Nuova Zelanda, on the road nella terra dei Kiwi

Viaggio di nozze agli antipodi con tappa finale alle isole Cook
Scritto da: Teresa Nardi
nuova zelanda, on the road nella terra dei kiwi
Partenza il: 23/10/2013
Ritorno il: 18/11/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
Finalmente dopo mesi di preparazione e studio è arrivato il momento di partire per il nostro viaggio di nozze! Nuova Zelanda (e Isole Cook) arriviamo… fra un trentina di ore, s’intende!

Prima di descrivere le tappe giorno per giorno, qualche consiglio utile per chi fosse intenzionato a visitare questo meraviglioso paese.

Il nostro viaggio durerà in totale 27 giorni (4 se ne andranno tra viaggio di andata e ritorno), 15 in Nuova Zelanda e 8 alle Isole Cook.

VIAGGIO: mettetevi l’anima in pace, che voliate verso est o verso ovest, il viaggio è lunghissimo. Noi abbiamo volato con Air New Zealand da Londra via Los Angeles, tutto puntualissimo e perfetto. Divertentissimo il video con le istruzioni di sicurezza in volo! Abbiamo prenotato tutto on line, il volo con circa 5 mesi di anticipo, il resto via via. Ovviamente quello che incide maggiormente sul costo del viaggio è il volo, noi abbiamo speso circa 1800€ a testa, ma c’è da dire che questa tariffa comprendeva anche il volo dalla NZ alle isole Cook e da lì il ritorno in Europa… per un volo A/R solo per la NZ immagino si sia comunque sopra i 1000/1200€.

CLIMA: il periodo in cui siamo andati noi (fine ottobre/novembre) equivale alla primavera. Non aspettatevi le temperature italiane comunque, in Nuova Zelanda non fa mai così caldo. Il clima è molto variabile: sole, vento, nubi e pioggia si possono alternare continuamente nel giro di poche ore, quindi la soluzione migliore è sempre un abbigliamento a strati. Indispensabile una giacca antivento.

AUTONOLEGGIO: noi abbiamo scelto l’agenzia Jucy (http://www.jucy.co.nz), un autonoleggio locale. Lo consiglio a tutti, è un’ottima soluzione rispetto alle agenzie internazionale per vari motivi. Innanzitutto il risparmio economico, considerevole. In secondo luogo, Jucy è una delle poche agenzie che consentono di traghettare l’auto dall’isola del nord a quella del sud (un’altra è Apex). Questo è un dettaglio di non poco conto perché in un viaggio on the road l’auto diventa un po’ una seconda casa e doverla svuotare una volta in più è una seccatura oltre che una perdita di tempo. Oltretutto questa agenzia (così come Apex) offre uno sconto sul prezzo del traghetto per l’auto. Jucy è molto conosciuta in NZ, noi abbiamo trovato ogni giorno molte auto col marchio dell’agenzia, inoltre gestisce anche un albergo ad Auckland e una delle agenzie che organizzano le crociere a Milford Sound (se siete Jucy drivers avete il 50% di sconto sul prezzo standard). Certo, le auto sono un po’ più datate, ma noi non abbiamo avuto nessun tipo di problema. Ovviamente abbiamo scelto la copertura assicurativa completa, mi pare con un’integrazione di 17NZ$ al giorno; con pochi dollari in più potete anche scegliere di compensare le emissioni di anidride carbonica del vostro viaggio, noi l’abbiamo fatto! Ah, si guida tenendo la sinistra, come in tutte le colonie britanniche…superato lo spiazzamento iniziale, tutto diventa automatico nel giro di poco tempo, serve solo un po’ di concentrazione in più alle rotonde e agli incroci, ma niente di che!

CIBO: io sono vegetariana, dunque parto decisamente svantaggiata in un paese che basa la propria economia sull’allevamento di pecore che vanno a finire dirette nei piatti di mezzo mondo. Detto questo, non ho avuto problemi a trovare soluzioni vegetariane anche nei posti più sperduti, la zuppa del giorno si trova in ogni pub o ristorante ed è quasi sempre senza carne. Certo, non ho avuto modo di gustare le specialità locali (che sono appunto a base di carne o pesce), ma mi sono consolata con frutta, verdura e formaggi del posto! Nota dolente, come in tutti i paesi con una cucina di ispirazione anglosassone, la totale assenza dell’olio di oliva…loro cucinano e condiscono con l’olio di colza…non aggiungo altro!

