Sulla strada a testa in giù

In partenza per l’Australia, il paese downunder, “a testa in giù”? Noi la testa l’abbiamo riportata in Italia. Il cuore, invece, l’abbiamo lasciato a + 8 ore di fuso orario, in un continente imprevedibile e quanto mai affascinante. Qui cerco di riassumere un po’ di informazioni. Nella prima parte ho inserito info generiche. Questo...
Scritto da: adagug
sulla strada a testa in giù
Partenza il: 08/07/2007
Ritorno il: 09/08/2007
Viaggiatori: fino a 6
In partenza per l’Australia, il paese downunder, “a testa in giù”? Noi la testa l’abbiamo riportata in Italia. Il cuore, invece, l’abbiamo lasciato a + 8 ore di fuso orario, in un continente imprevedibile e quanto mai affascinante. Qui cerco di riassumere un po’ di informazioni. Nella prima parte ho inserito info generiche. Questo il nostro itinerario: arrivo dall’Italia (via Hong Kong) a Melbourne, Da Melbourne ad Adelaide via Great Ocean Road. E poi verso i Red Center, Alice Springs e Ayers Rock. Volo da Ayers Rock a Cairns. Da Cairns a Sydney con autobus Greyhound e tappe a Airlie Beach, Hervey Bay, Surfers Paradise. Per i più pazienti dopo le info c’è un itinerario più dettagliato. Prima di partire… Ho preparato questo viaggio on the road per tre “ragazze” (due un po’ attempatelle, a dire il vero…) leggendo la Lonely Planet, la National Geographic e i viaggi pubblicati su www.Turistipercaso.It. Poi ho navigato per blog italiani e inglesi, ho rotto le scatole a chiunque avesse un lontano parente o un amico che c’era stato, ho shakerato le informazioni e alla fine ho optato per un viaggio in cui ci fosse un po’ di tutto: auto guidata da noi, bus Greyhound, un paio di trasferimenti aerei, alcuni tour prenotati dall’Italia con tour operator australiani, un paio di tour prenotati in loco perché strada facendo si sono create le condizioni per farli. L’unico svantaggio è che l’inglese parlato in Australia vive di vita propria, e quindi non sempre è facile comprendere tutte le sfumature di quanto spiegato dalle guide locali, che sono comunque sempre simpatiche, disponibili e pazienti.

Libri consigliati da leggere prima e durante il viaggio: “Australian Cargo” di Alex Roggero (soprattutto se andate nel Queensland) “Nel paese bruciato dal sole” di Bill Bryson Periodo del viaggio: 8 luglio-9 agosto 2007. Là è inverno, non si patisce il caldo nemmeno nella zona tropicale, i prezzi sono da bassa stagione. Il 2007 è stato un anno particolarmente freddo (secondo gli australiani), soprattutto nel South Australia e nel Victoria. Normalmente la temperatura è più alta, tipo primavera da noi. A Sydney nelle ore centrali della giornata si girava in maglietta. Nel Red Center di giorno è caldo ma secco, al tramonto e all’alba la temperatura è bassa e fa decisamente freddo. Nel Tropical Queensland della zona di Cairns il clima è caldo (35 °C) e umido Cosa portare: zaino (noi avevamo un 50+10), Lonely Planet (col senno di poi conviene smembrarla nei pezzi corrispondenti alle zone che si fanno perché pesa abbastanza), borraccia per l’acqua (bene prezioso e… costoso), tessera CTS per gli studenti per ottenere sconti praticamente dovunque. Noi abbiamo acquistato là il repellente per gli insetti (usato solo nel Red Center) e la crema solare +30 (indispensabile sempre: il sole anche in inverno non abbronza, ma scotta). I farmaci di pronto intervento (antifebbrili, antidiarrea ecc) si trovano dappertutto.

Abbigliamento: indispensabili (almeno nel nostro periodo) un pile leggero (microfleece) e una giacca a vento leggera, soprattutto per la zona del deserto o se vi capita una giornata (come è successo a noi) di venti antartici a Kangaroo Island. Per il resto dovunque ci sono lavanderie e asciugatrici e in un’oretta al massimo il bucato è bello pronto e asciutto e quindi non è il caso di caricarsi di troppa roba.

Cambio: la carta di credito è accettata dappertutto, anche se conviene partire con una certa quantità di contanti per le piccole spese e per evitare di dover cambiare là, dove la commissione e il cambio sono decisamente sfavorevoli. Noi abbiamo portato anche una prepagata per fare le prenotazioni via Internet.

