strada indecisi su dove sostare per la notte. Il caso (volevamo andare a vedere una spiaggettina che ci indicava la nostra Lonely Planet, ma chiaccheravamo e non abbiamo visto l’incrocio!) ci ha portati a Bowen. Il paesino di per sè non è un granché (non esiste un centro storico come da noi, solo strade larghe con costruzioni di dubbio gusto, murales e poco altro).

Abbiamo scelto il nostro campeggio per la notte che si trova a Horseshue Bay: il paradiso.Www.Holidaynq.Com.Au/Bowen/horseshoebay_resort/horseshoe_bay.Htm La strada che ci porta al promontorio sul quale si trova il campeggio è davvero bella, si costeggia delle calette molto belle.

Approfittiamo del sole e andiamo sulla spiaggia per ammirare il tramonto. Siamo soli sulla spiaggia. Andrea decide di aprire un cocco, cosa che lo terrà impegnato per tutto il tempo che siamo sulla spiaggia. Non è così facile come credeva e si sentiva ancora più scemo perché l’aveva visto fare a dei bambini con grande naturalezza…

Alla fine ci siamo goduti uno dei momenti più belli della vacanza: mangiare il cocco aperto con tanta fatica da Andrea ammirando un tramonto stupendo su una spiaggia deserta… Che nostalgia…

La sera andiamo a fare food shopping in un grande e ben rifornito supermarket e compriamo la carne per fare il barbecue. Ce la caviamo con pochi spicci, è incredibile quanta differenza ci sia con i nostri prezzi… Per me era tutto scontato, io mancavo dall’Italia da 7 mesi e mezzo ormai e Andrea mi faceva notare questa cosa.

Anche i prodotti italiani, tipo la pasta della nostra marca più famosa costavano quanto qui in Italy. Eppure eravamo dalla parte opposta del mondo! Il giorno seguente partiamo a malincuore da Horseshue bay e proseguiamo fino ad Airlie Beach che è il punto di arrivo con il nostro campervan.

Si rivela subito una cittadina molto movimentata, con tanti locali e tanti ragazzi giovani che camminano scalzi per la strada. Mi sento ancora di più in Australia: giovane e informale. Tutto si rispecchia in queste due parole.

Facciamo un giro per questo paesino pieno zeppo di negozi e locali all’aperto con tanta musica. In uno dei tanti booking office prenotiamo un’ escursione per il giorno dopo per visitare la barriera corallina. Si chiama Fantasea Island e ci fanno un prezzo speciale. Abbiamo pagato 80 AUD in due mentre il prezzo intero era 120 AUD a testa! Credo che sia successo perché l’abbiamo prenotato all’ultimo momento e le previsioni per il giorno seguente non erano molto buone. Ma è l’ultimo giorno che abbiamo a disposizione e non ci importa. Scegliamo il nostro ultimo campeggio (ce ne sono solo due, di cui uno fuori dal paese). Diamo un’occhiata e ci sembra ok. La grande sorpresa arriva la notte, quando andiamo ai bagni e scopriamo che il soffitto è tappezzato da farfalle e i muri e il pavimento pieni di animaletti vari… Oddio…

Facciamo la doccia alla velocità della luce per non essere assaliti dai nostri amici. Oramai siamo abituati a tutto…

Il giorno seguente si rivelerà uno dei più belli non solo della vacanza, ma di tutta la mia vita.

Un pullman ci viene a prendere davanti al campeggio e ci porta al porto dove troviamo il nostro catamarano.

È nuovissimo, pulito e molto spazioso. Distribuiscono gratis delle pillole per il mal di mare. Nonostante questo molte persone si sentono male, infatti il mare è molto mosso e il viaggio è durato circa 90 minuti.

Durante la navigazione ci spiegano come si svolgerà la giornata e le precauzioni che dobbiamo avere una volta in acqua. L’equipaggio è molto cortese e disponibile, anche se quel giorno, poverelli, hanno fatto più gli infermieri che i marinai! Arriviamo sulla piattaforma nell’oceano aperto. Scendiamo dal catamarano che comunque rimane aperto tutto il tempo della nostra sosta. Abbiamo a disposizione diverse ore da spendere come vogliamo: snorkeling, immersioni, un sommergibile con i vetri per osservare la vita sott’acqua e il piano inferiore della piattaforma per scrutare il profondo blu. A pagamento è anche possibile fare un giro in elicottero per vedere la barriera dall’alto.

Noi ci prepariamo per fare snorkeling. Ci danno la muta, le pinne, il boccaglio e la maschera. Siamo pronti. Nel frattempo un fotografo gironzola tra di noi e fa mille fotografie a tutti (con la muta, senza, con lo sfondo della barriera, abbracciati ecc. Sembra un servizio per il matrimonio!) Le foto sono visibili per tutto il mese successivo su un sito internet e puoi decidere se fartele spedire o no. Io le ho semplicemente scaricate e salvate.

Ci tuffiamo in acqua che è davvero gelida. Ma tutto passa quando dal blu profondo che fa quasi paura inizi a nuotare sulla barriera. È un’esplosione di colori e di forme. Ci sono tantissimi pesci coloratissimi che nuotano intorno a te, dei coralli così strani e particolari che non smetteresti mai di guardare. Il cuore mi batteva tantissimo, non mi sembrava vero. Quando esce il sole tutto è ancora più luccicante e splendente. Non sarei più risalita sulla piattaforma. Prendiamo per un pò il sole, andiamo nel sommergibile e facciamo il ricchissimo pranzo a buffet (tutto incluso nel prezzo) che era servito sul catamarano (non panini, ma pasta, carne, tanto pesce fresco, insalate e dolci). È il momento di ripartire. Alcuni dell’equipaggio vivono sulla piattaforma. È una scelta di vita alquanto bizzarra, infondo dalle 4 di pomeriggio alle 10 della mattina seguente te ne devi stare solo con i colleghi nel mezzo all’oceano…

Durante il triste ritorno a Airlie Beach abbiamo visto sulla tv le foto scattate quel giorno e ci sono stati serviti tanti dolci e frutta fresca con bibite calde. Questo il sito dove avere un assaggio di tutto questo: www.Fantasea.Com.Au Torniamo ad Airlie Beach dove facciamo cena con fish and chips e trascorriamo la nostra ultima notte in camper.