PREZZI: più o meno in linea con quelli italiani. Sicuramente alberghi e b&b sono più economici che da noi. Diciamo che, a parità di prezzo, là si trovano sistemazioni con standard decisamente più alti. Per lo shopping non aspettatevi grandi affari…è vero che noi abbiamo privilegiato le mete naturalistiche, ma anche nei pochi giorni passati in città non abbiamo trovato niente di che e, comunque, non a prezzi inferiori ai nostri.

SISTEMAZIONI: nonostante fossimo in viaggio di nozze, non abbiamo mai scelto strutture di lusso (ce le siamo tenute per il soggiorno alle Cook!), ma abbiamo preferito, come sempre quando viaggiamo, b&b e accoglienza locale. Scelta sempre azzeccata perché ci ha permesso di scambiare due chiacchiere con la gente del posto e prendere familiarità con il loro inglese un po’ atipico! Abbiamo trovato sempre belle sistemazioni che corrispondevano esattamente a quello che avevamo visto sui vari siti internet usati per le prenotazioni. La maggior parte delle sistemazioni le abbiamo trovate consultando la sempre preziosissima Lonelly Planet, le altre navigando qua e là in rete. In realtà, per la stagione in cui siamo andati noi, direi che la prenotazione non è affatto necessaria, noi avevamo deciso di farlo in anticipo solo per non perdere tempo a cercare un letto, considerando i ritmi piuttosto serrati della nostra tabella di marcia.

NEOZELANDESI: un bel popolo, ospitale, disponibile, divertente, informale e molto orgoglioso della propria terra ma senza alcuna supponenza. In realtà i Kiwy (come si autodefiniscono) sono dei simpaticissimi folli che amano la vita a contatto con la loro splendida natura e soprattutto le attività adrenaliniche: non esiste un ponte o una torre da cui non si lancino, in ogni corso d’acqua si può essere sicuri di trovare attrezzature per rafting e kayak, li trovi in mezzo al nulla in sella a biciclette stracariche e ti chiedi da dove vengano ma, soprattutto, dove stiano andando! Abbiamo avuto modo di avere un contatto anche con la popolazione Maori a Rotorua, un po’ turistico forse, ma probabilmente l’unico per capire qualcosa di questa affascinante e vivissima cultura.

Ecco ora il nostro viaggio.

23-25 OTTOBRE

Spersi nei cieli di mezzo mondo, ci rassegnamo all’idea di perdere per sempre giovedì 24ottobre (voliamo verso Ovest) e, congelati dall’aria condizionata dell’aereo, proviamo a far passare queste lunghissime ore di volo che ci separano dalla meta.

25 OTTOBRE

Un po’ stravolti ma puntualissimi arriviamo finalmente a Auckland alle 6.30 del mattino… dopo due giorni di viaggio ci aspetta ancora una giornata intera prima di poter dormire in un vero letto! In fin dei conti però siamo dall’altro lato del mondo, dunque non ci perdiamo d’animo e, accolti da un sole brillante, saliamo al volo sulla navetta che ci porterà verso il nostro albergo nel centro di Auckland ). Ovviamente è troppo presto per il check in, lasciamo le valigie alla reception, ci rinfreschiamo un po’ e facciamo tappa al primo Starbucks per un caffè e per riorganizzare un po’ le idee dopo un salto spazio-temporale non indifferente!

Partiamo quindi alla scoperta del centro della città: facciamo una visita lampo all’Auckland Art Gallery, ci riposiamo un po’ sulle panchine del verdissimo Albert Park, facciamo rotta verso il porto. Auckland è una grande città, la sola della NZ, ma l’atmosfera che si respira è molto rilassata… non aspettatevi il caos di NY, qua scorre tutto molto più tranquillo! Verso le 15 andiamo finalmente in albergo. Consiglio a tutti questa sistemazione, un moderno mini appartamento con una vista strepitosa sul porto da una parte e la Sky Tower dall’altra…se allunghiamo la mano possiamo quasi toccarla, è proprio ad un passo dalla nostra camera! Purtroppo la giornata di Alessandro finisce qua, le 24h di aria condizionata in aereo si fanno sentire e lui si mette a letto con almeno 38 di febbre. Io ne approfitto per un po’ di relax e poi esco da sola per un giro in città e alla ricerca di un supermercato (abbiamo un angolo cottura utilissimo per preparare cena e colazione). Sfinita, vado a letto alle 20.