Alberghi/Ostelli: la nostra esperienza ci ha insegnato che gli ostelli Yha (www.Yha.Com.Au) sono quelli con lo standard di accoglienza più alto: di solito sono puliti, confortevoli, tranquilli. Vale però la pena, sempre che la scelta dell’ostello non sia una filosofia di viaggio ma abbia ragioni meramente economiche, sondare anche altre soluzioni. Piccoli alberghi, budget motel e, nelle zone costiere, camping con cabins (bungalow) offrono a volte uno standard buono praticamente allo stesso prezzo o poco più . Noi abbiamo speso tra i 100 e i 120 AUD per tre persone, tranne in un paio di casi in cui abbiamo voluto viziarci un po’ di più e abbiamo toccato i 150 AUD. Solo le due notti ad Ayers Rock sono state decisamente costose (880 AUD per due notti in tre all’Outback Pioneer, che è il più economico), ma non c’è alternativa ed è l’unico che va prenotato con largo anticipo. Per il resto si trova abbastanza facilmente e si può prenotare tutto via Internet. In qualsiasi sistemazione siamo state bene; in tutte le stanze (tranne che in ostello dove c’è la cucina comune) c’è un bollitore per l’acqua con te e caffè solubili, a volte anche biscotti per prepararsi la prima colazione. Noi abbiamo cenato più di una volta in camera acquistando nei supermercati. L’unica esperienza negativa è stata in un ostello privato di Cairns, che pur avendo un rating alto nei siti per backpackers si è rivelato molto sporco (la cucina era in condizioni spaventose, nella nostra camera passeggiavano indisturbati degli scarafaggi) e rumoroso e ci ha costrette ad una precipitosa fuga in cerca di una sistemazione migliore.

Cibo: una vera “cucina australiana” non c’è, perché nasce da un mix di varie tradizioni gastronomiche. Per il pasto di mezzogiorno abbiamo provato un po’ di fast food locali (Red Roster, Subway, Oporto più i fast food “organics” che offrono appetitosi piatti di verdurine biologiche) e, nelle zone meno trafficate, mangiato in qualche roadhouse, dove si sopravvive benissimo con max 15 AUD a testa. La sera, invece, abbiamo cenato sempre bene e speso tra i 20 e i 25 AUD a testa anche in ristoranti o pub eleganti, dove si può entrare in jeans senza che nessuno ti faccia una radiografia. La carne (manzo, canguro) e il pesce (soprattutto barramundi) sono sempre ottimi e cucinati in modo semplice. Il pollo è cucinato in mille modi. C’è molta attenzione per i vegetariani. Le porzioni sono abbondanti e quindi un piatto unico (anche le insalate miste) è di solito più che sufficiente. La birra non costa molto, mentre l’acqua è carissima e conviene chiedere la tap water (acqua del rubinetto) che viene servita freschissima e quasi dovunque è buona. Del vino non so, perché nessuna di noi tre lo beve. Non scordatevi, invece, di gustarvi un buon bicchiere di latte, perché, come ha consigliato il taxista che dall’aeroporto di Melbourne ci ha accompagnato in città: “in Australia si beve il latte più buono del mondo”. Confermiamo.

Trasporti: Tutti i voli, anche i due voli interni Adelaide-Alice Springs e Ayers Rock – Cairns , sono stati acquistati all’inizio di marzo, spendendo 1793 Euro a testa (Torino-Roma, Roma Hong Kong, Hong Kong Melbourne e ritorno da Sydney). Abbiamo scoperto confrontandoci con altri viaggiatori europei e italiani conosciuti in loco che è probabilmente la soluzione più economica, tenuto conto del periodo, anche se richiede un minimo di programmazione e non permette variazioni dell’ultimo minuto. Chi ha più tempo di un mese a disposizione può anche optare per prenotare i voli low cost via internet là, ma occhio al peso del bagaglio per non rischiare di pagare la differenza, che annulla tutti i risparmi. Chi vuole spostarsi in aereo nel Red Center sappia che ad Ayers Rock vola solo la Quantas, e prenotare quando si è già arrivati in Austrialia può essere costoso. Abbiamo invece fissato l’auto Hertz dall’Italia (che richiede la patente internazionale) e al momento del ritiro abbiamo aggiunto l’assicurazione che copre tutti gli eventuali danni. Per 5 giorni il costo complessivo è stato di 460 Euro, compreso il pieno di benzina finale con cui deve essere riconsegnata la vettura , pena il pagamento di una penale. Per quanto riguarda gli autobus, i Greyhound (http://www.Greyhound.Com.Au) sono confortevoli, puntuali, fanno soste di ristoro e riposo ogni 3-4 ore di viaggio (anche di notte) e hanno la toilette a bordo. Ci sono pass molto flessibili per ogni esigenza: noi abbiamo fatto il mini traveller Cairns-Sydney che ci è costato 347 AUD a testa, dura 45 giorni e permette un numero illimitato di soste. Occorre confermare la tratta via telefono (gentilissimi e molto pazienti) oppure più semplicemente via internet. I taxi costano decisamente meno che in Italia (almeno a Torino) e noi li abbiamo usati per gli spostamenti aeroporto-centro città: se si è in tre o più possono essere più convenienti degli shuttle o dei bus; è comunque sufficiente informarsi sui costi quando si arriva.