La mattina seguente abbiamo pulito il camper e siamo andati a consegnarlo. Il signore ci ha fatto i complimenti per averlo riportato così pulito e in ordine! Ci ha gentilmente accompagnato in centro dove siamo andati a ritirare il biglietto per la prossima avventura: 3 giorni in barca a vela navigando le isole Whitsundays. Ci hanno fatto lasciare i bagagli nel retro del loro ufficio e con una borsa piccola ci siamo imbarcati. La barca a vela non è un gran ché, io sono delusa. Avevo visto molti altri depliant con barche davvero belle. La nostra fa ridere, sembra quella di Braccio di ferro! Mah, facciamo anche questa! Siamo un gruppo di circa 20 persone, tutti ragazzi giovani tra cui diversi inglesi, irlandesi, scozzesi, israeliani, tedeschi e solo noi 2 italiani.

Il mozzo è un ragazzo buffo sui 25 anni che non fa che ballare e fare lo scemo, il capitano è un personaggio davvero strano: sulla sessantina, altezza 1.40 circa (è più basso di me non ci credo!) orecchino, barba incolta e fuma il sigaro. Ma è un capitano vero!!! Partiamo e andiamo dove ci porta il vento. Nel frattempo la gente canta, fa conoscenza, beve e ride. La barca continua a non piacermi, ma l’atmosfera è unica. Quando mai mi capiterà di essere nelle Whitsundays Islands (le isole di Pentecoste) sulla Barriera Corallina Australiana su una barca a vela con gente da tutto il mondo e in più con un mozzo e un capitano veri???? La navigazione non è semplicissima, infatti il solito tempaccio ci perseguita e io pensavo che stessimo per naufragare! Menomale il mio Captain mi rassicura spiegandomi che è impossibile ribaltarsi viste le misure della barca. Mah, sarà…

La navigazione è interrotta da passeggiate nel bosco o sulla spiaggia che raggiungiamo con il gommone.

La sera il mozzo ci prepara da mangiare (pasta! e non è male, gli consiglio solamente di non mettere l’insalata nello stesso piatto per mangiare tutto insieme!) Dopo cena si fanno dei giochi e si ascolta la musica.

Il giorno dopo riprendiamo la navigazione, facciamo colazione tutti insieme e dopo un’oretta circa approdiamo sulla isola di Withsunday dove faremo una passeggiata nel bosco fitto fino ad arrivare a vedere una delle cose più belle mai viste: Hill Inlet.

È un promontorio dal quale si ha una vista spettacolare, il mare di un azzurro accecante che si interseca con la spiaggia bianchissima. Come ci ha detto il nostro capitano che ha girato il mondo: è l’unico posto al mondo che è identico ad una cartolina.

In lontananza si vede Whitehaven Beach, la spiaggia più famosa.

Scendiamo dal promontorio sul quel paradiso. Il sole fa finalmente capolino e ci permette di godere a pieno della bellezza e splendore di quel posto. Non ci sono parole. L’acqua è cristallina, la sabbia è finissima e scricchiola sotto i piedi. Non so decidermi se è meglio riprendere ogni singolo particolare con la mia videocamera o godermi tutto questo senza preoccupazioni, infondo in video non si capirà mai quello che significa starsene lì in paradiso.

Ce ne torniamo sulla barca con in mente quelle immagini di un mondo lontano, con la voglia e la speranza di rivederle presto fino a che non ne saremo sazi.

Il pomeriggio facciamo snorkeling per ammirare la barriera. Noi con altre persone non ce la sentiamo di tuffarci in quell’acqua fredda e diamo da mangiare ai pesci dal gommone.

Proseguiamo la navigazione e facciamo l’ultima cena tutti insieme. Dopo aver mangiato i nostri amici di Israele ci insegnano un gioco con le carte dove solo una persona perde e gli altri vincono. Abbiamo passato il tempo per un pò e ci siamo divertiti, ma adesso è l’ora di andare a letto.

Non vedo l’ora di scendere dalla quella barca, soprattutto per quel puzzo tremendo di muffa e quell’umido che ti rimane addosso…

Il giorno dopo continuiamo a navigare per ritornare a Airlie Beach. Passiamo il tempo conversando con i ragazzi israeliani che ci chiedono consigli su cosa vedere in Italia (la meta successiva all’Australia sarebbe stata l’Italia) e cosa mangiare spendendo poco. Avevano una guida dei ristoranti d’Italia e ognuno aveva dei piatti tipici, quindi ci siamo cimentati nella spiegazione di sughi vari, mozzarella in carrozza e tante cosine buone che io sinceramente, dopo quasi 8 mesi di cibi supereconomici avevo dimenticato.

Si vede il porto in lontananza, ma cosa succede??? La nostra barca si rompe! Dobbiamo chiamare dei rinforzi e ci trainano fino al porto. Tutto questo ritarda il nostro arrivo e dopo baci ed abbracci salutiamo la nostra barchetta e andiamo a piedi fino al centro. Ritiriamo i bagagli e chiediamo ad un taxi di portarci fino all’aeroporto.

Il tassista molto gentilmente ci dice che non ci sono aerei in partenza fino al giorno dopo. È un aeroporto molto piccolo e sanno bene a che ora ci sono i voli.

Tutto è molto strano, il nostro biglietto parla chiaro, il volo è previsto per quella sera. Chiamiamo l’assistenza (essendo domenica non è possibile parlare con l’agenzia) e ci dice che controlla. È vero. Quel volo non esiste.