26 OTTOBRE

Fuso orario smaltito senza traumi, febbre più o meno scesa, ci incamminiamo verso l’agenzia di autonoleggio per ritirare la nostra auto. La scelta di prendere l’auto per il nostro secondo (ed ultimo) giorno ad Auckland si rivela azzeccata perché alcune delle cose interessanti da vedere sono un po’ fuori città. Sbagliamo subito strada, ma questo errore ci permette di attraversare il bel quartiere residenziale di Remuera, un susseguirsi di splendide case con enormi vetrate che guardano il golfo e la collina. Ci dirigiamo quindi verso One Tree Hill, godiamo del bel panorama e dell’immenso parco sotto la collina, poi percorriamo la panoramica Tamaki Drive fino a Bastion Point: la giornata è limpidissima e, da quassù, il panorama sul golfo di Hauraki, è davvero incantevole e trasmette una bella sensazione di pace. Per pranzo ci riposiamo un po’ all’Auckland Domain, un verdissimo parco cittadino che ospita, tra le altre cose, un museo nazionale e un bel giardino d’inverno. Più tardi nel pomeriggio facciamo rotta verso Mission Bay, una baia sul golfo affollata di gente che si gode il sole e i primi bagni della stagione. Ottima ed economica cena al ristorante indiano Ela Cuisine, proprio dietro casa, all’interno delle Elliot Stables.

27 OTTOBRE

Oggi comincia il nostro on the road nella terra di mezzo! Lasciamo la città per dirigerci verso Waitomo (2h e 20′ circa) dove visiteremo le famosissime Waitomo Caves con i loro luminescenti glowworm. Appena usciti da Auckland, le autostrade cedono il passo a colline e prati di un verde quasi accecante dove pascolano indisturbate centinaia di pecore…è un panorama che ci accompagnerà costantemente nelle prossime due settimane! Capiamo subito come mai questi prati sono così verdi , infatti guidiamo per un bel po’ sotto una pioggia fredda e ventosa che però fa parte dell’atmosfera che ci aspettavamo di trovare! Noi non abbiamo un navigatore, ma qui forse sarebbe stato utile perché a nessun incrocio troviamo indicazioni…siamo veramente in mezzo al nulla, ma con un po’ di fortuna riusciamo a non perderci. Arriviamo al nostro b&b (http://www.abseilinn.co.nz) verso le 14, accolti dalla spiritosa Helen. Il b&b è molto bello e curato, ci riposiamo un po’ nel salone comune dove troviamo a disposizione degli ospiti the, caffé e tisane. Verso le 16 ci avviamo verso le grotte per la visita che avevamo già prenotato sul sito internet (si risparmia il 25%). La parte più bella della visita è quella finale quando, su una barca, si percorre il fiume sotterraneo e si possono ammirare i glowworm che ricoprono il soffitto delle grotte…praticamente un cielo stellato sottoterra, uno spettacolo unico! Cena al ristorante dell’ostello del paese, trovato anche il vegburger!

28 OTTOBRE

Dopo l’abbondantissima colazione ci rimettiamo in macchina alla volta di Rotorua (2h). Di nuovo attraversiamo colline e pianure con pecore e mucche al pascolo e arriviamo al nostro b&b (www.sandisbedandbreakfast.co.nz) verso l’ora di pranzo. Dopo aver scambiato un paio di chiacchiere con la simpaticissima Sandi, seguiamo il consiglio di Lonelly Planet e decidiamo di visitare il Whakarewarewa Village anziché il Te Puia: prezzi più contenuti e vista comunque bella sui geyser e sul Te Pohutu. In più, questo è il solo vero villaggio maori tuttora abitato a Rotorua. La visita guidata è molto interessante, è una signora maori che ci accompagna attraverso il villaggio e ci spiega l’importanza delle pozze termali e l’uso che tutt’oggi gli abitanti ne fanno. Il biglietto della visita comprende anche l’accesso alle performance culturali…forse un po’ turistiche, ma in ogni caso la sola possibilità di assistere alle loro danze, tra cui anche la famosissima e impressionante haka. Finita la visita facciamo in giro in città che in realtà è tutto un susseguirsi di ristoranti e negozietti di souvenir. Molto bello comunque l’edificio che ospita il museo, il giardino circostante e la passeggiata sul lungolago.