Nelle città (Melbourne, Sydney, Adelaide e Cairns) abbiamo girato a piedi o con autobus e tram, anche qui chiedendo lumi agli addetti sulle formule più economiche e gli abbonamenti. A Sydney non consiglio l’Explorer Pass, che costa 110 AUD per tre giorni a testa perché ha un servizio con speaker che ferma nelle principali attrazioni della città. Noi, grazie ai consigli dell’addetta alle informazioni della stazione della metro di Kings Cross, con 41 AUD a testa abbiamo fatto un GREEN TravelPass ) che permetteva di prendere bus, metro e traghetti e copriva le principali zone della città, comprese Manly e Bondi Beach, per sette giorni.

Souvenir Per i souvenir due sono i posti veramente economici che abbiamo trovato sul nostro cammino: a Sydney il Paddy’s Market http://www.Paddysmarkets.Com.Au/ e a Melbourne l’area antistante il Queen Victoria Market http://www.Qvm.Com.Au. Gli uffici postali hanno cartoline preaffrancate, che costano decisamente poco. 8-11 luglio Torino-Roma- Melbourne. Arrivo alle 20,30 e arrivo in albergo verso le 22 causa perdita di uno dei tre zaini, che è stato recapitato direttamente in albergo con un biglietto di scuse della Quantas due giorni dopo (si era perso a Roma) A Melbourne tre notti e due giorni pieni per riprenderci dal jet lag, che si è fatto sentire solo il secondo giorno. Melbourne è molto europea, è la città dei tram (anche uno gratuito e storico che fa il giro completo del centro e da cui si può salire e scendere a piacimento) comodissimi per ogni spostamento, compreso per la spiaggia di St Kilda, a soli 15 minuti dalla città. Abbiamo per lo più gironzolato per il centro, visitato il Queen Victoria Market (www.Qvm.Com.Au) e lo zoo (www.Zoo.Org.Au/melbourne/). 12-15 luglio – Da Melbourne ad Adelaide via Great Ocean Road Da Melbourne, con l’auto a noleggio abbiamo percorso la Great Ocean Road. Il traffico, usciti dalle città, è praticamente inesistente e a volte passano ore prima che si incontri un altro veicolo. La guida a sinistra è un problema per la prima mezz’ora, ma ci si abitua subito. Nel nostro caso ha aiutato il fatto che siamo usciti subito dal centro di Melbourne lungo la highway che ci ha portato a Torquay per poi prendere la Great Ocean Road, una strada panoramica con infinite possibilità di soste e scorci per osservare paesaggi a di poco maestosi. Tutti i luoghi sono segnalati perfettamente e con largo anticipo: i Dodici Apostoli, la Loch Ard Gorge, la spiaggia di Bells Beach, il faro di Cape Otway, tanto per citare i più famosi. La strada è tutta un susseguirsi di spiagge e scogliere a picco sul mare. Ricordarsi che in inverno diventa buio alle 18, e viaggiare in auto diventa un po’ rischioso perché canguri e wombats vengono attirati dai fari delle auto e bisogna fare attenzione. Di giorno invece non abbiamo incrociato animali sulle strade, tranne qualche mucca.

Lungo la Great Ocean Road e fino ad Adelaide abbiamo fatto tre tappe, dormendo nei bungalow di campeggi ad Apollo Bay, Port Fairy e Robe, e trovando le sistemazioni presso gli uffici informazioni (chiudono alle 17) prima della volata finale da Robe ad Adelaide, dove abbiamo alloggiato all’ostello Central YHA (organizzatissimo, pulito e silenzioso). Forse due giorni possono essere sufficienti per la Great Ocean Road, ma noi ci siamo godute il paesaggio, fermandoci spesso, cercando la sistemazione per dormire e facendo anche qualche passeggiata sulle spiagge.