Io mi arrabbio da morire, mi dicono che evidentemente l’agenzia non ha avuto tempo di avvertirmi del cambiamento dell’orario. Ma come??? Ho prenotato quei voli a febbraio!!!! 3 mesi prima!!! La signorina al telefono mi chiede scusa e mi dice che l’errore è senza dubbio dell’agenzia, anche se non sapeva quali accordi ci erano stati. Io le dico che devo essere in tutti i modi a Sydney la sera stessa. Le lascio il mio numero di cellulare. Intanto l’attenzione da parte dei tassisti è sempre di più, vengono da noi a chiederci cosa è successo e scuotono la testa.

Io mi arrabbio sempre di più, non posso credere che non ci abbiano avvertito, quella sera avrei dovuto incontrare dei ragazzi americani conosciuti il mese prima in Nuova Zelanda che abitano a Melbourne. La mattina dopo sarebbero partiti.

La tipa mi ritelefona dicendo che non ci sono possibilità per quella sera, l’unica cosa è quella di partire il giorno dopo, alle 13 da Proserpine e fare scalo a Brisbane. Non c’è altra possibilità, non c’è altro che possiamo fare. Non mi riservo di ripetere alla tanto gentile signorina che sono degli incompetenti e mi avevano rovinato la vacanza e che non avrei pagato 1 centesimo delle spese extra che ci costringevano a fare. Lei mi dice che ho ragione, ma non può garantirmi che mi rimborseranno i soldi perché lei non ha parlato con l’agenzia.

Sono davvero furiosa, mi veniva da piangere. Pensavo ai miei amici di Boston con i quali avevo trascorso una stupenda vacanza che non avrei potuto rivedere. Infatti, non li ho più rivisti… Tutto questo per colpa dell’agenzia…

Andre che è più pacato e ragionevole cerca di farmi stare calma. Dobbiamo cercare un hotel per la notte. Mi rendo conto che non abbiamo più il camper e nemmeno un mezzo con il quale spostarci.

Consultiamo la guida della Lonely Planet e cerchiamo un hotel vicino. Telefono e mi dicono che sono al completo, ma mi consigliano un nuovissimo bed and breakfast che non si trova in nessuna guida. Mi faccio dare il numero e telefono. Andiamo all’indirizzo indicato e scopriamo che il posto è davvero bello e nuovissimo. Si chiama Island View. I proprietari vivono al piano di sopra con un bambino piccolo. Ci fa vedere la nostra camera. Www.Islandviewbb.Com.Au Dopo aver passato le scorse settimane in un camper e gli ultimi 3 giorni in una branda ammuffita mi sembra uno spettacolo. La camera è spaziosissima, ha una vetrata grande, la moquette chiara. L’arredamento è in vimini e c’è un grosso tavolo a vetro. Frigobar, televisione, grosso armadio con specchi. Il letto è morbido e ha una coperta blu con tantissimi cuscini colorati. Anche il bagno è curato e pulitissimo. Non mi sembra vero… Una doccia solo per me… senza dover scappare da animaletti strani! Passiamo la serata in un ristorante molto carino dove io mi gusto uno dei miei ultimi barramundi. La mattina seguente la signora (che è molto giovane) ci porta la colazione in camera che facciamo sul nostro grande tavolino. Quella non è una colazione, ma un pranzo. Frutta fresca, yogurt, croissants caldi, marmellate, burro, cereali, latte fresco, succo d’arancia, caffè e altre cose. Che bello svegliarsi così.

L’arrabbiatura è passata del tutto.

Il giorno però andrà completamente perso tra trasferimenti e coincidenza a Brisbane per Sydney.

Infatti il volo che ci hanno trovato è via Brisbane con la sosta di un’ora.

Ed eccoci per l’ultima settimana a Sydney. Arriviamo con un pò di ritardo, e prendiamo un taxi per raggiungere il posto che avevamo prenotato. (Io avevo già lasciato il mio appartamento non dovendolo usare x quasi 2 mesi). Lo chiamo posto e non hotel perché appena arrivati ci siamo resi conto di quanto fosse squallido quel buco.

Alla reception la signora mi dice che sbrigheremo le pratiche di check in la mattina seguente perché stava andando via. Arrivati in camera (se così si può chiamare) ci siamo trovati in un corridoio stretto e buio, sembrava una fabbrica. Le camere erano state ricavate tirando su dei pannelli di cartone. E pensare che dalla brochure sembrava carino ed accogliente… La decisione di lasciare quel posto è stata immediata quando abbiamo visto la camera e quando per chiudere la finestra mi sono trovata un calzino usato in mano… Per evitarvi questa pena: HomeTel California, Surry Hills.

Siamo andati a vedere se c’era rimasto qualcuno, ma tutto era deserto. Quindi abbiamo lasciato le chiavi dove ci hanno indicato dei ragazzi, una cassetta della posta all’interno di un salone. Abbiamo chiamato un taxi e siamo andati in un backpacker davvero carino. Si chiama Y on the Park e anche se il prezzo era il doppio dell’altro non c’era davvero confronto ed era comunque abbordabile.

Si trova vicinissimo a Hyde Park, è davvero bello, pulito e curato. Poi è a due passi c’è Town Hall station e le fermate dei bus. Www.Ywca-sydney.Com.Au Da ora in poi non vedremo più uno sprazzo di sole, infatti la pioggia incessante si abbatterà su Sydney per il resto dei nostri giorni. È un vero peccato, non per me, ma per Andre che non ha potuto apprezzare la bellezza della città.

Visto il tempo ne abbiamo approfittato per vedere l’interno dell’Opera House che è davvero bello. Soprattutto la concert hall dove si sono esibiti Simon and Garfunkel e Barbra Straisand. Addirittura è possibile affittarla per una sera… C’è chi l’ha fatto offrendo un bellissimo concerto solo agli amici! Abbiamo visitato anche il Powerhouse Museum per la gioia di Andre che è appassionato di queste cose scientifiche, esperimenti ecc.