29 OTTOBRE

Oggi abbiamo in programma la lunga tappa (5h e 30′) che ci porterà a Wellington. Partiamo verso le nove e ci fermiamo poco dopo Rotorua per visitare il sito geotermale Wai-o-Tapu (Sandi ci ha anche regalato un buono sconto per l’acquisto del biglietto d’ingresso!). Consiglio di non perdere questa tappa perché è veramente impressionante poter passeggiare attraverso le pozze fumanti e osservare da così vicino i crateri e i fanghi bollenti…davvero un paesaggio preistorico e molto affascinante! Purtroppo abbiamo poco tempo a disposizione, quindi non riusciamo a percorrere tutto l’itinerario del parco, ma ci accontentiamo di vedere l’area principale che comunque ci lascia a bocca aperta! Ci rimettiamo in viaggio verso la capitale e attraversiamo un bel pezzo dell’isola del nord: sulla nostra strada troviamo il Lake Taupo dalle acque di un blu profondissimo, attraversiamo il Tongariro NP con i suoi vulcani ancora ricoperti dalla neve (uno di questi appare anche nella trilogia del Signore degli Anelli) e un paesaggio lunare desolato, poi di nuovo ritorniamo a vedere prati verdi con le immancabili mucche e pecore al pascolo fino ad arrivare finalmente (verso le 17) a Wellington che ci accoglie col suo proverbiale vento freddo. Sistemate le valigie in albergo (www.cambridgehotel.co.nz che comunque non mi sento di raccomandare: economico sì, ma decisamente scadente) ci rimettiamo in macchina per salire sul Mt. Victoria e goderci il panorama al tramonto. Ceniamo al Midnight Expresso un caffè sulla famosa Cuba Street che offre molti piatti vegetariani e vegani: una soluzione economica che ci è piaciuta perché poco turistica e frequentata da persone del posto.

30 OTTOBRE

Giornata dedicata alla scoperta della città. Dopo una bella colazione alla Pandoro Panetteria (un’accogliente bakery ideale anche per un pranzo o uno spuntino) ci dirigiamo al Te Papa, il museo nazionale. Questa è una tappa da non perdere assolutamente… un modernissimo museo interattivo sulla storia della Nuova Zelanda, sia dal punto di vista della natura che della cultura, davvero un’esperienza molto interessante, ci si potrebbe stare una giornata intera senza annoiarsi. Dopo il museo camminiamo un po’ per le strade del centro fino ad arrivare alla cable car che ci porta sulla collina coi giardini botanici…sarebbe tutto molto più bello se non fosse per l’insopportabile vento freddo che non smette di soffiare! Continuiamo il pomeriggio a giro per il centro fino a che il freddo non diventa veramente troppo e non comincia a piovere. Cena anche stasera al Midnight Espresso. Riflessione su Wellington: ci siamo arrivati con grandi aspettative, dopo aver letto che era stata eletta miglior piccola capitale del mondo…sinceramente non mi sento di condividere questa decisione: l’ho trovata poco significativa (se si esclude il museo e la bella zona residenziale sul Mt. Victoria), con un centro storico praticamente inesistente e solo un susseguirsi di ristoranti (alcuni anche piuttosto tristi) e negozi poco interessanti. Sicuramente un giorno e mezzo è poco per dare un giudizio, non abbiamo certamente avuto la possibilità di vivere la città, ma comunque non è scattato il colpo di fulmine!

31 OTTOBRE

Sveglia presto, alle 8 abbiamo il traghetto che ci porterà sull’isola del sud. La traversata è lunghissima, 4h anziché le 3 previste… il tempo non aiuta perché non smette quasi mai di piovere e il mare è anche piuttosto mosso… se, come me, soffrite il mal di mare, è di certo un’esperienza che non spererete di ripetere! Arriviamo a Picton alle 12 e ci dirigiamo subito verso Renwick, cuore della regione vinicola del Marlborough. Pranziamo a “La Veranda”, un bel ristorante nei vigneti della tenuta Georges Michel, ottimi i vini e i formaggi francesi, peccato per il tempo nuvoloso… sicuramente il sole avrebbe reso questa campagna ancora più bella! Ci dirigiamo quindi verso la nostra sistemazione, il St. Leonard Vineyard Cottages (http://www.stleonards.co.nz), una bellissima casa in stile coloniale con 5 cottage indipendenti, ognuno con cucina e tutto l’occorrente per la prima colazione. Il nostro, l’Old Dairy, è piccolo ma curatissimo e molto accogliente, perfetto per un breve soggiorno in coppia. La casa è circondata da un bel giardino (c’è anche una piscina per la stagione calda), vigneti e un aranceto dove pascolano tranquille le immancabili pecore. Un posto perfetto per godersi un pomeriggio di relax.