16-18 Luglio – Adelaide e Kangaroo Island Da Adelaide ci siamo spostati per un giorno interno verso la Barossa Valley. Il 17 luglio abbiamo fatto una escursione di un giorno a Kangaroo Island con Sealink http://www.Sealink.Com.Au/: l’isola è bellissima, ma il vento può essere molto freddo e forte, in quanto arriva direttamente dall’Antartico. I luoghi sono stupendi e forse vale la pena fermarsi almeno due giorni per poter godere appieno di tutte le bellezze naturali che l’isola offre. Ad Adelaide siamo state anche al Tandanya Aboriginal Cultural Institute, dove abbiamo assistito ad una dimostrazione di uso del didjeridoo, anche se le informazioni più interessanti sulla cultura aborigena si trovano al South Australian Museum (ingresso gratuito) (http://www.Samuseum.Sa.Gov.Au/). Il CBD (Central Business Disctrict) di Adelaide si gira benissimo a piedi. Se volete spingervi verso la gradevole spiaggia di Glenelg c’è un tram che parte da Victoria Square e in 15 minuti vi porta in spiaggia. Ad Adelaide, come a Melbourne, cercate i City Ambassador, i volontari che sono ben lieti di dare tutte le informazioni di cui si può aver bisogno nonché qualche consiglio su dove mangiare.

19 – 23 luglio Red Center Il 19 con aereo Quantas trasferimento ad Alice Springs e di corsa all’Alice Springs Desert Park (http://www.Alicespringsdesertpark.Com.Au/) , la cui fama di essere uno dei parchi più interessanti e meglio organizzati è sicuramente meritata. Peccato che i supporti audio per accompagnare il visitatore lungo i sentieri non ci siano in italiano. Comunque ci sono cartelli e spiegazioni esaurienti in inglese ovunque. Per visitarlo ci vogliono almeno tre ore. Il mattino dopo alle 6 siamo partite per un tour di due giorni con Emu Run Tour http://www.Emurun.Com.Au. Il primo giorno è stato dedicato al trasferimento lungo la Luritja Road e poi ad una passeggiata di circa 4 ore nel Kings Canyon, con spettacolari rocce rosse. Lì parlano tutti di “climbing” e serpeggiava tra noi tre un tantino di preoccupazione: in realtà si tratta di una passeggiata alla portata di tutti (abbiamo incontrato anche bambini di 6-7 anni); l’unica avvertenza è quella di indossare scarponcini da trekking comodi perché si cammina sulle rocce. La sera abbiamo sperimentato quanto bene si dorme in una roadhouse (Mt Ebenezer sulla Lassiter Road) “nel mezzo del nulla”. Davanti alla nostra fredda e spartana stanzetta si snodava il nastro di asfalto sotto un cielo pieno di stelle e costellazioni diverse da quelle del nostro emisfero. La sera al bar si chiacchiera con avventori che arrivano qui anche da più di cento chilometri per bersi una birra in compagnia e poi se ne tornano a casa. Dopo una bella dormita e una colazione da camionista, il giorno successivo abbiamo raggiunto i “panettoni” di roccia dei Monti Olgas (Kata Tjuta in lingua aborigena) e abbiamo camminato intorno (non sopra, per rispetto alla popolazione aborigena degli Anangu) al monolito di Ayers Rock / Uluru con sosta per vedere il tramonto su questa roccia che sembra vivere di vita propria e muta continuamente aspetto e colore nelle diverse ore del giorno. Noi abbiamo deciso di assistere anche all’alba, suggestiva (ma meno del tramonto), con Anangu Tours https://www.ananguwaai.com.au/ e in compagnia della anziana Elsie, una guida Anangu – i proprietari tradizionali della terra – che, aiutata dal giovane traduttore (in inglese) Chris, ha raccontato in lingua originale alcune delle storie del suo popolo. 24-26 luglio Cairns e foresta pluviale Da Ayers Rock volo per Cairns. Cairns è una città molto turistica e commerciale, ma piena di opportunità di divertimento e di tour operator con le più svariate offerte per escursioni sulla barriera per tutti i gusti e per tutte le tasche. Qui le parole snorkeling e diving sono all’ordine del giorno e anche nei locali non si sente parlare d’altro. Peccato che le pessime condizioni del tempo e del mare abbiamo congelato le nostre velleità di escursione alla Barriera Corallina . Così abbiamo preso il bus per Kuranda, cittadina che si trascina dagli anni Sessanta una certa fama per i suoi mercatini, oggi come tutti i mercatini del mondo, pieni di prodotti made in China. C’è anche un trenino panoramico che non abbiamo scelto per il costo elevato e perché sconsigliatoci da un po’ di persone che l’avevano provato.