Altre cose da non perdere in città: – AMP Tower dalla quale vedi la città dall’alto, forse sarebbe la prima tappa da fare a Sydney per avere un’idea di cosa c’è sotto.

– FARE UN PICNIC A KIRIBILLI a North Sydney. È una delle cose più belle da fare a Sydney. Prendete la metropolitana, linea 2 e fermatevi a Milsons Point. Scendete a destra sulla strada principale e si aprirà a voi uno spettacolo stupendo. Il giardino dove potete fare il picnic è sulla sponda opposta del fiume e da lì potrete gustarvi la vista dell’Harbour Bridge e Opera House, proprio davanti a voi. Io ci sono stata sempre di notte, ma mi immagino che anche di giorno sia stupendo. Se volete prendere del buon cibo tailandese, sulla strada principale c’è un ristorante che fa anche take away ed è davvero buono.

– BRIDGE CLIMBING: scalata dell’Harbour Bridge. Costa circa 100 AUD, ma ne vale la pena. Se la giornata è limpida ti godi la vista della baia più bella del mondo. La parola scalata non deve trarre in inganno, infatti è molto semplice, devi soltanto salire degli scalini. In alcuni punti diventano molto irti, ma la maggior parte del percorso è very easy.

Quando sei al top ti scattano una foto con lo sfondo dell’opera house e della baia.

Da non perdere…

– PASSEGGIATA DA COOGEE A BONDI BEACH. È un percorso facile e molto bello. Si cammina sul path che costeggia l’oceano passando da stupende spiagge come Bronte, Tamarana e infine Bondi Beach. Quando siete a Bondi Beach la cosa migliore da fare (oltre a spaparacchiarsi sulla spiaggia e fare il bagno se non soffrite troppo di freddo!) è andare a prendere qualcosa da mangiare in uno dei tanti caffè che trovate. Il mio consiglio: Speedo’s che non è sulla troppo trafficata strada principale, ma su Ramsgate Avenue sul lato nord che porta al promontorio, a 5 minuti. Ve lo consiglio a colazione o a pranzo, fanno panini molto buoni, ma anche pasta o insalata. Il caffè è buono (incredibile…) – CINEMA IMAX: si trova a Darling Harbour, è lo schermo più grande del mondo, se lo stanno ancora proiettando non perdete Australia Land Beyond time, non è in 3d ma è bello davvero, illustra la fauna australiana e alcune immagini sono davvero mozzafiato. Conviene fare un biglietto per vedere due spettacoli nello stesso giorno, costa meno e i film durano circa 45 minuti ciascuno, quindi 2 film, magari a distanza di 2 o 3 ore l’uno dall’altro non sono pesanti.

– SPIAGGE da non perdere: Bondi beach è la più famosa, una visita va fatta. Coogee è molto più intima di Bondi, ma molto bella e con un’atmosfera davvero unica. La mia preferita è Camp Cove, una caletta piccolissima tra Watsons bay (raggiungibile in ferry con pochi dollari, anch’essa molto bella con ristorantini di pesce sul lungo mare) e Lady Bay (solo x nudisti, ma molto bella). Consiglio di fare una camminata da Watsons Bay a South Head che è il punto in cui si apre l’oceano e dove troverete una vista mozzafiato, con tanto di faro. Lungo questo percorso troverete prima Camp Cove e poi Lady Bay. Molto carina anche Mainly che si trova a Nord di Sydney. – CENTENNIAL PARK: se avete tempo a disposizione (o se vi trasferirete a lungo a Sydney) non perdete questo bellissimo parco con tanti laghetti e animali. Soprattutto al tramonto ci sono tantissime persone che fanno jogging o vanno a cavallo. C’è un’atmosfera particolare, da non perdere. Vicino a Centennial Park si trova Paddington. Era un quartiere molto degradato, ora è zeppo di negozi carinissimi, pub e ristoranti. Il sabato mattina c’è il mercatino a prezzi abbastanza elevati, ma davvero colorato e pieno di tante cose strane e nuove.

– THE ROCKS: il primo insediamento bianco a Sydney, una volta era un borgo malfamato, poi divenne una zona piena di magazzini. La peste bubbonica costrinse le autorità a radere al suolo quella zona e ci furono molte demolizioni per iniziare la costruzione dell’ Harbour Bridge. Ora è una zona molto rinomata, dove sorgono negozi, ristoranti e hotel di alto livello. Molto carino è il mercato del fine settimana. – MERCATO DEL PESCE: si trova dietro Darling Harbour, a Pyrmont. A parte la puzza potrete gustare molti piatti di pesce fresco nei tanti chioschi che si trovano all’interno della struttura principale.

– QVB: Queen Victoria Building, centro commerciale molto sontuoso, il più bello della città. Più piani salite e più troverete negozi di lusso. Ai piani bassi si trovano molti cafè. Per un pasto veloce e economico (infatti era la mia meta x quasi ogni pranzo) andate alla Food Court Sydney Central Plaza al quale potete accedere dal QVB tramite scale mobili o ascensori oppure da Pitt Street. Troverete tantissimi fast food, ma attenti non Mc Donald’s. Da creperie a cibo di qualsiasi nazionalità (indiano, malesiano, giapponese= sushi squisito, cinese, tailandese, insalate, patate ripiene, panini da farcire come si vuole, frittate, ristorante italiano con pasta a volontà -x questo non garantisco- e tante altre cose). La zona commerciale è quella di Pitt St Mall. Altri centri commerciali molto belli sono: David Jones, Grace Bros e Strand Arcade, anche se non particolari come QVB. – KINGS CROSS: quartiere a luci rosse della città. Di giorno è un posto normale, io ci andavo spesso perché ci sono gli internet cafè con le tariffe più basse di Sydney. Troverete anche molti ostelli economici. Di notte si trasforma e troverete molti locali di tutti i tipi, compresi quelli a luci rosse, davanti ai quali molti buttafuori cercheranno di “buttarvi dentro” invitandovi ad entrare! Da Kings Cross si passa quasi immediatamente a Wooloomooloo che è un quartiere molto in. È buffo vedere come in pochi metri di distanza possa cambiare l’ambiente! – VILLAGGIO OLIMPICO: non è semplicissimo arrivarci, si devono fare 2 cambi con il treno. Comunque se proprio avete tempo potete in circa 1 ora arrivare a destinazione. Non vi aspettate di vedere molto. Infatti campi non sono visitabili, a meno che non ci sia qualche avvenimento. In effetti si può solo fare una passeggiata e ammirare quanto è stato fatto per le “Migliori Olimpiadi di sempre” a detta di TUTTI, ma proprio TUTTI! (Adesso in tv c’è lo spot con Megan Gale che è girato proprio a Sydney e la fontana che si vede è quella della città olimpica) – CHINESE GARDENS: giardini cinesi, si trovano a Darling Harbour, è un’oasi di tranquillità in mezzo alla città. Belli davvero.