1 NOVEMBRE

La tappa di oggi (2h e 30 circa) prevede l’arrivo all’Abel Tasman National Park. Il paesaggio che incontriamo alterna colline verdi, pascoli, montagne, fino alla costa da Nelson a Marahau, porta d’accesso al parco. Visto che abbiamo a disposizione solo questa mezza giornata per farci un’idea del parco, decidiamo di servirci del taxi d’acqua (http://aquataxi.co.nz) che ci accompagnerà fino a Onetahuti. Da lì percorreremo a piedi il sentiero nella foresta fino a Bark Bay dove ritroveremo il taxi d’acqua che ci riporterà alla base (questa combinazione costa 75NZ$ a testa). Consiglio un abbigliamento comodo per questa escursione, il tempo è molto variabile e noi siamo un po’ impreparati… infatti la pioggia ci sorprende non appena scendiamo dal taxi! Senza ombrello né kway camminiamo per un paio d’ore sul comodo sentiero che attraversa la foresta pluviale proprio a ridosso della costa: quando la vegetazione si dirada un po’ possiamo godere dei bellissimi scorci sul mare e le le lingue di sabbia che caratterizzano questo parco. Arriviamo in anticipo all’appuntamento col taxi e ne approfittiamo per goderci lo splendido panorama, nel mentre infatti è anche smesso di piovere. Sicuramente questa meta richiederebbe un soggiorno un po’ più lungo e, magari, anche temperature più elevate sia per percorrere tratti più lunghi del sentiero che attraversa il parco da nord a sud, sia per rilassarsi nelle splendide acque turchesi…ma, onestamente, non ce la sentiamo proprio di lamentarci! Per la notte abbiamo scelto l’Abel Tasman Marahau Lodge (http://www.abeltasmanmarahaulodge.co.nz), un posto veramente bello circondato da un grande parco perfetto per qualche ora di relax. Per cena approfittiamo della grande cucina in comune con gli altri ospiti…attenzione però: se preferite una soluzione fai da te, considerate che a Marahau non c’è un vero negozio di alimentari (solo un mini emporio all’interno dell’agenzia dei taxi d’acqua), quindi meglio fare scorte nei paesi che si incontrano prima.

2 NOVEMBRE

Oggi arriveremo sulla selvaggia East Coast, più precisamente a Punakaiki per vedere le famose Pancake Rocks. Partiamo accompagnati da un sole splendido che ci fa apprezzare ancora di più la bella valle che si apre dopo la cittadina di Mouteka. Prati, pascoli, pecore e il tranquillo fiume che scorre nel fondovalle lasciano presto il passo a montagne e foreste fino a che non arriviamo (circa 4h dopo… un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, abbiamo trovato una gara ciclistica!) finalmente sulla costa est, battuta dai venti e dalle onde del Mar di Tasmania.

Il paesaggio è davvero impressionante, la strada scorre tra il mare da una parte e la foresta pluviale dall’altra e queste acque scure e impetuose ci affascinano ma mettono anche un po’ di soggezione! La nostra sistemazione per la notte è il Te Nikau Retreat (http://tenikauretreat.co.nz) un accogliente ostello nel mezzo della foresta pluviale, ad un passo dal mare. A Punakaiki non ci sono negozi di generi alimentari, né benzinai, è quindi consigliabile fare una piccola deviazione fino a Westport per fare un po’ di provviste. Anche l’ostello ha un piccolo shop all’interno dove si possono comprare generi base tipo riso, uova, legumi, cipolle, condimenti etc per organizzare un pasto semplice. La mattina per soli 2$ si possono comprare favolosi muffins fatti in casa dai gestori dell’ostello. Andiamo subito a vedere la Pancake Rocks, a pochi km di distanza dall’ostello. Purtroppo l’ora dell’alta marea è già passata (la tabella con gli orari è affissa sia al visitor center che in ostello), non possiamo quindi vedere gli spettacolari schizzi d’acqua che dai tunnel sotterranei risalgono verso l’alto attraverso gli sfiatatoi, ma lo spettacolo non ci lascia comunque delusi. La forza con cui le onde si infrangono sulle rocce e il rumore della marea è impressionante, davvero uno spettacolo della natura! Facciamo una sosta alla Punakaiki Tavern per una birra e poi una breve passeggiata nella foresta che circonda l’ostello..non riusciamo nemmeno ad arrivare al mare perché comincia a piovere piuttosto intensamente. Ci godiamo comunque i piacevoli spazi comuni della nostra sistemazione e ceniamo lì.

3 NOVEMBRE

La tappa di oggi prevede l’arrivo al Fox Glacier (3h). Abbiamo scelto questo piuttosto che il Franz Josef seguendo i consigli di Lonely Planet che, appunto, definisce il primo come più autentico rispetto al secondo. In ogni caso noi viaggiamo fuori stagione, quindi forse non avremmo trovato folle di turisti al Franz Josef, ma preferiamo comunque scendere qualche km più a sud anche per accorciare la lunga tappa che ci aspetta domani. Arriviamo al nostro motel (www.thewesthaven.co.nz) verso le 12, il tempo non è un granché e decidiamo di non fare il giro in elicottero sui ghiacciai, anche perché i prezzi sono piuttosto alti e, con tutte quelle nuvole, non avremo visto poi molto. Con una facile camminata di circa 30 minuti dal parcheggio si arriva al fronte del ghiacciaio: per ovvi motivi di sicurezza non ci si può avvicinare più di tanto, ma quello che riusciamo a vedere ci soddisfa comunque! Pochi km dopo il parcheggio ci fermiamo per vedere un antico ponte sospeso: traballa un po’, ma è divertente da percorrere! Altra cosa da fare è la passeggiata intorno al Lake Matheson, il “lago specchio”: il riflesso del Mt Tasman e del Mt Cook avvolti dalle nubi nelle è molto suggestivo.