Vale invece la pena visitare tutta la zona a nord di Cairns: Port Douglas, Cape Tribulation, Daintree River, e tutta l’area della foresta pluviale. Si percorre la Captain Cook Highway ci sono paesaggi veramente belli; ma è soprattutto la vegetazione che è straordinaria, con alberi che crescono uno sopra l’altro, una vera foresta “primordiale” che ha affascinato noi e credo possa mandare in estasi chi di botanica se ne intende, anche perché molte specie sono così come erano milioni di anni or sono. Un vero spettacolo. Tutta la strada è costeggiata da piantagioni di canna da zucchero che oggi viene raccolta a macchina e caricata sui trenini per le raffinerie. Fino a qualche decennio fa la raccolta era eseguita a mano, per lo più da immigrati dall’Europa e molti dall’Italia (ne parla infatti il libro di Alex Roggero). Molti di loro hanno poi acquistato la terra e si sono stabiliti nel Queensland e infatti è facile essere avvicinati da persone di origine italiana che parlano il dialetto di origine e l’inglese, ma non l’italiano.

26 luglio – 3 agosto Cairns Sydney Con i bus Greyhound abbiamo percorso di giorno Cairns-Airlie Beach (26 lug). Airlie Beach è una graziosa cittadina balneare, da cui si parte per escursioni alla barriera corallina e alle isole Whitsunday. Ci sono anche qui varie opportunità e tutti gli ostelli e gi alberghi sanno consigliare. Qui il tempo bello ci ha permesso una bella escursione in mare alle Whitsunday (Pentecoste, perché James Cook le scoprì la domenica di Pentecoste) compresa la stupenda spiaggia di Whiteheaven Beach dove si può fare tranquillamente il bagno. Da Airlie Beach ad Hervey Bay abbiamo viaggiato di notte e, appena arrivate, ci siamo catapultate al porto per prenotare un giro (con Spirit of Hervey Bay) per osservare il passaggio delle megattere. Ci sono varie opportunità e tutte vi portano a Platypus Bay per una mezza giornata. Le megattere transitano qui da luglio a settembre e si avvicinano alle barche attirate dal rumore: così praticamente passano a qualche metro di distanza dalla barca. Il giorno successivo abbiamo ancora trovato posto per una escursione (con http://www.Fraserislandco.Com.Au), purtroppo solo di un giorno, a Fraser Island, l’isola di sabbia più grande del mondo, dove abbiamo viaggiato su un minivan 4wd..Qui, come a Kangaroo Island, vale la pena fermarsi almeno due-tre giorni. Dalle meraviglie naturali patrimonio dell’umanità dell’Unesco ci siamo spostati con un giorno di viaggio a Surfers Paradise, una via di mezzo tra Disneyland e Miami sulle rive del Pacifico. Da lì di nuovo di notte su un Greyhound, direttamente a Sydney dove siamo arrivate a mezzogiorno.

4-7 agosto Sydney A Sydney ci siamo fermate per quattro giorni, di cui due mezze giornate dedicate a Manly e Bondi Beach, un intero pomeriggio al Paddy Market per gli acquisti di souvenir, e poi Opera House, l’Harbour Bridge (che si può anche scalare), i Royal Botanic Garden, Macquarie Street (la strada in cui si concentrano alcuni dei più antichi edifici storici di Sydney), il quartiere storico dei Rocks, la zona completamente rinnovata di Darling Harbour (dove c’era anche una esposizione internazionale di barche), la Sydney Tower e l’ultimo giorno, una capatina a pranzo al Fish Market, dove si mangiano pesce freschissimo, crostacei, frutti di mare… insomma, una vera delizia per gli occhi e il palato e a cifre da pizzeria. Per gli appassionati di cinema &tecnologia, a Darling Harbour c’è una sala Imax (http://www.Imax.Com.Au/home/) che proietta i film in 3D: il biglietto non è economico (18 Aud per i film di un’ora e 25 Aud per Harry Potter) ma vale la spesa (almeno per noi che non ci eravamo mai state). E qui è finita la nostra piccola avventura dall’altra parte del mondo. Una selezione delle centinaia di foto scattate durante in viaggio si trovano su www.Flickr.Com/photos/adagug. Se qualcuno vuole qualche informazione in più mi scriva e, asciugata qualche lacrimuccia di nostalgia, risponderò volentieri.

Grazie a tutti i viaggiatori di Turisti per caso che con i loro consigli ci hanno permesso di realizzare un sogno.



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