– MUSEI: devo dire che abituata a Firenze non ho trovato molto… Comunque: Powerhouse Museum se vi interessa la scienza, Australian Museum: molto interessante per la storia degli aborigeni, Art Gallery of NSW: esposizione di arte australiana e aborigena, National Maritime Museum: museo tematico sul rapporto tra l’Australia e il mare. Acquario: bello, ma non credo sia una visita indispensabile. Fate snorkeling e vedrete il più bell’acquario del mondo! – ZOO O PARCHI: Se avete tempo e voglia potete visitare il Taronga Zoo a nord Sydney che potete raggiungere in ferry. Non mi piacciono gli zoo, che dire, ci sono animali in gabbia… comunque si ha un’ottima vista sulla città proprio dietro le giraffe! Se potete spostarvi un pochino dal centro città potete andare al Koala Sanctuary a vedere canguri che saltellano tranquilli o koala che dormono indisturbati. A parte questi famosissimi animali fin troppo conosciuti, ce ne sono altri che sono molto simpatici e meno famosi. Il mio preferito: Wombat, sembra un topo gigante, ma sembra anche un koala. Che buffo…

– Se vi trovate a Sydney dai primi al 26 circa di gennaio non perdete i favolosi (molti gratis) eventi del SYDNEY FESTIVAL. C’è di tutto x tutti: da mostre di ogni genere a musica live da latino (con tanto di insegnati su maxi schermo che fanno vedere i passi) a rock, classica, jazz. Stupendo il concerto di musica jazz che si tiene al Domain (parco nel centro). Nessuno sta in piedi, ti porti una coperta o una sdraio e mentre fai un picnic ascolti la musica. Davvero bello e l’atmosfera è stupenda! – Sempre in estate Sydney pullula di AVVENIMENTI: molto carino è il Moonlight cinema a Centennial Park, sempre sullo stesso stile del concerto Jazz on the Domain, al tramonto un picnic e quando il sole va giù inizia il film. Un altro cinema molto spettacolare è quello che si tiene ai Royal Botanic Gardens. Lo schermo è sospeso sull’acqua e il film viene visto dalle gradinate con lo sfondo dell’ Opera House. Intorno ai primi di marzo c’è il Mardi Gras, l’evento gay con tanto di feste e sfilate mascherate, che richiama tantissime persone da tutto il paese. Attenzione: la città è fully booked per l’occasione! Capodanno cinese: a gennaio o febbraio: da vedere, ci sono sfilate in costume a China Town, tanti banchettini e fuochi d’artificio.

Sydney to Hobart Yacht Race: 26 dicembre. Sotto il sole cocente potrete assistere alla partenza della regata dalla baia di Sydney, che terminerà ad Hobart appunto mi pare a febbraio. Il 26 gennaio è l’Australia Day: ci sono molte iniziative quel giorno, mostre all’aperto, una sfilata singolare di barche nella baia, band, anche molti riconoscimenti all’aperto agli aborigeni o a chi ha contribuito a formare il paese. Il 25 aprile è l’Anzac Day: in questa occasione ci sono soprattutto sfilate dei reduci di guerra che salutano il pubblico. Anzac infatti è la sigla che significa Australian and New Zealand Army Corp.

– DIVERTIMENTI: a Sydney ci sono tantissimi pub, il mio preferito con musica dal vivo è il 3 Wise Monkeys www.3wisemonkeys.Com.Au all’angolo di George Str e Liverpool Str, ma molto bello è anche il Coogee Palace (mi pare si chiami così) e il Bondi Hotel. Se desiderate un ambiente un pò più di classe allora andate al Tilbury Hotel (attenzione hotel=pub) a Woolloomooloo, zona molto in. Http://www.Tilburyhotel.Com.Au Dopo una serata al Tilbury hotel (la clientela è giovane e non troppo raffinata o snob) andate a prendere una delle super Australian Meat Pies (tortine salate con base di diversi tipi di carne ricoperte di purea di patate o piselli o salse varie) all’ormai storico Harry’s Cafe de Wheels: venditore ambulante dal 1945 vanta clientela famosa come Elton John, Kevin Costner, Pamela Anderson e altri. È ormai un locale storico che fa parte di Sydney: www.Harryscafedewheels.Com.Au Una visitina è da fare anche al Casinò con tanto di fontane e vulcano! Non è il mio genere, ma è qualcosa di diverso da vedere! – RISTORANTI: Sydney è piena di ristoranti di ogni tipo. Il pesce è davvero ottimo, potete gustare il barramundi che non si trova da noi. La cosa bella è che si possono trovare ristoranti di ogni nazionalità che qui da noi non esistono. Da non mancare il tailandese (uno ottimo a Clarabella Rd, Milsons Point, North Sydney già menzionato per fare il pic nic a Kiribilli Point). Da non mancare anche il giapponese (ho provato il “teppanyaki” -spelling sicuramente sbagliato, ma si legge così- che è una usanza giapponese dove il cuoco cucina sulla piastra davanti a te e invece di servire la pietanza te la tira. Naturalmente mangi quello che prendi. Da evitare se si ha una pessima mira, ma molto divertente…) Se si ha voglia di un buon ristorante cinese andate a Bondi Beach e provate Fu Manchu.