4 NOVEMBRE

Oggi guideremo per gran parte della giornata (6h) per arrivare a Te Anau, la nostra base per l’accesso a Milford Sound. Durante le prime ore di viaggio siamo letteralmente sommersi da una pioggia torrenziale che non dà tregua e che, necessariamente, rallenta il nostro cammino e ci impedisce di godere in pieno del panorama caratterizzato perlopiù dalla foresta pluviale. Dopo Haast la strada comincia a salire tra le montagne del Mt Aspiring National Park fino ad arrivare, finalmente senza pioggia, al Lake Wanaka, uno dei più grandi del paese. Lo costeggiamo per diversi km ammirando il panorama con le montagne ancora innevate sullo sfondo. Proseguendo verso sud incontriamo un altro lago, Hawea: finalmente le nubi cominciano a diradarsi e il paesaggio che vediamo è spettacolare, con dolci pendii verdi che scendono fino alle rive del lago e le immancabili mandrie di pecore al pascolo. Prima di arrivare a Queenstown (che, a malincuore, abbiamo dovuto escludere dal nostro itinerario) ci fermiamo per un caffè ad Arrowtown, una storica cittadina mineraria molto caratteristica e piena di negozi per lo shopping e locali. Ci rimettiamo in macchina direzione Te Anau, ci vorranno ancora un paio d’ore abbondanti..siamo un po’ stanchi di stare in macchina, le strade sono praticamente deserte, e forse un po’ distratti non ci rendiamo conto che stiamo andando un po’ troppo forte…ci pensa una pattuglia della polizia a farcene accorgere: multa di 80$ per aver superato di 15km il limite di velocità! Vabbè, ci rimettiamo piano piano in viaggio e finalmente arriviamo al nostro b&b (http://www.cosykiwi.com) verso le 17, in tempo per concederci anche una passeggiata in paese e sul bel lungolago. Ceniamo al The Ranch, assolutamente da consigliare: prezzi buoni e ottima zuppa del giorno!

5 NOVEMBRE

Sveglia all’alba, Eleanor ci delizia con dei favolosi pancake preparati al momento… il modo migliore per cominciare questa lunga giornata! Il b&b è da consigliare, camere spaziose e pulite, colazione abbondantissima e ottima! Ci mettiamo in viaggio verso Milford Sound, ci vorranno due ore scarse per arrivare (sulla strada non troverete nessuna stazione di servizio, dunque controllate il livello della benzina prima di lasciare Te Anau!). Il paesaggio è molto bello, da un lato il lago e dall’altro ampie praterie, colline e foreste ancora avvolte nella nebbia del mattino… davvero suggestivo! Via via che proseguiamo le foreste di faggi cominciano ad alternarsi a praterie semideserte tipo steppa circondate da alte montagne. La strada poi comincia a salire fino all’Homer Tunnel incorniciato da ripide pareti da cui scendono ovunque rigagnoli più o meno gonfi di acqua gelida. La galleria è a senso unico, c’è un semaforo che regola il traffico. L’attesa del nostro turno è allietata dai pappagalli alpini Kea che chiedono insistentemente cibo (non dategliene!) e che sembrano trovarsi a perfetto agio sul tetto della nostra auto! Il tunnel, lungo poco più di 1km, completamente buio e gocciolante d’acqua si apre sulla Cleddau Valley, a circa una ventina di minuti da Milford Sound. Arriviamo finalmente alla nostra meta, lasciamo l’auto al parcheggio e ci dirigiamo a piedi al terminal delle crociere. Abbiamo prenotato online dall’Italia la crociera naturalistica delle 10.15 con Southern Discoveries (www.southerndiscoveries.co.nz) per un totale di 153$ (c’è uno sconto del 10% per le prenotazioni online). Consiglio questo orario al mattino perché sicuramente troverete le imbarcazioni meno affollate e, soprattutto, eviterete anche di trovare la strada da Te Anau intasata dagli autobus turistici. Già prima di salire sulla nostra imbarcazione, la vista del fiordo è veramente spettacolare: le acque scure sono circondate da pareti altissime da cui scendono cascate d’acqua impetuose, sullo sfondo il Mitre Peak innevato completa il panorama da cartolina. La crociera dura circa 2h e 15′, la guida (in inglese) ci spiega le caratteristiche naturali del luogo, sia della vegetazione che della fauna, riusciamo a vedere le foche e, da lontano, anche un pinguino! È un’esperienza davvero unica navigare in queste acque racchiuse da pareti vertiginose… ci si sente proprio piccoli qua in fondo!

Dopo il pranzo al Blue Duck Café ci rimettiamo in auto, destinazione Gore, tappa intermedia per la notte sulla strada per la East Coast. Arriviamo nel tardo pomeriggio al nostro b&b, l’Hokonui Homestay (www.hokonuibandb.co.nz). Siamo subito accolti con grande entusiasmo nella splendida casa di Brian e Shona che ci offrono anche un aperitivo con vini e formaggi locali… niente di meglio per riprendersi da una giornata così stancante! A meno che non siate appassionati di pesca, Gore non vale una sosta, noi l’abbiamo scelta solo per spezzare il viaggio da Milford Sound fino all’Otago Peninsula e, dopo aver soggiornato all’Hokonui, non mi pento affatto di questa decisione! Se siete di passaggio da queste parti, vi consiglio una cena all’Howl At The Moon nel centro di Gore, un pub con piatti ottimi e molto curati a prezzi più che onesti.

6 NOVEMBRE

Dopo una bella colazione in compagnia dei padroni di casa e degli altri ospiti del b&b, ci mettiamo in macchina destinazione Otago Peninsula (2h e 15′). Il primo approccio con la East Coast è subito positivo: un sole caldo e splendente ci accoglie a St. Claire Beach, a sud di Dunedin. Ci fermiamo al primo accesso alla spiaggia che troviamo… dopo le acque scure e agitate del Mar di Tasmania, davanti a quelle calme del Pacifico abbiamo quasi un attimo di smarrimento… non sembra nemmeno di essere nello stesso Paese! Facciamo una breve passeggiata sulla spiaggia di sabbia bianchissima, circondata da prati verdi e cespugli ricoperti da fiori viola e gialli, un vero paradiso!

Poi ci rimettiamo in macchina verso l’Otago Peninsula. Il panorama è mozzafiato, prati di un verde brillante che scendono verso la costa, strade deserte che si inerpicano su colline e scogliere a picco sull’oceano blu… un colpo d’occhio davvero impressionante! Completamente rapiti dalla bellezza di questo paesaggio rurale non ci siamo preoccupati della questione benzina… in tutta la penisola non ci sono stazioni di servizio, dunque dobbiamo tornare indietro fino a Dunedin (circa una mezz’ora sulla splendida strada costiera). Facciamo comunque in tempo a essere a Taiaroa Head, all’estremità nord della penisola, per le 14.30, puntuali per l’escursione con Nature’s Wonders alla ricerca di foche e pinguini (www.natureswonders.co.nz). L’escursione (55$ a testa, durata 1h) avviene a bordo di veicoli tipo quadd coperti con i quali si viene portati in zone completamente inaccessibili altrimenti perché terreni di proprietà privata. Si raggiungono punti panoramici da cui, circondati solo dal rumore della natura, si può godere dell’immensità del paesaggio… personalmente questa tappa è una di quelle che più mi è rimasta nel cuore, il verde dei prati ricoperti da cespugli di fiori gialli e il blu profondo dell’oceano è uno spettacolo che rimette in pace col mondo! Le guide ci portano a vedere (molto da vicino) le colonie di foche e riusciamo anche, seppur con l’aiuto di un cannocchiale, a vedere un pinguino degli antipodi, una specie molto rara e timidissima che nidifica da queste parti. Finita l’escursione ci godiamo ancora un po’ il paesaggio e poi ci mettiamo in auto verso Dunedin. Il nostro albergo (www.cargills.co.nz) è una perfetta sistemazione appena fuori dal centro, raggiungibile con una breve passeggiata di circa 20 minuti. Dunedin ci piace subito per i suoi edifici storici in pietra, la stazione ferroviaria in stile edoardiano merita sicuramente più di uno scatto fotografico! Peccato che i molti negozi del centro chiudano prestissimo…noi arriviamo per le 17.30 circa ed è già tutto serrato! Ci consoliamo comunque visitando le chiese costruite dagli scozzesi (primi coloni europei a stabilirsi qui) e curiosando tra i molti pub dell’Octagon (la piazza ottagonale del centro città). Per cena scegliamo, consigliati da Lonelly Planet, il Circadian Rhytm Café, un’ottimo locale vegano con un fantastico rapporto qualità-prezzo ad un passo dalla piazza principale.