Oltre a tutti i ristoranti di altre nazionalità, ci sono tantissimi ristorantini a poco prezzo. Uno molto buono è Sea Cow che si trova vicino Paddigton, si ordina al banco, si paga subito e poi ti servono. Sono piatti semplici, ma il pesce è molto fresco ed il locale è carino. Sulla Lonely Planet ci sono molti posti come questo, ambienti molto familiari, spesso i locali sono piccoli e non prendono prenotazioni. Ci si mette in fila e si aspetta di potersi sedere. Tra i tanti cito: Mohr Fish (Devonshire St), No Names (Chapel St), Fish face (Darlinghurst) e Govinda’s (Durlinghurst). Quest’ultimo è un locale gestito dagli Hare Krishna e prepara piatti vegetariani. Al costo di circa 16 dollari si mangia e si vede un film nel cinema al piano superiore.

Se avete voglia di una buona pizza andate a Paddington a Arthur’ pizza. Sempre a Paddington ci sono tanti pub aperti anche a pranzo che fanno pasta, insalata e tante altre cose sfiziose a prezzi abbordabili.

Ci sarebbe tanto altro da dire, ma è impossibile elencare tutti i bei locali che ci sono.

Siccome la maggior parte delle persone dedica a Sydney 3 giorni questo è un itinerario che vi consiglio per non perdere le cose principali: 1° GIORNO: visita all’ AMP Tower per avere uno sguardo dall’alto. A piedi si arriva facilmente a Hyde Park dove è possibile rilassarsi sul prato oppure visitare l’ Anzac Memorial e la cattedrale di St Mary’s. Da lì a piedi si può andare a Town Hall, il comune e visitare il Queen Victoria Building. Pranzo nel Sydney Central Plaza. Dopo si può prendere un autobus (circa 10 minuti) o un treno (5 minuti) o andare a piedi (20 minuti) a Circular Quay dove ammirerete il famosissimo Harbour Bridge e Sydney Opera House. È possibile fare la scalata del ponte, ma vi richiederà circa 3 ore, oppure passeggiate nei Royal Botanic Gardens (davvero stupendi) e fermatevi a Mrs Macquaries Point per ammirare la baia. Da lì potete andare a piedi (tornando in direzione dell’Harbour Bridge) a visitare la parte antica della città, the Rocks dove il fine settimana ci sono i mercatini. A questo punto credo che la giornata sarà abbastanza piena… se avete ancora fiato potete prendere un treno e andare a Milsons Point. Da lì andate a Kirribilli Point ad ammirare il tramonto. Sulla terrazza potete fare un pic nic prendendo qualcosa a uno dei ristorantini in Clarabella Rd. Sarà indimenticabile.

2° GIORNO:Coogee Beach raggiungibile in bus. Da Coogee potete fare una bellissima camminata costeggiando l’oceano ed arrivare in un paio di ore a Bondi Beach passando da Bronte e Tamarana ammirando favolosi scorci. Arrivati a Bondi Beach, prendete un caffè o fate pranzo a Speedo’s cafe. Se non volete dedicare l’intera giornata al mare potete tornare in città e visitare il quartiere a luci rosse di Kings Cross, Chinatown, Paddington oppure scegliere di cambiare spiaggia e visitare quella di Manly (raggiungibile però in ferry da Circular Quay). Credo comunque che non ne valga troppo la pena fare tanta strada x andare a Manly.

3° GIORNO: Un viaggio a Sydney senza una crociera nella baia vale la metà. Potete fare un giro organizzato su un catamarano (Matilda o Captain Cook) con la guida e vi costerà circa 20 dollari (io lo eviterei). Potete scendere a tutte le fermate che fa e prendere poi il successivo ferry che vi condurrà alla prossima tappa. Comunque vi conviene farlo di mattina così potete scendere in più posti e sfruttare al meglio i 20 dollari. Altrimenti potete comprare il biglietto singolo e andare a Darling Habour. Da lì potete visitare il centro commerciale x comprare un pò di souvenirs, vedere un film all’IMAX, Chinese Gardens, fare colazione o pranzare in uno dei ristorantini sulla baia. (Attenzione non costano poco!). Oppure da lì potete andare ai Fish Markets (circa 10/15 minuti a piedi) per fare pranzo o visitare l’acquario, il powehouse museum, il casinò, il museo marittimo e tanto altro… Dipende cosa vi piace, c’è qualcosa x tutti. Nel primo pomeriggio prenderei ancora il ferry e andrei a Watsons Bay passando da Circular Quay dove passerete sotto all’ Harbour Bridge e davanti all’Opera House. Dalla Barca vedrete tante belle calette, Fort Denison Shark Island, fino ad arrivare a Watsons Bay da dove potete fare la camminata fino all’oceano di cui ho parlato sopra, fermandovi nella spiaggia di Camp Cove. Da Watsons Bay potete prendere un bus x la città o tornare in ferry a Circular Quay per ammirare il tramonto sulla baia.

Se avete ancora tempo potete dedicare una giornata alle Blue Mountains. Però io sinceramente darei la precedenza alla città.

Informatevi bene quando comprate i biglietti per viaggiare sui mezzi pubblici. In genere conviene fare una specie di abbonamento, se comprate i biglietti singoli costa molto di più. Inoltre se decidete di comprare i biglietti singoli comprate sempre andata e ritorno. Con pochi centesimi in più potete avere il ritorno. Esempio: Town Hall – Central Station 2 dollari solo andata, andata e ritorno 2,40. Ci sono delle tariffe convenientissime se state una settimana (io le valuterei anche x pochi giorni se viaggerete molto con i mezzi pubblici). Questo abbonamento si chiama Travelpass Red. Infatti per circa 25/30 dollari potete avere un biglietto valido x 7 giorni e vi permette di viaggiare su bus, treni e traghetti senza limiti per tutta la settimana per la zona rossa (la centrale + spiagge). È davvero conveniente e non dovrete comprare tutte le volte il biglietto sul bus o alla stazione. Se desiderate andare in altre zone fuori dalla rossa (improbabile, non c’è molto da vedere) potete aggiungere pochi dollari in più e comprendere una zona + ampia.

Chiedete pure queste info alla stazione dei treni, vedrete saranno gentilissimi. Se non capite comunque c’è anche un cartellone che spiega benissimo tutto.

Un consiglio: molte di queste attività di cui ho parlato come escursioni giornaliere (ma anche voli, viaggi e molto altro) possono essere prenotate al settimo piano di George street, Travellers Contact Point.

È un punto di informazione dove trovi agenzia di viaggi, internet gratis, aiuto per ricerca di lavoro, visti, spedizioni pacchi, bacheca per camere o appartamenti da affittare o anche camper o auto da comprare.

C’è davvero di tutto, lo staff è molto carino, giovane e cortese e i servizi offerti sono per tutti, non devi avere una carta o essere socio.

Per viaggiare in Australia risparmiando il mio consiglio è quello di prenotare solo il volo dall’Italia e se si ha tempo organizzare il viaggio da soli. La meta si presta molto per questo tipo di soluzione. Il viaggio più bello è fatto anche da una parte di percorso in camper o auto noleggiata. La benzina costa la metà che da noi, le strade sono ottime e con l’aiuto della Lonely Planet scoprirete degli scorci meravigliosi fuori dalle mete comuni. (Ah, per guidare ricordatevi la patente internazionale che può essere richiesta alla motorizzazione civile della provincia al costo di circa € 50 e vale per 5 anni). La vacanza in Australia è sinonimo di libertà e così va vissuta… trovo abbastanza deprimente l’idea di dover prenotare escursioni di gruppo con altri italiani… Spero che non si offenda nessuno, è solo il mio parere. È un consiglio per vivere il vero spirito di questo paese. Fare un viaggio preconfezionato è una traslazione di quello che è l’Australia e certo non risparmierete.

Per chi invece sta pensando di trasferirsi per lavoro o per studio o per semplice spasso, dico che non c’è posto al mondo migliore per farlo. Il visto non è facilissimo da ottenere, adesso per fortuna c’è la possibilità dello working holidays per ragazzi fino ai 30 anni che permette di stare fino a 12 mesi con la possibilità di lavorare. (Ci sono comunque delle restrizioni). Se scegliete un corso di studi invece, dovete impegnarvi a tempo pieno e una volta sul posto potete chiedere il permesso di lavoro all’ufficio immigrazione. Questo visto (Student visa) è quello che avevo io e potevo lavorare per un massimo di 20 ore settimanali. Per lavorare bisogna comunque richiedere il Tax number che è una specie di codice fiscale. Questo ti permette di lavorare e non pagare il 50% della paga come tasse. Si richiede al Taxation office (mi pare si chiami così che si trova alla base della AMP Tower. In pochi giorni verrà recapitato al vostro indirizzo questo numero).

Se sei decide di viaggiare soltanto o di studiare per un periodo inferiore ai 3 mesi basta il Tourist Visa che viene rilasciato gratuitamente con il biglietto aereo. Ricordatevi se siete studenti di fare la ISIC card che vi permetterà di avere sconti per studenti per entrare nei musei, gallerie e tanto altro. Un altro consiglio: se si ha voglia e tempo è molto utile fare un corso di inglese in un college. Il livello in generale è ottimo, gli insegnanti giovani e dinamici, le lezioni sono un vero divertimento. Io ho fatto x qualche settimana un corso al St Mark’s International College a Bondi. Ci sono 2 campus del St Marks a Sydney, l’altro è in città. Mi sono divertita moltissimo e ho conosciuto tantissime persone in poco tempo. Questi college fanno parte di Geos, si trovano in tutta l’Australia e li consiglio veramente a tutti. È vero che si impara divertendosi, io non vedevo l’ora di andare a scuola. Studiare in un ambiente del genere è anche molto stimolante e puoi scegliere delle lezioni su aspetti della lingua specifiche. È anche un ottimo posto dove preparare gli esami TOELF, Cambridge ecc. Il pomeriggio poi sono organizzate delle attività come passeggiate, escursioni al mare o in città oppure tornei o film. Possono anche organizzare il soggiorno in famiglia oppure potete facilmente trovare un appartamento con altri compagni di scuola. Credo che i prezzi siano davvero competitivi e la qualità è ottima. www.Stmarks.Com.Au Un’altra alternativa molto interessante è quella di lavorare presso una fattoria in campagna e avere in cambio del lavoro svolto vitto e alloggio. Vi assicuro che la gente di campagna è davvero fantastica e sarebbe un’esperienza vera.

Se si decide di vivere per un lungo periodo in Australia è consigliabile aprire un conto corrente. Io mi sono trovata benissimo, puoi aprire un conto senza versare un centesimo e in pochi giorni verrà recapitata la carta di credito. Anche chiudere il conto è semplicissimo. Anche doloroso se ti accorgi che sono rimasti pochi spiccioli… Ci sono varie possibilità, io ne conosco solo alcune. Comunque per consigli di questo genere, vi consiglio di contattare Francoise di Boomerang Australia che vi aiuterà. Se sceglierete di trasferirvi a Sydney per un periodo abbastanza lungo vi consiglio di prendere una camera in affitto in una casa con altre persone. Io pagavo circa 160 dollari australiani a settimana per la camera singola. La zona dove vivevo era una tra le più costose perché vicina al mare e alla città, ma se si divide la camera con un’altra persona i costi diminuiscono notevolmente. Io non ho dovuto comprare niente, sono stata fortunata perché la casa che ho trovato aveva praticamente tutto. Alcune volte dovete invece investire un po’ in arredamento. Vista la grande quantità di studenti è molto facile comprare letti, materassi, comodini e altre cose usate e poi rivenderle. È la soluzione più economica visto che si risparmia moltissimo sul mangiare. Un sito molto utile per trovare questo tipo di sistemazione per me è stato www.Bondiaccommodation.Com.Au naturalmente specializzato nella zona di Bondi (Bondi Beach, Coogee, Bondi Junction, Clovelly, Centennial Park).