7 NOVEMBRE

La lunga tappa di oggi (6h e 45′) ci porterà fino a Kaikoura, nella speranza di avvistare le balene. Accompagnati da un sole splendente, lasciamo a malincuore Dunedin, dispiaciuti di non aver avuto un giorno in più per goderla al meglio. Appena usciti dalla città veniamo subito avvolti da una fitta nebbia che solo diversi km dopo ci lascerà per mostrare di nuovo paesaggi dominati da prati, pascoli e pecore… una costante in questo viaggio in Nuova Zelanda! Purtroppo non abbiamo il tempo per fermarci o deviare dalla strada principale per raggiungere i luoghi di interesse che la guida segnala, facciamo solo una rapida sosta a sud di Oamaru per osservare i Moeraki Boulders, grandi rocce sferiche disseminate sulla spiaggia. Da qui a Christchurch, dove arriviamo per l’ora di pranzo, la strada non offre niente di che, anzi per la prima volta in tutto il nostro viaggio troviamo un traffico molto sostenuto che, abituati come eravamo a percorrere lunghe strade in solitudine, ci disturba anche un po’! Dopo Christchurch attraversiamo la Waipara Valley, una regione vinicola molto conosciuta, e proseguiamo in direzione nord. Purtroppo il sole ci abbandona e, via via che ci avviciniamo alla nostra meta, il tempo peggiora sempre di più fino a sfociare in una pioggia fredda e insistente che ci accompagnerà fino a Kaikoura. Delusione totale perché, con questo tempo, nonostante fossimo arrivati ad un orario decente, le escursioni in barca per l’avvistamento delle balene sono ovviamente sospese. Non ci resta che andare alla nostra sistemazione per la notte, un bellissimo cottage sul terreno della Kaikoura Lavender Farm (www.lavenderfarm.co.nz). Peccato che, anche qua, il tempo ci imponga dei grossi limiti: non possiamo usare la bella vasca esterna per un po’ di relax e nemmeno passeggiare per il grande giardino per vedere i cespugli di lavanda che cominciano a fiorire. Un po’ demoralizzati ci riposiamo nell’accogliente cottage e verso la fine del pomeriggio torniamo in città per una breve passeggiata tra i negozi. La pioggia non ci dà ancora tregua. Facciamo una piccola spesa e ceniamo al cottage.

8 NOVEMBRE

Ultimo giorno in Nuova Zelanda, che peccato! Fortunatamente ha smesso di piovere e, solo ora, possiamo ammirare lo splendido paesaggio che ieri era completamente avvolto dalle nubi… non ci eravamo proprio resi conto delle meravigliose montagne ancora innevate che incorniciano la costa… con le nuvole basse sembra quasi che questi monti spuntino direttamente dalle acque… bellissimo! Purtroppo non riusciamo a fare il tour di whale whatcing, le escursioni del mattino sono ancora sospese per le condizioni dell’oceano e quelle del pomeriggio partono troppo tardi per noi che dobbiamo essere a Christchurch per le 18 al massimo. Ci consoliamo con una visita alla colonia delle foche e con una camminata sulle colline appena sopra la strada costiera dalle quali si può vedere un panorama eccezionale: da una parte le scogliere a picco sull’oceano e dall’altra le verdi vallate che scendono fino alla costa. Col senno di poi, si può dire che questa tappa è stata un po’ una sfacchinata considerando che non siamo riusciti a vedere le balene, ma i bei panorami della mattinata hanno in parte compensato la fatica di un viaggio così lungo. Certo, se siete molto interessati alla balene, vi consiglio di mettere in conto almeno due giorni a Kaikoura, proprio perché le condizioni meteo sono estremamente variabili nelle mezze stagioni. Ripercorriamo la stessa strada di ieri fino a Christchurch e abbiamo anche il tempo per un veloce giro in auto in quel che rimane del centro città…un panorama spettrale e molto triste, la cattedrale (bellissima a vedere le foto prima del devastante terremoto) completamente distrutta è un’immagine che non dimenticheremo facilmente. Per la notte rimaniamo nei pressi dell’aeroporto, domattina alle 6 abbiamo il volo che ci porterà, via Auckland, alle Isole Cook indietro di un giorno: causa fuso orario partiremo di sabato e arriveremo di venerdì! Per le Isole Cook non ho scritto un diario di viaggio, è tutto molto immediato e semplice e poi non voglio anticipare nulla di quel paradiso terrestre!

In conclusione posso dire che due settimane sono forse poche per vedere la Nuova Zelanda, ma bastano per farsi un’idea molto sommaria di ciò che questa meravigliosa terra offre e sicuramente lasciano la voglia di tornare ancora e ancora!



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