Se invece passerete un breve periodo di studio o lavoro a Sydney il consiglio è quello di farsi ospitare da una famiglia (homestay) che darà colazione e cena oppure se si studia, prendere una camera nel campus universitario. Se decidete per la soluzione dell’appartamento anche in questo caso sceglietene uno già arredato che non è impossibile trovare. Anche per questo io mi sono affidata a Francoise che ha i contatti giusti.

Per quanto riguarda l’assicurazione medica, naturalmente è consigliabile. Io sono stata un lungo periodo ed ho pagato con la retta scolastica 6 mesi di Medicare che è l’assistenza medica pubblica. Non ho neanche pensato di stipulare un’assicurazione medica per 8 mesi, mi sarebbe costata una cifra esorbitante. Ne ho fatta una nei mesi in cui ho viaggiato, soprattutto per assicurarmi la videocamera e bagagli in genere. Ho avuto bisogno una sola volta del dottore e al pronto soccorso ho dovuto solo esibire il mio passaporto, qualche giorno dopo sono andata da un dottore in una clinica per ritirare gli esami e ho presentato la mia tessera Medicare.

– IVA: ricordatevi che potete avere l’iva indietro sui beni che comprate. Se avete un biglietto aereo di ritorno potete farveli scalare direttamente dal conto (mi pare però che ci sia una spesa minima di 300 dollari) altrimenti conservate gli scontrini e alla partenza verrà conteggiata la somma che avrete indietro. Tenete a portata di mano le cose che avete dichiarato perché saranno controllate.

– TELEFONATE: io ho sempre usato Supersaver, è una scheda da 5 o 10 dollari, molto conveniente per telefonare in Italia. Il costo non me lo ricordo, ma mi sembra che con 10 dollari si può parlare con l’Italia per circa 1 ora e mezza. Per telefonare in Australia invece è consigliabile acquistare una tessera della Vodafone per il cellulare, io ho speso 30 dollari di cui 20 di traffico e 10 di attivazione. Oppure una tessera normale da usare dai telefoni pubblici. Attenzione perché viaggiando in diversi stati le tariffe cambiano, per esempio se si telefona da Cairns a Sydney è meglio comprare una carta internazionale che prevede anche l’uso interno in Australia. Paghi solo il traffico e per accedere fai un numero toll free (gratuito).

– PRODOTTI TIPICI DA COMPRARE: Vegemite: estratto di lievito, può non piacere, io lo amo. È molto forte, ne basta pochissimo sul pane tostato. Tim tam: biscotti di cioccolata con i quali si può fare la famosa Tim Tam explosion! Si mordono le due estremità e si immerge il biscotto nel tè che va succhiato fino a che il biscotto è bello zuppo. A questo punto si deve mettere il Tim tam in bocca sotto la lingua e schiacciare, così c’è una specie di esplosione di cioccolata nella bocca! Boomerang: ce ne sono di tanti tipi, se andate a Melbourne vi consiglio i Victoria markets, a Sydney in genere i souvenir costano di più. Provate al QVB all’ultimo piano. Sempre all’ultimo piano troverete una buona qualità e scelta di dipinti aborigeni, didjeridu, vari capi in lana che viene dalla Nuova Zelanda, Opali. Attenzione però, perché se non volete comprare un articolo che trovate a Sydney ma che è stato fatto in Cina, guardate l’ etichetta di autenticità. Spero che il mio racconto vi possa aiutare, ho cercato di dare il massimo delle informazioni che ritengo utili per chi si prepara ad un viaggio in Australia. Anche se in realtà io l’ ho più vissuta che visitata come turista. Spero anche di avere invogliato qualcuno a fare la mia stessa scelta perché dopo si vede il mondo in un altro modo. Sembra più bello, più grande, più vario, più giusto, più solidale. Anche l’Italia non è la stessa per me dopo questa esperienza. Vivendo a lungo fuori dal tuo paese si sviluppa un attaccamento incredibile verso tutto quello che per te è “casa”. Non avrei mai creduto di difendere a spada tratta il mio paese… qui prima criticavo qualsiasi cosa. Mi ha fatto anche capire che non posso vivere senza l’Australia, sento il bisogno di sentirmi libera tornandoci spesso, ma al tempo stesso ho maturato in me la convinzione che il posto più meraviglioso dove costruire la mia vita è qui, nelle dolci colline toscane.

A chi invece sta aspettando solo il momento giusto, spero di averlo invogliato a partire prima possibile, pi si rimanda e più la scelta diventa complicata.

Dico la verità, in tutti questi lunghi 8 mesi non ho avuto un solo momento di debolezza, di tristezza, di scoraggiamento o troppa nostalgia da dire “voglio tornare a casa”. La voglia di vivere ogni attimo al meglio ha soprafatto tutto. Devo anche dire che le persone che ho incontrato (da amici a parenti) sono stati davvero unici e mi hanno accolta in un modo incredibile. Difficile sentire la mancanza di casa con persone così speciali… Chiedo scusa se mi sono dilungata troppo. Il fatto è che ci sono cose che non riuscirò mai a raccontare e altre che invece non vorrò mai raccontare perché sono nascoste nel mio cuore e nella mia mente. Altre ancora non devono essere raccontate ma solo vissute.

Have a good trip! See ya!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche